indelebile

By Albastorie

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"[...] Non parlarono. Lui la attirò a sé. Il suo volto nell'incavo della sua spalla. La sua bocca vicino a qu... More

Aesthetic personaggi
Dedica
Prologo
Capitolo 1 "Serenità"
Capitolo 2 "La rabbia negli occhi"
Capitolo 3 "Al chiaro di luna"
Capitolo 4 "Segreti di famiglia"
Capitolo 5 "Vulnerabilità"
Capitolo 6 "Sorprese"
Capitolo 8 "L'odio nel cuore"
Capitolo 9 "Ricordi"
Capitolo 10 "Per Nina"
Capitolo 11 "Il colore degli zaffiri"
Capitolo 12 "Somiglianze"
Capitolo 13 "Nuove amicizie"
Capitolo 14 "Attrazioni proibite"
Capitolo 15 "Rivelazioni"
Capitolo 16 "La tovaglia di Natale"
Capitolo 17 "Natale in casa Bawer"
Capitolo 18 "Natale in casa Jhonson"
Capitolo 19 "7 giugno 1994"
Capitolo 20 "Regali preziosi"
Capitolo 21 "Il desiderio che arde"

Capitolo 7 "La paura di perdersi"

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By Albastorie

Il volto di Helia era interamente ricoperto da sangue. Gli occhi erano lividi e sul capo erano ben evidenti diverse ferite. 

«chiamo mio padre, ti portiamo in ospedale.» Nina era terrorizzata. 

«no Nina...» riuscì a dire in un sussurro lui, «ti prego niente ospedale, resta tu con me.» le portò la mano sul suo petto.

Nina non aveva mai visto tanto sangue sul viso di un unico uomo. Dolcemente si staccò dalla presa di Helia. Si recò in bagno e prese delle asciugamani pulite. Le umidificò e con molta cura iniziò a pulirgli il volto. 

Helia provava dolore ad ogni tocco ma era immensamente grato alla gentilezza di quelle mani. A poco a poco, riuscì ad eliminare la maggior parte del rossore.

Scese in cucina e, rovistando tra i cassetti, Nina riuscì a trovare delle garze pulite che sistemò sulla fronte ferita di Helia. Prese dei cubetti di ghiaccio e li avvolse in un soffice panno per poggiarli delicatamente sui suoi occhi. Erano particolarmente chiusi, aveva difficoltà ad aprirli.

Dopo aver appurato la superficialità delle ferite sul capo, cautamente spogliò il suo corpo martoriato. Gli tolse la maglietta stando ben attenta a non colpire il volto, poi, lentamente, si calò e sbottonò la fibbia della sua cintura. Abbassò i pantaloni e lo condusse nel bagno. Aveva riempito la vasca con dell'acqua tiepida. Con molta difficoltà riuscì a farlo sedere e, con le sue mani morbide, iniziò ad insaponarlo. Lui non parlava, non ne aveva le forze. Si accasciò contro il marmo freddo e si lasciò coccolare dalla dolcezza di quei gesti.

Gli occhi di Nina scrutarono attentamente il corpo perfetto di Helia. Notò tatuaggi mai visti prima, una piccola voglia sulla gamba destra e, con suo orrore, numerosi segni di frusta sulla schiena. Le cicatrici erano ormai vecchie. Sotto le sue dita, la pelle diventava ruvida. Nina diede un bacio su ognuno di quei crudeli segni. Il cuore le si strinse in una morsa al pensiero del dolore provato a causa di quei colpi...

«non guardarle, sono spaventose.» con gli occhi chiusi, pronunciò quelle poche parole, senza nascondere un velo di vergogna. 

«sono parte di te..» Nina gli accarezzò il volto, «e sono perfette».

Lo asciugò e gli prestò dei vestiti puliti. Una vecchia tuta ormai inutilizzata del padre.

Lui riuscì a vestirsi da solo utilizzando le poche forze rimaste. Nina lo condusse nel suo letto e si stesero insieme sotto il caldo e confortevole piumone. Le loro mani si cercavano e si stringevano. 

«grazie» le era davvero riconoscente per essersi presa cura di lui, «non volevo metterti nei casini, ma sapevo che mi avresti aiutato.»

Nina delicatamente gli mise la sua mano sulla bocca «non devi ringraziarmi».

Si addormentarono. La testa di Nina sul cuore di Helia. Si sognarono. Immaginarono entrambi quei baci ancora non dati e quelle parole ancora non pronunciate,  dormirono sereni. 

Alle prime luci dell'alba Nina fu la prima a svegliarsi, il padre non avrebbe in alcun modo dovuto sapere della presenza di Helia, così a malincuore alzò il capo e dolcemente baciò la sua guancia. «svegliati, devi andare, mio padre non deve trovarti.» 

«buongiorno» riuscì ad aprire leggermente l'occhio destro. Rimase abbagliato dalla bellezza di Nina appena sveglia. Le accarezzò il volto. Poi, con infinita delicatezza, l'avvicinò al suo viso e le diede un bacio sulla punta del naso, «sei bella».

Sulle gote di lei divampò l'imbarazzo, il suo cuore batteva sempre più veloce. 

Si alzarono entrambi dal letto e lui si apprestò a prepararsi. 

«ieri mi hai spogliato?» chiese timido e sorridente, aveva vaghi ricordi di quanto accaduto la sera prima.

«ieri ti ho lavato...» Nina rispose sorridendo, «ma sta tranquillo, avevi ancora addosso i tuoi boxer.» aggiunse per tranquillizzarlo, «cosa è successo? Chi ti ha ridotto in quel modo?» Non lo avrebbe lasciato andare senza prima ottenere delle risposte.

«Andrew.» Nina ne aveva il timore, «è venuto a riscuotere il suo credito, ed io non ero pronto, mettiamola così.» proseguì lui affrettandosi ad indossare le scarpe. 

«e ora, cosa hai intenzione di fare?» lo sguardo di lei era severo e rimproverante.

«non preoccuparti, una soluzione la troverò.» le si avvicinò, le baciò la fronte e continuò «sei l'unica persona su cui io possa contare, non posso dirti altro, non voglio che ti succeda qualcosa. Grazie per aver curato le mie ferite.» Nina non rispose. Helia si calò velocemente giù dalla finestra e, come suo solito, scomparve.
________

Dopo un'ora, Aly comparve in casa Bawer. Salutò velocemente il padre di Nina e raggiunse l'amica nella sua camera.

«cos'è questo odore di ciliegia?» l'olfatto di Aly era particolarmente raffinato, pochi odori le sfuggivano.

«io non sento nessun odore, forse proviene da fuori» cercò di depistare la curiosità dell'amica. 

«sicura? Non è che ieri sera hai fatto un altro bagno segreto di mezzanotte?» il viso di Aly era ammiccante ma Nina non le rispose. 

«beh, peccato per te, perché io ieri ho passato la nottata più eccitante della mia vita!» Nina rimase sconvolta dalle parole dell'amica. Ingenuamente le domandò «con chi?»

«ma come con chi? Con Andrew, no!» l'amica rispose maliziosa e sorridente. 

Nina impallidì, sul suo volto si dipinse un'espressione di stupore.

«ma che ti prende? Non vuoi sapere i dettagli?» erano abituate a raccontarsi tutto, ed Aly non mancava di condividere con lei anche le informazioni più intime del rapporto con Andrew.

Si diede uno scossone, «si, si, raccontami. A che ora vi siete incontrati?» probabilmente Andrew aveva aggredito Helia prima, o forse dopo l'incontro romantico. 

«ho cenato da lui. I genitori sono fuori per un viaggio di lavoro, e abbiamo passato tutta la notte insieme, è stato indimenticabile» la voce di Aly era sognante, mentre il cuore di Nina era logorato. Helia continuava a mentirle. E lei, continuava a fidarsi ciecamente di lui. 

-----

La mattinata passò lenta. Troppo lenta. 

All'uscita di scuola Nina salutò fugacemente Aly e, in sella alla sua bici, corse a casa. Entrò nella cucina, mangiò il suo pranzo distratta e con estrema velocità. Poi, salì in camera sua. Accese il vecchio pc e nella barra delle ricerche inserì "Market da Jinny". Dopo l'ultima esperienza, non si sarebbe nuovamente addentrata nelle strade della periferia per andare alla ricerca di Helia, ma era fermamente intenzionata a trovare un numero di telefono per poterlo rintracciare. Il sangue le ribolliva in corpo. Si sentiva tradita. Dopo vane indagini, sul desktop del computer riconobbe la vecchia insegna del negozio, e accanto al nome, nella casella delle informazioni, era indicato un lungo numero di telefono. 

Nina compose il numero frettolosamente, le mani le tremavano per la rabbia. Al terzo squillo qualcuno dall'altra parte della cornetta finalmente rispose.

«pronto, Market da Jinny, desidera?» Nina riconobbe la voce.

«salve signor Joe, sono Nina, sto cercando Helia può passarmelo?» voleva mostrarsi cordiale e grata, infondo lui le aveva salvato la vita.

Ci furono secondi di lunga ed estenuante attesa, fino a quando, «Nina? Sono Helia» la sua voce era seducente e felice.

«devo vederti. Al vecchio lido della zona residenziale, alle cinque.» pronunciò quelle parole in maniera fredda e scostante.

«beh se volevi il mio numero bastava chiedermelo!»Helia rispose divertito. Ma lei, attaccò la chiamata. Il suo cuore era pieno di risentimento. 

L'orologio quel pomeriggio sembrò arrestarsi. La lancetta delle ore camminava a rilento e Nina passò gran parte del suo tempo a meditare su cosa avrebbe detto ad Helia. Sapeva che prima di incontrarlo avrebbe dovuto calmarsi, la sua rabbia, se incontrollata, spesso la portava a prendere decisioni sbagliate e nocive, per se stessa e per chi la circondava. 

Alle quattro scese in cucina, «dove stai andando?» il signor Bawer era seduto sulla sua vecchia poltrona.

«esco, ci vediamo per cena.» Nina non aveva intenzione di dare ulteriori informazioni al padre, si mise la borsa in spalla, e uscì. 

L'aria era terribilmente fredda, il manubrio di ferro della bici ghiacciava le dita di Nina. A quell'ora di pomeriggio, nell'ultima settimana di novembre, il sole lentamente iniziava a sparire. Nina potè chiaramente intravedere la figura della luna minuta, pronta a fare capolino nella notte. Odiava la sera, odiava il blu del cielo, e odiava la solitudine. Sola, con i suoi pensieri, tentò invano di calmare il suo sangue agitato. Ma ogni tentativo fu vano, più evocava gli occhi verdi di Helia e più provava un innato istinto di aggressione. 

Arrivata nella vecchia zona residenziale non fu difficile per lei trovare la via per il lago.  Si domandò se lui la stesse già aspettando. 

Giunta all'anfratto posò la vecchia bicicletta e proseguì a piedi. Scese le rampe di scale con il cuore in gola. Arrivata alla fine, trovò Helia con lo sguardo rivolto verso le acque torbide. 

«finalmente sei arrivata..» nonostante le stesse dando le spalle riuscì a sentire la sua presenza. 

Si girò e lentamente si avvicinò a lei. La distanza che li divideva era insignificante. Le punte dei loro nasi erano estremamente vicine. Helia sollevò una mano e dolcemente la posò sulla guancia di Nina. Il suo tocco era morbido e delicato. 

Lei, si scostò. 

«cosa c'è?» lui rimase visibilmente dispiaciuto dal suo arretrare. 

«ho parlato con Aly stamattina, e mi ha detto che ha passato l' intera notte con Andrew. Hai intenzione di dirmi la verità o vuoi continuare a costruire altre menzogne?» gli occhi di Nina erano scintille pronte a divampare. 

«Nina..» 

«No, Nina niente.» continuò lei senza dargli il tempo di replica, «stanotte abbiamo dormito insieme, mi sono presa cura di te. E tu mi ripaghi raccontandomi bugie? Hai bisogno che ti ripulisca la faccia dal sangue però non ti fidi di me... perché?» la sua voce era colma di delusione e di aspettative disattese. 

«non sei mia madre, non devo darti spiegazioni sulla mia vita privata.» lui le rispose con tono sommesso.

«beh sai cosa? Invece dovresti se la tua vita privata manda a puttane la mia! Cazzo Helia, io sono quasi stata stuprata per te e per i tuoi sporchi segreti. Mio padre non mi ha rivolto la parola per giorni, e ieri sera temevo che mi saresti morto tra le braccia. Direi che un minimo di spiegazione io debba averla, non credi?» si avvicinò, occhi negli occhi le parole le uscirono come veleno. 

«non volevo crearti problemi.»

«e invece lo hai fatto. E ora che ti piaccia o no, anche io faccio parte della  tua vita privata.» 

«non è stato Andrew l'altra notte.» si avvicinò e le prese la mano, lei, istintivamente la ritrasse, «sono tornato nel quartiere dei secchi da solo».

"Il quartiere dei secchi", Nina aveva già sentito quel nome. Era l'aggettivo con cui il signor Joe indicò il posto dell'aggressione. 

«perchè eri lì?» temeva terribilmente la risposta che non tardò ad arrivare.

«Nina io dovevo trovarli e dovevo fargliela pagare per cosa ti avevano fatto.» la voce di lui era calma e colma di risentimento.

«Helia, tu..»

«no, ascoltami.» proseguì, «dopo quello che ti è successo non ho più chiuso occhio. La notte immaginavo il tuo corpo immobile e indifeso nelle mani di quelle bestie. Sognavo il tuo bel viso coperto da lividi e dal sangue, e li immaginavo mentre facevano di te ciò che a loro più divertiva» le lacrime iniziarono ad inondare gli occhi dolci di lei, «è stata colpa mia Nina, sei stata aggredita a causa mia. Mi aspettavi fuori scuola e io non c'ero.  Non me lo perdonerò mai.» lui le asciugò le lacrime amorevolmente, «dovevo fare qualcosa, così ho raggiunto quel posto maledetto e sono riuscito a rintracciarli.» nella voce di Helia comparve un segno di vergogna. Provava odio per se stesso, sapeva di aver reagito esattamente come avrebbe fatto Eric e odiava prendere consapevolezza di quanto, infondo, somigliasse a suo padre. Ma non era pentito del suo comportamento, era convinto di aver fatto la cosa giusta.

«e poi, cosa?»

«gli ho fatto capire che non devono più toccarti, perché tu sei preziosa. E sei mia Nina. Tu ancora non lo sai, ma sei mia.» 

Helia si avvicinò a  lei. I cuori battevano all'unisono. Le prese il viso dolcemente e accostò le sue labbra a quelle di Nina, indugiò osservandole desideroso poi ne assaporò il gusto. Fu un bacio lento e passionale. Le mani di lui le accarezzarono il volto e i capelli, desiderava averla, e desiderava amarla come nessuno l'aveva amata mai prima di allora. La rabbia nel cuore di Nina svanì. Finalmente lui aveva trovato il coraggio di baciarla. E lei, si arrese felice a quelle labbra. Furono secondi intensi, ma a loro non sarebbero bastate ore. Si staccarono e si guardarono negli occhi, «quanto sei bella.» la voce di Helia era tremolante. Nina si commosse, si sentiva davvero bella nel riflesso dei suoi occhi. 

«fidati di me, e sarò tua..» 

«sei l'unica persona di cui io mi fidi. Hai la mia intera vita nelle mani, io appartengo a te e mai nessuno potrà cambiare questa cosa».

La luna era ormai alta in cielo, le stelle erano nascoste dietro un manto di dense nubi.  Nina ed Helia s'incamminarono verso la strada di casa. Poi, riluttanti, si salutarono con il cuore colmo di gioia e l'incertezza del futuro. 

«papà eccomi!» Nina non ebbe alcuna risposta.

Si recò in cucina, e al piano superiore, ma del padre nessuna traccia. Erano ormai le otto di sera e il signor Bawer non era solito uscire a quell'ora senza lasciare per giunta nessun avviso.

Nina provò a chiamare nell'officina dove Will lavorava, ma la gentile signora Holly, la segretaria, non seppe darle alcuna informazione. Iniziò ad allarmarsi, ma preferì comunque mantenere la mente lucida ed aspettare, prima di chiamare la polizia. Decise di preparare le cena, quando il padre sarebbe tornato avrebbe trovato la tavola imbandita. 

Passarono due lunghe ed interminabili ore, quando finalmente la porta di casa si spalancò. 

Will aveva un'espressione cupa in volto. 

«papà, dove sei stato? Ero in pensiero.» Nina gli corse incontro. Lui la strinse forte. 

«vieni con me» si sedettero accanto al camino, e lui estrasse dalla tasca una lettera.

«cos'è?» il signor Bawer la passò alla figlia che velocemente l'aprì. 

Nina, sconcertata, ne lesse il contenuto. 

"Avviso di notifica per il signor William August Bawer.

La presente informa il suddetto che è stato formalmente citato dalla signora Marie Thompson dinnanzi alla corte civile, ai fini dell'accertamento relativo al mantenimento di Nina Anne Bawer.

Firmato: avvocato civilisata Robert Minch"

«lo ha fatto davvero papà..» la voce di Nina era sconvolta. 

«si bambina mia, oggi sono stato in città a parlare con un avvocato, la tariffa che mi hanno chiesto è molto alta, ma non preoccuparti, in un modo ne usciremo» il signor Bawer provò a pronunciare quelle parole in maniera convincente ma a Nina non sfuggì la preoccupazione che si dipinse sul suo volto.

«come papà?»

«farò il doppio turno in fabbrica, chiederò dei prestiti..»

«ma tu già fai il doppio turno..» gli occhi di lei erano apprensivi.

«vorrà dire che allora ne farò un terzo» Will dolcemente appoggiò la mano sul capo della figlia, «sta tranquilla, nessuno potrà separarci».

Si recarono in cucina e, nella speranza di accantonare la paura di perdersi, mangiarono con gusto le pietanze cucinate da Nina.

Caro lettore, questo è in assoluto il mio capitolo preferito. Cosa ne pensi?
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🤎🧋🌞

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