chimica del mistero

By lacacciatricedifuoco

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Kuroo e Kenma sono due studenti del liceo scientifico Nekoma, rispettivamente di 18 e 17 anni. Per l'estate i... More

premesse
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16

CAPITOLO 8

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By lacacciatricedifuoco

CAPITOLO 8

Kuroo e Kenma presi alla sprovvista si alzarono di colpo e si diressero a passo svelto verso la fonte di rumore, anche più comunemente definita come Oikawa. Una volta giunti a destinazione notarono che molti altri ragazzi erano corsi a vedere cosa stesse accadendo.

Colui che aveva smarrito il suo beauty case, percorreva la camera a grandi falcate, controllando compulsivamente ogni angolo della stanza, mentre Sugawara lo seguiva tentando di calmarlo sussurrandogli rassicurazioni, Iwaizumi si premeva le dita sulle tempie mormorando imprecazioni e Tanaka riprendeva il tutto con il cellulare.

“Non è nemmeno qua, sei sicuro di averlo portato?” interrogò Akaashi uscendo dal bagno.

“Sicuro al 200%” piagnucolò Oikawa “l’ho tirato fuori dalla valigia prima di andare alle terme e poi l’ho messo nel cassetto del comodino, ma non c’è più!”

“Magari qualcuno della nostra stanza lo ha spostato per sbaglio” ipotizzò Hinata.

“Ma se ha già controllato in ogni angolo della camera idiota” grugnì Kageyama seduto accanto a lui, sul letto con una palla tra le mani.

“Smettila di screditarmi sempre Kagescemo!” si indignò il ragazzo dai capelli arancioni, ricevendo come risposta una pallonata in testa, che scatenò l’ennesimo bisticcio tra i due.

“Qualcuno deve averla portata via, è l’unica soluzione!” sentenziò Oikawa stizzito “dovete aiutarmi a trovare il colpevole, NESSUNO ANDRA’ A DORMIRE FINO A QUANDO NON AVREMMO SCOPERTO CHI E’ STATO!”

“ALLORA MERDACCIA PRIMA DI TUTTO TI CALMI O GIURO CHE TI STROZZO” esplose Iwaizumi.

“Io credo che Toru non veda l’ora di farsi strozzare da te” disse maliziosamente Sugawara.

“Suga non è il momento” lo redarguì Daichi.

Nel frattempo Kuroo aveva aperto il cassetto del comodino e con le dita tastò l’interno, sotto lo sguardo attento di Kenma, fino a che le sue falangi non si scontrarono con qualcosa di duro e liscio, facendolo sussultare.

“Hai trovato qualcosa?” Gli domandò immediatamente il biondo, attirando l’attenzione di tutti su di loro.

“Si” rispose il corvino estraendo quel qualcosa dal cassetto.

L’oggetto in questione era lungo, bianco e lucido e fece sgranare gli occhi ai presenti.

“Ma quello…” balbettò Tanaka che non aveva ancora smesso di registrare con il telefonino.

“È una tibia” continuò Kuroo con uno sguardo serio ed eccitato contemporaneamente, quello che gli compariva ogni volta sul volto quando parlava di argomenti scientifici.

“Prima che uscissimo però non c’era lì” si allarmò Akaashi.

“Quindi qualcuno deve avercela messa, probabilmente la stessa persona che ha rubato il beauty case” dedusse Kenma “l’osso sarà una specie di presa in giro oppure un messaggio.”

“Un messaggio del tipo che moriremo se andremmo alla ricerca del mio beauty?” chiese Oikawa impallidendo “Non ditemi che quella Tibia è il risultato di un omicidio!?”

“Rilassati amico, è una riproduzione in plastica” ridacchiò Kuroo a quella frase “domani mattina prima di andare in palestra ci do un’occhiata al microscopio per vedere se scopro qualcosa in più.”

“Ti sei seriamente portato dietro il microscopio?” Domandò il suo migliore amico roteando gli occhi “che nerd”.

“Ha parlato quello che ha con sé un’intera sala giochi” sbuffò il capitano della Nekoma con gli zigomi arrossati “in ogni caso è meglio se ora andiamo tutti a dormire, domani abbiamo le amichevoli.”

“Sono d’accordo con te” sbadigliò Daichi.

Ognuno si ritirò nelle proprie stanze, tranne Kuroo che venne trattenuto da una voce in corridoio.

“Contro chi giochiamo la prima partita?” si informò Kenma che lo aveva seguito.

“Aoba Johsai.”

“Oh ok.”

“Kenma vedi di dormire stanotte, devi essere bello carico, i nostri avversari sono tosti.”

“Va bene, ma sono sicuro che ve la cavereste anche senza di me.”

“Non dirlo. Non è vero, tu sei unico e speciale e sei il cervello della nostra squadra, abbiamo bisogno di te.”

Successe tutto in un lampo, il più basso non ebbe il tempo di controbattere che le calde labbra di Kuroo si posarono sulla sua guancia schioccandogli un veloce bacio. Non fece in tempo a reagire che l’altro era già scomparso nel buio mormorando un “buonanotte e sogni d’oro”, lasciandolo in mezzo al corridoio con lo sguardo perso nel vuoto e una mano poggiata sulla guancia complice di quel desiderato contatto, come a voler proteggere il calore donatogli dal corvino.

Quella notte, mentre tornava indietro, Kenma realizzò una cosa: voleva sentire le labbra di Kuroo su di lui ancora.

“Lev vedi di ricevere la palla decentemente” urlò il capitano della Nekoma, con il fiatone per la fatica e il sudore che gli imperlava la fronte.

Erano più di quattro ore che si allenavano e la Nekoma si stava scontrando un’altra volta con l’Aoba Johsai, che a causa dei potentissimi servizi di Oikawa dava loro filo da torcere, ma nonostante questa difficoltà riuscirono a prendersi entrambi i set.

“Ottimo lavoro ragazzi” sorrise alla sua squadra Kuroo, mentre si dirigevano nello spogliatoio assegnato a loro, talmente tanto sudati che le divise si appiccicavano ai loro corpi.

“Non vedo l’ora di buttarmi sotto la doccia!” Esclamò Yaku sfilandosi la maglia sospirando.

“Pure io” concordò Lev fiondandosi in uno dei box doccia.

“Fa un caldo bestiale” si lamentò Kenma tamponandosi la fronte con un asciugamano.

“Sarà che oggi ti sei impegnato di più del solito ed hai sudato maggiormente, non pensavo che la mia raccomandazione di ieri sera desse questo risultato, credo dovrei farti raccomandazioni del genere molto spesso” intervenne Kuroo, facendo inevitabilmente avvampare l’altro al ricordo, ma il rossore poteva essere confuso come una conseguenza della fatica.

“Aiuto mi sono incastrato” se ne uscì a un certo punto il corvino, che tentando di togliersi la maglietta, gli era rimasta bloccata sopra la testa e intorno ai bicipiti “sono talmente appiccicoso che la mia pelle fa frizione con il tessuto e non riesco a toglierla.”

Kenma lo guardò, a quella vista non poté far a meno di scoppiare a ridere e avvicinarsi a lui. Il suo amico aveva le braccia sollevate, bloccate dalle maniche arrotolate della maglia, dal colletto si vedevano spuntare solo i suoi ciuffi neri, la faccia era interamente coperta dalla stoffa che lasciava scoperto l’addome e il petto.

“Sei un imbranato” disse divertito afferrando la maglia con una mano e poggiando l’altra sul suo petto per sfilargli l’indumento più facilmente.

“Prendetevi una stanza!” esclamò Yaku occhieggiandoli.

In quel momento due intrusi fecero il loro ingresso nello spogliatoio.

“Kenma devo farti vedere una figata, vieni con me!” Gioì Hinata saltellando verso il ragazzo dagli occhi ambrati, fermandosi di colpo quando notò che il suo amico stringeva tra le dita la maglietta di Kuroo e aveva una mano poggiata tra i pettorali di quest’ultimo. Il giocatore della Karasuno distolse lo sguardo leggermente a disagio e aggiunse:

“Bhe, sempre se non sei troppo impegnato in questo momento…”

Il biondo si allontanò dal compagno, come se fossero due calamite dello stesso polo e farfugliò:

“Ehm, n-no… non sono impegnato, fammi vedere quello che devi, sono curioso.”

Detto ciò afferrò il polso di Hinata e lo trascinò all’esterno.

“Sbaglio o Kenma ti stava tastando i pettorali dopo averti spogliato?” Chiese Bokuto, il quale era arrivato insieme all’altro intruso, alzando un sopracciglio e sorridendo in modo stupido.

“Non è come sembra, non riuscivo a togliermi la maglia…” si affrettò a spiegare Kuroo con le orecchie che gli andavano a fuoco.

“La tensione sessuale era palpabile, come i tuoi pettorali evidentemente.”

“Ehy! Sono io quello che fa i giochi di parole e lancia provocazioni Bokuto, non rubarmi il ruolo.”

“Ho utilizzato la carta cambio giro per invertirci le personalità”

“Sei uno scemo” scherzò il corvino “ma toglimi una curiosità, sei venuto nel nostro spogliatoio per punzecchiarmi oppure c’è qualche altro motivo?”

“Oh, in realtà non avevo in programma di venire qui, ma io e Akaashi abbiamo deciso, anche se io non ho mai detto niente in merito, che quando uno di noi fa la doccia, l’altro deve uscire e aspettare che quello finisca, perché i box doccia non hanno le porte. Così mentre ero fuori ho visto Hinata, ci siamo messi a discutere di quanto siano fighi gli assi e poi mi ha detto che andava da Kenma, quindi ho pensato che ci sarebbe stato anche il mio bro e quindi eccomi qui, da te.”

“Come sei tenero, rispetti la privacy del tuo ragazzo” lo sbeffeggiò Kuroo.

“Scherzi? È di Akaashi che stiamo parlando, non vorrei farlo sentire a disagio per nulla al mondo, inoltre se lo vedessi nudo senza il suo consenso finirei impagliato sul suo comodino e ci tengo ancora alla mia vita” raccontò Bokuto “A proposito amico, posso farmi la doccia qui?”

“Nessun problema, qua nessuno tenterà di impagliarti.”

Una volta che furono tutti puliti e vestiti i pallavolisti si riversarono nel prato fuori dalla palestra, cercando un posto all’ombra in cui attendere l’ora di pranzo.

Tsukishima stava ascoltando la musica con le cuffie, seduto, con la schiena poggiata a un muro, accanto a Yamaguchi che si stava facendo dare lo smalto nero, da Yachi la manager bionda e minuta della Karasuno, mentre parlottavano tra loro e lì vicino Kageyama sonnecchiava tra l’erba.

Poco distante si potevano osservare Suga e Yaku che chiacchieravano, mentre Asahi e Daichi sorseggiavano una bibita. Più in disparte si notava Oikawa che si stava ancora allenando, schiacciando contro una parete, sotto lo sguardo carico di disapprovazione di Iwaizumi, che nonostante si mostrasse sempre freddo e scorbutico nei confronti di Oikawa ci teneva veramente tanto a lui e non voleva che strafacesse troppo. Alcuni mesi prima per colpa del suo allenamento esagerato si era lesionato un ginocchio, ma a causa del suo orgoglio e della sua testardaggine era difficile farlo ragionare su ciò.

Gli altri ragazzi correvano nel prato, a differenza di Hinata che stava facendo ruote in continuazione e pose di un videogioco che gli aveva consigliato Kenma, il quale lo seguiva con lo sguardo sorridendo e ascoltando le sue chiacchiere.

Kuroo e Bokuto invece si sdraiarono sotto un albero a guardare gli uccelli che volavano in cielo, provando a indovinare a che specie appartenessero e presto vennero raggiunti da Akaashi, che si unì al loro passatempo.

Per pranzo vennero serviti sgabei, formaggi e salumi, che furono divorati voracemente in tempo zero; finito il pasto i giovani avevano il pomeriggio libero, così ognuno di loro lo passò come meglio credette.

Lisa, Yachi e un’altra ragazza, con i capelli ricci e castani di nome Yuki, raccoglievano fiori da intrecciare per ricreare coroncine e nel frattempo discutevano tra loro. La manager della Karasuno li aveva raccontato cosa fosse successo la sera prima nella camera di Hinata, sorprendendole quando accennò alla questione dell’osso.

“Cosa potrebbe significare ciò?” si incuriosì la riccia.

“I ragazzi ci stanno ancora riflettendo su e Kuroo stamani ha osservato la tibia al microscopio, ma non so se ha scoperto qualcosa.” Rispose Yachi.

“Mi sento come in un romanzo poliziesco!” recitò Lisa prima di inciampare su qualcosa e piombare a terra con la delicatezza di un sacco di patate.

“Ti sei fatta male?” si preoccuparono all’unisono le altre.

“No, sto bene, tutta colpa di questo…” disse alzandosi e afferrando l’oggetto che l’aveva fatta cadere “…matita per gli occhi???”

Le ragazze si scambiarono un’occhiata d’intesa, poi Yuki prese la parola:

“Possibile che sia una matita che si trovava nel beauty di Oikawa?”

Il trio in preda all’agitazione ispezionò la zona, fino a che non individuarono una boccetta di eyeliner e decisero di correre dai ragazzi per avvertirli.

Trovarono Kuroo, Kenma, Hinata e Bokuto nella sala comune del loro edificio.

“Ragazzi abbiamo trovato queste cose!” strillò Yachi mostrando loro gli oggetti in questione.

“Ma quelli sono i trucchi di Oikawa!” Si stupì il ragazzo dai capelli arancioni.

“Dove li avete trovati?” Intervenne Kenma.

“Sulla collina, di fronte al boschetto qua vicino” rispose Yuki.

“Andiamo” decise Kuroo e i presenti lo seguirono.

_______________spazio Liz_____________________

Ci mettono un po' ad ingranare ma da questo capitolo le cose tra Kuroo e Kenma si fanno più interessanti ;)

Menzione speciale alla mia bro Yuki in questo capitolo ✨
Io spero sempre che vi stia piacendo la storia, eh niente baci <3

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