𝐅𝐨𝐥𝐥𝐢𝐚 𝐝'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 ||...

By lovemarilyn88

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«Qual è stata la pazzia d'amore più grande che tu abbia mai fatto?» «Quella che farò a breve» -Storia ispira... More

Presentazione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Avviso
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43

Capitolo 19

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By lovemarilyn88

Stamattina anche se con qualche riluttanza mia madre ha accettato di farmi venire all'IPM, qui mi ha pur sempre assegnato un lavoro giornaliero da fare pertanto non poteva rifiutarsi.

Ora infatti mi trovo nel suo ufficio a revisionare alcuni documenti e l'occhio mi cade sui fascicoli dei ragazzi.

So che non dovrei farlo ma sono troppo curiosa ed inizio a sfogliarli alla ricerca soprattutto di quello di Ciro.

Finalmente lo trovo, eccolo qui.

Vedo la sua foto in primo piano e mi viene da sorridere a vederlo perché in questa foto sembra più giovane ed ha dei tratti più infantili. Chissà da quanto tempo è qui.

Se penso al fatto che è rinchiuso qui dentro mi si stringe il cuore. Mi dispiace per lui, dovrebbe vivere la sua vita come quella di un normale adolescente ma purtroppo mi rendo conto che questo è una cosa irrealizzabile.

Non è nato in una famiglia normale e questo lo ha purtroppo condannato a vivere una vita folle diversa dagli altri e caratterizzata dalla violenza.

Nella sua vita non dev'esserci mai stato per i sentimenti.

Chissà com'è stata la sua infanzia, quanto ha sofferto...

Quando passo alla pagina con le sue informazioni personali leggo la sua data di nascita. Dopo pochi istanti quasi non balzo dalla sedia quando realizzo che è il 28 giugno, tra soli quattro giorni.

Tra poco è il suo compleanno.

Non mi aveva detto niente, forse gli sarà passato di mente o non lo considera importante, io si però.

Vorrei tanto organizzargli qualcosa, magari fargli ottenere un permesso in modo da regalargli un po' di libertà quel giorno. Ma non posso di certo chiederlo a mia madre e non credo che chiedere ancora aiuto a Lino sia una buona idea.

Sento dei passi provenire verso l'ufficio e mi affretto subito a togliere i fascicoli dei ragazzi altrimenti mia madre si insospettirebbe.

Infatti i passi appartenevano proprio a lei ed eccola che entra all'interno della stanza.

«A che punto sei?» chiede riferendosi al lavoro.

«Bene, mi manca poco e dovrei aver finito per oggi» rispondo.

Si percepisce che tra di noi c'è qualcosa che non va e odio quando succede.

Vorrei stare sempre bene con mia mamma e vorrei poterci non litigare mai ma mi rendo conto che ogni tanto è normale che accada.

«Se vuoi puoi andare a pranzo in mensa, quando è il turno delle ragazze» mi dice.

Mia mamma ci tiene a specificare il fatto che io debba andare dalle ragazze e non dai ragazzi. Ed è un modo carino per dire "non avvicinarti a Ciro".

Io sono costretta ad annuire per non dare adito ad altre discussioni o sospetti da parte sua.

Dopo poco ho finito il mio lavoro e mi alzo intenta ad andare in mensa.

«Vai già ora?» si acciglia mia madre.

«Si passo per il cortile così inizio a salutarle» mi invento e lei anche se poco convinta non può far altro che lasciarmi andare.

In fondo non ha molti motivi per non fidarsi di me.

Vado fuori in cortile e lo vedo, non si è ancora accorto della mia presenza.

È bello come sempre.

Non lo vedevo da pochi giorni e mi era mancato troppo. Ormai sono abituata a vederlo sempre e quando non lo vedo per un po' mi sento incompleta.

Questa sensazione mi allerta un po' poiché credo sia meglio non mai abituarsi a qualcosa o alla presenza di qualcuno. Non si sa mai cosa potrebbe succedere e i rapporti potrebbero interrompersi da un momento all'altro.

Anche se dentro di me spero di non allontanarmi mai da Ciro.

Vorrei corrergli incontro e saltargli addosso, ma no, non posso farlo.

Devo essere discreta e non farmi notare troppo.

Non posso avvicinarmi troppo a lui perché ho paura che le guardie presenti potrebbero dire o riportare qualcosa a mia mamma.

Oggi poi c'è pure il comandante che vedo camminare verso di me.

«Buongiorno Adele» mi saluta con un sorriso.

«Buongiorno» ricambio a mia volta.

«Sei qui per qualcuno?» incrocia le braccia e alza un sopracciglio.

«No, per chi dovrei essere?» rispondo con fare innocente.

Il comandante sa tutto anche più di mia madre, però mi chiedo del perché ogni tanto senta il bisogno di fare riferimenti a questa cosa.

Lui scuote la testa. 

«O saj buon» mi guarda con fare paterno.

Sembra la scena di un padre che rimprovera la figlia e il suo comportamento affettuoso e premuroso mi fa ricordare di quanto mi manca la presenza di una figura paterna nella mia vita.

Ho avuto un padre, un padre che mi adorava più di ogni altra cosa al mondo ma che se ne è andato via troppo presto..

Da quando conosco Massimo mi sono affezionata a lui, è premuroso ed attento con me, sempre pronto ad aiutarmi per qualsiasi evenienza.

Lo vedo molto presente anche con mia mamma, infatti quando le acque si calmeranno tra me e lei le chiederò di dirmi se sta nascendo qualcosa tra loro due. Ma credo proprio di sì.

Massimo a un certo punto si volta perché sente la voce di Gennaro che lo chiama.

«Cia piccrè, io me ne vado, statt accort» come sempre non mancano le sue raccomandazioni, mi saluta e se ne va.

All'improvviso tutto il cortile si svuota e resta solo la figura di Ciro che mi rivolge uno sguardo veloce ma, incurante della mia presenza, inizia a camminare con l'intenzione di andare con gli altri.

Sono sorpresa dal fatto che mi abbia palesemente ignorata e che non mi abbia degnata di un suo saluto, ma spero di essermi solo impressionata.

Ad ogni moto mi affretto a raggiungerlo.

«Ciro» lo chiamo animatamente.

Lui si gira a guardarmi. Il suo sguardo è senza emozioni, quasi scocciato o infastidito, non mi aveva mai guardato così.

Sembra che la mia presenza sia un problema per lui e che non abbia molta voglia di avere a che fare con me.

«Adele, forse è meglio che non ci parliamo» non mi guarda neanche più.

«Cosa? Perché?» la mia reazione non tarda ad arrivare.

Il cuore inizia a battermi un po' più forte e inizio a sentire una leggera ansia. Perché mi sta trattando così?

Sono sconvolta nel sentirgli dire una cosa del genere. Non la pensava così gli altri giorni, anzi.

«È meglio così, per entrambi» dice come se fosse scontato.

«Per entrambi?» ripeto io. Ma che cazzo significa?

Mi sento quasi una stupida ma davvero non riesco a capire.

«Si, ora devo andare» mi da le spalle e se ne va così senza neanche salutarmi.

Resto in mezzo al cortile imbambolata come un idiota. Inutile dire che sono a dir poco scioccata.

Non ha mai avuto quest'atteggiamento disinteressato e scostante nei miei confronti.

Sarà successo qualcosa altrimenti non si spiega.

È stato strano questo momento con Ciro per non dire che mi ha fatto male.

Di solito siamo così affiatati, lui quasi mi venera mentre oggi non mi ha degnata di uno sguardo.

Però comunque si vedeva che mentre mi ignorava faceva fatica.

Chissà cosa gli è venuto in mente e che sta passando. Spero non gli sia capitato nulla di grave.

Ad ogni modo devo scoprire cosa sta succedendo.

-

•[SPAZIO AUTRICE]•

Ciao a tutti! Ultimamente sto aggiornando con più frequenza, adoro scrivere questa storia e faccio del mio meglio per scriverla bene e per far sì che possa essere piacevole da leggere.

Purtroppo però devo dire che sono un po scoraggiata dal riscontro che sta avendo la storia. Vedo che ha pochi lettori attivi. Per chi legge, vi pregherei di lasciarmi una stellina come supporto e un vostro parere riguardante la storia nei commenti poiché mi aiuterebbe capire se la storia vi piace e se posso continuarla.

❤️_Grazie a tutti_❤️

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