The Devil Within|| Xavier Tho...

By youthlss

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E se ci fosse un altro mistero da svelare? Alla Nevermore Academy sta succedendo qualcosa di molto strano. Pi... More

Prologo
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo VIII
Capitolo IX
Capitolo X
Capitolo XI
Capitolo XII
Capitolo XIII
Capitolo XIV
Capitolo XV
Capitolo XVI
Capitolo XVII
Capitolo XVIII
Capitolo XIX
Capitolo XX
Capitolo XXI
Capitolo XXII
Capitolo XXIII
Capitolo XXIV
Capitolo XXV
Capitolo XXVI
Epilogo

Capitolo IV

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By youthlss

Mercoledì entrò dentro il passaggio segreto dietro la statua di Edgar Allan Poe e nella grande e buia biblioteca trovò il tomo che aveva spaventato Rowan talmente tanto da provare ad ucciderla.

Aveva ragione il suo compagno, era lei quella raffigurata negli scritti degli antichi. Era lei quella destinata a distruggere la Nevermore.

Chiuse il libro con l'intento di portalo con se e fece per andarsene da quella biblioteca piena di ragnatele e polvere, quando d'un tratto vide tutto buio.

Quando le tolsero il sacco dalla testa, si ritrovò legata ad una sedia con di fronte a lei i suoi nuovi compagni di scuola totalmente incappucciati e con una maschera a coprire i loro visi.

«Mercoledì Addams, hai osato-»

«Lo so che sei tu, Bianca»

La sirena si tolse seccamente la maschera e come lei il resto dei presenti. Riconobbe tra i tanti, Xavier, che la teneva sotto controllo.

«Cosa dovremmo fare con lei, ora?» chiese Bianca a nessuno in particolare.

«Potremmo farle fare il giuramento» propose Xavier dietro di lei.

Rifiutò malamente l'offerta e si tolse le corde dai polsi.

«Siete una vergogna per la storia dei rapimenti» disse inforcando l'uscita.

Uscì dal passaggio segreto e fece per tornare in camera sua, quando venne attirata da una figura rannicchiata sulle scale che portavano ai dormitori.

Adelaide piangeva con in mano una lettera bagnata dalle sue lacrime.

Appena la vide si asciugò il viso con il dorso della mano «Scusami, ti lascio passare»

Si alzò dallo scalino e fece per allontanarsi quando Mercoledì le strappò la lettera dalle mani.

«Tua madre non verrà al weekend dei genitori» affermò atona.

Adelaide le tolse la lettera da sotto gli occhi, adirata «Che ti importa?»

«Non capisco come possa rattristarti una notizia del genere. Spero ancora che i miei genitori muioiano prima di venirmi a trovare»

«Questo perché non ti hanno mai fatto mancare l'affetto. Lo dai per scontato, come tutto del resto»

Mercoledì la guardò senza una particolare emozione «Hai intenzione di raccontarmi la storia della tua infanzia come se mi interessasse in qualche modo?»

Adelaide sbuffò «Certo che no. Torna pure in camera»

Le voltò le spalle e se ne andò verso il suo dormitorio, lasciando la ragazza con le trecce da sola davanti alla scala buia.

La mattina successiva Mercoledì andò a trovare Enid vicino al lago, dove lei e il suo gruppo si stavano preparando per l'annuale torneo di canoa.

Prima di arrivare dove si trovava la sua compagna di stanza, venne avvicinata da Adelaide. Iniziava a non sopportarla.

«Riguarda ieri sera?»

Mercoledì non si girò neanche a guardarla e continuò a camminare. Adelaide la seguì.

«Mi ha chiamato Enid. Ma visto che hai uscito il discorso-»

«Se ti preoccupa che io possa spifferare la noncuranza con cui ti tratta tua madre, stai tranquilla. Non ne ho l'interesse»

«Volevo solo esserne certa»

Arrivarono insieme davanti a Enid che le travolse con la sua personalità esuberante e ansiosa.

«Per fortuna siete arrivate. Due ragazze hanno dato forfait. Mi servono nuove gatte nere»

«Non lo so, Enid. Non sono così brava nello sport»

«Io non voglio e basta»

«Peccato, avrei voluto battere finalmente le sirene. Vincono ogni anno»

Mercoledì la guardò con uno strano sguardo «Va bene, parteciperò»

Adelaide sbarrò gli occhi. Enid esultò, poi si rivolse verso di lei con i suoi occhi da cucciolo. Sbuffò seccata «Anche io, ma levati quello sguardo dalla faccia»

Quella sera vide Mercoledì armeggiare sulla loro canoa insieme a Mano, ma decise di non volere sapere nulla di quello che passava nella mente a quella terra ragazza.

Per il corridoio incontrò Xavier e le venne istintivamente da sorridere.

«Domani saremo avversari» esclamò allegro.

Adelaide annuì «Non prenderla sul personale quando ti batteremo. Sai, Adelaide vuol dire vittoria» scherzò facendo riferimento alle sue doti sportive praticamente nulle.

«Non vedo l'ora» le scompigliò la chioma e andò nel suo dormitorio.

Il mattino successivo lei e Mercoledì arrivarono insieme e trovarono già la loro amica lupacchiotta vestita di tutto punto con il suo solito sguardo allegro.

«Smettila di sorridere» la rimbrottò Ade.

Enid si ricompose «Grazie mille, ragazze. I vostri costumi sono nella tenda»

Ade sospirò rassegnata, Mercoledì chiese in tono sorpreso «Costumi?»

Uscirono insieme dalla tenda con indosso i loro vestiti da gatto nero. Adelaide si era anche dipinta i baffi, ma quando si avvicinò a Mercoledì per disegnarli anche a lei, la ragazza le torse il polso.

«Siete bellissime, ragazze. Hey, dove sono i tuoi baffi?» chiese rivolta a Mercoledì.

«Chiedilo un'altra volta e ti resteranno otto vite»

Il piano di Mercoledì fu un successo e i gatti neri vinsero il torneo.

Xavier, ancora vestito da jolly, la raggiunse con uno sguardo allegro.

«Avevi ragione. Avete vinto»

Ade fece un piccolo inchino «Ho sempre ragione, lo sai»

Xavier rise «Ora non esagerare»

Adelaide si perse in quegli occhi verdi e le parole le uscirono dalla bocca senza che avesse il tempo di accorgersene «Ti va di vederci stasera?» Xavier la guardò in modo strano «Per festeggiare» aggiunse dopo.

«Certo, vediamoci alla caffetteria dopo cena»

Adelaide era in camera sua quando il panico la prese in contropiede. Si era appena accorta di ciò che aveva fatto. Come si sarebbe dovuta vestire, di cosa avrebbero parlato?

Yoko la guardava da dietro le lenti nere «Sei ridicola»

«Smettila di lusingarmi, mi fai arrossire»

La vampira scese dal suo letto e si avviò verso il suo armadio da cui tirò fuori un abito nero e semplice.

«Me lo presti davvero?»

«Beh se non lo vuoi-» fece per riprendersi il vestito, ma venne fermata da Adelaide.

«No no no, grazie mille, accetto l'offerta»

Yoko rise e Adelaide iniziò a prepararsi.

Alla caffetteria ordinò una camomilla per calmare i nervi e notò che il cameriere aveva uno sguardo molto dolce.

Si lisciò il vestito di Yoko e bevve qualche sorso della bevanda calda.

Aspettò una, due ore, ma di Xavier nessuna traccia.

«Non è venuto?» le chiese il cameriere che le aveva servito la camomilla.

Adelaide scosse il capo. Si sentiva umiliata. Insomma, non era l'ultima delle sue conquiste, erano amici da anni, erano entrati insieme alla Nevermore. Ma a quanto pareva la loro amicizia non era poi così importante per lui. Lei non era importante.

«Per quanto può valere, ci ha perso lui»

Non valeva molto, ma Adelaide sorrise comunque, un po' per educazione un po' perché aveva apprezzato l'impegno di quell'estraneo per non farla sentire un'emerita imbecille.

Fece per prendere i soldi dalla borsa, ma il cameriere la fermò con un gesto della mano.

«Non devi offrirmi nulla» disse confusa.

«Però voglio. Come ti chiami, ragazza dagli occhi tristi?»

Lei sorrise «Adelaide. Tu?»

Il cameriere sorrise «Tyler. Mi chiamo Tyler»

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