IRLANDA e il segreto dell'ame...

By EvyDreams

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« Non sono una principessa». « E io non sono un principe azzurro». 💜 ---------------------------> Irlanda è... More

💜✨
COPYRIGHT&INFO
Dedica
° Prologo °
1. Gattina Randagia
2. Profumo Di Camelie
3. Stelle E Destino
4. Segreti E Bucaneve
5. Pista Di Pattinaggio
6. Giornalino Scolastico
7. Scappare Dai Tuoi Occhi
8. Pacchetto Viola
9. C'era Una Volta
10. Famiglia Di Reali
11. Il Panino Enorme
12. La Telefonata
13. Il Bagno Delle Ragazze
14. L'ametista
16. Il Portale Di Nightmare
17. I Custodi Del Bosco
18. Sua Altezza, Il Re
19. Di Pensieri In Ricordi
20. Cantastorie E Leggende
21. Piccola Guerriera
22. Rosa Rosso Sangue
23. Fata E Vampiro Dei Miei Stivali
🕸️1000 Letture🕸️
24. Cielo Stellato
25. Prometti, Non Giurare
26. Beyond The Darkness
27. A Presto Moonberry
28. Verso L'ignoto
29. Lettera E Fatina Impedita
30. La Nostra Polaris
31. Il Rintocco
32. Favola Rattoppata
33. Piccolo Spiritello
34. Fiamma Indomabile
35. Lasciati Ascoltare
36. La Trappola Della Strega
37. Garrow E I Cavalieri
38. Pioggia E Fuoco
🕸️Account Instagram🕸️
39. Il Fiore D'Avorio
Epilogo I
Epilogo II
Epilogo III
Epilogo IV
Epilogo V
Epilogo VI
Epilogo VII
Ringraziamenti🕸️💜
🧸Nuova Copertina🧸
💐Novità💐

15. Ombre E Spine

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By EvyDreams

Chi non osa afferrare
le spine, non dovrebbe
mai desiderare la rosa.

« Ti accompagno, se vuoi» ricordo dolcemente alla mia Irly.

« No, no. È tutto okay» mormora, sistemando delle magliette nel cassetto vicino alla scrivania.

« Perché non lasci che qualcuno venga con te? Vogliamo soltanto darti una mano, sia io che i tuoi zii!» obbietto.

« Perché voi non centrate nulla con lei. Sono io sua figlia» sbraita, con più cattiveria del dovuto.

Lo so, Irlanda, che là ti lasci andare.
Lo fai solo con lei.

Ma sono comunque la tua migliore amica, e non posso fingere di non notare il tuo dolore.

Perché, anche se lo nascondi, so che è lì.

Costantemente pronto a schiacciarti.

« Scusa, non volevo dirlo» sussurra, regalandomi un rapido abbraccio.

Scendiamo di sotto e, mentre lei si infila il cappotto, io prendo in mano in suo cellulare di nascosto.

« Vado un attimo in bagno, aspetta che ti saluto» la informo, ricevendo in cambio un semplice "okay".

Chiudo la porta a chiave e inserisco la password del suo telefono, che è uguale alla mia.

Vado nei contatti e cerco il nome dell'unica persona che potrebbe tranquillizzarla un po', anche se so che l'ultima volta tra loro non è andata troppo bene.

Quando non lo trovo, comincio ad agitarmi e per sicurezza controllo anche negli "importanti".

Ed è lì che trovo un contatto di cui non mi aveva mai parlato e, essendo l'unica cosa a cui affidarmi, premo sulla scritta "Principino".

Al secondo squillo un « Biondina?» irrompe nel silenzio.

« Pronto? Derek, sei tu?» domando.

« Kate? È successo qualcosa?» risponde invece.

« Ho bisogno di un favore. Per Irlanda» asserisco.

« Dimmi» annuisce subito.

Dopo aver parlato con Derek torno dalla mia migliore amica, che mi aspetta sbrigativa.

« Ma quanto cavolo ci hai messo? Pensavo fossi sprofondata nel gabinetto!» esclama, con la sua solita grazia.

« Piccolo intoppo» taglio corto « Hai dimenticato questo» le ridò il telefono.

« Grazie» mi sorride, abbracciandomi « Se stasera ci sei, ci vediamo qua. Altrimenti a domani».

Annuisco, mentre lei apre la porta e, una volta al cancelletto, mi rivolge un bacio volante.

Ridacchio, chiudendo la porta.

« Quella ragazzina è un uragano!» esulta Meg.

« Lo so» sorrido dolcemente.

Cosa farei senza di te, Irly?

Passo dal panettiere a prendere la torta, che ho accuratamente fatto fare secondo i suoi gusti.

Una torta piccolina, per noi due.

« Sono venti dollari, grazie» sentenzia il commesso.

« Ecco a lei» glieli porgo.

« Ha bisogno di una mano per portarla?» mi chiede cortesemente.

« No, grazie. Ce la fac-».

« La aiuto io, non si preoccupi» m'interrompe una voce alle mie spalle.

Mi volto, trovandomi a pochi centimetri da due occhi color mare.

Faccio un saltello sul posto, colta alla sprovvista.

Si occupa di prendere la torta alle mie spalle e con un rapido gesto saluta il commesso.

Lo inseguo fuori dal negozio, preparandomi la ramanzina da fargli.

« Potevo benissimo fare da sola!» obbietto.

« Questo lo so, ma essendo tuo amico è mio diritto darti una mano» alza le sopracciglia.

« Okay, va bene. Sei stato gentile. Ora però restituiscimela» sbuffo.

« Per chi è?» continua « Ti accompagno».

« No!» rispondo di getto « Devo andare in un posto dove non puoi accompagnarmi».

« Andiamo, Irlanda. Se non posso entrare ti aspetto fuori! Giuro che non farò nessuna domanda» fa gli occhi dolci, cosa decisamente troppo lontana da uno come Derek.

« No, ora con te non voglio avere niente a che fare» sibilo, prendendogli la torta dalle mani e sorpassandolo.

Lo sento sospirare pesantemente, mentre continua a seguirmi.

« Lasciami stare!» urlo presa dallo sconforto e cominciando a correre verso l'ospedale psichiatrico.

Una volta arrivata, con il respiro affannoso, raccomando all'infermiera di non far entrare nessuno nella stanza 169.

Salgo le scale fino ad arrivare davanti alla porta della camera in questione.
Busso e, sentendo un esuberante "avanti!", non ci penso due volte ad entrare.

« Ciao Lavinia» sorrido dolcemente alla figura affacciata alla finestra.

Gli occhi color avorio sono segnati da leggere occhiaie, ma mantengono sempre la loro luce rigogliosa, le labbra sono corrucciate in un sorriso curioso, mentre i capelli scendono mossi sulla schiena.

« Buongiorno. Sei una dottoressa?» domanda, spostando l'attenzione su di me.

« No, non ci conosciamo in realtà. Mi ha mandata tua figlia, sai? Oggi è il tuo compleanno!» rispondo, sedendomi sul letto dalle lenzuola candide.

« Perché non è venuta lei?» borbotta, mentre il sorriso si spegne.

« È sempre molto impegnata, tra la scuola e tutto il resto. Però mi ha raccomandato di mangiare la torta insieme a te» sento la mia voce incrinarsi leggermente.

« Va bene! Ma oggi è il mio compleanno?» aggrotta le sopracciglia, sedendosi al mio fianco.

« Certo! Il 16 gennaio!» confermo, tirando fuori dalla carta colorata una piccola torta alle ciliegie, con una lavorata scritta rossa al centro e delle rose di zucchero ai lati.

Guarda ammaliata la scritta "Happy Birthday!", mentre prendo la candelina che ho comprato al supermercato.

« Questo è un segreto tra me e te, okay?» faccio scattare l'accendino, accendendo la candela.

« Avrei voluto festeggiarlo con mia figlia, non con un'infermiera» borbotta.

E io vorrei passare il compleanno di mia mamma con lei.

E non con una perfetta sconosciuta.

« Mi ha detto di dirti che ti vuole davvero bene. A volte si lascia prendere dallo sconforto di essere sbagliata. Di essere completamente matta. Di essere... inutile. Perché l'ha pensato, sai? E nessuno se n'è mai fregato. A nessuno è mai importato che era senza una famiglia. Perché una famiglia non ce l'ha» comincio a tremare, mentre le lacrime scendono copiose sul mio viso « E sai che non può stare per più di un giorno senza medicine, altrimenti va fuori di testa? Che è tutta colpa di quel coglione di suo padre se non può essere normale? Se non possiamo essere normali?».

« Non so di cosa tu stia parlando» prorompe, guardandomi seria.

Del sorriso non c'è più nessuna traccia.

« Lo so. È bello così. Troppo facile. Eppure lei si ricorda tutto. Si ricorda dei suoi primi cinque anni. E tu! Potrai dimenticare questo: tra due giorni tornerò a essere una prefetta sconosciuta, ma in questo momento non sono nient'altro che tua figlia» sibilo con ferocia.

Il primo schiaffo arriva proprio come programmato.

« Non posso neanche darti tutte le colpe, mamma. Non è colpa tua, se sei diventata così» continuo imperterrita.

« Tu non sei mia figlia» ringhia.

« Qua no» le picchietto sulla fronte « Ma qui lo sarò per sempre» le appoggio una mano sul cuore.

Mi preparo al secondo schiaffo che, diversamente da come avevo previsto, non arriva al mio viso.

Una mano l'ha bloccato prima.
« Andiamocene».

Arrivo davanti all'ospedale psichiatrico ed esito.

Cosa ci fa qui?

Prendo un profondo respiro, salendo gli scalini grigi ed entrando.

« Scusi, lei chi è?» mi domanda un'infermiera.

« Sono con una ragazza. Irlanda Miller» spiego.

« Mi dispiace, signore. Ma mi è stato proibito proprio da lei di far entrare qualcuno nella stanza 169» borbotta.

« Non ti preoccupare, Rosaline, lui è con me» una signora sorridente si avvicina, facendole segno di stare tranquilla.

« Certo, Meg. Scusa per l'insistenza» mormora lei.

« Tranquilla! Ora, se non ti dispiace, noi saliamo» la saluta con una mano.
Mentre percorriamo il corridoio del piano superiore, il sorriso si amplia « Non mi è mai stata simpatica quella» brontola.

Ridacchio nervosamente, chiedendomi chi è questa donna.

« Scusi, ma... io e lei ci conosciamo?» chiedo perplesso.

« Sono la zia di Irlanda, mi chiamo Meg» asserisce « E tu devi essere Derek. O meglio, come ti definisce lei, il principino».

Sorrido per il nomignolo, che la biondina mi affibbia ogni volta.

« Le ha parlato di me?» aggrotto sorpreso le sopracciglia.

« A volte non servono le parole per capire qualcosa di troppo forte per essere espresso a parole» sussurra « E Irlanda e i sentimenti sono su due binari completamente differenti».

« Sentimenti?» sfiato.

« Non credo tu sia un ragazzo stupido, Derek, ma per me è ancora un mistero del come tu faccia a non averlo ancora capito. O forse fingi solamente di non capire» ribadisce « Ma se non provi le stesse cose ti consiglio di non continuare ulteriormente. Non ci tengo a vederla stare male per qualcuno che non riesce neanche a leggere i suoi occhi».

« Siamo amici» specifico « Niente di più e niente di meno».

« Tu come mai sei qua?» cambia discorso.

« Mi ha chiamato Kate, dicendomi che Irlanda aveva bisogno di me per oggi. Non mi ha detto il perché, credo anche che non mi riguardi nemmeno» confesso.

« Questa è la stanza di sua mamma, Lavinia Miller. Irlanda ha voluto ereditare il suo cognome, dopo che il padre ha abbandonato Lavinia prima che la figlia nascesse» comincia a raccontare « Ma durante i mesi di gravidanza si è ammalata. Tra lo stress di essere senza marito e la situazione famigliare, era prevedibile. Mia sorella è sempre stata molto forte e testarda, voleva portare a tutti i costi questa gravidanza al termine».

« E poi?» le faccio segno di continuare.

« Poi si è ammalata di schizofrenia post-partum. Nessuno poteva prevederlo e la malattia si è diffusa più velocemente di quanto si potesse immaginare. In poco tempo non riconosceva più nemmeno la sua famiglia. Allora sono diventata io la tutrice legale di Irlanda, che aveva solo quattro anni. Lavinia è stata ricoverata qui, all'ospedale psichiatrico. Oggi è il suo compleanno e, anche se Irlanda non vuole, vengo sempre qua a controllare. Una volta è venuta qua a festeggiare il compleanno della mamma e lei l'ha massacrata di botte. Ha perso completamente memoria. Per lei è solo una semplice infermiera della quale domani non si ricorderà più».

« Ma... se Lavinia soffre di schizofrenia post-partum, questo significa...» ragiono.

« Che anche Irlanda è schizofrenica, sì» annuisce.

Vedendomi sbiancare, m'informa che scende un attimo al piano di sotto per prendermi dell'acqua.

Preso dalla curiosità, entro di nascosto nella stanza, appoggiandomi allo stipite della porta.

La biondina è in piedi davanti a una donna dai capelli corvini e il tono di voce di Irlanda è piuttosto alto.

« Non posso neanche darti tutte le colpe, mamma. Non è colpa tua, se sei diventata così» le sento dire.

Osservo la sua guancia rossa e subito la rabbia si impossessa del mio corpo.

« Tu non sei mia figlia» ringhia la madre.

« Qua no» le picchietta con il dito sulla fronte « Ma qui lo sarò per sempre» le appoggia una mano sul cuore.

Lavinia alza la mano, preparandola probabilmente secondo schiaffo, mentre Irlanda chiude gli occhi.

Prima che possa colpirla, la mia mano raggiunge il suo polso, bloccandola.

« Andiamocene» pronuncio, prendendo per mano la biondina e dirigendoci fuori dalla stanza.

Una lastra di ghiaccio.

Ecco cos'è adesso Irlanda.

Con un'espressione impassibile sul viso, si dondola sull'altalena del parco.

Il vento le scompiglia i lunghi capelli biondi, che ricadono disordinati sul cappuccio della felpa.

« Diventerò così?» irrompe d'un tratto, alzando lo sguardo su di me.

« No, non diventerai mai così. Perché, anche se non sei come gli altri, hai ancora un'anima. Ed è quella a portarci sempre a galla» rispondo, avvicinandomi cautamente.

Mi siedo sull'altalena accanto alla sua.

« Hai parlato con zia Meg, vero?» sorride debolmente.

« Come lo sai?» alzo un sopracciglio.

« Quando parla, anche se non se ne accorge, urla come una matta» ridacchia piano.

Dopo questa frase rimaniamo in religioso silenzio e, al quinto sasso a cui tira un calcio, riprendo in mano il discorso.

« Mi dispiace. Non so quante volte te l'ho detto, ma sento che stavolta ha un peso diverso».

« Non voglio che provi pena per me, adesso. Non mi è mai piaciuta la pietà degli altri» sibila.

« Non mi fai pietà, biondina. Mi fai tutto tranne che pietà» scuoto la testa.
Sospira, abbandonando la testa contro la catena dell'altalena « Ho paura di diventare così, un giorno. Di non riconoscere nemmeno i miei zii» ammette debolmente.

« Li amerai sempre e comunque, Irlanda. l'importante è che loro si ricordino di te» sorrido.

Mi sorride tristemente da sotto il cappuccio della felpa, dalla quale i capelli svolazzano liberi.

Angolo autrice:

Eccomi tornata con un nuovo capitolo della storia di Irlanda e Derek💜✨

Vi avevo anticipato che questo sarebbe stato uno dei capitoli più importanti - se non il più importante - della storia 🥀

È stato triste ed emozionante mentre lo scrivevo, e spero abbia suscitato queste emozioni anche in voi lettori🏻💭

Finalmente c'è stato il primo (o uno dei primi) POV da parte di Kate🧡
Il suo punto di vista, anche se non sembra, è molto importante

E poi ci sono state Irlanda e sua mamma, Lavinia🕸️
Ciò che si sono dette.
Ciò che è stato loro fatto.
Ciò che Irlanda si è sempre tenuta dentro.

Quando rileggo questo capitolo mi emoziono sempre, l'ho scritto e riscritto parecchie volte prima di renderlo così.
Non volevo fosse troppo triste, ma per certi versi era fondamentale✨

Cosa ne pensate voi? Vi è piaciuto? A te cambiato idea su Derek o resta lo stesso arrogante di prima? 🥀

Direi che mi sono già prolungata abbastanza, quindi ringrazio chi lascerà una stellina e commenterà ❤️

Siete la famiglia di lettori migliori che si possa avere⚔️

E Irly e Derek hanno ancora così tante cose da raccontarvi... 💭

Spero li accompagnerete fino alla fine, ma le favole anche una volta finite non si scordano mai💜✨

Ci rileggiamo venerdì con un nuovo capitolo!
E finalmente questa storia potrà definirsi fantasy😉

Bye🖤

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