Ultra Violet

Autorstwa JulietMCooper

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Le persone non sono mai del tutto buone o del tutto cattive, e questo Yulis lo ha imparato presto a sue spese... Więcej

Not-A-Chapter: "Extra, extra, read all about it"
Chapter 1: "Maple Syrup in my hands"
Chapter 2: "So keep your eyes on me now"
Chapter 3: "Everything you do I'm obsessed with you"
Chapter 4: "Ice it out, bust it down"
Chapter 5: "Carry the weight"
Chapter 6: "Welcome to the new starting line"
Chapter 7: "Make flowers bloom in my blue room"
Chapter 8: "Let me take you for a joyride"
Chapter 9: "Instead of stressed, I lie here charmed"
Chapter 10: "My Lucifer is lonely"
Chapter 11: "Hands up, we can go a little longer"
Chapter 12: "All the way down"
Chapter 13: "Bigger than giants"
Chapter 14: "Draw the line up"
Chapter 15: "Truth catches up with us eventually"
Chapter 16: "I know you don't do one night stands"
Chapter 17.5: "Gossip, gossip, I think I've lost it"
Chapter 18: "Prove yourself and... RISE!"
Chapter 19: "Talkin' like I'm taller than the trees"
Chapter 20: "I never signed up for your drama club"
Chapter 21: "A blade on her thigh"
Chapter 22: "There's a meeting in my bed"
Chapter 23: "Comin' with the bad bitch magic"
Chapter 24: "One shot in the air"

Chapter 17.0: "Gossip, gossip, I think I've lost it"

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Autorstwa JulietMCooper


La sala in cui erano stati accolti gli invitati era immensa, interamente decorata sui toni del bianco argenteo e del rosso, i colori tipici della Divisione Giapponese della Federazione di Eroi. L'ingresso era stato lasciato pressoché libero, giusto un paio di lunghi tavoli occupavano le pareti laterali e offrivano ghiotti stuzzichini e flûte di champagne come benvenuto. Morbidi tessuti purpurei, della stessa tinta delle tovaglie, scendevano a volta dal soffitto, creando un gioco di luci e ombre assieme agli enormi lampadari che in parte venivano nascosti dalle stoffe, smorzando l'intensità dell'illuminazione. C'era una musica leggera ma allegra ad accompagnare i passi e il chiacchiericcio generale, e riempiva l'aria di freschezza e vivacità.

In fondo si ergeva il punto d'interesse preferito dai fotografi: una lunga e scenica scalinata cerimoniale di marmo cangiante con balaustra rossa a spiccare in contrasto, la quale si divideva in due rampe di scale divergenti che portavano alla sala congressi, il vero e proprio fulcro della cerimonia di proclamazione della Hero Top Ten.

Questa era addirittura più capiente e spaziosa, in grado di permettere il movimento e la socializzazione di un migliaio di persone, con un soffitto alto ad arco impreziosito da un dipinto di arte moderna e un'acustica degna di un teatro d'opera. Un palcoscenico era predisposto nella parte finale della sala e sopra di esso svettava un enorme schermo. Ai piedi del palco brulicavano tavolate rotonde in grado di accogliere fino a dodici commensali ciascuna, mentre al centro dell'ambiente e ai suoi lati erano state sistemate le postazioni dei cuochi e del buffet.

Yulis era ancora stretta al braccio di Shogo mentre avanzava con passo adagio sotto gli archi luminosi della sala. Sorrideva e salutava ogni volta che qualcuno incrociava il suo sguardo, lo faceva anche con quelli che si voltavano solo per scrutarle la schiena senza il minimo pudore. Ogni tanto si fermava a scambiare qualche parola con quei colleghi provenienti da ogni parte del Paese con cui aveva avuto a che fare e che, come lei in quel frangente, stavano passeggiando da un lato all'altro della stanza. Riusciva ad associare i nomi ai volti della maggior parte di loro, ma camminare al fianco del proprio patrigno le garantiva una conoscenza potenziale molto più approfondita su ognuno.

- Quello laggiù, vicino alla porta, è Simon Bernard, Mentalista e ricercatore piuttosto rinomato di oltre oceano. Mentre, a poca distanza, quello che si è appena ingozzato di tramezzini al buffet è Takumi Goro, un Mutaforma del distretto di Nagoya. - le sussurrò all'orecchio con una punta di divertimento. - Goro ha la stessa età dei tuoi amici, forse ti ricordi di lui: avete frequentato insieme il primo biennio all'accademia, prima che si trasferisse più a ovest. La sua abilità, Vision, gli permette di vedere anche ciò che ha alle spalle. -

Yulis ammorbidì la tensione accumulata sulle sopracciglia e si mordicchiò le labbra. - Ma certo, Goro! Se non erro, Vision si manifesta tramite quel suo... uhm, terzo occhio sulla nuca. - mettendo insieme vecchi ricordi, tentò di reprimere quel brivido di disgusto che insisteva per manifestarsi e ringraziò che con Lilith, nonostante tutto, le fosse toccato un destino più clemente.

- Un'abilità piuttosto particolare, quella di Goro. Peccato che all'epoca la usasse solo per copiare durante i miei esami. -

Yulis ridacchiò e ondeggiò sui talloni. - Qualcosa mi dice che non rientrava tra i tuoi studenti preferiti. -

- Mai avuto studenti preferiti. - replicò secco, assottigliando il taglio degli occhi per rifilarle un bercio.

- Bugiardo. - cantilenò la ragazza, allungando l'ultima sillaba. Notò in Shogo un leggero cambio di espressione, ma non vi diede troppo credito dato che quell'ombra svanì con la stessa velocità con cui era apparsa.

- Stai insinuando che nei sette anni di accademia ho mai fatto dei favoritismi nei tuoi confronti? -

- Nei miei? Oh, no... però devi riconoscere che c'erano un paio di studenti a cui tenevi in modo particolare. Potremmo chiederlo a Dominic, non credi? -

- Che sciocchezze vai dicendo, Yulis. - Shogo gonfiò appena le guance, soffiando fuori l'aria in uno sbuffo. - Non ci sono mai stati trattamenti speciali, ma solo del ponderato affiancamento. Non tutti i ragazzi che si iscrivono al corso per diventare eroi possono vantare una dedizione come la tua, o l'innata fiducia in se stessi che anima Leonard Hartman. -

- Non hai tutti i torti. - Yulis si strinse nelle spalle e sospirò lentamente. - Nonostante il potenziale, Dominic ha sempre avuto qualche problema ad accettare la sua abilità. Ha temporeggiato parecchio anche prima di entrare a far parte della squadra, come se non... si sentisse all'altezza del ruolo. -

- Proprio poco fa parlavamo dei pregiudizi nei confronti dei Virtuosi... - giocherellò con il proprio bicchiere, facendo ondeggiare il vino scuro al suo interno. - Non è semplice avere a che fare con questo ambiente. A volte è necessario prestare pazienza, e spesso questo vuol dire anche imparare a farsi scivolare addosso sguardi e atteggiamenti poco cordiali. Se il tuo carattere non è in linea con questo genere di consapevolezza è ancora più ostico abituarsi, e io credo di averlo imparato a mie spese. -

- La signorina gradisce del vino? -

Yulis e Shogo si voltarono sorpresi in direzione della voce.

- O-oh, mi scusi. Non mi ero accorta che... - la ragazza tossicchiò e spostò lo sguardo sul cabaret presentato sul palmo del cameriere di sala, poi sorrise. - Penso che attenderò un prossimo giro di bianco. Grazie comunque. -

Il cameriere tirò le labbra pallide in una smorfia e si esibì in un piccolo inchino prima di dileguarsi.

- Stavi dicendo, Shogo? - domandò Yulis, con gli occhi ancora fissi sulla silhouette che si allontanava.

- Niente di diverso da un discorso già concluso, ora non ha importanza. E tu, piuttosto, ricordati di non esagerare con l'alcol prima del reveal. -

Yulis alzò gli occhi al cielo, installando sul volto una finta aria drammatica. - Agli ordini, papà. - quando si accorse di quell'improvviso rossore sulle guance, seguito a ruota da un borbottio fitto e confuso di sottofondo, non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risata. Animata da una sferzata di intraprendenza, gli gettò le braccia al collo e lo strinse a sé. - Grazie infinite per non avermi fatta cadere. -

Per un attimo, Shogo rimase imbambolato e con le labbra dischiuse, poi le picchiettò la schiena nuda in una carezza un po' goffa. - Non c'è molto da ringraziare, è un miracolo non essere inciampati entrambi. Inondati da tutti quei flash e quegli schermi, ero nervoso quanto te. -

Yulis rise ancora e lo lasciò andare, lisciandogli poi il colletto della camicia con le dita.

- ¡Mi querida! -

Quel timbro vibrante e pieno di brio la raggiunse in uno squillo. Yulis si ritrovò presto stritolata in un abbraccio, e nell'istante successivo notò il sorriso di Shogo farsi più ampio.

- Noora! - non appena le fu possibile voltarsi, gli occhi si accesero dello stesso entusiasmo che animava quelli della ragazza. - Accidenti, sei davvero splendida! -

Definire Noora "splendida" era un eufemismo.

I capelli corti e luminosi, leggermente mossi, erano raccolti alla destra del suo viso per mezzo di una riga laterale. La pelle ambrata faceva risaltare ancora di più il trucco dorato che le impreziosiva palpebre e guance in una spruzzata di brillantini, mentre le labbra erano coperte di un velo color nude che accentuava la spigolatura dell'arco di cupido. Il carattere intraprendente e un po' provocatorio che da sempre l'aveva distinta si respirava anche a distanza di metri grazie al suo abbigliamento: aveva optato per una tuta pantalone con corpetto rigido a cuore, un'ottima controtendenza rispetto alle vecchie e desuete consuetudini del Gala che da sempre prevedevano per le donne solo abiti da sera.

Ma Noora era Noora.
Esprimeva se stessa in ogni situazione, con ogni mezzo possibile, a prescindere dalle regole.

- E tu sei un vero schianto in questo tubino. Ti ha vestita Les Fleures du Mal, non è vero? -

- Sempre Emma, sempre Les Fleures. - confermò Yulis. - Se chiedessi a un altro stilista, probabilmente mi ridurrebbe a brandelli con uno dei suoi affilatissimi strumenti. -

- Conosco Emma-mani-di-forbice solo di fama, ma sembra proprio quel genere di donna che non vorresti mai incontrare in una squadra avversaria. - scrollò le spalle, poi fece un passetto indietro per ammirare meglio Yulis. - Però è vero che come stilista ci sa davvero fare: insomma, ¡mìrate! - senza un accenno di imbarazzo, Noora appoggiò la punta delle dita in corrispondenza del seno di Yulis, per poi farle scivolare in rapidi ghirigori per l'ombelico e sui fianchi. - Il taglio è perfetto per la tua corporatura e risalta la tua vitina microscopica. E questo colore sfumato...! Questo lavanda che si fa via via più intenso man mano che scivola sulle gambe... e a proposito di gambe, Yulis, lo spacco è da far girare la testa. Vedi che avevo ragione? La giarrettiera con gioiello sulla coscia a vista non poteva mancare. Non lo pensa anche lei, signor Nishikawa? -

Yulis riuscì a distinguere un gradiente di tonalità diverse attraversare le guance dell'uomo, che per tutto il tempo della chiacchierata si era limitato ad ascoltare pazientemente. Senza lasciargli il tempo di bofonchiare una risposta, Noora si sporse a sistemargli la cravatta, incalzando sul suo imbarazzo.

- Questo completo le dona moltissimo. - mormorò, guardandolo dritto negli occhi mentre la sinistra portava il nodo verso l'alto e la destra tirava il lembo di tessuto verso il pavimento. Il contatto fu questione di un attimo, perché si allontanò di un paio di passi ancora prima che Shogo potesse rendersi conto della vicinanza esagerata che aveva conquistato invadendo con grazia il suo spazio personale. - L'antracite è il suo colore. -

L'uomo tentò di balbettare un ringraziamento, mentre Yulis si affrettò a prendere a braccetto l'amica con una marcata enfasi. - Shogo mi ha detto che sei stata la sua fonte di informazioni per la preparazione al Gala. Sono davvero fortunata ad avere un'amica tanto preziosa e appassionata come te. -

Noora le sorrise, civettuola, ignorando deliberatamente la punta di acidità con la quale aveva condito quelle parole. - Per la mia pupa preferita, questo e altro, mi amor. -

- Noora è stata davvero di grande aiuto. Senza di lei, non avrei saputo come muovermi in tutto questo... trambusto pomposo. - confermò l'uomo in tono serio, e subito dopo prese un lungo sorso dal bicchiere. - Ora vi lascio alle vostre conversazioni e ne approfitto per salutare Bernard, dato che sono almeno un paio di anni che non abbiamo l'occasione di incontrarci di persona. Con permesso, fanciulle... -

- A più tardi, Shogo. - Noora gli dedicò un sorriso entusiasta. - Sappi che passerò a reclamarti per un ballo e che non sono disposta ad accettare una risposta negativa! -

L'uomo arrossì vistosamente e bofonchiò qualcosa di incomprensibile. Diede un buffetto sulla guancia alla sua figlioccia e si allontanò in direzione del collega ricercatore.

Yulis attese che fosse distante almeno una decina di metri prima di rifilare all'amica un pizzicotto sul braccio.

- Vaya, ¿qué pasò? -

- Niente "qué pasò" con me. Ancora con questa storia? -

- Storia? Quale storia? -

- La storia di te che flirti in maniera davvero poco velata con Shogo. - con fare stizzito e un cipiglio alzato, appoggiò le mani sui fianchi. - E che continui a chiamarlo "signor Nishikawa", nonostante tu lo conosca da quasi vent'anni. -

- Oooh. - Noora sogghignò sorniona. - Quella storia. Ma non posso farci niente, Yulis, sai benissimo che Shogo è l'unico uomo che potrebbe farmi cambiare idea sul concetto di relazione. È il fascino dell'intellettuale che si unisce a quello dello scapolo d'oro: per me è una combo micidiale, i tipi come lui sono quelli che mi fanno perdere la tramontana. -

- E i pantaloni. - sottolineò, tagliente.

- Per una volta in vita mia, giuro che volevo essere fine. - Noora le restituì il pizzicotto. - E comunque, chiamarlo per cognome mi diverte da morire: il daddy mi fa sangue. -

Yulis si ovattò le orecchie e spalancò le palpebre con fare incredulo, mentre gli angoli della bocca minacciarono di incurvarsi verso l'alto. - Non voglio più ascoltarti! -

Allargando il ghigno, Noora le si fece ancora più vicino, prendendole le guance tra i palmi con tutta l'intenzione di continuare a stuzzicarla. - Ha degli occhi così profondi e magnetici, un timbro talmente seducente che starei ad ascoltarlo per ore intere anche se leggesse ad alta voce l'elenco telefonico. E quelle mani, dios mìo, quelle mani... se penso al modo in cui potrebbe toccarmi, a quello che potrebbe fare... -

- Noora Hernandez! - tra riluttanza e divertimento, Yulis si liberò di quelle moine con una scrollata di spalle. - Devo davvero ricordarti che è di mio padre che stai parlando? -

- E qual è il problema? Ammettilo: sarei una madrastra migliore di tante altre. -

Come prevedibile, l'eroina incrociò le braccia al petto e le rifilò un'occhiata torva.

- Su, su... togli quel muso e sorridi, Yulis, così poi ti portiamo a prendere il gelato che ti piace tanto. -

- La pianti con queste uscite imbarazzanti? -

- Non è colpa mia se mi accende come un fuoco da campeggio. -

- Smettila! - Yulis le puntò il dito contro. - Non un'altra parola su Shogo, o giuro che ti boicotto l'intervista di fine serata! -

Noora assunse una finta aria sconvolta, inclinando il mento di lato e portandosi una mano al petto. - Non ci credo, l'innocente Yulis Parker che tenta di avere la meglio con un ricatto! Sono fiera di te! -

Le due scoppiarono a ridere all'unisono, poi tornarono ad abbracciarsi. Noora le schioccò un sonoro bacio sulla guancia e puntò gli occhi nei suoi. - ¿Nerviosa, mi querida? -

- Si nota tanto? -

- Beh, l'assenza di rossetto fa intuire qualcosa... - le sorrise, comprensiva. - Qualunque sia il risultato della Top Ten di stasera, tu sei stata pazzesca e hai costellato il tuo anno di successi. E, joder, con questa nuova manifestazione hai attirato l'attenzione di tutti, si continuerà a parlare di te e delle tue ali ancora per un bel po'! -

- Non credo sia necessariamente una cosa positiva... -

Yulis si mordicchiò il labbro inferiore e spostò lo sguardo lontano, perdendosi per un istante nel chiacchiericcio confuso e animato degli invitati. Da quando aveva mostrato al mondo le potenzialità di Lilith, erano più le occhiate guardinghe che riceveva di quelle pregne di ammirazione: a detta dei più diffidenti, non era normale possedere più di due abilità, così come non era normale nascere come Mentalista e ritrovarsi a venticinque anni con un paio di ali a svettare dietro la schiena.

- Ay, non ci siamo. Ti serve proprio una scopata, o qualcosa di forte da bere. O magari entrambe. -

- Noora... - Yulis espirò pesantemente e chiuse gli occhi, ricordandosi di non sprimacciarli con le dita e di salvaguardare ombretto e mascara. - È solo un po' di nervosismo, tutto qui. Vedrai che domattina sarò molto più rilassata. -

- Por supuesto, Yulis. Però, almeno stasera, potresti aiutare il tuo corpo a rilassarsi con una bella botta di endorfine? Questo posto brulica di eroi e uomini che farebbero carte false pur di finire a letto con una come te, scommetto che puoi trovarne almeno uno di tuo gradimento. Una cosa da una notte e via, senza pensieri, ma con tanti orgasmi. Basta solo rimanere alla larga dagli ex, perché il tuo repertorio è ricco di sposati e di stronzi, e io ci tengo alla tua salute mentale. -

Yulis fece per replicare, ma rimase con le labbra dischiuse e l'indice puntato verso l'amica. Di eroi di suo gradimento ce n'erano un paio, per la precisione, ma per cause di forza maggiore non avrebbe potuto dirle nulla a riguardo.

Quasi in un automatismo, gli occhi vagarono per la sala alla ricerca di un ciuffo ossigenato, portato indietro per l'occasione, e di una testa rossiccia dalla nuca rasata. Non ci volle poi così tanto per individuare Leo e Gareth in un gruppetto poco distante: erano in compagnia di Selenae e Candace, come da irremovibili piani, e stavano chiacchierando con qualche vecchio compagno di corso. Rilassati, allegri, del tutto a loro agio...

Una fitta di gelosia le pungolò il petto e Yulis fu costretta a distogliere lo sguardo non appena gli occhi del suo migliore amico incrociarono i propri. Dall'ultima serata Riser avevano trascorso davvero poco tempo libero insieme, e con quel clima ancora teso di certo nessuno di loro aveva più sollevato l'argomento.

- Stavi di nuovo guardando Gareth? -

Colta in flagrante, precipitò l'attenzione sull'amica. - N-no! - si umettò le labbra per ribattere, poi però si arrese e abbandonò le spalle in un lungo sospiro. - ...Sì. -

- Yu... dovresti dirglielo, prima o poi. -

- Siamo amici e siamo colleghi. - minimizzò, giocherellando con uno dei bracciali al polso. - Sarebbe un casino gestire qualche altro tipo di rapporto, nella nostra attuale situazione. Va bene così. -

- Sai che non sono d'accordo con questo tuo pensiero, ma se può consolarti... quel cameriere tanto carino laggiù ti sta fissando da un po'. - Noora afferrò Yulis per i fianchi e la fece ruotare in direzione delle tavolate predisposte per la cena. - Dai ascolto alla saggia vocina nel tuo orecchio: scooo-paaa-taaa. Niente di più, niente di meno. -

L'eroina ridacchiò per tentare di alleggerire l'imbarazzo e le allungò un pizzicotto. - Puoi smettere di tentare di appiopparmi qualunque essere pene-munito su cui si posano i tuoi occhi? -

- Hey, non sminuire la mia selezione: ho degli standard molto elevati, per te. E quello è un gran bel pezzo di standard. -

- "Un gran bel pezzo di standard"? - questa volta, si lasciò andare a una risata più leggera.

- Invece di prendere per il culo il mio linguaggio tecnico, dimmi che quell'altro figo da paura sta venendo proprio qui per parlare con noi. -

- Figo da... - Yulis si voltò indietro per comprendere quale fosse il nuovo soggetto della conversazione, ma non appena gli occhi riconobbero una figura familiare aggrottò la fronte, scettica. - James Wallace? Il figo da paura sarebbe James? -

- Sì, miss-discrezione. - abbassando lo sguardo, Noora si pizzicò la parte alta del naso. - Parlo proprio di quel fregno del tuo nuovo mentore. Che, tra parentesi, non ti sei ancora scopata e non mi hai nemmeno presentato. -

- Ma non mi interessa andare a letto con lui! -

- Motivo in più per presentarlo a me! -

Yulis, stordita da quell'assurda logica, non seppe come controbattere e si limitò a sfarfallare le ciglia.
Noora era... Noora.

- Le gemelle sono a posto? -

- Sì, Nor. Le tue tette sono in bella vista, come al solito. -

- Muy bien. - e con un sorrisetto soddisfatto, arricciò le labbra come un micio.

- La vuoi sapere una cosa buffa? Sto per presentarti a James Wallace in via ufficiale, ma una parte della mia coscienza si sente già responsabile per ciò che potrebbe derivare da questo incontro. -

- Se intendi dire che finiremo a scopare nel guardaroba ancora prima dell'inizio dell'After Party, io non ci leggo nient'altro che una previsione accurata. -

- Ecco, vedi? Stavo proprio per parlarti dei suoi atteggiamenti scontati da cascamorto, ma forse è lui che dovrei mettere in guardia da te e dalla tua attitudine mangiauomini. -

Scottata, ma al contempo divertita, Noora le arrivò un colpetto allo sterno per poi scoppiare in una risata. - ¡Pendeja! -

- Ya tebya tozhe lyublyu. - ridacchiò Yulis, facendole l'occhiolino.

Un profumo intenso ma piacevole di mandarino e cuoio arrivò di prepotenza alle loro narici, distraendole.

- Spero possiate perdonarmi per l'interruzione, ma non ho potuto fare a meno di notare che le due donne più belle dell'intera sala se ne stavano tutte sole, in un angolo, e per di più senza nulla da bere in mano. Champagne? -

Yulis, di buon umore soprattutto grazie all'influenza di Noora, invece che esternare il proprio disappunto per quella banale frase d'apertura, si limitò a sorridere e ad accettare il flute. - Ciao anche a te, James. -

- Sei davvero incantevole, Yulis, questa sera più che mai... - le fece un rapido inchino, per poi voltarsi verso Noora. - E questa bellezza mozzafiato è...? -

- James, ti presento Noora Hernandez, giornalista e inviata speciale di Tokyo Broadcasting System, nonché mia amica d'infanzia. Non troverai una donna sagace e intraprendente quanto lei in tutta la sala. - mantenendo il sorriso, portò una mano in direzione di James. - Noora, questo è James Wallace, eroe d'élite della Divisione Americana e mio nuovo mentore d'eccezione. -

- Migliore amica. - sottolineò Noora, allungando le labbra in un sorriso. Senza mai distogliere lo sguardo da James, tese la destra per una presentazione formale. - È un piacere conoscerla, signor Wallace. -

L'eroe, dopo aver ricambiato la stretta ferma e sicura della giornalista, ne avvicinò il dorso alle labbra per sfiorarlo. - Spero di potermi guadagnare presto la possibilità di darci del tu, signorina Hernandez. -

Noora ritirò con garbo la mano e strozzò sul nascere un risolino, risolino che però non sfuggì all'orecchio attento di Yulis. - La serata è ancora lunga, signor Wallace. -

Il volto di James si illuminò, anche se fece di tutto pur di non rendere quel sorriso speranzoso troppo palese. - Quindi... voi due vi conoscete da tanto tempo? -

- Da quando mi sono trasferita qui a Tokyo. - confermò la più giovane, sorseggiando qualche bollicina. - Eravamo piccole, ci siamo incontrate la prima volta a una terribile lezione di danza. -

- "Terribile" non rende bene l'idea! - rincarò Noora. - Eravamo le uniche bambine a essere scoordinate anche negli esercizi più stupidi, Yulis poi mancava di grazia anche solo nel mettere un piede davanti all'altro, quindi era già entrata nel mirino dell'insegnante. -

- Noora! -

La ripresa imbarazzata di Yulis coprì la risata di James.

- ¿Qué? ¡Es verdad! E poi, se vogliamo proprio dirla tutta, con il musetto cupo che avevi quel giorno nessuna si sarebbe avvicinata a te per fare amicizia. -

- E-ero spaventata! Avevo sette anni, ero in un posto nuovo, e a malapena spiaccicavo qualche parola di giapponese... non era colpa mia se le altre bambine non mi capivano! -

- Che... ¡mentirosa! - Noora rise e le pizzicò un braccio. - Tu non volevi che le altre bambine ti capissero, è diverso, per questo parlavi solo in russo. Facevi paura! -

Yulis arrossì a dismisura e incrociò le braccia al petto, borbottando qualcosa di sconclusionato a proposito di ricordi falsati.

- E come mai, signorina Hernandez, lei non ha avuto problemi ad avvicinarsi a una piccola Yulis così poco aggraziata e scontrosa? -

- Perché eravamo sulla stessa lunghezza d'onda. E un pochino mi faceva tenerezza: tutta arrabbiata e tutta sola, a prendersela con se stessa ad alta voce perché non riusciva a fare un plié. -

- Allora posso confermare che non ha perso certe sue abitudini. - ridacchiò. - Ma ditemi, signorine, sono curioso: la barriera linguistica non è stata un problema? -

Yulis, leggermente infastidita, prima si preoccupò di fulminare entrambi, poi assottigliò il taglio degli occhi. - La signorina Hernandez qui presente è una fortunatissima Virtuosa... può comprendere qualunque lingua straniera, anche quelle mai sentite in precedenza. -

- Qualunque lingua? - chiese James con ammirazione e stupore.

- Qualunque lingua. - confermò la diretta interessata, senza scollare gli occhi da quelli dell'eroe. - Ma Yulis mi sopravvaluta: ho comunque bisogno di almeno qualche mese di pratica prima di riuscire a parlarne una nuova in maniera fluente. -

- "Qualche mese". - bofonchiò la bionda alzando gli occhi al cielo. - Proprio un'infinità di tempo, che inconveniente tremendo... -

Noora nascose un sorriso dietro al sorso di champagne, poi si ravvivò la massa di capelli con un gesto elegante della mano. - Mi piacerebbe poter continuare a chiacchierare con voi, ma temo di dover riprendere con il giro di interviste. Dopotutto, sono qui anche per lavoro. - sorrise. - A più tardi, mi querida, farò in modo di venire a infastidirti a ogni pausa. Ricorda che mi hai promesso un'esclusiva! Tu, e tutti i Riser che finiranno nella Top Ten! - afferrò il volto di Yulis e la sbaciucchiò in maniera giocosa sull'angolo della bocca pur di impedirle di ribattere, poi la liberò e si ricompose. - Signor Wallace... -

- Signorina Hernandez... - James scaldò un sorriso solo per lei, torturando il labbro inferiore fino a che la giovane donna non sparì dietro al muro di invitati e camerieri. Nel giro di qualche istante, l'eroe si voltò a occhi sgranati verso Yulis, avvicinandosi pericolosamente di un paio di passi. - Quella sventola pazzesca è la tua amichetta del cuore e tu, piccola allieva opportunista e ingrata, non hai pensato di farmela conoscere? -

Yulis incrociò le braccia al petto e alzò gli occhi al cielo in un'unica manovra teatrale. - Eccola qui, la versione più autentica del vero James Wallace, in tutto il suo splendore. -

- Per un attimo ho pensato che ti avrebbe baciata sulle labbra, e in quello stesso momento ho temuto davvero per come avrei potuto reagire. -

- Ma la pianti di dire idiozie? - la ragazza rise e bevve l'ultimo goccio di champagne. - E se Noora fosse fidanzata? -

A quel punto, James le rivolse uno sguardo eloquente, con gli angoli della bocca già a puntare verso l'alto. - Nessuna fidanzata felice arriverebbe a flirtare in quel modo con uno sconosciuto: una ragione sufficiente per provarci e per restituirle il sorriso. -

Yulis alzò un sopracciglio, divertita. - Non so definire se sei audace o solo molto avventato. Sei già ubriaco a inizio serata, James? -

- Non lo so, dimmelo tu: è il tuo ex quello che si sta avvicinando e che tiene gli occhi puntati sul tuo fondoschiena, invece che sulla bellissima donna stretta al suo braccio? Perché se così non è, vuol dire che io ho le allucinazioni e che tu hai ragione. -

Yulis gelò sul posto e mutò del tutto espressione.
Tentò di sbirciare dietro la propria spalla, e con finta nonchalance spostò il volto di lato. Portò l'unica ciocca libera oltre l'orecchio, facendo oscillare la coda sulla schiena in una carezza appena sfiorata, mentre gli occhi sfrecciavano per lo sfondo in una rapida perlustrazione.

James non sbagliava.
Quello era proprio Shiiro, e al suo fianco, con tutta probabilità, doveva esserci la moglie.

- Ti prego, no... - mormorò la ragazza abbassando il mento, guadagnandosi un'occhiata incuriosita.

- Tu e il detective vi siete lasciati davvero così male come si dice in giro? -

- No. Cioè... sì, ma non è questo il punto. - Yulis espirò con poca grazia e molta frustrazione al seguito. - Avevamo appena iniziato a riallacciare i rapporti, quando le cose sono precipitate... -

- Non dirmi che ci sei finita a letto! -

- No! - Yulis gli lanciò un'occhiata di fuoco, sopprimendo l'istinto di colpirlo. - Stavamo conducendo un interrogatorio e io... potrei essermi lasciata un po' andare e aver quasi aggredito il teste. -

- Hai aggredito il teste durante un interrogatorio? -

- Hey, a mia difesa posso dire che è stato in concomitanza dell'inizio dei sintomi per la manifestazione, non ero propriamente in me. -

Con un cenno della mano, l'eroe le fece segno di continuare. - E quindi, come si è conclusa? Hai dato di matto, pianto, urlato e sei scappata via...? - James osservò la ragazza coprirsi il viso con entrambe le mani, in evidente imbarazzo. - Jeez, girl. -

- Non è stata così tragica e io mi sono scusata per il comportamento poco professionale che ho tenuto, ma... - Yulis deglutì e scosse la testa. - Diciamo che da quel momento ci siamo limitati allo scambio di documenti e informazioni scritte. -

- Beh, forse gli è venuta voglia di provvedere alla mancanza di calore, perché lui e signora stanno proprio puntando nella nostra direzione. -

Yulis si aggrappò al braccio del mentore, stringendo tra le dita la manica del suo completo celeste in una presa spasmodica. - Dammi una mano a evitarli e ti dico qual è il ristorante preferito di Noora. -

- Allettante, bambolina, ma credo sia un po' troppo... -

- Yulis! -

La bionda trattenne il respiro e smorzò la supplica tra i denti, rimanendo stallata in una veloce apnea. Si girò poi alle proprie spalle accrocchiando un sorriso, appellandosi alla speranza di non dare a vedere quanto potesse essere forzato.

- Buonasera, Shiiro. È bello vederti qui. - Yulis spostò lo sguardo alla destra del detective, ammirando la donna avviluppata al suo braccio. Tese la mano verso di lei, nonostante il velo di diffidenza che le appannava le iridi color cioccolato. - Tu devi essere Margareth! Shiiro mi ha... -

- Ultra Violet! - cinguettò la donna, interrompendola ed espletando con trasporto il saluto. - O meglio, la famosa nonché idolatrata Yulis Parker... finalmente ho il piacere di incontrare di persona il wallpaper di mio marito. -

Margareth cancellò il sorriso dalle labbra non appena terminò di parlare, poi ritirò la mano, lasciando quella di Yulis a mezz'aria.

Quella frecciatina gratuita celava un tale risentimento da essere riuscita a mettere a disagio tutti i presenti, tanto che Yulis si sentì spaesata e presa in contropiede: nemmeno si conoscevano.

- I gentili signori gradiscono qualcosa da bere? -

- La cosa più forte che hai. - sussurrò James al cameriere, il quale annuì con garbo e sparì verso la cucina dopo aver ritirato il flûte ormai vuoto della ragazza.

- Yulis, questa è mia moglie. - decretò di punto in bianco Shiiro, rompendo quello scomodo silenzio. - Margareth White. Maggie è un'insegnante, la migliore della sua scuola, forse addirittura di tutta la città! -

- È un piacere conoscerti, Margareth. Shiiro ha parlato tanto di te. - per l'ennesima volta, Yulis si sforzò di sorridere, con l'intento di ammorbidire quello sguardo ancora ostile. - Lasciate che vi presenti James Wallace. James è il mio... -

- Uomo. - la bruciò questi sul tempo, e senza che Yulis potesse proferire parola, le passò un braccio attorno alla vita.

- Nel senso che è il mio mentore. - sibilò la ragazza, calcando l'ultima parola come se da essa dipendesse molto di più che una conversazione. - È l'unico Uber con l'esperienza e le conoscenze necessarie a potermi affiancare nella gestione della nuova abilità. -

Yulis posò la propria mano su quella dell'americano, ma proprio poco prima di sottrarsi alla presa lasciò Empathy libera di fluire in lui: con un pizzico di concentrazione, gli instillò una volata di brividi in corrispondenza della nuca, forti a tal punto da fargli accapponare la pelle e da cancellargli il sorriso dal volto.

- James Wallace. - ripeté Shiiro, masticando il nome dell'eroe. - Detective Keita, ho collaborato spesso con Yulis, nel corso degli anni. È stata una mia tirocinante, prima che diventasse un'eroina professionista. Non sono riuscito a farla restare, però. - le sue labbra si assottigliarono e assunsero un taglio più sbieco. - In polizia, intendo. -

- Eccovi del bourbon, signori. -

Il cameriere si ripresentò con una fila di bicchieri bassi e svasati, dalla base zigrinata. Yulis ringraziò mentalmente che sia lo sguardo malinconico di Shiiro, sia quello asfissiante di Margareth avessero cambiato obiettivo, concedendole un po' di tregua.

- Si tratta di un blend invecchiato quattro anni, dal sentore deciso di legno e vaniglia. - continuò il giovane in divisa da sala. - L'ho scelto per voi, spero possa essere di vostro gradimento. -

James fece per afferrare due bicchieri, ma il cameriere lo bloccò ancora prima che potesse allungare le dita verso il vassoio d'argento.

- È mio compito servirvi. - si affrettò a spiegare, ma non senza aver dispensato un rapido sorriso. Afferrò uno dei bicchieri e lo allungò a Yulis, poi fece lo stesso con Margareth, anche se questa rifiutò. Riempì le mani dei due uomini e avvicinò il whiskey rimasto al naso. Lo fece ondeggiare per un istante, quindi chiuse gli occhi e inspirò di nuovo. - Legno di cedro, leggermente affumicato. -

- È ottimo. - decretò il detective dopo averne ingollato un lungo sorso. - Si sente davvero il retrogusto di affumicatura. -

Il cameriere sorrise, e dopo un rapido inchino si congedò. James si voltò di scatto nella sua direzione, con un'aria turbata ad aleggiare sulla fronte. Yulis gli scambiò un'occhiata interrogativa, ma l'eroe scosse la testa, tornando a concentrarsi sugli altri due. Fece per aprire bocca, ma Margareth lo batté sul tempo.

- Tesoro. - sciorinò, stringendosi di più al braccio del marito. - Ti dispiace se andiamo a sederci? Non mi sento troppo bene. -

Shiiro sbatté le palpebre un paio di volte, guardando prima lei e poi Yulis. - Certo che no, andiamo. - affrettò un sorriso agli eroi, poi scortò la compagna dall'altro lato della sala, fino alle tavolate.

- Secondo me è incinta. -

Yulis incollò lo sguardo a quello di James, catalizzando su di lui la sua completa attenzione. - Incinta? -

- Ha rifiutato il bourbon, ora non si sente bene, e quel vestito morbido potrebbe essere stato scelto per nascondere un bel pancino. -

La ragazza schiuse le labbra, ma non riuscì a guadagnare nemmeno una piccola boccata d'aria. Non era infastidita da quell'eventualità, ma solo... colta di sorpresa. Conosceva fin troppo bene il desiderio di Shiiro di avere una famiglia tutta sua: dopo il matrimonio, provare ad avere un figlio sarebbe stato il passo più sensato da fare, per lui.

- Non mi stupirebbe, in effetti. - Yulis riposò gli occhi per un istante e svuotò i polmoni un unico respiro. - Certo che sei proprio un pettegolo, James Wallace. -

L'eroe fece spallucce. - Paese che vai, gossip che trovi. -

- Beh, io avrei fatto volentieri a meno di questa... conversazione. - bofonchiò, gesticolando in modo concentrico con la mano. - È stato tremendamente imbarazzante. -

- Hai ragione: chi è che oggi usa ancora la parola "wallpaper"? -

Yulis gli scoccò un'occhiataccia.

- Ti prendo in giro, bambolina. - dopo un sorriso, le picchiettò la fronte con l'indice. - Però sarei molto curioso di conoscere l'aneddoto da cui deriva l'espressione "wallpaper di mio marito". -

- Non ci voglio nemmeno pensare. - decretò lei, lapidaria, e nell'istante successivo lo additò. - E se per caso dovessi scoprirlo, tienitelo per te. -

James rise e si limitò ad alzare le mani in segno di resa.

- Piuttosto... cos'è successo prima? - domandò Yulis, inclinando appena la testa di lato. - Hai fatto una faccia molto strana, prima che gli altri se ne andassero. -

- Oh, sì. Per un attimo mi è sembrato che il cameriere ti stesse annusando. -

Yulis strabuzzò gli occhi e allungò il collo in avanti, pensando di aver capito male. - Che mi stesse... cosa? -

- Presente come ha fatto prima con il bourbon? Mi è parso che ti... - ma ancora prima di terminare, James si bloccò, inceppandosi sulla frase nel mentre che teneva gli occhi puntati oltre le spalle di Yulis. - Ma quella è Agnes...? - mormorò, a metà tra l'incredulo e il confuso. - Cosa ci fa Agnes Steiner qui? -

La bionda sollevò un sopracciglio, e dopo aver dato una rapida occhiata di controllo fece schioccare la lingua contro il palato, stranita da quella domanda. - ...È una Steiner, no? Suo padre è uno dei membri più influenti del Consiglio, la sua è una famiglia di eroi da generazioni e generazioni, suo fratello Marcus ha ottime probabilità di finire in HTT anche quest'anno, lei è una Uber... serve altro? -

- Proprio per il semplice fatto che è una Steiner non mi sarei mai aspettato di vederla qui! - l'afferrò per un braccio e la trascinò verso destra, rischiando di farle versare a terra tutto il contenuto del bicchiere. Ingobbì la schiena e tentò di farsi piccolo piccolo pur di rimanere eclissato dalla sua figura, il tutto però senza smettere di lanciare occhiate furtive nella direzione della giovane donna.

- James, perché ti stai nascondendo da Agnes Steiner? - Yulis assottigliò il taglio degli occhi e portò la mano libera al fianco. - Cosa le hai fatto? -

- Come sei prevenuta... - borbottò, piccato.

- Ooh! - con un luccichio negli occhi, la ragazza ondeggiò sui talloni, spostandosi di un passetto indietro e portando una mano dietro la schiena. - Fammi indovinare: hai avuto una storia con lei nel periodo in cui hai studiato qui! -

- Ma che brava investigatrice, avresti avuto un futuro brillante in polizia. - biascicò a denti stretti, ma poi si limitò a condensare tutta la sua frustrazione in un sospiro. - Adesso dovrò pure cercare di evitarla... -

Yulis si voltò di scatto.
Con un sorriso luminoso sul volto e una mano a coppa vicino alle labbra, sbracciò animatamente verso la diretta interessata.

- Hey, Agnes! -

- Ma che fai!? - James le afferrò il polso della mano ancora impegnata nel saluto, costringendola a ruotare sui tacchi in modo da averla di nuovo di fronte. - Pensavo fossimo nella stessa squadra! -

Yulis lo fulminò con lo sguardo. - "Il mio uomo". - virgolettò con le dita, scimmiottando la voce dell'eroe.

- Sei arrabbiata per quello? Io stavo solo cercando di aiutarti! Quella Margareth a momenti ti azzannava e faceva pipì su quel poveretto di suo marito pur di marcare il territorio, volevo tranquillizzarla! -

- James, in-quale-universo sarebbe potuta essere una buona idea, la tua? - sbraitò lei, scandendo ciascuna parola. - Adesso siamo pari. - concluse, con le labbra piegate in un ghigno vendicativo. - E poi ci tengo a salutare Agnes, è un'amica. -

James strizzò le labbra in uno strascichio di imprecazioni molto strette che Yulis fu felice di non riuscire ad afferrare. Quando una voce cristallina alle sue spalle catturò l'attenzione, l'eroina notò il volto dell'americano farsi più teso.

- Yulis Parker, quanto tempo! - la giovane donna si tuffò a stringere Yulis in un abbraccio, solleticandole le spalle con i capelli mossi. - Ormai ci incrociamo solo in queste occasioni. -

La bionda ridacchiò, ricambiando il calore. - Lo dici come se questo fosse un funerale. -

- Dal mio punto di vista, lo spirito è lo stesso. - nonostante la gravità dell'antifona, l'aria afflitta era mascherata fin troppo bene da un sorriso sprezzante e provocatorio. - Ma per il mio adorato fratellino, sono disposta anche a buttarmi in pasto ai leoni. -

- Non sei cambiata affatto, Nes. -

La battuta un po' nostalgica di James fece sobbalzare Agnes, come se solo in quel momento si fosse resa conto della presenza dell'eroe. Dopo un primo istante di sgomento, passato a chiedersi quante potessero essere le probabilità di rivedersi, la giovane donna si sciolse in un sorriso, cancellando del tutto quella scintilla di nervosismo che ancora galleggiava sulle iridi chiare. - E tu non hai smesso di annaffiarti con il profumo, Jamie. -

L'occhiata che si scambiarono fu talmente intensa che all'improvviso Yulis si sentì di troppo, come se stesse partecipando senza autorizzazione a un momento del tutto privato che, di certo, non aveva alcun diritto di vivere. Fece un passo indietro, d'istinto, sperando che quel piccolo gesto potesse essere sufficiente a rendere loro lo spazio che aveva usurpato.

- Che ci fai di nuovo a Tokyo? Pensavo non ti saresti mai più spostato dalla California. - domandò Agnes, continuando a sorridere. James, al contrario, riacquistò un'espressione più controllata e più seria.

- Sono qui per lei. - e nel mentre indicò Yulis con un gesto della mano.

- Oh, non sapevo che voi due foste fidanzati. -

Yulis non riuscì nemmeno ad aprire bocca che James si era già preoccupato di mettere in chiaro le cose.

- Sono il suo nuovo mentore! Incarico speciale, un nuovo uccellino adulto da istruire. - tossicchiò, aumentando la distanza da Agnes. - Non sapevo che Yulis facesse parte della stessa squadra di Marcus. -

Il sorriso di Agnes si affievolì, fino a limitarsi ad assumere una vena di rilassata cortesia. - Certo, chi meglio di te per insegnarle a volare? - passò una mano a distendere le pieghe della lunga gonna rossa che indossava, poi sistemò gli occhiali sul naso. - Sarà meglio raggiungere il mio fratellino, prima che lo faccia nostro padre. Ma mi piacerebbe scambiare qualche parola con te, più tardi. -

Yulis annuì e le sorrise. - Se non mi vedi in giro, prova a controllare al buffet dei dolci: è da quando sono entrata che lo sto tenendo d'occhio. -

Agnes ridacchiò. - So che più tardi verranno servite delle pavlove con gelato e che verranno portate in sala ben tre fontane di cioccolato. -

- Direi proprio che abbiamo fissato il luogo del nostro appuntamento. -

La giovane Steiner strinse di nuovo Yulis in un abbraccio, facendola ondeggiare a destra e sinistra. Accostò quindi le labbra al suo orecchio per un sussurro. - Grazie per prenderti cura di Marcus, là fuori. -

- Siamo una famiglia. - rispose, ricambiando l'intensità. - Ci proteggiamo tutti a vicenda. -

Agnes li congedò, e James bofonchiò un saluto condito da un mezzo sorriso.

- Adesso, però, è il mio turno di chiederlo: vi siete lasciati così male come sembra? -

L'eroe incassò il collo tra le spalle e si passò una mano sulla nuca. - Affatto, in realtà. Ci siamo lasciati di "comune accordo", anche se è stata lei a proporre di chiudere la relazione. Quel bourbon lo bevi? -

Yulis giocherellò con il bicchiere tra le mani, poi glielo offrì. - Ricordati che hai un discorso da tenere, ospite d'onore. -

James ridacchiò, seppur ancora con i muscoli tesi. - Non peso cinquanta chili come qualcuno qui presente: posso reggere quel goccetto. - ne buttò giù un piccolo sorso, poi si passò la lingua a pulire le labbra. - E non sarà di certo Agnes Steiner a farmi perdere la testa, un'altra volta. -




~♡_____________~♡~_____________♡~

Parte 1 di 2!

Già, quel "17.0" non è un errore di battitura, ma un'indicazione al fatto che il capitolo è stato tagliato a metà, per la vostra gioia :3

Mi auguro di scrivere in fretta anche la seconda parte, in modo da chiudere il cerchio di questa pre-proclamazione.

ANYWAYYYY,
che ne pensate?

So che la lettura può apparire un po'"overwhelming" per il fatto che ci sono così tanti personaggi, molti tra questi del tutto nuovi, ma spero di aver scandito bene il ritmo.

Finalmente abbiamo conosciuto Noora (♡) !
Ammetto che non vedevo l'ora di introdurla, dato che è uno dei miei personaggi preferiti ~
Ho lasciato le sue battute in spagnolo, senza traduzione, perché penso che il senso di quello che vuol dire si capisca lo stesso. Se vi state chiedendo cosa le ha risposto Yulis, è un semplicissimo "ti voglio bene anche io" in russo :3

Yulis per il momento è ancora abbastanza tranquilla, ma nella seconda parte potrebbe esserci un po' più di movimento... non anticipo nulla!


Grazie per continuare a seguire la storia, sapete che se lasciate qualche commentino o una stellina al capitolo mi fate molto felice!


A presto,

Juliet


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