Ricordati di me

By LadyHeather83

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[MIRACULOUS LADYBUG] Marinette, a causa di un errore, ha dovuto rinunciare ad essere la guardiana dell Miracl... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Epilogo

Capitolo 15

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By LadyHeather83

Come Adrien fosse riuscito a convincere Sabine Cheng a far intraprendere quel viaggio a Marinette con lui in Tibet rimase un mistero.

Gli bastarono pochissime parole per far uscire dalla bocca della donna un sospirato "Va bene" e non ci fu nemmeno bisogno l'intervento di Tom, ci avrebbe pensato lei a inventare qualcosa di plausibile per giustificare l'assenza della figlia quelle settimane con il marito, forse per tutta la durata dell'estate.

Sabine odiava nascondere le cose a Tom, non c'erano segreti nel loro rapporto, ma in quel caso non avrebbe capito la situazione e avrebbe finito col non guardare più di buon occhio Adrien.

Da buon padre protettivo, sarebbe partito lui per il Tibet e preso a calci i monaci del monastero, o peggio ancora avrebbe setacciato tutte le strade di Londra o Parigi alla ricerca di chi aveva donato il Miraculous della Coccinella a sua figlia e resa guardiana senza il suo consenso.

Troppo giovane e troppo innocente per portare un tale peso sulle spalle.

Ma ormai quel che era fatto era fatto e questo Sabine lo aveva capito fin troppo bene.

Razionale e raziocina.

Aveva abbracciato amorevolmente la figlia mentre si apprestava a preparare le valigie in camera sua, Marinette aveva sistemato con cura magliette, pantaloni, biancheria intima ripiegata sopra la chaise longue da riporre nel bagaglio rosa a pois bianchi che teneva aperto a terra, insieme a spazzole, laccetti, profumi e bagnoschiuma, e perché no, anche qualche foglio da disegno con annesse matite colorate, sia mai che quel luogo la ispirasse per disegnare abiti o accessori.

"Bambina mia..." Mormorò Sabine con le lacrime agli occhi.

Non sapeva bene come sarebbe andato a finire quel viaggio, Adrien era stato chiaro a riguardo 'un tentativo', ma Sabine avrebbe fatto qualsiasi cosa per sua figlia, sempre se ne fosse stata convinta lei e se negli occhi di Marinette avrebbe captato l'ombra dell'esitazione avrebbe detto di no.

E Marinette era convinta più che mai a continuare e a provare quel percorso, tanto non aveva niente da perdere, se tutto fosse andato male sarebbe rimasta così com'era.

Questo le bastò per accordarle il permesso di partire dopo la conclusione dell'anno scolastico.

"Andrà tutto bene, mamma. Non piangere."

Sabine sospirò cercando di cacciare all'interno degli occhi quelle goccioline salate.

"Non so se sto facendo la cosa giusta!" Mormorò la piccola donna cinese.

"E' l'ultima spiaggia, mamma. Dopo di questa credo che ogni altro tentativo sarà inutile e io dovrò rassegnarmi a vivere sapendo di aver perso i miei ricordi più belli."

Quello stesso pomeriggio, i coniugi Dupain, avevano visto Adrien portarsi via la loro bambina all'interno della berlina grigia che li avrebbe condotti all'aeroporto dove li attendeva il jet privato degli Agreste.

Tom le urlò un semplice 'in bocca al lupo' tra le lacrime.

Poi quando l'auto aveva svoltato, l'uomo con aria sognante entrò in negozio canticchiando "La mia bambina diventerà una stilista famosa".

Già, perché con la scusa di uno stage all'estero e con la complicità di Gabriel Agreste in persona, o meglio con una video chiamata dello stilista, erano riusciti a convincere Tom a far partire Marinette, anche se al padre non gli sarebbe affatto dispiaciuto averla tra il suo staff in pasticceria quell'estate.

Ma per lei era un'occasione troppo succulenta e Gabriel le aveva offerto quell'opportunità in un piatto d'argento.

Almeno era quello che credeva.

"Tom, è solo uno stage. Non ti sembra il caso di correre un po' troppo?" Domandò Sabine conoscendo il reale motivo della partenza della figlia, cercando di nascondere la sua preoccupazione meglio che poteva.

"Se glielo ha chiesto Gabriel Agreste in persona non può che essere una cosa importante. Sono fiero della mia bambina." Il pasticcere iniziò a tirare fuori dalla credenza degli ingredienti e riporli con cura sul banco da lavoro "...inventerò subito una ricetta speciale per un dolce dedicato a mia figlia. Così quando tornerà potremo festeggiare."

Sabine sospirò, suo marito era fatto così, e lo amava per questo.

Infondo aveva ragione, o meglio sperava ce l'avesse.

Quando Marinette sarà di ritorno, ci sarà qualcosa da festeggiare. Ma cosa, esattamente?

*

Nathalie attese la berlina grigia giù dalle scale dell'aereo privato della famiglia Agreste, sempre con la solita aria impostata e con i capelli perfettamente raccolti nella consueta crocchia bassa.

Era arrivata all'aeroporto un'ora prima per assicurarsi che tutto fosse in ordine e pronto per la partenza.

Gabriel non le avrebbe mai perdonato un ritardo o una sbavatura.

Il gorilla fece scendere prima Marinette e poi Adrien, successivamente aveva imbarcato le valigie dei due ragazzi, quelle di Nathalie erano già state riposte precedentemente nel vano bagagli.

"G-grazie!" Aveva biascicato la mora contro la guardia del corpo, lui annuì con il capo senza proferire parola.

Nathalie salì sul jet per prima facendo segno ad Adrien e Marinette di seguirla.

Il biondo si mosse per primo e dopo qualche passo s'accorse che la sua amica non lo stava accompagnando, si girò e la guardò trovandola con lo sguardo basso.

"Tutto bene?" Le chiese dopo averla raggiunta.

Le gambe di Marinette erano paralizzate e muoversi le era diventato quasi impossibile, sentiva i piedi pesanti, come se fossero stati immersi in una vasca di cemento armato e questo avesse fatto presa, rendendo difficile qualsiasi movimento. "Ho paura" Gli rispose con la voce rotta dal pianto e il cuore che le vibrava forte nel petto.

Adrien l'abbracciò forte "Non devi farlo per forza, ti riporto indietro se lo desideri." Le disse con voce calda e confortevole.

Marinette poggiò la sua testa nell'incavo del suo collo inebriandosi di quel profumo e d'un tratto si ricordò perché lo doveva fare, perché stava rischiando la sua vita.

"Starai per tutto il tempo con me, Chaton?" Gli domandò stringendolo più forte, finché i loro corpi non aderirono perfettamente, diventando una persona sola.

"Milady, non ti lascerò mai." Intrecciarono le loro mani e Adrien le baciò delicatamente il dorso, quel contatto leggero le fece vibrare la colonna vertebrale.

A Marinette bastò.

Bastò per salire passo dopo passo fino in cima alle scale, dove una Nathalie spazientita li stava aspettando con una cartellina in mano picchiettando la penna stilografica sulla carta.

Erano in ritardo.

E Gabriel avrebbe senz'altro dato la colpa a lei.

Però infondo erano carini insieme e Nathalie non poté che abbozzare un sorriso appena fu superata dai ragazzi, che si apprestarono a sedersi ai posti a loro dedicati.

*

Erano in viaggio da qualche ora ormai.

Avevano optato per un volo notturno, così sarebbero arrivati alle prime luci dell'alba in Tibet.

Marinette non era riuscita a chiudere occhio e a riposare a dovere e nemmeno Adrien.

Nella sua testa risuonavano ancora le parole di Adrien alla sua domanda 'dimmi cosa mi aspetta'.

Lui era rimasto un po' interdetto perché aveva tentato più volte nei giorni precedenti alla partenza di metterla in guardia riguardo agli effetti di quella cura.

Marinette non aveva voluto sentire ragioni a proposito, perché se solo Adrien avesse accennato al fatto che sarebbe stato doloroso e un percorso irto di ostacoli, probabilmente non avrebbe acconsentito al trattamento, mandando all'aria anche l'unica possibilità che aveva di ritornare quella di sempre.

*

"Guarda che è tardi per tornare indietro."

"Lo so, per questo te lo sto chiedendo ora."

Erano seduti l'uno difronte all'altro e per Adrien non fu difficile accarezzarle il volto, lei chiuse gli occhi facendosi cullare dal calore della sua mano.

"Non lo sanno nemmeno i Guardiani con certezza, ma ti prometto che rimarrò con te e ti guiderò in questo tuo viaggio."

*

Si stiracchiò e si alzò dal suo posto sbadigliando, cercando di non fare rumore.

Adrien accanto a lui dormiva beatamente, pensò a quanto fosse adorabile in quella posizione e sarebbe rimasto ad osservarlo a lungo, ma aveva bisogno di sgranchirsi le gambe.

Ma la tentazione di assaggiare quelle labbra carnose e morbide la stava facendo impazzire.

Si inumidì con la lingua le sue di labbra, sbuffò dal naso e si tolse dalla mente quel pensiero, le sue gambe avevano più bisogno della sua bocca.

Passeggiò su e giù lungo il piccolo corridoio e quando il formicolio agli arti inferiori passò, si fermò davanti l'oblò rischiarato dal sole che stava sorgendo.

"Ti ricorda qualcosa questa situazione?" Chiese una voce dietro di lei che le cinse la vita con le sue braccia.

Lei scosse la testa "Dovrebbe?"

"La gita a New York di qualche mese fa."

"Oh!" Fece lei "...mi dispiace, ne ho sentito parlare ma non mi dice nulla"

Adrien s'incupì "Scusa, non avrei dovuto chiedertelo." Sciolse l'abbraccio quasi d'istinto, ma Marinette gli bloccò le mani costringendolo a richiuderla nella sua presa.

"No, ti prego. Rimani!"

"Quanto avrei voluto sentirtelo dire quel giorno!" Sospirò cullandola a sé, osservando i raggi del sole farsi ogni minuto sempre più forti ed intensi.

Fuori era una bella giornata e il contrasto tra luce e buio era meraviglioso.

"Raccontami" Lo invitò lei chiudendo gli occhi perché quel movimento oscillatorio era dolce e rasserenante.

A dire il vero tutto le suscitava quelle emozioni quando gli stava accanto.

Adrien le baciò dolcemente la tempia, non sapeva con precisione se stavano insieme o no, sta di fatto che le effusioni amorose e le reciproche attenzioni non le rifiutavano mai.

Ma solo quando rimanevano da soli.

Non erano rari baci sulle guance, sguardi pieni d'amore, abbracci e passeggiate brevi mano nella mano.

Purtroppo queste cose erano accadute di rado in quelle giornate, per smorzare la tensione e tenere occupata la mente, entrambi avevano preferito le uscite con gli amici, avrebbero avuto tempo nelle settimane a venire per rimanere soli e di chiarire i loro sentimenti una volta per tutte.

Il biondo comunque rimuginava notte dopo notte di chiederle di ufficializzare la cosa, una volta finita questa storia.

"Ero a pezzi quel giorno. Avevo appena rinunciato al mio Miraculous perché credevo di non essere un degno portatore, in più tu mi avevi rimproverato per non averti avvisata che mi sarei dovuto assentare da Parigi, lasciandola senza un protettore.

Ho combinato un disastro con Uncanny Valley, e tu come al solito hai rimediato a un mio errore.

C'eravamo incontrati davanti l'ostello nella nostra forma civile, all'ora non sapevamo l'uno dell'altro, e mio padre aveva mandato la macchina a prendermi per riportarmi a casa dicendomi che New York era diventata troppo pericolosa per me.

Ti ho guardato, tu mi hai guardato. Desideravo solo che pronunciassi quelle parole."

"Non lo feci, vero?"

"No..."

"Tu stavi con Kagami, non potevi pretendere che ti chiedessi di rimanere. E poi che avremo fatto?"

"Si, stavo con Kagami, ma...ma... E' complicato da spiegare..." Respirò più profondamente "...ma quel viaggio mi aveva aperto gli occhi su cosa provavo veramente per te, ho amato il momento in cui abbiamo ballato insieme incorniciati dalla luna, stavo bene tra le tue braccia..." Poi Adrien si fermò di colpo perché si rese conto di parlare da solo.

Il respiro di Marinette si fece più pensante proprio come il suo corpo.

La prese tra le sue braccia sorridendo e la condusse in un posto più comodo dove avrebbe potuto riposare un paio d'ore prima dell'atterraggio a Kathmandu.

"Me lo sono meritato" Pensò tra sé e sé mentre meditava se baciarle quelle labbra rosa e morbide.

*

Continua

*

Angolo autrice: ciao a tutti! E buon pomeriggio, anche oggi vi lascio delle note, diciamo più una mia precisazione:

-quel "me lo sono meritato" è riferito a quando Adrien dice a Marinette la famigerata frase "tu hai qualcosa" sull'aereo nello speciale di New York, burlandosi di lei indirettamente, quando le toglie il pezzo di carta igienica che aveva tra i capelli... diciamo più che altro è stata una mia vendetta personale XD

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