(Ri)trovarsi 2, quando da sol...

By Alis_Wonder

509K 13.5K 1.6K

!!SEQUEL DI: (Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.!! Alyssa e Blake sembrano destinati a non riuscirsi m... More

Primo capitolo.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33.
Capitolo 35.
Capitolo 36
Capitolo 37.
Capitolo 38.
Capitolo 39.
Capitolo 40.
Epilogo.

Capitolo 34.

10.3K 323 63
By Alis_Wonder

Blake POV

Allungo il casco in direzione di Alyssa quando ci fermiamo davanti alla mia moto, mentre un senso di stanchezza mi è piombato addosso come un peso nel momento stesso in cui ho iniziato a camminare in direzione dell'uscita di questa casa.

<<Mettilo tu, ti riporto a casa.>> Mormoro a un soffio dal suo viso, cogliendola a torturarsi il labbro inferiore come se avesse in mente qualcosa che mi sfugge.

Stavolta non oppone resistenza, al contrario lo sfila dalle mie mani indossandolo senza troppe difficoltà prima di stringere il laccio sotto al mento per farlo aderire.

Lancio un'occhiata da dietro le sue spalle quando vedo Nathan sbloccare la portiera dell'auto, prima di raggiungerlo però imprigiono tra le mani il volto di Alyssa ovattato dal caso e la sua voce ammorbidita mi sopraggiunge rapidamente.

<<Va pure, era parecchio preoccupato per te>> mi confida, stringendosi nelle spalle quando una folata d'aria fredda attraversa contemporaneamente i nostri corpi.

Non posso darle nulla per coprirsi ulteriormente, il mio giubbetto di pelle è di gran lunga più leggero rispetto il cappotto che la protegge, mi trovo così a soppesare una soluzione per non farle rischiare di prendere una polmonite a causa mia.

<<Andiamo con lui.>> Senza lasciarle il tempo di rispondere le ho già sfilato il casco dalla testa per imprigionarlo intorno al mio polso gettando dentro il mazzo di chiavi.

<<Oh no, davvero posso resistere il tragitto per arrivare a casa. Sono solo un paio di minuti cosa vuoi che...>> Si ammutolisce quando allargo un braccio sopra le sue spalle a circondargli il collo, solo per attirarla vicino a me e godere del contatto ravvicinato dei nostri corpi. Neanche se ne accorge quando i suoi passi iniziano a seguire i miei, presa a stamparsi in volto un'espressione di stupore a causa di questo gesto che nell'arco di una dozzina di minuti ho già ripetuto due volte.

Sì, è strano anche per me, ma è una sensazione piacevole quella di sentirla protetta dal resto del mondo. Mi fa sentire in un certo senso, importante... per lei.

Così raggiungiamo Nathan che è appena salito in macchina, e mi guarda confuso.

<<Ci dai uno strappo?>> Lo vedo scuotere la testa divertito mentre si ferma ad osservare la direzione del mio braccio che intrappola il viso di Alyssa accanto al mio.

<<Solo se mi dici che avevo ragione>> mi canzona con un ghigno in volto.

<<Non so di che parli.>> Alzo le spalle con indifferenza prima di lasciarla andare a sedersi sul sedile posteriore, mentre io prendo posto accanto a quello di Nathan.

Lo so perfettamente invece, a cosa fa riferimento, la nostra conversazione avvenuta solo qualche ora fa in cui mi persuadeva ad andare a parlare con mio padre perché qualsiasi cosa avesse avuto da dirmi, il pensiero di Alyssa sarebbe stato più forte da non permettermi di lasciargli ancora il potere per farmi del male. Praticamente non ho incontrato mio padre, mi sono scontrato direttamente con tutti i miei limiti e i più malsani impulsi che non sono mai riuscito a controllare in maniera sana. Ma è bastata la sua presenza, la sua voce e la percezione di essere compreso, per azzerare tutti questi anni di oppressione che mi tenevano imprigionato in un corpo troppo spesso, incontrollabile.
È stata lei ad afferrarmi, facendolo con un singolo abbraccio.

<<Lo sai a cosa mi riferisco, ma il tuo sguardo è sufficiente a capire che anche tu ne sei consapevole. E questo mi basta>> mi lancia un'occhiata divertita, prima di mettere in moto e tenere gli occhi fissi sull'asfalto fino a quando non arriviamo davanti casa di Alyssa senza aggiungere più nulla. Slaccio la cintura non appena la portiera sul retro viene aperta e la sua voce prorompe nell'abitacolo con dolcezza.

<<Grazie del passaggio Nathan, sono stata felice di averti conosciuto per la seconda volta>> sorride come una bambina imbarazzata, imprigionando un ciuffo di capelli dietro l'orecchio lentamente. Questa mossa non dovrebbe avere niente di sensuale, eppure il mio corpo reagisce come se fosse la cosa più eccitante da vedere. Le ciglia che sbattono piano e lo sguardo colpevole causato dai suoi pensieri poco pudici che mi rivolge un attimo dopo è la mia disfatta definitiva.
Devo scendere, subito.

<<Ci rivedremo sicuramente>> le risponde lui, facendomi muovere sul sedile agitato.

Mi schiarisco la voce per distogliere un'occhiata complice che si lanciano, prima che lei ci da le spalle per sparire lungo il viale d'ingresso.
Che mi nascondono questi due?

<<Ne parleremo, di quello che le hai raccontato quando siete stati soli.>> So che Nathan non direbbe mai qualcosa fuori posto su di me, ma il modo in cui hanno sorriso entrambi significa solo che si è lasciato sfuggire appositamente qualche rivelazione di rilevante importanza probabilmente sui miei atteggiamenti.

<<Me ne ricorderò... ma adesso ho qualcosa di più importante a cui pensare.>> Mi volto in direzione della piccola ragazzina impacciata sull'uscio della porta mentre sta cercando il mazzo di chiavi da dentro le tasche del suo cappotto nero.

<<Tranquillo, le ho detto solo che si stava per immischiare in un gran casino e che avrebbe fatto meglio a rivolgere lo sguardo verso uomini più attraenti e simpatici di te.>> Alzo le sopracciglia quando torno ad osservarlo, stringendo la bocca duramente per far guizzare il muscolo della mandibola quasi con ossessione.

Potrei credere che sta mentendo visto che si tratta di lui, ma l'espressione seria con cui mi fredda non ha niente a che vedere col divertimento e in questo caso potrei davvero valutare l'idea di non voler rispondere più delle mie azioni.

<<Sto scherzando Blake>> sbuffa ironico prima di sghignazzare come un bambino.

<<Beh, è uno scherzo del cazzo>> mi passo una mano tra i capelli per sciogliere la tensione pulsante delle mani. Faccio per scendere quando mi rendo conto di non aver fatto una cosa che ho in mente da quando siamo partiti, da sempre in realtà.

<<Grazie Nath perché ancora una volta hai creduto in me, ancor prima di me stesso. Non potrò mai sdebitarmi e anche se volessi non sarebbe comunque abbastanza per i tredici anni in cui hai continuato a farlo. Solo questo, solo... grazie.>> Abbasso la voce come per confessare un segreto indecente, sentendomi in difficoltà più a restare in questa macchina col peso delle mie parole disperse nell'aria, che se mi dovessi spogliare completamente nudo davanti ad un gruppo di sconosciuti.
È un paradosso, lo so, il contrasto esistenziale che differenzia la mia vita da quella degli altri. E anche Nathan ne è perfettamente a conoscenza perché si limita ad un assenso del capo per comunicarmi che non ce bisogno di fare altro, siamo pari.

Anche se non la penso allo stesso modo decido di non controbattere, aprendo lo sportello per dirigermi in poche falcate a bussare alla porta di Alyssa solo quando il rumore del motore della macchina abbandona questa via. Dei secondi interminabili mi insospettiscono, soprattutto quando non sento altri movimenti provenire dall'interno.Prima di giungere a conclusioni affrettate percepisco però dei passi delicati scendere velocemente le scale e, un attimo dopo, la sua figura mi si materializza davanti con addosso solo un paio di pantaloncini corti e un top.

Prendo un respiro profondo per non farmi travolge dall'irresistibile voglia di strapparle via quel sorriso angelico dal volto, contando mentalmente fino a dieci.

<<Io... non sapevo se saresti entrato e così mi sono cambiata>> si tortura il labbro inferiore incastrandolo tra i denti, prima di passarci sopra la lingua e inumidirlo.

Sono arrivato solo a tre, ma ho bisogno già di prendere aria.

La supero chiudendo la porta alle mie spalle con un tonfo e solo adesso rifletto sul fatto che tutta la sua casa è libera. Noi due siamo soli e pericolosamente vicini.

Questa cosa non finirà affatto bene.

Senza aggiungere altro vado in cucina, qui dove mi appoggio sul tavolo di schiena e divarico le gambe per trovare una posizione che mi permette di stare comodo.

<<Sei ferito>> la sua voce preoccupata mi fa aggrottare la fronte.

Sto per dirle che si sbaglia ma la traiettoria dei suoi occhi portano direttamente alla mia mano destra, quella che ho fatto scontrare volontariamente contro la mia moto e mi ha lacerato la pelle. Del sangue secco è depositato intorno alle nocche fino ad arrivare al polso e in un attimo mi ritrovo i suoi palmi sfiorarmi prudentemente questo lembo di pelle con un fazzoletto bagnato d'acqua.

<<Non è niente di grave.>> Sentenzio muovendo i diti per sostenere il mio pensiero e non capisco perché il suo volto appare ancora estremamente preoccupato.

Mi sciolgo dalla sua presa interrompendo il contatto tra le nostre mani e solo adesso i suoi occhi sembrano attraversati da un velo di delusione. Ma quando capisce le mie intenzioni torna ad arrossire, poso infatti il palmo direttamente sul suo fianco per creare un contatto diretto con il suo corpo lasciato scoperta dal top striminzito.

Non si sottrae ma al contrario chiude gli occhi, facendo un passo in avanti fino a sfiorare il mio busto rigido per abbandonarsi completamente sotto alla mia guida.

Si posizione tra le mie gambe che adesso la circondano, curvo le spalle verso il basso per raggiungere la sua altezza mentre il respiro le accelera ansante quando si scontra col mio profumo. Siamo così vicini da sfiorarci, posso sentire il suo seno tendersi contro la mia maglia adesso che non indossa il reggiseno e il suo corpo si modella al mio. Ma il suo sguardo rimane serrato mentre io voglio solo che lei provi a sentirsi a suo agio verso le sue stesse pulsioni quando è con me.

Ecco perché, anziché assecondare la sua bocca rosea, poso le mie labbra sulla fronte in un bacio illibato guadagnandomi finalmente l'attenzione dei suoi occhi che mi osservano con insoddisfazione e quasi... frustrazione.

<<L'hai fatto... di nuovo. Mi hai avvicinato per respingermi, proprio come hai fatto in quel boschetto>> sbatte le palpebre ripetutamente per contenere un velo di delusione. Fa per andarsene ma la obbligo a fermarsi circondandole il polso in una stretta salda, con una mossa decisa faccio scontrare la schiena contro il mio petto e, colta dallo stupore, si lascia sfuggire un mugolio sommosso.

Chissà cosa sta bramando maggiormente in questo istante: me o il mio corpo.

<<Sei tu che l'hai fatto, nuovamente.>> Gli faccio notare provocandole una reazione che non mi aspettavo. Incrocia le braccia al petto risentita, liberandosi dalla mia presa, e si gira ad osservarmi quasi come se la stessi prendendo per il culo.

<<Cos'è che avrei fatto nuovamente?>> Mi imita senza mascherare la suscettibilità che le crea le mie parole. Sembra preoccupata, ma anche offesa in qualche modo.

<<Ti nascondi Alyssa, continuamente, da me e da ciò che vorresti fare. Ti senti in dovere di allontanarti dai tuoi stessi desideri, come se sentissi la necessità di usare la razionalità quando invece dovresti solo assecondare i tuoi impulsi più inconsci.>> Abbasso la voce provocandole un fascio di brividi lungo i bracci, sa che ho ragione.

<<Io... non mi nascondo>> prova a controbattere senza la convinzione necessaria a sostenere la sua tesi. È paura quella che la frena dal fare ciò che vorrebbe, timore di non riconoscere sé stessa se provasse solo a seguire i suoi istinti più oscuri e in errore solo ad azzardare qualche pensiero più perverso. Con me però è al sicuro e se poco fa le ho permesso di entrare, ho bisogno che lei faccia lo stesso ora.

Così mi alzo, lentamente affilo lo sguardo nella sua direzione fissandola dritta negli occhi mentre riduco a zero lo spazio che ci separa. Alyssa arretra, andando a sbattere contro il bancone alle sue spalle e inizia a deglutire nervosamente, in trappola tra me e la superficie della sua cucina aspetta solo una mia mossa.

Incastro i palmi ai lati della sua testa, contro un mobile sospeso in aria, quando le sue labbra si schiudono di rigetto, in un tacito assenso che fa seriamente vacillare tutte le mie intenzioni. Non la sto toccando ma riesco a vedere come il suo corpo desidera che lo faccia, sembra lussuria e dissolutezza quella che inghiotte il nero del suo sguardo.

Lascio che la mia bocca le sfiori il punto più sensibile del collo e, con la testa appena piegata riesco a osservarne il ritmo del suo petto accelerare bruscamente.

<<Allora dimmi cosa vuoi fare Alyssa, perché i tuoi occhi brillano di fame ma tu mi impedisci di sapere in che modo io posso soddisfarli.>> Inarca la schiena per incontrare il mio bacino teso dall'orlo dei miei pantaloni, appoggiando le mani contro il bancone alla sua schiena come se rischiasse di perdere l'equilibrio da un momento all'altro. Stavolta però, i suoi occhi restano aperti come le ho detto.

Faccio scorrere lo sguardo alla base del suo collo candido, la clavicola sporgente crea un solco perfetto lasciato scoperto da una coda alta dove alcuni ciuffi le ricadono indisciplinati ai lati del suo volto contratto in una smorfia di piacere e tortura.

Se sapessi che questa situazione le crea disagio lascerei stare ma riconosco ormai che i suoi muri sono creati unicamente dall'imbarazzo di ciò che normalmente viene definito come sporco o immorale e lei, tanto quanto me, vorrebbe solo liberarsene.

Le soffio volutamente proprio dietro il lobo, e lei contrae le gambe mordendosi l'interno della guancia per impedire ad un ansimo di fuoriuscire dalla sua bocca.

<<Non sto scherzando, se quello che il tuo corpo freme e la tua mente reclama è assecondare la tua libertà allora dillo, sarò ben felice di aiutarti a farlo. Se non mi fai capire altro invece, seppure con difficoltà, sarò costretto ad allontanarmi perché non voglio vedere una persona che lotta contro sé stessa quando non è costretta a farlo.>> Non voglio la sua mente a metà. Se si lascerà toccare da me allora deve essere con me, completamente e senza altre resistenze.

Desidero solo averla sotto di me, con me, morderla e farle urlare il mio nome fino a perdere il fiato ma non così, non se continua a nascondersi perfino da sé stessa.

<<Io...>> Getta la testa all'indietro non appena il mio naso le sfiora la mandibola ma solo quando capisce che sto per fare un passo indietro proprio come anticipato, drizza la schiena per impedirmi di andarmene. Ha il fiato corto, le guance arrossate e quell'aria da brava ragazza che mi fa pompare il sangue direttamente verso il basso, tra i miei pantaloni. È eccitata e diamine, non potrei esserlo di più anch'io.

<<Mhmm...>> La incito a proseguire, consapevole di risultare poco risoluto.

<<Voglio... affidarmi a te, voglio te. Fai quello che ti riesce meglio, con me e col mio corpo ma ti prego, fai in modo che sia indelebile.>> Piego la testa di lato avvertendo i suoi occhi puntellati nei miei e, senza sciogliere questo incastro, la sollevo da terra per farla sedere sopra il bancone dove mi posiziono in mezzo alle sue gambe.

<<Oh lo sarà di certo, piccola.>> Un luccichio smanioso illumina il suo sguardo quando avvolgo la coda intorno alla mia mano e la tiro all'indietro, per sollevare il suo viso verso di me senza incontrare alcuna riluttanza. Lei è con me, adesso.

Il labbro inferiore le trema appena a causa dell'attesa o forse, del fremito incontrollato del suo corpo quando faccio scorrere il pollice a disegnarle il contorno delle labbra. Nel vederle schiudersi in un gesto audace, incontro inaspettatamente l'ingresso della sua bocca dove la lingua calda accoglie il mio dito con fervore e devo far appello a tutto il mio buonsenso evitando di sbatterla ora sopra questo bancone.

Mi tiro fuori da questa situazione non appena le sue guance si stringono intorno al mio dito, succhiandolo, mentre dal basso mi guarda sbattendo in modo lento le ciglia lunghe. Decido così di finirla, tirando fuori il dito per sostituirlo alle mie labbra, facendo scontrare le nostre lingue in una corsa senza freni proprio come ricordavo.

È un mugolio sommosso quello che riempie le mura di questa stanza mentre le imprigiono la vita con un braccio, attirandola più vicina fino a fare scontrare i nostri bacini. La sua pelle è morbida, dolce e ricorda il profumo di fragole. Sa di cose belle.

Con le mani impazienti traccio i lineamenti del suo corpo, risalgo dal suo fianco fino a sollevarle la maglietta chiara che non è in grado di coprire più i suoi desideri, i capezzoli turgidi infatti sono già pronti ad aspettarmi, protesi verso il mio palmo.

Il suo fisico mi inebria, perfino quello strato di pudore che vorrei seppellisse del tutto adesso mi fa perdere la testa. Non riesco più a sopportare il bisogno di sentirla incastrarsi con me, affondare in lei e lasciarmi avvolgere dal suo calore, ma conosco anche quanto le piaccia perdere il controllo lentamente per creare un collegamento diretto con le sue sensazioni. Ecco perché, anziché strapparle di dosso i vestiti e piegarla sotto di me, decido di voler assecondare le tempistiche di cui ha bisogno.

La sollevo dal bancone per portarla nell'altra stanza, facendola sedere sopra il divano bianco della sala principale in grado di accogliere entrambi e le mordo il labbro inferiore con veemenza come se questo fosse in grado di placare l'erezione che spinge contro il tessuto dei miei pantaloni quasi con dolore.

<<Spogliati>> le ordino arretrando di un passo, pronto ad ammirarla da lontano.

Le sue guance si tingono di rosa, i capelli voluminosi accompagnano l'espressione angelica smarrita che le si dipinge in volto a causa della mia richiesta.

Probabilmente non l'ha mai fatto con nessuno, per nessuno, o almeno è quello che spero. Voglio essere solo io, tutte le sue prime volte e ormai non mi resta che accettarlo. Alyssa si è fatta spazio dentro me, discreta, delicata come il battito di ali della farfalla che anni prima avevo disegnato proprio al centro del mio foglio, con i miei primi colori.

Quella farfalla era stata la protagonista dei miei lavori da quel giorno, proprio come la bimba lo è stata con la mia vita dalla prima volta che le ho messo gli occhi addosso. Mi aveva stregato, con i suoi occhi e i suoi modi di fare, e le ho permesso di prendersi quello che alle altre non avevo mai concesso: me stesso oltre il sesso.

Come posso negare che lei, ormai, è diventata la mia dipendenza?

<<Fallo, ti prego.>> Le rimarco con più dolcezza stavolta, incrociando le braccia.

Dopo un attimo di esitazione però i suoi piedi toccano terra, i diti esili scendono sull'orlo del top e, senza smettere di osservarmi, con un gesto fugace se ne libera. Fa lo stesso con i suoi pantaloncini, incastrando l'elastico al di sotto, e con un movimento lento del bacillo oscilla da destra a sinistra per farli scorrere sulla lunghezza delle sue gambe, rimanendo ora solo in mutande.

La guardo tutta e la trovo perfetta. Le guardo le spalle esili, la curvatura del suo collo morbido, i fianchi stretti e il ventre piatto. Trovo perfetti i suoi seni alti, l'aureola dei capezzoli tesi, come perfette sono le sue gambe e il solco alla base delle clavicole.

Le labbra arrossate a causa dei baci gli conferiscono un'aria impaziente, ammiro perfino queste, le sue labbra gonfie e il battito delle ciglia suadenti, mi perdo in lei.

La desidero, reclamandola nei pensieri e bramandola col corpo. Ho bisogno di toccarla, di sentirla e di sfiorarla da vicino, ho bisogno di lei. Soltanto di lei.

Ecco perché, senza aspettare un singolo instante le mie gambe iniziano a muoversi nella sua direzione, come richiamate dalla sua presenza e non più dal mio comando. Le arrivo di fronte rapidamente, e ancora più velocemente incastro il suo viso contro il palmo delle mie mani smanioso di incontrare la sua lingua scivolare sulla mia.

Alyssa mi lascia fare senza alcun timore, nonostante nuda e schiava di questa follia sembra essere finalmente a suo agio nel trovarsi di fronte al mio sguardo languido.

Infilo una gamba tra le sue e cedevoli si aprono come ad accogliere un maggiore contatto tra i nostri corpi. Sono ancora vestito mentre la sento muoversi da sotto il tessuto delle sue mutande, sorrido maliardo constatando come l'effetto creato solo dall'unione delle nostre bocche la stia lasciando libera di esprimersi a suo modo.

Percepisco la pelle rigida bruciare a causa dell'eccitazione, il respiro affannato e il sangue pompare solo in direzione del mio cazzo quando le sue mani si plasmano contro i pettorali, disegnando la traiettoria dei miei muscoli. Mi sfilo la maglietta gettandola su un punto a casaccio, liberandomi presto anche dei pantaloni per afferrare Alyssa e portarmela sopra di me quando mi siedo sul divano. Le sue gambe mi circondano la vita, i capelli mi solleticano il collo e i capezzoli puntellano il petto ora che si trova a cavalcioni sopra la mia erezione. È lei ad avere il comando ora e io non riesco a confessarle che a nessun'altra prima, l'ho mai concesso.

Non ho mai desiderato che nessuno lo facesse, necessitavo dominare senza essere dominato perché sapere di trovarmi in una posizione di svantaggio risvegliava in me ricordi che volevo solo dimenticare. E il sesso mi aiutava a distrarmi, una valvola di sfogo di cui avevo bisogno per cercare di ristabilire un certo ordine tra i miei pensieri e la mia vita. Mi piaceva usare corpi ed essere io a stabilire fino a dove farmi usare, scopare e decidere il modo migliore per combattere contro i miei ricordi.

Ma con lei non l'ho mai fatto. Ho avvertito sempre il bisogno costante di essere con lei quando ero dentro di lei e non potrei dimostrare in nessun altro modo quanto profondamente le sto consegnando me stesso dentro un unico pacchetto, in questo preciso istante in cui mi trovo sotto al suo corpo e non il contrario.

Voleva che mi fidassi di lei? Bene, le sto affidando il mio più grande tormento.

<<Usami Alyssa>> le sussurro rauco, incapace di esprimere tutto quello che vorrei.

Sento le unghie conficcarsi nella mia schiena mentre rivolge i suoi occhi su di me brillanti di un'eccitazione incontenibile, si è appena fermata a guardarmi.

<<Io non voglio... usarti>> si acciglia e il respiro le muore in gola quando mi afferra una mano per portarsela all'altezza del seno scoperto, qui dove i battiti del cuore risuonano scanditi. Non capisco cosa sta cercando di dirmi, se vuole sedurmi più di quello che già sono o semplicemente vuole condurmi nel suo mondo irraggiungibile.

<<Voglio essere con te, perché ho bisogno di te.>> Si spiega, facendo congiungere le nostre fronti in un gesto che solitamente le riservo io quando voglio sentirla vicina.

Per la prima volta le sue parole non mi fanno sentire confuso, ma al sicuro.

È lei, stavolta, a baciarmi con timidezza, socchiudendo gli occhi per schiudere la sua bocca su di me in un bacio delicato, significativo. Presa da una spinta audace infila la sua mano tra i miei capelli per attirarmi più vicino mentre io abbandono ogni briciolo di riserva stavolta, afferrandola per la vita e capovolgendola sopra al divano.

È sufficiente questo gesto a farle chiudere gli occhi pronta ad affidarsi a me senza riserve, facendomi perdere ogni briciolo di autocontrollo quando si morde il labbro inferiore perdendosi ad immaginare quello che le aspetterà da qui a breve.

Scendo a mordicchiarle la mandibola, baciandole il collo, la spalla, il seno. Mi stringe ancora di più i capelli quando scendo a leccarle l'interno della sua gamba, prima quella di destra per poi passare all'altra, osservandola dal basso inarcare la schiena in attesa di sentirmi proprio lì, dove le sue mutandine si sono appena bagnate.

Mi beo da questa posizione, godendo nel sentirmi così suo e lei... totalmente mia.

Ogni mio respiro le trasmette i brividi, il suo ventre inizia ad alzarsi e abbassarsi come se non riuscisse più a prendere fiato e inizia a dimenarsi senza neanche rendersene conto, solo per incontrare il calore della mia bocca al centro delle sue pulsazioni. Mi sta facendo perdere la testa solo nel sapere che la sua voglia sta attendendo solo che io inizi a soddisfarla a dovere, proprio come merita.

Allungo un braccio nella sua direzione, aprendo la mano sulla sua pancia per immobilizzarla, mentre con l'altra le sfilo l'intimo chiaro e a questo punto solleva piano lo sguardo su di me, tra le sue cosce, sbattendo le ciglia lentamente come per memorizzare questo momento. Non perdo altro tempo, mi eccita l'idea che possa godere grazie alla mia bocca ma soprattutto che nella sua mente sia inciso il mio volto quando i pensieri più sporchi le occulteranno la vista. E così faccio come mi ha chiesto, risucchiandola nel mio mondo più oscuro, quello più perverso.

Qui dove non c'è spazio per il perbenismo, dove la moralità non ha voce e l'ipocrisia può solo osservarci toccare i limiti della perversione. Dove la libertà non ha barriere ma solo inizi, e io ho appena iniziato ad appropriarmene con lei al mio fianco.

Conosco come le piace essere toccata, quanto le piace essere baciata e il ritmo con cui presto condurla a perdersi con me, risucchiandola dai miei pensieri più indecenti.

Inizio a circoscrivere dei piccoli cerci con la lingua, sfiorando il clitoride pulsante, mentre la sua bocca si schiude per lasciarsi sfuggire un ansimo che porta solo il mio nome. Mi piace sentire il suo sapore mischiarsi col mio, sentirla godere e vederla agitarsi quando un dito si fa spazio dentro di lei come se non aspettasse altro.

Il calore del suo corpo mi risucchia, è ancora stretta ma i suoi muscolo sembrano plasmarsi appositamente intorno a me, così lo tiro indietro per poi riaffondare nuovamente in lei un attimo dopo e farla abituare ad un ritmo sempre più veloce.

<<Blake...>> Boccheggia in un gemito eccitante, persa dalle sensazioni nuove scaturite dalla libido che incombe sul suo corpo a causa del mio tocco poco gentile.

La sua pelle chiara è illuminata solo dal riflesso della luna, le lentiggini contornano il piccolo naso all'insù e i capelli le incorniciano il volto come fosse una Dea mentre si inumidisce le labbra godendo della situazione. In questa visuale idilliaca mi pare di avvertire il cuore di Alyssa battere tra le sue gambe, la sua pancia iniziare a tremare e lei getta la testa all'indietro per assecondare il movimento della mia lingua.

Mi fermo per un'istante ad osservarla, adagiata sotto di me, le guance rosee e il respiro corto mentre le mani le ricadono delicate sopra la testa, i suoi occhi seguono ogni mio movimento con ardore e impazienza. Percepisco una scossa partire dalla base della schiena, i muscoli contrarsi e tendersi all'altezza della mia erezione che sta attendendo di essere scaricata. Così la libero dai miei boxer, mentre il suo sguardo scende ad indugiare proprio qui: famelico, imbarazzato, ma dannatamente eccitato. Non ho nessuna intenzione di fermarmi, a meno che non sarà lei a farlo.

<<Voglio fare una cosa, d'accordo?>> Impugno la mia erezione tesa proprio verso di lei, afferrandola per far scorrere la mano dapprima verso il basso per poi risalire. Inizio a toccarmi mentre i suoi occhi scorrono sulla mia lunghezza confusi, curiosi e infiammati, nessuna traccia di spavento tinge il suo volto. Si fida di me.

<<Seguimi e basta>> le dico rauco, appoggiando un gomito al lato del suo viso mentre mi posiziono in mezzo alle sue gambe e con l'altra mano continuo ad attenuare la tensione del mio corpo. Avverto la punta inumidirsi quando faccio risalire la mia erezione dal basso fino al clitoride, per poi scorrere di nuovo fino all'ingresso pulsante senza però mai entrare davvero.

Mai, mai in vita mia avrei scommesso di voler scopare mostrando tutto quello che ho dentro, mostrandomi davvero. Eppure adesso lo sto facendo con lei e non desidero altro che sentire le sue piccole ali posarsi di nuovo su di me per cospargermi con la loro magia e farmi volare di nuovo, al di sopra dei miei mostri. Voglio risucchiarla nel mio mondo solo per farmi sollevare nel suo e dimenticarmi per sempre di dover essere costretto a scegliere continuamente tra me o lei.

Sfrego di nuovo la mia erezione tra le sue gambe pronte ad accogliermi, solleva il bacino proprio come le ho detto, assecondando i miei movimenti languidi fino a creare la frizione giusta per renderla cedevole ai suoi stessi vizi.

Inarca la schiena, spinge i seni verso il mio petto mentre io ne imprigiono uno con la lingua per tracciarne il contorno dell'aureola rosea. Abbandono il capezzolo per passare la punta della lingua alla base della gola, sul solco della clavicola che la fa rabbrividire. Il suo corpo freme vittima quanto me di una voglia malsana, le sue gambe iniziano a tendersi così come i muscoli del suo ventre e il suo respiro d'un tratto più ansante. Vorrei si abbandonasse a questa perversione urlando il mio nome ma le ho promesso un'esperienza indelebile e ho ancora intenzione di farlo.

Rallento così il movimento del bacino, tirandomi appena indietro per interrompere il contatto tra i nostri corpi mentre sul suo volto si dipinge un'espressione di pura insoddisfazione e frustrazione. Sorrido davanti al suo muso imbronciato proprio come una bambina, e le bacio la punta del naso per rassicurarla.

<<Ti fidi di me?>> Le chiedo, guardandola dritta negli occhi per un'istante eterno.

So già che lo sta facendo ma devo sentirglielo dire prima di spingerci oltre, insieme.

<<Mi fido di te.>> Si limita a dire, agganciandomi le mani tra i capelli per tirarmi di nuovo più vicino. Le osservo gli occhi lucidi, le labbra gonfie e gli zigomi arrossati prima di aggrapparmi al suo corpo come se fosse la mia unica ancora di salvataggio.

Sospiro sulla sua bocca prima di affondare in lei e lasciarmi avvolgere dai suoi muscoli, sentendomi completamente nudo dei miei scudi e privo di ogni barriera.

Percepisco il battito del cuore aumentare, così come la pressione e il respiro che improvvisamente si disperde silenzioso mentre sono sospeso dentro al suo corpo beandomi dell'attimo in cui le sue pareti strette mi avvolgono completamente.

I muscoli rigidi di eccitazione finalmente trovano un loro sollievo, da questa posizione mi appare ancora più minuta sotto il mio corpo massoso ma a lei sembra non dispiaccia. Riesco a percepirla ovunque come se fossimo collegati da un unico pensiero, quello di perdere il controllo senza nessun freno.

E quando avverto il suo corpo tremare a causa della mia presenza, smetto di tormentarmi facendo prevalere la parte più famelica a quella della ragionevolezza.

Mi tiro indietro lentamente riaffondando in lei con più forza, mentre le sue mani si aggrappano alle mie spalle per sostenere la veemenza delle spinte sempre più frequenti, cercando di starmi dietro per prendersi tutto quello che ho da offrirle.

<<Non aver paura, mostrami il tuo mondo Blake. Dammi tutto di te.>> La voce fioca mi accarezza la pelle, facendomi realizzare che mi sto ancora trattenendo. Ho sempre utilizzato il sesso come valvola di sfogo, l'unica che mi permettesse di dare un freno alle mie azioni, e dopo una serata come quella appena trascorsa non ci avrei pensato un'istante in più a sfogare su un qualsiasi corpo tutta la mia rabbia.

Ma con lei non ho bisogno di questo, non sento la necessità di usarla per il mio scopo personale ed egoistico no, basta la sua vicinanza a far azzerare ogni altro problema. Ed è per questo che sto ancora cercando di controllarmi, per farle capire che lei non è come le altre e io ho solo paura di sbagliare ogni cosa.

<<Non nasconderti da me...>> Le ciglia lunghe si chiudono in modo seducente, mentre solleva il collo per posarmi un bacio sui pettorali tesi come se volesse farmi perdere il controllo con le sue carezze delicate. E cazzo, se ci sta riuscendo.

Chiudo gli occhi, abbassando quell'ultimo briciolo di compostezza, e quando torno ad osservarla il suo sguardo pare illuminarsi di una scintilla lasciva. Spengo la ragione, azzerando ogni cosa successa stanotte, i problemi che domani saranno ancora presenti alle nostre spalle e i mostri che minacceranno di abbatterci. Lascio che la parte più immorale e selvaggia di me che pregava per uscire, prenda finalmente il sopravvento e si appropri di ogni voglia malsana repressa, con lei.

Solamente con lei.

La reclamo così a modo mio, avventandomi sulla sua bocca per afferrarle il labbro inferiore e succhiarlo con avidità fino a farle emettere un urletto. Scendo a mordicchiarle così la mandibola, il collo, leccandole il punto più sensibile dietro il lobo per lasciarle poi una macchia violacea a sporcare la sua pelle candida. Voglio farla mia, completamente, cosicché domani si osservi e guardandosi allo specchio ne ricordi solo il mio passaggio e le pulsazioni di eccitazione tra le sue gambe.

Inizio a muovermi dentro di lei in modo indelicato, ogni spinta sembra farle perdere il respiro eppure non smette di reclamarmi con le sue mani, mi cerca, conficcandomi le unghie nelle spalle per l'impossibilità di stare al passo con i miei affondi.

Ogni colpo desidero imprimerlo nella sua mente, invadendole i pensieri più innocenti, mi perdo tra la stretta delle sue gambe e non vorrei più andarmene.

Mi avvolgo le punte dei suoi capelli attorno al pugno chiuso, costringendola a girare il viso di lato per lasciarmi scoperto totalmente il suo collo e la spalla. Scendo a morderle questo lembo di pelle, tirandole un capezzolo per poi succhiarlo fino a lasciarle il segno, mi abbasso sull'altro per riservarle lo stesso trattamento e quando le sue caviglie si legano intorno al mio busto concedendomi delle spinte più profonde, capisco che anche lei mi desidera, disperatamente, quanto me.

<<Promettimi che non mi lascerai andare, mai>> gira il volto per incontrare il mio, i capelli in disordine le labbra quasi violacee a causa dei miei baci famelici, gli occhi pieni di sentimenti rivolti in un'unica direzione: la mia.

<<Te lo prometto.>> Le sussurro con il respiro serrato, i muscoli tesi, sudato e ancora distante dall'essere sazio di lei. Non ne ho abbastanza, probabilmente non ce l'avrò mai, eppure il suo petto inizia a vibrare e i suoi muscoli si stringono con forza intorno alla mia durezza per tutto il tempo in cui, gemendo, rivendica solo il mio nome.

La osservo venire, essere avvolta da un orgasmo potente, il ventre sconquassato da tremori e i suoi occhi gettati all'indietro per l'impossibilità di contenere un piacere così intenso. È senz'altro l'essere più bello che abbia mai osservato, e in questo istante mi sta lacerando l'anima per troneggiare soprattutto, sul mio cuore.

Continuo a muovermi per tutto il tempo, sbattendo sul suo corpo ormai provato con una potenza innaturale, avvertendo il desiderio costante di non porre mai fine a questo momento. Sto lottando per ritardare il momento in cui dovremmo staccarci, per la paura che una volta distanti non riusciremo più a sfiorarci così vicini ma allo stesso tempo non desidero altro che lasciarmi trascinare con sé.

Percepisco il cuore galoppare verso il suo, quasi spinto da un impulso superiore, riesco finalmente a sentirla. Per la prima volta, sento di nuovo qualcosa.

Affondo il viso nell'incavo del suo collo, assaporando il suo profumo, le goccioline di sudore che le fanno sfavillare la pelle, abbandonandomi a questa Dea pericolosa.

Mi lascio trasportare nel suo mondo, e non riesco a pensare ad altro se non al desiderio di restarci per sempre. Tra le sue braccia, in mezzo alle sue gambe, qui dove i problemi sono solo un mormorio e le paure dei riflessi silenziosi.

Fuori controllo rivolgo la mia attenzione solo alla possibilità di raggiungere questo sogno surreale, illudendomi della possibilità che forse i miei mostri non saranno in grado di compromette nulla perché ci saranno le sue sicurezze ad abbatterli.

Le sue piccole ali li allontaneranno di certo e, a quel punto, non ci sarà più niente ad impedirci di sognare insieme. Mi avrebbe salvato, ancora una volta, e io l'avrei protetta dal resto del mondo come se dalla sua esistenza ne valesse anche la mia.

Mi abbandono affondando nella sua pelle, marchiandomi dei suoi ansimi delicati fino a quando non sento la tensione salire al culmine e i muscoli iniziare a bruciare.

La verità è che non ho avuto mai bisogno di qualcuno prima ma da quando l'ho incontrata non sono stato più tanto sicuro di poterne fare a meno, di lei.

Mi ha stregato, ipnotizzandomi con i suoi occhi fino a quando non sono più riuscito ad osservare altro se non le sue forme, il suo corpo sinuoso e i suoi modi gentili.

L'ho avvicinata perché così minuta in mezzo ad un ammasso di sconosciuti, non potevo lasciarla scappare. Eppure si è dimostrata una roccia, una vera forza della natura, molto più di me. È stata lei a confondermi, a farmi dubitare di ogni cosa, perfino di ciò che ho sempre voluto perché, d'un tratto, ho iniziato a desiderare solo lei in ogni momento della mia giornata. Alyssa è riuscita ad entrarmi dentro, quando credevo di non avere più niente ha riacceso qualcosa in me con la sua magia.

E la verità è che, tra le sue braccia, non ho poi così paura del mio passato, di ciò che non ricordo, delle mani alzate e delle lacrime salate che mi hanno sporcato. Lei è riuscita a sostituire il dolore mostrandomi un'alternativa, quella della felicità.

È riuscita a mettere in ginocchio i miei limiti, sussurrando ai miei mostri e imprimendo nella mia mente solo il suono soave della sua voce.

Mi ha fatto dimenticare il buio, l'orrore che stavo diventato, guardandomi come un uomo in grado di meritare la luce che mi stava mostrando mentre io non facevo altro che respingerla da me stesso.

Ha coperto le mie ferite con le sue carezze, mi ha riportato indietro quando non vedevo altro se non l'ombra dei miei fantasmi ad oscurarmi la vista lasciando sulle mie labbra ogni volta un pezzo in più del suo cuore che io ho preso senza scrupoli.

Mi ha fatto vedere qualcos'altro oltre all'afflizione che mi autoimponevo, sollevandomi da terra per concedermi di osservare oltre lo squarcio del mio dolore per mostrarmi che non necessariamente devo sopravvivere ad esso, ma che posso iniziare a vivere grazie a lei. Proprio come adesso.

Le sto consegnando ogni parte di me, da quella dannata e alla più clemente, baciandola per donarle contro la sua bocca le chiavi della mia prigione, qui dove solo lei potrà mai accedere ogni volta che avrà bisogno di sentirmi davvero.

Alyssa mi ha contaminato e ormai, non mi resta altro che prendermene cura.

Dopo le ultime spinte mi lascio risucchiare dall'estasi del suo calore, dal suo corpo intrecciato al mio e dai respiri interrotti a causa dall'incontenibilità delle mie voglie.

Incapace di contenermi perdo il controllo dei miei pensieri, delle mie azioni e del mio corpo. Infilo una mano sotto di lei per tenerla ferma dal bacino, mi aggrappo così forte che spero solo non mi allontani da qui e affondo il naso nei suoi capelli pronto a perdere il contatto con ogni altra cosa intorno.

Percepisco i muscoli irrigidirsi, una scarica di adrenalina partire dalle gambe e attraversarmi la schiena per riversarsi nella mia mente ed offuscarla completamente obbligandomi a chiudere gli occhi quando esplodo in un orgasmo così violento che mi travolge svuotandomi di ogni ansia o paura. Ci siamo solo noi, adesso.

Rimango qualche istante aggrappato ad Alyssa, non vorrei più spostarmi da questa posizione ma mi obbligo a caderle di fianco per evitarle di farle male.

Da questa posizione riesco a vedere il suo petto alzarsi e abbassarsi ansante, i seni sudati, i capelli sparpagliati e il collo arrossato a causa dei lividi segno del mio passaggio. Non mi sta guardando, il suo viso è girato verso il muro e non ne sono felice per la prima volta, perché vorrei solo osservarla per cercare di comprendere le sue sensazioni in questo momento. Per capire se anche lei, proprio come me, è disposta ancora a correre il rischio di sognare una vita diversa, magari insieme.

Il silenzio invece piomba in questa stanza, perfino il suo respiro sembra non fare più nessun rumore e prima che me ne accorga, mi ritrovo a sorreggermi sui gomiti per far allineare il suo viso contro il mio e guardarla finalmente negli occhi.

<<Tutto bene?>> Le chiedo notando il suo sguardo assente, assorta totalmente dai suoi pensieri. Una strana sensazione mi afferra dalle spalle, riportandomi velocemente alla realtà fino a schiantarmi contro il muro dell'abisso quando vedo una lacrima attraversarle il viso e il labbro inferiore iniziare a tremare.

La consapevolezza dei suoi ricordi riemerge tra di noi proprio adesso che ci siamo appena ritrovati, e lo capisco quando sbatte le sue palpebre velocemente per contenere un dolore incolmabile.

Si sta ricordando tutto, soprattutto il male che le ho procurato.

<<Tu...>> Non riesce a parlare, si mette a sedere per allontanarsi dal mio corpo come se si fosse appena ritrovata un estraneo nel suo divano e si avvolge con una coperta per ripararsi da me. Trema, ha paura, e io non posso rassicurarla.

<<Stavo venendo a parlarti, dopo che Becka mi ha raccontato quello che secondo lei... avevi fatto a Mia>> si guarda intorno sgranando gli occhi, afferrandosi i capelli per portarseli all'indietro mentre si rannicchia contro l'angolo del divano per incidere una maggiore distanza tra i nostri corpi. <<Io non le credevo... stavo venendo da te per questo. E poi Jace...>> Dio, vorrei solo potermi prendere il dolore al suo posto se ci fosse la possibilità di farlo.

<<Non è la verità, quella che hai sentito da Becka. O almeno non è la storia che lei conosceva, permettimi di spiegarti tutto.>> La interrompo, alzandomi dal divano per inginocchiarmi di fronte al suo sguardo terrorizzato ed è come ricever un pugno in pieno stomaco. Destabilizzato, ecco come mi sento adesso.

<<Non è questo il fatto Blake, ero già sicura non fossi il mostro che tutti ti definivano ancora prima di conoscerti. Come sono certa del fatto che dietro la storia di Mia che tutti conoscono ci sia un'altra verità di cui tu ti sei fatto carico>> sussurra asciugandosi le lacrime con il dorso della mano per poi sorridere tristemente nella mia direzione. <<È il fatto che non ti sei fidato di me, dopo tutto quello che stavo facendo per rimanerti accanto! Sapevi che Jace avrebbe rivendicato sua sorella perché stava incolpando te, e tu non hai avuto il coraggio neanche di raccontarmi la verità in modo che se fosse arrivato a me, io sarei stata pronta e avrei potuto difendermi da sola!>> Scuote la testa incredula e quando provo ad avvicinarmi, allunga una mano per impedirmi di farlo.

<<Perché non volevo gravarti di altri problemi cazzo, volevo essere io a farlo! Credevo di poter proteggerti da solo e ho sbagliato, di nuovo!>> Le sto confessando solo la verità, ma forse adesso è troppo tardi e lo capisco dai suoi occhi spenti.

<<Non ti sei fidato di me Blake, non l'hai mai fatto! Ho cercato di esserci, ti ho affidato tutta me stessa l'ultima notte che abbiamo trascorso insieme e credevo tra noi le cose potessero iniziare a funzionare da quel momento in poi. Invece non ti sono bastata, io non sono stata una motivazione sufficiente per raccontarmi la verità e se non ti sono bastata quella sera allora non ti basterò mai. Perché io non ho più niente da offrirti più, niente di quello che hai già conosciuto!>> Tira su il mento per evitare di incrociare i miei occhi mentre io mi sento svuotato perfino del mio battito.

<<Non dire così, sei sempre stata oltre qualsiasi aspettativa. Io... avevo semplicemente paura di sbagliare, ero terrorizzato dall'idea di perderti se ti avessi raccontato le voci che gli altri conoscevano sul mio conto. Pensavo mi avresti iniziato ad osservare proprio come loro, con disprezzo, e non avresti creduto alle mie parole perché nessuno si è mai azzardato a mettere in dubbio tutto ciò che sentivano su di me>> mi passo una mano davanti al volto, incapace di reprimere la sensazione angosciante che mi gravita attorno perché... potrei averla persa per sempre.

<<Ma io sì! Mi sono sempre fidata di te, ti ho affidato la mia vita quando mi sono aperta e ti ho raccontato ciò che mi era successo. Tu Blake, eri tu a non fidarti di me dopo tutto quello che ho cercato di dimostrarti andando contro tutti! Allora che senso ha, se neanche mi ritieni degna di avere la tua fiducia, continuare ad essere qualsiasi cosa noi siamo stati fin'ora?>> Un tonfo assordante, ecco quello che sento quando le sue parole sgretolano ogni parte della mia anima appena ritrovata.

Arretro, reggendomi a stento sulle mie gambe fino a raggiungere la tv alle mie spalle dove mi volto per evitare ancora di vedere inciso nel suo volto l'espressione di dolore che sono stato solo io a causarle.

<<Stasera sei stata l'unica in grado di riportarmi indietro, nessuno avrebbe avuto così tanto potere su di me. Perché mi sono fidato, incondizionatamente ti ho affidato anima e corpo...>> sento i suoi occhi puntellarmi la schiena, ma non ho il coraggio di girarmi a guardarla.

<<L'hai fatto a causa dell'incidente, perché non avevo più la memoria e forse ti sentivi in colpa. Non ti sei fidato di me per ciò che ti ho cercato di dimostrare per tutto questo tempo, l'hai fatto per dimostrare qualcosa a te stesso.>> Tira su col naso, e capisco che sta ancora piangendo.

<<L'ho fatto perché sei l'unica persona che abbia mai desiderato così tanto! L'ho fatto stasera perché sull'abisso di un dirupo, ancora una volta mi hai afferrato e mi hai dato la possibilità di scegliere tra la felicità e un senso di colpa che mi avrebbe tormentato in eterno! L'ho fatto perché ti amo cazzo, nonostante sia stato l'amore a lacerarmi dentro. E sono disposto perfino a morire se me lo chiedessi, perché farei ogni cosa uscisse dalla tua dannata bocca solo perché sei tu!>> Mi bruciano le vene, i muscoli sono sull'orlo di scoppiare e dai polmoni non percepisco più aria.

Le ho appena confessato una verità che per troppo tempo ho tentato di reprimere, con la consapevolezza che questo non basterà a riaverla di nuovo con me.

Sono attimi infiniti di silenzio quelli che susseguono le mie parole, minuti interminabili durante i quali non faccio altro che restarmene in piedi come se mi avessero appena sparato al petto e mi stessi lentamente dissanguando.

<<Ho bisogno di tempo adesso...>> Un sussurro appena udibile abbandona le sue labbra, chiudo gli occhi lasciandomi avvolgere da un dolore del tutto nuovo.

Ma non posso far altro che assecondarla proprio come le ho detto, perché di qualsiasi cosa lei ha bisogno io sento di doverla mettere avanti a me stesso.

È questo infondo, quello che Alyssa ha fatto finora.

Mi ha aspettato, curandosi le ferite che le ho lasciato addosso e perdonandomi ogni volta che tornavo da lei. Sarà in grado di farlo per un'ultima volta?

———————-
Da quanto aspettavate un capitolo del genere?😂
Onestamente la crescita di Blake non poteva non includere anche l'accettazione dell'importanza del legame con Alyssa, in un momento tanto buio quanto consapevole.
Ha ammesso di amarla, ma ricordatevi che lui non associa a questa parola un'accezione positiva, al contrario, gli ricorda tutto ciò da cui non vorrebbe mai tornare. Quindi, vi anticipo, che non è ciò che avrebbe mai dovuto dire come riferimento al loro rapporto.

Alyssa invece non poteva scegliere un momento migliore per far riemergere i propri ricordi, ma evidentemente è stata la scossa importante che serviva per rimuovere questo muro. So che probabilmente sembrerà sbagliato ciò che ha detto, il modo in cui l'ha allontanato dopo le parole che ha ascoltato da Blake. Ma nei suoi panni forse non è poi così illogico, d'altronde ha cercato di restare sempre dalla sua parte mentre lui non ha avuto il coraggio di raccontarle nulla per tenersi accanto i suoi segreti, anche se questi minacciavano di metterla in pericolo. Quindi si, potrà sembrare forte la reazione che ha avuto ma è semplicemente la conseguenza di tutto ciò che ha difeso senza sentirsi altrettanto importante.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, mettete una stellina e fatemi sapere i vostri pareri.
Il prossimo sarà sempre dal punto di vista di Blake.
A presto.

Continue Reading

You'll Also Like

3.4M 111K 83
cosa succede se per due mesi devo fare da babysitter ai fratellini del mio migliore amico? E se per caso questo mio migliore amico avesse un fratello...
110K 4.9K 56
Charlotte, un'alunna come tante altre, inizia un nuovo percorso scolastico: le superiori. Lei sta superando una fase molto delicata della sua vita e...
1M 26.8K 55
Cris è una ragazza a cui non piace dare a vedere tutto quello che prova: preferisce nascondersi dietro un fasullo sorriso ed una sadica battuta. Con...
24.3K 854 52
Awed e Ilaria, sua sorella, tornano a casa dopo l'ennesimo spettacolo di esperienze D.M a cui l'aria aveva assistito... Arrivati sulla porta di casa...