indelebile

By Albastorie

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"[...] Non parlarono. Lui la attirò a sé. Il suo volto nell'incavo della sua spalla. La sua bocca vicino a qu... More

Aesthetic personaggi
Dedica
Prologo
Capitolo 2 "La rabbia negli occhi"
Capitolo 3 "Al chiaro di luna"
Capitolo 4 "Segreti di famiglia"
Capitolo 5 "Vulnerabilità"
Capitolo 6 "Sorprese"
Capitolo 7 "La paura di perdersi"
Capitolo 8 "L'odio nel cuore"
Capitolo 9 "Ricordi"
Capitolo 10 "Per Nina"
Capitolo 11 "Il colore degli zaffiri"
Capitolo 12 "Somiglianze"
Capitolo 13 "Nuove amicizie"
Capitolo 14 "Attrazioni proibite"
Capitolo 15 "Rivelazioni"
Capitolo 16 "La tovaglia di Natale"
Capitolo 17 "Natale in casa Bawer"
Capitolo 18 "Natale in casa Jhonson"
Capitolo 19 "7 giugno 1994"
Capitolo 20 "Regali preziosi"
Capitolo 21 "Il desiderio che arde"

Capitolo 1 "Serenità"

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By Albastorie


Dopo quella sera Nina pensò a lungo agli occhi verdi di Helia. Alla sua indifferenza nel vederla molestata da Roy e alla sua voce. La sua voce la perseguitava. Le poche parole dette da lui le risuonarono mille  e mille volte nei timpani. Cercò di trovare delle distrazioni svolgendo i lavori domestici o provando a studiare per l'inizio delle lezioni del suo ultimo anno. Eppure ogni giorno un pensiero fugace andava a quel ragazzo dal cappello di paglia.

Passarono pochi giorni e un pomeriggio di fine estate, mente Nina era intenta a leggere uno dei suoi romanzi preferiti, il telefono iniziò a squillarle. Era Aly.

«Nina stasera preparati per le otto, Andrew ed un suo amico ci hanno invitate ad uscire» la sua voce era eccitatissima, da quando era fidanzata non aveva mai avuto il piacere di fare un' uscita che non fosse in auto e in luoghi isolati nelle campagne. 

«Aly non credo di poter venire, stasera ho promesso a mio padre che gli avrei dato una mano con la cucina» Nina sapeva bene che quella scusa avrebbe retto ben poco di fronte all'ostinazione dell'amica. 

« ti prego, Andrew mi ha chiesto di convincerti e inoltre non siamo mai usciti insieme ad altre persone.» Nina sapeva che la richiesta fatta da Andrew ad Aly era in realtà un' imposizione e che se non fosse stata rispettata dall'amica le sarebbe costato caro. «E poi c'è il suo amico che alla festa è rimasto incantato dalla tua bellezza» Aly rimarcò ridendo le ultime parole. Si stava sicuramente riferendo a Roy, e Nina non aveva alcuna voglia di incontrarlo nuovamente.  

«Aly io domani devo alzarmi presto»

«siamo amiche Nenè?» che colpo basso, l'aveva chiamata Nenè, il dolce nomignolo le era stato dato dalla nonna materna, ora non aveva più alcuna speranza di tirarsi indietro. 

«va bene, ma a mezzanotte io voglio stare a casa, e non voglio assolutamente che noi due ci dividiamo!»

Così con riluttanza Nina iniziò a prepararsi, doveva scegliere cosa indossare e optò per  una gonna corta e alta sulla vita e una camicina morbida che le accompagnava il seno. Non era ansiosa, aveva avvisato suo padre che sarebbe uscita con certa gente poco raccomandabile per fare una cortesia all'amica e dal momento che Aly era ormai di casa il padre non potè far altro che rassicurare la figlia dicendole che qualora avesse avuto bisogno lui sarebbe corso al primo squillo di telefono e che l'avrebbe aspettata sveglio sul divano. 

Alle otto in punto nel vialetto di casa Nina sentì il suono di un' auto, qualcuno al volante iniziò a suonare incessantemente il clacson, e lei uscì correndo, a piedi scalzi sull'erba portando le scarpe in mano. Era un rito. Le piaceva sentire il tocco morbido dell'erba sotto la pianta dei suoi piedi.

Entrò in auto, ad aspettarla sul sedile posteriore c'era la sua amica. Al volante lo spavaldo Andrew, ancora più attraente dell'ultima volta che lo aveva incontrato. Accanto, con occhiali da sole e braccio tatuato c'era lui, Roy. 

Nina aveva in fondo al suo cuore sperato che a volerla rivedere non fosse lui ma Helia. Lo aveva desiderato. Invano. E ora si sentiva infinitamente stupida.

Sopportare la serata fortunatamente fu più facile del previsto, L' idea di uscita romantica a quattro, che Aly si era prospettata, in realtà fu mandata in frantumi a causa dei programmi dei ragazzi, che decisero dittatorialmente di andare ai campetti da calcio, per vedere il torneo di fine stagione organizzato dai giovani della città. Aly e Andrew passarono tutta la serata a baciarsi e a litigare. . . e poi di nuovo a baciarsi.  Roy parlava poco e quando lo faceva era per improvvisare battute sconce a cui Nina a stento rispondeva. Lei però ebbe piacere nel constatare che senza tutto quell'alcol in circolo Roy rimaneva solo un ragazzo estremamente stupido perdendo per fortuna quella vena da molestatore che le aveva mostrato alla festa. 

Era quasi mezzanotte e Nina chiese ad Andrew con forzata gentilezza di accompagnarla a casa. 

«deve finire la partita e poi forse ti accompagno.» il suo tono era calmo e menefreghista.

«amore per piacere, ho detto al padre che sarebbe tornata presto» gli chiese dolcemente Aly sfoggiando le sue lunghe ciglia e assestandogli un bacio.

«no, aspetta o va a piedi» Andrew rispondeva in maniera indifferente, troppo occupato a guardare la partita.

«amore allora dai le chiavi a Roy così l'accompagna lui a casa!» Aly avanzò la proposta al fidanzato come se l'idea le fosse sembrata geniale.

«tranquilla Aly, casa mia è vicina, faccio due passi a piedi non è un problema» si  affrettò a dire Nina. Per lei in verità era un grosso problema. Aveva paura del buio, aveva paura di camminare sola in quelle strade desolate. Ma aveva ancora più paura di rimanere da sola con Roy. Temeva che se fossero stati soli senza la supervisione di Andrew, lei avrebbe riacceso in lui la voglia di averla. 

Salutò velocemente il gruppo, Aly era mortificata ma Nina non nutriva risentimento, era consapevole che la sua amica non aveva alcun rilievo nella sua relazione, figuriamoci nelle relazioni tra Andrew ed altre persone. 

Così piano piano, iniziò a camminare verso casa. I campetti sorgevano nella zona periferica della città. La maggior parte dei lampioni era spenta. Gli alberi che si ergevano ai lati della strada iniziavano a perdere le prime foglioline e le chiome si muovevano dolcemente a ritmo del vento. Sentiva i rumori della natura. E sentiva in lontananza i rumori della città, le fabbriche tessili ancora aperte e le auto lontane.   Uno di questi suoni iniziò pian piano a farsi vicino, Nina da lontano vide un auto sfrecciare verso di lei e per poco non la travolse. Il conducente alla guida riuscì a mancarla e lei continuò dritta avanti a sé senza voltarsi. Ad un tratto sentì l'auto fermarsi e fare inversione. Il cuore iniziò a batterle forte nel petto, lo sentiva fuoriuscire dal costato. Decise di continuare a camminare indifferente. Passo dopo passo, avanti con lo sguardo rivolto al prossimo lampione. Ad un tratto l'auto si fermò accanto a lei. Era inevitabile e prevedibile. Il conducente abbassò il finestrino dal lato del passeggero, ma Nina non si fermò. Il cuore sembrava avesse lasciato il petto, lo sentiva nelle sue orecchie pronto ad esplodere. 

«dove vai da sola a quest' ora?» Nina ebbe un sussulto, quelle parole dette da uno sconosciuto, in una campagna isolata, sarebbero state terrificanti. Ma le bastarono pochi secondi e riconobbe la voce. Le nacque un sorriso spontaneo sulle labbra. Il cuore non si calmò, al contrario batteva sempre più prepotente.

Si abbassò sul finestrino per vedere gli occhi verdi del conducente seduto nell'abitacolo.  

«torno a casa, il tuo amico mi ha lasciata a piedi.» voleva pronunciare quell' ultima frase senza nascondere la sua disapprovazione. 

«ti va se ti accompagno?» lui le propose un passaggio nel modo più dolce ed innocente che Nina potesse chiedere «francamente non sono tranquillo a sapere che una ragazza cammina da sola per queste campagne, e non vorrei guardare il notiziario domani mattina e trovarci la tua foto». 

Nina sorrise, aprì la portiera e si accomodò nell'auto.

«è la seconda volta che mi aiuti, inizio a pensare che tu sia una sorta di angelo custode» lei non lo guardava, aveva vergogna, si scoprì timida. 

«chi ti ha lasciata a piedi?» le chiese lui interessato.

«Andrew, ero scesa con lui, Aly e Roy» 

«sei uscita con Roy?» lei sentì del rimprovero in quella domanda e quasi si sentì in dovere di giustificarsi. 

«si, Aly, lei ha organizzato tutto»

«non credevo  fosse il tuo tipo Roy» lei era nervosa, cosa ne sapeva lui di quale fosse il suo tipo?

«non è  il mio tipo» affermò lei con sicurezza.

«e allora perché ci esci?» le sue domande erano sempre più insistenti.

«circostanze esterne» lei non aveva nessuna intenzione di spiegargli il motivo delle sue scelte in materia di ragazzi, trovava il suo atteggiamento scorretto.

«circostanze che ti hanno portata a rivedere il ragazzo che pochi giorni fa ti ha braccato come un animale fuori ai bagni del locale?» ora usò un tono decisamente colmo di rimprovero. 

«hai osservato tutta la scena da lontano a non sei intervenuto...» ora era lei a rimproverare lui. Si erano a stento detti i loro rispettivi nomi quella sera alla festa, e ora stavano parlando come se avessero una grande confidenza maturata nel corso di anni di conoscenza.

«sapevo che non avrebbe fatto nulla, Roy è solo uno stupido ma non è uno stupratore.  Se ti avesse realmente portata nel bagno sarei venuto a tirarti fuori.» fece spallucce, i suoi occhi fissi sulla strada. Non accelerò mai. Anzi, a Nina sembrava che andasse molto più lento del consentito. 

«Mi sono spaventata, e se tu fossi intervenuto prima avrei avuto molta meno paura» parlargli e pretendere da lui un comportamento le sembrò assurdo ma al tempo stesso così naturale. 

«come mai eri ad una festa per liceali?»

«perché io sono liceale, tra un paio di settimane inizio l'ultimo anno» la domanda le sembrò del tutto insensata. Nina sapeva di dimostrare esteriormente la sua vera età.

«allora sei ancora piccina.»

«perché tu non frequenti più il liceo?»

«io ho finito di studiare da due anni, ora do una mano a mio padre in negozio.»

«e allora io dovrei chiedere a te cosa ci facessi a quella festa!»

«mi ci sono trovato per caso, dovevo uscire con Andrew e lui non aveva accennato ad una festa» 

«sei molto amico di Andrew?» Nina sperava maledettamente che la risposta a quella domanda potesse essere negativa e mentre aspettava di sentirla si torturava le mani. 

«è come un fratello.»  non ne rimase sorpresa ma sentì l'amaro in bocca. Avrebbe voluto dirgli che anche Aly per lei era come una sorella, e che lui avrebbe dovuto insegnare al suo amico di toccare con cura il cuore delle ragazze. Che era un vigliacco. Ma non disse niente. Rimase in silenzio ad ascoltare il rumore del vento. 

«so che Andrew non si comporta bene con la sua ragazza. Ma con me è sempre stato presente. Mi ha aiutato molto.» ora era Helia che sentiva il bisogno di giustificarsi. Ma Nina voleva cambiare argomento. Non voleva continuare a discutere sulla bontà d'animo di quell'essere. Sapeva che spesso alzava le mani su Aly, e questo le bastò per sentenziare sulla sua cattiveria. 

Il paesaggio campestre presto lasciò spazio ai primi palazzi della cittadina. Erano costruzioni enormi. Si ergevano alti nove piani, ciascuno con dieci finestre. Ogni edificio ospitava più appartamenti di quanti potesse permettersi.

«la casa in fondo al viale è casa mia» disse Nina senza nascondere un velo di disagio. Era una piccola casa, con un porticato luminoso sotto al quale il padre aveva costruito e posizionato una sedia a dondolo. Davanti c'era un piccolo giardino con delle aiuole colme di rose colorate. Helia non poté fare a meno di notare quanto fosse curata l'erba.

Rallentò ulteriormente come se non avesse alcuna intenzione di arrivare sotto casa di Nina. Come se avesse voluto rubare ogni secondo di quel tragitto. Ma nonostante la sua guida, la casa si faceva sempre più vicina. Arrivati, Helia fermò l'auto e si voltò a guardare Nina. Non lo aveva ancora fatto ma si concesse dei secondi per apprezzarla seduta nella sua auto. Notò la camicina stretta sul suo petto, e la gonna morbida che ora, tutta pieghettata, lasciava scoperte le gambe. Pensò che fosse un quadro dipinto da un artista.

«grazie per avermi accompagnata» nella sua voce Nina scoprì tanta impazienza. Non voleva tornare a casa. In quell'auto si sentiva pienamente a suo agio. 

«è stato un piacere.» lui si voltò guardando la strada davanti a sé «domani ti passo a prendere alle cinque.» Lei fu sorpresa da quelle parole. Non era una proposta né una richiesta. Lui la stava informando che il giorno dopo sarebbe andato da lei. Non aveva chiesto il suo parere. 

«alle cinque.» ripetè lei emozionata. 

Helia si girò a guardarla nuovamente. Lei si perse nei suoi occhi e lui non distoglieva lo sguardo dalle sue labbra. Ci furono secondi colmi di aspettativa. Nina desiderava ardentemente che lui la baciasse. Desiderava conoscere il sapore delle sue labbra. Non accadde nulla. Lei scese dall'auto, si sistemò la gonna e gli sorrise. 

«buonanotte Nina.» quella notte non dormirono.

Entrambi nei loro letti iniziarono a pensarsi ossessivamente. Helia non sapeva con certezza dove l'avrebbe portata il giorno seguente. Voleva regalarle una giornata spensierata. E Nina non smise di sentire l'emozione che aveva provato quando lui le fissava le labbra. 

Il mattino seguente passò frenetico tra gli impegni nel negozio e i servizi domestici per Nina. Verso l'ora di pranzo Aly bussò alla sua porta. «Salve signor Bawer» canzonò con il suo tono allegro.

«ah ciao Aly, Nina è in camera sua»

Aly corse su per le scale e aprì la porta in modo irruento. Erano i primi giorni di settembre e faceva ancora terribilmente caldo. Il sole bruciava le piante. Aly si tolse la maglia e rimase solo con la canotta leggera e striminzita.

«cosa è?» Nina la scrutava attenta.

«mi sono fatta male, sono caduta dalle scale» Aly iniziò a ridere forzatamente.

«sei caduta da delle scale molto alte evidentemente!» Nina non voleva essere aggressiva, ma non voleva che la sua amica le dicesse bugie su cose serie. 

«abbiamo litigato ieri mentre tornavamo a casa e lui ha perso la pazienza.» lui aveva perso la pazienza, Nina colse tutta la colpevolezza che c'era nelle parole di Aly. Come se la perdita di pazienza a causa di un qualsiasi suo comportamento avesse legittimato Andrew a metterle le mani addosso lasciandole ematomi. Non rispose. Continuò a guardarla preoccupata.

«ma stamattina è venuto a casa, mi ha portato un mazzo di fiori e ha fatto colazione con mio padre» Nina conosceva a stento il padre di Aly. Quando erano piccole lui abbandonò lei e la madre per andare a convivere con una donna molto più giovane e incinta. Aly litigava spesso ferocemente con la madre e quindi presto decise di andare a vivere con la nonna. Al suo funerale Nina non la vide mai piangere ma sapeva che insieme alla nonna era morta anche una parte del suo cuore. Dopo un paio di mesi il padre di Aly tornò a riscuotere la sua eredità e a stabilirsi nella casa dell'anziana donna. Da quel momento Aly cercò sempre di evitare casa sua e di evadere nella stanza di Nina ogni volta che poteva.

«oggi esco con Helia.» Nina decise di raccontarlo alla sua amica soprattutto per cambiare argomento. 

«Helia con il cappello di paglia?» Aly strabuzzò gli occhioni azzurri.

«si ieri sera mi ha incontrato e mi ha accompagnato a casa.» Nina non voleva tradire la sua maschera d'indifferenza ma appena incrociò lo sguardo inquisitore di Aly iniziò a sorridere imbarazzata e le due scoppiarono in una fragorosa risata.

«Andrew mi ha raccontato che è un ragazzo problematico.» tra le ragazze era nato un patto segreto che obbligava ciascuna delle due a proteggere l'altra. Se Aly ne sapeva qualcosa in più su questo ragazzo allora doveva raccontarlo alla sua amica.

«spiegati»

«mi ha detto che lavora nel negozio del padre ma odia questa città e che lui appena ne avrà la possibilità andrà via. Ha un carattere particolare, non è facile avvicinarsi a lui. Come hai fatto?» in realtà Nina non sapeva come rispondere a questa domanda. Non aveva provato ad avvicinarsi ad Helia. Era lui che le aveva imposto di vedersi quel pomeriggio. E lei aveva semplicemente acconsentito tacitamente alla cosa.

«io non ho fatto molto in realtà, sono state le circostanze del caso. Mi ha vista sola e si è offerto di portarmi a casa.»

Il pomeriggio passò veloce tra risate e storielle intime raccontate da Aly a bassa voce. 

Nina indossò una gonna color avorio stringendola con un nodo sulla vita. Le cinque del pomeriggio si presentarono puntuali e Aly si allontanò velocemente dal porticato. Alle cinque e dieci minuti Nina iniziò a  perdere la speranza di incontrare Helia ma proprio mentre rientrava in casa sentì il rumore di un furgoncino provenire dal fondo del vialetto. 

«Nina!» era la voce di Helia che la chiamava dal furgone bianco degli alimentari. Lei sorrise. E si avviò verso l'autovettura. Come sempre i suoi piedi scalzi toccarono l'erba soffice del prato. Ebbe difficoltà a salire sul furgone. Era troppo alto persino per lei. 

«aspettavo di vedere la stessa auto di ieri sera» era giocosa

«l'auto ha deciso di non partire, ho risolto il problema come potevo. Questo è il furgone di mio padre.» lui non la guardava. Mise in moto e si avviò per i sentieri boschivi. 

«dove andiamo?» 

«ti porto in un posto segreto.»  

Durante il tragitto parlarono poco. Si scambiarono poche informazioni sulla loro vita privata. Helia seppe che Nina abitava con il padre da quando la mamma si era risposata con un  certo Buck. Mentre Nina ebbe la conferma che l'aspirazione di Helia era quella di lasciare il negozio di famiglia per andare a vivere lontano. Le dispiacque prendere consapevolezza che per quanto potessero arrivare a conoscersi la loro conoscenza sarebbe stata solo temporanea.

Dopo circa trenta minuti di strada Helia fermò il camioncino e dopo essere sceso aprì la portiera a Nina. Le afferrò la vita e la fece scendere. Le prese la mano e la condusse   in un sentiero nascosto tra vecchi palazzi della periferia della città un tempo destinata ad essere zona residenziale, prima che il progetto venisse abbandonato per il fallimento della stazione appaltante. Nina scoprì una sensazione di agitazione provenirle dritta dallo stomaco. La mano di Helia era grande e calda. Le sue dita stringevano con forza quelle di Nina come se fossero qualcosa di tanto prezioso da non poter lasciare incustodito. 

Dopo pochi minuti di cammino i due si inoltrarono i una grotta artificiale e iniziarono a scendere innumerevoli rampe di scale ricavate dalla roccia sottostante. Dopo l' ultima rampa su Nina si dipinse il volto dello stupore. L'ultimo scalino conduceva su uno spiazzale grande pochi metri. La superficie del lago era piatta e le poche onde dolcemente ne bagnavano la riva. 

«è un posto meraviglioso!»

«lo conoscono in pochi. Era stato progettato per essere un piccolo lido privato per residenti delle case dei ricchi ma quando il progetto fu abbandonato questo posto fu dimenticato.» lo sguardo di Helia era fisso sull'orizzonte quasi a catturare il perfetto istante in cui il sole si nascondeva nelle acque dolci del lago.

«e come sapevi che ci fosse?» 

«l'ho scoperto anni fa.» a Nina risultava difficile capire quanto Helia volesse effettivamente raccontarle di se stesso «amo la solitudine e questo posto mi è sembrato un luogo perfetto in cui coltivarla.» proseguì lui senza dare ulteriori dettagli.  

Così vicini al lago e con il sole che ormai lasciava posto alla luna Nina sentì la punta del suo naso congelare. Pensò invece che Helia fosse perfettamente a suo agio. I ricci erano mossi dolcemente dalla brezza lieve che iniziò a levarsi e non potè far a meno di notare che i suoi occhi verdi circondati dall'acqua diventavo grigi.

«sei la prima persona che porto qui giù.» lui si girò a guardarla «non so bene perché io abbia deciso di condividere con te questa mia fetta di paradiso, ma ti prego, non portarci nessuno.» la sua richiesta era sincera. Non voleva essere una battuta né assomigliare ad una provocazione. Era come se lui in quel momento si fosse messo a nudo con Nina e le stesse chiedendo di custodire la sua vulnerabilità.

trascorsero un paio d'ore, parlarono poco in verità. preferirono godersi i rumori della natura che li circondava.

Alle otto risalirono sul furgoncino del negozio e si avviarono verso casa. Il tragitto di ritorno fu più lento. Avevano entrambi il cuore leggero e l'animo spensierato.

La sensazione di tranquillità tuttavia durò ben poco. Imboccato il viale di casa Nina in lontananza, seduta sul ciglio della strada, vide Aly. Piangeva. Dal suo volto scendevano incessantemente lacrime che si mescolavano al sangue proveniente dalla sua testa. Le braccia e le gambe ricolme di lividi. Gli occhioni blu della sua migliore amica erano circondati da lividi violacei.

Nina ed Helia si guardarono.

Cosa è successo ad Aly?

Fatemi sapere cosa ne pensate.
Datemi i vostri feedback.
Alba risponderà alle vostre domande e curiosità.
🤎🌞🧋

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