the border between us - Chish...

By irrelevantuserrr

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Non cercavo un supporto, né fisico né morale. Avevo sempre puntato all'indipendenza più assoluta, ad uno sta... More

Prologo
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epilogo
Ringraziamenti
The border behind us!

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By irrelevantuserrr

-Il mondo come lo conosciamo esiste ancora-, esordì il Cappellaio.

-Già da questa premessa, dovrei avere la tua più totale attenzione. Abbiamo studiato a lungo tutta la situazione, e io personalmente ho provveduto a fondare questo posto; un vero tempio della speranza, una luce nel buio. Ma, come potrai intuire anche da sola, sempre se sei davvero sveglia come dice il nostro Chishiya, tornare indietro non sarà affatto facile, e soprattutto, non indolore-

Deglutii, agitata. Sapevo che in qualche modo avrei dovuto pagare, fare ben più di qualche piccolo favore ad uno strano ragazzo appena conosciuto, per salvare me e gli altri. Annuii, invitandolo a proseguire, e l'uomo sorrise, raggiante. C'era decisamente della follia in lui, non era solo eccentrico ed amichevole.

-La Spiaggia sarà lieta di averti come nuovo membro. Qui ti sarà offerto ogni genere di lusso, divertimento, piacere che tu possa desiderare, ti sarà persino permesso di fare uso di droghe, di fare sesso, di ubriacarti fino a farti venire delle pessime emicranie il mattino seguente-

-E ovviamente, fumare in compagnia è decisamente ancora più consentito che fumare da soli-, commentò il ragazzo che si era preso gioco di Chishiya pochi istanti prima, ma lo ignorai. Per qualche ragione, non lo sopportavo proprio; lui si che era arrogante, come se potesse avere qualunque cosa desiderasse semplicemente guardando tutti in quel modo orribile, superiore. Non potei fare a meno di domandarmi quale potesse essere la sua reputazione in quel posto. Lo rispettavano? Temevano? Odiavano?

-Niragi, sei pregato di non interrompermi-, lo ammonì il Cappellaio, prima di proseguire con la sua spiegazione. Il ragazzo rispose alzando gli occhi al cielo, annoiato.

-Come dicevo, tutto ciò ti verrà dato volentieri, ciò che è nostro ora è anche tuo,ragazzina. Ma qui abbiamo un obiettivo comune, e tu ci darai una mano a portarlo a termine-, fece una pausa drammatica. Un po' in imbarazzo, capii che voleva una conferma.

-Come dovrei farlo? Im cosa consiste, esattamente, questo aiuto?-

-Ci aiuterai partecipando ai game e portando a me e alla commissione la carta da gioco che, chi vince, ottiene. Abbiamo questo piano, collezioneremo le carte da gioco, e una volta che le avremo tutte, qualcosa succederà. Non abbiamo ancora capito che cosa, esattamente, ma faremo in modo di andare a casa; la molteplicità degli individui qui presenti si sacrificherà, per la salvezza di uno di noi-

-Uno di noi? Sta dicendo che solo una persona potrà fare ritorno?-, domandai, sbalordita. Era fuori discussione che io mi sacrificassi senza alcun tornaconto, né per me, né per i miei amici. Questo era il favore che avrei dovuto fare a tutti loro?

Sentii dei passi alle mie spalle, poi Chishiya si affiancò a me, poggiandomi una mano sulla spalla e provocandomi un brivido lungo la spina dorsale. Che diamine stava facendo?

-Y/n, è solo una cosa temporanea. Una volta che avremo trovato il modo per fare tornare indietro uno di noi, allora potremo fare lo stesso anche con gli altri. Devi solo fidarti-, mi parlava in modo dolce, come se ci tenesse a tranquillizzarmi, e lo trovai decisamente ipocrita, dato il modo in cui mi aveva convinta a gettarmi in quella specie di missione suicida.

-Non hai altre scelte, se vuoi avere una possibilità. Certo, potresti morire durante un game, spesso purtroppo accade anche questo, ma le carte da collezionare non sono ancora molte, e in ogni caso le abbiamo tutte noi, qui, alla spiaggia. L'unica certezza che abbiamo è che, una volta raccolte, qualcosa accadrà, e potrebbe essere il nostro momento-, terminò una donna alta, dai lineamenti delicati e i lunghi lisci capelli corvini.

-Ciò che Mira sta cercando di dire, è che ne varrà la pena, e non esiste missione più nobile di questa, in un mondo come questo-, sorrise il Cappellaio, attendendo una mia risposta.

Esitai.

-E se non accettassi?-

-Entrerebbe in gioco la regola più importante che io personalmente ho stabilito per mantenere ordine in questo posto; morte a tutti i traditori, nessuna eccezione. Come avrai notato, ho un sistema di guardia ben fornito di armi di vario genere, che non esiterà ad agire-

Mi voltai verso Chishiya, e anche se detestavo l'idea, ero piuttosto certa di avere una faccia terrorizzata. Lui strinse leggermente la presa sulla mia spalla, e mi sorrise. Quel ragazzo sorrideva con gli occhi, e in quell'istante mi resi conto di quanto potere fosse in grado di esercitare sulle persone con quel gesto, come una specie di arma segreta. Di certo, non poteva fare quell'effetto solo su di me.

Ma lo odiavo. Odiavo che mi avesse convinta a fare una cosa tanto stupida. Perché lo avevo seguito? Credevo davvero di essere speciale in qualche strano modo, di poter stringere un patto onesto con un tizio appena conosciuto? Ero stata stupida, e come avrebbe detto lui stesso, avevo permesso al mio orgoglio di mandare tutto a puttane. Mi sentivo umiliata, e odiavo lui e i suoi fottuti attraenti modi di fare, i suoi occhi in grado di convincere chiunque delle sue buone e inesistenti intenzioni.

-Lei ci sta. Ne abbiamo parlato ancora prima di arrivare qui, sa anche lei che è l'unica soluzione-, Chishiya parlò all'improvviso, ora guardando il Cappellaio.

-Cosa cazzo stai dicendo?-, sbottai, ma era tardi, e lui concluse la frase.

-Come vi ho detto, è una tipa sveglia. Sono certo che non ci darà problemi-









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Ero fottuta, ufficialmente e senza vie di scampo.

Umiliata, da uno stupido ma in realtà troppo astuto ragazzo che mi aveva appena condannata a morte.

Senza aggravare ulteriormente la mia situazione, con la testa dolorante ed il cuore a mille per la rabbia, la paura, la frustrazione, mi voltai e uscii da quella stanza, senza aggiungere altro.

Sentii Chishiya seguirmi, e dopo aver fatto la prima scala di corsa, mi fermai, voltandomi a guardarlo e provando il potentissimo impulso di schiaffeggiare quella sua bellissima e ipocrita faccia.

-Una cazzo di recluta, questo sono. Tutte quelle stronzate sull'onore, sulla necessità di fidarmi di altri apparte me stessa, sulla salvezza. Tutte stronzate-

-Non è così, credimi. Fa questo effetto a tutti all'inizio, poi inizi ad ambientarti-

-Non sto parlando di fare amicizia e abituarmi a mangiare il vostro pregiato cibo!-, sbottai, furente.

-Sto parlando del modo in cui mi hai manipolata, facendomi credere che qui avrei avuto la mia risposta, che avrei trovato un vero modo per andarmene, e poi mi hai incastrata, vincolandomi a voi prima che potessi rifiutare!-

Lui provò ad avvicinarsi, ma arretrai di qualche passo, schifata, facendolo sospirare.

-Capisco che possa essere un po' pesante da digerire al momento, ma devi credermi, non ti ho detto cazzate. E comunque, ho solo evitato che scoppiasse una lite, accettando al tuo posto; Niragi ama far nascere complicazioni dalle più piccole cose, e appena avrai modo di conoscerlo mi darai ragione, come su tutto il resto-

-Credi veramente di non essere dalla parte del torto nemmeno questa volta? Chi ti da il diritto di prendere decisioni al mio posto?-, non ci vedevo più dalla rabbia, a quel punto, ma lui non si scompose minimamente, rimase calmo come al solito.

-La decisione non è mai stata tua, non dopo che hai deciso di seguirmi e di venire qui. Non ti avrebbero mai permesso di rifiutare-

-Ho deciso di seguirti, dici? Ti rendi conto che mi hai fatto credere tutt'altra cosa?-

-Non è così, invece. Ci battiamo tutti per lo stesso motivo, lasciare questo posto, non ti ho mai mentito. Non si metterà in salvo solo il Cappellaio, hai solo interpretato male le sue parole-

-Dimenticavo che qui sei tu l'esperto di retorica, quello che in dieci minuti è in grado di manipolarti e rovinarti al vita-, mi avvicinai io a lui, questa volta, finchè le punte dei nostri piedi non si toccarono, e lo fissai dritto in quegli occhi profondi.

-Potrai anche avermi incastrata una volta, Chishiya, ma non ti permetterò di farlo mai più. Quindi, qualunque cosa ti aspetti che io faccia per ricompensarti, puoi anche scordartela-

Lui sorrise, e sollevò lentamente la mano fino al mio viso, poggiando il pollice sulla mia guancia. Non fui minimamente in grado di muovere un solo muscolo, ero letteralmente pietrificata, e odiai profondamente il mio corpo per essersi fatto fregare da quel semplice, stupido contatto. Mantenne la mano in posizione, e si soffermò sulle mie labbra, facendomi quasi smettere di respirare. Dopo qualche istante, mi guardò di nuovo negli occhi, più intensamente di quanto non avesse mai fatto.

-Mi dispiace se credi che io ti abbia manipolata, ma ciò che ti ho promesso è ciò che avrai, hai la mia parola. Il Cappellaio esagera sempre, ma io so che sarai estremamente preziosa, per noi. Ti ho scelta perché credo che tu abbia tutte le caratteristiche giuste per fare ciò che è necessario, non sei sciocca, avventata, ingenua. Quindi no, non ti ho fregata e non ti ho mentito-, quasi sussurrava, a pochi centimetri dal mio volto. Poi, si sporse e accostò le labbra al mio orecchio, invadendomi col suo profumo delicato, pulito.

-E quello che voglio da te, lo voglio per entrambi-, mi sussurrò, -quando cominceremo a collezionare praticamente tutte le carte, le ruberemo, e alla fine saremo noi i primi a lasciare questo posto. Io e te, y/n, siamo sostanzialmente uguali, vogliamo le stesse cose, e nel momento in cui l'ho capito, ho capito anche che mi sarei potuto fidare di te, come di me stesso. Non posso costringerti, certo, ma so che mi aiuterai, perché so esattamente come ragioni-

Diceva di non potermi costringere, ma il suo fiato caldo sul collo era il metodo di persuasione più efficace al quale fossi mai stata sottoposta. Mio malgrado, sapevo bene anche io che non avrei rifiutato di aiutarlo.

-E i miei amici?-, il filo di voce disperato, estasiato che uscì dalle mie labbra era la cosa più patetica che avessi mai sentito. Adesso sì che gli avevo appena dato la certezza del controllo che esercitava su di me.

Si rizzò nuovamente, ma senza togliere la mano dalla mia guancia, il suo pollice dall'angolo della mia bocca. Mi fece un sorriso ampio, bellissimo, puro, come se avesse a che fare con una stupida bambina di fronte alla sua prima cotta, come se gli facessi pena. Ma non gli davo torto, facevo pena persino a me stessa.

-Se tu manterrai la tua parte del patto e mi aiuterai, lo farò anche io. Come ho detto, ti puoi fidare di me-

Volevo recuperare il controllo in qualche modo, volevo che il mio corpo e la mia mente reagissero, recuperando un minimo di dignità, ma ero rapita da lui, dal modo in cui aveva cominciato a guardarmi, a parlarmi, a sfiorarmi. Non ero totalmente idiota, sapevo che in quel momento avrebbe fatto o detto qualunque cosa pur di convincermi ad andare fino in fondo, aveva bisogno di me, e stava usando il suo carisma come un'arma letale. Improvvisamente, la mia parte orgogliosa e dignitosa riemerse, e mi ritrassi dal suo tocco, spezzando la magia che aveva creato.

-Il piano che mi hai appena rivelato, potrebbe costarti la vita. Se io decidessi di parlare, potrei farti uccidere immediatamente. Non sei poi tanto sveglio come credi-

-In parte hai ragione, potresti denunciarmi. Ma io mi fido sempre del mio istinto, e mi sta dicendo che la mia fiducia in te ha un buon fondamento-

E quale? L'assurda e inspiegabile attrazione che provavo nei suoi confronti?

Serrai la mascella, evitando di rendermi ancora più ridicola. Non avevo idea di come potesse esserne così certo, eppure dubitavo che sarei mai riuscita a tradirlo e condannarlo a morte certa.

-E poi, sono la tua opzione migliore. Se stupidamente decidessi di parlarne con qualcuno, nessuno dei due lascerebbe mai questo posto, devi credermi. Sprecheresti il tuo unico lasciapassare-

-D'accordo-, non avevo più bisogno di fingermi una dura ormai, non dopo che ero arrossita come una mocciosa in preda ad una tempesta ormonale.

Chishiya sorrise, contento.

-Ora, se non hai altre lamentele, puoi seguirmi. Ti mostro la tua stanza-

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