Ricordati di me

By LadyHeather83

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[MIRACULOUS LADYBUG] Marinette, a causa di un errore, ha dovuto rinunciare ad essere la guardiana dell Miracl... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Epilogo

Capitolo 18

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By LadyHeather83

Non si erano visti per tutto il giorno, e nemmeno alla cena Adrien c'era.

Nathalie aveva detto a Marinette che non si sentiva bene e che avrebbe preferito consumare il pasto in camera sua.

In fondo era abituato a farlo, anche se da quando suo padre era rinchiuso nel monastero spesso e volentieri Nathalie gli teneva compagnia sia a pranzo che a cena.

Ma Marinette sapeva benissimo che la stava solo evitando per sfuggire alle domande scomode che le avrebbe posto  riguardo alla reale situazione di suo padre.

Aveva scoperto che in realtà che lo stilista Gabriel Agreste era niente di meno che il famigerato Papillon dei racconti del suo diario.

Un duro colpo.

E se il rospo da buttare giù era pesante per lei, non immaginava come potesse essere stato per Adrien scoprire quella scomoda verità.

Solo, e senza nessuno a cui poter esternare i suoi sentimenti, senza essere capito e compreso del tutto.

Marinette doveva assolutamente chiarire quella situazione e parlare con il biondino, altrimenti non sarebbe stata in grado di affrontare l'indomani quel viaggio mentale a cui si sarebbe sottoposta.

Quel pomeriggio aveva anche incontrato lo stregone, presentato dal Grande Guardiano Su-Han in persona, lei si era  immaginata una persona di colore, malandata con capelli arruffati e sporchi, con un osso all'interno del naso e che puzzava.
Invece si era trovata davanti una persona composta e gentile, un monaco.

Elegante nel portamento e che era riuscita a toglierle quell'ansia addosso che si portava dietro da giorni, per la precisione da quando sua madre Sabine aveva accettato a quel viaggio.

"Ci vediamo domani, Marinette. Dormi sonni tranquilli" Le aveva detto sorridendole.

Ma per farlo e esaudire la sua richiesta avrebbe dovuto avere il cuore leggero e parlare con Adrien.

Lo stregone le aveva comunicato l'importanza di stare bene con sé stessi in quel preciso momento, altrimenti la cerimonia non avrebbe sortito gli effetti desiderati.

Così quella sera prese coraggio e quando le luci si spensero e anche l'ultimo guardiano era passato per il corridoio per controllare che tutto fosse in ordine, e che tutti i monaci e gli ospiti fossero nelle loro stanze, aprì la porta e di soppiatto salì le scale buie, illuminate solo dal chiarore della luna alta nel cielo e che filtrava timidamente dai tendaggi delle finestre lasciate semiaperte.

*

Ricordava che l'alloggio di Adrien era la prima a porta destra.

Bussò.

Nessuno rispose.

Marinette pensò di aver sbagliato e che da un momento all'altro si sarebbe ritrovata davanti uno dei tanti monaci in ritiro nel monastero, così girò le spalle e fu in quel momento che la porta si aprì.

"Stai bene, Marinette?" Le chiese Adrien con aria comprensiva.

"Potrei farti la stessa domanda." Il biondo la prese per un braccio e trascinata con forza nella stanza prima che i due monaci che stavano salendo le scale li beccassero a parlare.

Non stavano facendo niente di male, ma in quel monastero vigevano delle regole molto severe.

Adrien le posò l'indice sulla bocca facendole segno di non parlare.

Quando i due non udirono più il mormorare nel corridoio poterono tirare un sospiro di sollievo.

"Perché sei venuta qua?" Le domandò sedendosi sul bordo del letto.

La stanza era piccola, ma c'era l'essenziale per pernottare in tutta tranquillità.

Un letto comodo, un comodino con annessa abatjour, una scrivania ai piedi del letto, al muro un armadio a due ante e un terrazzino.

Marinette si avvicinò alla porta finestra osservando la luna e l'aprì.

L'aria fresca che proveniva dalle montagne la investì facendola rabbrividire per qualche secondo.

Adrien si avvicinò a lei e le frizionò le braccia nude cercando di riscaldarla.

"Freddo?"

"Ora non più" Usò le sue braccia come una coperta.

Adrien non si staccò dall'abbraccio, ma rimase in quella posizione che gli dava pace e serenità.

"Perché sei qui, Marinette?'" Le domandò di nuovo.

La corvina si voltò, e le braccia di Adrien continuavano a cingerle le spalle.

"Per te." Avvicinò il volto al suo ancora di più finché entrambi potevano sentire i reciproci respiri e Marinette appoggiò le sue labbra contro quelle morbide e invitanti di lui.

Una scossa di piacere gli partì dal cervello fino a morire nel basso ventre.

Adrien rispose al bacio stringendo Marinette ancora di più e costringendola a far aderire il suo corpo meraviglioso a quello di lui.

Marinette infilò le mani dentro quei fili d'oro manovrandogli la testa esattamente come voleva.

Adrien continuava ad accarezzarle la schiena fino a fermarsi quasi d'istinto sul gluteo sodo e perfetto, aveva sempre sognato di farlo, sin dal primo momento che l'aveva incontrata.

La tuta da combattimento aveva il potere di lasciare poco spazio all'immaginazione, ma mai avrebbe pensato che un giorno avrebbe potuto mettere le mani sul suo corpo con tanta audacia.

Marinette sorrise e lui lo percepì.

"Scusami, non so cosa mi è preso, milady!" Si staccò dal suo volto e di conseguenza da lei facendole emettere un grugnito di disappunto.

La corvina si portò di nuovo le braccia di Adrien dietro la schiena, esattamente dove dovevano stare.

"Non scusarti, chaton..." Riprese il bacio, e questa volta dischiuse la bocca e con la lingua accarezzò le sue labbra.

Anche Adrien fece lo stesso continuando ad accarezzare ogni centimetro del corpo di Marinette.

Non riusciva a fermarsi, e i singulti della ragazza non aiutavano, anzi, gli dava la carica per continuare e la percezione che quella era la direzione giusta.

Adrien si staccò dalla bocca per continuare a lasciarle scie infuocate sulle guance e sul collo, risalì nuovamente quando si accorse di stare scendendo un po' troppo, e la linea dei seni di Marinette era troppo vicina, invitanti nonostante tutto.

Marinette spostò la testa per lasciargli campo libero mentre con infilava una mano ancora dentro i suoi morbidi capelli.

Voleva di più, ma si vergognava a chiederglielo.

Adrien la sollevò da terra prendendola per i glutei, un gesto che la sorprese, anzi che sorprese entrambi, perché ormai il corpo del bel biondino, preso dalla frenesia del momento si muoveva da solo.

Si guardarono per un breve momento negli occhi.

Nessuna esitazione, ma solo un sorriso sghembo e malizioso su entrambi i volti.

Marinette abbassò la testa a livello di Adrien e lo baciò per l'ennesima volta, ormai non contava più quanti gliene avesse dati.

Adrien l'adagiò sul materasso in una posizione più comoda e più consona al momento che stavano per vivere.

Infine la sovrastò con il suo peso sempre continuando a baciarla, non si sarebbe fermato per niente al mondo.

La desiderava troppo e lei desiderava troppo lui.

Le mani di Adrien percorrevano ogni lembo di pelle fino ad arrivare alle spalline nere e sottili del pigiama bianco a pois rosa di Marinette, gliene abbassò una con le dita e la stoffa che fino a quel momento copriva il petto della ragazza, venne lievemente scoperto rivelando il reggiseno di cotone bianco che indossava, spostato leggermente a causa dei movimenti rivelando quella rosellina così invitante per lui.

Adrien avvampò e deglutì a quella visione.

Marinette si accorse del suo disagio, gli prese la mano e gliela posò sopra continuandolo a baciare.

Adrien si irrigidì improvvisamente, nemmeno nei suoi sogni più reconditi immaginava che Marinette fosse così audace a capace di fargli provare simili emozioni.

Sicuramente si aspettava che certe cose fatte con lei sarebbero state strabilianti, ma addirittura così abile da fargli perdere qualsiasi inibizione facendosi trasportare dal turbinio di emozioni provate, quello non era stato messo in previsione.

E se quello era l'antipasto, figuriamoci che cosa avrebbe provato con la portata principale.

Ma Adrien rinsavì e in un momento di lucidità si allontanò da lei in maniera brusca andandosi a rannicchiare ai piedi del letto.

"Ho-ho fatto qu-qualcosa che non va?" Balbettò Marinette spaesata toccandosi nervosamente i capelli e sistemandosi la spallina della canotta e il reggiseno.

"No, no. Sei fantastica milady. E'-è solo che...che..." Adrien abbassò lo sguardo, quando aveva appreso che sarebbe partito con lei per il Tibet non aveva pensato all'eventualità di dover finire a letto assieme, la situazione tra di loro non era del tutto chiara, e quindi quell'ipotesi non gli era passata per l'anticamera del cervello.

"Scusami, sono stata troppo avventata." Per non parlare di lei, che era andata da lui solo per vedere come stava, ma non ha resistito al suo richiamo.

Era stata attratta da lui come un navigante che segue imbambolato la voce della sua sirena.

"Non è colpa tua, Marinette...è che...sì insomma...io..."

Marinette gli mise la mano sopra la sua.

"Va tutto bene." Gli sussurrò con voce calma mentre il suo respiro si regolarizzava sempre di più "...è anche la mia prima volta lo sai?" Gli sistemò i capelli biondi come riusciva.

Adrien ancora non riusciva a guardarla "Non è come pensi, è che... io...non pensavo di... di... sì insomma..."

"Oh!" Fece lei quando capì che il reale motivo non era l'imbarazzo, ma il fatto di non avere precauzioni con sé, questo non fece altro che alimentare in lei il sentimento di amore nei suoi confronti, sapeva che Adrien non era uno sprovveduto e se non avesse avuto il coraggio di fermarsi, forse a quest'ora sarebbe stato troppo tardi.

"Ti amo tanto, Adrien" Era la prima volta che glielo diceva, era la prima volta che lui se lo sentiva dire.

La guardò con occhi colmi di amore.

Era sincera.

"Non mi serve la memoria per sapere cosa provo per te." Continuò lei incurvando verso l'alto le labbra imitando un sorriso appena accennato.

Adrien strizzò gli occhi come se qualcosa fosse entrato nel loro interno.

"Ho già sentito questa frase, ma non riesco a capire quando e dove!"

"Mmm... smemorato anche te?" La ragazza sorrise di gusto.

"Non credo..." Si portò due dita sul mento per pensare, ma quello che ne ricavò fu la consapevolezza di non aver risposto alla sua dichiarazione d'amore e l'entusiasmo negli occhi di Marinette stava sempre di più scemando.

Adrien le prese entrambe le mani e la guardò.

Si specchiò in quei bellissimi occhi azzurri rischiarati dalla luce della luna, le accarezzò il volto "Ti amo, Marinette! E vorrei stare insieme con te per tutta la vita."

*

Adrien a Marinette rimasero sdraiati uno accanto all'altro parlando di molte cose.

Abbracciati, non staccandosi mai.

Marinette poteva sentire il cuore dell'amato battere in contemporanea al suo e il profumo di Adrien salirle dentro le narici.

Adrien le aveva confidato molte cose e raccontato aneddoti più o meno divertenti girando sempre attorno alla questione di suo padre, ma non affrontando mai veramente l'argomento.

Fu Marinette a fargli una domanda diretta che lo aveva spiazzato.

Tikki le aveva raccontato quello che era successo, anche dettagli che Plagg aveva confidato alla piccolo kwami della creazione.

"Riuscirai mai a perdonarlo?"

Adrien rimase in silenzio qualche secondo ad osservare il soffitto, poi la guardò di nuovo e le sorrise nuovamente "L'ho già fatto, ma lui non lo sa ancora".

*

continua

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