Re-start, Ricomincio da te

By Lea_Willyno

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≪Lui mi aveva promesso la cosa più importante tra tutte: quella di ricominciare. Da lui, con lui.≫ ... More

Dedica
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12

Capitolo 5

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By Lea_Willyno


-Sto provando in tutti i modi a combattere il dolore.
Ci provo e riprovo mille volte pensando che vada meglio,
quando, in realtà, sto cadendo a pezzi.-

𝓦illow

Durante il viaggio nessuno dei due apre bocca per parlare. La radio è impostata su una stazione a me sconosciuta e, alla fine, questo sottofondo musicale dà la parvenza che tra noi due è tutto apposto e nessuna tensione grava sul nostro rapporto. La realtà, però, è ben diversa: e il modo in cui mi ribolle il sangue nelle vene, né è solo la prova.

≪Ti sei fatto crescere la barba?≫ sono la prima a spezzare il silenzio.

Con l'indice traccio le linee evidenti del mio palmo. Ricordo ancora un fatto a cui non ho mai riposto fiducia ma che mi ha inevitabilmente scossa, di quella volta in cui una mia compagna di classe ha afferrato la mia mano, provando a leggerla... In poche parole, lei riusciva a conoscere il futuro altrui. Con il suo polpastrello ha seguito le linee tracciate del mio palmo destro, sussurrando che avrei avuto un futuro intricato, ma pieno d'amore. Inutile dire che non ci ho mai creduto, anche perché, mi ripeto, l'unico amore che avevo non c'è più...

≪Sì, mi piace di più questo look da ragazzo che pensa già ai suoi futuri trent'anni.≫

Scrollo il capo mal celando il sorrisetto ironico, mentre mio fratello scoppia a ridere. Noto che clicca un tasto sul volante, e il volume delle casse si abbassa gradualmente fino a diventare un unico brusio disconnesso.

Molto bene, adesso James vorrà conversare e io, detto sinceramente, non sono pronta. Rimpiango la brillante idea che ho avuto poco fa.

≪È da tanto tempo che non ci vediamo o sentiamo...≫ sento il cuore saltarmi di qualche battito e il petto venire stretto in una morsa pericolosa. ≪Volevo chiederti come stai.≫ La tensione prende il sopravvento nella voce di James, e le occhiate turbate che mi lancia non fanno che innervosirmi.

Passano pochi minuti in cui taccio, prima di dare libero sfogo ai miei pensieri. ≪Sul serio, James? Dopo tutti questi mesi in cui non ti sei fatto sentire, mi chiedi come sto?≫

≪Scusami, va bene? Ho sbagliato e tutti i dannatissimi giorni mi addosso sempre la colpa. Non posso tornare indietro nel tempo per stare con te quando ne avevi più bisogno, lo so, però permettimi di prendermi cura di te ora, come avrei dovuto fare mesi fa!≫

James serra le dita attorno al volante, decelerando con la macchina in prossimità di un semaforo rosso. Il mio palmo giace immobile sopra la coscia, e quando mio fratello prova a intrecciare le nostre dita, non oppongo resistenza. Mi lascio cullare dal calore che sprigiona la sua pelle, ancora ferma alle parole che mi ha rivolto.

"Permettimi di prendermi cura di te ora, come avrei dovuto fare mesi fa..."

Il viaggio continua senza che nessuno dei due apra di nuovo bocca, e la sua frase mi ronza fastidiosamente in testa. Sono molto diffidente al lasciarmi andare con lui ora, ma una parte microscopica di me, quella più bambinesca, mi suggerisce che James è pur sempre mio fratello e che il ragazzo che ho amato non vorrebbe questo.

Però, un'altra parte più scettica, mi rammenta che lui non c'è stato nei mesi in cui mi è crollato il mondo addosso, e avevo bisogno di qualcuno che mi si affiancasse mentre riprendevo in mano la mia vita, anche se con un pezzo in meno di me stessa. L'unica persona che non mi ha mai abbandonata, è stato Kenneth.

Mio cugino ha deciso di sostenermi, salvandomi dall'oscurità e sofferenza che mi annientavano da dentro, a ogni respiro preso.

Trasalisco, risvegliandomi dai ricordi passati per colpa di una luce traditrice che mi acceca in pieno volto. Prendo coraggio dopo pochi minuti, schiudendo un occhio e imbattendomi nell'entrata di un garage moderno e lussuoso. Inarco un sopracciglio, picchettando il dito contro il finestrino.

≪James, dove stiamo andando?≫ sbatto le palpebre, con uno tic nervoso all'occhio.

Sapevo di non potermi fidare di lui, e adesso che non ricevo nessuna risposta dal diretto interessato provo una strana rabbia rovente incendiarmi. Immagino di avere il volto paonazzo e fumante mentre fisso mio fratello con fin troppa apprensione.

Il garage si illumina al passaggio della macchina, e James si prepara a parcheggiarsi in uno dei tre posti auto liberi.

Mi irrigidisco, squadrando rapidamente il luogo in cui siamo. ≪James, rispondimi!≫ strepito, senza ottenere nessuna reazione da parte sua. Lui aziona la retromarcia, alternando gli occhi sugli specchietti. Con fare adirato serro le dita attorno alla cintura, scoccandogli varie occhiate omicide. Stupida io che ho creduto alla sua recitazione da fratellino esausto!

Porto il busto un po' avanti, posando le mani sul cruscotto. ≪James, se non mi rispondi mi butto giù da questa dannata macchina!≫

Mio fratello, a quel punto, si arresta di colpo. Serro gli occhi, sentendo il mio corpo venire catapultato in avanti, e quando il pensiero di essere volata fuori dalla macchina mi trapassa la mente, una forza maggiore mi riporta sul sedile di pelle mentre la nuca sbatte violentemente contro il poggiatesta. Il battito è a mille e il respiro è affannato, mentre l'adrenalina lascia dietro di sé una paura terrificante. Apro un occhio, notando nell'immediato il palmo di mio fratello aderire perfettamente al mio busto.

Schiudo le labbra per sputargli contro tutti gli insulti che conosco, ma lui fa scivolare via la mano dal mio corpo lanciandomi un'occhiata secca.

≪Adesso devi fare da brava: scendi dalla macchina e sali in casa senza scappare o fare stupidaggini di qualsiasi genere... Io devo risolvere un grave problema e non tornerò prima di stasera.≫ James, con voce severa e quasi paternale, mi indica la strada da percorrere roteando l'indice sull'ascensore posto più avanti.

≪Quale problema?≫ mi incuriosisco, sbattendo più volte le ciglia. Accavallo le gambe assumendo una posizione da finta raffinata. Sono a dir poco curiosa nello scoprire dove James si è cacciato.

≪Non è il momento di fare domande. Sali in casa, chiuditi e non aprire a nessuno. Hai capito?≫

La tensione gli irrigidisce i lineamenti del volto, rendendo James più simile a nostro padre. Scrollo il capo davanti ai miei pensieri assurdi; mio fratello e Micheal non hanno nulla in comune, se non l'aspetto estetico.

James traffica con il telefono, scrivendo qualche altro messaggio e imprecando a gran voce. Con un sorriso a metà tra l'angelico e lo scaltro lo affianco, provando a dare una sbirciatina al suo cellulare, ma una sua occhiata ammonitrice mi induce a ritornare al mio posto anche se scocciata.

≪Smettila di trattarmi come una bambina, non lo sono≫.

≪Quando fai così, lo sei≫, mi sorride, beffardo. ≪Adesso devo andare... Le valigie le porto io.≫ Con un movimento fulmineo di mano mi fa scendere dalla sua macchina, ripartendo a tutto gas e ripercorrendo il corridoio che porta all'entrata del garage, ben illuminata dalle luci artificiali.

La prima idea che mi salta in mente, mentre prendo atto di essere rimasta nuovamente sola, è quella di darmi alla fuga. Un'altra parte, però, quella più curiosa, mi induce a rimanere qui ferma e zitta, attendendo l'arrivo di mio fratello per scoprire in che guaio si è cacciato questa volta... Perché ha avuto tutta questa fretta? In che luogo così importante deve andare?

Solitaria, impreco a gran voce: in meno di ventiquattr'ore mi hanno buttata fuori da ben due posti. Cavolo, potrei far parte dei Guiness World Records!

Mi rigiro sul posto, usando le uniche forze rimanenti per rilevare più dettagli possibili del luogo in cui dovrò vivere per queste vacanze natalizie. Esamino le pareti di colori sgargianti e a dir poco orribili, abbellite da scritte fatte con varie bombolette spray luminescenti, alternate da muri pitturati con colori monotoni come il banco e nero, in fondo all'ampio spazio, che fanno risaltare le due personalità del garage... Ipotizzo che mio fratello abbia voluto creare apposta questi due lati, uno più creativo e da ragazzaccio con una passione per le bombolette spray, e una parte più quieta e direi quasi apatica.

Adocchio un carellino rosso su cui sopra sono risposti vari strumenti di cui -anche con un manuale aperto che riproduce fedelmente le immagini, non né capire mai né l'utilità né il nome...-, suppongo servano in caso di guasto a qualche veicolo. E per ultimo, ecco le regine e protagoniste del garage architettato in modo moderno e da milioni di temperamenti: le macchine. I vari generi di auto che regnano hanno diversi tipi di guida, da quelle sportive a quelle più eleganti, e i modelli, invece, sono caratterizzati dai diversi loghi e serie. Per ultimi abbiamo le graduazioni stravaganti di cui non riesco a capirne la logica. Se da una parte sono raggruppate le macchine più sgargianti, dall'altro -il lato più piatto-, si possono osservare le auto tinte di sfumature opache o lucide, ma pur sempre scure.

Un dubbio, però, inizia a instaurarsi dentro la mia mente oscurandomi per un secondo la lucidità ed esaltazione del momento alla vista di tutta questa... ricchezza. Non è dannatamente possibile che solamente mio fratello abbia tutte queste auto; non penso che in pochi anni sia riuscito ad acquistarle tutte lui, cosa se ne farebbe poi? Ecco un'altra domanda da porgli!
E, aggiungerei, anche al più presto. Magari James è immischiato in qualche associazione criminale che solo lui può conoscere. E, detto sinceramente, non mi sorprenderei se fosse così.

La vibrazione del mio telefono mi fa trasalire. Scavo nella tasca del cappotto, alla ricerca dell'apparecchio tecnologico, per poi trovarlo. Un messaggio da parte di James mi invita a entrare nell'ascensore, con un codice trascritto sotto. 

Seguo i suoi consigli, affrettandomi a entrare nella scatoletta lucida ed elegante. Sono talmente stanca da non preoccuparmi del panico che sopraggiunge all'idea di dover restare qui dentro, da sola, anche se per pochi minuti. Con tutta le forze rimanenti mi aggrappo al corrimano in acciaio che si trova ai lati, socchiudendo le palpebre pesanti.

Clicco i piccoli numeri del dispositivo posto vicino alla porta d'ingresso elegante e moderna, avendo disegnata sul volto un'espressione di puro scetticismo misto all'esultanza di vedere le nuove tecnologie avanzate. Il dispositivo lampeggia di verde, e con un unico suono stridulo la porta si apre.

Prendo un profondono respiro, entrando in casa, e confortandomi con l'idea di non dover dormire sotto un ponte. Espiro tutta l'aria che possedevo nei polmoni, sentendo la gola seccarsi e accartocciarsi in se stessa alla vista della meraviglia in cui i miei occhi si imbattono.

≪Cazzo, questo è un attico!≫ mormoro, girandomi attorno come se fossi una bambina spaesata. La nuova casa di mio fratello è arte pura e, anche se titubante avanzo, esaminato ogni centimetro. Non pensavo che James avesse deciso di comprarsi un attico, e devo dire che è difficile trovare una parola che riesca a descrivere la bellezza di questo posto.

Le spettacolari vetrate da cui si riesce a vedere Manhattan portano qui dentro gli ultimi raggi del sole, mezzi coperti dalle nuvole, illuminando in parte l'enorme soggiorno in stile moderno e arredato con mobili semplici ma pregiati alla sola vista. Le pareti sono tutte sui toni del chiaro, rendendo l'attico ancora più spazioso di quel che già è, e i quadri astratti posti sopra i muri danno quel tocco artistico a questo luogo spettacolare.

Cammino, alzando la testa solo per imbattermi nel lampadario creato quasi del tutto da cristalli, che pende dall'alto soffitto come se fosse una pioggia di diamanti pronta a trafiggerti. Continuo a guardare la stanza, incantata, e proiettata in un film piuttosto che la realtà. I miei occhi non vogliono lasciare il lampadario pendente e raffinato, e non presto la minima attenzione a dove metto i piedi, inciampando distrattamente e come una stupida su qualcosa. Una sonora imprecazione fuoriesce dalle mie labbra, mentre osservo una pallina per cani davanti alle punte dei miei piedi. Con una faccia smarrita, noto che non è l'unico gioco per animali presente; a quanto pare, mio fratello ha anche deciso di condividere il tetto con degli animali domestici...

Mi sfilo il cappotto, appoggiandolo momentaneamente sullo schienale del divano, stando attenta a non rovinare il sofà di stoffa bianca. Un verso di apprezzamento rotola dalle mie labbra schiuse, sentendo la comodità e la qualità della stoffa tra i miei polpastrelli raggrinziti dal freddo. Di fronte al primo e lungo divano se ne trova uno simile, se non con la distinta differenza di una piccola isola posta alla fine.

Mi guardo ancora un bel po' intorno, stupita da come anche il più nascosto angolo è curato nei minimi dettagli. Strofino le mani sui jeans stretti, pensando al fatto che James non mi ha mai riferito del fatto che abitasse in un attico e, per di più, con un cane.

Una smorfia triste e amareggiata prende posto sul mio volto, e la mia bocca ha un guizzo. La mia nuca assapora la comodità del poggiatesta del divano, e con un sospiro fiacco provo a chiudere gli occhi inumiditi. Adesso che sono sola, il silenzio è il mio unico amico. I pensieri ritornano ancora più forti di prima, portando con sé la malinconia e tristezza di qualcosa ormai andato perduto, che si attorciglia come catena attorno al mio corpo per ricordami in modo vivido e freddo che ho perso ogni cosa.

Mi strofino le mani sul volto, slegando la crocchia quasi del tutto cadente e lasciando libere le mie ciocche. Spazzo via una lacrima traditrice, mentre l'immediato e famigliare bisogno di scrivere a Jason si fa sempre più vivo, facendomi prudere i palmi in modo implacabile. La necessità di sentirlo accanto a me, un'altra volta, mi fa scoppiare il cuore da dolore, mentre con i polpastrelli tasto il petto, dove sento il rilievo del suo ultimo dono.

Mi addormento così, con me sdraiata sul comodo divano, tenendo stretto il suo regalo fin troppo timorosa di perdere anch'esso. In sogno riesco a rivederlo come sempre, ma anche questa volta non posso stringerlo a me.

❆❆❆

Mentre sono nel mondo dei sogni, o dovrei più dire incubi, due nasi bagnati continuano ad annusarmi curiosamente, provocandomi un po' di solletico. Scrollo la testa, infastidita, ma delle voci ovattate bisbigliano ripetutamente parole che non riesco a udire, sollevandomi su dal sonno tormentato in cui ero finita.

Una delle tre voci, però, la riconosco: è quella di James. Ringrazio tutte le divinità che almeno lui è qui con me, ma la mia momentanea euforia viene messa a tacere da altri due toni, sconosciuti e maschili, e differenti tra loro: uno è calmo e rassicurante, che riuscirebbe a farti rilassare aprendo solamente bocca. Penso che questa persona ha lo strano potere di allontanare tutte le ansie, e sono più che sicura che se lui parlasse con me per più di qualche minuto riuscirebbe a farmi cadere in un sonno piacevole, e neanche il bacio del principe potrebbe più risvegliarmi.

L'altra voce che percepisco è anch'essa calma e profonda, insieme a quel pizzico di autorità che in pochi possiedono e che riesce a farmi provare un anormale brivido lungo la spina dorsale. Questa calma, però, non è come quella del primo, ma più controllata, come se da un momento all'altro potesse perdere il controllo di se stesso mostrandosi per com'è davvero. Per chi è davvero.

Il mio stomaco è in subbuglio mentre drizzo maggiormente le orecchie, volendo udire la sua voce. Una strana e irrefrenabile voglia di aprire gli occhi e imbattermi nel ragazzo con la calma fin troppo forzata mi rende difficile rimanere ferma e immobile, mettendo fine alla mia recitazione de "La bella addormentata".

Rido sommessamente dentro di me, pensando che questo ragazzo, se volesse, potrebbe far cadere tutti ai suoi piedi aprendo solamente bocca. Ha un potere criptico e altamente affascinante che ti attira inevitabilmente a lui.

Sono ancora concentrata su quella voce profonda, quando percepisco una piccola lingua iniziare a leccare timidamente la mia fronte. Trasalisco, mordendomi l'interno guancia per non emettere il grido più acuto che io possa fare.

Mi alzo di colpo, seduta sul divano con le gambe piegate e il petto ansante, osservando i due cani guardarmi di rimando con una nota incuriosita. Il più piccolo tra i due, ma anche l'artefice del mio spavento, è saltato in contemporanea con me, mentre l'altro, il più grande, è a terra e mi guarda circospetto per capire se io possa essere o meno una minaccia per suo fratello.

Alzo lo sguardo, frastornata, sentendomi osservata. Passo una mano sui capelli aggrovigliati, accorgendomi che anche le voci si sono fermate di colpo. Il silenzio regna sovrano in questa stanza intrisa di una tensione a me sconosciuta, e ho paura che in questo momento il battito furioso del mio cuore sia toppo rumoroso.

Sussulto mordendomi successivamente il labbro, finché un sapore metallico non invade il mio palato.

Tre ragazzi sono di fronte a me, e di rimando punto lo sguardo sull'unico volto famigliare che conosco: mio fratello.

Gli pongo mille domande silenziose, aspettando impaziente una sua risposta.

James ricambia il mio sguardo con un sorrisetto nervoso, salutandomi con la mano. Sposto di poco gli occhi, imbattendomi nel ragazzo biondo alla destra di mio fratello, con due iridi azzurre limpide che invidio parecchio. I suoi lineamenti sono decisi, ma allo stesso tempo hanno quei tratti angelici che ti fanno inevitabilmente riporre gli occhi su di lui per più tempo del previsto, data la sua bellezza paradisiaca. Accenna un sorriso cortese mentre si sfila i suoi occhiali fini in oro, chiudendo il computer che precedentemente si trovava posato sulle sue ginocchia.

Li guardo disorientata, prima di passare al terzo e ultimo ragazzo.

Espiro di colpo l'aria, esaminando il ragazzo che, invece, è in piedi e mi sta già fissando con occhi torvi e un'espressione sprezzante e presuntuosa. Affilo il mio sguardo, non facendomi abbindolare da quella bellezza inumana e sfidandolo con una sola occhiata a chi cede prima il controllo all'altro. Nel mio sangue, però, scorre una determinazione alimentata fin da quando sono atterrata qui, a Manhattan.

Rabbrividisco sentendo il respiro divenire ormai tremulo, mentre quelle iridi color nocciola entrano dentro di me, nel profondo, esplorandomi finché non si imbatte nei lati oscuri della mia anima prima pura, inevitabilmente macchiata da un dolore cieco e profondo.

Mi riscuoto dai miei pensieri, passando lo sguardo su tutto il suo corpo: il ciuffo castano cade davanti agli occhi, costantemente, senza le presenza di alcun gel in quelle ciocche che alla sola vista sembrano morbide e luccicanti. Il suo volto è attraversato da una spruzzata di lentiggini a opera d'arte, che ricopre il naso proporzionato al viso, insieme agli zigomi affilati. Tutto in lui è qualcosa di esageratamente bello, in cui dentro scorgo dell'arroganza che mi irrita all'inverosimile. Abbasso gli occhi, sulle sue labbra, non vedendo nemmeno l'ombra di un sorriso.

Faccio una smorfia: lui non mi piace, non è come il biondo che sorride!

Sento i loro sguardi addosso, ma mi obbligo a non abbassare il capo nemmeno quando un improvviso disagio prende il sopravvento sulle mie emozioni.

Ho promesso di essere più forte, e lo sarò.

Questo momento mi riporta a poche ore fa all'aeroporto quando ho incontrato Oliver. Inconsapevolmente, sorrido al pensiero di quell'uomo così tanto chiacchierone e sensibile, impossibile da non adorare. Chissà cosa starà facendo adesso...

Anche se, la vera domanda che mi dovrei porre è: Chi sono questi?

❆❆❆

Note autrice:

Ciao a tutti!

Come state? Spero bene! 💖

Eccoci arrivati al quinto capitolo, in cui si incontrano due nuovi sconosciuti! 🤩👀

❄️ Chi saranno mai questi due ragazzi misteriosi? 🤭🧐

❄️ Perché James ha lasciato Willow da sola? Dove può essere finito? 🤔

❄️Con la sparizione di James, centreranno i due misteriosi sconosciuti??

Detto questo, eccoci alla fine del quinto capitolo... Mi scuso in anticipo per gli errori, ma in futuro saranno corretti, promesso! 🥰

Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui. Se volete, non dimenticatevi di lasciare un commento con le vostre opinione o, se il capitolo vi è piaciuto, non dimenticatevi della stellina! 💫

Alla prossima! 🫶🏻

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