CLICHÉ

By DavidRas

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Una vita frizzante come una linea piatta. Completamente priva di sbavature. Le tentazioni? Non esistono. Dan... More

Breve Introduzione
Ci conosciamo? ~ (Prologo)
1 ~ Bugiardo
2 ~ Se
3 ~ Un uomo orribile
4 ~ Lollipop arcobaleno
5 ~ Esplodere
6 ~ Vulnerabile
Epilogo ~ Felicità

7 ~ Ti amo

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By DavidRas

Non ne potevo più.

Mi si stava rivoltando il mondo contro.

Aveva ragione Lucia, ero stato un vigliacco.

Avrei voluto urlare e riavvolgere il nastro della mia vita, cancellare tutto.
Tutto.
Tutto!

Dichiararmi già ai miei genitori, incassare il loro rifiuto, finire sotto un ponte, ma vivere.

Vivere, cazzo!

Vivere la mia vita.

Essere me stesso fino in fondo.

Invece ero una bugia, enorme, immensa. Non mi riconoscevo più allo specchio e avevo finito per fare del male a tutti quelli che mi circondavano.
A tutti.

Scrissi a mia moglie, avvisandola che non sarei potuto passare a prendere i bambini da lei.

Non le dissi perché, le mentii ancora.
Ancora bugie.

Non riuscivo a smettere di mentire.
Si stavano moltiplicando all'infinito, le bugie, affogandomi.

Fissavo l'acqua torbida del Tevere pensando che mi sarebbe bastato fare un salto. Arrampicarmi sulla balaustra del ponte – come avrebbe fatto Giuseppe, il mio piccolo Tarzan.
Il mio cucciolo.
Martina si sarebbe aggrappata a un lembo della mia giacca. Mi avrebbe trattenuto vicino a sé, perché con me accanto sentiva che tutto diventava più speciale.
La mia principessa, la mia bambina.
La mia luce.

Sarebbero stati meglio senza di me. Il loro era un amore che non meritavo.
La verità era che non ero ancora riuscito a trovare l'equazione del padre perfetto perché non sarei mai stato un padre perfetto.
Ero un pessimo padre.
Egoista.
Bugiardo.
Vigliacco.
Gay.

Mi sentivo esplodere la testa.

-Che ci fai qui?-

Mi sentii abbracciare da dietro. Le sue mani sulle mie, premute contro la superficie della balaustra. Mi strinse piano a sé, mi baciò il collo.

-Potrei farti la stessa domanda-

Lo sentii sorridere contro la mia pelle.
-È facile. Io ti ho seguito-

-Daniele...-

-Uhm?-

Deglutii. -Perché mi hai seguito?-

-Perché eri troppo sconvolto e mi sono spaventato-

Chiusi gli occhi e le lacrime fuggirono al mio controllo, scivolando sulle guance. -Dovresti lasciarmi andare-

-Non ne ho nessuna intenzione-

Riaprii gli occhi e fissai il panorama dinanzi a me. Avevo timore di girarmi nel suo abbraccio, anche solo di guardare a destra o a sinistra e incontrare gli sguardi curiosi dei passanti, magari persino sguardi pieni di rimprovero, di disgusto, di cattiveria. Continuavo a essere un vigliacco ed ero sempre più spaventato. Spaventato dalla vita che mi si stava dispiegando dinanzi gli occhi, dalle possibilità, dalle rinunce che avrei dovuto fare, dalle novità e gli sconvolgimenti che avrei dovuto affrontare.

E l'idea di fare tutto ciò senza Daniele al mio fianco mi uccideva. Ma ero stato io a tagliarlo fuori, a darlo per scontato, a trattarlo con superficialità.

-Mi dispiace-

-Shh. È già passato-

-Mi dispiace davvero- mi girai nel suo abbraccio e nascosi subito il viso contro il suo petto.

-Ero arrabbiato. Ora non lo sono più-

-Ho sbagliato-

-Dimmi perché stai così male-

Scossi la testa contro il suo petto e il profumo che gli impregnava i vestiti mi riempì il naso, offuscando la ragione. Mi aggrappai ancora di più a lui, sollevai il viso e finii per incontrare il suo sguardo. I suoi occhi parevano catturare tutta la luce del sole, riempiendosi di bagliori dorati e miele, assorbiti dall'azzurro sconfinato delle sue iridi.

Dio, come lo amo.

Fino all'ultima fibra di me.

Ho abbandonato lo scudo e mi sono scoperto come mai con nessun altro.

-Sai tutto di me. Tutto. Sei sempre stato l'unico. L'unico per cui avrei rischiato ogni cosa, l'unico per cui ho rischiato ogni cosa, per cui ho messo tutto in discussione- e solo in quell'istante mi resi conto che stavo dando fiato ai pensieri, che quelle parole non si trovavano più al sicuro dentro la mia mente. Ma avevo dato inizio a quella confessione e decisi, per una volta, di smetterla di essere un vigliacco. Di arrivare fino in fondo. -E ti ho dato per scontato, vero. E ho sbagliato perché ti ho fatto sentire la seconda, terza scelta della mia vita. Non è così. Sei sempre stato la sicurezza della mia vita. L'amore che si sogna e che poi diventa realtà e non te l'aspetti e manco ci credi, ma che esiste. E ti sconvolge. E ti fa credere che sia inesauribile-

Deglutii sentendo le guance andare a fuoco per l'imbarazzo, mentre lui mi accarezzava il mento con un dito, saliva piano verso le mie labbra e mi rubava un nuovo bacio.

-Ti amo- sussurrò e il suo respiro finì sulla mia pelle umida, facendomi rabbrividire.

-Non so come dirlo ai bambini- dissi e mi girai su un fianco, trovando lui disteso accanto a me, a petto nudo.

Senza occhiali, e a quella vicinanza, riuscivo a vederlo bene lo stesso e la cosa mi rincuorava, dato che ero stato sopraffatto da un senso di totale pigrizia e mancanza di voglia di fare alcunché che non fosse stare lì, disteso nel suo letto, seminudo, con l'aria condizionata accesa e il caos cittadino che a stento si udiva provenire da fuori, come un blando sottofondo.
Era felicità.
Non fare assolutamente niente, ma non fare niente con lui era felicità.

Daniele mi si fece vicino e nascose il viso sotto il mio mento, abbracciandomi. -Vorrei poterti dare dei consigli, ma è una situazione che confonde anche me-

-Potrebbero prenderla male-

-Temo che la prenderanno male a prescindere dal fatto che stai con un uomo. Non so fino a che punto, alla loro età, possano vederci qualcosa di strano. Non hanno ancora quella stessa malizia degli adulti-

-Non sono così piccoli. Giuseppe, forse. Martina di sicuro no-

-Resta di fatto che lascerai la loro mamma per un'altra persona-

-Tu saresti il loro rivale-

Scrollò le spalle e si girò, stendendosi sopra di me, utilizzandomi alla stregua di un cuscino. Gli accarezzai i capelli con gesti distratti, mentre lui disegnava forme astratte con un dito sopra una mia spalla.

-È una cosa che sopporterei. Per te, posso sopportarlo. Dare loro il giusto tempo per accettare, capire. Sono pronto a fare mille passi indietro e a tornare nell'ombra, per loro. Perché so quanto sono importanti per te e adesso so pure quanto mi ami. Per amore tuo, posso sopportarlo davvero- Si sollevò su un gomito e mi sorrise, fissandomi negli occhi. -Ti amo-

Gli sfiorai le labbra con le mie, percependo subito la pelle crepitare di passione. -Ti amo- sussurrai e presi il suo volto tra le mani, approfondendo il bacio.

Fu subito caldo. Bollente. E il sangue nelle vene si accese. Una tensione improvvisa, deliziosa, che partiva dalla punta dei piedi, saliva lungo le gambe, si irradiava nel petto e poi tornava a concentrarsi puntando alla gola, schizzando dritta – con una potenza inaudita – nel cervello.

E in quei momenti esisteva solo lui.
Non era il secondo, terzo, quarto.
Era la mia prima scelta.
L'unica.

Il mio amore immenso. Come quello delle favole, dei film. Nei romanzi. E la realtà superava di gran lunga la finzione.

Forse perché mi ero tenuto al sicuro dall'amore per troppo tempo.

Forse perché il mio cuore era stato a digiuno troppo a lungo.

Lo abbracciai e mi protesi verso di lui. Daniele sedette a cavalcioni sulla mia pancia e gli andai incontro, gli strinsi il sedere, schiacciandomelo contro. Ansimò nella mia bocca, facendomi rabbrividire. Un suono dolcissimo, tremante di passione. Gli sfiorai il labbro inferiore con la lingua e subito dopo mi appropriai ancora della sua bocca, mentre lui intrufolava le mani nei miei pantaloni, andando a stimolare il mio sesso. Venni scosso da un brivido squisito e lo spinsi contro il letto. Mi liberai delle sue mani e scesi a esplorare il suo corpo con carezze e baci.

Eravamo di nuovo nudi nel suo letto, ma quella volta per davvero. E non si trattava solo di aver rimosso i pochi vestiti che avevamo tenuto addosso.
Niente più scudi.
Niente più incertezze.
Il sole entrava dalla finestra spietato, tingendo di sanguigno e oro ogni cosa, illuminando i nostri corpi, riempiendo ogni vuoto d'ombra, colmando ogni cosa di luce. Era il tramonto di un giorno in cui avevo creduto di sparire dal mondo, ma mi sentivo alle porte di una nuova alba.
Dell'alba della mia nuova vita.

E sarebbe stata difficile.

E sarebbe stata piena di imprevisti e ostacoli, ma ero certo che con Daniele al mio fianco sarebbe stata una vita felice.

Mi attirò a sé per un nuovo bacio e spalancò le gambe, facendomi spazio. Lo volevo, fremevo di desiderio. Lo feci mio e nello stesso istante in cui possedevo il suo corpo mi piantò le unghie nelle braccia, si inarcò contro di me, rendendo la nostra unione completa, profonda.

Un corpo e un'anima.

Me lo sentivo rimbombare nel petto ad ogni spinta, lo sentivo sciogliersi tra le mie braccia e fondersi con me.

-Di più- sussurrai in un suo orecchio e aumentai il ritmo dei miei movimenti.

Daniele urlò e si aggrappò alle mie spalle, scivolò in punta di dita, tremando, sulla mia schiena e si lasciò andare di colpo contro il materasso, colto da spasmi orgasmici incontrollabili.
Uno spettacolo.
Uno spettacolo colmo di luce e felicità.

Mio. Non riuscivo a pensare ad altro mentre a mia volta venivo travolto da un piacere accecante.

-Sei l'amore della mia vita-

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