the border between us - Chish...

By irrelevantuserrr

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Non cercavo un supporto, né fisico né morale. Avevo sempre puntato all'indipendenza più assoluta, ad uno sta... More

Prologo
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epilogo
Ringraziamenti
The border behind us!

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By irrelevantuserrr

Dopo un primo giorno trascorso alla spiaggia, cominciai a capire perché in molti si fossero fatti facilmente convincere dai lussi che quel posto offriva loro. La vita alla Spiaggia sembrava quella di un film americano sugli studenti del college, scandita da feste in piscina, buon cibo, ottima musica e tante persone. Se non avessi avuto costantemente paura per le sorti dei miei amici, sarei quasi stata contenta di trovarmi lì.

Ovviamente, tutti dovevamo partecipare ai game e vincere, consegnare le carte, ma solo prima che il nostro visto scadesse. Nessuno mi stava facendo pressioni, e tutti si comportavano in modo estremamente amichevole con me, come se facessi parte della loro grande, allegra famiglia. Inoltre, quelle persone si affiancavano l'un l'altra durante i giochi, dandosi manforte; sembravano tutti così uniti e determinati.

La seconda sera, scesi per prendere parte alla festa in piscina. Non avevo problemi a socializzare, al contrario di ciò che sosteneva Chishiya. A proposito di lui, lo stavo decisamente evitando dopo la nostra "ravvicinata" conversazione, per evitare che mi facesse sentire debole un'altra volta. Perdevo un po' il controllo, con lui, e non volevo che accadesse più dello stretto necessario; era già abbastanza umiliante. Lo intravedevo di sfuggita, quasi sempre affiancato da una bella ragazza con delle lunghe treccine e una sigaretta spenta tra le labbra, e prendevo a camminare in fretta nella direzione opposta.

Ma quella sera, tutti stavano prendendo parte a quella festa, e la prima persona che venne a parlarmi fu proprio quella ragazza. Ero seduta su una sdraio, ad osservare attentamente la scena di due coppie di ragazzi che giocavano alla lotta in piscina, quando lei prese posto accanto a me, con molta naturalezza.

-E così, tu saresti la famosa y/n-, affermò, seria.
-Famosa, non direi. Nuova, sicuramente-, sorrisi, fingendo di non avere idea di chi fosse.

Lei si tolse la sigaretta dalla bocca e mi porse una mano.

-Piacere di conoscerti, mi chiamo Kuina-
-Il piacere è mio, anche se a quanto pare conosci già il mio nome. Le voci corrono, eh?-

-La voce di Chishiya corre più veloce di tutte le altre-, rise, ed io distolsi lo sguardo, tornando a seguire la lotta in piscina. Dovevo cambiare argomento, in fretta.

-I miei amici adorerebbero questo posto. Certo, sarebbe ancora meglio senza i game, ma Karube sicuramente festeggerebbe più a lungo e intensamente di tutti gli altri-, sorrisi, malinconica.

La ragazza mi fissò per un po', senza sapere esattamente cosa dire.

-Come mai non sono qui con te?-, domandò alla fine. Provai a trattenermi, ma le parole mi uscirono da sole.

-Chiedilo al tuo amico-

Ben fatto, y/n. Tu sì che sai come si cambia argomento.

Lei si stupì, guardandomi con le sopracciglia alzate.

-Chishiya è un tipo selettivo, non te la prendere, è così con tutti-

Quelle parole mi ferirono un po', anche se non capivo esattamente il motivo. Finsi di non avere alcuna reazione, giocando col laccio del mio costume, e annuii.

-Ho notato il modo in cui seleziona le persone-

-Però almeno ha scelto te. Io al posto tuo mi sentirei onorata-

Sbuffai. Perché mi stava parlando in questo modo? Lui che cosa le aveva raccontato? Sapeva del modo imbarazzante che avevo avuto di reagire, il giorno prima? L'effetto che mi faceva? Magari era la sua ragazza, e io mi stavo mettendo in una pessima posizione, se stava cercando di studiare le mie reazioni.

-Onorata non è esattamente il termine che userei, ma ormai non hai più importanza. Sono qui, adesso-, proseguii con nonchalance.

Kuina sorrise, sporgendosi verso di me.

-Lui ti piace?-

La saliva mi andò di traverso e cominciai a tossire, facendola ridere.

-Scommetto che ti ho colta alla sprovvista. Scusami, sono un po' invadente a volte-

-Non fa niente, non so nemmeno perché io abbia avuto questa reazione. Non ho alcun tipo di interesse verso Chishiya, devi credermi-, tentai di ricompormi, ma era ovvio che stavo mentendo, e quella mia necessità di mentire avrebbe sicuramente rivelato i miei veri sentimenti.

-Secondo me, non dovresti perdere tempo. Insomma, in questo mondo la morte è sempre dietro l'angolo, ancora di più che in quello vecchio, quindi "cogli l'attimo" vale ancora di più-

La squadrai, perplessa.

-Non so cosa lui ti abbia detto, ma dico davvero, non mi importa minimamente di quel ragazzo. Tutto ciò che so di lui è che ha un pessimo umorismo, che si crede più intelligente degli altri e che probabilmente non si toglierebbe quella sua felpa bianca nemmeno per fare un bagno in piscina-, l'ultima parte poteva effettivamente suonare leggermente ambigua, ma sperai che non se ne accorgesse.

-Come ti pare, amica. Comunque, se vuoi unirti a noi..-

-Oh, ti ringrazio, ma credo che non rimarrò ancora a lungo. Mi sento un po' stanca-

-Ma come, stanca?-, una voce forte e irritante rivelò la presenza di quel tipo, Niragi, che sembrava voler richiamare l'attenzione di tutti su di sé. A quanto pare, stava funzionando.

-Sei appena arrivata, tesoro. Non abbiamo nemmeno ancora ballato insieme, o fumato qualcosa-

Quell'idiota credeva davvero di essere attraente? Poverino.

-Niragi, non spaventare la nuova recluta-, lo ammonì un  uomo massiccio, al suo fianco, trattenendo un  sorriso.

-Oh, sono sicuro che ci voglia ben altro per metterle paura. Dico bene, dolcezza?-

La mia faccia schifata fece scoppiare Kuina in una sonora risata, ma lui non sembrava affatto contento.

-Che c'è, ti piace tirartela?-

-Che c'è, il disgusto sul mio viso ferisce il tuo ego, o sminuisce la tua mascolinità?-, ero già stufa di quella sua aria strafottente, ed ero realmente disgustata.

-Sono sicuro che questo atteggiamento saccente sia colpa tua, Chishiya-, affermò annoiato.

Mi voltai, e scoprii che lui era lì, a pochi passi da me, che mi fissava con un sorriso. Distolsi immediatamente lo sguardo, tornando a concentrarmi su Niragi.

-Non ho bisogno dell'influenza di nessuno per metterti al tuo posto. Solo perché hai accesso alle armi, non vuol dire che tu abbia accesso anche a tutto il resto-

Un mormorio generale si diffuse tra la gente, ormai avevamo gran parte degli sguardi puntati addosso.

L'idiota rise, avvicinandosi un po' troppo. Mi mise un dito sotto al mento, alzandomi la testa in modo che lo guardassi dritto negli occhi. Non interruppi il contatto visivo, anche se non sopportavo la vista di un essere tanto spregevole, esuberante, presuntuoso, perché volevo che sapesse che non aveva alcun tipo di potere su di me. Il fatto che riuscissi a sfidarlo e a guardarlo male tanto apertamente, era la dimostrazione che tutto il casino che avrebbe fatto non avrebbe suscitato in me alcuna reazione. Mantenevo quel contatto, perché non mi attraeva affatto, al contrario; volevo che il mio disgusto fosse pienamente percepibile.

-Sai, dovresti ritenerti fortunata. Questo posto è pieno di puttanelle che vorrebbero ricevere queste attenzioni-, sibilò, con un tono che, a quanto pare, doveva sembrare sensuale.

-Sarò molto felice di lasciarti a loro-, poi alzai la voce, in modo che la gente attorno a noi sentisse chiaramente, -Che ne dite, ragazze? Chi di voi vuole avere questo enorme privilegio al mio posto?-

Il silenzio calò, e rimase solo la musica della festa di sottofondo. Niragi ora era in imbarazzo, ma soprattutto indignato. Sorrisi nel modo più innocente che mi riuscì.

-Sono sicura che non è colpa tua e del tuo pessimo atteggiamento. Saranno tutte molto timide-

-Vorrà dire che il piacere sarà tuo, allora. Mi piacciono le stronze, hanno quel qualcosa in più-, sogghignò, e arretrò di qualche passo, portando la mano alla pistola che teneva allacciata in vita. Mi avrebbe davvero sparato, o stava solo bluffando? Quanto faceva sul serio quel tipo? Morire in quel modo sarebbe stato umiliante e molto stupido da parte mia; forse mi ero spinta un po' troppo oltre senza tener conto delle conseguenze.

-Senti, Niragi, non devi prenderla sul personale. La verità è che non potrei mai ricambiare queste attenzioni, in alcun modo-, esitai.

-Perché ho già un ragazzo-






**********************************

Come mi sarei aspettata, lui rise di nuovo, stavolta sinceramente divertito.

-E il tuo ragazzo è qui, ora?-

Sentii il cuore battere sempre più veloce, incerta sul modo migliore per uscire da quella situazione. Pensai di attribuire momentaneamente quel ruolo ad uno dei miei amici, in modo da spiegar loro il tutto, una volta che sarebbero arrivati alla spiaggia, così mi avrebbero sicuramente coperta, e magari nel frattempo quell'idiota mi avrebbe lasciata in pace senza puntarmi contro un'arma da fuoco. 

Pensai alla voglia che avrebbe avuto Karube di prenderlo a pugni, se solo lo avesse conosciuto; lui era la scelta più sensata, la miglior copertura per quella cazzata con la quale stavo cercando di salvarmi. Ma proprio quando ebbi deciso di rispondere a quella domanda con il suo nome, lo sentii.

-Beh, non amo gli annunci pubblici, ma il suo ragazzo è decisamente qui, ora-


Cosa cazzo stava facendo?

Mi girai verso Chishiya, guardandolo allibita, ma lui non mi guardò. In quel momento, mi accorsi del modo in cui fissava Niragi; lo stava sfidando, ed era sicuro di avere tutto il necessario per vincere quel dibattito.

-Ma fammi il piacere-, sbuffò l'altro, con una smorfia disgustosa, -Da quando sei qui, nessuno ti ha mai visto interessarti a qualcuno al di fuori di te stesso, e ora mi vorresti dire che ti sei preso questa qui dopo due giorni?-

Quella situazione si stava facendo sempre più imbarazzante. Guardai Kuina, allibita quanto me, forse persino di più, ma nemmeno lei mi guardò.

-Sai, Niragi, non mi aspetto che tu riesca a capire come funzionano le relazioni. Richiederebbe una certa profondità, qualità che non ha mai fatto parte di te-, rispose Chishiya di rimando, senza scomporsi minimamente.

Mi alzai, decisa ad andarmene e porre fine a tutta quella sceneggiata. Con mio enorme sollievo, in quel momento arrivò il Cappellaio, distogliendo l'attenzione da noi e ponendola su di sé, così ebbi la mia occasione di sgattaiolare via e rifugiarmi nella mia stanza. Provai a dormire, ma non era vero che ero stanca, lo avevo detto solo per non dovermi unire a Kuina e Chishiya. E ora lui aveva raccontato quell'enorme cazzata che non sapevo come avrei gestito, e non mi andava giù un comportamento tanto imprevedibile, che mi facesse passare per la ragazza facile di turno.

Così, senza davvero realizzare ciò che stavo facendo, mi trovai davanti alla porta della sua stanza, e bussai. Mi aprì Kuina, e sorrise nel vedermi.

-Ramanzina in arrivo, finalmente. Mi chiedevo quando saresti venuta a fargli il culo, se devo essere sincera-, lei sapeva che lui aveva mentito, ovviamente. Meglio così.

-Buona fortuna-, mormorò divertita, poi uscì e cominciò a camminare nella direzione da cui io ero arrivata, lasciandomi sola con lui, che stava lì, seduto sul bordo del letto, e mi fissava senza esprimere delle emozioni ben definite.

-So che stai per fare una delle tue scenate, e mi sta bene, ma l'ho fatto per te. Non sai quanto Niragi possa essere imprevedibile, e tu stavi palesemente mentendo, lo so io e lo sai anche tu. Di lì a poco, lo avrebbero capito anche tutti gli altri, e non sarebbe finita bene-

-Non osare metterti in mezzo, mai più. Non ho bisogno che mi aiuti o mi difendi, soprattutto non dicendo cazzate come quella di stasera-

-E invece ne hai bisogno eccome-

-Smettila di crederti speciale, non lo sei. So cavarmela-

-Ma non hai davvero un ragazzo, e avresti fatto la figura della bugiarda-

-E invece, alla fine l'hai fatta tu, quella figura. Sei contento?-

-Io dico che ci hanno creduto tutti, alla mia cazzata-, sorrise, fiero delle sue doti oratorie.

Ero sul punto di avere una crisi di nervi, e quel sorrisetto peggiorava le cose.

-Grandioso, proprio quello che mi ci voleva-, sussurrai, passandomi una mano tra i capelli.

Lui sembrava improvvisamente perplesso.

-Che c'è? Non è poi così grave, se gli altri pensano che stai con me. Non ho la reputazione da coglione che ha Niragi, in questo posto-

-Non me ne frega niente, della reputazione che hai. Non dovevi uscirtene così con una cosa simile, soprattutto dal momento che, a quanto pare, non ti importa di nessuno se non di te stesso. Che cosa speri di ottenere, comportandoti così con me?-, ero davvero confusa e curiosa.

Alzò le spalle, guardandosi i piedi ma senza togliersi il sorriso fiero dalla faccia.

-Voglio solo che ti fidi di me. Magari voglio fare amicizia, magari sto flirtando. Ma mi piace lasciarti con il beneficio del dubbio; il modo in cui l'incertezza ti manda in crisi mi provoca una soddisfazione unica-

Volevo schiaffeggiarlo, ero totalmente sopraffatta da tutta quella sincerità, non credevo osasse tanto, o che fosse davvero così presuntuoso. Soprattutto, aveva ragione.

Lo raggiunsi e mi fermai in piedi davanti a lui, ancora seduto. Alzò la testa e mi guardò, con quegli occhi che amavo e odiavo allo stesso tempo.

-Mi fa piacere che tutto questo ti diverta, ma per alcuni di noi non è un gioco-

-Stai dicendo che vuoi stare con me per davvero?-, rise, divertendosi a prendermi sempre più per il culo.

-No, brutto coglione. Sto dicendo che questo tuo atteggiamento diverte solo te, quindi o la pianti, o giuro che te ne farò pentire-, sperai di suonare il più convincente possibile, ma quando notai lo scintillio che attraversò i suoi occhi, capii che non mi credeva affatto. Piegò la testa di lato, senza interrompere il contatto visivo che io, con lui, facevo sempre una fatica tremenda a mantenere.

-Quando fingi di essere una dura sei davvero bella. Dovremmo litigare più spesso-



NOTA AUTRICE

amici lo so, so che può sembrare che io stia trasformando Chishiya nel banale e stereotipato "badboy", ma vi giuro che non è davvero così, c'è una spiegazione razionale. Probabilmente, se leggessi questa storia conoscendo il personaggio di lui dalla serie, mi direi sicuramente "Chishiya non si comporterebbe mai così", e credetemi, lo so. Rimarrò fedele al suo vero carattere e personaggio, non vi preoccupate. Per adesso, sorbitevi qualche sano cliché, se tutto va come deve ne varrà la pena.

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