book for taekook ;; oneshots

By -takashi

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dove svuoto la mia cascata di idee in un book di one shot More

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why is the sky blue?

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By -takashi

jeongguk rimembrava alla perfezione la prima occasione in cui aveva potuto posare gli occhi su quella meraviglia che era kim taehyung.

era un importante evento a scopo commerciale in cui le loro famiglie si erano incontrate in qualità di dirigenti di aziende ed alleati economici.

dio, jeongguk non aveva mai avuto l'onore di osservare cotanta bellezza a pochi passi da sé.

il giovane aveva un taglio di capelli sbarazzino, il colore era rosso tendente al biondo, jeongguk dedusse fossero tinti; la pelle olivastra che brillava baciata dalle luci soffuse della sala grazie all'applicazione di chissà quale cosmetico, gli occhi dipinti di una tonalità di celeste che senza dubbio metteva in risalto la chioma, mentre lungo la palpebra aveva scorto degli strass. infine indossava un completo che faceva pendant con l'ombretto ed un calice di vino stretto fra le dita delicate e decorate da degli anelli semplici in oro zecchino.

aveva un qualcosa che gli ricordava david bowie.
probabilmente era anche lui un capricorno, osservò.

sì, era fissato con i segni zodiacali, concedeteglielo.

tornando a noi, il rosso gli sembrò leggermente più alto di lui, probabilmente per il plateu dei mocassini, il che lo aveva messo un tantino in imbarazzo quelle poche volte che gli era stato di fianco; tuttavia quasi sicuramente il giovane erede dei kim si era sentito molto più in imbarazzo di lui mentre i loro genitori parlottavano tra loro e la signora kim infieriva continuamente sul suo non essere occupato alla "veneranda età di 25 anni".

jeongguk non si era risparmiato una risata alle occhiatacce rivolte alla madre da parte del giovane pel di carota (quello era il nomignolo che gli aveva affibbiato nella sua testa).

tuttavia, nonostante i continui tentativi di entrambe le loro madri di generare il minimo interesse tra i loro pargoli era andato in fumo, ed a fine serata i due non si erano scambiati altro che frivoli convenevoli e sorrisi tra il forzato e l'imbarazzato, un po' per la timidezza patologica di jeongguk e l'apparente completo disinteresse di taehyung, che aveva trascorso la serata al cellulare neanche fosse un teenager sconsiderato con le amichette.

la seconda volta in cui aveva avuto il privilegio di assistere a tale splendore (stava diventando un tantino melodrammatico), jeongguk era di ritorno a casa sua quando si imbatté proprio nella figura di taehyung che scappava via in fretta e furia.

aveva solo potuto intravedere lo smokey eye e il non poi così tanto propriamente mascherato interesse degli occhi del maggiore, che sembrava poco capace di celare quel tentativo di ottenere un minimo d'attenzione da parte sua.

inizialmente il giovane jeon era rimasto piuttosto perplesso a quell'incontro improvviso, dopodiché aveva compreso che i kim erano stati invitati a cena a casa sua ma il primogenito si era maleducatamente dileguato, lasciando i suoi genitori a scusarsi con lui del suo comportamento.

25 anni e ne dimostrava almeno una decina in meno, pensava jeongguk mentre si ritrovava a stalkerare i profili social del pel di carota, contemplando le sue storie all'apparenza thirst trap e le foto da art hoe.

hoe nel senso più relativo al termine, osservava il rampollo mentre scuoteva la testa alla realizzazione che taehyung era un completo attention seeker e lo dava così tanto a vedere.

la parte che decisamente lo aveva divertito al meglio era quando lo aveva seguito con estrema nonchalance e aveva deciso di analizzare il comportamento del giovane kim a quella sua azione azzardata.

i successivi giorni taehyung aveva optato nuovamente per la sua facciata disinteressata, postando qualche storia in lidi, club e discoteche per poi finalmente ricambiare il follow.

jeongguk aveva mentalmente aggiunto un nuovo aggettivo al nomignolo, che era divenuto "pel di carota in crisi ormonale".

la terza, e sicuramente più clamorosa dal vostro punto di vista, volta in cui i due giovani avevano avuto il piacere (sicuramente inteso in due modi diversi) di incontrarsi, era ad un banale barbecue nella splendida e soleggiata villa con piscina della famiglia kim.

inizialmente gli occhi di jeongguk non avevano intravisto taehyung da nessuna parte, per cui aveva potuto pensare che si trattasse dell'ennesima volta in cui il ragazzo aveva deciso di dimostrargli la sua noncuranza fasulla, ma ebbe il piacere di correggersi quando dall'imponente scalinata della villa dei kim vide sgambettare il giovanotto in costume, con tanto di occhiali da sole ed asciugamano sottobraccio.

quest'ultimo aveva fatto il suo ingresso (o meglio, uscita) in cortile con quella sua solita aria indifferente ma che aveva proprio lo scopo di attirare tutta l'attenzione su di sé.

tant'è che non sembrò affatto turbato quando la madre lo richiamò severamente:
-kim taehyung! saluta ed accogli immediatamente i nostri ospiti-

il rosso si voltò fintamente sorpreso, jeongguk avrebbe voluto ridergli in faccia per quel suo atteggiamento da drama queen; sollevò la montatura degli occhiali da sole che il giovane jeon aveva riconosciuto come un paio di chanel a farfalla, per poi voltarsi completamente privo di vergogna nella sua quasi totale nudità.

-buongiorno, signori jeon! mi scuso, non ero stato informato del vostro arrivo- esclamò con un enorme sorriso, ignorando la sua presenza di proposito e facendogli scuotere la testa divertito.

i suoi genitori ricambiarono il saluto con piacere, intrattenendo una breve conversazione con lui, prima che un ennesimo rimprovero della signora kim non li interrompesse.

-taehyung, mi faresti il favore di dirmi quando avevi intenzione di informarmi di quella cosa che ti sei fatto sulla pancia?- il suo tono sembrava un po' passivo aggressivo, era sull'orlo di una crisi di nervi e jeongguk solo allora ebbe il piacere di notare il tatuaggio che decisamente non aveva mai visto prima d'ora, neanche nelle sue storie di instagram, il che lo sorprese non poco; era un disegno immediatamente sotto l'ombelico, ma non riuscì a capire di cosa si trattasse vista la lontananza tra sé ed il maggiore.

-un paio di giorni- la liquidò.
-mi scusereste, signori jeon, se vado a farmi un bagno?- proseguì sotto gli occhi del giovane che non si scollavano da lui per analizzare ogni minimo particolare che gli saltava all'occhio.

-assolutamente, tesoro! è una così bella giornata!-

a quella risposta da parte di sua madre, jeongguk lo vide dileguarsi verso il cortile opposto della dimora, dove si trovava proprio la piscina.

-mi scuso per taehyung, lo avevo informato già qualche giorno fa della vostra visita ma quel maledetto non mi sta mai a sentire...-

quelle parole furono come musica per le orecchie del giovane jeon, per il quale non fu poi così difficile fare due più due.

il "pel di carota in crisi ormonale" aveva fatto quel tatuaggio perché lui lo vedesse, aveva sorriso a ciò, ma la proposta che giunse alle sue orecchie poco più tardi lo rese probabilmente ancora più entusiasta.

-jeongguk, caro, andrebbe anche a te di fare un bagno prima di pranzo? fa così caldo oggi; theresa, vagli a prendere un costume da bagno di taehyung, ma ti prego, prendine uno della scorsa stagione o mi ucciderà- chiese dunque alla domestica.

il giovane sorrise alla signora kim, ringraziandola cordialmente ad accettando con piacere la sua proposta.

una decina di minuti più tardi, camminava fiero lungo il corridoio di pietre che faceva comunicare le due parti del giardino, due bicchieri alla mano ed una bottiglia di brunello sotto al braccio che accompagnava l'asciugamano.

il giovane jeon si mise immediatamente a proprio agio sotto lo sguardo del coetaneo che lo fissava palesemente da dietro le lenti degli occhiali.

-jeon-

jeongguk lo colse come un saluto, mentre versava il vino rosso nei due calici.

-buongiorno, taehyung; jeongguk andrà bene- jeongguk quasi riuscì a sentirlo roteare gli occhi.
-finalmente abbiamo tempo per scambiare due chiacchiere- continuò divertito il più piccolo, con un sentore positivo riguardo quel loro incontro.

sentì lo sguardo di taehyung bruciargli sulla pelle, ma non si diede per vinto, per cui ricambiò con la stessa moneta, ma sapeva che all'altro non sembrava dispiacere affatto.

-bel...piercing- osservò poco dopo con un tono quasi soddisfatto, sorseggiando il vino che il giovane jeon gli aveva versato.

jeongguk abbassò lo sguardo verso l'anellino che spiccava sul suo ombelico, poi sollevò lo sguardo nuovamente.

-bel tatuaggio- rispose, riuscendo a decifrare solo ora che si trattasse di un fiore di loto.
-come mai il fiore di loto?- chiese infatti.

-significa purezza-

jeongguk quasi sputò il vino a quella rivelazione.
-pensi che ti si addica?-

l'altro sbuffò.
-cosa c'è, ti diverti a prenderti gioco di me, jeon?- jeongguk sussultò, onestamente.
-pensi che solo perché mi piaccia spassarmela io sia una puttana qualsiasi e che dunque non possa farmi un cazzo di tatuaggio con un cazzo di fiore qualsiasi?-

il minore non capì se lo stesse accusando giusto per passare come la vittima o se intendesse sul serio ciò che diceva, ma in ogni caso, dio, non avrebbe mai e poi mai dato a nessuno della puttana, né tantomeno ad uno come kim taehyung.
-taehyung non penso neanche una delle cose che hai detto--

-guarda che ti vedo mentre mi guardi e ridi e-e ti prendi gioco di me-

il minore stette per aprire la bocca quando la richiuse immediatamente in un ghigno che a taehyung proprio non piaceva.
-quindi fai solo finta di ignorarmi- ed il silenzio che ne seguì, poté solo confermare quella sua intuizione.
-allora forse ti interessa anche solo un poco pochino di me, carotina? non sei bravo a nascondere il tuo interesse, taehyungie- sorrise dunque beffardo, avvicinandosi pericolosamente a lui e posando il calice a bordo piscina giusto perché potesse rimuovere gli occhiali da sole al maggiore.

-cosa diavolo è "carotina"?! e cosa ti fa pensare c-che io- i-io...quindi non solo tu pensi che io sia una puttana, ma anche uno stronzo menefreghista! tu sei pazzo, jeongguk- rispose, voltando lo sguardo altrove e sentendosi improvvisamente minuscolo sotto lo sguardo del giovane jeon, la cui mano si posò sulla sua spalla, spingendolo a voltarsi nuovamente verso di lui.

-io non penso che tu sia una puttana, taehyung. ho la sensazione che qualcun altro ti abbia inculcato questa idea, e non si chi sia ma non associarmi assolutamente con questa persona perché non sono il tipo da giudicarti in questo modo senza neanche rivolgerti mai la parola-

-allora perché non mi hai neanche rivolto la parola la prima volta che mi hai visto?- rispose a tono il rosso, un'improvvisa sicurezza traspariva dalla sua voce.

quel tipo era fottutamente strano, pensò jeongguk, curioso di conoscere a fondo quella sua singolarità.

il più piccolo incrociò le braccia al petto, separandosi dal rosso.
-inizialmente, a mia discolpa, sono molto timido. e poi, caro taehyungie, il tuo comportamento da stronzo menefreghista, come dici tu, per quanto tu non possa esserlo realmente, non aiuta; pensavo tu mi odiassi-

e be', taehyung non poteva far altro che accettare le sue colpe: lo aveva praticamente colto in flagrante, per cui non rispose neanche.

-penso ti interesserebbe sapere che vorrei scoprire cosa c'è oltre lo stronzo menefreghista e che ti reputo una delle persone più intriganti che io abbia mai conosciuto, altro che una puttana. insomma, queste cene a scopo commerciale pullulano di persone noiose e banali, avrei voluto meritarmi la tua attenzione fin dall'inizio, taehyung- jeongguk capì di averlo conquistato quando un sorrisino molto ben celato si insinuò sulle sue labbra.

-non sono ancora convinto- rispose, facendogli alzare gli occhi al cielo divertito.

-sei molto affascinante, carotina, e so cosa vuoi sentirti dire, per cui ti accontenterò: mi piaci molto- ammise poi.

allora taehyung agganciò il dito alla collana di perle che portava al collo e lo avvicinò notevolmente a sé, sorprendendolo ma non troppo.
-c'è per caso un'altra cosa che vorresti chiedermi?-

jeongguk finse un ennesimo sospiro annoiato, ma quel sorriso che proprio non voleva scollarsi dalle sue labbra lo palesava davanti agli occhi del rosso.
-ti andrebbe di venire ad un appuntamento con me?-

si guardò in giro ed annuì un paio di volte, come se fosse in attesa di un prosieguo.

questo ragazzo sarà la mia morte, pensò jeongguk, mentre si accingeva a dare la risposta che l'altro si aspettava di sentire.
-ristorante italiano. in costiera. musica dal vivo-

e finalmente lo vide vacillare.
-può andare, jeon-

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