I was Lily Evans

By ValentinaMontuschi

4.2K 312 1.7K

È un giorno come tanti, nella lontana estate del 1971, quando l'undicenne Lily Evans vede comparire nel salot... More

Premessa
01 - Una strana visita
02 - Di lettere d'ammissione...
03 - ... e bacchette magiche
04 - La lettera di Petunia
05 - In partenza
06 - In viaggio verso Hogwarts
07 - La Cerimonia dello Smistamento
08 - Grifondoro
09 - Lezioni e Pregiudizi
10 - Pozioni e Soluzioni
11 - Amicizie scomode
12 - Pivellus
13 - Lezioni di volo
15 - Profumo di vaniglia e novità
16 - Hogsmeade
17 - Pozioni e pettegolezzi
18 - I Prefetti
19 - Di Ombre...
20 - ... E Inviti
21 - Sirius
22 - L'Incidente di Mary
23 - Amicizie Pericolose
24 - Sirius
25 - Vittorie e Sconfitte [pt.1]
26 - Vittorie e Sconfitte [pt.2]
27 - Fratture
28 - La Minaccia della Serpe
29 - In Riva al Lago Nero
30 - In Riva al Lago Nero
31 - Un Perdono Negato...
32 - ... e Tazze di Tè Inaspettate
33 - Una Nuova Amicizia
34 - Posta Via Gufo
35 - La Strana Assenza di Severus
36 - La Strillettera
37 - Vendette
38 - Il Lumaclub
39 - Deviazioni

14 - Il Quidditch

89 4 27
By ValentinaMontuschi

Hogwarts. Novembre 1971.

Il tempo a Hogwarts trascorre con una velocità disarmante. I giorni si accumulano, diventando presto settimane; lo stesso accade con i mesi, i quali scivolano rapidi oltre le soglie dell'autunno.

Siamo all'inizio di novembre e le giornate cominciano ad essere molto fredde. Il cielo sopra al castello si tinge di un grigio plumbeo e pesante, che si riflette come un'unica lastra di metallo nella superficie piatta del Lago Nero.

Nonostante sia sabato, in Sala Grande si respira un'aria di gran fermento, sin dal mattino.
Tra poco, infatti, si giocherà la prima partita di Quidditch della stagione: Grifondoro contro Corvonero. Ed io sono proprio curiosa di scoprire come se la cava in campo la squadra della mia Casa.

Durante la colazione, contemplo il vasto soffitto incantato che ci sovrasta, il quale mostra un cielo limpido di un azzurro intenso, senza nemmeno la briciola di una nuvola.

«Che splendida giornata!» esclamo estasiata.

«Già, fresca e pulita, l'ideale per il Quidditch.» concorda Marlene, prima di addentare una bella fetta di pane imburrato.

Per le undici, la Sala Grande si svuota e l'intera scolaresca invade gli spalti attorno al campo di Quidditch, farcendoli dei colori sgargianti della quattro Case di Hogwarts.
Tutta l'area intorno al campo si veste di entusiasmo, l'aria si riempie del chiacchiericcio allegro degli spettatori che non vedono l'ora di assistere a una bella partita di Quidditch.

Sgomitando fra la fitta folla, io e le mie amiche riusciamo a prendere posto sulla gradinata più alta, la quale ci offre un'ottima visuale del campo.

«Fantastico! Da qui si vede tutto.» commenta Hestia soddisfatta, mentre ci sediamo.

Con la coda dell'occhio, noto Marlene accanto a me intenta a trafficare concitata dentro al caos della sua borsa. Un attimo dopo, estrae vittoriosa una manciata di sacchetti colorati.

«Ta-daaan!» annuncia allegra, mostrandoci con ridente orgoglio il goloso bottino.

Numerose Cioccorane, confezioni di Gelatine Tuttigusti + 1, zuccotti di zucca e tante prelibatezze zuccherine straripano invitanti dalle sue mani.

«Ma dove hai preso tutta quella roba? Non avrai mica rapinato la signora del carrello sull'Hogwarts Express!» la prendo in giro sghignazzando.

Marlene scoppia a ridere e sventola una mano in segno di diniego.

«Tranquilla, Lily, nessuna rapina! Questa è solo una parte della mia scorta personale di dolci che mi sono fatta spedire da casa.» spiega, mentre con solerzia distribuisce a tutte noi le variopinte confezioni di dolciumi. «Non si può assistere a una partita di Quidditch senza sgranocchiare qualche snack!»

«Ben detto, McKinnon!»

D'un tratto, la voce strascicata di James Potter emerge dalla folla, sovrastando in tutta la sua arroganza il generale chiacchiericcio allegro e sovreccitato che ci circonda.

Per istinto, alzo gli occhi al cielo esasperata nel vedere l'inconfondibile figura smilza del mio compagno occhialuto avvicinarsi, insieme alla sua banda di amici inseparabili.

Al suo fianco, come sempre c'è Sirius Black, fedele come un'ombra. Ma non è il solo ad accompagnare Potter oggi.
Da qualche settimana, infatti, il gruppetto pare essersi ampliato, annettendo anche i due loro compagni di stanza in dormitorio: Remus Lupin e Peter Pettigrew.

A mio avviso, si tratta senza dubbio del quartetto più strampalato che io abbia mai visto, composto dai personaggi più improbabili per una solida amicizia.

Remus Lupin, dall'aspetto trasandato e con quell'aria perenne stanca, esausta, come se la vita gli avesse imposto un peso oneroso riservato solo a lui, guarda il mondo con sguardo cauto, timido, forse persino impaurito. Da quel poco che sono riuscita a intuire sul suo conto - le occasioni in cui ho avuto di parlarci in questi mesi si possono contare sulle dita di una mano - è un tipo riservato, ma assai intelligente, studioso, dalla mente acuta e avida di conoscenza.

È uno degli studenti più brillanti del nostro corso. Durante le lezioni, non manca occasione di alzare la mano ed intervenire con osservazioni sempre pertinenti, rispondendo correttamente alle domande poste dai professori.

Peter Pettigrew, invece, è un ragazzino basso e paffuto, piuttosto anonimo nell'insieme, fatta eccezione per quei lineamenti simili a un topolino, il segno che maggiormente lo contraddistingue dalla massa. I suoi occhi acquosi saettano su ciò che lo circonda perennemente in apprensione, come se temesse di esserne irrimediabilmente schiacciato.

È un allievo mediocre, non eccelle in nessuna materia in particolare e ogni volta che un insegnante o qualcuno degli altri ragazzi della scuola lo interpella, Pettigrew risponde balbettando ansioso, con lo sguardo basso, spesso spaventato.

Cos'abbiano da spartire Lupin e Pettigrew con due tipi arroganti come James Potter e Sirius Balck per me rimane ancora un mistero; eppure, entrambi sembrano felici di essere stati inclusi in quel duo di bulletti indolenti. Sia Lupin che Pettigrew sfoggiano la medesima aria gioiosa e, al contempo sorpresa, increduli nel trovarsi accettati e persino apprezzati dai loro tracotanti compagni di stanza.

E mentre rimugino assorta sulle improbabili amicizie che pare nascano all'interno di Hogwarts, il quartetto al completo si accomoda sugli spalti, occupando i posti nella nostra stessa area.

Un fremito di stizza mi invade nel vedere Potter sedersi proprio nel posto davanti al mio.

Grandioso! esclamo sarcastica fra me e me. Ora sarò costretta a sorbirmi la sua insopportabile zazzera di capelli arruffati per tutta la durata del match.

James Potter si volta e, nel momento esatto in cui si accorge della mia presenza, le sua labbra si increspano subito un un antipatico sorrisetto obliquo, mentre un luccichio carico di sfida gli balugina negli occhi.

«Ehilà Evans!» esordisce con un ghigno tutt'altro che gentile, «Che sorpresa trovarti qui! Credevo fossi coi Serpeverde a fare da mammina a quel nasone del tuo amichetto.»

Un'ondata di rabbia mi travolge, impedendomi di stare zitta e di ignorare la frecciatina.

«Anch'io sono sorpresa di vederti qui, Potter» replico con voce gelida, «Ero convinta che fossi in campo a deliziarci con le tue prodezze sulla scopa... Ah no, che sbadata! Dimenticavo che nessuno ti ha voluto in squadra.»

Un repentino silenzio cola come melma sul nostro angolo in tribuna.
James Potter ammutolisce, scrutandomi con un'espressione granitica, che stilla collera da tutti i pori. Per istinto, inarca le sopracciglia, con gli occhi ridotti in due fessure taglienti.

Nel frattempo, sento incollarsi su di noi anche gli sguardi sbigottiti degli altri nostri compagni. Lupin e Pettigrew trasaliscono, entrambi impalliditi; Hestia e Mary mi fissano con occhi sgranati e la bocca aperta per lo stupore. Marlene, invece, ha abbassato lo sguardo verso terra, scuotendo la testa bionda esasperata.
L'unico che non pare minimamente turbato dell'acido scambio di battute tra me e Potter è Sirius Black, il quale sembra si stia sforzando un mucchio nel trattenere una risata.

«Oooooh... devi stare attento, James! La signorina ha gli artigli.» commenta, poi, con un vago ghigno compiaciuto stampato in faccia e le mani affondate nelle tasche.

Con le sopracciglia sempre più inarcate, Potter si gira di scatto verso l'amico, fulminandolo con sguardo furente. Ma Sirius, imperturbabile, lo ricambia con un'occhiata divertita.
Inspiegabilmente, l'atteggiamento sornione e vagamente indifferente di Sirius pare placare i bollori di rabbia di Potter, il quale si limita ad esprime il suo fastidio schioccando sonoramente la lingua, per poi lasciar cadere lì il discorso.

Approfittando di quel fortuito attimo di tregua, Marlene intanto immerge nuovamente le mani in borsa, rimestando concitata. Ne estrae l'ennesimo pacchetto colorato di Gelatine Tuttigusti + 1 e lo allunga aperto verso Potter e la sua banda.

«Gelatina?» offre con tono allegro e un bel sorriso radioso a illuminarle il viso. Intuisco subito che si tratta di un tentativo per stemperare la tensione che si è creata, a causa della mia risposta alla provocazione di James Potter.

La strategia di Marlene sembra sortire l'effetto sperato, perché tutti accettano di buon grado la ghiotta offerta.
Tutti, eccetto Sirius.

«Io passo. Preferisco le mie Cioccorane.» spiega, sfilando da una delle tasche alcune confezioni sgargianti, di un bel blu elettrico.

I suoi tre amici, nel frattempo, affondano a turno e senza indugio le mani dentro al pacchetto di gelatine di Marlene.

Ti prego, fa' che peschi quella al gusto di vomito! imploro fra me e me, quando Potter sceglie la sua caramella e se la butta in bocca.

«Mmm... ciliegia! Mi è andata bene.» sorride trionfante, assaporando soddisfatto la gelatina.

Dannazione! protesta delusa la mia vocina interiore.

«E voi, ragazzi, che gusto vi è capitato?» domanda Hestia curiosa.

«La mia sa di bacon!» risponde Lupin sollevato.

Peter Pettigrew, invece, resta zitto qualche secondo prima di annunciare il suo verdetto. Il suo volto rotondo è diventato di colpo paonazzo, rendendolo assai simile a un grosso pomodoro. È evidente che non ha avuto la stessa fortuna dei suoi due compagni.

«I-io c-credo di essermi beccato quella al sale dell'Himalaya.» bofonchia disgustato, prima di avventarsi avido sulla bottiglietta d'acqua che, intanto, Remus Lupin gli ha porto.
In meno di due secondi, Pettigrew se la scola quasi tutta, mentre gradualmente la sua faccia da topo riacquista un colorito più normale.

Tutti scoppiano a ridere, inevitabilmente. Pure io mi unisco alle risate, mio malgrado. Le guance gonfie e rosse di Pettigrew sono davvero troppo buffe per riuscire a trattenermi.
Lupin cerca di infondergli un po' di coraggio, battendogli affettuose pacche sulle spalle; Sirius, dal canto suo, gli offre un pezzetto della sua Cioccorana.

«Ecco, tieni! Un po' di sano cioccolato dovrebbe aiutare a toglierti il saporaccio della gelatina dalla bocca.»

Peter Pettigrew lo accetta di buon grado, borbottando ringraziamenti timidi e impacciati.

La tensione si è ormai del tutto dipanata, l'atmosfera è tornata ad essere distesa, con qualche nota goliardica. Pure Potter pare più rilassato, dimentico del nostro acceso battibecco di poco fa.
Dal mio canto, mi obbligo a mia volta a riporre nel cassetto della cianfrusaglia inutile della mia memoria lo sgradevole ricordo della nostra discussione. È una magnifica giornata, dopotutto, e dentro di me concludo quanto sia ingiusto, e pure inutile, permettere a un'inezia simile di rovinarmela.

Accanto a me, d'un tratto vedo Mary sporgersi verso il profilo appuntito di James Potter. In un misto di curiosità e di timidezza, gli domanda come funzionano il Quidditch e le sue regole difficili. Nonostante le innumerevoli spiegazioni di Marlene, ancora non è sicura di aver capito bene le dinamiche del gioco.

Potter accoglie la richiesta con espressione tronfia, compiaciuta. Da dietro le lenti rotonde dei suoi occhiali, i quali gli ciondolano un poco storti verso destra, una scintilla di spavaldo orgoglio illumina ardente le iridi castane.
La sua mano si muove veloce, andando a raddrizzare con gesto meccanico gli occhiali sul dorso del naso.

Potter si schiarisce la voce e, tutt'a un tratto, assume un cipiglio serio, alla stregua di un professore in procinto di elargire una preziosa lezione.

«Di per sé, il Quidditch è piuttosto semplice da capire, ma bisogna partire dalle basi» esordisce con lo stesso tono di chi si appresta a spiegare qualcosa di essenziale sulla vita, «Ogni squadra ha sette giocatori: tre Cacciatori, due Battitori, un Portiere e un Cercatore. Tutto chiaro fino a qui?»

Mary annuisce energica, dicendo:

«Chiaro!»

«Ottimo! I Cacciatori si occupano della Pluffa. Se la passano e cercano di lanciarla attraverso uno dei tre anelli della squadra avversaria per fare goal. Dieci punti ogni volta che la Pluffa passa attraverso un anello.»

«Un po' come succede nel basket...» intervengo io, sovrappensiero.

Potter mi fulmina d'istinto, inarcando confuso un sopracciglio.

«Che cos'è il basket

«Nulla... Lascia stare» mi affretto a dire.

Lui scrolla le spalle e s'immerge di nuovo nella sua appassionata spiegazione.

«Il compito del Portiere, invece, è quello di difendere gli anelli ed evitare che l'altra squadra segni il punto. Poi ci sono i Battitori, a loro spetta l'arduo dovere di proteggere i compagni dai Bolidi.»

«Bolidi?» gli fa eco Mary, curiosa.

«Sì. Il Bolide è una palla nera, più piccola della Pluffa. Ne vengono liberati due per ogni partita. I Bolidi schizzano veloci da una parte all'altra del campo e il loro unico scopo è quello di disarcionare i giocatori dalle loro scope.»

In segreto, deglutisco. Sospetto che essere colpiti da un Bolide dev'essere un'esperienza alquanto dolorosa.

«Infine, c'è il Cercatore» annuncia, intanto, Potter con solennità. Per un attimo, ho l'impressione che i suoi occhi stiano brillando con maggiore intensità. «Il compito del Cercatore consiste nell'acchiappare il Boccino d'Oro, ossia l'elemento più importante di tutto il gioco. Si tratta di una pallina molto piccola, che vola velocissima. È davvero difficile distinguerla, perciò il Cercatore deve essere molto abile nell'individuarla prima dell'avversario. Il primo che cattura il Boccino d'oro guadagna in un solo colpo centocinquanta punti e mette fine alla partita.»

E senza aggiungere altro, James Potter si zittisce, lasciando sedimentare le informazioni elargite nella mente attenta di Mary. E, mio malgrado, anche nella mia. Solo ora mi rendo conto di aver ascoltato le parole del mio insopportabile compagno con un'attenzione che vorrei non ammettere.

Tuttavia, non si può negare quanto James Potter sia effettivamente un vero esperto di Quidditch. E quanto sia bravo a spiegarne le regole in modo semplice, ma esaustivo. Ho appreso più in questi ultimi minuti da lui che da tutte le frammentarie e confuse spiegazioni di Marlene nelle ultime settimane.

Mary solerte lo ringrazia. Io, invece, resto zitta, fingendo un'indifferenza a cui Potter, però, sembra non dare peso. Si limita a ricambiare la gratitudine di Mary con il suo classico sorrisetto obliquo, il petto gonfio d'orgoglio e di superbia.

Nel frattempo, un fischio prolungato esplode nell'aria, richiamando all'istante l'attenzione dei presenti.
Dal campo, si levano quattordici figure in groppa alle loro scope. I giocatori di entrambe le squadre prendono posizione. Fischi e urla di incoraggiamento sgorgano dalle bocche dei tifosi, mentre un'eccitazione condivisa corre lungo le tribune. L'adrenalina sboccia, inondando l'intero perimetro del campo e permeando la stessa aria che respiriamo.

Per un breve istante, chiudo gli occhi e inspiro profondamente. Mi concentro sui rumori che mi circondano. Le voci squillanti di Marlene, Hestia e Mary si mescolano al tifo energico dei ragazzi seduti davanti a noi. Riapro gli occhi e noto che solo Potter non proferisce parola. Ha le labbra serrate, le braccia conserte al petto e gli occhi fissi sul campo, pronto a studiare con dovizia ogni singola mossa dei giocatori. Un giudizio che, già lo immagino, sarà ostinatamente severo, per nulla clemente.

Un secondo fischio fende prepotente l'aria, la Pluffa viene lanciata in mezzo al cerchio formato dai giocatori, verso l'azzurro denso del cielo. I due Bolidi vengono liberati insieme al Boccino, il quale regala al pubblico un fulmineo bagliore dorato, prima di svanire nell'atmosfera.

Le urla dei tifosi si uniscono in unico boato, che si espande vigoroso per tutti gli spalti.

Le linee si rompono, si disfano e i giocatori cominciano a volare all'impazzata, saettando agili sopra al campo. La partita inizia, prende forma; ormai sono totalmente coinvolta dall'esaltato entusiasmo dei miei compagni.
Una vampata di inaspettata gioia mi travolge, lasciandomi senza fiato. Forse perché per la prima volta dal mio ingresso nel castello, mi sento finalmente parte di un gruppo, di una squadra. Il vago senso di alienazione che sin dal mio primo giorno mi accompagna, si è istantaneamente dissolto.

E d'un tratto, inesplicabilmente, mi sento a casa.

Solleticata da questa nuova piacevole emozione, guardo con rinnovato affetto le mie amiche attorno a me e, senza accorgermene, sorrido.
Inspiro ancora, prendo fiato, per poi unirmi anch'io al loro tifo appassionato.

Felice, m'immergo nell'adrenalina generale che mi avvolge. La stessa che pulsa come un cuore vivo intorno al vasto campo di Quidditch di Hogwarts.

Nota autrice:

Con questo capitolo chiuderò il primo anno di Lily a Hogwarts.
Mi rendo conto che si tratta di una troncatura piuttosto netta.
Tuttavia, non mi va di dilungarmi oltre. Ho paura di allungare troppo il brodo e di perdermi in parti che potrebbero risultare inutili per la trama che ho in mente e, quindi, appesantire la storia.

Da adesso in poi, fino al quinto/sesto anno ci saranno salti temporali consistenti. Come sempre, spero di non creare confusione.

La trama effettiva si focalizzerà soprattutto durante il sesto anno (e i successivi). Finora, ho voluto creare una sorta di introduzione, una base per lo sviluppo del personaggio di Lily e di tutti gli altri che le gravitano attorno.

Spero di riuscire nel mio intento e di raggiungere l'obiettivo che mi sono prefissata.
Ammetto che sto procedendo più che altro per istinto e, benché io abbia comunque un'idea ben precisa di dove voglio andare a parare, continuo come sempre a scrivere di getto, senza schemi o strutture che mi facciano da guida.

Per ora, ringrazio immensamente tutti coloro che stanno leggendo e supportando con stelline e commenti questa storia ❤

Grazie, grazie, grazie^^

Alla prossima
Valentina


Continue Reading

You'll Also Like

47.8K 1.3K 69
Emily da Silva è la tipica ragazza bella da togliere il fiato, testarda e che dalla vita ottiene tutto ciò che desidera. Suo fratello, Danilo, è il c...
32.1K 2.4K 52
Pietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non...
8.4K 1.8K 37
Can e Demet sono due agenti speciali,che si ritroveranno a risolvere insieme il caso del dipinto rubato durante una notte, al Museo di Atatürk della...
1.6M 50.2K 72
"Moriremo tutti prima o poi, indipendentemente dalla malattia" La mia poteva sembrare una semplice scusa. Ma la verità era che non ero pronta per d...