Rush To Love

By meemedesimaa

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(sequel di "Love On The Run") Grace era andata avanti. Lando aveva superato la cosa e aveva Luisa a dargli il... More

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By meemedesimaa

Con papà avevo finalmente risolto, non gli avevo parlato di me nemmeno un secondo però gli avevo assicurato che sarei stata bene.

Mi aveva spiegato perché aveva iniziato ad urlarmi contro e io gli avevo detto che la mia era stata una reazione causata dalla sua insistenza.

Gli avevo detto che Tommaso era un conto, quella Susie era un'altro, ma alla fine gli avevo giurato che mi sarei sforzata con lei, mi sarei comportata bene, non le avrei gridato contro, glielo avevo giurato e lo avrei fatto.

Il pomeriggio le qualifiche erano state spaziali e Leclerc ora primeggiava in griglia con tutto il suo orgoglio, seguito dalle due Red Bull e dai tre inglesi dela Formula Uno : Lando Norris in quarta posizione, Lewis Hamilton in quinta posizione e George Russell in sesta posizione, per poi passare a Oscar.

Io e Thyago avevamo deciso di goderci la serata precedente tra noi, nonostante Charles ci avesse quasi obbligati a presiedere alla sua festicciola.

Così T mi aveva portato in un ristorante lussuoso, consigliato sicuramente da Lew, avevamo cenato e poi concluso la serata nel giardinetto dell'hotel, dove io fumavo e lui mi guardava come se fossi la cosa più preziosa di questo mondo.

Magari lo fossi davvero.

Ora correvo per i paddock cercando di evitare Gasly a tutti i costi e raggiungere la griglia di partenza prima che mi impedissero l'accesso.

Lew aveva mandato Angela a chiamarmi, quindi doveva essere davvero importante.

Riesco a raggiungere la sua Mercedes posteggiata con cura dentro le linee della quinta posizione.

Lui non è lì ma mi basta guardarmi attorno che lo vedo a pochi passi da me.

Con sguardo preoccupato vado verso di lui, se mi aveva chiamato doveva essere davvero importante, questione di vita o di morte.

Respiro istintivamente come se mi stessero strozzando.

L'impressione che mi avrebbe detto qualcosa che non mi sarebbe piaciuto mi opprimeva il petto.

"Lew" richiamo la sua attenzione una volta al suo fianco.

Alza lo sguardo con una tranquillità disarmante.

Sorride e si toglie le cuffiette.

"Che dici, gli vado addosso?" chiede indicando l'auto arancione numero 4.

Mi volto a osservare per bene la monoposto del mio ex ragazzo.

Mi piaceva definirlo così, l'aggettivo "mio" mi faceva sentire più vicina a lui, come se in qualche modo, mi appartenesse ancora un pochino.

Ritorno sul trentasettenne davanti a me.

"Non ti ho chiesto di farlo e non lo faresti mai" dico.

"Chi te lo dice?" alza le spalle infilandosi la balaclava nera.

"Io, lo dico io, hai sempre amato quel ragazzo, non provare a mentirmi e poi semmai dovrebbe essere George ad entrargli nel sedere, non tu" esclamo alludendo al fatto che Russell è precisamente dietro Norris.

"Hai ragione, lo amavo, fin quando non ha giocato con il fuoco qualche sera fa" espone le sue parole tranquillamente, poi mi guarda come per osservare qualsiasi particolare della mia reazione.

"Tu come fai a saperlo?" chiedo allontanandomi da lui di un centimetro, obbligata poi a riavvicinarmi a causa dei rumori troppo forti intorno a noi.

"Lo hai detto tu, ricordi? Hai detto : ha giocato con il fuoco" cerca di imitarmi con scarsi risultati.

"Si ma tu come fai a..." continuo.

"Ti conosco da quanto? Nove anni? Andiamo Grace, conosco le tue espressioni come le mie tasche" ammette inserendo la sua testa nel casco.

Lo guardo increula.

"Tipo ora hai la faccia di una che vorrebbe urlare: 'Col cazzo che ti racconto ciò che è successo, sono stata troppo male' proprio questa faccia" ridacchia alzandosi la visiera per guardarmi meglio.

Aveva ragione

Alzo gli occhi al cielo.

"Non deludermi" gli sorrido per poi lasciargli un bacio sul casco.

"Non gli andrò addosso princi, la mia era una battuta" ride.

"Non devi andargli addosso, devi solo fargli mangiare la polvere" gli faccio l'occhiolino e poi mi allontano da lui per andare da Charles.

Sentivo di dovergli delle scuse e non gli avevo ancora parlato dalla mattina precedente.

Sorpasso le varie monoposto con tranquillità sapendo bene che Pierre era piuttosto infondo e non mi avrebbe dicerto vista o comunque non mi avrebbe rincorsa quando mancavano solo 5 minuti all'inizio del giro di formazione.

"Charles" lo richiamo appena finisce di parlare con Andrea.

Andrea Ferrari di Charles era Angela Cullen di Lewis.

"Chérie" mi sorride attraverso il casco "Posso chiamarti così o verrò accusato anche dal tuo ragazzo di star flirtando con te?" mi chiede.

"Thyago non è geloso" alzo le spalle "Comunque volevo scusarmi davvero, Lando non avrebbe dovuto risponderti in quel modo" ammetto.

"Oh a me non dispiace, non dispiace affatto e poi non dovresti essere tu a scusarti per lui" mi riferisce mentre si sistema la tuta prima di salire in auto.

Lo guardo strano.

Non gli dispiaceva, cosa significava?

"Non fraintendere, mi dispiace che creda che io voglia provarci con te, ma non mi dispiace che lui sia geloso di questo" ride per poi prendermi dalle spalle e posizionarmi di fianco alla sua monoposto.

Lando? Lando geloso? No, non era assolutamente una cosa possibile.

Lo guardo sconcertata.

"Oh lui non è geloso" ribatto con un sorriso finto mentre mille dubbi mi sorgevano nella mente.

Lando geloso di me?
Nemmeno nel multiverso.

"In ogni caso non saresti dovuta essere tu a venire da me per scusarti" risponde.

Prima che io possa aprire bocca per dire la mia le mani di Andrea si posano sulle mie braccia.

"Grace devo chiederti di uscire dalla pista e lasciarlo concentrare, è l'unico pilota ancora fuori dall'abitacolo" mi chiede gentilmente con un grosso sorriso.

"Si certo scusami" affermo girandomi quasi totalmente.

La mano di Charles si posa sul mio polso prima che me ne vada e mi attira vicino a lui, talmente tanto che rischio di inciampare nelle pance della Ferrari rosso fiammante.

"Mi dai un po' di fortuna?" quasi mi supplica, facendo segno sul suo casco con il dito.

Rido e gli lascio un bacio sul punto indicato.

La mia non era fortuna, era forza, coraggio, era certezza, certezza di credere in sé stessi e Charles ne aveva bisogno.

Se qualcuno sbagliava e gli faceva buttare la gara, lui si metteva comunque in discussione, pensando che forse qualcosa lo avesse sbagliato anche lui.

Gli mancava fare quel passo, avere quella sicurezza che non lo avrebbe mai smosso da niente.

Charles era così puro, che avevo paura persino a sfiorarlo.

Corro verso la pit lane e in seguito raggiungo, il mio ragazzo e mio padre ai box.

"Se Lewis distrugge l'auto sentiti in colpa" mi rimprovera Toto.

Alzo le spalle "È una sua idea, io gli ho detto di non farlo" mi difendo.

Mi guarda male poi mi trascina a lui posandomi un braccio sulle spalle e mi stringe talmente tanto da farmi schiacciare la faccia al suo petto, infine mi regala un bacio tra i capelli e mi lascia andare.

"Piccola, la ragazza di Carlos mi ha detto di dirti di raggiungerla alla Ferrari, c'era anche Rebecca con lei" mi dice Thyago.

"Tu vuoi venire?" gli domando.

"Sto qui nei box di Lewis" mi fa l'occhiolino.

Annuisco.

Voleva fare bella impressione con mio padre e conosceva bene quanto io odiassi le persone troppo appiccicose, ma proprio per questo a volte lo sentivo più lontano del solito.

"Ci vediamo dopo allora?" gli chiedo con occhi dolci.

"Certo piccola mia" mi sorride.

La sua mano si posa sul mio fianco e mi attira a lui lasciandomi un lungo bacio sulle labbra.

Un senso di serenità mi attraversa l'anima e mi scalda il cuore.

Sorrido ancora appiccicata alle sue labbra.

"Cosa ridi" mi chiede facendo scontrare i nostri denti.

"Mi piaci" rispondo.

Si stacca e mi guarda scuotendo la testa.

"Anche tu mi piaci, leggermente" scherza.

Poi riposa le sue labbra sulle mie.

Lo stringo a me legando le braccia intorno al suo collo.

Approfondisco il bacio tanto da sentire un formicolio nel mio basso ventre.

Non avrei fatto sesso con lui nonostante questo.

Mi eccitava.

Mi eccitava da morire.

Era sexy e provocante al punto giusto.

Sapeva farti arrossire ma anche esplodere dalla voglia.

Thyago sapeva come trattare una donna.

Ma io non ero pronta psicologicamente.

Non sapevo se sarei riuscita a reggere una pressione così alta, soprattutto in un periodo che di tranquillo aveva ben poco.

Continui viaggi.
Continuo studio.
Continui litigi.

Mi chiedevo come potevo ancora essere sana e non all'ospedale con un paio di flebo attaccate al braccio.

Tolgo le mie labbra da quelle di Thyago che, eccitato quanto me, si passa la lingua sulle labbra leggermente gonfie.

Gli sorrido.

"A dopo"

"A dopo piccola"

Mi allontano schivando qualsiasi mio pensiero e dirigendomi verso il box Ferrari, rendendomi conto solo ora che il giro di formazione era quasi terminato.

-

L'inno Monegasco e seguito da quello Italiano risuonavano pieni di gloria all'interno del circuito di Melbourne.

Charles aveva colpito e io iniziavo a dubitare seriamente dei miei baci porta fortuna.

"Chérie" mi fa l'occhiolino Charles una volta sceso dal podio "Più bacini pre gara?" mi domanda.

Rido alzando le spalle.

"Non sono stata io, ma questa era la tua grande occasione, hai fatto tutto in modo perfetto" ammetto.

"Vado a rilasciare le interviste, sta sera cena insieme?" mi chiede.

Annuisco.

Lo avrei fatto solo ed esclusivamente per lui dato che stavo iniziando ad odiare tutte queste cene che i piloti avevano la mania di organizzare, mi facevano sentire fuori luogo soprattutto dopo quello che era successo ripetutamente tra me e Lando.

Mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va.

Vedo Katerine e consapevole della presenza del mio migliore amico nei paraggi, mi faccio piccola e cerco di sgattaiolare via senza farmi vedere.

Mi sposto i capelli davanti al viso e cammino tra la folla.

La mano di Gasly però riesce a raggiungere il mio braccio e a trascinarmi in un posticino più appartato.

Alzo lo sguardo e noto Katerina accanto a lui.

"Vuoi dirmi che ti prende?" mi chiede Pierre.

Sbuffo.

Non volevo parlargliene, soprattutto davanti a Kat.

Non che avessi qualcosa contro la ragazza, al contrario, però in generale odiavo aprirmi, espormi fragile agli occhi di tutti.

"Nulla perché?" chiedo sperando che il nostro sesto senso lo tradisca.

Niente da fare, mi guarda irritato.

"Ha giocato con il fuoco" imita le mie parole.

Roteo gli occhi.

"Grace che cazzo mi stai nascondendo?" sbotta incazzato.

Se la prendeva troppo.

"Te lo dirò, ho bisogno di tempo" cerco di posticipare la conversazione.

"Eh no cara" mi blocca dal polso quando faccio per andare via.

"Kat puoi lasciarci un attimo da soli?" chiede lui alla sua ragazza, notando la mia fonte di disagio.

Kat con gli occhi lucidi, non so bene per quale motivo annuisce silenziosa, viene verso di me e mi abbraccia.

Un brivido fastidioso mi riempie il corpo.

Bleah. Contatto fisico.

"Andrà meglio G" sussurra al mio orecchio, poi si stacca e scompare tra la folla alle nostre spalle.

"Cos'era quello?" domando incredula.

Kat era sempre stata carina con me, ma mai in questo modo, dovevo farle davvero pena.

"Sono parecchi giorni che hai la faccia di una a cui è morta tutta la famiglia" mi spiega.

Non mi era morta la famiglia.

Ero morta io, definitivamente.

Adesso Pierre si avvicina delicato, mi posa le mani sulle spalle e mi spinge con tranquillità verso di lui.

Non volevo che la gente avesse pena di me.

Io stavo bene.

Lo sarei stata.

"Vuoi dirmi che ti sta succedendo?" domanda guardandomi dritto negli occhi, ma tenendo un tono dolce, sottile

La sua delicatezza mi fa salire un nodo allo stomaco e sono sicura che presto piangerò fiumi di lacrime.

Apro la bocca più volte per parlare ma le parole mi si fermano in gola, fino a quando decido di dirgli la verità.

"Giovedì notte non riuscivo a dormire, sono scesa nella piscina dell'hotel a fumare e ho trovato lì Lando" sussurro.

Non avevo paura che qualcuno ci sentisse, ma la mia voce era scomparsa improvvisamente.

Mi stringe più vicino a sé legandomi in un abbraccio che ricambio, posando la testa al suo petto.

"Abbiamo parlato e siamo finiti con il litigare" cerco di chiudere in fretta la conversazione.

"Cosa ti ha detto? Non sei una che trova qualsiasi pretesto per litigare, anzi" sussurra lasciandomi un bacio tra i capelli.

"Ha buttato le mie sigarette" dico semplicemente.

Già aveva buttato le mie sigarette, il mio accendino e il mio cuore giù per quella balaustra.

Alzo gli occhi e lo guardo consapevole che da quel momento in poi non sarei più riuscita a mentirgli.

"G" sussurra.

Il cuore riprende a sanguinare tanto da farmi un male atroce.

I miei occhi chiusi si inumidiscono.

"Lui la ama" butto fuori in un solo fiato.

Lui la ama, ripeto dentro di me.

Lui ama Luisa.

La stretta del mio migliore amico si fa più dura, decisa ad aggiustarmi e forse un po' lo fa, trova i pezzi mancanti e mi rimette insieme, mi incolla.

"Oh Grace" sussurra lasciandomi un altro bacio nei capelli.

Stronfino la mia guancia sul suo petto in cerca di calore o forse in cerca di un po' di conforto.

Prima o poi avrei smesso di amarlo.

Lo avrei fatto.

Ne ero sicura.

Ma adesso l'ultima cosa che avrei voluto era sapere che lui amava qualcun'altro.

Qualcun'altro al di fuori di me.

Mi asciugo le lacrime con una mano e poi mi stacco da Pierre.

"Che ne dici di passare una serata solo io e te?" mi chiede il mio amico.

Scuoto la testa.

Avrei voluto, avrei voluto tanto.

Ma lui aveva bisogno di passare del tempo con Kat e ritrovare la stabilità come coppia.

Io, io avevo bisogno di capire cosa volevo con Thyago, avevo bisogno di sentirlo vicino, di sentire che anche se Lando non mi amava, qualcuno poteva volermi ancora bene.

-

Il viaggio in Australia si era appena concluso.

Pierre, Thyago ed io eravamo atterrati in territorio Italiano da qualche ora e adesso ci trovavamo su un taxi diretti a casa mia.

Gasly sarebbe rimasto da me per un breve periodo dato che mancavano solamente 4 giorni alla sua partenza per Imola.

Oggi era venerdì e io in aereo avevo recuperato tutto il programma perso durante la settimana di assenza.

Fortunatamente non avevano spiegato molto, dato che i miei compagni erano pieni di interrogazioni, ma in ogni caso avevo approfittato del viaggio infinito per portarmi avanti e ora ero alla pari con tutti gli argomenti.

"Ti fermi a cena?" chiedo al mio ragazzo una volta arrivati sotto casa.

"No, credo che andrò a salutare i miei genitori e i miei fratellini" risponde.

Annuisco e sorrido.

Le giornate erano passate in fretta in Australia ed insieme avevamo fatto moltissime esperienze indimenticabili.

"Vedi di fare la brava" mi dice avvicinandosi per abbracciarmi.

"Certo capo" sorrido.

Mi stringo al suo petto.

"Ci si vede" dice Pierre lasciandoci soli.

"Non gli vado ancora a genio, vero?" mi sussurra il mio ragazzo quando ormai Gasly è dentro casa.

"Cercherò di capirne il motivo" gli spiego.

"Ci sentiamo?" dico poi, prima di lasciarlo andare.

"Certo piccola" mi risponde lasciandomi un bacio sulle labbra.

"Tu stai bene?" si assicura prima di lasciarmi definitivamente andare.

"Certo Thy" gli sorrido.

Stavo bene.

Era la verità.

Avevo incassato parecchi colpi durante la settimana, ma ora avevo raggiunto una certa stabilità mentale, avevo digerito il tutto e adesso stavo cercando di aggiustarmi come potevo, per quel che riuscivo.

"Ci sentiamo" continuo lasciandogli di nuovo un bacio a stampo.

Mi sorride e mi osserva finché non metto piede in casa.

"Dovresti smetterla di fingere" dice Gasly alle mie spalle.

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