Airiness

By Mari_Blackstar

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[COMPLETA] A Chloe è sufficiente una canzone per lasciarsi incantare dalla voce di Irene, per cui la musica è... More

EXTRA - Premessa & Moodboard
Capitolo 1 - Ovvie conclusioni
Capitolo 2 - La voce di una fata
Capitolo 3 - Irene che si legge Airin
Capitolo 5 - L'amore che ho scelto
Capitolo 6 - Il peso sulla bilancia
Capitolo 7 - Per niente al mondo
Capitolo 8 - Conseguenze
Capitolo 9 - L'amore non basta
Capitolo 10 - Ricominciare
Epilogo

Capitolo 4 - Costellazione

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By Mari_Blackstar

Chloe si incamminò adagio tra le sedute, avendo cura di tenersi sulla sinistra. Il Lilium Ortesi era un teatro di misere dimensioni, tanto che la platea non era spezzata da alcun corridoio - la struttura classica del teatro hedeano ne richiedeva almeno tre, due verticali e uno orizzontale - ma il soffitto e le balconate delle piccole logge sfoggiavano incantevoli affreschi. Un giglio bianco era il cuore di una composizione floreale che abbracciava l'intera struttura, stiracchiandosi con rami sottili e foglie che accoglievano petali coloratissimi. Sarebbero stati magnifici senza le decorazioni dorate che riempivano ogni angolo vuoto, soffocandoli con i ghirigori che lo stile imperiale ostentava con vanto, ma erano certo più gradevoli delle pitture angeliche che di norma caratterizzavano gli antichi palazzi di Hedea.

Irene la seguiva con le mani strette attorno alla tracolla, che ogni tanto liberava per sistemare le pieghe della vaporosa gonna floreale. Le ballerine nere le donavano più degli stivali, esaltando le gambe morbide velate da calze sottili, e l'abito aveva una scollatura a barca più ampia sulla schiena, mettendo in mostra i piccoli nei che la attraversavano come una costellazione. Era stata Irene a definirli così: da piccola, le aveva raccontato, trascorreva ore allo specchio cercando di disegnare una qualche immagine tra quelle stelle scure, credendo che se ci fosse riuscita sarebbe giunto un angelo per esaudire un suo desiderio.

Non aveva avuto successo, però. E Chloe non era di certo un angelo, ma quanto al suo desiderio forse poteva qualcosa.

«Sediamoci qui, così non rischiamo di disturbarlo» sussurrò ad Irene, guidandola verso una fila di sedie a metà distanza dal palco. «Ci raggiungerà quando avrà finito di esercitarsi.»

Irene però restò immobile, gli occhi sbarrati puntati verso il palco. «Quello è Ianteh Zeppeli?» mormorò, pronunciando con cura ogni sillaba. «Hai detto di conoscere qualcuno nel teatro, non di conoscere Ianteh Zeppeli! Sul serio sei sua amica?»

«Sì, certo.» Chloe si umettò le labbra, piegando la testa di lato. «A dire il vero, l'anno scorso siamo stati insieme. Per qualche mese.»

«Sei stata fidanzata con Ianteh Zeppeli?»

C'era una tale meraviglia nei suoi occhi che Chloe non poté fare a meno di ridacchiare. «Non sapevo che fossi una sua ammiratrice.»

«Chiunque sia un vero appassionato di teatro è un suo ammiratore, e chi dice no mente. Sante Stelle, non riesco a credere che sto per incontrarlo sul serio!»

Chloe ridacchiò di nuovo, spostando lo sguardo sul palco. Ianteh non godeva della fama di un attore di Modreja, i cui nomi erano noti persino a chi non aveva mai visto uno spettacolo, ma nel pensarlo le veniva naturale aggiungere un per ora. C'era chi aveva talento, chi dedizione e chi passione; Ianteh aveva tutte le cose. Il monologo che stava recitando dava vita al palco vuoto e ombroso, e Chloe dimenticò persino che fosse una recita fin quando non lo sentì chiamare il suo nome.

Ianteh svanì dietro le quinte e riapparve poco dopo da uno degli ingressi laterali, avvicinandosi a loro con un ampio sorriso. Il suo volto sembrava scolpito dal più talentuoso artista hedeano: tratti armoniosi e delicati, naso dritto e pelle priva di imperfezioni. Non un velo di barba - Ianteh l'amava negli altri quanto la odiava su se stesso - e sopracciglia rifinite, più scure dei ciuffi biondo miele che spingeva morbidamente all'indietro. Contornava gli occhi con una linea sottile di kajal nero, che rendeva il suo sguardo più penetrante.

Le iridi avevano la stessa sfumatura del Sihir, che era ancora considerato un buon presagio in molte città di Sayfa. Qualcuno sosteneva che avere occhi o capelli di quel viola indicasse l'essere per certo un Dotai, sebbene la scienza continuasse a smentirlo. E Ianteh in effetti era un Dotai, anche se non aveva sviluppato nessun Naru; sapeva condurti a una Fonte o a una Cava con precisione, però, ed era una capacità pagata profumatamente. Chloe riusciva a percepire la loro vicinanza solo quando erano abbastanza vicine da poterle vedere.

Il suo abbigliamento non era mai banale. Quel pomeriggio indossava una blusa attillata dal tessuto semitrasparente, attraversata da motivi neri arabescati. L'orlo delle maniche e l'ampio scollo erano abbelliti con una striscia di pelliccia, mentre i pantaloni aderenti recavano dei tagli sulle cosce, sostituendo per un'abbondante porzione la pelle nera al pizzo decorato.

Jiyu non faceva differenza tra uomo e donna nel vestiario - a cambiare erano solo le forme per adattare i modelli all'uno o all'altro corpo - ma Chloe sapeva che a Sayfa in molti avrebbero storto il naso di fronte a quella scelta, giudicandola poco virile. Le era comunque impossibile accostare quell'epiteto a Ianteh: sfidava la moda tradizionale senza mai apparire fuori posto. Lo stile della blusa, ad esempio, era pensato per una donna, ma esaltava così bene il suo fisico asciutto che si sarebbe potuto pensare il contrario.

Irene lo guardava con gli occhi sgranati e l'aria sognante, rapita dal suo fascino. Era palese che stesse cercando di trattenersi per non darlo troppo a vedere, ma le labbra continuavano a incurvarsi verso l'alto e gli occhi sfuggivano al suo controllo e scivolavano giù, scrutando ciò che la blusa le concedeva di intravedere.

Chloe sorrise. Capiva fin troppo bene come doveva sentirsi: Ianteh faceva quell'effetto a chiunque; se non fosse stato accertato che non possedeva un Naru, Chloe avrebbe giurato che dipendesse da quello.

«Chloe, cara!» esclamò Ianteh, baciandola su entrambe le guance. Quando non recitava, l'accento aperto di Hedea era marcato. «Avresti potuto annunciarti, per te avrei interrotto.»

«Lo so, per questo non l'ho fatto.» Chloe sorrise, spostandosi di lato per lasciare spazio ad Irene. «Lei è la ragazza di cui ti ho parlato.»

«Irene Hummingbird, è un vero piacere conoscervi!» trillò Irene, allungando la mano. Il modo che aveva di porgerla tradiva l'educazione dunier: non laterale, in posizione per una stretta, ma con il dorso verso l'alto.

Ianteh l'assecondò. Accolse la piccola mano tra le sue e si inchinò, piegando il ginocchio fin quasi a toccare il suolo. «Voi, addirittura? Sono lusingato, Irene cara, ma non ce n'è bisogno. Certe cose creano troppa distanza: preferisco che mi sia dato del tu, come si farebbe con un amico, non trovo modo migliore per cominciare una conoscenza.»

«Ho visto i vos- i tuoi spettacoli» si corresse subito, le spalle rigide e la voce tremante d'emozione. Ianteh non era neppure un aristocratico, ma Irene lo guardava come se fosse l'ex principe in persona. «Beh, quasi tutti. Quelli che sono riuscita. Ho amato "Il Duca di Ebony": la tua interpretazione del Duca è stata fantastica, il confronto finale con Lashara è valso da solo il biglietto!»

Il viso di Ianteh si illuminò, offrendo un sorriso più ampio. «Ecco, queste lusinghe le accetto volentieri, invece. Ti ringrazio di cuore.» Si portò una mano al petto in un cenno del capo, poi la allontanò in un gesticolare leggero. «Ma ora parliamo di te, cara. Chloe mi raccontava che aspiri a diventare una cantante, ma di che genere?»

«Ballata popolare.» Irene arricciò appena il naso a quella definizione, insoddisfatta. «Mi piace pensare al mio stile come punto d'unione tra l'operetta dunier e la musica leggera hedeana. Per comporre suono la chitarra, ma talvolta immagino un accompagnamento di archi, che sarebbe più adatto.»

«Conosci qualcuno di adatto a cui poterla presentare, con queste premesse?» s'intromise Chloe, addolcendo il tono.

«Che sciocchezze, Chloe cara: conosco sempre qualcuno di adatto.»

«Ho pensato di fare esperienza in un coro, per cominciare» aggiunse Irene con urgenza, schiarendosi la voce. «Sono un soprano. Ho studiato lirica per un solo anno, ma canto da quand'ero bambina e ho cominciato a seguire lezioni professionali a tredici anni. Non pretendo nulla, ma se ci fossero dei provini aperti mi piacerebbe partecipare. Qualunque città andrebbe bene, sono disposta a spostarmi.»

«Oh, ma perché accontentarsi? L'umiltà è una virtù squisita, ma le stelle brillano oltre il nostro cielo, mia cara. Non temere di puntare alla loro luce, c'è solo bellezza in questo.»

Chloe si coprì la bocca con la mano, celando il suo sorriso divertito. Irene aveva le gote arrossate e lo sguardo perso di una bambina, con le labbra schiuse in una piccola "o" di meraviglia. Esisteva una creatura più adorabile?

«È che non vorrei darti troppo disturbo...» mormorò Irene, lo sguardo basso.

«Non mi pesa affatto, tranquilla. Farei qualsiasi cosa per la mia adorata Chloe, tra cui perdonarla perché se ne approfitta spudoratamente.» Ianteh ammiccò in un soffio divertito, rivolgendo a Chloe un sorriso complice. Chiunque avrebbe pensato a un'esagerazione, ma lei sapeva quanto fosse sincero. Ianteh aveva provato a cambiare sé stesso e il suo modo di amare, per lei; non avrebbe dovuto farlo - e lei non avrebbe dovuto chiederglielo - però era successo.

«Se poi il favore richiesto è supportare una fanciulla di talento, diventa un piacere» proseguì Ianteh, dedicando il suo sorriso ad Irene. «Non dubito che tu lo sia, perché Chloe non spende parole ardenti di entusiasmo per chi non le merita. Se però volessi concedermi una dimostrazione, per soddisfare la mia curiosità...»

Lo sguardo di Irene cambiò. Drizzò le spalle e sfoderò una tale grinta da scacciare ogni imbarazzo. «Mostrami l'accesso al palco.»



Finalmente facciamo la conoscenza di Ianteh! Non vedevo l'ora di presentarvelo, come si può notare dai paragrafi spesi per il suo ingresso in scena... XD

Anche oggi si sfrutta il potere della raccomandazio- ehm, delle conoscenze. E Ianteh ne ha davvero parecchie: di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, è altamente probabile che Ianteh sappia indirizzarti da qualcuno che può aiutarti, e Chloe lo sa bene!

Qualcuno ha notato il riferimento al secondo capitolo di Bluebird? 👀 Se la vostra memoria fa cilecca, ci penso io: "Il Duca di Ebony" è lo stesso spettacolo che Chloe sfrutta per convincere Brycen a uscire con lei la prima volta, citando il personaggio di Leshara :3

Note: Sì, il cognome di Ianteh è ovviamente una Jojo's Reference!

Il suo abbigliamento, invece, è ispirato a un completo di Seth Rollins, un wrestler della WWE. Sfoggia sempre degli outfit che mi ricordano un sacco Ianteh! 😍

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