Alla ricerca dell'alba

By CuoreAdElica

27.4K 1.8K 988

๐—–๐—ผ๐—บ๐—ฝ๐—น๐—ฒ๐˜๐—ฎ โœ”๏ธ ๐™ฝ๐šŽ๐š  ๐™ฐ๐š๐šž๐š•๐š ๐Ÿ’š 2/2 Isabella Arese รจ in cerca di emozioni. รˆ in cerca di albe e tra... More

Cast
Premessa
Come un pittore - Parte Uno
Prologo
1. Odio l'estate
2. Anti-eroe
3. Gelati indesiderati
4. Le tipologie variopinte del silenzio
5. Maschere fragili e Mr. Convinzione
7. Incarnazione del principio eracliteo
8. Avere diciott'anni
9. Troppo sensibile
10. Heroes - Pt. 1
11. Heroes - Pt.2
12. Che poi da te non รจ Versailles
13. Carpe diem
14. Baby & Johnny
15. I miracoli esistono
16. Cerasรฌ
17. Dieci ciliegie, dieci desideri
18. Non sei come dicono loro
19. La casa in riva al mare
20. Mistica, come le sirene
21. La leggenda di Celentano
22. Colorare i sentimenti - Pt. 1
23. Colorare i sentimenti - Pt. 2
24. Cosa รจ successo il quattro luglio?
25. Cicatrici di ricordi
26. L'abbiamo scoperta noi, Ischia
27. Il marinaio e la sua bussola
28. Ritorno alla realtร 
La lettera
Come nelle favole - Parte Due
29. Einstein รจ a Roma
30. Tribunale d'amore
31. Maledetto tempo
32. Sfiorare manco con una rosa
33. Stessa stazione? - Pt. 1
34. Stessa stazione? - Pt. 2
35. Dirsi ti amo senza dirselo
36. Il filo rosso di Arianna
37. Albori
Epilogo
Ringraziamenti

6. Fratello maggiore

467 40 4
By CuoreAdElica




Ischia.
Estate.



Facevo sempre colazione con le fette biscottate e la marmellata di fragole, con giusto un po' di burro sciolto sopra.

C'era voluto del tempo per abituarmi a quel nuovo piano alimentare. Mamma aveva fatto sparire da ogni angolo della casa le bilance. E sarei una bugiarda se dicessi che mangiare quel burro non mi angosciasse.

Era un'altra delle mie semplici giornate, iniziata allo stesso modo di quella precedente. La frescura mattutina avvolgeva il giardino, il rumore delle cicale risuonava dai meandri della campagna e, a qualche passo da me, l'acqua della piscina scrosciava sui bordi per via del vento.

Ero una ragazza mattutina, mi svegliavo verso le nove del mattino. Afferrai il manico della tazza da cui avrei bevuto il mio tè freddo ai lamponi, quando i miei occhi si soffermarono su una figura minuta che si scorgeva fuori dalla Villa.

Mi accigliai lentamente cercando di vedere chi fosse e cosa facesse lì. Scoprii fosse una bambina quando, senza girarci troppo attorno, si arrampicò al cancello, tenendosi alle sbarre. Mi alzai, posando Le notti bianche di Dosto, e mi diressi verso di lei. Allentai il passo quando anche lei mi vide, con un salto scese e si tolse i capelli castani dalle guance scarlatte.

«Buongiorno», disse lei, impacciata.

Sorrisi dolcemente, «Ciao», oscillai la mano. Mi avvicinai per poi sedermi sui miei talloni, le sbarre di ferro a dividerci. «A cosa devo la tua visita?»

«Io... sì, abito qua vicino...», indicò un punto indefinito dietro di lei, «Proprio là dietro. Sono Ilaria.»

Io annuii subito, «Oh, certo! Ilaria, sei figlia di Simona?»

«Sì, sono io.»

Le sorrisi ancora, era abbastanza timida, si pestava i piedi da sola. Indossava un vestitino rosa, alle trecce, che le raccoglievano i lunghi capelli, poste sulle spalle erano sfuggite le ciocche davanti. Aveva gli occhi scuri, nerissimi.

«È molto presto, tesoro...», sussurrai, «Sei venuta per Filo?» Lei annuì, felice avessi capito. «Dorme ancora, purtroppo. Hai fatto colazione?»

Negò. «Elia non è a casa», disse semplicemente.

«E tua mamma?»

«A lavoro.»

Io annuii, le feci cenno di aspettare e corsi in casa per aprirle il cancello. Ritornai da lei e le porsi la mano, «Stavo finendo di fare colazione io, vuoi sgranocchiare qualcosa con me?»

«Sicura?»

«Certo!» La guardai dolcemente.

La feci accomodare dinanzi a me, al tavolino, le portai una tazza e le chiesi se le piacesse il latte alle mandorle. Così glielo versai e le misi in una ciotolina dei biscotti al cioccolato.

La raggiunsi, non continuai a leggere. La mia attenzione ricadde su di lei. Mi sbalordii nel vedere che non fosse completamente uguale ad Elia, aveva giusto i lineamenti delle labbra simili: erano rosee, piene e morbide.

Il latte le macchiò le labbra assieme alle briciole dei biscotti. «Quindi è Elia che ti prepara la colazione?» Esordii nel silenzio.

Lei annuì, «Di solito sì. Pane e nutella, ogni mattina.»

«E come mai non c'è oggi? Ha dormito fuori?», sperai che non notasse la mia vena impicciona, ma fortunatamente era troppo impegnata a mangiare per rendersene conto.

«Mh-hm. Ha discusso con papà.»

«Oh.» Sussurrai, mi umettai le labbra e sorseggiai del tè, «E non c'è tuo padre stamattina?»

«Sì, dorme. Anche Flavio.»

«Flavio è l'altro tuo fratello?»

«Sì», annuì, poi morse un biscotto inzuppato di latte.

«Capisco», mormorai, «Ed Elia dorme spesso fuori?»

«Non lo so se dorme fuori, so solo che non torna a casa», si leccò il pollice, «Lo fa solo quando litigano.»

Io ed Elia non c'eravamo più sentiti dopo quella serata a chiacchierare. Solo quella sera aveva accennato di suo padre, delle birre di suo padre per la precisione. E intuii ci fosse qualcosa di strano, mi chiesi: "Perché è Elia a prepararti la colazione? Non poteva farlo tuo padre?"

Ma ero anche a conoscenza che quelli non erano fatti miei, pensai che avessero un rapporto difficile, molto semplicemente. Così come io lo avevo con mio padre, anche se non sapevo quanto simile la situazione fosse.

E, ancora, magari Ilaria non voleva svegliare suo padre, effettivamente era abbastanza presto per chiunque nel periodo estivo. Perciò la smisi di farmi idee sbagliate e sembrare una bambola di ceramica infilata su quella sedia con dei chiodi.

Lasciai perdere quel ridicolo interrogatorio e continuai a fare colazione. Una volta vuote le nostre ciotole, mi recai in cucina per lavare tutto. Nello stesso momento, Filo e Valerio scesero dalle scale principale completamente assonnati.

Non appena Filo notò Ilaria in giardino, corse da lei.



I bambini giocarono per quasi tutta la mattina nel giardino, che fu invaso di ogni giocattolo presente nella Villa. Mi assunsi la responsabilità di guardarli.

Poi, arrivata l'ora di pranzo, notai che Ilaria si fosse un po' isolata e quindi decisi di avvicinarmi e darle un'occhiata.

«Tutto bene?» Le accarezzai la guancia, richiamandola piano.

Ilaria alzò il viso verso di me e annuì, «Solo che forse dovrei ritornare...» Sembrava preoccupata.

«Oh, okay... vuoi che ti riaccompagni?»

«Va bene.»

Annuii, «Aspettami lì, prendo le chiavi del cancello», mi allontanai velocemente e nel farlo dissi ai miei cugini di salutarla; quando tornai con le chiavi, Ilaria era lì, ferma dove l'avevo lasciata, a dondolarsi.

Uscimmo e percorremmo il vialetto una accanto all'altra, il suo vestitino oscillava sulle sue ginocchia e le trecce rimbalzavano ad ogni suo saltello. Io avevo indossato una salopette di jeans con sotto il bikini arancione, avevo intenzione di fare un bagno dopo pranzo.

«Ti sei divertita?» Le chiesi.

Ilaria annuì facendo una giravolta, io risi. «Quando ero più piccola venivo sempre a sbirciare la tua villa. Di notte faceva paura, era abbandonata e buia. Adesso sembra quella delle principesse.» Mi confessò, giocherellò con le punte delle sue trecce, tenendole distese in avanti, «Ho sempre voluto giocarci, poi meno male che siete arrivati voi, se no mi sarei annoiata a morte.»

Quando arrivammo nel punto in cui io ed Elia c'eravamo incontrati giorni prima — si vedevano ancora le forme delle sue mani, la sagoma del fondo della birra sulla ghiaia e la cenere di una sigaretta fumata male prima di salutarci — notai un ragazzetto alto, dalle spalle secche e la posizione curva della schiena, addosso una canottiera larghissima e dei bermuda rossi ancora più larghi, rivolgeva un'espressione torva ad una persona davanti a sé: Elia.

Quest'ultimo si imponeva su quel ragazzo, che supposi fosse Flavio, in maniera severa. Pareva arrabbiato, frustrato. Gli stava gridando addosso delle parole, ma non ne capii manco una. Vidi solo la mano di Elia che si portò i ricci all'indietro in maniera scocciata, ma quando i suoi occhi rinvennero da dietro al polso, non guardava più il fratello, bensì verso di me, verso di noi.

Ilaria aveva urlato il nome di suo fratello, e poi era corsa da lui a braccia spalancate. Prima di guardare sua sorella, però, Elia guardò me quasi come se fosse sorpreso di trovarmi lì. Si chinò un po' per afferrarla dai fianchi e stringerla in un abbraccio.

Ella si nascose, parve rifugiarsi nel collo del fratello. Elia le accarezzò la schiena e le lasciò un bacio sulla tempia, socchiuse gli occhi per stringerle la nuca e ricambiare quell'abbraccio.

Non seppi spiegarmelo, ma, a me, risultò un abbraccio fin troppo sentito per esserne uno normale tra sorella e fratello. Sembrava che le fosse mancato. Non diceva "ciao, sei tornato a casa e voglio abbracciarti", ma diceva "ciao, voglio abbracciarti perché finalmente sei tornato."

La riportò coi piedi per terra, le sistemò la gonnellina e, prima che lei potesse dirgli qualcosa, la liquidò con: «Va' dentro, arrivo subito.» Flavio prese la mano di sua sorella a la trascinò in casa quasi con forza, come se volesse sgridarla.

Elia fissò i suoi fratelli entrare e sparire oltre il portone di legno spalancato. Io, nel frattempo, mi chiesi se fosse il caso restare lì a guardarlo, sembrava impegnato, in maniera figurata però. Sembrava avesse la mente occupata di pensieri, era distratto.

Il suo petto spirò nell'esatto momento in cui io feci per girare i tacchi e andarmene, ma lui mi richiamò piano: «Isabella.» Gli bastò dire il mio nome ed io mi voltai di nuovo.

Quando mi ritrovai di fronte a lui, Elia si scombinò i ricci sulla fronte con modo impacciato. Fu strano per me vederlo in quello stato d'agitazione, avevo il vizio di idealizzare le persone, ed Elia lo avevo dipinto nella mia mente come uno che sentiva la pace anche durante un temporale. Questo perché mi aveva dato modo di pensarla così, fu bravo in questo: a fingere.

Quando riuscì a guardarmi negli occhi, io proseguii: «È venuta da me stamani, l'ho vista fuori al cancello e l'ho fatta entrare. Mi spiace se questo ha scatenato problemi...»

Pensai fosse colpa mia se risultasse così preoccupato. «No, no, non devi scusarti, tranquilla», poi trattenne il respiro e si grattò la guancia, «È che...», poi ridacchiò, abbassai lo sguardo e notai fosse sudato, «Ho fatto after, non so' riuscito a tornare a casa presto e quindi mi sono spaventato per aver lasciato i bambini da soli. Avevo detto a Flavio di controllare la piccola, ma s'è svegliato poco fa e Ilaria non c'era. Sono andato un po' in panico...», concluse freneticamente, «Anzi, grazie.»

Annuii, arrivai alla conclusione che probabilmente aveva discusso con suo padre proprio per questo. Come una litigata qualunque tra padre-figlio. Idealizzai la scena di Elia che voleva uscire, fare serata fino a tardi e il padre che gli diceva che "non esisteva." Era un'ipotesi plausibile e me la lasciai andar bene.

«È stato un piacere, Ilaria è dolcissima. Si è divertita con Filo, vanno molto d'accordo.»

Elia infilò le mani nelle tasche, «Sono contento», fece un passo indietro, «Ilaria non faceva altro che blaterare sulla vostra villa...»

«Me l'ha raccontato anche a me», annuii lentamente, feci un passo indietro anche io. Ingoiai un groppo di saliva e dissi: «Adesso è meglio che vada, non vorrei far spaventare i miei.»

Elia ammiccò un sorriso cordiale e poi gli diedi le spalle. Camminai calpestando la ghiaia ocra e bruciacchiata, fin quando la sua voce mi fermò, inchiodandomi al terriccio: «Isabella.»

«Sì?», strisciai con le piante dei piedi sui sassolini.

Elia non s'era mosso, stava sorridendo, «Ci sei stasera?»

Mi uscì una risata ironica, «Dove dovrei essere, se no?»

«Allora ci vediamo qua, stesso orario della scorsa volta», m'indicò, «Non fare tardi.»

«Non hai di meglio da fare?» Alzai le sopracciglia.

«Tu hai di meglio da fare?»

«No, a dire il vero no.»

Lui fece spallucce, «Neanche io.»

Continue Reading

You'll Also Like

42.7K 2.2K 27
Si รจ una fanfiction, perchรจ su Fedez? Perchรจ l'ho imparato a conoscere da poco e giร  mi piace un sacco. Perchรจ alla fine รจ una ragazzo semplice con u...
331K 9.8K 35
La vita di Gwendaline Jones si รจ fermata in un giorno qualsiasi di marzo, in un appartamento impossibile da condividere con Harry Styles, una scimmia...
3.2K 98 24
Questa รจ la storia della giovane Nymeria, figlia di un magistrato di Napoli e ragazza molto amata dal popolo e persino dagli schiavi che la servono...
129K 5K 71
La vita a volte somiglia ad una partita di poker, e Amanda lo sa bene. Per questo motivo ogni giorno mette in pratica gli insegnamenti di Ethan, il...