Annarè | Ciro Ricci

By _Bluemooon_

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Anna Amato è un'adolescente napoletana che vive la sua vita in uno dei quartieri della grande e bella Napoli... More

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EPILOGO
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Ringraziamenti
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By _Bluemooon_

Anna

Ero di ritorno dal turno delle pulizie degli uffici quando mi fermai davanti la mia cella e vidi serena rannicchiata sul suo letto, mentre stringeva qualcosa nella sua mano

-Serè, c' stai facenn?- mi fiondai all'istante verso di lei, e le tirai via da mano la pasticca di metanfetamina

-te l'ha data quella psicopatica? Questa roba t' accire Serè- alzai subito il tono di voce sentendo la rabbia scorrere nelle vene

-a te importa solo che me l'ha data Viola- obiettò Serena e aggrottai la fronte

-ma c' cazz stai ricenn? Ij t vogli ben comm' a na sor Serè, si stat a prima cumpagn ra mij ca djnt m n pass po' cazz e viola, ma tu cu sta roba ti rovini solo- alzai il tono, e dopo le mie parole la bionda crollò nelle mie braccia.

Al termine del nostro lungo abbraccio, lasciai la mia cella per entrare in quella di Viola. Trovai la stanza vuota e mi catapultai in bagno dove la vidi davanti allo specchio con Gemma.

Afferrai il suo braccio e la spinsi verso il muro seguita dal tonfo dell'armadietto.

-gliel'hai data tu quella merda a Serena?- dissi tra i denti, e lei rimase impassibile alla mia reazione. Tipico di una psicopatica come lei.

-leva la mano- sibilò senza smuoversi di poco

-che c'è hai paura che Ciro non ti fa più i regali?- assottigliai lo sguardo. Sapevo perfettamente a cosa fosse dovuta la sua gelosia nei miei confronti.

-leva la mano- ribadì per la seconda volta ignorando le mie parole

-io te lo ripeto l'ultima volta Viò lascia stare gli amici miei, altrimenti sta storia finisce a male, te lo giuro- tolsi la mia mano dal suo viso, e uscì dalla stanza più incazzata di prima.

A metà mattinata la direttrice ci concesse di dividere la sala comune con i ragazzi, ed ebbi l'opportunità di vedere Filippo e Carmine, per aiutare il secondo.

-chiattì ma è sicura sta cosa qua?- chiesi dopo aver ascoltato ciò che Filippo aveva in mente. Il suo piano consisteva nel mandare Carmine in ospedale, per poi scappare ed imbarcarsi su una nave che li avrebbe portati via di qui.

-sicurissima, fidatevi- guardò entrambi, ed io mi voltai per osservare l'espressione di Carmine un po' perplessa

-Anna, tu puoi chiedere a tua sorella di accompagnare Nina dalla sorella del chiattilo?- domandò Carmine ed io mi persi nel vedere Ciro puntare gli occhi verso di noi

-oggi la vedo a colloquio e glielo dico- annuì e mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio

-Ca' però mi devi promettere che stai attento, e che ti prendi cura di Nina- l'orario della mensa si stava avvicinando a vista d'occhio, ed era arrivato il tempo di salutare il mio amico per l'ultima volta

-non ti devi preoccupare, e tu mitt appost a cap Annarè- mi scompigliò i capelli per poi abbracciarmi

-allora questa è stata la nostra ultima partita tutti e tre- Filippo fece cenno al mazzo di carte che Carmine stringeva nella mano ed io sorrisi amareggiata.

-forza perzechelle- Nunzia venne a richiamare noi ragazze ed io guardai il mio amico

-ciao carmniè- gli diedi il mio ultimo saluto, e raggiunsi le mie compagne.

Dopo la mensa Liz ci portò nel laboratorio d'argilla per proseguire con i lavori di quel benedetto murales. Ancora in pensiero per il mio amico mi sedetti in disparte a pitturare di azzurro le piastrelle.

-professò mi posso andà a fumare una sigaretta?- mi ripulì le mani macchiate, e andai verso il professore

-in teoria non potresti, però vai- mi diede il permesso ed entrai in sala barca estraendo dalla tasca dei miei jeans il pacchetto di tabacco.

Afferrai una cartina, ed infilai il filtro tra le labbra, prelevai la giusta quantità di tabacco e lo posizionai tra la cartina cominciando a rollare il drumm. Sentì dei passi farsi più vicini, e quando sollevai gli occhi vidi le due zingare con la quale avevo litigato qualche giorno prima.

-com'è che ci hai chiamate l'altra volta annarella- parlò la più grande delle due, ed io sospirai

-non tengo genio di rispondervi- tornai con gli occhi sulla cartina, ma mi fu strappata da mano. Balzai giù dal tavolino e andai faccia a faccia con l'altra

-allora come ci hai chiamate?- mi sfidò

-rom e' merd- parlai, e cominciavo a sentire odore di rissa

-vediamo se hai il coraggio di ripeterlo adesso, piccola bastarda. Com'è che ci hai chiamate?- venni afferrata da entrambe, ma una di loro puntò un pezzo di vetro alla gola

-rom e' merd, t' aggia fa o disegnin granda cess?- alzai la voce e all'improvviso la figura di Ciro apparve di fronte a me

-c' re sta ammuin, lasciat' a sta- le due, colte alla sprovvista mi mollarono, e sparirono in un battito di ciglia

-ce la facevo pure da sola- ripresi il pacco di tabacco e lo infilai di nuovo in tasca. Quelle due mi avevano fatto passare pure la voglia di fumare. Mi portai una mano sul collo quando sentì una goccia di sangue colare giù.

-prego- Ciro si mise di fronte a me, e mise la sua mano sopra la mia poggiata sul collo. La tolsi e lui guardò il taglio.

-ossai chi le ha mandate a quelle due? Quella psicopatica della fidanzata tua- misi le mani all'indietro per poggiarmi al tavolo

-la fidanzata mia si sul tu- prese la mia mano e mi avvicinò pericolosamente a lui. I nostri corpi era attaccati e i volti a pochi centimetri di distanza.

-ma comm si ruffian- spostai la testa di lato, ma lui con la sua mano mi costrinse a guardarlo. Nascosi i miei occhi sotto le ciglia e rimasi senza fiatare

-Anna uardm- la mano si spostò sotto il mio orecchio, e a quel punto mi decisi a guardarlo. I suoi occhi che non mi stancavo mai di osservare, e che dopotutto, non avevo mai smesso di amare.

-Ciro no- d'improvviso mi staccai da lui, e rimase perplesso dalla mia reazione.

Feci il giro del tavolo, e con il cuore a mille uscì dal laboratorio.

La sera, poco prima di cena ero sul mio letto con Silvia che stava intrecciando i miei capelli in una lunga treccia.

-marò amò tieni dei capelli troppo belli- affermò la castana ed io risi.

Vidi qualcuno affacciarsi e trovai Liz sull'uscio della cella che mi fece cenno di seguirla.

-c'è Lino che ti aspetta, dopo raggiungici in mensa- mi lasciò davanti l'entrata dei dormitori, e percorsi la rampa di scale per ritrovarmi Lino e Filippo.

-forza- seguimmo l'uomo senza dire una parola, e ci lasciò nell'ufficio del comandante dov'era presente anche Beppe.

Presi posto sulla sedia, e Filippo si sedette accanto a me. Ero certa si trattasse di Carmine dall'espressione del comandante che era sul punto di esplodere.

Ci raccontò della fuga di Carmine, e dovetti controllarmi per non farmi scappare un sorriso di pace.

-ma cosa gli è successo è impazzato?- il chiattilo mise in scena il nostro teatrino, ed io mi preparai a seguirlo.

-comandá ma over stat facenn?- domandai sconvolta

-voi non ne sapevate niente?- parlò Beppe che era seduto al contrario sulla sedia

-nuij? no- alzai le spalle fingendo di niente

-la ferita alla testa, o malor, è tutto over?- il comandante prese posto dietro la scrivania e sospirò forte

-comandante noi ne sappiamo esattamente quanto voi, io ho solo visto che stava male e l'ho soccorso- rispose Filippo

-nei giorni precedenti non avete notato niente? ormai siete inseparabili, state sempre insieme, non vi è sembrato strano?- Beppe continuò ad insinuare

-megli e vuij nisciun po' sape che tiene in testa- affermò il comandante e decisi di prendere parole

-comandá stat sbagliann, nuij mic sapim c' ten Carmine nda cap, noi ci facciamo i fatti nostri, e Carmine i suoi- con quelle parole misi fine a quell'interrogatorio

-ho capito- il comandante ci congedò ed uscì fuori dall'ufficio e mi avviai verso Lino

-sapete dove dovete andare ja- l'uomo ci aprì il cancello e lasciò andare me e Filippo.

A metà corridoio lontano dagli occhi indiscreti delle guardie mi avvicinai a Filippo

-sicur ca' è tutt appost?- chiesi e mi guardai intorno

-sisi, mia sorella si è incontrata con la tua e Nina, a quest'ora devono essere già in mare- mi spiegò ed io pregai mentalmente che Dio li aiutasse.

Guardai l'entrata dell'infermiera, ed in fondo notai un corpo che sembrava essere appeso. Mi pietrificai e con un'inspiegabile forza riuscì a parlare

-chiattì... chiattì ma chi è quello?- sentì le lacrime agli occhi, e Filippo mi superò per aprire il cancello

-cazzo Pino- vidi il corpo di pino impiccato, e mi coprì la bocca con la mano

-vai a chiamare aiuto- gridò Filippo e corsi fuori con l'adrenalina a mille

-aiuto- urlai fin quando non vidi arrivare il comandante e Beppe in mio soccorso.

Ciaoooo!
Non potete immaginare quello che deve succedere nei prossimi capitoliii.
Ultimamente sto aggiornando poco perché sono in ritardo con i capitoli successivi, e non vorrei rimanere senza niente da pubblicare.
Inoltre tra pochissimo inizia scuola e io devo ancora prepararmi mentalmente.
Al prossimo aggiornamento.
Bluemoon 🌙

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