Il cuore di un uomo è molto simile
al mare, ha le sue tempeste,
le sue maree e nelle sue
profondità ha anche
le sue perle.
Mi sveglio alle prime luci dell'alba, scendendo le scale con calma per dirigermi in cucina, dove Amalia è già ai fornelli.
« Buongiorno Derek!» mi saluta raggiante.
« Giorno» ricambio, sedendomi scompostamente sulla sedia.
« Oh, avanti! Dì alla tua madrina adorata che succede» mi molla una gomitata con fare amichevole, ma riesco a risponderle solo con un sorriso tirato « Stanotte la signorina Samantha è tornata a casa sua, sembrava piuttosto arrabbiata».
Ci credo che era arrabbiata!
Quando intorno all'una Irlanda mi ha lasciato da solo in giardino, sono rimasto per un po' a pensare e, quando la mia ragazza mi ha raggiunto, le ho esplicitamente detto di andarsene.
Forse avrei dovuto dirlo ad Irlanda, non a lei.
Eppure in quel preciso momento sembrava così perfetto quel bacio...
« Allora? Sto aspettando una spiegazione» mi rimprovera.
« Ho baciato un'altra ragazza» sputo lì.
Dapprima vedo Amalia strabuzzare gli occhi, sorpresa.
Non ero quel tipo di ragazzo nemmeno quando ero adolescente, e lei lo sa.
« Forse, Derek, è giunto il momento di sfogliare pagina e aprire un nuovo capitolo. Forse... tu e Samantha non siete le anime gemelle che pensavate di essere» fa spallucce, come se fosse una cosa assolutamente normale.
« Io amo ancora Samantha. Stiamo insieme da quasi cinque anni!» obbietto.
« Essere felici non è un peccato, Derek. Bisogna rincorrere la propria felicità, altrimenti non vivrai mai davvero. Non hai bisogno di qualcuno che sia al tuo fianco per regnare, hai bisogno di qualcuno che sappia farti vivere. Che ti sappia amare per quello che sei e non per il tuo titolo. E quel qualcuno potrebbe essere proprio la ragazzina bionda che ti fa tanto impazzire» mi lancia un'ultima occhiata, prima di allontanarsi dalla stanza.
Sospiro, prendendo il mano il telefono.
Nel Regno prende molto poco, come anche le TV, ma quanto basta per dare un'occhiata agli ultimi messaggi.
Nessun nuovo messaggio da parte di 'Biondina'.
Me lo aspettavo, Irlanda non è una che risolve le questioni per telefono.
Sono più che certo che si presenterebbe davanti al castello pur di parlarmene di persona.
Sorrido al pensiero.
« Adesso te la ridi da solo?» mi scompiglia i capelli Chris.
« Non me la stavo "ridendo da solo". Guardavo il telefono» borbotto, spingendolo.
« No, tu stavi guardando se Irlanda ti avesse mandato un messaggio» ammicca, sedendosi vicino a me.
« Sei un'idiota, lo sai?» lo trucido con lo sguardo.
Sbuffa, prendendo un biscotto di quelli appena sfornati da Amalia.
« Tra poco dobbiamo andare a casa di Roran, il cantastorie che vive nel bosco» m'informa « A quanto pare facciamo parte della "Compagnia Dell'Ametista"».
« Okay» rispondo, sapendo di dover prepararmi ad incontrare il mio peggiore incubo, nonché il più dolce dei miei sogni.
« Avanti, fatti sotto!» la sfido, parando a mani aperte i suoi pugni.
« Sembrate due idioti, lasciatevelo dire» Fleur ci guarda alzando gli occhi al cielo.
« Sei solo invidiosa dei miei destri» la rimbecca Irlanda.
« Fin'ora non sei ancora riuscita a colpirmi» le faccio notare.
« Uuuh... qui c'è aria di eroe difensore!» mi prende in giro.
Irritato, me la carico in spalla, facendola urlare.
« Adesso ti appendo così da qualche parte» la minaccio.
« Ammettilo che in realtà mi adori» mi sorride alzando e abbassando ripetutamente le sopracciglia.
« Come Babbo Natale e la Befana» la stuzzico.
« Esatto, però tu sei la Befana» ridacchia, facendo scoppiare a ridere anche Fleur.
« Grazie per avermi difeso, eh!» m'imbroncio, scaricando la biondina sul divano.
Sentiamo il campanello suonare e vedo Irlanda irrigidirsi.
« Non vi siete mandati nemmeno un... uno di quei cosi da umani... ecco, si, un meggiassio?» borbotto.
Non avevo mai visto Irlanda così spaventata, nemmeno quando l'abbiamo "rapita".
« No no no, mi vergognavo troppo! E poi si dice messaggio» avvampa
« Devo esserci anch'io? Non potete parlargli voi?».
« Sono qui per te, non per noi. E poi questa è una questione che dovete affrontare, non devi scappare. Se è successo quello che è successo c'è un motivo. Forse dovresti mettere da parte la paura e dirgli che ti piace» mormora Fleur, cercando di consolarla.
« Ma io non gli piaccio! Non posso piacere ad un ragazzo fidanzato! E adesso mi faccio anche schifo da sola... insomma, perché ho baciato un ragazzo fidanzato? E se fosse successo a me? Non voglio passare per quella che non sono! Non avevo nemmeno mai dato un bacio e ho dovuto darlo proprio a lui!» piagnucola, alzandosi in piedi « Vado un attimo in bagno».
Sale le scale, senza spiccicare più parola.
« Tu apri la porta, io sistemo il tavolino» indica tutte le schifezze gommose che lei e Irlanda si erano mangiate durante la visione di un film.
Mi dirigo verso la porta d'ingresso e faccio scattare la serratura, aprendola.
« Ehilà!» mi saluta il principe più giovane, dandomi una pacca sulla spalla.
« Entrate pure» sorrido, scostandomi di lato.
Ingoio una delle pasticche che ho comprato in farmacia per gestire l'ansia.
Qualche giorno fa ho avuto un attacco di panico e sono andata completamente in tilt.
L'ho detto alla zia e lei mi ha rassicurato che quella mattina le medicine le avevo prese, quindi non poteva essere quello.
Allora la farmacista mi ha chiesto se fossi sotto pressione per qualcosa e le ho risposto di sì.
Questa storia del Regno mi spaventa da morire, figuriamoci adesso che si è aggiunto Derek.
Ovviamente questo non gliel'ho detto, anche se la zia insisteva per sapere la motivazione di questo stress improvviso.
Lo zio mi ha semplicemente lanciato un'occhiata di sbieco, credo stesse pensando a qualcosa.
Fa così quando pensa a come risolvere una questione.
So solo che la farmacista mi ha raccomandato di andarci piano, visto le medicine che prendo già.
Sciacquo il bicchiere sotto il getto d'acqua e nascondo la scatolina con le pastiglie in un angolino in alto nel mobile in legno, scrivendomi sulla mano di ricordarmi di prenderle prima di tornare a casa.
« Cosa sono?» irrompe una voce alle mie spalle.
Sobbalzo, stringendo gli occhi.
Diamine.
« N-nulla... sono solo le mie medicine» mento.
« Le tue medicine non hanno quella confezione» lo sento avvicinarsi.
Mi volto e capisco di aver fatto la mossa sbagliata quando le sue iridi incrociano le mie.
Sprofondo in quel blu oceano che mi guarda in attesa di risposte.
Improvvisamente sento di avere la gola secca e non riesco a dire una parola.
Apre l'armadietto a destra della mia testa prendendo la confezione di pillole, bloccandomi tra sé e il lavandino.
Mi mordo il labbro, arrabbiata con me stessa.
Non sono riuscita a tenerlo nascosto nemmeno per una settimana.
Legge le parole stampate sulla scatola e poi i suoi occhi si posano su di me.
Tengo lo sguardo basso, deglutendo a fatica.
Mi prende il viso con una mano e me lo solleva, obbligandomi a guardarlo negli occhi.
« Che succede, biondina?» sussurra.
Sento una lacrima colare lungo la guancia e cerco di ricacciare indietro le altre.
Io non piango.
Non posso piangere.
« Nulla» rispondo.
« Il nulla non fa stare male» osserva, sedendosi a terra e trascinandomi con lui.
« Ho paura, Derek» ammetto « Ho paura di tutto».
« E non è umano avere paura? Tutti ce l'hanno» mi stringe a sé.
« Io non voglio averla. Prima che ci incontrassimo era tutto sempre uguale, tutto perfettamente monotono» sospiro.
« È il viaggio che dovrai percorrere che ti mette paura? Lo faremo insieme, posso aiutarti ad affrontarla questa paura» mi accarezza i capelli, pettinandoli con le dita.
« È un po' tutto».
È quello che provo per te.
Perché fa maledettamente male e non so cosa sia.
« Ieri sera ti ho baciata perché volevo farlo, okay? Perché provo qualcosa per te. Non riesco a dare un nome a questo qualcosa, ma so che c'è. Non volevo farlo, mi ero imposto di non commettere quel tipo di errore. Eppure ora penso che sia tutto tranne che un errore. Noi non siamo un errore, siamo qualcosa che dobbiamo ancora capire. E lo faremo insieme» mi scocca un dolce bacio sulle labbra, mandando il mio cervello in tilt.
« Mi prometti che quando avrai paura o proverai qualsiasi altro tipo di sentimento negativo verrai da me? Non hai bisogno di queste per essere felice, hai bisogno di qualcuno che ti ascolti. E per vederti sorridere ti ascolterei fino all'ultimo respiro» appoggio la testa sulla sua spalla.
« Te lo giuro».
« Non giurarlo. I giuramenti io li vedo come dei compiti che prima o poi bisogna portare a termine. Promettimelo, perché le promesse sono ciò che ci lega al cuore di un'altra persona» asserisce.
« Lo prometto» mormoro.
« Vieni, ora scendiamo di sotto. Gli altri ci avranno già dati per dispersi» mi sorride, tirandomi su per i polsi.
Scendiamo di sotto, dove Chris è intento a mangiare dei marshmallow.
« Ah, ma allora siete vivi! Pensavo che non vi avrei rivisti per i prossimi dieci anni» ci beffeggia.
« Ma che divertente» commento.
« Eccovi!» sorride Fleur, lanciandomi un'occhiata che sa di "So che avete risolto".
Ricambio il sorriso, sedendomi sul divano.
« Allora...» comincia Adrian, appena tornato dal salotto « Il nostro piano è quello di attraversare il Regno in carrozza, scambiandoci per mendicanti di stoffe. Il peggio sarebbe destare sospetti ancor prima di essere arrivati da Lily. Lì incontreremo Auriga, il settimo membro della Compagnia e poi proseguiremo dritti fino al Lago Maggiore, così che Irlanda possa gettarci le gemme» spiega.
« È un piano assolutamente perfetto ma... ho una domanda. Noi siamo cinque e se Auriga è il settimo membro chi è il sesto?» domanda Derek, aggrottando le sopracciglia.
« Kate. È Kate il sesto membro, ma non gliene ho ancora parlato» dico.
« Partiremo tra una settimana, fatevi trovare qui domenica sera tutti riuniti e lunedì alle prime luci dell'alba lasceremo la vallata» raccomanda ad ognuno il vampiro.
« Okay e... chi salirà al trono mentre noi non ci siamo? Vuoi lasciare il via libera a Samantha?» chiede Chris al fratello.
« Certo che no, se ne occuperà nostra madre» ribatte quest'ultimo.
Dopo aver buttato giù il percorso da compiere, per Chris e Derek arriva l'ora di tornare a casa.
« Ci vediamo domani a scuola» mi sorride il principino.
« Torni a Moonberry?» saltello felice.
« Ho bisogno anch'io di un po' di svago» ride « E di una gattina randagia che mi assilla con tutto il programma di chimica».
« Derek...» mi sorge una domanda spontanea, e non riesco a frenare la lingua « Hai ancora fatto degli incontri di boxe?».
« No, non ne ho più sentito il bisogno» ribadisce.
Sorrido come un'ebete, felice di quella confessione « Allora a domani» lo saluto.
Mi abbraccia e, insieme a Chris, seguono il sentiero del bosco, tornando a palazzo.
« Allora, direi che l'aragosta è davvero andata a farsi friggere» ridacchia Adrian, rivolgendomi un occhiolino confidente.
Come se lui avesse già capito tutto.
Angolo autrice:
Eccomi tornata con un nuovo capitolo piuttosto aspettato, visto com'era finito il precedente✨🔥
Lo so, sono stata malvagia, ma ormai mi conscete💆🏻♀️
Allooora, tornando a QUESTO di capitolo: cosa ne pensate di ciò che è successo? 🏻⚔️
Derek è Irlanda si comportano come... Due fidanzati? Eppure non hanno fatto alcun riferimento a ciò che era accaduto la sera del
ballo🥀💋
E Adrian? Personalmente è un personaggio che io amo un sacco, vista la sua lealtà 🦇
Dopotutto, mica ho usato il prestavolto di Damon a caso... 🎭
E visto che alcune di voi mi hanno già scritto di aver fatto partire la ship tra Damon e Fleur🧚🏻♀️, mi sento in dovere di chiederlo:
Vorreste aiutarmi a creare la ship di ✨Irlanda e Derek⚔️ e quella di 🦇Adrian e Fleur🧚🏻♀️ mischiando i loro nomi?
Adoro un sacco quando partono queste ship💅🏻✨
Grazie a chi mi darà una mano💜🔮
Ringrazio anche a chi ha lasciato dei commenti e ha votato il capitolo, per me è molto importante 🐹🐉📸
Ci rileggiamo la prossima settimana, con un capitolo... 🔥
Bye🖤