Rush To Love

By meemedesimaa

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(sequel di "Love On The Run") Grace era andata avanti. Lando aveva superato la cosa e aveva Luisa a dargli il... More

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By meemedesimaa

Imola.

C'era qualcosa di più magico?

Ovviamente si.

Monza.

Ma per quella avrei dovuto aspettare ancora un po'.

In ogni caso.

Pierre era partito due giorni fa.

Io ero tornata alla normalità.

Thyago era stato parecchio impegnato e ci eravamo visti solo una volta questa settimana.

Ma oggi era sabato, la mia famiglia era a pranzo da me e tra qualche ora saremmo partiti tutti per il Gran Premio a cui papà ci aveva invitati.

"Mi chiedo ancora come tu sia riuscita a fare queste cose" dice mamma indicando dei muffin con le gocce di cioccolato.

"Semplicemente non li ho fatti io" rido.

Gli occhi di tutti si fiondano sul mio ragazzo che imbarazzato alza le mani al cielo in segno di resa.

"Mia mamma, ci teneva che vi portassi qualcosa, li ha fatti lei" sorride.

Tra me e Thyago andava a gonfie vele.

Certo non era niente di speciale e non ero sicura che sarebbe stato l'uomo della mia vita, ma in ogni caso cercavo di godermi la sua presenza.

"Lidia è sempre così carina" sorrido.

La mia manager mi aiutava in tutto e per tutto e guarda a caso suo figlio era riuscito pure a conquistarmi.

Avevo scoperto da poco la loro parentela ed ero rimasta alquanto scioccata dato che Nicolas non mi aveva detto nulla a riguardo.

"A che ora dobbiamo partire?" chiedo controllando Heidi e Pongo che giocano fuori in giardino.

"Papà ha detto che ha prenotato una cena alle 21, quindi se vogliamo essere lì un oretta prima per sistemarci e darci una lavata dobbiamo partire per le 17 circa" dice mio fratello.

"D'accordo per le auto come ci organizziamo?" domanda Tommaso.

Ed in quel preciso istante mi estraneo per un secondo dalla conversazione e cerco di visualizzare la mia cucina da un occhio esterno.

Tre coppie.

Quattro ragazzi e due adulti.

Blake e Chiara.

Coraline e Tom.

Io e Thyago.

La vita era buffa.

Pensare che qualche mese fa era tutto a rotoli e in questa casa c'ero solo io con il mio immenso ego mi fa sorridere.

La mano di Thyago che si posa sulla mia coscia mi riporta alla realtà.

Lo guardo e sorrido.

Il mondo era piccolo, ma forse non così tanto.

Il karma era girato per Lando che aveva trovato l'amore della sua vita, ma era girato anche per me, che avevo trovato qualcuno in grado di sostenermi in qualsiasi cosa, avevo trovato pa serenità.

"Veniamo con voi allora, tanto staremo lì una notte, non porteremo molte cose" dice Blake interrompendo il mio gioco di sguardi con Thyago.

"Pongo e Heidi?" chiede mamma come se fossero i suoi nipotini.

"Verranno con noi, Heidi deve abituarsi a stare in mezzo alla gente" dico ricordandomi ciò che mi aveva detto l'educatrice il giorno prima.

Mamma annuisce e prende un'altro muffin.

"Allora Thyago, noi sappiamo estremamente poco di te, cosa ci dici?" chiede Tommaso.

"Niente di che, ho un fratellino più piccolo di nome Aide, i miei genitori sono separati, mia mamma vabbè sapete benissimo chi è, mentre mio padre è tornato a vivere ai Caraibi" alza le spalle.

Il mio sguardo scatta su di lui.

Suo padre è tornato ai Caraibi?

Ma quando?

Prima che partissimo per l'Australia era ancora qui, mi ricordo che Thyago era passato a portargli una borsa con delle cose un giorno ed io lo avevo aspettato in auto.

Lo avevo visto abbracciarlo sulla soglia della porta poi Thy aveva indicato l'auto e io avevo tolto lo sguardo.

Mi metteva soggezione conoscere i suoi genitori, solo suo padre a dir la verità, perché sua madre già la conoscevo.

Quando il mio ragazzo era tornato in auto aveva un'aria felice, al contrario di quella che teneva ora sul viso.

Doveva essere partito senza dirgli nulla.

"Cosa fai nella vita?" chiede ancora Tommy.

Forse nessuno si era reso conto del dolore nei suoi occhi, ma io si e per questo decisi di interrompere la conversione.

"Fa il fisioterapista Tom, non credi di star esagerando?" gli domando.

"Non ha fatto nulla di male G" mi rimprovera mamma.

Nemmeno lei lo aveva notato.

Alzo le spalle "Va bene, scusami, ma ora credo sia ora di andare a preparare le borse, ci vediamo alle 16.30 qui" dico abbattuta alzandomi dalla sedia.

"Blake puoi lasciare qui Pongo tanto si tratta solo di un paio d'ore, ora li faccio entrare, dormiranno" sorrido debole.

Mi aveva distrutto sapere che Thyago non mi avesse parlato di una cosa così importante.

Io lo avrei fatto.

La mia famiglia lascia la casa e io mi appoggio sulla porta con la schiena cercando di prepararmi un discorso breve e delicato per non litigare con il mio ragazzo.

Respiro mentre lo sento sistemare i piatti e lo raggiungo velocemente.

Gli blocco la mano che sta mettendo il piatto in lavastoviglie.

"Perché non me lo hai detto?" gli chiedo.

"Perché non me la sentivo" dice secco.

Non se la sentiva perché non gli piaceva parlare dei suoi problemi con me? oppure perché non voleva pensarci?

Le due cose erano simili ma ben distinte tra loro.

"Che cosa significa?" quasi sussurro anche se il mio tono è nervoso.

"Significa che non lo sapevo nemmeno io, sono andato a casa sua e c'era fuori il cartello vendesi, ho provato a bussare ma non ha risposto nessuno, l'ho chiamato ma c'era la segreteria, gli ho scritto un messaggio, mi ha risposto dopo due giorni, dicendo che era tornato 'dove il cuore gli faceva bene'" imita le sue parole con delle smorfie.

Butta violentemente le stoviglie nella macchina, lo fa con talmente tanta forza da spaventarmi.

Lo racchiudo nelle mie braccia per quel che posso e cerco di farlo calmare.

"Che dici se chiedo a mio papà due biglietti in più? Puoi invitare Aide e Lidia" dico sorridendo.

Aveva bisogno di me certo, ma anche della sua famiglia.

"Mamma ha degli impegni domani, Aide beh lui è dai nonni" alza le spalle.

"Che aspetti ad andare a prenderlo?" gli domando.

Thyago aveva bisogno di me, ma suo fratello aveva bisogno di lui.

Si blocca per un istante.

Poi si volta verso di me.

Mi lascia un bacio sulla fronte.

"Lo faresti davvero?" mi domanda.

Annuisco.

"Vai, corri, io sistemo qui e faccio le borse, hai un'oretta di tempo" gli faccio l'occhiolino ridendo.

"Tornerò in men che non si dica" mi dice passandomi i due bicchieri che tiene tra le mani, corre in sala e lo sento frugare nelle chiavi.

Apre la porta e quando sono convinta che questa si chiuderà presto, due mani afferrano i miei fianchi da dietro.

Thyago fa aderire la mia schiena al suo petto e mi lascia un bacio prima sul collo e poi sulla guancia "Sei fantastica"

Sorrido e lo sento correre via prima che io possa dirgli qualcosa.

Sistemo la cucina e poi faccio entrare i cani prima che si metta a piovere.

Il meteo non era dei migliori.

Accendo la televisione mentre sistemo le borse giusto per vedere il risultato delle qualifiche.

Il mio cuore sussulta nel vedere l'auto di Lando ferma fuori pista.

Alzo il volume.

Sento la sua voce al team radio e il mio cuore si tranquillizza.

Guardo la colonnina a sinistra.

Verstappen
Leclerc
Norris

Le mie tre persone preferite nei primi tre posti per la griglia di partenza del giorno successivo.

Prendo il cellulare con un movimento involontario, apro la chat di Instagram con il nome @landonorris.

"Bravo, in bocca al lupo per domani 😊"

Digito cercando di rimanere impassibile.

Piego un paio di cambi per me e un paio per Thyago, intimo, spazzolini, profumi e altre cose utili, poi chiudo i due zaini e mi dedico alla preparazione della borsa per Heidi mentre le parole a raffica di Carlo Vanzini in sottofondo mi permettono di seguire il riepilogo della sessione di qualifiche.

Il campanello suona e mi sento morire per un secondo.

Thyago mi avrebbe presentato suo fratello di 3 anni, ed io ero in ansia come se dal giudizio del bambino sarebbe dipesa la mia pena in tribunale.

Ergastolo o 20 anni?

I bambini erano la verità fatta essere vivente e la mia paura era fondata sul fatto che in ogni caso avrebbe detto al fratello se gli fossi piaciuta o meno.

Faccio uscire Heidi e Pongo prima che succeda qualche casino, poi vado ad aprire.

Mi asciugo le mani dal sudore passandole più volte nei jeans e apro la porta.

I miei occhi scontrano prima quelli di Thyago e in seguito due occhioni chiari, un nasino perfetto e le labbra identiche a quelle del mio ragazzo.

"Ciao io sono Aide, Tago mi ha detto che devo dirti grazie" dice storpiando il nome del fratello.

"Ciao, io sono Grace" gli sorrido.

Thyago lo lascia scendere dalle sue braccia e lui subito corre dentro casa mia come se fosse un nuovo mondo da esplorare.

Thy entra e chiude la porta, poi posa una mano sul mio fianco, mi tira a sé e mi lascia un bacio sulla tempia.

"Ha voluto vedere una tua foto mentre venivamo qui, ha detto che doveva preparasi perché se fossi stata troppo bella non sarebbe riuscito a parlarti" ammette mentre io poso la testa alla sua spalla.

Guardo il bambino fiondarsi alla finestra dove Pongo e Heidi sono seduti incuriositi.

"Quando gli ho mostrato la tua foto ha detto che io sono troppo brutto per una come te" continua.

Sorrido.

"Poteva andare peggio" alzo le spalle "Poteva dirti che lui si meritava di stare con una come me" continuo.

"Lo ha detto" ride.

Mi volto a guardarlo.

"Non dici sul serio" affermo.

"Aide dici a Grace cosa mi hai detto in auto?" gli chiede.

"Non si può, segreto tra uomini" afferma facendo una x con le dita sulle sue labbra.

"Hai proprio ragione, Thyago, volevi forse tradire Aide e spifferare il segreto?" chiedo allontanandomi un po' dal mio ragazzo per guardarlo.

"Già, volevi spifferare il nostro segreto?" ripete il bambino poi mi guarda.

"Grace sai cosa si fa ai traditori?" assottiglia gli occhi verso il fratello che sbuffa scherzosamente.

"No, dimmi, cosa si fa?" chiedo.

"Aiutami, dobbiamo farlo cadere a terra" mi comanda prendendomi la mano e trascinandomi verso il fratello.

Aide si attacca al braccio di Thyago con tutto il suo peso che però non sembra far piegare troppo il mio ragazzo.

Lo tiro leggermente e lui si sdraia a terra con la pancia in sù.

"Sei fortissima Grace" dice Aide.

"Già sei fortissima" ripete Thyago consapevole di essersi buttato a terra da solo.

"Adesso Grace, si fa il solletico finché il traditore non si arrende" mi spiega per poi sedersi sulla pancia di Thyago e iniziare a fargli il solletico.

Li guardo e sorrido.

Aide che fa il solletico al fratello.

Thyago che ride cercando di non fargli male mentre si dimena.

Sono proprio due gocce d'acqua.

"Grace, sai che sei proprio bella? vuoi essere la mia fidanzata?" mi chiede il piccolo.

Sorrido e guardo Thyago che ancora deve riprendere fiato.

"Ma è già la mia ragazza" dice Thy.

"Ma io sono più bello, lei ti lascerà per me, vero Grace?" dice Aide.

Annuisco "Oppure posso stare insieme ad entrambi, no?" chiedo lecitamente.

Thyago sorride mentre il bambino mi fulmina da capo a piedi.

"No sono solo io il tuo fidanzato" ribatte ridendo.

"Va bene fidanzatino mio" scherzo.

"Ah Ah Thyago, hai visto che ha scelto me?" si gira verso il fratello e gli fa la linguaccia.

Aide era la copia di Thyago.

In miniatura, ma comunque la sua copia.

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thyago_

thyago_ bebies 💙💙💙

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gracejwolff I found a new boyfriend😍

nico.o  Aide will be the devil with G

charles_leclerc I was thinking that was a little bit early for a son, but okay 😵

lewishamilton I want to meet him, now.

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Arriviamo all'hotel che ormai sono le 20.30 passate.

Abbiamo giusto il tempo per posare i bagagli, sistemare i cani che già dobbiamo uscire.

"Grace posso tenere la tua mano?" mi chiede Aide una volta scesi dall'auto e diretti verso il ristorante.

"Certo" gli sorrido afferrando le sue minuscole dita.

Thyago ci osserva da qualche passo più dietro mentre Aide mi racconta cosa ha fatto durante tutta la settimana.

"Scricciolo" dice papà vedendomi arrivare. 

"Papà" Sorrido abbracciandolo con la mano libera.

"E tu chi sei?" si rivolge al piccolino al kio fianco.

"Aide" dice lui puntando un piede a terra e guardando prima mio padre e poi me.

"Io sono Toto" si presenta abbassandosi alla sua altezza.

Papà era sempre stato bravissimo con i bambini.

"Ciao" si intromette Thyago "È il mio fratellino" spiega.

Papà annuisce.

"Io sono il fidanzato di Grace" dice il piccolo.

Sorrido ed annuisco.

Si porta una mano verso la bocca come per coprire dalla mia visuale ciò che vuole dire.

Si avvicina di poco a mio papà e poi parla.

"È proprio bella, sembra una principessa" grida involontariamente.

Mio padre sorride.

"Lo è" ammette alzandosi poi in piedi.

Aide torna a torturare la mia mano con dei leggeri pizzicotti mentre i miei occhi cadono sulla figura elegante alle spalle di papà.

Era il suo opposto.

Papà con il cappotto nero, lei con il cappotto bianco.

Papà con i cappelli scuri, lei con i capelli chiari, quasi rossi.

Susie.

"Ciao" dico in modo sottile.

Lei mi sorride e Thyago mi afferra la mano libera stringendola.

Sento un po' male, ma non ci faccio caso, non era di sicuro sua intenzione.

Il motore delle auto di Tommi e Blake ci fa voltare.

Mamma la conosceva già? Sapeva chi fosse Susie?

Probabilmente no, ma conoscendola non sarebbe stata nient'altro che felice per Toto.

Lei era così solare da vedere il bene in ogni gesto, ogni persona, ogni cosa.

Blake e Chiara sono i primi a raggiungerci, salutano tutti e si piazzano di fianco a Aide mentre nasce una conversazione sulla fissa della famiglia Wolff di indossare cappotti eleganti.

Sia io, che Blake, che papà avevamo sopra le spalle un cappotto nero, mancava solo mamma ma ero sicura lo avesse messo anche lei.

Dopo qualche secondo la vidi scendere dall'auto sorridendo.

Prende la mano di Tommaso che ride e si dirigono verso di noi.

"Coraline" dice papà per poi abbracciarla e lasciarle un bacio su entrambe le guancie.

Faceva uno strano effetto vedere i miei genitori con altri partner.

"Lei è Susie la mia compagna" sgancia direttamente la bomba papà.

"Piacere, Coraline, la madre di Blake e Grace" sorride mamma.

Susie afferra la sua mano e sorride.

"Io sono Tommaso, il suo compagno" dice Tom sorridendo e porgendo la mano alla strega che si definiva la nuova fidanzata di Toto Wolff.

Papà non rivolge nemmeno lo sguardo a Tommaso e ciò mi fa intuire quando sia infantile.

Mamma bruciava dentro per colpa di Susie, ma non lo dava a vedere, mentre Toto, beh, lui fumava dal naso e dalle orecchie, sputava fuoco dalla bocca e dagli occhi mentre annaspava in cerca di indifferenza.

Papà non era indifferente a mamma.

Mamma forse sì, ma papà sicuramente no.

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