I Flagelli: Tradimento

By isabel-giacomelli

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Secondo libro della saga "I Flagelli" Volume 2: "I Flagelli: Tradimento" ~"Non farò niente che la induca a i... More

Copyright
Prologo
L'incontro
L'albero rosa
La tribù elfica
Lo specchio magico
Preoccupazione
Rifel'a
I semi
Il perfido re
La scelta
Fuoco
Nascosto nel fienile
Dalila
Cuore confuso
Il nobile ribelle
L'errore del cuore
Scuse forzate
I segreti della Foresta
Dekig
La serata più bella
Pelle macchiata
Il morbillo
I Cacciatori misteriosi
La riunione
Il dolore della separazione
Lo Spettro Bianco
Nemici misteriosi
"Le sette Colombe e le sette Mele"
Scoppia la battaglia
Al salvataggio (Parte 1)
Al salvataggio (Parte 2)
Il Gioiello
Tradimento
La forza dell'Ira (Parte 1)
La forza dell'Ira (Parte 2)
A casa
Epilogo
Quiz - A quale territorio di Egaelith appartieni?
Terzo libro pubblicato!

La frattura

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By isabel-giacomelli

Yan lo aveva fatto.

Aveva appena raccontato ai suoi amici tutta quanta la verità.

Gli altri lo avevano ascoltato per filo e per segno in totale silenzio, immobili, senza proporsi in alcun cenno, quasi dimentichi di sbattere le palpebre.

L'unica cosa che era mutata durante il discorso era stata la loro espressione, che da inizialmente sorpresa si era fatta curiosa, poi preoccupata.

Infine furibonda...

Nonostante la storia dei Cacciatori fosse la più critica da dover affrontare, Yan si rese conto che non era quanto di cui loro volevano discutere in quel momento.

Lo fissavano tutti con rabbia e delusione, come se lui li avesse traditi.

E, in realtà, era stato così...

Fu Owen a parlare per primo, gli occhi pesti divenuti inquietanti: «Yan, tu sai da dov'è venuto il morbillo?»

Yan chinò ancor più il capo, incapace di sostenere i loro sguardi accusatori. «Dalla città di Hanover...»

«Stai... scherzando

Owen avanzò per afferrargli il colletto e costringerlo a guardarlo.

Lui non lo aveva mai visto così arrabbiato. Negli ultimi mesi era cresciuto, sì, ma era rimasto comunque uno scricciolo, addirittura più mingherlino del solito a causa delle settimane di morbillo.

Eppure adesso faceva una gran paura, quasi un ramoscello come lui potesse provocare un enorme male fisico a un ragazzo muscoloso qual era Yan.

«Sei totalmente uscito di senno, Yan? Hai anche solo una minima idea di quanto abbiamo rischiato? Potevamo morire, tutti e sei!»

L'accusato strizzò gli occhi. «Mi dispiace!» urlò. «Non volevo! Giuro che non volevo!»

Owen si allontanò ficcandosi le dita tra i capelli, gli dava le spalle mentre prendeva respiri profondi.

Yan sentiva la testa bruciare per gli sguardi incendiari dei compagni. «Mi dispiace... Skye, mi dispiace, tu...»

«Chiudi il becco!» Nathan si avvicinò a spintonarlo. «Le scuse non portano a niente! Tu mi avevi promesso che non lo avresti fatto! Avevi detto che non saresti andato là!»

«Tu lo sapevi?» sbottò James.

«Mi aveva mostrato i portsid, ma non avrei mai pensato che li avrebbe usati davvero!»

Yan conficcò le unghie nel tessuto della poltrona. «Volevo aiutare mio padre!»

«E sei stato salvato da quella ragazza.» Xerxes gli girò intorno, come una belva contro la preda oramai spacciata. «E poi? Poteva finire tutto, no? Dunque per quale ragione hai insistito?»

A differenza degli altri, il principe non sembrava essere rimasto sorpreso dall'affermazione di Nathan, che doveva avergli rivelato dei portsid già da un pezzo.

Certo, tra quei due non poteva esistere alcun segreto, si spifferavano qualsiasi cosa...

«Hai perso la testa per quella ragazza, vero?» insisté Xerxes.

Yan strinse i denti e serrò le dita con tanta forza che le nocche scricchiolarono: non voleva che Dalila venisse accusata, perché lei era l'unica a non avere peccati.

«Hai messo a rischio la vita di tutti noi per degli incontri romantici! Yan, ti rendi conto? Non puoi prenderti una cotta per una ragazza e gettar via tutto il resto!»

«Ho poi dovuto aiutare Elijah...»

Owen sbuffò con disprezzo. «E intanto avevi la scusa per vedere lei.»

Yan si alzò di scatto. «Io la amo! Non potevo farne a meno!»

Il silenzio calò nuovamente nel salotto.

Anziché dimostrarsi almeno un poco empatici, gli sguardi degli altri si fecero ancor più sgomenti. Come se l'amore fosse un sentimento assolutamente proibito, non contemplabile per loro. Persino Nathan era rimasto sconvolto.

Soltanto Skye, che si alzò e si avvicinò con cautela, sembrava provare comprensione. «Yan, ho c-capito che la ami, però... però, ecco... tu sei un "bestia"... Come a-avreste potuto avere un futuro insieme?»

Yan sbuffò con acidità. «Facile per te dirlo, non è vero?»

«Lasciala stare», Nathan si avvicinò a pungolargli il petto. «Ha del tutto ragione. Come hai potuto pensare di poter avere un futuro con Dalila? Ti sei fatto del male, e lo hai fatto pure a lei!»

«Tu e Skye siete gli ultimi che dovrebbero fare una predica simile!» gli gridò contro Yan. «Tu sei felice con lei, vero, Nathan? Sei riuscito a star bene non appena l'hai incontrata sull'Isola, e tutta la storia dei "bestia" ti è evaporata dalla mente! Ogni altra cosa ti è evaporata dalla mente!»

Nathan sembrò ancora più offeso. «Quanto sei idiota! Come puoi pensare una cosa del genere? Ho patito tanto quanto voi! Ogni singolo momento che passavo sull'Isola della Purga e durante il viaggio, ero spaventato tanto quanto voi! Mi sono allenato per domare il kelpie così da potercela svignare! Quello non è contato, per te? Davvero tu non avevi capito quanto mi sentissi oppresso dalla responsabilità che mi avevate dato?»

«Ma tu avevi lei! Tu hai lei, non hai mai pensato che qualcun altro potesse volerlesi avvici...» s'interruppe a metà frase, rendendosi conto di quanto stesse apparendo crudele.

Mentre Nathan lo fissava ammutolito, Yan non aveva il coraggio di cercare la reazione degli altri, soprattutto quella di Skye...

Però prese un breve sospiro e disse: «Io amo Dalila, e sono accadute tante cose che non mi hanno dato modo di abbandonare né lei né ciò che avevo cominciato. Ma adesso mi sono ripromesso di non tornare là. Non volevo mettervi in pericolo col morbillo, non avrei mai pensato che potesse succedere...»

«Abbiamo rischiato in qualsiasi caso, con te che scorrazzavi in giro per Egaelith» sibilò Owen. Si era dovuto sedere, molto probabilmente a causa delle membra irrigidite per il nervosismo, ma riusciva ancora a mantenere il tono inviperito. «Hai persino affrontaro il re

«Elijah era in pericolo! Stava per ucciderlo!»

«E non ti è neanche venuto in mente di avvertirmi di quanto accaduto!» ribatté Xerxes. «Hai idea di come mi sono sentito, Yan? Dopo che Nathan mi ha detto dei portsid... stavo per farlo anch'io, sai?»

Tutti si girarono a guardarlo mentre lui ruotava la testa altrove, per nascondere l'espressione.

«Ero proprio dietro a Rifel'a...» continuò a confessare. Parlava anche a voce bassa, così da non mettere in risalto il nodo alla gola. «Stavo per chiederglielo, perché anche io... v-volevo rivedere...» S'interruppe per prendere un respiro profondo, prima che il tono si ristabilizzasse quel tanto che bastava: «Volevo rivedere mia madre. E i miei fratelli. E-e mio cugino... Stavo per chiedere a Rifel'a...» tornò a indugiare, «stavo davvero per farlo...»

«Però non l'hai fatto» sottolineò James, scoccando una nuova occhiata verso Yan. «A differenza tua.»

Xerxes gli fece cenno di fermarsi e cercò di parlare con più calma, nonostante gli occhi brillassero di un rossore triste: «Yan, sto cercando di dirti che capisco come ti senti. Però...»

«Non lo sai» lo interruppe invece Yan.

Xerxes non poteva assolutamente capire quanto facesse male un cuore spezzato.

Il principe sospirò afflitto e scosse piano la testa. «Questo però non ti giustifica, Yan.»

«Vi sto chiedendo scusa! Se ci sono andato un'ultima volta, è stato perché Elijah mi ha chiesto di raggiungerlo per qualcosa d'importante che riguardava noi sei! Ma io vi sono ancora leale, ho abbandonato i portsid, non vedrò mai più Dalila!» Yan batté il pugno contro il muro, lottando per non lasciar andare le lacrime. «Non avete idea di quello che sto provando! Come possono i miei amici guardarmi e non vedere quanto io stia soffrendo? Forse a Owen può anche andar bene ammirare Fema da lontano e accontentarsi di questo, e magari a James e a Xerxes non interessa l'amore, ma...»

«Tu non sai cosa proviamo noi!» ribatté James, l'espressione di chi era stato punto sul vivo. «Sono mesi che non t'interessa di ciò che possiamo provare! Giudichi tanto Nathan, quando in realtà sei tu quello cieco. Solo tu non sei riuscito a vedere quanto si tormentasse sull'Isola, perché forse eri tu quello ammagliato dal romanticismo.»

«N-non stavo pensando solo a quello. Pensavo a molte altre cose. A-alla barca, a voi, a mio padre, a mia madre... Non venirmi a dire che avevo la testa tra le nuvole!»

«È quello che hai appena fatto tu con Nathan. E sei tu a non dover parlare dei nostri sentimenti come se fossi tu a dettarli! Hai rinunciato a noi, Yan!»

«Io non ho rinunciato a voi! Io mi sono innamorato, e avevo bisogno di lei! Mi ha dato la speranza di poter avere ciò che in realtà non avrò mai!»

«Speranza, o illusione? E pensi che nessuno di noi abbia mai riflettuto sul futuro? Lo sappiamo che saremo soli, ma almeno non abbiamo cominciato a dar vita a tutte le stronzate che ci passavano a mente, come invece hai fatto tu! Nessuno di noi avrebbe mai messo a rischio la nostra vita e la nostra libertà!»

«NOI NON SIAMO LIBERI!» sbraitò alla fine Yan. «VIVIAMO QUI E PASSIAMO LE GIORNATE IN UNA VALLE, SENZA POTER ANDARE DA NESSUN'ALTRA PARTE! QUELLA CHE HAI APPENA DESCRITTO TU NON È LIBERTÀ! IO MI SONO SENTITO LIBERO SOLO IN QUESTI ULTIMI MESI!»

«Oh, accidenti, ci dispiace farti sentire imprigionato!» sbuffò ancora Owen, con ulteriore sarcasmo. «Ancora una volta dimostri la tua stupidità. La pensiamo tutti come te, ma ci accontentiamo, perché non abbiamo altra scelta.»

«È-è così?» mormorò Skye, i lucciconi che divenivano più corposi nei suoi occhi. «I-io sono felice anche così... C-credevo che per voi fosse lo stesso, c-che stessimo bene insieme...» Passò le dita sulle ciglia. «I-io... n-non pretendo che non vi lamentiate, p-perché v-vorrei che la felicità che io ho con Nathan l-la provaste anche voi con qualcuno, p-però... Io vorrei davvero che tu e Dalila poteste rimanere insieme, Yan. Davvero...»

Yan sospirò e si fissò le punte degli stivali, troppo in colpa per riuscire a sostenere gli occhioni bagnati della ragazza.

Skye tirò su col naso. «C-credevo però che la nostra amicizia fosse almeno... qualcosa, per voi...»

Owen addolcì lo sguardo. «No, Skye, non mi fraintendere. Non ho detto questo. Anche se non sono libero e non posso andare oltre la mia valle, a me va bene così, soprattutto da quando ci siete voi. Anche se potessi andare da un'altra parte, non lo farei senza di voi. È questo che intendevo, quello che pensiamo tutti.»

«Forse non proprio tutti» replicò James, il tono spietato. «A meno che Skye e Nathan non abbiano le labbra coperte e non stiano ad almeno dieci piedi di distanza l'una dall'altro. Ora dove stai andando, Yan?»

Yan si era diretto a passo lungo in camera da letto. Afferrò la sua sacca, v'infilò due paia di pantaloni e due camice in tutta fretta e tornò in salotto ad affrontare di nuovo gli altri, spostando bruscamente Xerxes che si era affacciato dalla soglia. «Avrei sperato in almeno un minimo di comprensione da parte vostra! Ho perduto la ragazza che amo, e ho scoperto che mio padre è un ciarlatano nostro nemico mortale!»

«Yan...»

«Io ero distratto, ma nessuno di voi si è mai accorto del mio segreto!»

«Ci eravamo resi conto che eri strano...» mormorò Nathan.

«Se non ti abbiamo posto troppe domande a riguardo,» ribatté Xerxes, «è stato perché non avremmo mai pensato che potessi fare qualcosa di tanto stupido, Yan. Ci fidavamo di te.»

«Bene, se proprio adesso non vi fidate più, non preoccupatevi. Non mi avrete più tra i piedi. Ho scoperto che gli elfi sono molto più piacevoli di voi!»

«Yan...» Skye lo seguì mentre lui si avviava alla porta sul retro e lo afferrò per il polso nel tentativo di tenerlo fermo. «No, ti prego, non andare! Ti prego...»

Yan scorse appena i suoi occhi lacrimanti, prima di liberarsi e abbandonare la casa.

                                  *

Ecco fatto, prima o poi doveva succedere.
Che cosa ne dite? Le reazioni sono state quelle che vi aspettavate?

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