I Flagelli: Tradimento

By isabel-giacomelli

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Secondo libro della saga "I Flagelli" Volume 2: "I Flagelli: Tradimento" ~"Non farò niente che la induca a i... More

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Prologo
L'incontro
L'albero rosa
La tribù elfica
Lo specchio magico
Preoccupazione
Rifel'a
I semi
Il perfido re
La scelta
Fuoco
Nascosto nel fienile
Dalila
Cuore confuso
Il nobile ribelle
L'errore del cuore
Scuse forzate
I segreti della Foresta
Dekig
La serata più bella
Pelle macchiata
Il morbillo
I Cacciatori misteriosi
La riunione
La frattura
Il dolore della separazione
Lo Spettro Bianco
Nemici misteriosi
"Le sette Colombe e le sette Mele"
Scoppia la battaglia
Al salvataggio (Parte 1)
Il Gioiello
Tradimento
La forza dell'Ira (Parte 1)
La forza dell'Ira (Parte 2)
A casa
Epilogo
Quiz - A quale territorio di Egaelith appartieni?
Terzo libro pubblicato!

Al salvataggio (Parte 2)

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By isabel-giacomelli

Yan scattò con la schiena piegata per schivare la lama e travolgere il cavaliere, il quale lasciò cadere l'arma e finì riverso a terra. «Tu!» gridò affaticato, gli occhi verdi spalancati. «Lo Spettro!»

Il ragazzo sollevò una freccia per poterla conficcare nell'occhio del suo nemico... ma si arrestò non appena lo riconobbe sotto l'elmo alato e lo strato di sporco: era suo padre.

Adesso teneva gli occhi strizzati, in attesa della morte. «Hai succhiato via la vita di mia moglie... Ho già perduto fin troppo...» e cominciò a respirare più lentamente, quasi rilassandosi. «Forse è meglio morire...»

Yan lo guardò con disgusto.

"Però, se Xerxes avesse ragione e l'anno scorso Mowbray ha tentato di proteggere me e Nathan?"

Inoltre si trattava di suo padre... come avrebbe potuto ucciderlo?

Si spostò per lasciarlo alzare e lo guardò strisciare all'indietro, senza osare incrociare gli occhi di colui che riteneva soltanto uno spettro.

Se solo avesse provato a guardarlo, avrebbe riconosciuto suo figlio?

Yan sospirò, stanco e afflitto. «Mi fai schifo...»

Suo padre si fermò, il volto attraversato da un'ombra di dolore.

Infine fuggì, e di lì a poco scomparve in una luce colorata.

Yan avvertiva un profondo vuoto nel petto.

Aveva scelto di risparmiare suo padre, un nemico...

«Yan» lo chiamò Nathan, accanto a lui. «Dalila. Devi andare.»

"Dalila!"

Lei era vicina, doveva salvarla a tutti i costi!

Prese un respiro profondo e avanzò.

                                *

Costretto a camminare in mezzo ai cadaveri degli unicorni e dei soldati, gli stivali di Yan rilasciavano ormai impronte di colore rosso mischiato al rosa. I corpi degli equini non erano divelti irregolarmente come lui si era immaginato, ma lo splendore dei loro manti donava un tocco paradossalmente ancor più sepolcrale.

Il giovane si guardò intorno, camminando quatto tra gli alberi. Alle sue spalle udiva gridare imprecazioni per quanto accaduto ai combattenti alla Pozza del Mana.

«Dalila?» cominciò a sussurrare. «Dalila? Sono io.»

Avvertì un fruscio alla sua destra e scorse un movimento tra le radici di un grosso fusto ricoperto di pelo nero. «Sei tu?»

Nel riconoscere la sua voce, Yan si lanciò da lei: la pelle scura di Dalila si confondeva nel buio, ma i suoi occhi brillavano ai bagliori delle shixleaves nelle vicinanze.

Il ragazzo le sorrise radioso. «Non hai idea di quanto sia felice di vederti!»

Dalila gli prese il viso tra le mani e si baciarono. «Sei sempre pieno di sorprese!»

«Dov'è Huge?»

Lei si girò per mostrare il fratellino, che teneva gli occhi sgranati nella confusione, le manine strette al pelo di Odu. Per fortuna non stava piangendo.

«Flarì?»

«È qui vicino, scura per non farsi notare. Non può entrare qui, rischia di dar fuoco all'albero.»

«Come ti è venuto in mente di venire nel cuore della Foresta?» bubbolò Yan. «Oh, lasciamo stare. Vieni, ti porto al sicuro.»

«Sei venuto a salvarmi?» Dalila non accennò ad alzarsi. «Come facevi a sapere che mi trovavo qui?»

«Con lo specchio. Ma questo non è il momento di parlarne. Andiamocene.»

Dalila però fece scivolare la mano quando lui provò a trascinarla via.

Si fermò a fissarla, confuso. «Lila, andiamo! Ora!»

Invece lei scosse piano la testa, la sua espressione era scura e mortificata. «Non posso... Io devo rimanere qui...»

«C-cosa? Lila, cosa diamine sta succedendo?»

Dalila fissava Huge, che adesso teneva la testa contro il suo seno, alla ricerca di conforto e protezione.

Passarono lunghi secondi, prima che la ragazza tornasse a guardare Yan. «Da quando Moe è morto, ho sperato che tu potessi portarmi con te. Sono diventata egoista, e non ho più pensato ai miei genitori...»

«I tuoi genitori?» borbottò Yan, le cui orecchie gemevano per le voci dei soldati sempre più vicini. «Ti hanno abbandonata.»

«No... È quello che dicevo perché mi vogliono costringere a...» Dalila s'interruppe corrucciata, e il tono divenne ringhiante: «Però, dopotutto loro pensano al bene della famiglia. E devo farlo anch'io».

Yan doveva portarla via prima che i soldati arrivassero.

Afferrò le mani di Dalila, ma allora sentì che aveva qualcosa legato al polso. Le spostò la manica e vide un cordino rosa: il bracciale del fidanzamento.

La giovane coprì l'accessorio con calma, senza smettere di rimirare gli occhi di Yan. «Lui è ricco. Si è invaghito di me, ed è disposto a condividere il suo denaro per sostenere la mia famiglia. Siamo tanti... Zii, nonni... tutti in pessime condizioni e considerati al di sotto della piramide sociale. Loro stanno lavorando nella sua magione, in attesa che io lo sposi cosicché possano tornare a occuparsi delle fattorie, da cui manterranno i rapporti con lui per avere supporto nelle vendite... Aspettava la mia maggiore età, ma con questa guerra non posso più rimanere alla fattoria...»

Il ragazzo lasciò andare le sue mani. «Da quanto tempo sei...»

Quando Dalila abbassò le palpebre, le lacrime colarono lungo le sue guance. «Da un anno circa...»

Tutto ciò non aveva alcun senso...

Lei aveva detto di amarlo, di apprezzare la sua compagnia, che lo avrebbe aspettato sempre, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.

E intanto era promessa in sposa a un altro uomo...

Yan avrebbe voluto accusarla di averlo preso in giro, sottolineare quanto fosse stata infedele, averlo fatto sperare per niente...

Ma d'altronde era esattamente ciò che aveva fatto lui con lei.

Per questo non si sottrasse quando Dalila gli strizzò nuovamente le mani.

Si era preso gioco di lei per tutti quei mesi, aveva tradito i suoi amici per lei ben sapendo che non avrebbero mai potuto costruire un futuro come coppia, l'aveva fatta sperare...

«Eravamo insieme nella Foresta perché voleva mostrarmi non ho capito cosa. Quando è scoppiata la battaglia, mi ha detto di aspettarlo qui e che sarebbe tornato presto. Lui si comporta bene con me, lo considero una brava persona, ma non lo amo. Però lui può aiutare la mia famiglia, perciò devo fare quanto dice e aspettarlo.»

Dunque si fidava di quell'uomo, come si era fidata di Yan quando le aveva chiesto aiuto per depistare i Cacciatori.

Il ragazzo si scostò, le loro dita strusciarono l'una sull'altra mentre si distanziavano con lentezza. «Va bene, ho capito...»

Dalila spremette gli occhi traboccanti di lacrime. «Mi dispiace...»

«Non importa» la interruppe lui, più seccato di quanto non avrebbe voluto suonare. «Ci siamo comportati male entrambi. Ci siamo presi in giro a vicenda...»

«No!» Dalila lo scosse fino a fargli male. «Io ti amo! Ti amo sul serio! Io desidero stare con te, ma non posso...»

Yan pressò gli occhi fino a lasciar sfuggire a sua volta le lacrime. «Lo stesso vale per me... Non posso... l'ho sempre saputo...»

Dalila passò la fronte contro il suo collo. «Ti ricorderò per sempre. Sei tutto quello che vorrei ma che non posso avere.»

«Avrei soltanto voluto... nascere come una persona normale...» mormorò lui.

Dalila gli accarezzò il braccio, come faceva sempre. Come la prima volta, non troppi mesi prima, quando lo aveva incantato al solo tocco. «Non parli dell'albinismo, vero?»

«No...»

La ragazza sollevò la testa e gli porse Huge. «Voglio che tu gli dia un futuro migliore di quello che avrò io.»

Yan fissò il bambino, il quale teneva le dita ancora aggrappate alla veste della sorella. «Come potrà stare meglio con me che con te? Diverrai una nobile.»

«Una marionetta della realtà nobiliare in cui sono stata invischiata. Voglio che almeno Huge sia libero.» Dalila lo stava implorando di esprimere quel suo desiderio, quasi fosse l'ultimo che potesse chiedere. «Dirò che è morto.»

Yan si ritrovò con il bambino tra le braccia, il tester che splendeva pericoloso tra le sue manine.

Era l'ultimo desiderio di Dalila, e per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa... tranne allontanarla dalla sua stessa famiglia.

Alla fine aveva scelto di lottare per i suoi cari, così come aveva scelto Yan.

Si sporsero per scambiarsi un ultimo bacio, carico di passione.

Nonostante il mastodontico dolore, Yan non poté evitarsi di godere del tocco delle loro lingue e del sapore pesante appeso alle labbra di Dalila. Volle analizzare ogni singola sensazione per imprimerla bene nella mente e non dimenticarla mai più.

Mentre lei tornava nella tana, Yan sgusciò fuori con Huge tra le braccia.

Provò a lanciare un piccolo saluto a Flarì, fluttuante da qualche parte sopra di loro, ma tutto ciò che sortì dalla sua gola fu un pigolio miserabile.

Vide Nathan venirgli incontro a corsa. Doveva aver lasciato l'albero per sfuggire ai nemici in avvicinamento. Non appena vide Huge, lo fissò con tanto d'occhi. «Yan, cosa significa?»

«Non ora. Andiamo nel tunnel.»

Yan avvicinò l'amico a sé e ingoiò il portsid nell'esatto momento in cui i cavalieri si affacciavano dai cespugli.

                                   *

Alla fine ho messo questa ultima parte dello scorso capitolo in uno a parte, altrimenti il precedente sarebbe venuto troppo lungo.
Che cosa ne pensate?
Vi aspettavate questo risvolto di eventi?
Dovrei chiedere scusa a voi e a Yan. Mi dispiace, davvero tanto, ma a volte la famiglia è così importante che non vi si può rinunciare ed è necessario supportarla.
Purtroppo Dalila è stata costretta e si sente costretta, ma non può ignorare l'amore che prova per i familiari, così come non può farlo Yan verso gli amici.
Alla fine non sono state solo le loro diversità naturali a farli dividere, e la scelta finale non è stata solo in mano a Yan...

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