30 prime volte con te {BL}

By jadeNeptune

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Sam e Cory non potrebbero essere più diversi, ma conoscendosi dall'infanzia hanno imparato ad amalgamare le l... More

2 anni - prima parola
4 anni - prima volta in piscina
5 anni - Primo mostro sconfitto
6 anni - prima volta senza rotelle
8 anni - prima paghetta
10 anni - prima volta in tenda
11 anni - saltare scuola per la prima volta
12 anni - prima lettera d'amore
13 anni - prima rissa
14 anni - Primo bacio
15 anni - primo crossdressing
16 anni - prima volta ubriaco
17 anni - il primo litigio
17 anni - prima dichiarazione
17 anni - first date
18 anni - prima emergenza
18 anni - prima volta
19 anni - il primo anello
19 anni - primo giorno al college
20 anni - primo tatoo
22 anni - Primo animale domestico
22 anni - prima casa
23 anni - prima cerimonia
24 anni - prima cena con i colleghi
25 anni - primo incontro
27 anni - primo figlio
27 anni - prima influenza
28 anni - prima festa del papà
Epilogo

21 anni - il primo egoismo

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By jadeNeptune

Nel dormitorio l'aria è quasi irrespirabile.

È periodo d'esami e questo significa che ogni studente occupa il suo tempo libero a studiare, ripassare, preparare appunti e a pregare le divinità di riuscire a superare i test.

John e Ryan, i loro coinquilini, sono stressati fino alla punta dei capelli, vittime del loro procrastinare che ora li castiga obbligandoli a studiare un malloppo di capitoli in pochi giorni.

Sam ha assistito al deteriorarsi della loro sanità mentale man mano che le ore passavano e più si avvicina l'ora della verità, più teme che possano completamente perdere la testa; pensiero confermato dai loro sguardi che sempre più spesso fissano il vuoto o dal fumo che giura di aver visto uscire dalla loro testa.

Certo, se si focalizzassero più sui libri e meno a lamentarsi delle pagine che mancano o della pletora di informazioni da ricordare e la smettessero di spettegolare sul loro professore che a quanto pare è un vecchio bacucco che boccerà tutti quelli che gli stanno antipatici -cifra che a detta loro ammonta al 99% del loro corso-, avrebbero sicuramente fatto più progressi di quelli che stanno facendo, ma lui non intervenire per dirglielo visto che l'ultima volta che ha aperto bocca in quella stanza ha ricevuto una lattina vuota in testa.

La prossima volta col cavolo che esce a comprare la merenda.

Anche Cory è immerso nello studio e benchè sia più composto (e meno terrificante e insopportabile) di quei due, anche lui risulta molto provato.

Sam ha cercato di disturbarlo il meno possibile nelle ultime settimane, -non che Cory gliel'abbia fatto notare, ma Sam sa di essere una presenza chiassosa e a volte fastidiosa- ma da quel poco che hanno parlato ha saputo che questo test è molto impegnativo e siccome rappresenterà circa il 50% del voto finale vuole che abbia la possibilità di concentrarsi al meglio.

Abbassa la maniglia con il gomito ed appena entra in dormitorio tre paia di occhi scattano su di lui o meglio, sulle borsine che tiene in mano.

"Vi ho portato la cena".

John e Ryan in un paio di mosse sbrigative liberano il tavolo dagli appunti e lui non ha nemmeno il tempo di ringraziarli che stanno già disponendo tutto il cibo d'asporto davanti a loro.

Cory recupera tovaglioli e posate e li raggiunge.

"Sei un angelo" bofonchia John alternando i morsi alle due cosce che tiene in mano. "Sono secoli che non mangio".

"Ma se hai finito i miei due pacchetti di biscotti nemmeno un'ora fa" lo rimprovera Ryan con la bocca sporca di salsa.

"Secoli" sottolinea John.

Sam scuote la testa ridacchiando.

"Tu non mangi?" Domanda Cory, notando che non si è tolto nemmeno le scarpe.

"Ho già mangiato" mente. "Devo scappare, ho lasciato le nostre cose in lavanderia e devo andare a riprenderle".

"Mi dispiace aver lasciato tutte le faccende a te negli ultimi giorni".

"Ah non ti preoccupare" gli dà una pacca sulla spalla Sam. "Siete voi le menti eccelse in questa stanza che devono prepararsi al meglio. A noi artisti basta consegnare una tela con quattro pennellate ed il nostro esame è concluso".

"Sei il migliore" ghigna John mostrandogli il pollice.

"Il numero uno" aggiunge Ryan.

"Lo so" sorride raggiante rubando a Cory un sorso di sprite, per poi dargli un veloce bacio sulle labbra. "Ora scappo, buono studio. Se hai bisogno di qualcosa fammelo sapere".

"Perchè, non ritorni?"

"Oh, dei miei compagni di corso mi hanno invitato a bere qualcosa con loro stasera. Non so a che ora rientro".

"Mn. Stai attento".

"Sempre". Un altro bacio e se ne va.

Assumersi i compiti di tutti e quattro all'inizio delle due settimane di pausa per prepararsi agli esami era sembrata la scelta migliore: loro avrebbero avuto più tempo da dedicare allo studio e lui si era sempre trovato bene con il multitasking; una soluzione win-win.

Tuttavia, non aveva tenuto conto di una cosa: il blocco dell'artista.

Quell'infame era arrivato nel momento peggiore e tutte le idee che aveva accumolato per il progetto erano finite nel cestino una dopo l'altra.

Troppo colore.

Bisogna fare il bucato.

Le ombre non vanno bene.

Bisogna pulire il bagno.

Era meglio farlo in carboncino.

La fila al fast food era infinita.

Quel soggetto è noioso.

Bisogna portar fuori la spazzatura.

E se provassi a farlo in bianco e nero?

"Per favore, Sam, vai a prendermi un tonico in infermeria?"

Potrei fare un piccolo collage di tele.

"Sam, ho bisogno di questo libro. Puoi passare in biblioteca al posto mio?".

Magari è meglio qualcosa di più astratto e concettuale.

"Sam, coinquilino del mio cuore, andresti al minimarket a comprarmi delle patatine? Senza lo spuntino di mezzanotte non credo di riuscire a leggere un altro paragrafo".

Disegno un paesaggio, ma cambio totalmente i colori.

"Ciao zia Amelia. Sì, Cory sta studiando, per questo ho risposto io. Va tutto bene, grazie. Certo che glielo dico. Un bacione e un abbraccio allo zio Malcom".

Non ce la faccio.

Sam ne sta a fissare la tela immacolata davanti a lui. Non sa quanto tempo sia trascorso da quando è arrivato qui dalla lavanderia, ma una cosa è certa: il pennello che ha in mano è ancora pulito.

Lo stomaco ringhia affamato, ma non ha nè la forza nè la voglia di soddisfarlo. La sua mente, di solito colma di idee e confusionaria, è una tabula rasa e l'iperattività che lo tiene in movimento anche nei giorni più pesanti, è quieta e silenziosa.

La porta si apre.

"Sam".

Solo una persona può pronunciare il suo nome come se fosse la cosa più preziosa del mondo e lui vorrebbe tanto che non l'avesse colto in questo stato.

Si volta forzando un sorriso. "Ehi my love, che ci fai qui? Dovresti far riposare quel bel cervello che ti ritrovi per domani".

"Stamattina" lo corregge, mostrandogli lo schermo del telefono. "Sono le due di notte".

"Ah".

"Hai detto che uscivi con i tuoi compagni".

"Esatto".

"Ma non ti hanno visto tutta sera".

"Puoi abbracciarmi?" Lo prende alla sprovvista.

È chiaro che sta deviando il discorso, ma Cory apre comunque le braccia e
Sam ci si lancia subito, venendo inglobato da quel senso di sicurezza che il moro gli trasmette sempre.

"Mi dispiace" bisbiglia il più grande. "Avrei dovuto capire che anche tu stavi avendo un momento difficile, invece ho approfittato della tua disponibilità. Ti chiedo scusa".

Sam stringe la presa attorno ai suoi fianchi affondando il viso nel suo petto. "Non hai nulla di cui scusarti. Il mio blocco non è causa tua, almeno ho fatto buon uso del tempo che avevo a disposizione".

"Dimmi cosa posso fare per aiutarti".

"Andare a riposarti. Hai studiato per ore e sarai stanco. Torna al dormitorio e fatti una bella dormita. Se sono le due hai solo sei ore prima dell'esame".

Cory lo allontana da sè tenendolo per le spalle. "Sam, per una volta puoi smetterla di pensare agli altri invece che a te stesso?".

"Che vuoi dire?".

"Voglio dire che per due settimane hai fatto qualsiasi cosa affinchè potessimo concentrarci solo sullo studio e così facendo ti sei tolto del tempo prezioso. Perciò ora voglio che per una volta nella tua vita tu sia egoista e ti prenda queste sei ore della mia vita per metterle a tua completa disposizione.
Vuoi che mi faccia due ore di macchina per trovare un ingrosso ancora aperto? Ok. Vuoi che temperi 100 matite colorate? Lo faccio. Vuoi che ti aiuto a trovare un'idea? Farò il possibile. Dimmi solo cosa vuoi che faccia."

"Ma-" e Cory gli tappa la bocca con un bacio.

"È tard-" un altro.

"Ed è meg-" un altro ancora.

"Cory smettila" esclama coprendogli la bocca con una mano.

"No finchè tu non la smetti di controbattere".

"Ma io lo faccio per- aspetta!" Ed il moro inarca un sopracciglio. "Ho trovato! Oh cielo, ho un'idea! HO UN'IDEA! Aiutami a fare spazio".

Spostano le sedie e i cavalletti e Sam si fa aiutare a dispiegare un grande lenzuolo per terra fermandolo ai lati con dei pesi e recupera tutti i contenitori di tempera che trova nell'aula.

Versa qua e là sullo sfondo bianco i liquidi colorati, apparentemente senza un senso logico, poi si scioglie il codino e si spettina i capelli con una mano.

"Sei sicuro che posso essere egoista?" Gli domanda.

"Dimmi cosa devo fare" ripete lui.

"Fai l'amore con me".

"Cosa?".

Sam va a spegnere la luce e poi si toglie i vestiti, donando a Cory la visione celestiale della sua figura snella illuminata dai raggi lunari, poi si sdraia sul lenzuolo muovendo braccia e gambe come un angelo nella neve per mischiare i colori.

Allunga una mano verso di lui inclinando la testa in modo da mettere in evidenza la linea del collo.
"Voglio che il nostro amore si riversi sulla tela" e Cory lo segue a ruota.

Con i corpi come pennelli e il lenzuolo come tavolozza si amano per tutta notte, incidendo i loro sentimenti con i colori e facendo riverberare la loro passione nelle pennellate dei loro movimenti.

Le macchie si mescolano, si allungano, si contorcono e si espandono, mentre le loro bocche si rincorrono e le loro mani si esplorano; un sentimento inarrestabile che lascia tracce tangibili.

Quando l'alba sorge ed i primi raggi penetrano nella stanza, si stanno già rivestendo: sporchi, stanchi, ma traboccanti di amore.

"Se il mio egoismo porta a questo tipo di finale, dovrei esserlo molto più spesso" ridacchia Sam finendo di mettere via le tempere rimaste. "Grazie" sorride poi dolce meritandosi un bacio sulla fronte.

"Hai già deciso che nome dargli?" Chiede il moro guardando il capolavoro che hanno completato assieme.

"The shape of us. Che ne dici?"

"Dico che è perfetto".


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