Princess on the run

By knamida

5.5K 1.4K 543

Ellie non è una ragazza come tante anche se vorrebbe esserlo, lei è una giovane principessa che poco tale si... More

Personaggi
Audiolettura
Recensioni + commenti
Prologo
Capitolo 1 - La Regina Dianne
Capitolo 2 - Ellie
Capitolo 3 - Liam
Capitolo 4 - Ellie
Capitolo 5 - Liam
Capitolo 6 - La Regina Dianne
Capitolo 7 - Ellie
Capitolo 8 - Liam
Capitolo 9 - Ellie
Capitolo 11 - Ellie
Capitolo 12 - Liam
Capitolo 13 - Ellie
Capitolo 14 - Liam
Capitolo 15 - Ellie
Capitolo 16 - Liam
Capitolo 17 - Ellie
Capitolo 18 - Liam
Capitolo 19 - Ellie
Capitolo 20 - Liam
Capitolo 21 - Ellie
Capitolo 22 - Liam
Capitolo 23 - La Regina Dianne

Capitolo 10 - Liam

171 56 13
By knamida

Avevo fatto accomodare Louisa sul divano vecchio nel magazzino mentre io rovistavo nervosamente in giro alla ricerca di qualcosa che potesse schiarirle il rossore sulla mano, quando trovai la valigetta medica la raggiunsi mettendo in disordine tutto ciò che essa conteneva. Ero nervoso, forse in maniera troppo evidente, ma non potevo e non volevo riappacificarmi con me stesso per la mia imprudenza.

Non facevo altro che scusarmi con lei e Louisa non cercava altri modi per tranquillizzarmi inutilmente, anche se apprezzavo il suo modo generoso di prendersi carico delle sue azioni. Aveva trovato una pomata dopo che io pensavo di metterle un cicatrizzante, mi ero sentito sciocco quando ad accorgersene fu lei e non io.

Quando svitò il tappo mi lasciai consegnare la crema per poterla spalmare io, non sapevo identificare il gesto ma ero sicuramente confuso sul voler semplicemente avere un contatto in più con lei o rimediare a quanto accaduto.

"Mi dispiace", le dissi perché non sembrava essere abbastanza.

La pomata a contatto con il mio dito era fredda ma si riscaldò in pochi secondi quando iniziai a massaggiarla sulla sua mano piccola e affusolata, aveva la pelle calda e morbida quasi delicata da aver paura di stringerla troppo.

"Non hai nulla di cui dispiacerti".

"E invece si, smettila di dirmi così". Il mio fu un rimprovero rivolto a me stesso ma che al suo orecchio poteva essere sembrato per lei:"Non avrei dovuto permetterti di salire su quella scala, sarei dovuto andare io non appena ti ho vista farlo".

"Così la scossa l'avresti presa tu".

"Non importa", la guardai dopo che avevo evitato di farlo:"Sarebbe stata la mia mano e non la tua".

Non disse più una parola e neppure io lo feci. Quel nostro silenzio aveva molte più cose di cui parlare che non volevo interromperlo. Mi bastava semplicemente guardarla e lasciarmi guardare, perché non credevo mai di averlo fatto così intensamente con un'altra donna, neppure con Tanya. Lei non mi guardava così, forse non lo aveva mai fatto e Louisa sembrava vedere se stessa attraverso me come io stavo vedendo me attraverso lei.

Come poteva essere possibile che una perfetta sconosciuta riuscisse con niente a farti dimenticare completamente del mondo attorno? Avrei voluto spiegarmelo o chiederlo direttamente a lei ma il mio telefono iniziò insistentemente a squillare frantumando in mille pezzi tutto quello che avrei voluto fare in quel momento e che non feci.

"Ehm, qualcuno ti sta chiamando".

Sbattei rapidamente le palpebre per tornare sulla terra che avevo lasciato per fantasticare libero sulle nuvole, sullo schermo comparve un numero privato al quale risposi davanti a Louisa.

"Allora, sono pronti i miei soldi?"

Sapevo che questa telefonata sarebbe arrivata prima o poi, mi chiedevo solamente quando.

Mi allontanai da Louisa per non farmi sentire:"Signor George, mi dia qualche altro giorno di tempo".

La sua voce si fece greve:"È passato più di un mese da quando mi hai ripetuto la stessa frase".

"Lo so, le prometto che questa volta non passerà tutto questo tempo".

"Faresti bene a crederci perché altrimenti mi vedrò costretto a far chiudere la tua attività", riagganciò senza darmi modo di rispondere.

Ma tanto che cos'altro gli avrei potuto dire? Il debito era alto e non sarebbe stato facile avere tutti qui soldi in un solo colpo. Il locale era tutto ciò che avevo, l'unica cosa in cui credevo veramente e non potevo accettare che venisse chiuso.

Mandai giù il nodo in gola e presi un pieno respiro per tornare da Louisa, il suo sguardo era pressapoco preoccupato il ché voleva significare che non mi era bastato respirare per sembrare tranquillo.

"Va tutto bene?" Mi chiese.
"Sì, è tutto okay". Mentii:"La tua mano come va?"

"Come se avesse appena preso una piccola scossa", ironizzò:"Ma passerà presto".

"Bene, ora è meglio tornare di là prima che ci diano per dispersi".

Prima che Tanya se ne esca con una delle sue sceneggiate.

Non pensavo che Andrew avrebbe chiesto anche a Louisa di essere dei nostri dopo la chiusura. Il ritrovo nel suo garage era da sempre stato il punto di svago, il nostro posto, il luogo segreto dove abbandonarsi ai problemi... ed io ne avevo tanti.

Quanto a Tanya, sapevo perfettamente perché mi avesse lasciato con un bacio sulla guancia. Era un gesto che sin dall'inizio della nostra relazione ci eravamo vietati di mostrare davanti agli altri, ma ora era venuta meno a questa decisione: Lou.

Era dietro di noi, abbastanza lontana da dover alzare la voce per farsi sentire ma vicina quanto bastava per vedere tutto. Era chiaro che Tanya stesse facendo in modo di marcare il suo territorio.

"Allora ci vediamo tra poco?" Chiese Andrew, annuii e si allontanò insieme agli altri.

Chiusi la porta e raggiunsi Louisa che stava sistemando l'ultimo tavolino:"Non sei costretta a venire se non ti va", le dissi mentre la mia mente moriva dalla voglia di vederla anche lì.

Si recò alla pista del bowling:"Perché non dovrebbe? Andrew mi piace molto e stare in compagnia mi farà bene", sorrise e pregai che smettesse istantaneamente di farlo.

Chissà se era solo Andrew a piacerle così tanto.

"Lo so ma magari sarai stanca, oggi è stato il tuo primo giorno di lavoro e tutti si sentono stanchi a fine serata", la aiutai a pulire le palle.

Perché se volevo che ci fosse, le stavo invece proponendo il contrario? Forse perché sapevo quanto pericoloso fosse averla ancora attorno o perché in realtà non lo avevo ancora capito e lo ignoravo appositamente.

"Non abbastanza da vietarmi la compagnia di buoni amici". Mi arresi all'idea che avrei passato con lei un altro paio di ore, non che mi dispiacesse, semplicemente dovevo imparare a domare le mie emozioni che a quanto pareva si muovevano in base ai suoi gesti, anche i più piccoli e banali che faceva ingenuamente:"Lei non viene?"

"Tanya non è una ragazza di compagnia".

"Me ne sono accorta", mormorò ma sembrava non voler dire la frase che involontariamente aveva pronunciato. Non aveva importanza, mi fece comunque ridere di gusto:"Voglio dire è sempre sulle sue, non parla mai con nessuno di voi".

"È fatta così, non le piace stare a contatto con le persone".

"Eppure ci sta ogni giorno", mi fece notare.

"Lo fa solo perché è il suo lavoro", ma non ero rimasto da solo con lei per parlare di Tanya:"Ti va di fare una partita?" Cambiai argomento indicandole la pista di bowling.

Lou si strinse nelle spalle:"Non ho mai giocato".

"Non preoccuparti, ti insegno io".

Mi allontanai per accendere i monitor, quando tornai da lei le spiegai le regole del gioco. Sembrava molto attenta a non perdersi nessuna informazione.

Il primo tiro era il mio, presi la palla verde scuro che aveva il peso di otto chili. Era la mia preferita perché il lancio era lento e preciso, ma non questa volta: avevo mandato giù solamente otto birilli.

Mi voltai verso di lei:"Non male", disse con entusiasmo.
"Potevo fare di meglio".

"Non ti sarai mica emozionato?" Ironizzò.

"Può darsi, ora però tocca a te". Prima che potesse prendere la palla sbagliata e farsi male perché troppo pesante, gliene consegnai una io:"Questa è di cinque chili, la più leggera fra tutte. Dovresti riuscire a tirarla".

Quando la tirò, andò fuori pista:"Accidenti", si imbronciò.

Le spiegai che essendo la più piccola, era anche la più difficile da lanciare perché troppo leggera per rimanere dritta.

"Prendi questa", le consegnai la verde pastello:"È di sei chili". Quando fece per lanciarla, la bloccai. Mi avvicinai maledettamente troppo lasciando che il mio petto si fermasse contro la sua schiena:"Devi girare leggermente i fianchi". Le mie mani accompagnarono il movimento del suo bacino:"Ora lascia oscillare il braccio verso il basso". Le mie dita avevano fame del suo calore che al mio contatto diventò ardente, le sfiorai appena la mano per agevolarle il movimento prima del lancio:"Non muoverti da questa posizione altrimenti perdi la mira". Avvicinai il mio viso alla sua guancia liscia e profumata, come la rosa che la signora Litzy aveva tagliato solo per lei:"Tira". Sussurrai infine.

Quando Louisa aveva lanciato la palla io non mi ero mosso di mezzo millimetro, ero inchiodato a lei impotente di fare un singolo movimento che ci dividesse.

"Penso di aver fatto strike", sussurrò.

Quando si girò il suo viso sfiorò il mio naso, maledissi il fatto che la palla avesse fatto centro troppo in fretta da segnare l'inizio del mio turno dandomi l'obbligo di giocare, egoisticamente ignorai quel segnale per concedermi altro tempo di questo istante. Guardare le sue labbra da questa breve distanza aveva acceso in me desideri che non dovevano svegliarsi, negarmi di provarle era una crudele punizione ma non potevo spingermi troppo oltre il mio volere.

"Sì, lo hai fatto". Sussurrai a mia volta.

Ma al contrario del mio volerla ancora addosso, fu proprio Louisa a cedere per prima e ad allontanarsi.

Sembrava essersi lasciata toccare da un pensiero spiacevole, qualcosa che avrei voluto sapere ma che non mi permisi di chiederle.

Continue Reading

You'll Also Like

110K 4.9K 56
Charlotte, un'alunna come tante altre, inizia un nuovo percorso scolastico: le superiori. Lei sta superando una fase molto delicata della sua vita e...
9.2K 152 27
(STORIA COMPLETA) Questa storia parla di un adolescente che sta per andare al college più prestigioso della California con la sua migliore amica, gra...
42K 835 63
William, Lima, Ethan e Luke sono 4 attraenti fratelli da poco usciti di galera che cercano vendetta: a causa di una donna sconosciuta, non solo hanno...
24.4K 854 52
Awed e Ilaria, sua sorella, tornano a casa dopo l'ennesimo spettacolo di esperienze D.M a cui l'aria aveva assistito... Arrivati sulla porta di casa...