Prince {Hyunlix}

By dixlgv

6.3K 483 246

Hyunjin è il gendarme più fidato della famiglia reale e la guardia del corpo personale del principe Felix, l'... More

Intro
Incipit
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
EPILOGO

Capitolo 6

268 18 21
By dixlgv

Anche quella camera, aveva un arredamento che a Felix piaceva. Quelle piccole pensioni erano davvero accoglienti e tranquille, non troppo sfarzose come un hotel a cinque stelle ma neanche troppo sciatte come un ostello. Certo, Felix era abituato al lusso più assoluto ma doveva ammettere che la semplicità non gli dispiaceva. A differenza della pensione di Cheongju, quella offriva ai due ragazzi un piccolo balcone che affacciava sulla chiostra interna e un altrettanto piccolo divano accanto alla porta del bagno.

Felix si sedette sul letto senza staccare gli occhi di dosso al ragazzo che in piedi di fronte a lui, controllava ogni angolo di quella camera. Nonostante la signora del piano inferiore sembrasse una donna apposto, c'era comunque da tenere alta la guardia. Poteva essere entrato chiunque prima di loro.

"Che fai?" chiese Felix.

"Controllo, non si sa mai." rispose, adesso guardando sotto il tavolo.

Felix non parlò oltre, semplicemente si alzò dal letto e guardò la porta del bagno. Il desiderio di un minimo di relax nella vasca era alto.

"Vai prima tu, principe." parlò Hyunjin, nonostante non lo stesse guardando aveva comunque capito le intenzioni del più giovane.

"Dovresti andare prima tu, invece. Dovresti farti un bagno, rilassarti un po' e poi dormire. Sei visibilmente più stanco di me, ne hai più bisogno." ribatté Felix.

Hyunjin girò il viso verso di lui, ancora accucciato sotto il tavolo. Si alzò e lo fronteggiò "Beh, sei il mio principe, non posso contraddirti, no?" parlò.

Felix stavolta colse del sarcasmo ma non disse niente al riguardo. Era vero, tirava fuori il fatto di essere il principe solo quando gli faceva più comodo ed era normale che Hyunjin ne fosse infastidito. Osservò i movimenti del maggiore, ammirando il suo bel corpo per l'ennesima volta finché non lo vide sparire oltre la porta.

"Caspiterina." mormorò lasciandosi cadere di schiena sul morbido materasso e chiudendo gli occhi. I propri pensieri lo stavano facendo impazzire, soprattutto le immagini che si stavano creando in quel momento.

Dopotutto dietro quella porta c'era il centro dei propri desideri pronto ad entrare in doccia.

Nel frattempo, Hyunjin in bagno si era preso qualche istante per guardarsi allo specchio. I lunghi capelli neri erano raccolti in un codino basso sebbene fossero un po' scomposti, il viso era lievemente più pallido del solito e gli occhi erano contornati da leggere occhiaie. Era un'immagine terrificante ma era del tutto normale, in quei due giorni aveva dormito poco e nulla.

Era successo tutto così in fretta, si sentiva stanchissimo e chissà per quanto altro tempo avrebbero dovuto scappare prima di scoprire la verità e tornare alla monotona vita di prima.

Anche se di monotono, col principe, non c'era mai stato un bel niente. Un sali e scendi di emozioni e reazioni che sembravano difficile da gestire.

Si spogliò, quei vestiti li avrebbe buttati. Era inutile tenerli, sarebbero stati solo di intralcio per la fuga. La stessa cosa avrebbe dovuto fare Felix.

Una doccia tiepida lo avrebbe aiutato a rilassarsi anche se la propria mente era una enorme voragine. Poco prima c'era stata una discussione piuttosto singolare tra i due e non capiva se Felix facesse finta di non capire o se veramente non capiva. Avrebbe voluto urlargli contro tutto ciò che provava ma non poteva, non poteva neanche fare ciò che l'istinto gli diceva di fare, non poteva dire o fare nulla. Si sentiva intrappolato da quelle emozioni e quei sentimenti che provava.

Chiuse l'acqua dopo essersi lavato e aver goduto di quei venti minuti di pura tranquillità, quindi afferrò uno dei due asciugamani grandi che la pensione aveva messo a disposizione per loro e si asciugò il corpo, con l'altro più piccolo fece la stessa cosa ma con i capelli, infine si vestì.

Uscendo dal bagno, c'era molto silenzio. Felix stava dormendo e nel vederlo così rilassato e tranquillo, gli sfuggì un sorriso. Quando dormiva, era tutto molto più tranquillo. Quel carattere cosi vulcanico ed esuberante, a lungo andare diventava anche molto estenuante da gestire. Anche se a Hyunjin piaceva. Gli piaceva qualsiasi cosa di quel principe, nonostante tutto. Si avvicinò e notando la strana posizione, entrambe le gambe erano fuori dal letto e le braccia a contornare il capo, posato direttamente sul materasso, lo prese in braccio e gli adagiò la testa sul cuscino, dopodiché si sedette sul divano e scrisse un messaggio al suo amico Minho.

"Siamo a Jincheon." scrisse.

Minho rispose poco dopo "E io sono sempre qui, a Daegu."

L'ironia di quel messaggio, gli fece sbuffare una lieve risata.

"Novità?"

"Potremmo avere una pista. Jisung, Chan e Seungmin sono andati a controllare. Sono partiti stamattina."

Hyunjin sospirò, si sentiva in ansia per loro.

"Fate attenzione, poi aggiornami."

"Certamente."

"Mh, che fai?" la voce di Felix gli arrivò alle orecchie poco chiara e più bassa del solito. Alzò lo sguardo, il più giovane steso sul letto a pancia all'ingiù, la testa ancora posata sul cuscino. Lo guardava con gli occhi assonnati.

Hyunjin deglutì, era bello e maledettamente sansuale. Era indescrivibile la sensazione che provava nel guardarlo, soprattutto in quel momento.

"Niente, tu stavi dormendo." rispose.

"Io so cosa stavo facendo." rispose Felix. Si alzò mettendosi in ginocchioni con le ginocchia leggermente aperte e, ancora, gli occhi puntati sul maggiore "Io ho chiesto tu che cosa stai facendo." aggiunse.

Hyunjin deglutì Calmati pensò.

"Cosa vuoi che stia facendo? Ti sto sorvegliando come faccio ogni singolo giorno, principe." rispose seccamente.

Felix a quel punto, si alzò dal letto "Ultimamanete, ogni volta che mi chiami principe, il tuo tono di voce cambia. Perché?" chiese.

Hyunjin non rispose, Felix fece un passo verso di lui e continuò a parlare "Hai tanti pensieri per la mente, vero?" disse.

Hyunjin sbuffò, sapeva che Felix lo stava provocando ma non riusciva a trattenere lo sgomento. Odiava quando lo faceva non tanto perche non gli piacesse, ma perché era stancante dover, ogni volta, ignorare l'istinto di prendere il suo viso, bloccare il suo corpo contro il muro, e baciarlo fino quasi a consumarlo.

Era dannatamente difficile.

"Hyunjin?" chiese Felix.

Hyunjin, che fino a quel momento aveva cercato in ogni modo di non guardare il più piccolo, aveva girato il viso verso di lui e lo stava adesso guardando con uno sguardo del tutto differente dal solito. Era uno sguardo in fiamme, ma non fiamme di rabbia. Conosceva lo sguardo di Hyunjin quando era arrabbiato e quello era diverso.

Felix non lo aveva mai visto.

Hyunjin si alzò dal divano, abbandonando il telefono che fino a quel momento aveva in mano e si avvicinò a Felix senza dire una parola, arrivando a sovrastarlo a causa della loro differenza di statura. Felix nel ritrovarselo così vicino e con quello sguardo che sentiva bruciare persino nei propri occhi, fece un passetto indietro facendo un profondo sospiro e si riavvicinò cercando di affrontare e tenere testa a quello sguardo colmo di passione, erotismo, rabbia e stanchezza.

"C-che hai?" rispose, si sentiva timoroso ma non aveva paura. Quello sguardo non lo aveva mai visto ed era maledettamente bello.

Hyunjin strinse i denti e Felix notò la sua mascella muoversi, poi chiuse gli occhi per qualche istante e li riaprì. Non era cambiato niente, quelle fiamme erano sempre lì che sembravano ardere sempre di più.

"Sei veramente bello, troppo bello. E io non ce la faccio più. Ecco che ho." sbottò infine Hyunjin.

Felix alzò un sopracciglio.

Sospirò profondamente prima di tirare fuori ogni suo pensiero "Siamo qui, da soli, lontani da casa. E tu sei qui, di fronte a me che pur non facendo niente, stai facendo tutto. Il tuo sguardo mi provoca, i tuoi movimenti e la tua voce mi provocano. Oh, e per non parlare del tuo corpo. Cazzo Felix non immagini neanche dove, la mia mente può a arrivare, ogni cazzo di giorno. E io non ce la faccio più. Sai quante volte ho pensato di dimettermi?" disse.

Felix aveva ascoltato quello sfogo e aveva abbassato lo sguardo "Dimetterti?" mormorò.

"Cazzo Felix! Sì, dimettermi. Perché ti voglio, ti desidero dal primo istante in cui ti ho incrociato ed è una cosa categoricamente vietata!" rispose Hyunjin.

"Questo lo dici tu! Niente ci ha vietato di finire a letto insieme, niente ci vieta di rifinire nuovamente a letto insieme o comunque di condividere qualcosa che va oltre il lavoro." rispose Felix.

Hyunjin sospirò allontanandosi da lui e avvicinandosi alla finestra per poter vedere fuori, stava piovendo. Girò nuovamente lo sguardo verso di lui "Sei cosi ostinato, Felix. Lo sai che non possiamo e che tutto ciò che è successo ce lo porteremo fino alla tomba, perché se si venisse a scoprire succederebbe un gran putiferio." ribatté poco prima di allontanarsi e avvicinarsi alla finestra. Fuori pioveva.

Felix digrignò i denti, arrabbiato "Possiamo cambiare copione? Quando fai così ti vorrei prendere a schiaffi." gli abbaiò contro.

Hyunjin sospirò, si spostò dalla finestra e prese a camminare per la stanza "E allora fallo! Prendimi a schiaffi, picchiami, fai il cazzo che vuoi ma smettila di provocarmi queste sensazioni perché non ce la faccio più." rispose.

Felix si avvicinò a lui prendendogli un polso e facendolo fermare "Hyunjin! Smettila!" rispose Felix tirandolo verso di sé e incatenando adesso i loro occhi. "Pensi che tu non provochi le stesse cose in me? Guarda che anche io sono nella tua stessa situazione." aggiunse.

Hyunjin si bloccò, il cuore batteva forte, non rispose.

"Possiamo fingere che tra di noi, solo per adesso che siamo fuori dalle mura reali, non ci sia nessuna differenza?" chiese.

Hyunjin si sentiva davvero troppo debole in quel momento, si sentiva vulnerabile. Felix lo rendeva vulnerabile. Lo stava guardando dritto negli occhi, il cuore gli batteva all'impazzata e il corpo aveva iniziato a tremare "È una pessima idea, soprattutto per dopo." rispose.

"A me non me ne frega niente di ciò che succederà dopo. Io sto parlando di ora." sbottò Felix.

Quando diventava più aggressivo a Hyunjin piaceva ancora di più.

"Felix, per favore." parlò Hyunjin.

Felix sbuffò pesantemente poco prima di caricare come se fosse un toro e buttarsi su di lui. Entrambi caddero sul letto ma fortunatamente Hyunjin riuscì a restare in equilibrio bloccandosi con un braccio. Quindi Felix gli rimase seduto sulle cosce.

"Hai rotto le scatole." disse Felix, adesso il tono di voce più morbido.

Hyunjin lo fissava, come se fosse un fermo immagine, si era perso per un attimo "Perché sei così ostinato?" chiese Hyunjin.

"Perché io voglio solo te. Ma sei un testardo tu." mormorò Felix.

Hyunjin tremò a quelle parole. Erano solo parole perché Felix non aveva voce in capitolo riguardo ciò. Però erano vere, erano lì e rivolte solo a lui.

"Ti prego..." aggiunse Felix con un filo di voce.

"Ecco perché non sarebbe dovuto succedere nulla." rispose Hyunjin, un debole sospiro rassegnato.

"Sarebbe stata una cosa rimandata, prima o poi sarebbe successo. Qual è la differenza?" rispose Felix.

"Che nel momento in cui qualcosa esce dalla tua mente, diventa reale e va affrontato. Riesci a seguire il mio discorso? Fino a che lo abbiamo solo immaginato, la nostra era una fantasia e come tale, non ci sarebbero state conseguenze perché era nella nostra mente e basta. Nel momento in cui quella sera mi hai baciato e nel momento in cui abbiamo fatto ...cose, è diventato tutto reale nonostante sapessimo a cosa andavamo incontro. E ora ne pagheremo le conseguenze perché entrambi sappiamo come andrà a finire." parlò Hyunjin.

Per tutto il tempo Felix lo aveva fissato. Del suo discorso aveva capito molto poco, doveva essere sincero, perché era troppo impegnato a guardare la sua espressione cambiare ad ogni frase. Per non parlare dei suoi occhi che a volte incrociavano i propri.

"Chiama le cose col loro nome. Non abbiamo fatto ...cose. Abbiamo fatto l'amore. E quindi? È successo, non si può cancellare." rispose.

Hyunjin rabbrividì Abbiamo fatto l'amore. Poteva usare qualsiasi altra parola per descriverlo, eppure aveva usato quella parola. Amore.

Non rispose.

"Hyunjin... ciò che è successo non si può cancellare." continuò Felix.

Si fissavano negli occhi e potevano percepire tutto il desiderio che provavano per l'altro in quel momento.

"Non si può cancellare, però non deve succedere ancora." rispose Hyunjin.

"E se ricapitasse?" chiese Felix.

"Non ricapiterà." mormorò Hyunjin.

"Non è una cosa che puoi controllare." rispose Felix.

"Non posso controllarla ma posso evitarla, come l'ho evitata fino ad ora." rispose Hyunjin.

Il tutto mentre i due ancora si guardavano con desiderio. Felix posò una mano sul petto di Hyunjin, il cuore gli batteva forte. Inoltre il corpo era rigido e fermo.

"Come puoi evitarla? Il tuo corpo ti sta palesemente dicendo l'opposto." chiese Felix.

La sua mano, dal petto, scese sull'addome e prese ad accarezzargli il ventre da sopra la maglietta. Poté sentire i suoi muscoli contrarsi, sorrise.

"Dove vuoi arrivare?" chiese Hyunjin.

"A te che mi baci e la smetti di fare lo stupido." rispose Felix, la mano che ancora stava accarezzando il suo corpo, adesso aveva iniziato a sfiorare la sua pelle che si stava riempiendo di brividi.

Hyunjin sbuffò.

"Vorrei solo che oggi fosse un giorno come gli altri, in cui siamo semplicemente due ragazzi normali, chiedo troppo?" chiese Felix.

Hyunjin chiuse gli occhi e deglutì, non era facile, per niente, ma forse poteva provarci, poteva provare a sciogliersi un pochino di più, quanto meno fino a quando non sarebbero tornati a Villa Lee. Inoltre Felix aveva bisogno di qualcuno vicino e anche lui.

Posò una mano sulla sua guancia, poi si avvicinò e lasciò un bacio sulle sue labbra che il minore subito ricambiò.

"Va bene." si rassegnò poco prima di cadere di schiena sul letto e rilassarsi contro il materasso. Felix lo guardò.

"Che c'è adesso? Sei stanco?" chiese.

Hyunjin non rispose, semplicemente allargò le braccia "Vieni." disse.

Felix sorrise e si stese al suo fianco posando la testa sul suo petto e con la mano riprendendo ad accarezzargli delicatamente la pelle da sotto la maglietta.

La stanza era piombata nuovamente nel silenzio, potevano udire solamente il suono dei loro respiri sincronizzati e dei loro cuori che battevano.

"Non vuoi comunque, vero?" chiese Felix.

"Cosa?" chiese Hyunjin.

Felix alzò il viso per guardarlo "Lo sai a cosa mi riferisco." rispose.

Hyunjin sospirò e guardò verso il soffitto "Stanno succedendo molte cose Felix, la mia mente non è completamente libera e non riuscirei a godermi il momento. Certo che voglio, te l'ho detto anche prima." girò il capo e guardò infine Felix "E so che lo stesso vale per te." aggiunse.

E non aveva tutti i torti, dopotutto stavano letteralmente rischiando la vita.

"Allora restiamo così, mi piace anche così. A te piace?" chiese Felix tornando nella posizione precedente.

"Mi piace." ammise Hyunjin.

Felix sorrise e, alzando nuovamente il capo, lasciò un altro bacio sulle labbra del maggiore.

Per tutto il pomeriggio restarono così, abbracciati l'uno a l'altro su quel letto, quasi a dimenticarsi di essere in fuga da qualcuno che voleva uccidere il principe, non ci fu malizia nei loro gesti, in quel momento tutto ciò di cui avevano bisogno era stare l'uno nelle braccia dell'altro.

Alla sera, tra baci e coccole, Felix iniziò a parlare "E comunque ero serio ieri in treno."

"Riguardo a...? Hai detto molte cose." rispose Hyunjin.

Felix allontanò il viso in modo da vederlo bene "Quando ho detto che voglio sposarti, ero serio."

.
.
.

Era buio, il principe Minhyun sembrava non essere nelle vicinanze e Jisung stava vagando nella grande stanza da almeno mezz'ora. Non aveva trovato nulla di importante, solo tanti libri e scartoffie.

Seungmin e Chan all'esterno che tenevano d'occhio il circondato.

"Trovato qualcosa?" per l'ennesima volta, la voce di Seungmin nell'auricolare, arrivò chiara a Jisung.

"No, è la quinta volta che me lo chiedi Min." rispose Jisung.

"Calmati Han, non sei l'unico ad essere sotto pressione. Se qualcuno scopre il furgone siamo tutti e tre morti." ribatté Chan con tono calmo prendendo le difese di Seungmin.

"Sì va bene come vi pare ma state zitti per favore. Se trovo qualcosa, ve lo dico." disse.

Seungmin e Chan si guardarono ma non dissero niente. Jisung non aveva tutti i torti, era complicato e la concentrazione era importantissima in momenti del genere.

Il camino della camera sembrava essere stato spento da poco, poteva percepire ancora del calore provenire da quella rientranza. In mezzo alla cenere ancora calda, Jisung era stato attirato dalla presenza di un pezzo di carta che prese in mano, facendo attenzione a non scottarsi, e lo pulì dalla fuliggine.

Era una fotografia ormai quasi completamente bruciata ma riuscì a vedere il ritratto di un bambino i cui lineamenti erano gli schifosamente familiari, tanto che rabbrividì.

La mise in una bustina di plastica che poi mise in tasca, dopodiché riprese a guardarsi intorno. Sulla scrivania non c'era molto, solo un gran disordine.

Un rumore lo portò ad alzare di scatto la testa verso la porta. Erano dei passi che provenivano dall'esterno e dalla fessura della porta poté notare anche una luce appena accesa.

"Oh, merda" esordì a bassa voce facendo un passo indietro e urtando una statuetta di ceramica che raffigurava un angioletto, posata sul caminetto. Tale movimento sembrava essere stato, apparentemente, niente di che. Ma l'angioletto non era né caduto e non sembrava essere neanche sul punto di cadere. "Oh cazzo, è una leva." mormorò.

"Cosa?" chiese Seungmin.

"C'è un passaggio segreto qui da qualche parte." mormorò Jisung mentre si guardava attorno. Essendo entrato dalla finestra, la camera di Minhyun era la prima stanza che aveva visto. C'era il letto, una libreria, una scrivania e un grande armadio. C'erano due porte, una era socchiusa e vide, nella penombra e con la torcia, delle mattonelle azzurre e della ceramica. Il bagno. E di fronte a sé, la porta da cui era arrivato quel rumore. Il corridoio.

Ma allora, dove portava quella porta di fianco alla libreria? Incuriosito, si avvicinò e la aprì.

Era una stanza molto più piccola della camera, sembrava un piccolo ufficio dove c'era solo un computer fisso e tanti altri libri.

"Deve amare molto la lettura." mormorò guardando i vari libri ma senza toccare nulla.

"Cosa?" chiese nuovamente Seungmin.

Nella stanza, oltre a quelle cose, c'erano due porte: una porta che sicuramente guardava il corridoio dato che si trovava nella stessa parete della porta per uscire dalla camera di Minhyun e la porta aperta da cui era appena entrato.

Proprio di fronte a sé, invece c'era un'apertura.

"C'è un'altra stanza e di fronte a me ci sono tre scalini e un tunnel." disse guardando gli scalini che scendevano, di fronte a sé. Provò a tornare nella camera del principe e, a porta aperta, provò a spostare l'angioletto.

"Pensi possa essere un passaggio segreto?" chiese Chan.

Han annuì anche se i due non potevano vederlo.

L'apertura sparì.

"Ho trovato il passaggio." disse.

"Fai attenzione, esci di lì per favore." parlò Chan.

"Perché tenere un passaggio segreto nella propria camera?" chiese Seungmin.

"Non lo so, sarà un egocentrico."

Jisung non lo ascoltò e dopo aver spostato nuovamente l'angioletto, chiuse la porta ed entrò nel passaggio. Doveva esserci qualcosa per chiuderlo e guardandosi intorno, vide un altro angioletto identico che spostò. Dovevano essere collegati perché la porta si era chiusa.

"Jisung?" lo chiamò Seungmin.

"Cosa." chiese Jisung.

"Devi muoverti, l'auto di Minhyun è qui. E sta per entrare in casa." parlò Chan.

Jisung tremò. Se quel passaggio lo avesse portato diretto da lui? Non aveva tenuto di conto di questa cosa. Alla fine del tunnel però vide una lieve luce e, uscendo da un arco senza porta, si ritrovò ricoperto di rampicanti e foglie, l'aria fredda gli accarezzava il viso e il proprio naso stava respirando, letteralmente, aria aperta. "Ragazzi, sono fuori." rispose poco prima di correre verso il furgoncino che però si trovava dall'altro lato della villa, ben nascosto e fuori dal campo visivo di chiunque fosse nella villa. Doveva muoversi furtivamente per non farsi scoprire. Era fortunato ad essere di corporatura esile e relativamente veloce.

"Tutto ok?" aveva chiesto Chan.

"Sì, ci sono quasi." rispose Jisung.

Raggiunto il furgoncino, guardò i due che avevano appena spento l'apparecchiatura che serviva per stabilire il contatto con lui quando era all'interno della casa. "Qua abbiamo per le mani un gran casino." disse Jisung mostrando ai due la foto.

"Per tutto questo tempo, è stata protetta la persona sbagliata." 

♤♤♤

eheheh volevate eh lo smut :) quanto odio Hyunjin in questa storiaaaaa è proprio uno stupido boh

Capitolo lunghissimo che neanche mi convince troppo but oke ;)

+ voglio scrivere una minsung. In realtà sono anni che voglio scriverne una ma non sono mai stata convinta sulla trama, ci penserò, BACINI A TUTTI 🫶

Continue Reading

You'll Also Like

8.4K 718 21
Storia centrata sulla JayWon, non dico altro :) Iniziata: 9 febbraio 2021 Finita: 7 novembre 2021
552K 13.4K 55
ARABELLA AMETISTA ROMANO è una giovane ragazza di 16 anni che dopo la morte di sua madre e del compagno verrà a conoscenza di qualcosa che non si sar...
51.2K 2.8K 28
Iniziata: 11/11/19 Finita: 24/10/2020
6.2K 478 27
Lee Felix è un ragazzo davvero genuino che da un anno attraversa letteralmente l'inferno per colpa di suo padre, a cui importa solamente della sua ca...