the border between us - Chish...

By irrelevantuserrr

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Non cercavo un supporto, né fisico né morale. Avevo sempre puntato all'indipendenza più assoluta, ad uno sta... More

Prologo
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epilogo
Ringraziamenti
The border behind us!

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By irrelevantuserrr

-Porca troia, Karube, hai la delicatezza di un elefante!-, urlai addosso al mio amico, osservando disperata i frammenti del vaso preferito di mia madre sparsi sul pavimento.

-Non l'ho fatto di proposito! Tu, piuttosto, non dovresti lasciare così in bilico qualcosa di tanto delicato e prezioso, non credi?-

Lo guardai, senza parole.

-Stai davvero cercando di darmi la colpa?-

Lo vidi sorridere e grattarsi la nuca, piegando la testa di lato.

-Scusa, è solo che tua madre mi fa paura quando si incazza. Tu sei sua figlia, cosa potrà mai farti?-

Mi passai una mano sul viso e presi un respiro profondo.

-Senti, smettila di piagnucolare e aiutami a pulire questo disastro-

Mentre raccoglievamo i pezzi di ceramica da terra, la battuta mi uscì spontanea.

-Spero che tu non abbia lo stesso livello di delicatezza anche con le ragazze, quando le approcci-

Lui alzò lo sguardo su di me, sorridendo con orgoglio.

-Sono delicato quando serve, mettiamola così-

-Sei anche disgustoso. Non ti fai un po' schifo?-

-E tu perché sei così cattiva? Se è per il vaso, te lo pago-

-Non si tratta del vaso, idiota. A volte semplicemente mi chiedo come facciano tante ragazze a farsi usare da te in quel modo-

Lo sentii ridere.

-Non fingere di essere tanto diversa; se arrivasse un ragazzo che trovi irresistibile, potrebbe benissimo giocare con te quanto gli pare-

-Perché lo pensi?-, domandai contrariata.

-Beh, sei una ragazza. Non è così difficile conquistarvi, una volta scoperto come ragionate-

-Un uomo che fa un discorso del genere ad una donna. Davvero ironico-

-Tu aspetta e vedrai. Sono sicuro che un giorno verrai da me a piangere, dicendomi che avevo ragione e chiedendomi di pestare quello stronzo che ha fatto a pezzi il tuo cuore-

Ci alzammo da terra, andando a gettare i frammenti raccolti, poi ci accomodammo sul mio divano e non parlammo per un po'.

Il discorso che aveva appena fatto mi irritava, non solo perché era sessista, ma soprattutto perché non volevo che mi credesse tanto stupida. Insomma, eravamo troppo amici perché non mi conoscesse.

-Credi davvero ciò che hai detto?-, chiesi ad un certo punto.

Lui mi guardò sorpreso, come se non si aspettasse che i miei pensieri fossero ancora rivolti a quella discussione.

-Ti riferisci al fatto che voi donne siete facili da conquistare?-

-Mi riferisco a quando hai detto che un giorno mi farò raggirare da uno stronzo qualunque-

Karube sorrise, scuotendo la testa, rassegnato.

-Non da uno qualunque, è questo il punto. Puoi fare la dura con chiunque, finchè non ti capita quello che ti fa sentire in modo diverso dagli altri-

Lo squadrai, curiosa, e non potei fare a meno di sorridere.

-Come mai sembra che tu stia parlando per esperienza?-

-Cosa? Assolutamente no-

-Scommetto che si tratta di nuovo della tua collega!-, esclamai saltando in piedi e puntandogli un dito contro.

La sua faccia contrariata diceva tutto.

-Smettila di dire cazzate, Y/n! Non sono il tipo da relazione-

-Ma lo hai appena detto; prima o poi arriva per tutti quella persona diversa dalle altre, che ti fa provare cose nuove. Sembravi molto convinto, molto coinvolto, mentre lo dicevi-

-Parlavo di te, non di me!-

Sorrisi, tornando a sedermi mentre lo guardavo con aria sospetta.

-Come vuoi tu, amico. Come vuoi tu-

-Vuoi davvero sapere perché taglio i rapporti praticamente con tutte, quasi subito?-

Ora ero curiosa.

-Svelami questo mistero, signor rubacuori. Ti hanno ferito in passato? Il tuo primo amore ti ha rifiutato per un altro ragazzo, e...-

-Smettila, non fare la rincoglionita! Non si tratta di niente di tutto ciò-

Alzai le mani, attendendo la sua spiegazione.

-La verità è che vi illudete troppo in fretta, e quasi tutte avete un animo talmente romantico da farci venire l'ansia. Quando esco con una ragazza, non lo faccio necessariamente con l'idea di averci una relazione seria che porterà al matrimonio-

Scoppiai a ridere.

-Stai dicendo delle assurdità, Karube. Non tutte le ragazze vogliono una cosa seria-

-Ma molte sì, e noi ragazzi lo capiamo al volo-

-Davvero? E da che cosa?-

-Non lo so con esattezza, è più che altro una sensazione. Il modo in cui ci guardate, come se aveste in programma una vita intera al nostro fianco, ad alcuni di noi mette un forte senso di disagio-

Sbuffai.

-Secondo me ti fai troppi film mentali. Sei convinto che ogni ragazza ti voglia come suo futuro marito, è irritante-

-Ripeto, non parlo di tutte le ragazze, solo della maggior parte di quelle con cui ho avuto a che fare. Se chiedi ad un ragazzo non particolarmente interessato alle relazioni, uno qualunque, come lo faccia sentire quella sensazione che ti ho descritto, ti risponderà sempre "terrorizzato"-

-Addirittura? Vi facciamo così paura?-

-Non voi, ma ciò che vi potreste aspettare da noi. Soprattutto se sappiamo bene che non saremmo in grado di rispettare queste aspettative-

Cominciavo a capire il senso di quel discorso, e un pochino aveva senso.

-Sai, credo che mi sentirei anche io così, ma solo nel caso in cui l'altra persona non mi piacesse davvero-

Lo sentii schioccare la lingua, in disaccordo.

-Invece ti dico che non è sempre così. A volte siamo solamente noi che non ci sentiamo abbastanza. Più ci piacete, più avremo paura di non essere giusti per voi-

-E quindi tagliate i rapporti?-

-Beh, non necessariamente, dipende dal carattere. Qualcuno, come me del resto, non ha la pazienza e l'empatia per cercare una strada alternativa, o per parlarne apertamente. Allontanare il problema è più semplice-

Sorrisi, poggiando la testa sulla sua spalla.

-Non dire sciocchezze. Tu fai il duro, ma sei molto empatico in realtà-

Mi circondò le spalle con un braccio, stringendomi a sé.

-Sono contento che lo pensi, ma a volte mi sopravvaluti. Alla fine, sono solo uno stronzetto-

Sapevamo entrambi che non era vero, ma non contestai. Chiusi gli occhi, ripensando a quella conversazione.

Magari, un giorno, quelle perle di saggezza sul comportamento maschile mi sarebbero tornate utili.








**************************************

Oh, Karube, avevi ragione. Mi aveva ridotto davvero il cuore in mille pezzi.

Che Chishiya avesse paura delle aspettative che potevo essermi fatta sul suo conto?

Dubitavo che gli importasse, o che potesse non sentirsi abbastanza in qualche modo, ma non lo avrei mai scoperto. Era giunta l'ora di non porsi più certe domande.

Il ricordo di quella vecchia conversazione mi fece ricominciare a piangere. Se avessi saputo che un giorno quello stronzetto non ci sarebbe stato più, mai più.

Con ciascuno dei miei amici avevo stretto un legame diverso, e quello con Karube era come quello con un ipotetico fratello maggiore; mi aveva sempre protetta, mi faceva ridere, asciugandomi le lacrime quando mi capitava di piangere in sua presenza e ricordandomi che non ne valeva la pena, che spesso ero troppo emotiva.

Avrei tanto voluto che fosse stato lì ad asciugarmi il viso, ancora una volta. Mi mancava da morire.

Sentii bussare alla porta della mia stanza, ma sapevo già chi non poteva essere. Avevamo chiuso per davvero, questa volta.

Mi guardai velocemente allo specchio, sistemandomi come meglio mi riuscì date le condizioni pietose nelle quali mi trovavo, e andai ad aprire la porta.

-Arisu-

La sua faccia si fece immediatamente seria.

-Cavolo, che ti è successo?-

Sorrisi amaramente, esausta, prosciugata. Non aveva alcun senso non dirglielo.

-Io e Chishiya non ci vedremo più. Stavolta è una cosa seria-

Lui restò interdetto, studiandomi.

-Immagino che tu in fondo sia contento, no?-

-Non dire una cosa simile. Potrei anche esserlo, in normali circostanze, ma non quando hai l'aspetto della bambina di "The Ring"-

Gli tirai una gomitata nelle costole, facendolo ridere.

-Era da un po' che non sentivo la tua risata-, sorrisi malgrado il mio malumore.

-Una volta ridevamo così tanto-

Arisu esitò, annuendo.

-Ci penso ogni giorno. Ma poi ricordo che non posso permettermi di cedere ai ricordi, e che lo sto facendo prima di tutto proprio in onore di Chota e Karube-

Aveva ragione, non dovevamo dare a noi stessi delle ragioni in più per tirarci giù di morale.

-Sì, beh, a questo punto non ho davvero idea di cosa farò. Non posso rimanere in questo posto-, mormorai.

-Sai bene che puoi sempre venire con me. Ero passato proprio a controllare se avessi cambiato idea-

Mi stava invitando alla sua ricerca con Usagi?

-Lo apprezzo tanto-, gli sorrisi cercando di esprimere con uno sguardo la mia gratitudine.

Lui ricambiò, abbracciandomi un po' riluttante. Era sempre stato così timido, così rispettoso, che anche un gesto innocuo come un abbraccio gli richiedeva un certo coraggio per riuscire a farsi avanti, in normali circostanze.

-Non preoccuparti, ci ha perso lui-

Spalancai gli occhi, colpita da quella frase. Insomma, ero pienamente consapevole che non fosse la verità; Chishiya era perfetto, intoccabile, e non avermi più tra i piedi gli avrebbe solo dato sollievo, lo aveva reso molto chiaro.

Ma il fatto che Arisu pensasse il contrario, e sentivo che era così, in qualche modo mi diede un po' di forza, ricordandomi che piangermi addosso in quel modo non faceva parte di me.

-Ti sei sempre rialzata, e a dire il vero hai rialzato anche me molte volte. Stavolta ti ci vorrà solo un po' di forza in più-, mormorò.

Lo strinsi forte, beandomi del conforto così familiare che mi trasmetteva.

-Come lo sai?-

-Che cosa?-, sembrava confuso.

-Sì, insomma, come sai che sarà più difficile delle altre volte, per me?-

-Non è così?-, domandò leggermente divertito.

Sapeva che quella situazione mi imbarazzava, che mi sentivo molto vulnerabile e sciocca, ma dopotutto lui era l'unico con il quale non mi pesava troppo mostrarmi in quel modo.

Annuii.

-Sì, ma non credevo di essere messa così male, stavolta-

-Immagino che tu non ti sia guardata allo specchio-, rise, contagiandomi.

Dovevo avere un aspetto davvero orribile, se il mio amico ci scherzava sopra.

Ci separammo, guardandoci negli occhi per qualche istante e ringraziandoci l'un l'altro implicitamente per il legame che ci univa, che ci dava forza nei momenti più difficili. Mi sentivo piuttosto rinvigorita, come se la tristezza che si era impossessata di me dopo quell'ultimo confronto con Chishiya si fosse improvvisamente trasformata in rabbia, grinta.

In fondo sapevo che sarebbe accaduto, mi aspettavo solo che ci avrei impiegato più tempo; Arisu mi aveva davvero aiutata, ricordandomi la persona determinata e decisa che ero sempre stata in passato.

Gli sorrisi, sospirando.

-So che non è proprio il massimo chiedertelo, dato che mi hai appena inclusa nel vostro piano, ma avrei davvero bisogno di farmi una doccia veloce, prima di metterci in viaggio. Vi dispiace aspettare? Prometto che non ci metterò molto-

-Nessun problema. Ci trovi di sotto, all'ingresso-

Quando mi richiusi la porta alle spalle, sapevo che tutto stava di nuovo per cambiare, ed in realtà ero leggermente infastidita al pensiero di star lasciando la Spiaggia. Avevo passato momenti assurdi in quel posto, ma non erano stati tutti negativi.

Il fatto che quelli positivi fossero praticamente tutti riconducibili a Chishiya, mi diede quella spinta definitiva per levarmi di dosso ogni dubbio in proposito.

Era ora di ricominciare da capo.




NOTA AUTRICE

Ok, questa storia sta giungendo al termine, motivo per cui devo valutare un paio di cose riguardo al prossimo capitolo.

Potrebbe uscirmi più lungo, e quindi essere l'epilogo, ma non sono sicura di farlo uscire domani sera.

Magari pubblicherò un capitoletto temporaneo in cui vi avviserò, domani a qualche ora, al riguardo; da ciò che ho capito (se ho capito male vi chiedo scusa per la presunzione) , alcuni di voi si sono talmente abituati ai miei aggiornamenti serali che ormai aspettano di leggerli prima di andare a dormire, motivo per cui non vorrei farvi aspettare se poi non ho intenzione di pubblicare.

Vi farò sapere domani pomeriggio, o sera!

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