Obsession

By Eris_Flames

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LA STORIA NON È ADATTA A UN PUBBLICO SENSIBILE! Nel cuore di Manhattan, il Red Tears è un elegante strip club... More

Diritti D'Autore
Personaggi Principali e Secondari
🦋
Prologo 🔴
Capitolo Uno
Capitolo Tre
Capitolo Quattro 🔴
Capitolo Cinque
Capitolo Sei
Capitolo Sette
Capitolo Otto 🟠
Capitolo Nove
Capitolo Dieci 🔴
Capitolo Undici Parte Prima
Capitolo Undici Parte Seconda
Capitolo Undici Parte Terza 🔴🟠
Capitolo Undici Parte Quarta 🔴
Capitolo Dodici 🟠🔴

Capitolo Due

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By Eris_Flames

Non appena raggiunsero il bar dall'estetica moderna e abbastanza elegante, Dave iniziò a guardarsi attorno con cura e notò la presenza di due telecamere situate ai lati superiori delle pareti esterne. La facciata nera era ordinata, con ampie vetrate scure che nascondevano il suo interno dagli occhi curiosi dei passanti. L'insegna dal colore rosso acceso si ergeva su tutta la struttura, con l'obiettivo di attirare facilmente l'attenzione dei pedoni. I tavoli posizionati all'aperto offrivano agli ospiti la possibilità di godersi la brezza serale e di sorseggiare comodi i loro drink.

Dave, Vincent e Sienna si avvicinarono alla cassa dove si poteva comprare un biglietto per l'accesso e mostrarono subito i distintivi. I portieri li fecero passare senza troppi problemi; alla fine, capitava spesso che venissero effettuati dei controlli da parte del corpo della polizia.

Una volta oltrepassata la soglia, vennero accolti dal ritmo coinvolgente della musica R&B. Il pavimento era ricoperto da una moquette rossa e morbida che donava all'ambiente un'aria fin troppo sofisticata per un luogo del genere. I divani in pelle scura, disposti in modo strategico per consentire una visione ottimale delle performances, spiccavano tra i tavoli bianchi e immacolati. Le luci neon blu e rosse danzavano sulle pareti e sui corpi sensuali delle spogliarelliste, che ricoperte di glitter, lasciavano davvero poco all'immaginazione. L'odore stimolante di patchouli creava un'atmosfera carica di lussuria e provocazione.

«Niente male questo posto! Magari più tardi ritorniamo e ci prendiamo un paio di birre», sussurrò Vincent, mentre dava al collega un colpetto leggero con il gomito e indicava una ballerina dalla pelle ebano ricoperta di paillettes scintillanti. Liberò un sorriso malizioso ma incassò solo uno sguardo truce e quindi ritornò a essere muto come un pesce.

I tre si sedettero su uno dei pochi divanetti ancora liberi e si scambiarono un'occhiata stanca.

Dave alzò la voce per farsi sentire dagli altri due e propose l'idea di ottenere i video della sorveglianza. Poi cominciò a scrutare tra la densa miscela di uomini d'affari in abiti eleganti e gruppi di amici che ridevano per cercare qualcuno che facesse parte del personale. Nonostante il locale fosse affollato, un ragazzo dalla figura magrolina si fece avanti con garbo.

Joey sfoggiò un sorriso smagliante. Prese tra le mani il suo piccolo tablet e si rivolse loro con professionalità: «Buona sera, cosa posso servirvi?»

«In realtà, non siamo qui per il diletto. Abbiamo bisogno di parlare con il manager di questo posto», replicò Dave, senza tanti giri di parole, con il suo solito atteggiamento accattivante. Mostrò nuovamente il badge laccato in oro e si tirò su le maniche della camicia bianca, parte integrante della sua divisa.

Odiava questo genere di posti. Voleva uscire da lì il più presto possibile.

Joey annuì con una sfumatura preoccupata sul viso e si voltò, muovendosi con agilità tra la folla per raggiungere una delle poche sezioni private dello strip club.

«Cazzo, Dave! Lo hai spaventato a morte! Non fai altro che avere sempre quell'espressione così cupa e scontrosa», lo prese in giro Sienna con tono scherzoso.
L'altro le fece il dito medio e si lasciò andare sullo schienale morbido del sofà.

«Cosa posso fare per voi?» Pronunciò d'un tratto una voce femminile, ferma ma educata.

«Agente McShire. Abbiamo avuto informazioni da un testimone che ha menzionato il suo locale in relazione a un caso su cui stiamo investigando. Magari, potete fornirci dei dettagli in merito a situazioni insolite che hanno avuto luogo qui di recente», spiegò Sienna, prima di accennare un riso cortese.

La ragazza si accigliò, e mentre masticava una chewing-gum al gusto fragola, si presentò: «Eris Standforth.» Poi si voltò all'indietro verso il ragazzo che stava servendo del vino rosso a una signora di mezza età e continuò: «Al momento il proprietario legale del locale si trova a Buenos Aires. Io mi occupo della sua gestione. Non ditemi che qualcuno dei miei dipendenti ha combinato qualche guaio!»

«Siamo qui per questa ragazza. Dobbiamo scoprire se ieri sera è stata qui» asserì la donna, con serietà. Iniziò subito a frugare nelle tasche della sua giacca grigia. Poi pose con decisione una foto in primo piano di Melanie sulla superficie del tavolino.

«Il nostro locale è riservato esclusivamente ai maggiorenni, quindi nella maggior parte dei casi verifichiamo l'età degli utenti, e quella ragazza mi sembra troppo giovane per essere stata ammessa da Harley. Tuttavia, teniamo un registro dettagliato di ogni serata con i nominativi dei visitatori. È parte delle nostre procedure di sicurezza, e potremmo verificarlo. Per entrare, i clienti devono lasciare i propri crediti, il che ci permette di avere una sorta di fascicolo su chi viene spesso e chi no. Sarà un attimo», comunicò Eris diretta e loquace come un torrente in piena. Con l'intenzione di concludere alla svelta quel fastidioso colloquio, fece segno ai tre di seguirla verso l'ufficio principale.

Odiava sprecare il suo tempo con la polizia. Voleva solo che se ne andassero il prima possibile.

«La ragazza in questione ha compiuto la maggiore età pochi mesi fa», la informò Dave, scorbutico. Dopo di che, procedette a mantenere il passo con gli altri.

I quattro raggiunsero la stanza, ordinata e piena zeppa di documenti.
Eris prese posto davanti al computer portatile, già acceso, e iniziò a digitare sulla tastiera. Sbuffò e con rammarico, si voltò verso gli agenti e scosse la testa.

«Mi dispiace, ma nel nostro sistema non risulta alcuna registrazione sotto il nome di Melanie Morris», dichiarò lei, prima di mostrare ai presenti la dicitura "pagina inesistente" sul display.

Dave imprecò nella sua mente e infilò le mani nelle saccocce posteriori dei denim stretti. Con tono tutt'altro che amichevole, parlò all'improvviso: «Mostraci i video della sorveglianza» Ma alzò un sopracciglio, non appena la titolare del night club stralciò un risolino beffardo.

«Hai questa faccia così arrogante e scontrosa anche quando fai sesso? Sai, zuccherino, sarebbe davvero un peccato. Per quanto riguarda le telecamere, magari, se me lo chiedessi con un briciolo di gentilezza e senza quello sguardo presuntuoso, potrei mostrarti anche adesso le registrazioni. Diversamente, puoi andartene e ritornare qui tra un paio di giorni con un fottuto mandato», sbottò Eris, con fare pungente. Stizzita, si alzò dalla sua postazione per avvicinarsi alla figura prestante dell'altro. Ammiccò un sorriso ammaliante e guardò l'uomo dritto nei suoi occhi color miele. La prepotenza nella sua voce l'aveva a dir poco infastidita e lei, in situazioni come queste, non perdeva mai l'occasione di usare la sua lingua tagliente.

Poi iniziò a scrutare con velata minuzia quella presenza muscolosa e piena di tatuaggi: una tela cromatica piena di colori. Le labbra carnose e proporzionate, incorniciate da una barba lunga ma ben curata, parevano anche più succose delle fragole mature. Il naso alla francese dava a quel viso mascolino un tocco di eleganza e finezza. Si morse l'interno della guancia e girò i tacchi per tornare al PC.

Doveva ritornare di là al più presto, altrimenti sarebbe successo un casino.

Dave alzò lo sguardo, contrasse le palpebre, e si lasciò sfuggire un profondo sospiro. Era incazzato nero: nessuno fino a quel momento si era spinto così oltre. Con ogni fibra del suo essere, cercò di temperare la sua solita rudezza e sollecitò la ragazza. «Potresti mostrarci i video della sorveglianza, per favore?» 

Non era il caso di rallentare le ricerche.

Un ghigno soddisfatto sorse sul volto della giovane di fronte a lui, alimentando la sua rabbia, ma si concentrò e ignorò la voglia di lasciare quel posto per non tornarci mai più.

«Lo ha messo a sedere in meno di un minuto! Interessante», mussitò Sienna, impercettibile all'orecchio altrui. Ripensò all'audacia della ragazza molto più giovane di lei e si lasciò sfuggire una risatina divertita.

Con una distinta espressione di trionfo nella faccia, Eris porse la chiavetta USB all'omone tatuato. «Qui sono conservate tutte le registrazioni delle ultime quattro settimane. Alla fine di ogni mese, procedo alla cancellazione dei video precedenti, a meno che non si verifichino situazioni di interesse investigativo.»

Dave la prese tra le dita con un certo sdegno, e innervosito, provò a non rimuginare sull'accaduto.

«Se non vi serve altro, ora devo ritornare al mio lavoro», concluse l'altra, sbrigativa. Salutò con cortesia e ritornò con passo svelto nella stanza riservata ai personaggi importanti.

Dave osservò le curve del suo corpo ondeggiare chimerice in quella camminata leggera e sinuosa. Assotigliò le palpebre, tentando di decifrarla. Ogni falcata si estrinsecava in un dedaleo enigma; il naso iniziò a prudergli. 

Un brivido lo colpì alla spina dorsale: tutto di quella ragazza gli mandava un segnale d'allarme. Il suo istinto primitivo gli presagiva un pericolo imminente e lo esortava a non abbassare la guardia.

Sperò con tutto se stesso di non incontrarla mai più. 

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