La Tatocrazia

By LordCousland

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Dopo la terribile pandemia Covid, durante la quale l'umanità ha dato il peggio di sé, il mondo sta marciando... More

PERSONAGGI
PROLOGO
CAPITOLO 1: L'ARRIVO DI TATA SONIA
CAPITOLO 2: LA PRIMA PUNIZIONE
CAPITOLO 3: IL CAMBIO DEL PANNOLINO
CAPITOLO 4: PAPPA
CAPITOLO 5: LEZIONI DI IGIENE
CAPITOLO 6: INCONTRO AL PARCO
CAPITOLO 7: LA RAGAZZA
CAPITOLO 8: DALLA PARRUCCHIERA
CAPITOLO 9: CAPRICCI ED INCIDENTI
CAPITOLO 10: RITORNO A CASA
CAPITOLO 11: CAMBIAMENTI
COMUNICAZIONE AI LETTORI
CAPITOLO 12: TEMPO DI RELAX
CAPITOLO 13: POMERIGGIO CON LA TATA
CAPITOLO 14: BAGNETTO
CAPITOLO 15: LA MESSA A LETTO
CAPITOLO 16: RICCARDO VA ALL'ASILO
CAPITOLO 17: LE MAESTRE
CAPITOLO 18: IL PIANO DI ALICE
CAPITOLO 19: ALICE LE PAGA TUTTE
CAPITOLO 20: TUTTI IN MENSA
CAPITOLO 21: LA MESSAGGERA DEL SOGNO
COMUNICAZIONE AI LETTORI 2
CAPITOLO 22: QUALCHE RISPOSTA
CAPITOLO 23: COLLOQUIO GENITORI-INSEGNANTI
CAPITOLO 24: INCIDENTI DI VARIO TIPO
CAPITOLO 25: VIDEOCHIAMATA
CAPITOLO 26: INIZIA IL PIGIAMA PARTY
CAPITOLO 27: IL CUORE DI RICCARDO
CAPITOLO 28: EDUCAZIONE SPECIFICA
COMUNICAZIONE AI LETTORI 3
CAPITOLO 29: DURO LAVORO E MERITATO RELAX
CAPITOLO 30: L'EPOPEA DEL PARCO GIOCHI
CAPITOLO 31: NAUGHTY DREAMER
CAPITOLO 32: SI TORNA ALL'ASILO
CAPITOLO 33: LA LEZIONE SPECIALE
CAPITOLO 34: LA PUNIZIONE DELLA MAESTRA
CAPITOLO 35: RIVELAZIONI
COMUNICAZIONE AI LETTORI 4
CAPITOLO 37: VISITA A SOPRESA
CAPITOLO 38: RICCARDO & FRANCESCA
CAPITOLO 39: REGOLE STRADALI
COMUNICAZIONI AI LETTORI 5
CAPITOLO 40: AL SUPERMERCATO

CAPITOLO 36: ELEONORA HA UN PROBLEMINO

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By LordCousland

Riccardo rimase a fissare Eleonora per qualche secondo. Era veramente bellissima, la fanciulla più bella che avesse mai visto. Ai suoi occhi non esisteva niente di più perfetto, e non sopportava l'idea di poterla perdere.

Un terribile senso di preoccupazione gli avviluppò la gola, stringendogliela con dita fredde ed ossute, mentre un pensiero terribile gli trapassò il cervello come una stilettata: e se fosse stata proprio lei il contatto? No, era impossibile. Eleonora era troppo buona, troppo pura. Non avrebbe mai stretto un patto con una Tata Rossa, ne era certo.

La fanciulla lo osservò con una certa apprensione e si avvicinò a lui, mettendogli delicatamente una mano sulla spalla.

"Ehy, Ricky, tutto bene?" gli chiese "Sei impallidito per un attimo."

Il ragazzo annuì, cercando di focalizzarsi su pensieri felici per riprendere colore più velocemente. Non che servisse a qualcosa, ma ci provò.

"Tutto bene. Tranquilla, Ele, sto bene. È sola colpa del caldo."

"Sicuro?"

La ragazza lo guardava preoccupata. Non sembrava per nulla convinta dalla sua spiegazione.

Fu in quel momento che Fabrizia si fece avanti, con un sorrisetto malizioso sulle labbra.

"Magari se l'è fatta addosso. Ai maschi capita spesso."

Riccardo si voltò di scatto, guardandola malissimo.

"Come, scusa?"

Fabrizia scrollò le spalle "Il vostro amichetto laggiù ha la brutta abitudine di rilasciare liquidi nei momenti più sbagliati. Forse dovreste portare tutti il pannolino, piccoli di casa o meno."

Riccardo trasse un profondo respiro per non risponderle male, non volendo fare scenate che magari gli sarebbero costate pure una punizione.

"Che problemi hai con i maschi, si può sapere?"

"Sono fatti miei."

"Solo fintantoché non rompi le scatole." intervenne Eleonora "Lascia stare il mio ragazzo."

L'altra ragazza sospirò, guardando Eleonora con un'espressione quasi disgustata.

"Oh, tranquilla, vi lascio giocare insieme. Ricordate di chiamare la maestra quando avrete un'emergenza pipì."

E così detto, diede le spalle ai due e si avvicinò all'altro gruppo di ragazze, con ancora i due fidanzati che la guardavano male.

"Che coraggio, come se non portasse il pannolino anche lei." mormorò Eleonora.

"Infatti. Giuro che non appena ha bisogno di un cambio mi metto ad applaudire."

Eleonora annuì "Già. Scommettiamo che farà i capricci e la maestra gliele darà?"

"Oh, ne sarei ben contento di vedere che viene sculacciata."

Calò il silenzio per un attimo, e Riccardo non poté farsi a meno di chiedersi cosa sarebbe successo se Fabrizia si fosse meritata una bella gita sulle ginocchia della maestra. La sacerdotessa sarebbe intervenuta in qualche modo? Difficile avere una risposta.

Il resto della pausa passò senza problemi, e dopo un po' i ragazzi furono richiamati da tata Rossella, che batté le mani.

"Bimbi, tutti ai posti che dobbiamo svolgere la prossima attività." esclamò, con uno dei suoi soliti sorrisoni.

Sotto quell'esortazione si recarono ai banchi, Riccardo e le ragazze, chi sospirando, chi in modo neutro e chi con allegria. Erano persone che condividevano la loro zona geografica d'appartenenza e che erano nello stesso range d'età, eppure la classe non avrebbe potuto essere più eterogenea. Ognuno di loro aveva il proprio carattere, il proprio pensiero, la propria storia e il proprio carattere. Troppo spesso si riduce un gruppo ad un insieme indistinto, ma ogni gruppo è fatto di persone, di singoli, frammenti di storie che si uniscono a formare un'intricata matassa di vicende.

Seduti ai rispettivi banchi, i ragazzi attesero le istruzioni della maestra per l'ultima attività mattutina prima del pranzo.

"Molto bene, piccolini. Ora la maestra Milena passerà a darvi i fogli con la prossima attività."

Milena annuì e prese un plico di fogli dalla scrivania. Passò con essi tra i banchi e davanti ad ognuno lasciò uno dei fogli, a faccia in giù. Dall'altro lato era chiaramente stampato qualcosa.

"Aspettate a girarli." disse "La maestra Rossella vi spiegherà l'esercizio."

Ciò detto, posizionò davanti ad ognuno di loro una matita e un pacco di pennarelli dei colori più svariati.

Una volta che Milena ebbe finito di distribuire anche i pennarelli e fu tornata accanto a Rossella, quest'ultima prese parola.

"Quella che avete davanti sarò un'attività estremamente impegnativa, molto di più di qualsiasi altra voi abbiate svolto finora. Mi raccomando, non spaventatevi. Fate del vostro meglio e ricordate che le maestre sono qui se vi servisse aiuto."

Riccardo si preoccupò un po' a sentire quel discorso. Che diamine avevano intenzione di fargli fare di così difficile? Un esercizio di fisica quantistica? Analizzare una poesia dadaista?

Rossella attese qualche secondo, poi parlò di nuovo "Sul foglio troverete una serie di disegni, ognuno dei quali con sotto una riga. Nei disegni vedrete una Tata che svolge un'azione. Dovrete colorare il disegno e poi scrivere il verbo che descrive quell'azione."

Riccardo sgranò gli occhi, guardando la maestra con uno sguardo colmo di imbarazzo. Quello era l'esercizio difficile? Ma era una cosa da prima elementare. Poi ricordò che erano all'asilo e lasciò andare un grosso sospiro.

"Pronti? Tre, due, uno... girate i fogli."

I ragazzi girarono i fogli, pronti a svolgere l'attività.

Riccardo osservò ciò che aveva davanti. Una donna vestita da Tata era disegnata mentre era intenta a compiere varie azioni, sotto alla scritta Azioni che compie la Tata con un piccolo di casa, scrivile.

Il ragazzo, ancora imbarazzato all'idea che quello per loro dovesse essere considerato un esercizio difficile, colorò velocemente tutte le figure, usando il rosso per colorare la divisa della Tata, il marrone per i suoi occhi e il nero per i suoi capelli. Si rese conto solo dopo averlo fatto che fossero i colori di tata Sonia. Li aveva scelti quasi istintivamente, e se ne sorprese. Incredibile che dopo solo pochi giorni quella donna gli fosse entrata così tanto in testa.

Finito di colorare, il ragazzo prese la matita e scrisse i verbi sotto ad ognuno dei 10 disegni, per descrivere cosa stesse accadendo in esso.

Nella prima immagine la Tata aveva il seno scoperto e il piccolo di casa aveva un suo capezzolo in bocca, per cui scrisse allatta. Nella seconda era seduta accanto ad una culla con un libro in mano, e quindi scrisse legge. La terza mostrava la Tata toccare sulla fronte il piccolo di casa con le proprie labbra, e sotto ad essa scrisse bacia.

La quarta immagine mostrava la Tata ai fornelli, scrisse così cucina. La quinta immagine mostrava la Tata camminare in un parco con il piccolo di casa collegato alle redinelle, e ciò portò il ragazzo a scrivere passeggia. La sesta immagine raffigurava la Tata con un cucchiaio in mano accanto ad un seggiolone, per cui scrisse imbocca.

Passò alla settima immagine, che mostrava la Tata con il piccolo di casa tra le braccia, sotto alla quale scrisse coccola. L'ottava immagine era di nuovo accanto alla culla, ma stavolta la Tata anziché leggere un libro aveva la testa inarcata lievemente all'indietro e la bocca aperta, cosa che portò Riccardo a scrivere canta. La nona immagine mostrava il piccolo di casa in una vasca da bagno con la Tata che gli passava una spugna sulle parti intime, lì scrisse lava.

Si concentrò infine sulla decima e ultima immagine. Ovviamente, neanche a dirlo, mostrava la Tata con il piccolo di casa sulle ginocchia a chiappe scoperte mentre gliele percuoteva con una grossa spazzola. Riccardo aveva colorato il sedere di rosso vivo e naturalmente sotto all'immagine scrisse come verbo sculaccia.

Una volta terminato mise giù la matita, pronto a consegnare, ma proprio in quel momento un intenso mugolio di dolore lo distrasse. Il ragazzo si voltò di scatto e vide Eleonora che si teneva una mano sul basso ventre, la fronte ed il bel nasino imperlati di sudore. La ragazza lasciò cadere la matita e si portò l'altra mano alla testa, continuando a gemere e ad ansimare.

"Eleonora?!"

Riccardo si alzò di scatto e le mise subito una mano sulla spalla, venendo colto da una terribile preoccupazione. Che stava succedendo? La Tata Rossa stava forse attaccando Eleonora in qualche modo?

Il ragazzo osservava impotente la scena, non sapendo come intervenire e ignaro di cosa la sua innamorata avesse così all'improvviso. Voleva aiutarla, ma non aveva idea di come.

Si accorse in quel momento che tutta la classe si era girata a guardarla, ma le altre ragazze non sembravano preoccupate della cosa. La loro reazione lo sconvolse, non capiva come potevano non essere preoccupate. Passi Alice che non l'aveva troppo in simpatia, ma le altre?

Rossella, tranquillamente, si avvicinò a lei. Delicatamente, allontanò la mano di Riccardo e prese Eleonora in braccio, stringendola a sé. La fanciulla contraccambiò subito l'abbraccio, stringendosi al collo della Tata.

"Su, amore, va tutto bene." mormorò dolcemente "Tata Felia mi aveva detto che per te era quel periodo del mese."

Riccardo si lasciò andare ad un sospiro liberatore. Altro che attacco della Tata Rossa, era solo il ciclo, fortunatamente. Rincuorato, tornò al proprio banco.

Con la ragazza in braccio, tata Rossella tornò verso la cattedra. Sotto gli occhi curiosi della classe, aprì un cassetto ed estrasse una boccetta, insieme ad un cucchiaino.

"Ecco, amore, ora risolviamo il problema."

Con quelle parole, l'aliena mise giù Eleonora, prese il cucchiaino e ci versò dentro il liquido della boccetta, che era una sostanza grigiastra e piuttosto densa. A giudicare dall'espressione di Eleonora, che storse pesantemente il naso, doveva anche avere un odore terribile quanto l'aspetto.

"Cos'è quella roba?" chiese, ancora tenendosi il basso ventre, evidentemente ancora dolorante.

"È una medicina speciale di Myn, lo Sciroppo MaleVia." spiegò tata Rossella, avvicinandole il cucchiaino alla bocca "Serve a far sparire tutti i dolori mestruali. Dai, apri la boccuccia."

Eleonora guardò dubbiosa la sostanza. L'idea che i dolori sparissero come per magia era certamente allettante, eccome se lo era, eppure non riusciva a forzarsi all'idea di ingurgitare quello sciroppo dall'aria disgustosa.

"No, grazie." mormorò "Me li tengo."

La frase fu seguita da un piccolo urlo, dovuto ad un'altra fitta.

L'espressione della maestra Tata si fece di colpo più severa, così come la sua voce "Dolciottina, forse non ti è chiaro, ma non te lo sto chiedendo per favore. Ti sto dicendo di farlo, perché è per il tuo bene."

"Ma..."

"Niente ma. Se ti dico di fare qualcosa e tu non la fai, stai disubbidendo. E pensavo che a questo punto avessi capito cosa succede ai piccoli di casa che disubbidiscono alle Tate."

"Vengono sculacciati, maestra." intervenne Alice, sogghignando.

"Tot tot sul culetto." sottolineò anche Milena, annuendo.

Eleonora arrossì. Decisamente non voleva prenderle, non così presto quantomeno.

"Maestra, la prego..."

"Basta, Eleonora. Apri la bocca e prendi lo sciroppo, oppure la aprirai con il sederino tutto rosso."

Eleonora deglutì pesantemente. Da un lato era tentata di continuare a lamentarsi, ma dall'altro ingurgitando la mefitica sostanza si sarebbe evitata la punizione e il dolore sarebbe cessato. Quell'ultimo pensiero ebbe infine la meglio e la ragazza, seppur esitando, schiuse le labbra.

La maestra tornò a sorridere e con un gesto dolce ma al contempo deciso appoggiò il cucchiaino alla bocca della fanciulla, lasciando che il liquido scorresse tra le sue labbra.

Eleonora storse pesantemente il naso, facendo facce disgustate mentre lo sciroppo finiva nella sua bocca e poi nella sua gola. Evidentemente il sapore era terribile quanto l'odore e l'aspetto.

"Che schifo!" esclamò, deglutendo "Fa veramente schifo!"

"Lo so, cara, non ha un buon sapore. Però ciò non giustifica tutti quei capricci."

Capricci. Quella parola era terribile detta da una Tata, perché era quasi sempre sinonimo di una punizione in arrivo.

"Mi... mi dispiace, maestra."

"Per stavolta passi, cara. Ma al prossimo capriccio finisci sulle mie ginocchia. Sono stata chiara?"

Impallidendo leggermente, Eleonora si affrettò ad annuire.

"Sì, chiarissima."

"Ottimo."

La donna mise una mano sulla testa della ragazza e le scompigliò delicatamente i capelli, rivolgendole un radioso sorriso.

"Allora? Come stai adesso?"

La castana si sorprese di quanto effettivamente stesse bene. Il dolore era sparito completamente, così come i brividi e la stanchezza. Sembrava come se il ciclo le si fosse arrestato di colpo. Quello sciroppo faceva schifo, ma era davvero miracoloso.

"Benissimo!" esclamò infatti "Quella roba è portentosa."

"Lo Sciroppo MaleVia è un'invenzione straordinaria, vero? Ha ormai diversi secoli alle spalle."

"Davvero?"

"Sì, certo. Su Myn lo usiamo tutte. È veramente utile."

Alessandra alzò la mano, e quando la maestra le diede parole chiese "Chi l'ha inventato, maestra?"

Rossella scrollò le spalle, rispondendo "Una ditta privata che lavora nel campo dell'igiene e della salute, la Nanny Health Incorporated. È opera del loro reparto ricerca e sviluppo, ma non so se c'è una Tata particolare a cui attribuirlo."

"Su Myn avete ditte private?" chiese Riccardo, incuriosito.

"Riccardino, non ho visto la mano..."

Arrossendo come un pomodoro, Riccardo alzò la mano e non appena la maestra l'ebbe chiamato ripeté la domanda.

Rossella annuì, soddisfatta che si fosse corretto, e rispose "Diciamo di sì, anche se non è il concetto che avete qui sulla Terra. Su Myn tutti lavorano per il bene comune, non per il profitto."

Riccardo si fece mentalmente molte domande su ciò, ma non chiese altro. Magari avrebbe chiesto qualche delucidazione in più a tata Sonia.

Ci fu qualche istante di silenzio, poi tata Rossella si chinò a prendere qualcos'altro da un cassetto della cattedra.

"Come avrai notato, lo Sciroppo MaleVia fa passare tutti i dolori mestruali." spiegò "Ma non fa finire il ciclo."

"E quindi?" domandò Eleonora.

"Quindi occorre anche qualcos'altro."

La Tata estrasse una confezione di booster pads, che mostrò alla ragazza.

Era una confezione azzurra, con disegnato un booster pad sotto alla scritta Tempus: rinforzo per ciclo.

"Ecco qua."

Eleonora arrossì pesantemente non appena la confezione fu posta sotto ai suoi occhi.

"Dovrei mettere uno di quelli?" bofonchiò.

"Sì, esatto. Sai, per il sangue."

"Ma non voglio! Ho già il pannolino!"

Rossella le fece un sorriso e le spiegò dolcemente "Lo so, amore, ma prova a pensarci un attimo. Se fai la pipì in un pannolino tutto sporco di sangue, puoi starne certa che ti verrà una brutta dermatite."

"E quel coso risolverebbe il problema? Come?"

"È molto semplice. I Tempus, così si chiamano, sono dei booster pads speciali fatti apposta per queste situazioni. Assorbono il sangue ma lasciano fluire la pipì, che quindi raggiunge il pannolino e viene assorbita da esso."

Eleonora non rispose, rimase ferma a guardare mentre la maestra apriva la confezione ed estraeva da essa un booster pad particolarmente grosso e spesso.

"Milena? Ci pensi tu?" chiese Rossella, guardando l'altra maestra.

La maestra Milena annuì e prese il Tempus in mano, rispondendo "Ma certo, ci penso io. La porto subito alla nursery."

La maestra terrestre sorrise ad Eleonora e le porse una mano, dicendole "Vieni, evitiamo che il pannolino si insanguini tutto."

Riccardo stava osservando tutta la scena completamente rosso in viso. In quanto maschio non era per nulla abituato che si parlasse di ciclo e assorbenti (perché in fondo di quello si trattava) davanti a lui. I maschi avevano la tendenza ad imbarazzarsi a quell'argomento, nonostante fosse abbastanza assurdo essendo una cosa ben più normale e naturale rispetto ai pannolini che tutti loro dovevano indossare.

Le altre ragazze avevano invece uno sguardo abbastanza neutro. Gabriella, Alessandra e Miriam non sembravano fare una piega, mentre Francesca era arrossita e aveva abbassato lievemente lo sguardo, forse perché imbarazzata all'idea di dover mettere quel coso a sua volta durante i suoi giorni. Fabrizia osservava più che altro incuriosita. Solo Alice aveva un sorrisetto sulle labbra, godendosi l'imbarazzo di Eleonora.

La castana osservò la mano di Milena tesa verso di lei, ferma immobile. Se c'era una cosa che veramente detestava più ancora dei pannolini erano i booster pads, ma almeno erano solo per la notte. L'idea di indossarne uno per tutto il giorno era troppo da sopportare.

"No!" esclamò "Io quello non lo metto!"

Rossella la guardò severamente, dicendole "Piccolina, non abbiamo appena parlato dei capricci?"

Eleonora sapeva perfettamente che era una cosa stupida da fare, la sua parte razionale glielo stava gridando a gran voce. Ma la ragazza non la stava ascoltando, era arrabbiata, molto arrabbiata, una rabbia che le salì nel petto e le oscurò per un attimo la vista.

"Al diavolo!" gridò, battendo un piede a terra e incrociando le braccia "Io non lo metto!"

Eleonora era una ragazza brava, buona e gentile, ma era anche una gran testarda e quel lato di lei fuoriusciva con la forza di un fiume in piena quando era arrabbiata.

Lo sguardo di Rossella divenne estremamente severo.
"Capisco." disse "La bimba pensa di poter fare quello che vuole, anziché seguire le regole come tutti gli altri."

Eleonora sgranò gli occhi, guardando l'aliena. Era ancora arrabbiata, ma capì di aver fatto una stupidaggine.

"No, io..."

"Ah no?" la interruppe, prima che potesse giustificarsi "È successa la stessa cosa l'altro giorno con la minestrina e poco fa con lo sciroppo. Quando le cose non vanno come vuoi fai i capricci. Pensi che il mondo debba andare come vuoi tu?"

"Non è così..."

"Dimmi, cara. Sei la regina di un regno, forse? Qualcuno ti ha eletto presidentessa di una nazione?"

Eleonora abbassò lo sguardo, imbarazzata. Stava venendo sgridata davanti a tutta classe, e la cosa peggiore era che sapeva che la maestra avesse ragione.

"No, maestra." bofonchiò "Mi dispiace."

"Lo spero bene, e sono certa che sarà così dopo la punizione."

Eleonora sussultò nell'udire quella parola.

"No, la prego!" implorò "Le ho prese da poco!"

"Le hai prese perché hai detto una parolaccia molto brutta. E ora hai continuato a fare i capricci, nonostante ti avessi avvisato di smetterla." rispose Rossella, prendendo la propria sedia e mettendola davanti alla cattedra.

Mentre Eleonora la guardava con il cuore in gola, la maestra si sedette.

"Vieni qui." ordinò.

Riccardo aveva osservato l'intera scena senza dire una parola. Amava Eleonora con tutto sé stesso e odiava l'idea che venisse punita. Ma purtroppo non poteva farci nulla, la ragazza aveva solo sé stessa da biasimare. Non che non la capisse, affatto, anche lui reagiva male quando la Tata gli diceva di fare qualcosa che non gli andava a genio, ma c'erano delle conseguenze per quel comportamento.

La osservò provando un'intensa pietà mentre lei si avvicinava lentamente alla maestra Tata, i passi pesanti e lo sguardo basso di un condannato che si avvicina al boia.

Rossella la lasciò avvicinare, e una volta che fu accanto a lei la accompagnò sulle proprie ginocchia, dove provvide ad alzarle il grembiulino e a slacciarle il pannolino, di cui abbassò la parte posteriore mettendo in tal modo in mostra il suo bel culetto tondo ed attraente, ancora un po' arrossato dalle pagaiate datele non tanto tempo prima dalla maestra Milena.

Tenendo la fanciulla saldamente in posizione, la maestra Tata alzò la mano e la lasciò cadere con uno schiocco sordo sulla sua natica destra, facendola sobbalzare.

"Maestraaaaa! Mi dispiace!" piagnucolò la castana.

Rossella non parve però farsi intenerire. Alzò la mano e sferrò un altro forte colpo sull'altra natica, strappandole un altro gridolino.

Riccardo osservava tristemente mentre le terga ignude della sua amata venivano colpite, ancora e ancora, schiaffo dopo schiaffo. Gli sculaccioni cadevano con ritmo serrato, riducendo la fiera Eleonora ad una bambina in lacrime che implorava la Tata di fermarsi.

Eppure, pur dispiacendosi per lei, nell'osservare il bel sedere della fanciulla ondeggiare Riccardo non poté controllare l'amico laggiù, che cominciò a premere con forza contro il pannolino. Vergognandosene, il ragazzo distolse subito lo sguardo e cercò di pensare ad altre cose decisamente meno eccitanti, nel tentativo di calmarlo.

La sculacciata andò avanti per un po', con i colpi che cadevano ritmici sul sedere della ragazza, alternando ogni volta natica. Gli ultimi colpi, che la fecero strillare un po' di più, furono diretti alla seduta.

Dopo aver dato quattro colpi alla seduta, due per natica, Rossella alzò la mano in alto e sferrò l'ultimo colpo, il più forte, al centro del sedere di Eleonora. La castana, piangendo sommessamente, cacciò un acuto che avrebbe fatto invidia ad un soprano e poi si abbandonò in lacrime sulle ginocchia dell'aliena.

Delicatamente, Rossella rimise a posto il pannolino della ragazza ed il suo grembiulino.

"Fatto, punizione finita." le disse, sorridendo.

Eleonora si alzò, massaggiandosi le natiche convulsamente ed esibendosi nel balletto post-sculacciata. Dopo aver saltellato in giro per qualche secondo, si rivolse alla maestra dicendo sommessamente "Mi dispiace, prometto che non succederà più."

Tata Rossella le sorrise dolcemente e la ghermì in un materno abbraccio, cullandola delicatamente fino a quando non si fu calmata.

"Lo so, amore. Le reazioni dovute alla tua testardaggine fanno parte della tua educazione specifica, non pretendo che le risolvi dall'oggi al domani." mormorò dolcemente, dandole un bacino sulla fronte "E so che i piccoli di casa tendono a fare i capricci, ma in quanto maestra non posso proprio tollerarli."

Rimase a cullarla per un po', dopodiché le chiese "Allora? Pronta per farti mettere il Tempus?"

Eleonora, nel frattempo calmatasi, annuì.

"Sì, maestra, sono pronta." disse, continuando a stringere l'aliena.

Delicatamente, Rossella staccò Eleonora da sé, con calma, senza forzarla. Una volta che si fu staccata, la affidò a Milena.

La maestra terrestre prese la castana per mano e la condusse fuori dalla classe, sotto lo sguardo di Riccardo e delle altre ragazze.
"Certo che è proprio viziata." disse sottovoce Alice "Tutte quelle scene per un booster pad."

Riccardo la guardò male, ma non disse nulla. Si rivolse piuttosto a Francesca, domandole sussurrando "Tu che avresti fatto?"

Rossa come un peperone, non aspettandosi quella domanda, la ragazza mormorò qualcosa di inudibile.

Trasse un respiro, e ripeté la cosa a voce lievemente più alta "A mente fredda non avrei fatto storie, ma se mi fossi trovata lì non lo so. Una ragazza non ama che si parli del suo ciclo davanti a tutti."

Riccardo non poté che darle ragione, era una cosa strana. Si ritenne molto fortunato a non avere quel tipo di problema, almeno, compensava il fatto che nessuna delle sue compagne aveva il pannolino che si gonfiava alla minima eccitazione.

Eleonora tornò poco dopo, accompagnata da Milena.
"Ecco qua, il Tempus è al suo posto." annunciò la maestra.

La castana teneva lo sguardo basso, vergognandosi. Teneva le gambe lievemente divaricate, e lo spessore aggiuntivo era ben visibile al di sotto del suo grembiule.

Ma d'altronde, come anche la Tata aveva specificato, era solo per il suo bene. Era piuttosto evidente che su Myn la salute venisse prima di tutto, anche del ritegno.

I pensieri di tutti i presenti furono interrotti da Rossella, che batté le mani.
"Ok, abbiamo perso anche troppo tempo." disse "Consegnate i vostri compiti e poi mettetevi in fila: è ora di fare tanta pappa buona."

E così i ragazzi consegnarono i loro fogli, per poi mettersi in fila per due, pronti a dirigersi verso la mensa.

Mentre teneva per mano Francesca, Riccardo non poté fare a meno di guardare la sua fidanzata. Non vedeva l'ora che arrivasse l'ora del riposino per accoccolarsi con lei. Quel dolce pensiero lo seguì per tutto il tragitto verso la mensa.

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