PISTOLE PUNTATE AL CUORE 🖤

By Sapphire__bookss

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Clarissa Nives Di Salvo è una ragazza testarda. Sì, è una ragazza che non si arrende facilmente. Suo fratello... More

Personaggi 🖤
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Ringraziamenti💙
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Paradiso, primo giorno .
Paradiso, secondo giorno.
Paradiso, terzo giorno.
Paradiso, quarto giorno.
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Paradiso, Quinto Giorno.
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Paradiso, sesto giorno.
Inferno
Inferno, Parte Due
Rinascita
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ringraziamenti 💙

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By Sapphire__bookss

Prendono una bottiglietta d'acqua e la mettono al centro.

Tutti sembrano abbastanza annoiati dato che è un gioco davvero stupido, e anche se tutti sanno che ormai obbligo e verità non si gioca più innocentemente come quando eravamo piccoli, sono quasi tutti scazzati. Alcuni, come Edoardo, Ciro e Gaetano, hanno 19 anni e per loro quindi è un gioco davvero stupido.

Lo ritengono per bambini.

«ok giro io!» escalama Nad, e fa girare la bottiglietta.
Esce Carmine.

«verità.» risponde, secco. Lui è uno tra i scazzati.

«è vero che... Tua sorella è una rompicoglioni emotiva?» chiede, tra una risata ed un'altra ed io gli lancio uno dei cuscini che stanno sul divanetto dietro di noi. Carmine sorride, divertito. Riconosco che questa è la sua rivincita.

«sì, ha letto troppo libri d'amore.» gli faccio il dito medio. «se solo sapessi cosa c'è scritto nei libri d'amore capiresti che Dio si sta rivoltano dall'alto dei cieli.» tutti emettono una risatina, capendo dove sto andando a parare.

Carmine gira la bottiglia e finisce su Totò.
«obbligo, uno bello è piecuro!» Edoardo gli batte il cinque.

«tu obbligo a...»
«limonare con Silvia.» finisco io la frase per lui, e Totò, me ne sembra grato. Probabilmente non bacia una ragazza dagli anni delle guerra. Silvia mi guarda storto ed io alzo le mani in segno di resa, con un sorriso malizioso sulle labbra. Lei comunque mi sorride. È Silvia però ad alzarsi, cammina e quando arriva da Totò gli si mette a cavalcioni.

Iniziano a limonare e un sorriso mi illumina il viso, sono perfetti.

Forse ho appena involontariamente creato una coppia.

Sono un genio.

«ok ora tocca a me», dice Totò e gira la bottiglia.
Finisce su Filippo.
«verità.» Totò sembra pensarci su.

«è vero che ti piace Clarissa?» socchiudo gli occhi e gli lancio un'occhiataccia, ma lui alza le spalle.
«non sapevo cosa chiedere.» dice.

Filippo non sembra dubitare nemmeno un secondo. «no, amo Nad.» io e lei ci scambiamo un'occhiata e capisco che entrambe siamo state colpite dalla sua frase, infatti poi Nad bacia appassionatamente Filippo ed io sorrido. Somo così felice per loro.
«awww che carini!» ammetto, Silvia mi dà ragione e ritorna al suo posto, dato che era rimasta vicino a Totò.

La bottiglietta finisce su di me. «obbligo.»
«tu obbligo a...»
«stare in bagno con Pino per 15 minuti.» finisce Gaetano.
Lo guardo attentamente e capisco che era tutto programmato. Stronzi.
Non che Pino mi sembri uno svitato però sembra che Gaetano lo abbia fatto apposta, con cattiveria. A me queste cose non piacciono affatto.
«ok.» rispondo.
Mi alzo e Pino mi segue, non mi sfugge che i ragazzi fanno delle battuttine su come io non abbia esistato nemmeno un secondo.

Arriviamo in bagno, cercando di non farci sentire dalle guardie e rimaniamo uno davanti all'altro. Poi io mi siedo su un lavandino e Pino sorride malizioso, io ricambio.
Fanculo tutti.
Mi si avvicina e mette le braccia ai lati del mio corpo. «pecchè nun aie esistato? Praticamènt tuttè hanno rifiutàt e' sta' sol cu me.» dentro di me qualcosa si spezza. Mi dispiace per lui, infondo sì, non è il mio tipo ma non capisco perché la gente debba essere così stronza. «non sono una stronza.»
«io credo di sì invece, solo cu u sei solo co chi se o meritat.» mi risponde, ed ha ragione.

Se mi provochi o mi stai sul cazzo divento una bestia, ma per il resto del tempo sono sempre gentile.
«me piac u sai» si allontana e si passa una mano sui capelli.
«perché?»
«si una cu e palle, nisciun affronterebbe Ciro in quel modo, soprattutto quando è in gruppo.» in quel momento mi rendo conto che Ciro deve avere davvero molto controllo se nessuno lo affronterebbe. Mi tremano le gambe, anche se sto seduta. «è davvero così orribile come sembra?»
«ha ucciso o' su miglior cumpagn a sangue freddo, era na' persona ca' cunsiderava comm nu fratello.» spiega, ed io sbatto le palpebre ripetutamente. «sul serio?», annuisce.
Cazzo.

«perché?»
«si è messo contro a su famiglia, contro d ess.»
«chissà cosa deve aver fatto di così brutto.» rabbrividisco al solo pensiero, uccidere il tuo migliore amico non è di certo una cosa che fai tutti i giorni.
«o vier? Nun te stupisc, ca ucciso il su migliore cumpagn e tu crier che ce sta' na ragion?»
«beh credo che non l'abbia fatto solo per una semplice discussione, no?» Pino mi guarda con gli occhi sgranati, ma poi sorride.

«sì, c'è molto altro dietro a questo però fa comunque rabbrividire.» finisce.
Poi una domanda mi sorge spontanea.
«perché me lo stai dicendo?»
«pecchè so che nun vuò chiavà» oh mio Dio.

Mi sfugge una risata e scendo dal lavandino. «ne sei sicuro?»
«sì, nun te sfurzà d ess gentil, u sann anche gli altri pur se nu dicono», sento una rabbia che forze non dovrei provare, dato che non è nemmeno un mio amico però queste cose non mi piacciono per niente. «baciami.» dico, lui sgrana gli occhi.
«cos? No, nun poss»
«invece sì, te lo ho chiesto io.»
«o' sta facenn solo pecchè t'ho dett sta cos, no.»
«Pino baciami lo voglio davvero.» ed è così. Forse è la circostanza ma lo voglio fare.

Poi mi viene in mente un'altra cosa.
«perché non vuoi farlo? Prima hai detto che volevi scopare anche se non direttamente. Non sarà perché...»

«non voglio passare casini con Ciro, ho già fin troppi problemi e non...»

«le cose sul mio conto non sono vere, non lo sono. Io non sono la sua puttana.»

Rimane paralizzato per un'attimo e così io gli spiego. «non so se lo hai notato ma oggi ero nel dormitorio maschile perché volevo chiedere a Ciro di smentire le voci.»

«si scopr ca no è vier e che tu me sta a fa passà i casini co Ciro, t'accir» dice, ma sempre col sorriso.

Mi mette una mano sulla guancia e poi mi bacia.
Dio, che bella sensazione.
Inziamo a limonare e sento il suo profumo invadermi le narici. Non mi sarei mai aspettata che il mio secondo giorno qui sarebbe stato così però questi sono dettagli.

Pino mi fa sbattere contro il muro e continuiamo a baciarci, poi si stacca e mi acarezza i capelli. «si pop bell», sorrido e mimo un “grazie”.

«che sia chiaro questo è il primo e l'ultimo.» lui ridacchia.
«oh sì o sacc, famm godè l'attimo pe ora.»

Riprendiamo a baciarci e io gli tocco il petto, lui invece ha le mani sui miei fianchi.
Cazzo, da quanto non baciavo più un ragazzo?

Poi sento che Nad che ci chiama ed entrambi sappiamo che il tempo è finito.

Uscuamo dal bagno ed il mio sguardo trova subito Ciro, che mi guarda.
Lui passa lo sguardo da me a Pino ripetutamente e capisce tutto, dato che duventa più cupo di quanto non sia già, i suoi occhi neri mi fulminano sul posto ma non dice niente.

Si gira e torna a giocare e che si fotta, lui e il fatto che crede sia meglio che le persone pensino che io sia sua.

Mi siedo e anche Pino lo fa.
«ci abbiamo dato dentro, eh.» dice Nad ed io gli dò una gomitata, imbarazzata e lei onvece sembra contenta di averlo detto.
Tocca a me girare.
La bottiglia si ferma su Ciro.
Ci guardiamo a lungo ma lui non dice nulla, ed è come se ci amazzassimo solo con lo sguardo. Vedo che mi guarda le labbra ed io sorrido maliziosa. «obbligo o verità, Re dei Criminali?» chiedo, lui mi guarda con qualcosa negli occhi, qualcosa che non riesco a decifrare.

«obbligo», e capisco. Perché ora mi guarda cercando di comunicarmi qualcosa. Mima un “puttana”, che riesco subito ad afferrare perché tantissime persone me lo sussurravano un'anno fa.

«ti obbligo a smentire le voci che girano su di me, ma che non sono vere.» lui sorride, ed io sono grata che me lo abbia suggerito perché non mi era neanche passato di mente questo obbligo. Ormai mi ero già rassegnata ad accettarlo, come ho fatto con tante altre cose.

Ciro si alza e dice: «chiunque continuerà a chiamà accusi Di Salvo, l'accir co e mani mij, nun è a zoccola mia, nun è o vier».

Lui mi guarda per un nano secondo ma poi distoglie velocemente lo sguardo. «ora andate tutti a fanculo.» e se ne va, mi alzo anche io, come se mi sentissi in busogno di aggiungere qualcosa, lui gira leggermente il capo e mi fa un cenno quasi impercettibile di seguirlo, poi riprendere a camminare ed io lo seguo. Carmine scuote la testa, esattamente come fa Filippo ma io dico loro che gli devo un grazie e poi mi affretto ad andare.

Anche se mi ha detto di seguirlo, Curo non si ferma nemmeno per aspettarmi quindi faccio una corsetta per raggiungerlo. «ti vuoi fermare?» lui lo fa e si gira verso di me.
«grazie» dico, poi.
«non c'è bisogno che mi ringrazi, l'ho fatto solo perché mi sono stufato di te.» scuoto la testa, è proprio scemo se crede che io ci creda.
«tranquillo manterrò la tua immagine di stronzo, non c'è bisogno che provi a ferirmi.» lui sembra confuso ma poi sorride, si gira e continua a camminare. E dato che qualcosa mi attira a lui, continuo a seguirlo. Una parte di me sa che la conversazione non è ancora finita.

«te lo sei chiavato?»
«in soli quindici minuti? No, ci siamo baciati.»
Lui fa una risata mentre si accende una canna che ha appena preso dalla tasca dei jeans neri. «conosco persone che durano molto poco.» gli dò una spintarella amichevole e gli rubo la canna dalla mano, dato che ormai la ha accesa e quindi posso fumarmela. Me la porto alla bocca e faccio un tiro.
«senti hai rotto il cazzo, dammi la canna», gliela dò mentre sbuffo una nuvola di fumo e lui scuote la testa.

«perchè ti sei lasciato con Viola?» la domanda mi esce dalla bocca spontaneamente, e cazzo, a volte vorrei riuscire a rimanere zitta. Mo guarda in cagnesco. «affari miei, ora levati dai coglioni, scem.» continua a camminare ma io mi fermo, capendo che ormai la mia occasione di parlare con lui è finita. Non che mi importi molto, volevo davvero dirgli solo grazie.

Ritorno indietro e vado da mio fratello e gli altri.

                             *****

Quando ritorno in sala, ormai nessuno sta più giocando, mi avvicino a Edoardo e gli dico: «il tuo amico è molto bipolare, dovrebbe fare una visita dal dottore».
Lui mi fa il dito medio ed io gli sorrido falsamente.

Mi guardo intorno per trovare i miei amici e sento una melodia che riconosco all'istante.
Iris.
È una delle mie canzoni preferite, quindi corro verso di lui ed inizio a cantare a mente il ritornello, quella canzone è così bella che vorrei sentirla in eterno.

È la canzone che vorrei come colonna sonora della mia vita.

                              ****

Siamo in sala pranzo e stiamo mangiando. Silvia parla di uno dei suoi infiniti ex e Nad sta limonando con Filippo.
Io e Carmine ci lanciamo un'occhiata esasperata e poi ridacchiamo.

«stavo pensando che potevamo fare un nuovo club» dico, improvvisamente tutte le attenzioni sono su di me.

«di cosa parli?» chiede Filippo.

«un club di studio, per esempio... Per imparare l'inglese meglio. Io potrei aiutare, alla fine sono sempre andata bene a scuola, molte di wueste persone vanno alla scuola dell'IPM senza nemmeno saper scrivere.» spiego, perché è la realtà.
Tantissime persone come per esempio Nad, non sanno scrivere perfettamente o non sanno l'inglese, ho sempre amato aiutare gli altri nelle cose in cui vado bene e la scuola è la cosa in cui vado meglio. Sin da quando ero bambina ho tenuto alla scuola come poche persone hanno fatto, ho studiato come poche persone si immaginano. Mi avevano proposto persino una borsa di studio all'estero ma non sarei riuscita a lasciare la mia famiglia e poi, proprio loro non potevano sopportare alcune spese che anche se piccole, per la mia famiglia erano grandi.

Da piccola dicevo sempre che volevo essere la maestra dei bambini poveri, mia madre mi rideva in faccia, forse l'unico a capirmi era mio padre – strano ma vero –, lui era cresciuto in mezzo alla strada e quell'affermazione l'aveva commosso molto.

«potremmo fare anche una collaborazione con il club di musica, tu per esempio, insegnerai questa, io potrei "insegnare" l'italiano e l'inglese, o magari qualcun'altro che è più in grado. E la professoressa Varriale in questo modo avrà meno lavoro da svolgere e potrà organizzarsi meglio con le attività da fare.» continuo, giocherellando con i lacci della tuta, diciamo che un po' mi vergogno ad espormi così tanto, queste sono cose che in realtà non avevo mai avuto il coraggio di dire ad alta voce.
Molto spesso nella mia vecchia scuola – una delle migliori di Napoli –, organizzavano delle attività per aiutare i ragazzi in carcere a fare cose come queste, io non avevo mai acettato un po' perché sono una persona riservata riguardo a wueste cose un po' perché c'era mio fratello e non volevo che mi prendessero ancora più in giro di quanti già non facessero. Non che mi importasse molto, le persone sapevano che se insistevano troppo le mandavo a fanculo a suon di calci.

Comunque ora posso esprimermi, anche se mi è difficile farlo e dato che lo avevo promesso anche a Nadtiza, mi pare giusto rispettare la promessa.

Proprio lei infatti mi sorride a trendadue denti. «grazie.»

Non credo che starò poi così male qui.

Spazio autrice:

Ragazzi ditemi se vi sta piacendo la storia!
Comunque raga Nad e Clarissa 💗 le amo infinitamente.

Ricordatevi di commentare e lasciare una stellina per supportarmi 💙

Detto questo alla prossima!

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