I was Lily Evans

By ValentinaMontuschi

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È un giorno come tanti, nella lontana estate del 1971, quando l'undicenne Lily Evans vede comparire nel salot... More

Premessa
01 - Una strana visita
02 - Di lettere d'ammissione...
03 - ... e bacchette magiche
04 - La lettera di Petunia
05 - In partenza
06 - In viaggio verso Hogwarts
07 - La Cerimonia dello Smistamento
08 - Grifondoro
09 - Lezioni e Pregiudizi
10 - Pozioni e Soluzioni
11 - Amicizie scomode
12 - Pivellus
13 - Lezioni di volo
14 - Il Quidditch
15 - Profumo di vaniglia e novità
17 - Pozioni e pettegolezzi
18 - I Prefetti
19 - Di Ombre...
20 - ... E Inviti
21 - Sirius
22 - L'Incidente di Mary
23 - Amicizie Pericolose
24 - Sirius
25 - Vittorie e Sconfitte [pt.1]
26 - Vittorie e Sconfitte [pt.2]
27 - Fratture
28 - La Minaccia della Serpe
29 - In Riva al Lago Nero
30 - In Riva al Lago Nero
31 - Un Perdono Negato...
32 - ... e Tazze di Tè Inaspettate
33 - Una Nuova Amicizia
34 - Posta Via Gufo
35 - La Strana Assenza di Severus
36 - La Strillettera
37 - Vendette
38 - Il Lumaclub
39 - Deviazioni

16 - Hogsmeade

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By ValentinaMontuschi

Hogsmeade. Fine ottobre, 1973.

Io e le mie amiche ci svegliamo sabato mattina di buon'ora, in preda a una vispa eccitazione. Oggi, infatti, ci recheremo a Hogsmeade per la prima volta.

Hogsmeade è un villaggio che si trova poco distante da Hogwarts ed è una delle poche cittadine esistenti in Gran Bretagna abitate soltanto da maghi e streghe.

Stando alle regole della scuola, è consentito visitarla esclusivamente agli studenti del terzo anno in poi, in giornate prestabilite, e soltanto dopo aver consegnato all'insegnante direttore della propria Casa un apposito modulo di permesso, firmato dai genitori.

Durante la nostra ultima lezione di Trasfigurazione di questa settimana, la professoressa McGonagall si è profusa in un lungo e severo discorso di raccomandazioni, sottolineando quanto tale visita rappresenti per noi un privilegio e ammonendoci di mostrare una condotta inappuntabile, in modo da non arrecare disonore al buon nome della scuola e, soprattutto, alla Casa di Grifondoro; mentre parlava, il suo sguardo rapace ha abbracciato con dura severità l'intera nostra classe, soffermandosi qualche secondo in più in particolar modo sul gruppetto di Potter, Black, Lupin e Pettigrew, i quali, nonostante la loro ormai confermata fama di combinaguai, hanno ostentato un'espressione innocente e disinvolta.

Dopo aver terminato la nostra colazione in Sala Grande, io, Mary, Hestia e Marlene ci avviamo verso l'ingresso del castello, insieme agli altri studenti interessati alla gita. Il signor Filch, il custode, se ne sta in piedi sul ciglio della porta a controllare i nomi di chi esce su una lunga lista, scrutando ciascun allievo con occhi inquisitori e accertandosi che nessuno osi sgattaiolare fuori senza avere il permesso.

Una volta oltrepassata la soglia del portone in quercia, l'aria frizzantina dell'autunno, che da giorni imperversa su Hogwarts e i suoi confini, ci investe e un brivido di freddo s'inerpica lungo la mia schiena. D'istinto, mi stringo nelle spalle, affondando il viso nella sciarpa, fino alla punta del naso.

Tutti insieme, c'incamminiamo lungo il sentiero ciottolato che conduce direttamente alle porte del villaggio di Hogsmeade, il quale si riempie in pochi minuti di un fiume di ragazzi e ragazze ridenti e chiacchierini.

Un cielo plumbeo, coperto da nuvoloni grigi e pesanti, domina il paesaggio. Forse in giornata pioverà, ma questo non pare intaccare in alcun modo il buon umore generale che ha appena invaso la strada verso la piccola cittadina.

Dopo circa una buona mezz'ora di cammino, finalmente giungiamo al villaggio. Qui, il flusso compatto degli studenti si scompone e si dirama in gruppi separati, sparpagliandosi rapidamente in diverse direzioni.
Io e le mie compagne decidiamo di proseguire dritto, imboccando quella che ci sembra essere la via principale e addentrandoci così nel cuore di Hogsmeade.

Da entrambi i lati si affacciano sulla strada svariate botteghe, in un vivace susseguirsi di vetrine e insegne accattivanti. La prima tappa del nostro tour è Mielandia, un meraviglioso negozio di dolciumi, stracolmo di stravaganti articoli coloratissimi. Gli scaffali che adornano le pareti al suo interno pullulano di caramelle di ogni genere, come le Api Frizzole, simpatiche palline di sorbetto volanti, le Piperille nere che fanno sputare fuoco, Rospi alla Menta che balzano in bocca come se fossero veri, Scarafaggi a Grappolo, Lumache Gelatinose e tanto altro ancora.

Entrare sin da subito a Mielandia si rivela ben presto un grosso errore, dal momento che sia io che le mie amiche siamo colte dalla tentazione di spendere la maggior parte dei nostri soldi in dolci e caramelle. Solo dopo esserci riempite le borse (e un po' anche la pancia) di delizie zuccherine, finalmente ci decidiamo a uscire dal locale.

Risaliamo la via gremita di persone, finché non ci imbattiamo in quello che diventerà il mio negozio preferito in assoluto: Scrivenschaft's.
Si tratta di una cartoleria magica dove è possibile acquistare materiale utile per la scuola. Per istinto, mi fermo a osservare la vetrina, dove c'è una bella esposizione di piume dai colori e grandezze differenti.

«Mmm... avrei proprio bisogno di una penna nuova» dichiaro, così entro seguita dalle mie compagne.

A lungo e con interesse, esaminiamo una fila di penne infilate in calamai di rame.

«Credo che prenderò questa qui» mormoro più a me stessa che alle altre, mentre ammiro soddisfatta la mia scelta: una lunga piuma di coda di fagiano, chiara e con sottili striature nere.

Al banco, ognuna di noi paga il prezzo del proprio articolo, prima di uscire dalla bottega e di rituffarci in strada.

«Che ne dite di prenderci una Burrobirra?» propone Hestia, con voce allegra.

«Già... potremmo andare ai Tre Manici di Scopa!» si accoda Marlene con entusiasmo.

Mary ed io non potremmo essere più d'accordo: l'aria si è fatta più fredda, frizzante ed io comincio a sentire la punta del mio naso intorpidita. Ho proprio bisogno di mettermi a sedere e, soprattutto, al caldo.

Così ci incamminiamo veloci lungo la strada principale e, dopo pochi minuti, raggiungiamo il pub indicato da Marlene. Al suo interno, la locanda appare affollata, rumorosa e meravigliosamente tiepida. Io e le mie amiche ci guardiamo attorno spaesate, un poco frastornate dall'improvviso chiacchiericcio che ci ha accolto.

Al bancone, una donna ben tornita, dal viso grazioso e gioviale, è indaffarata a servire una chiassosa comitiva di stregoni barbuti, i quali danno l'impressione di essere un po' alticci.

«Io e Marlene possiamo prendere da bere, mentre voi andate a occupare un tavolo, d'accordo?» suggerisce Hestia, con praticità.

Io e Mary ci facciamo strada fino in fondo al locale, andando a conquistare un tavolino libero vicino alla finestra. Dopo pochi minuti, ci raggiungono Hestia e Marlene con quattro bei boccali di Burrobirra bollente e schiumante.

«Alla nostra prima gita a Hogsmeade!» esclama Marlene, alzando il suo bicchiere.

«E alla nostra amicizia!» le fa eco Mary.

«Ben detto! A noi!»

Tutte quattro ci uniamo in un brindisi tintinnante, prima di avventarci avide sui nostri boccali. A lunghi sorsi assaporo la mia bevanda, restandone deliziata. La Burrabirra è la cosa più squisita che io abbia mai assaggiato, oltre a rivelarsi un vero toccasana contro il freddo che mi si è appiccicato addosso; in pochi istanti, mi dona un piacevole calore, rinfrancandomi tutto il corpo.

Chiacchierando e sorseggiando, io le mie amiche trascorriamo il tempo alla locanda in allegria.

D'un tratto, una corrente fredda mi solletica le caviglie. La porta della locanda è di nuovo aperta. Inconsciamente, getto un'occhiata in quella direzione da sopra il mio boccale e un grugnito pieno di indignazione mi sfugge dalle labbra.

«Che c'è?» domanda Mary, notando il mio disappunto.

«È appena entrato Potter, insieme alla sua banda.» mormoro fra i denti.

Tutte e tre le mie compagne si zittiscono all'istante e si mettono sull'attenti, scrutando i quattro ragazzini incedere spavaldi (Potter e Black in prima fila, naturalmente) dentro al locale, cercando un posto libero dove sedersi.

Per mia fortuna, si accomodano a un tavolo parecchio distante da noi e, grazie anche alla confusione e alla marea di clienti che invade il pub, nemmeno si accorgono della nostra presenza.

Sollevata, torno a sorseggiare con gusto la mia bevanda calda.

«Certo che Sirius Black diventa ogni giorno più affascinante.» commenta tutt'a un tratto Hestia, con aria trasognata.
Per poco la Burrobirra non mi va di traverso.

«Black è di sicuro il ragazzo più bello di Grifondoro, forse persino dell'intera scuola!» dichiara Marlene appassionata, scoccando occhiate voraci verso il tavolo del quartetto.

«Sei la solita esagerata, Marlene!» ridacchia Mary.

«Dico sul serio! Di tipi come Sirius Black non se ne vedono tanti in giro. In effetti, non mi dispiacerebbe perdermi tra le vie di Hogsmeade in sua compagnia.» replica la bionda, abbozzando un sorrisetto malizioso. Ora la Burrobirra mi va di traverso per davvero. Mary sgrana gli occhi allibita.

«Ma... ma ti sembrano cose da dire?!» balbetta, paonazza per l'imbarazzo. Hestia scoppia a ridere fino alle lacrime. Ci mette qualche secondo prima di riprendere fiato, dopodiché si rivolge a me:

«E tu, Lily? Cosa ne pensi di Black?»

Deglutisco, incerta su come rispondere. Non mi sono mai soffermata a pensare ai ragazzi fino ad ora.

«Mmm... certo non si può negare che sia carino... Ma è decisamente troppo arrogante per i miei gusti!» mi affretto a sentenziare, in tono composto.

Tuttavia, mentre le mie amiche sono impegnate a stilare una severa classifica dei ragazzi più carini della scuola, il mio sguardo non può fare a meno di vagolare sui quattro Malandrini (così si fanno chiamare), indugiando soprattutto sul profilo di Sirius Black, il quale pare completamente immerso in una fitta conversazione con i suoi amici.

Con una curiosità inaspettata, mi sorprendo a studiarne i lineamenti; il naso dritto e affilato, gli zigomi pronunciati, gli occhi grigi e scintillanti, che fendono la realtà che li circonda con intensa glacialità.

Sirius Black è cresciuto parecchio rispetto all'anno scorso, molto di più rispetto ai suoi tre compagni, Potter compreso.

I tratti delicati dell'infanzia sembrano essere scivolati via dal suo volto, ormai ben marcato e definito, in un solo colpo, lasciando invece il posto a un'immagine piuttosto precisa dell'uomo (innegabilmente attraente) che un giorno diventerà.

Ignaro di essere diventato vittima del mio sguardo indagatore, Black continua a conversare concentrato con i suoi amici; i capelli scuri gli ricadono ordinati sul viso, donandogli un'aria di distratta eleganza. Di tanto in tanto, sulle sue labbra balugina un ghigno obliquo, divertito, probabilmente in risposta a qualche battuta ironica di Potter o di Lupin. A lungo (molto di più di quanto vorrei ammettere), mi soffermo ad osservare quel suo sorrisetto furbo, intrigante... Un sorriso che gli dona particolarmente, forse anche troppo...

All'improvviso, avverto una lieve stretta dalle parti dello stomaco, mentre le mie guance si infiammano a causa di un calore che nulla ha a che fare con la Burrobirra che sto bevendo.

Rapidamente, distolgo lo sguardo da Sirius Black, fingendo di prestare attenzione a null'altro che alle allegre chiacchiere delle mie amiche. Per fortuna, nessuna di loro pare essersi accorta della mia momentanea "distrazione". Una distrazione che tento di annegare subito nell'ultimo sorso di Burrobirra che mi è rimasto nel boccale.

Per tutta la mezz'ora successiva che trascorriamo dentro al pub, i miei occhi evitano accuratamente di incappare di nuovo nel profilo di Black. Persino quando ci alziamo dal tavolo e ci dirigiamo verso l'uscita mi impongo a non rivolgergli la benché minima occhiata, camminando spedita con gli occhi ben puntati verso l'uscio.

Eppure, nonostante tutti i miei sforzi per ignorarlo, l'inspiegabile calore che poco fa si è acceso sulle mie guance ancora non mi abbandona. È una sensazione sconosciuta, cui non riesco a dare un nome, ma così forte da farmi avvampare il viso persino nell'aria gelida e sferzante dell'autunno.

Nota Autrice:

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, nonostante sia più corto del solito.

In questa parte ho introdotto un elemento inedito, che non fa parte della saga originale, ma che rappresenta il fulcro principale di questa storia, l'idea che mi ha indotto a scriverla.

Fatemi sapere cosa ne pensate ❤!

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