indelebile

By Albastorie

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"[...] Non parlarono. Lui la attirò a sé. Il suo volto nell'incavo della sua spalla. La sua bocca vicino a qu... More

Aesthetic personaggi
Dedica
Prologo
Capitolo 1 "Serenità"
Capitolo 2 "La rabbia negli occhi"
Capitolo 3 "Al chiaro di luna"
Capitolo 5 "Vulnerabilità"
Capitolo 6 "Sorprese"
Capitolo 7 "La paura di perdersi"
Capitolo 8 "L'odio nel cuore"
Capitolo 9 "Ricordi"
Capitolo 10 "Per Nina"
Capitolo 11 "Il colore degli zaffiri"
Capitolo 12 "Somiglianze"
Capitolo 13 "Nuove amicizie"
Capitolo 14 "Attrazioni proibite"
Capitolo 15 "Rivelazioni"
Capitolo 16 "La tovaglia di Natale"
Capitolo 17 "Natale in casa Bawer"
Capitolo 18 "Natale in casa Jhonson"
Capitolo 19 "7 giugno 1994"
Capitolo 20 "Regali preziosi"
Capitolo 21 "Il desiderio che arde"

Capitolo 4 "Segreti di famiglia"

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By Albastorie

Ogni mattina le ore di lezione passavano lente. Nina aspettava ansiosa il suono dell'ultima campanella. Sapeva che ad attenderla ci sarebbe stato Helia con la sua bicicletta nera. Il loro ormai era un appuntamento fisso. Il suo primo giorno di scuola infatti, con sorpresa lo aveva incontrato fuori scuola e da allora lui non mancava a nessuno di quegli impegni quotidiani.

Quel giorno faceva particolarmente freddo. L'estate aveva ufficialmente lasciato spazio all'avanzare dell'inverno. I mesi autunnali erano stati veloci. Il vento d'ottobre aveva spazzato via tutte le foglie delle grandi querce. E l'acqua dei laghi lentamente diventava ghiaccio.

«eccoti.» Helia la accolse con un caloroso sorriso.

Nina si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia.

Tra i due, dopo quel bagno di mezzanotte non ci furono altri momenti d'intimità. Ma comunque, quel bacio fugace rappresentava per lui una risorsa preziosa.

«andiamo!» Nina salì in sella la sua bici e come al solito prima di partire si voltò verso Aly mandandole un bacio. Da giorni ormai, la mattina Aly non si presentava a casa sua. L'amica non era stata capace di mantenere a lungo le distanze con il fidanzato. Ed Andrew, prepotentemente, le aveva imposto di andare e tornare da scuola con lui, nella sua vistosa auto. Aly lo comunicò a Nina con gli occhi lucidi. Sapeva che quello sarebbe stato l' inizio di un distacco imminente tra le due.

Helia e Nina iniziarono a pedalare. La brezza invernale congelava le punte dei loro nasi e le mani di lei erano ghiaccio. Al solito bivio Helia si fermò «vuoi venire in negozio? Ti presento mio padre.»

Nina rimase sorpresa dalla richiesta. Certo, per lei conoscere la famiglia di lui rappresentava un onore. Ma come l'avrebbe presentata? Come una sua amica? Come una semplice conoscente? Infondo cos'erano l'uno per l'altra se non questo..

«si, volentieri»

Svoltarono a sinistra della biforcazione. La strada era particolarmente deserta, Nina sapeva che conduceva nella zona più degradata del paese.

Superarono una pompa di benzina dismessa e un vecchio supermercato ormai abbandonato. A Nina parve che anche il paesaggio circostante si fosse abituato alla povertà di quel luogo. Nonostante la sua caparbietà non riuscì a trovare nemmeno un fiore tra quei grandi prati secchi.

Arrivarono in un centro abitato. Le case erano poche e fatiscenti. Svoltarono in una stradina colma di spazzatura ed Helia si fermò fuori ad un piccolo negozio: "Market da Jinny". L'insegna un tempo doveva essere molto bella ma di quella bellezza rimaneva ben poco, pensò Nina.

Posarono le bici senza sentire il bisogno di mettere i catenacci. Helia aprì la porta del negozio ed entrarono. Era una stanza particolarmente squallida. Piccola e caotica. Gli scaffali ospitavano una moltitudine di prodotti. La luce era soffusa e dalle pareti si poteva chiaramente intravedere la muffa causata dall'umidità.

«papà sono Helia.» dal retrobottega uscì un uomo anziano. Molto anziano. Non particolarmente alto. I capelli radi erano interamente bianchi e gli occhi erano nascosti da un paio di occhiali spessi.

«Nina questo è mio padre Joe» Nina non si capacitava del vecchio aspetto dell'uomo.

«Salve, sono Nina, è un piacere per me conoscerla!» la voce di Nina era squillante.

«si, molto piacere.» le rispose frettolosamente «Helia bisogna svuotare il magazzino.» l'uomo tagliò corto.

«si papà accompagno Nina e torno a lavorare..» Helia rimase tremendamente deluso dal poco entusiasmo di Joe. L'anziano fece spallucce e senza proferire altre parole si dileguò.

«scusalo, è una persona molto ligia al lavoro, nulla contro di te.» provò a giustificare Helia.

«tuo padre sembra molto anziano, quanti anni ha?» Nina era realmente interessata e quella domanda le uscì spontaneamente dalla bocca.

Helia le diede le spalle, fece per uscire dal negozio «forse sarebbe meglio avviarci, devo tornare a lavorare.» Nina percepì di aver in qualche modo urtato la sensibilità di lui. Preferì assecondarlo e non chiedere ulteriori spiegazioni. Ripercorsero la strada sporca e dopo venti minuti arrivarono nel viale di Nina. Lui le baciò la punta del naso. «buon pranzo.»

«anche a te..»

Nina si tolse le scarpe, corse sul prato e arrivò al porticato. Sulla sedia a dondolo ad aspettarla trovò il signor Bawer.

«papà, ciao!»

«Nina è tardi, ti ho aspettato a lungo per pranzare, dove sei stata?» Nina in verità non aveva la minima idea di che ora fosse. Quando era con Helia il tempo correva veloce senza che nessuno dei due se ne accorgesse.

«chi è quel ragazzo?» la voce del padre era calma e apprensiva.

«un amico.» Nina provava una tremenda vergogna. Preferiva evitare di condividere i suoi problemi di cuore con il padre.

«un amico che ogni giorno ti accompagna a casa..»

«si papà, si chiama Helia.»

«so bene come si chiama, Aly mi ha informato che stai frequentando questo ragazzo.» Aly? quando era passata a casa sua? «Helia Jhonson.»

«si papà, quello è il suo cognome.»

«non viene da una bella famiglia. Il padre, Eric, non è una persona perbene.» il signor Bawer dondolava sulla sedia fumando lentamente la sua sigaretta.

«Papà credo tu sia confuso, il padre si chiama Joe. L'ho conosciuto oggi»

«No bambina. Tu hai conosciuto il nonno. Joe Jhonson. Il padre è Eric Jhonson.» Nina era confusa. Ora si spiegava l'aspetto anziano dell'uomo incontrato poco prima. Ma perché Helia avrebbe dovuto mentirle? Non rispose al padre.

«Eric Jhonson è un pregiudicato. Da giovani lo conoscevamo tutti qui in paese. Era immischiato in un brutto giro, fino a quando..» il padre aspirò un'altra lunga boccata di fumo. Nina aspettava con ansia il prosieguo della frase ma lui preferì non continuare.

«il tuo pranzo è sulla tavola.» Nina conosceva bene suo padre. Sapeva che quando aveva intenzione di chiudere una discussione lei non aveva alcuna speranza di riaprirla. Così piena di domande entrò in casa. Dopo aver pranzato salì in camera sua e accese il pc. Se il padre di Helia fosse stato realmente un pregiudicato allora probabilmente avrebbe trovato delle informazioni su internet. Così inserì sulla barra delle ricerche il nome dell'uomo e nell'immediato sullo schermo del suo computer comparvero decine di articoli di quotidiani locali e nazionali. Ciascuno di essi riportava l'immagine dell'uomo. La somiglianza con Helia era impressionante. Gli stessi occhi verdi e la stessa bocca carnosa.

Nina iniziò a leggere:

"Eric Jhonson, arrestato per rapina a mano armata alla banca di Harrow"

"cinque anni di reclusione per Eric Jhonson"

"Eric Jhonson riesce a fuggire dal carcere. Ora latitante"

"Eric Jhonson accusato di duplice omicidio"

quell'ultima voce fece comparire un brivido sulla schiena della ragazza. Il padre di Helia, un assassino. Come aveva potuto nasconderle una cosa così importante?

Nina chiuse violentemente lo schermo del pc. Nervosa si addormentò.

I giorni successivi la ragazza con sua sorpresa non trovò Helia ad aspettarla fuori scuola. Pensò che fosse meglio così. Se lo avesse incontrato inevitabilmente gli avrebbe chiesto di suo padre. E temeva tremendamente la risposta che lui le avrebbe dato.

Fuori scuola decise di fermare Aly «devo parlarti.» la sua voce era seria e ferma.

«dimmi Nenè» Aly non lasciava il braccio di Andrew.

«da sole.»

con riluttanza l'amica si staccò dal fidanzato e alzando gli occhi al cielo raggiunse insieme a Nina un posto isolato.

«allora?»

«sapevi chi fosse il padre di Helia fin dall'inizio e non me lo hai detto.» Nina era amareggiata e delusa.

«non ne avevo la certezza, l'ho scoperto di recente.» fece spallucce.

«e hai preferito tenermelo nascosto.»

«Nina perché avrei dovuto dirtelo? Helia non ha sentito l'esigenza di raccontarti del suo passato, perché avrei dovuto farlo io?» nella voce di Aly non c'era alcuna giustificazione.

«perchè siamo amiche?!» Nina era incredula, confidava pienamente nella fedeltà di Aly. Si sentiva tradita.

«Nina ora lo hai saputo. Ho avvisato tuo padre. La mia parte l'ho fatta.»

«hai preferito parlarne con mio padre mentre da settimane non mi rivolgi la parola? Mi dici che ti prende?» Nina iniziò ad alzare la voce. «sembra quasi che qualcuno ti abbia imposto di non frequentarmi» proseguì rivolgendo lo sguardo ad Anderew.

«e ora cosa c'entra lui?» anche Aly ora iniziava a spazientirsi «pretendi di dover sapere tutto della mia vita, e ora anche di quella di Helia. Piuttosto che prendertela con me perché non chiedi al tuo amico del perché il padre sia così famoso?»

«non ti riconosco.» gli occhi di Nina divennero lucidi. Sentiva il suo cuore trafitto da mille schegge. Si voltò e andò via.

I giorni divennero di colpo interminabili. Non sentiva Helia da settimane. Il signor Bawer non parlò più del ragazzo e di suo padre. Era convinto che Nina avesse compreso la delicatezza della sua situazione familiare e avesse così deciso di mettere fine alla conoscenza. Ma i pensieri di lei, al contrario, continuavano ad essere fissi su di lui. Non era semplicemente curiosità la sua. Sentiva un profondo bisogno di entrare nel suo mondo e conoscerne i mostri. Ora capiva il motivo delle sedute di Helia dal dottor Smith. Si chiese se Aly avesse continuato ad andarci. Inaspettatamente, una sera, mentre era rapita dai suoi pensieri, sentì un ticchettio provenire dalla sua finestra. Erano piccoli sassolini lanciati contro il vetro. Aprì le ante e si affacciò. Era Helia.

Lo vide arrampicarsi e con molta maestria salì. Entrò in camera con estrema naturalezza. Nina sentì l'emozione nascere dal suo stomaco.

«sei venuto..» era arrabbiata, e non fece nulla per nascondere il suo sentimento.

«come stai?» Helia sembrava sereno.

«come sto?» Nina ripetè la domanda infastidita «sei scomparso. Non ti vedo da settimane. Entri come un ladro in casa mia e mi chiedi come sto?» Nina era un vulcano in esplosione. In quelle settimane si era sentita abbandonata, lasciata sola con le sue domande irrisolte. «ma forse a te viene naturale comportarti come un ladro.. forse è nel tuo DNA.» perché aveva pronunciato quella frase? Nina avrebbe voluto portare indietro il tempo di qualche secondo e ingoiare quelle parole crudeli.

«ho avuto da fare.» fu l'unica risposta di Helia.

«hai avuto da fare. Capisco.» Nina sentiva le mani ed il corpo fremerle dalla rabbia.

«chi è tuo padre?» gli sputò la domanda addosso come un boccone amaro che non si riesce a deglutire.

«ti ho presentato mio padre..» la sua espressione divenne gelida.

«mi hai presentato Joe Jhonson. Io voglio sapere chi è tuo padre.» Nina non aveva intenzione di mollare la presa. Aveva rimuginato fin troppo sulla questione. Ora avrebbe avuto le sue risposte.

«ti ho presentato l'uomo che mi ha fatto da padre da quando ne ho memoria. Non conosco altro padre.» la sua voce iniziò ad irrigidirsi.

«Eric Jhonson.» Nina ormai aveva perso il controllo della sua rabbia. Le succedeva poche volte, ma quando accadeva odiava se stessa e la sua irrazionalità.

«forse sarebbe stato meglio non venire.» Helia si voltò e fece per andarsene.

«aspetta» Nina quasi urlò «non andare.»

Eric Jhonson.
Un uomo misterioso. Pregiudicato è accusato di omicidio. Cosa ha spinto Helia a mentire?

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