Celine e Levi

By Fait_03

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Celine è una giovane soldatessa della Guarnigione piena di speranze e aspettative nell'aiutare soprattutto le... More

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Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
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Capitolo 9
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Capitolo 11
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Capitolo 37 bis
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Capitolo 39

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By Fait_03

Floch diede l'ordine di portare la donna in prigione, dolorante, spaventata e anche molto preoccupata per le sorti di tutti loro, Celine non poté fare altro che muoversi per via dell'uomo che la stava portando via.

Qualcuno le recuperò anche gli occhiali e glieli mise, c'era una piccola crepa sulla lente destra, per fortuna che non ruppe l'intero accessorio per la vista.

Solo che una volta che furono vicino alla porta:

  <<Aspettate... - i due si fermarono e la donna con la coda dell'occhio vide il suo comandante avvicinarsi a lei, metterle una mano sulla spalla e sussurrarle all'orecchio - Hai sempre svolto un ottimo lavoro... Anche prima di diventare ufficiale... Non pentirti di niente.>>

La ragazza sentì qualcosa in più nel suo tono di voce che le fece provare i brividi di freddo, essi derivavano dalla paura che stava provando in quel momento.

Non sapeva cosa stava succedendo, solo questo la terrorizzava davvero, per non dire che aveva capito che non erano stati i marleyani a trattarli così... Erano tenuti in ostaggio dai loro soldati... E non da uomini qualunque, altri della Legione Esplorativa che però lei non conosceva.

Quando l'uomo si allontanò, il soldato dietro di lei riprese a spingerla davanti a sé e a guidarla fino alle tanto temute prigioni, varcata la porta Celine pensò:

  "Dopo tutte le volte che sono stata a rischio, ora ci sono sul serio."

Quel luogo era davvero oscuro anche se c'erano le torce ad illuminare il lungo corridoio, erano presenti varie celle e alcune già piene di persone, vedendoli alla veloce l'ufficiale non riconobbe nemmeno loro, in più avvertì un'orrenda sensazione di disagio: si sentiva gli occhi di tutti addosso e ciò la faceva sentire nuda quando non lo era.

Questo era da aggiungere al suo stato di paura interiore che stava crescendo piano piano in lei e non la lasciava proprio.

Si fermarono davanti ad una cella che qualche altro soldato aveva provveduto ad aprire la porta per farla entrare e poi chiuderla dietro di lei.

Celine era così tesa che non alzò nemmeno lo sguardo per vedere i suoi "compagni", solo quando si sentì chiamare alzò gli occhi, era circondata dai ragazzi di Levi e finalmente ragionò e si sentì al sicuro.

Fece per rilassare le braccia e poi non solo si sentì le mani legate ma veramente doloranti, non voleva sapere in che condizioni fossero.

  <<Aspetta... - Connie la soccorse e la liberò cercando di fare attenzione – Ecco fatto... Chi ti ha legato Celine? Cos'è successo?>>

  <<Hanno preso pure te...>>

Stavolta parlò Mikasa, intanto Jean si avvicinò a lei per controllarle la ferita sulla guancia:

  <<Chi ti ha fatto questo?>>

Anche se l'ufficiale era davanti a persone che conosceva, vederli così vicini le fece scattare qualcosa, tutte quelle emozioni che non era riuscita ad esprimere per paura esplosero e la fecero reagire in un modo che non si riconobbe nemmeno lei.

Successe quando si sentì di nuovo le mani sul viso, le venne d'istinto di allontanare il ragazzo usando, pentendosene subito, le sue le facevano ancora più male.

Davanti a quella reazione, sia il soldato che gli altri rimasero spiazzati dal suo comportamento perché non capivano.

Celine cercò di proteggersi parlando in modo spaventato:

  <<STATE LONTANI!!! NON AVVICINATEVI!!!>>

Chi era fuori da quella cella o si affacciò o cercò di vedere cosa stesse succedendo, forse stavano facendo del male a qualcuno, peccato che non sarebbero potuti intervenire.

A questo punto fu Armin ad avvicinarsi, ma senza toccare l'ufficiale, iniziò a parlarle:

  <<Celine... Celine calmati...>>

Vide nei suoi occhi paura, solo quella pura emozione che non faceva ragionare l'uomo, allo stesso tempo però si chiese cosa e chi le aveva causato tutto questo.

  <<Va tutto bene...>>

Anche se non era vero non poteva dirle la verità, nemmeno che erano in un posto sicuro, inoltre non poteva dirle che, nelle altre celle intorno c'erano soldati che avevano bevuto il vino marleyano e avevano tutti una fascia al braccio, tra di loro c'erano anche dei bambini.

Almeno non erano stati separati.

Il soldato biondo la vide rannicchiarsi su se stessa dopo che aveva indietreggiato fino alle sbarre della loro prigione e si sentiva bloccata, inerme, in trappola, iniziò anche a tremare come una foglia.

Vederla così non solo fece dispiacere a tutti loro, ma si preoccuparono ancora di più, anche se avevano bene in vista il viso e le mani, non sapevano se qualcuno di sopra avesse infierito in un altro modo su di lei.

Non potevano di certo immaginare che Floch le aveva puntato una pistola in faccia e l'aveva anche umiliata dicendo davanti a molti cosa faceva col capitano, cosa tra l'altro non vera, inoltre non sapevano che Zoe, la loro comandante, li stava portando da lui.

Anche di questo l'ufficiale aveva paura, se gli avessero fatto del male cosa sarebbe successo a tutti loro?

Chi li avrebbe incitati a combattere?

Armin non si arrese lo stesso, si sedette a terra e parlò di nuovo alla donna in modo chiaro e fermo, senza chiederle chi le aveva fatto del male, provò a farle pensare altre cose:

  <<Celine... Ricordi l'oceano? Ricordi quando ci hai raggiunto e sei stata pure il giorno dopo?>>

Sentendo la parola "oceano" lei si voltò verso la fonte dalla voce e vide qualcosa che, in effetti, le ricordava quell'enorme distesa d'acqua che si muoveva da sola.

Inoltre non c'era solo quello... Vedeva e rimembrava altro... C'era la sabbia, c'erano le risate, c'era la freschezza, la libertà...

Riconosceva quegli occhi, non erano dell'uomo che avrebbe voluto trovarsi davanti, sapeva almeno che erano sinceri.

La sensazione di paura iniziò a placarsi:

  <<Armin...>>

Tirato un sospiro di sollievo che almeno l'aveva riconosciuta il ragazzo continuò a parlare:

  <<Ciao Celine... Ci dispiace averti spaventato prima... Cos'è successo?>>

Come se dovesse raccontare un incubo, l'ufficiale descrisse tutto quello che era avvenuto dopo l'esplosione che aveva sentito, che ancora non capiva a cos'era dovuto, disse che era stata catturata e portata in una stanza con altri soldati.

Poi era stata presa anche da lì e quando l'avevano portata dal suo comandante arrivò Floch, le avevano fatto del male dicendo che lei stava trasgredendo alla legge perché l'avevano vista insieme al loro capitano, ricordandosi di lui ebbe un flash:

  <<Levi è in pericolo!>>

Questo fece allarmare i ragazzi, per quanto però lo volessero aiutare non potevano fare niente, erano imprigionati, disarmati e se gli Jaegeristi li avrebbero visti sarebbero stati in pericolo anche loro.

Non ebbero il tempo di dire altro perché sentirono dei passi avanzare e fermarsi da loro, l'ufficiale si voltò piano e fu così che li rivide, davanti a lei c'erano Yelena, Onyankopon e anche un'altra persona che non sapeva chi fosse.

Di nuovo la paura tornò in lei ma in una forma diversa, Celine era arrabbiata con loro, pensava che tutto questo fosse dovuto alla loro presenza a Trost, con occhi pieni di quell'emozione si rialzò da terra e si distanziò dalle grate della cella.

  <<È bello rivedervi, cari eroi di Shiganshina - notò come teneva la mano sul cuore, forse a simulare un loro saluto o chissà che cosa – Mi dispiace molto che il nostro incontro debba tenersi in un posto come questo.>>

  <<Ehi... - Connie s'innervosì e si avvicinò alle sbarre, mettendosi proprio di fronte alla bionda, anche se si parlò a qualcun altro - Tu sei dalla loro parte? Facci uscire.>>

L'uomo dalla carnagione scura rispose:

<<Ti sembra il caso di darmi ordini in questo modo? Dopo che mi avete fatto correre in giro ed arrestato? Rimanete qui ad aspettare, da bravi, il contatto tra Zeke ed Eren.>>

  <<Non ci credo... - stavolta fu Jean a parlare e si mise vicino al compagno Connie, – Sei contenta, Yelena? Dev'essere veramente una grande soddisfazione per te.

Dopo il tuo intervento Zeke è riuscito a manipolare Eren, così avete attaccato Marley, ottenuto il supporto degli eldiani, e preso il controllo dell'esercito tramite il vostro vino mischiato al liquido spinale.>>

In tutto questo la donna alta mantenne la sua espressione che sembrava essere apatica, e purtroppo anche l'ufficiale la conosceva, quante volte l'aveva vista così e aveva pensato che lei stesse tramando qualcosa...

L'opinione che aveva verso di lei non era cambiata, da quando l'aveva vista al mare la prima volta aveva pensato che non le piaceva, e ora che erano nel luogo in cui dovevano stare le piaceva ancora meno.

Dato che i due compagni del ragazzo biondo, senza saperlo, si erano messi davanti all'ufficiale, Armin ne approfittò per afferrarla dal braccio e cercare di allontanarla da lì, come se sapesse cosa sarebbe successo da quel momento in avanti.

Intanto lei era rimasta scombussolata e confusa da quello che aveva sentito da Jean, che voleva dire che il vino era stato mischiato col liquido spinale, di chi poi?

Le veniva da star male al solo pensiero... E molti intorno a lei l'avevano bevuto...

Il ragazzo dai capelli castani continuò:

  <<Controllerete sia la nazione di Eldia che il potere del fondatore, e potrete distruggere Marley e vendicare le vostre patrie.

Era questo il vero obiettivo dietro al vostro arrivo qui, giusto?>>

  <<Non vi abbiamo forse portato il progresso? - parò di nuovo Onyankopon – Quest'isola era indietro di cento anni rispetto al mondo.>>

  <<Cosa?!>>

Di nuovo Connie intervenne, e non solo lui, Celine notò solo allora Nicolò, e anche altre persone... E bambini?!

  <<Lo avete fatto solo per poter vivere più comodamente, visto che volevate il controllo dell'isola.>>

  <<Siete stati ingannati e avete perso, è solo questo il punto.>>

Non riconobbe questa voce, ma quel cuoco conosciuto alla spiaggia sì, infatti lo chiamò per nome e poi si espresse con rabbia tanto da afferrare le sbarre in metallo con le mani:

  <<Vedo che ci hai venduti per diventare lo schiavetto di Yelena, traditore di merda!.>>

Quelle parole fecero pensare a Celine sempre una persona, e questa era in pericolo, doveva e voleva uscire da lì.

  <<Sei un'idiota... - rispose l'uomo fuori dalla loro cella – Il vero traditore sei tu che sei passato dalla parte dei demoni.>>

  <<Cosa?>>

Nicolò sembrò confuso, e anche gli altri.

  <<Facevi sempre gli occhi dolci a quella sporca discendente dei demoni che puzzava di patate...>>

Quel nome fece risuonare qualcosa in Celine, una storia che le avevano raccontato sempre loro... A chi chiamavano ragazza patata...?

  "Oh no..."

Saltò sul posto quando il cuoco iniziò ad urlare contro quel soldato e cercava, inutilmente, di acchiapparlo:

  <<TI AMMAZZO, LURIDO PEZZO DI MERDA!!!>>

Jean intervenne e cercò di tirarlo indietro:

  <<Fermati, Niccolò!>>

Quello continuò come se nulla fosse:

  <<Me ne parlavi tutte le sere, non ce la facevo davvero più.

Sono stato uno sciocco a credere che l'incidente di quella put****,e con la sua morte speravo ti avrebbe fatto rinsanire.... Purtroppo si è salvata.>>

  <<Che cos'hai detto, bastardo?!>>

  <<Allora te lo ripeterò chiaro e tondo, quella lurida put**** era una...>>

Non terminò la frase, e per fortuna, perché si sentì il rumore inconfondibile di una pistola, questo fece spaventare tutti quanti, compresa Celine che, non avendo visto la scena, non poteva sapere cos'era appena successo, ma risentire quell'arma fu una cosa terribile, infatti gridò.

Nonostante il suo titolo, era lo stesso una donna che ancora non era molto lucida, quel rumore avrebbe spaventato chiunque, si coprì la bocca con le mani ancora doloranti mentre Armin cercava di tenerla stretta a sé a mo di protezione.

Poi non solo lei gridò, anche l'altra donna e tutti i bambini si unirono a lei.

  <<Yelena...>>

questo era di nuovo Onyankpon

  <<Vi chiedo scusa per la sua maleducazione. Quest'isola non ha più bisogno di persone che vi insultano, definendovi demoni.

Comunque, vi prego di credermi.

Il nostro vero obiettivo non è certamente solo un'insulsa e vuota vendetta su Marley.

Vogliamo fermare la spirale d'odio di questo mondo, e in questo modo salvare sia Eldia che Marley.

Vi racconterò tutto, senza nascondervi nulla.

Io vi parlerò anche del piano di Zeke per salvare il mondo: il piano dell'eutanasia.>>

  "Eutanasia..."

Quella parola fece bloccare Celine che stava seguendo tutto il discorso...

L'aveva già sentita da qualche parte questo termine... A scuola... Quando la sua insegnante aveva spiegato alla sua classe... Aveva un significato terribile...

Dovette sedersi perché non solo era impallidita subito, ma voleva essere da tutt'altra parte per non ascoltare quei discorsi, non voleva sapere il reale piano di questa persona chiamata Zeke, voleva solo volare via e raggiungere la persona che di sicuro li avrebbe salvati.

Anche in quel contesto pensò intensamente a Levi senza sapere che stava davvero per succedergli qualcosa che avrebbe cambiato forse le loro sorti.

  "Levi... Ti prego... Aiutaci..."

Pensando ciò vide nero. 

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Stiamo arrivando dov'è arrivato più o meno l'anime, è questione di capitoli.

Un bacio per chi passa di qua 💙

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