Dentro all'incubo

De TwinsMixers

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Jane e Alan Wright sono due Gemelli quasi identici. Lei solare pronta a trovare il suo posto nel mondo, segu... Mai multe

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De TwinsMixers

Jane si alzó dal letto lentamente, aveva finito per addormentarsi alla Villa. Sam dormiva accanto a lei, il respiro lento, sembrava teso e preoccupato.
Il fatto che lo fosse per causa sua la fece sospirare mentre si avvicinanva alla finestra, aprendola.
I poliziotti entavano e uscivano, perlustrando le compagne in cerca di qualche indizio, mentre suo fratello era chissà dove.
Lasció Sam a letto uscendo dalla stanza e scendendo le scale. James era seduto in cucina, si era addormentato contro il tavolo, i vari fascicoli sparsi e il computer fermo sull'immagine di Alan.
Era stata dura con lui, l'aveva reso responsabile della scomparsa di Alan, del suo crollo emotivo mesi prima.
Quando non aveva mai davvero chiesto a suo fratello cosa fosse accaduto tra loro.
Cosa avesse spinto James in quel locale, in quella camera da letto con quella ragazza.
Gli si avvicinó prima di fermarsi quando sentì un agente parlare con qualcuno vicino alla porta. Li raggiunse, una ragazza dai capelli scuri e gli occhi chiari li sollevó su di lei.
-Come possiamo aiutarla?- il poliziotto si fece da parte.
-devo vedere l'agente Davis e l'agente Jones!-
Jane la guardó attentamente prima di parlare.
-Sam dorme e anche James. Sono impegnati nella ricerca di mio fratello!-
La ragazza entró in casa, osservando il salotto.
-Sono la sorella della ragazza del fiume, ho consegnato un diario agli agenti. Ho bisogno di sapere a che punto sono le ricerche di quel assassino!-
Jane le indicó il divano.
-La polizia in questo momento sta indagando sulla morte di sua sorella e delle altre vittime. Sono impegnate anche nelle ricerche di Alan-
La ragazza si accomodó sul divano.
-I miei genitori fanno domande. Domande alla quale io non ho risposte. Come si dice ad una madre e ad un padre il tipo di incontri alla quale la loro figlia si presentava? ho bisogno di sapere che la polizia si sta muovendo, che sta facendo passi avanti!-
Jane si sedette accanto a lei.
-So come ti senti. Il mio cuore in questo momento è diviso in due. Una parte è su per queste scale. Vicino all'uomo che amo che sta lavorando duramente per trovare risposte alle tue e alle mie domande e l'altra parte è chissà dove insieme a mio fratello e prego perchè lo riportino a casa sano e salvo!-
La ragazza le afferró la mano.
-Cosa diró ai miei genitori oggi?-
Lei ricambió la stretta.
-Di loro che stiamo facendo il possibile per rendere giustizia alla loro figlia, che daremo risposte a tutte le domande. Ci serve solo più tempo!-
Il poliziotto di prima si avvicinó al salotto, prima di entrare in cucina. Jane si scusó seguendo il poliziotto in cucina, notó il modo in chi James aprì gli occhi, sbadigliando prima di tornare a guardare lo schermo.
-Voglio il nome!-
entró in cucina e gli occhi di entrambi si puntarono sul suo viso.
-Abbiamo il nome del proprietario del veicolo!-
a Jane tremarono le gambe, qualcuno la afferró. Sam la stringeva forte contro di se.

James afferró il fascicolo di Alan uscendo dalla Villa, seguito a ruota da Sam che salì in auto insieme a Jane.
-Lei non puó venire!-
Jane si porse in avanti, quando James si voltó il viso della ragazza era a due centimetri dal suo, gli occhi verdi socchiusi e i lunghi capelli in avanti.
-Avvia il motore e raggiungi quello stronzo!-
Sam tossicchió e James rimase a bocca aperta a quella frase.
-È contro la legge Jane...Sam diglielo!-
Sam non parló mentre si accomodava contro lo schienale.
-Tenetemi fuori da questa conversazione per favore!-
-Puoi stare a discutere con me per ore. Se quello stronzo sa dove si trova Alan io voglio saperlo. Ora sta zitto e metti in moto!-
ed ecco li la parte del carattere che tanto amava di Alan uscire dalla sorella gemella, anche se terrorizzata all'idea di scoprire una verità dura era pronta a lanciarsi nella mischia.
James avvió il motore, inserendo l'indirizzo e immettendosi in strada. Quando il segnale li condusse ad una casa vecchio stile, parcheggió di fronte ad essa, spegnando il motore mentre Sam e Jane scendevano.
James li raggiunse guardandosi attorno, l'auto nera era parcheggiata sul vialetto.
Jane fece qualche passo avanti ma lui la bloccó.
-Adesso fermati. Non sappiamo se è davvero lui. Prendi un lungo respiro e aspetta!-
Sam la afferró per la mano, tirandola verso di se.
-James ha ragione. Non facciamoci prendere dalla frenesia!-
Quando James bussó, Jane guardó oltre le sue spalle. La portà cigoló appena quando si aprì e un uomo li guardó, fermo sulla soglia di casa, bloccando loro l'ingresso e puntando gli occhi su quelli verdi di Jane che rabbrividì appena.
-Il signor Adam Payne?-
L'uomo li guardó uno ad uno.
-Sono io. Cosa posso fare per voi agenti?-
James indicó l'auto nera senza guardarla, continuando a tenere gli occhi su di lui.
-Abbiamo rintracciato la sua auto da un filmato di una telecamera di fronte all'ospedale Bellevue Hospital Center il giorno in cui il Dottor Alan Wright cardiologo dell'ospedale è stato fatto salire in quell'auto e portato via-
L'uomo non si mosse, non tradì nessuna emozione.
-Sa quante auto nere come la mia ci sono nel paese? cosa vi porta qui?-
James gli indicó la targa su una delle pagine del fascicolo, la foto di Alan era in bella vista.
-Questa targa ci porta qui. Vorremmo controllare la proprietà!-
-Avere un mandato agente?-
Una bambina si avvicinó all'uomo che si spostó appena, coprendola alla vista dei poliziotti.
-Se non avete un mandato per entrare nella mia proprietà vi consiglio di farvelo avere e io saró ben disposto a mostrarvi personalmente la mia proprietà. Ora sono un padre divorziato e tra qualche ora la mia ex moglie passerà a prendere nostra figlia e vorrei evitarle la vista della polizia davanti a casa!-
James richiuse il fascicolo, guardando la bambina agrappata alla gamba del padre.
-Torneró con quel mandato!- l'uomo annuì mentre James gli dava le spalle.
Sam lo seguì stringendo la mano di Jane.
-A che pensi?-
Non pensava niente se non che fosse una pista vuota senza senso. Lui stesso aveva richiesto il mandato. Quale persona incriminata in un rapimento apriva alla polizia? Richiedeva il mandato e si proponeva per mostrarti la proprietà? Alan non era li, se anche l'auto fosse stata quella, lui non era li.
-Chiamiamo al distretto e facciamoci consegnare quel mandato. Voglio controllare l'auto!-
-E la proprietà?- La voce di Jane lo costrinse a voltarsi.
-Alan non è qui!-
Lei chiuse le mani a pugno e James la fronteggió.
-Pensi che un rapitore che puó essere rintracciato tenga davvero tuo fratello li dentro? Per come la vedo io se anche è coinvolto, il suo ruolo è stato quello di prelevare Alan dall'ospedale e rapirlo!-
Jane inizió a tempestarlo di pugni al petto, Sam fece qualche passo avanti ma fu bloccato da James che sollevó il braccio, invitandolo a lasciarla stare.
-Sono preoccupato quanto te. Ho paura di vedere Alan steso su quel tavolo quanto te. Di non poterlo riavere al mio fianco, ma affrettare le cose non lo salveranno. Avró quel mandato e controlleremo l'auto. Se è stato li dentro mi faró dire dove l'ha portato poi!-
Jane si inginocchió portando le mani a coprirsi gli occhi.
James afferró il telefono avviando la chiamata.
-Mi serve un mandato, ti giro l'indirizzo. Mi serve adesso!-
Sam aiutó Jane ad alzarsi.
-La accompagno a casa!-
James annuì afferrando una sigaretta dalla tasca e accendendola. Si guardó attorno, la via era calma. Oltre a questa casetta vecchio stile, un altra casa era presente sulla sinistra, il bip del cellulare lo riscosse. Il poliziotto conosciuto alla Villa gli aveva girato il mandato.
Quando James bussó nuovamente l'uomo lo guardó di nuovo. Sollevó il telefono mostrandogli quello che aveva chiesto.
-Allora? vogliamo iniziare?-

-Non hai toccato cibo!- Alan guardó verso l'autoparlante, il dolore alle braccia era sempre piu forte.
-Ho le mani occupate!- rispose ansimando quando le mosse appena.
La porta si aprì costringendolo a chiudere gli occhi a causa della luce che proveniva dal corridoio, l'uomo di fronte a lui indossava un passamontagna, lo guardó scomparire dietro le sue spalle e gemette quando si sentì liberare.
-Adesso, mangia!-
Alan si alzó dalla sedia mentre l'uomo si metteva tra lui e la porta.
-Non è nei miei piani lasciarti morire di fame e tu non mi darai motivo di preoccuparmene. Mangerai tutto quello che ti sarà consegnato!-
Alan sollevó gli occhi su di lui quando gli si avvicinó. Gli occhi scuri così vicini.
-Non credevo che James avesse gusti così precisi. Capelli neri, occhi verdi. Si è divertito con Grace?-
Alan lo guardó a bocca aperta.
-che hai detto?- l'uomo scoppió a ridere.
-So che Grace ha avuto il bambino e so molte altre cose successe quella notte. Non erano soli in quella stanza!-
Quando l'uomo si indicó Alan lo vide sorridere. Il pensiero che James fosse stato con due persone quella notte gli fece salire le lacrime agli occhi.
-Stai mentendo. Tu menti!-
Si sentì tirare i capelli e due labbra catturarono le sue, il gemito che ne uscì lo costrinse a distogliere lo sguardo a liberarsi da quella stretta.
-Grace ha provato a dirti la verità. Tu non hai ascoltato, troppo preso dal tuo sentimento per quello stronzo per sentire la verità. Per vedere la verità. A James frega solo di se stesso. Tu sei una preda facile per lui!-
-Non sono affari tuoi figlio di puttana. Quando James mi troverà tu...-
-Io cosa? pensi che mi spaventi? che James possa spaventarmi? Gli porteró via tutto quello che di più caro ha. Proverà quello che ho provato io quando ho perso la persona che amavo per causa sua. Grace è stata solo una pedina. Si è fatta mettere incinta!-
Alan lo guardó serio.
-Pedina? hai usato la parola pedina?-
-Il suo compito era sedurlo. Ha finito per fare sesso in quella stanza. Sono quasi dispiaciuto per quello che le succederà!-
Alan lo afferró per la giacca.
-Stai minacciando una donna che ha appena avuto un bambino?-
L'uomo si liberó, spingendo Alan contro il muro che ansimó per il colpo, portando le mani sul polso dell'uomo quando la mano su chiuse sul suo collo.
-Credi che me ne importi qualcosa di quella stupida? O ti preoccupi di quel bambino perchè è figlio della persona che ami? ti ha tradito. Quello che faró a Grace è solo l'inizio. Porteró via a James tutto. TUTTO!-
Alan tossì quando lo liberó. Accasciandosi sul pavimento.
-Ti stai dando troppa pena per una persona egocentrica!-
-tu non conosci James così bene. Non puoi parlare di lui in questo modo. Ha sempre messo la faccia. Tu ti nascondi dietro un passamontagna. Non dici la verità!-
L'uomo afferró il passamontagna, lasciandolo poi cadere a terra.
-Il mio volto non ti dice nulla, perchè James non ti ha mai detto tutta la verità.-
Alan lo guardó, aveva ragione non aveva idea di chi fosse, del perchè fosse stato portato li, ma il pensiero che potesse far del male a Grace.
-Lascia Grace fuori da questa storia. Quel bambino ha bisogno di lei!-
-Non sei tu a dettare le regole qui. Grace ha fatto la sua scelta. Sapeva sin dall'inizio cosa sarebbe successo se avesse fallito!-
Quando l'uomo uscì dalla stanza Alan si lanció verso la porta, colpendola più forte quando sentì la sicura scattare.
Doveva trovare il modo di avvisare L'ospedale. Grace era in pericolo. Il bambino lo era.

-Abbiamo le prove che Alan Wright è stato in quest'auto. Dove l'hai portato?-
L'uomo si accomodó sulla poltrona del salotto di casa sua.
-Non mi è permesso dirlo. Ho ricevuto un indirizzo telefonicamente. Non ricordo il luogo esatto. La persona che mi ha contattato non ha divulgato notizie, solo un ordine!-
James segnó ogni cosa sul fascicolo di Alan.
-L'ordine di rapire Alan?-
-Di prelevare il medico dall'ospedale con una scusa. Usare la moglie malata è servito a farlo salire. L'uomo al telefono sapeva cosa avrebbe convinto il Dottor Wright a seguirmi!-
James si sedette di fronte a lui.
-Dove l'hai lasciato dopo?-
-Un sentiero vicino al fiume, una vecchia Villa!-
Si alzó dal divano, afferrando il fascicolo.
-Agente!-
James si voltó a guardarlo.
-quell'uomo sapeva che cosa stava facendo. Fossi in lei terrei gli occhi aperti!-
James fece cenno ad uno dei poliziotto di amanettarlo.
-Che fate? ho collaborato con voi, non potete arrestarmi!-
-Sei in arresto per rapimento e se lo troviamo morto, verrai accusato di omicidio, quindi fossi in te pregherei perchè il Dottor Wright esca vivo e sulle sue gambe da quella Villa. Portalo via!-
lo guardó uscire imprecando e dimenandosi.
Quando Sam arrivó, gli mostró un indirizzo.
-Al fiume ci sono in tutto 2 Ville. In una di queste ci deve essere qualcosa!-
Il viaggio verso il fiume fu di puro terrore per James mentre Sam parcheggiava davanti ad una Villa disabitata.
Sceso, controlló il terreno, qualcuno era stato li. I segni dei pneumatici sul terreno erano freschi.
Sam seguì la casa di lato, osservando all'interno. Niente finestre, James setacció la parte opposta, afferrando la pistola e togliendo la sicura.
Aprì piano una porta, questa cigoló appena. Entró in casa.
Il rumore di qualcuno che batteva contro una porta lo fece voltare di scatto mentre Sam entrava in casa.
James provó ad aprire la porta.
-Agente Davis allontananti dalla porta!-
-James?-
La voce di Alan all'altro capo lo riscosse dall'ansia, dalla paura.
-Togliti dalla porta Alan!-
-No no, devi andare via. Grace è in pericolo!-
James puntó la pistola contro il pomello, facendo cenno a Sam di allontanarsi.
-Via dalla Porta Alan, Adesso!-
il colpo fece saltare il pomello, quando aprì la porta, si avvicinó quasi di corsa ad Alan, l'occhio destro era gonfio, del sangue gli colava dalla testa.
-Devi andare via subito. Ha detto che fará del male a Grace!-
James infiló la pistola nella fondina, portando Alan contro di se e tremando quando le braccia dell'altro ricambiarono quella stretta.
-Ero così spaventato!-
Lo sussurró guardandolo negli occhi, accarezzandogli i capelli umidi.
-Usciamo di qui adesso!-
Sam tenne aperta la porta mentre James aiutava Alan ad uscire dalla Villa.
-tu prendi l'auto. Dobbiamo portarlo all'ospedale!-
Sam corse verso la macchina, mentre James teneva Alan per la vita e controllava nei dintorni.
-come mi hai trovato?-
-La videocamera dell'ospedale. Abbiamo rintracciato l'auto nera!-
-James guardami!-
James si voltó a guardarlo e lo strinse a se quando Alan lo bació, un bacio disperato mentre si premeva contro di lui.
-G..Grazie!-
Gli asciugó le lacrime, non si era accorto che stava piangendo fino a quel momento.
-ringraziami quando saremo lontani da qui. Quello stronzo potrebbe essere ancora qui!-
Sam si fermó a pochi metri da loro.
-Corri alla macchina, ti copro io!-
Alan corse verso l'auto, seguito dallo sguardo vigile di James.
Quando fu il suo turno, tenne alta la pistola mentre si avvicinava all'auto. Si voltó di scatto quando sentì una sicura scattare, il colpo lo centró in pieno petto, silenzioso. Ansimó portandosi la mano sotto il giubotto. Si avvicinó all'auto, salendo e richiudendo la porta alle spalle e accasciandosi contro il sedile.
-Vai vai!-
Sam diede Gas lasciando la Villa di corsa.
-hai detto che Grace è in pericolo?-
Alan parló con Sam, raccontandogli cosa era successo. Il fatto che Grace fosse coinvolta in tutto lo fece gemere.
Sam fermó l'auto di fronte all'ospedale, Alan scese dall'auto seguito da Sam.
James si trascinó fuori, portandosi una mano al petto, la vista iniziava a vacillare, la voce di Alan così distante anche se lui gli era di fronte.
-James?-
Quando si accasció a terra, notó il volto di Alan sbiancare mentre gli apriva il giubotto.
-NO NO! CAZZO!-
Sam lo raggiunse mentre Alan tamponava la ferita.
Degli infermieri affiancarono Alan che urlava ordini.
-ferita da arma da fuoco. Il proiettile è ancora all'interno. Preparate la sala 1. CORRI CAZZO!-
l'infermiera corse all'interno dell'ospedale.
-James guardami, guardami!-
Se doveva morire in quel momento, voleva guardare il volto di Alan. Poteva sentire Sam accanto a se. Ma i suoi occhi non lasciarono il volto di Alan.

Alan premette con forza sulla ferita, tremando mentre lo issavano sulla barella, portandolo all'interno dell'ospedale.
-Dottor Wright. Deve farsi visitare!-
-Non adesso, non adesso cazzo!-
Jane lo raggiunse parandosi davanti a lui. Gli occhi lucidi.
-Ascolta il dottore Alan!-
Seguì James scomparire all'interno della sala operatoria.
-Mio marito è in pericolo. Io sto bene. Sono ferite della quale guariró!-
Il medico gli si paró davanti.
-Sia ragionevole. Deve farsi controllare le ferite. Quella alla testa sanguina ancora!-
Alan in quel momento esplose davvero.
-DELLA MIA FERITA ME NE FOTTO. MIO MARITO RISCHIA DI MORIRE, IO ANDRÓ DA LUI. SARÓ IN QUELLA CAZZO DI SALO OPERATORIA. TOGLITI DAI PIEDI!-
Il medico indietreggió, Jane lo guardó a bocca aperta.
Se James fosse morto per colpa sua non se lo sarebbe mai perdonato.
Entró nella sala, si ripulì svelto, indossando il camice, guanti e mascherina. James era steso sul lettono, gli occhi chiusi, la mascherina dell'ossigeno.
-L'anestesia sta entrando in circolo. Dobbiamo fermare l'emmoragia. Il foro d'entrata ha quasi colpito l'arteria!-
Alan affiancó il chirurgo, controllando i parametri vitali di James per l'intero intervento.
Uscito dalla Sala si lasció cadere lungo il muro, portando le mani tra i capelli.
-Dovresti farti vedere la ferita adesso!-
Sam gli si sedette accanto.
-N..Non dovevate venire. Quel uomo aspettava solo questo. Se James...!-
Sam gli strinse la mano.
-James se la caverà. Ha lavorato giorno e notte per trovarti. Non ti avrebbe mai lasciato in pericolo così a lungo!-
Jane gli si paró davanti.
-Permetti ai medici di controllare le tue ferite. Di medicarti!-
Alan chiuse piano gli occhi.
-Grace? il bambino?-
Fu Sam a parlare.
-Abbiamo messo un agente di guardia fuori dalla sua stanza. Stanno bene!-
Uno dei medici lo aiutó ad alzarsi, lo seguì in una delle stanze, si liberó degli abiti, lasciando lavorare i medici, la fasciatura alla testa gli bruciava parecchio, ma necessaria visti i punti di sutura che erano stati costretti ad applicare.
Nessuna commozione celebrale.
-Sto bene, smettila di guardarmi così!- si odiava per essere così duro con Jane. Ma il pensiero di perfere James lo costrinse a chiudere gli occhi, evitando di piangere di fronte a sua sorella.
Doveva essere forte, forte per se stesso e per James.

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