LOVE ON THE RUN

By meemedesimaa

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Grace Jasmine Wolff, la figlia del famoso Team Principal Toto Wolff, ha 18 anni, quasi 19, e ha sempre avuto... More

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By meemedesimaa

La solita routine era tornata a infastidirmi, gli italiani che non sapevano guidare pure e con loro i miei scazzi mattutini.

Ero in coda da circa quindici minuti e sicuramente non sarei arrivata in tempo per la prima ora di lezione.

Al mio fianco c'era Rebecca che era crollata in un sonno profondo; per il weekend si era incontrata con Mick ed era tornata questa notte, perché oggi, lunedì 29 avrebbe dovuto sostenere l'ultima interrogazione di scienze.

Non sapevo se fosse pronta o meno, ma speravo di si.

La suoneria del mio cellulare parte dalle casse della mia auto e mi affretto a schiacciare la cornetta verde e abbassare leggermente il volume.

"Ciao piccola" dice Lando "Sei ancora in auto?" chiede.

"Già" sbuffo.

Gli avevo scritto poco prima dicendogli di chiamarmi appena si svegliava.

"Avevi bisogno?" chiede.

"Si, ho cercato di convincere mamma a farmi venire a Jeddah, indovina? Ha detto di no" dico frustrata.

"Verrò io allora, vediamo, oggi è lunedì, il tuo compleanno è giovedì" fa i suoi calcoli nella mente.

"Hai la conferenza e il giro della pista" affermo.

"Quante ore di fuso ci sono tra te e l'Arabia Saudita?" chiede.

"Non so, saranno un paio avanti a me" dico.

"Quindi se là sono le 16, da te sono le 14, quindi se io prendo un volo, arriverò da te alle 18, facciamo qualcosa di tranquillo, ceniamo e poi appena finiamo riprenderò un aereo e tornerò in Arabia" cerca di organizzare.

"Lando non me la sento di farti viaggiare così tanto se poi il girono dopo devi guidare" dico "Non importa, ci vedremo ad Abu Dhabi" continuo sorridendo.

"Ti pare che ti lascio tutto il giorno da sola o peggio ancora con Mattia? Non ci penso nemmeno" ride.

Sorrido, poi sono io la gelosa.

"Ma allora te ne sei accorto, pensavo fossi stupido o non fossi geloso di Grace" si intromette Rebecca appena svegliata.

"Buongiorno bella addormentata" dico sorridendole.

"Perché Rebecca è stata zitta fino ad adesso? non è da lei" ride Lando.

"Dormivo stupido" afferma lei.

Mi piaceva l'amicizia che avevano creato.

Un amicizia che tra me e Mick non sarebbe mai nata per ovvie ragioni.

"Devo andare ora, ciao Rebecca, ciao amore" dice Lando per poi buttare giù.

"Fa di tutto per esserci al tuo compleanno, che carino" ride.

"Non volevo ammetterlo davanti a lui ma se non avesse insistito mi sarei arrabbiata, sono felice che venga, non lo vedo da quanto? 3 giorni? e sto andando in depressione" affermo.

Ride e alza gli occhi al cielo.

~

Il mio compleanno si avvicinava sempre di più e con lui il gran premio di Jeddah.

Erano tutti emozionati per questo circuito, ma l'unica cosa che vedevo io erano un sacco di curve veloci che avrebbero potuto causare diversi incidenti.

Forse la ritenevo peggio di Spa Francorchamps.

Lando mi aveva avvisato poco fa che doveva chiamarmi, ma dato che ero dentro la vasca, gli avevo chiesto di aspettare qualche minuto.

Esco dal bagno e mi asciugo velocemente indossando il pigiama peloso a macchie bianche e nere.

Quel pigiama era la cosa più calda e soffice che potesse esistere dopo la pelle di Lando.

Attivo la videochiamata con il mio ragazzo e nel frattempo cerco di fare un turbante sui miei cappelli ancora fradici.

"Grace" risponde una voce che non è di certo quella di Lando.

"Max" sorrido al ragazzo che appare nella fotocamera del mio cellulare e no, non intendevo Verstappen.

"Lando è sceso a prendere le pizze, ora arriva" mi annuncia.

"Come stai?" gli chiedo.

Avevo conosciuto Max la prima volta che ero andata in Inghilterra ma poi sfortunatamente non lo avevo più visto, ci eravamo sentiti per messaggio qualche volta, dato che Lando mi aveva lasciato il suo numero per emergenza, mi stava simpatico ed ero sicura che il mio ragazzo gli volesse davvero bene.

"Lando c'è Grace" dice Max appena la porta di casa loro si apre.

"Ciao amore" urla il mio ragazzo.

"Ciao Lando" sorrido mentre continuo a  cercare di asciugare i capelli con l'asciugamano.

"Tieni questa è tua" dice Lando porgendo al suo amico il cartone della pizza.

"Ciao Grace, vado a fare una stream" dice Max salutandomi con la mano "Dopo mi raggiungi?" chiede al suo coinquilino.

"Vedo quando finisco con lei, comunque penso di sì" risponde Lando.

Max mi saluta un ultima volta  con la mano, poi scompare dalla stanza con il cartone della pizza in mano.

"Che dovevi dirmi?" chiedo.

"Oh si, Zak mi ha mandato i nuovi orari della conferenza, purtroppo non riesco a venire per il tuo compleanno" dice triste.

Il mio cuore si crepa.

Avevo aspettato così tanto per rivederlo e ora avrei dovuto aspettare un'altra settimana prima del GP di Abu Dhabi.

"Tranquillo" sorrido alzando le spalle "Il lavoro viene prima di tutto" ammetto.

"Mi dispiace davvero amore, però se vuoi posso rimanere in chiamata per qualche ora domani" dice.

"Non preoccuparti, va bene così" sorrido.

Non voglio fargli intuire quanto io sia realmente triste, è il suo lavoro e deve metterlo davanti a tutto.

La sua carriera viene prima di me, io sono in secondo piano e mi va benissimo.

Non volevo essere la ragazza per cui lui avrebbe rinunciato ai suoi sogni, volevo che prima diventasse campione mondiale e poi pensasse a me.

"A che ora hai il volo?" chiedo.

"Alle 4 del mattino" mi spiega.

Annuisco.

Era mercoledì e da me erano le 23.30.

I miei occhi si stavano per chiudere, ero davvero stanca e volevo sprofondare nel cucino per cercare di dimenticare la delusione che la notizia appena data mi aveva portato nel petto.

"Io credo di andare a dormire, sono cotta" dico.

"Non aspetti la mezzanotte dei tuoi 19 anni?" chiede.

"Potrei addormentarmi sulla scrivania" affermo.

"Va bene, hai mangiato?" chiede.

Sorrido debolmente, nonostante la delusione che avevo stampata in faccia ero felice del fatto che si preoccupasse di sapere se mangiavo o meno.

Non avevo nessuno strano rapporto con il cibo, amavo mangiare e il mio metabolismo mi impediva di ingrassare facilmente.

"La cotoletta alla milanese" rido consapevole che è uno dei suoi piatti preferiti, soprattutto se cucinato da mia madre.

"Oh no, rimpiango di non poter venire da te domani" dice ingerendo una fetta di pizza.

Sorrido cercando di nascondere la mia tristezza.

"Non ti perderai nulla" rido "Mamma e Tom vanno fuori a cena perché volevano lasciarmi la casa vuota, Blake andrà dalla sua ragazza e gli altri non mi hanno ancora detto se verranno" spiego.

"Finirò per mangiare la pastina davanti a Netflix come una vecchietta" rido.

Non ero mai stata una persona che amava festeggiare il suo compleanno, certo, mi piaceva stare in compagnia, ma se stavo da sola stavo comunque bene.

"Mi dispiace piccola, soprattutto di avertelo detto così in ritardo" dice.

"Amore non preoccuparti, davvero, è tutto a posto, tanto ci vediamo tra una settimana" sorrido.

Mi sentivo in colpa perché lui si sentiva in colpa.

Era possibile che lo amassi fino a questo punto?

~

Mi alzo dal letto con la consapevolezza di avere un anno in più.

19 anni, sono parecchi, no?

Sospiro pensando che la vita è passata così in fretta.

Sono questi i pensieri che si fanno quando si diventa vecchi?

Scuoto la testa scacciando queste cose inutili dalla mia mente.

Kentucky salta sul letto e inizia a leccarmi la faccia.

"Ken giù, non puoi salire qui, lo sai" lo rimprovero cercando di spingerlo lontano da me.

Il cane lo prende come un gioco e inizia a mordicchiarmi le mani per poi saltare giù dal materasso e correre per tutta la stanza.

"Guarda che se mi distruggi camera ti vendo e compro un cane nuovo" grido frustrata.

"Buongiorno amore, buon compleanno" afferma mamma affacciandosi alla camera.

"Grazie mami, puoi portare via Ken? Mi sta dando sui nervi, credo voglia uscire" spiego.

"Buon compleanno Grace" grida Tom passando davanti alla mia stanza.

"Grazie" sorrido ributtandomi sul letto.

Non appena rimango sola aspetto qualche minuto per riprendermi dallo shock che ho appena avuto, poi mi alzo e vado in bagno per darmi una sciacquata, mi vesto e finalmente scendo.

In cucina mi aspetta la torta che ieri sera mia mamma si è fatta sgamare mentre la preparava.

"Auguri" mi sorride Blake venendomi incontro.

Mi prende la testa tra le mani e mi stampa un bacio sulla testa.

Anche la sua ragazza, Chiara, è qui, mi saluta e mi augura buon compleanno.

Ciò mi fa pensare terribilmente a Lando, scaccio il suo ricordo e mi concentro sulle persone presenti nella stanza.

Ho avuto davvero poco tempo per conoscere Chiara, ma ho subito capito che è una ragazza seria e gentile, l'opposto di mio fratello insomma.

"Stranamente sono in ritardo, grazie della torta e di tutto, ma devo davvero andare o troverò ancora traffico" dico prendendo una bottiglietta di succo e dando un bacio sulla guancia di mamma.

Saluto tutti con una mano ed esco andando verso la mia Mercedes.

Poteva la figlia di Toto Wolff girare con una macchina che non fosse marchiata Mercedes? Certo che no.

Al mio diciottesimo compleanno avevo rigorosamente chiesto, da bambina viziata che sono, una Range Rover Evoque bianca e indovinate cosa avevo ricevuto? Una Mercedes GLC Coupé nera.

Mi fa schifo? No, di certo non è la macchina dei miei sogni ma ho imparato ad amarla e ora farei fatica a staccarmi dalla mia bambina.

Fortunatamente al contrario del giorno precedente non ho trovato traffico ed sono arrivata anche in anticipo così da poter scambiare quattro chiacchiere con i miei amici e magari aspettare anche un messaggio da parte di Lando.

"Auguri diciannovenne" dice Sofia correndomi incontro e abbracciandomi.

Rimango immobile e spero che l'abbraccio si concluda in fretta.

"Grazie" dico appena si stacca.

Raggiungo insieme alla ragazza i miei amici che mi augurano il buon compleanno.

Fortunatamente nessun'altro mi abbraccia, perché al contrario di Sof, sono anaffettivi come me.

L'unica assente all'appello è Rebecca.

La quale aveva preso un aereo questa notte e ora si trovava a Jeddah, dove c'erano anche tutte le persone che avrei voluto al mio fianco.

Il mio cellulare squilla e quando penso sia Lando, vedo il nome "papo😈" sullo schermo.

Rispondo.

"Ciao scricciolo buon compleanno" dice con voce allegra.

"Ciao papo, grazie, coma va lì?" chiedo.

"Tutto bene, mamma non ha voluto farti venire qui eh?" dice.

"Eh già, ma vabbè vi seguirò da qui" affermo.

"Va bene, c'è Lewis che vuole salutarti" dice.

"Nano" mi chiama Hamilton dall'altro capo della cornetta.

"Ciao Lew" saluto.

"Auguri piccina, come stai?" domanda.

"Bene, ora però devo andare è suonata la campanella, salutami tutti" sorrido anche se non può vedermi.

"Certo, auguri ancora" afferma prima di staccare la chiamata.

Controllo il mio cellulare prima di entrare in aula, ma di Lando nessuna traccia.

Era davvero così impegnato da non potermi nemmeno scrivere " auguri " ?

Non volevo risultare assillante, così decido di lasciare perdere alla fine era solo un giorno come gli altri, in cui mi allontanavo dalla mia infanzia, che cosa c'era esattamente da festeggiare?

Entro in classe e seguo le lezioni con una fatica assurda.

La mia mente vaga e riflette su tutto.

Ovviamente il pensiero che assilla la mia mente riguarda i fan, l'odio che hanno nei miei confronti, gli insulti contro di me, che dopo tutto sono solo una bambina.

Odiavo reputarmi piccola, però sapevo bene di esserlo.

Non potevo dire che fossi totalmente matura, perché le cazzate erano all'ordine della mia giornata tipo.

Ero ancora un'adolescente, non sapevo distinguere il bene dal male e l'odio dall'indifferenza, avevo però compreso la distinzione tra farsi piacere una persona e amarla.

Lando era proprio colui che mi aveva fatto capire quest'ultima differenza.

Avevo avuto diversi ragazzi in passato, storie brevi e lunghe anche di più di quella che avevo avuto fin ora con il pilota McLaren.

Norris, al contrario di tutti gli altri, mi faceva sentire viva, non c'era nulla che volessi cambiare in me per farmi piacere da lui perché so che mi ama così, mi ha conosciuta quando ero al peggio di me, nel posto che per anni della mia vita avevo odiato profondamente.

Lando era stato insieme a Pierre la mia luce infondo al tunnel e tutt'ora è la mia stella polare, il mio punto di riferimento.

L'unica cosa per cui mi reputavo matura era il dolore.

Ne avevo provato così tanto che ero quasi certa che nulla sarebbe più riuscito a spezzarmi come aveva fatto la morte di Anthoine.

Non penso che tutti a 15 anni siano in grado di accettare la morte del proprio migliore amico.

A quell'età vuoi ridere, divertiti fare le tue esperienze, invece io mi ero ritrovata a dover crescere troppo in fretta, avevo dovuto combattere contro un dolore che era decisamente più grande di me.

Poi ci ero risucita, avevo raggiunto la felicità senza il mio migliore amico, ce l'avevo fatta.

Però non era la stessa felicità era diversa, potevo sentire e sento tutt'ora un vuoto, come se mi mancasse un arto.

Anthoine e Pierre erano la cosa migliore che potesse capitarmi, erano parte di me, mi avevano insegnato quasi tutto loro, io ero la sorellina piccola e loro i fratelli maggiori.

La quinta campanella della giornata suona fastidiosamente e interrompe i pensieri che si ripetono nella mia testa.

"Venite da me sta sera?" chiedo ai miei amici una volta che li raggiungo sulla panchina che probabilmente ha le forme dei nostri sederi incisi sopra.

"Certo" risponde Federico.

"Hai visto il post che ha pubblicato Max con te?" chiede Martina sorridendo.

"No e non ho intenzione di guardare il mio cellulare fino a domani" rido.

O fino a mai.

Mi guadagno diversi sguardi confusi dai miei amici mentre l'unico compassionevole è quello di Sofia.

Lei è l'unica che conosce parte della storia.

"Va bene, io vi abbandono, vado a casa, vedo se riesco a sentire Lando e poi sistemerò le cose per sta sera, venite per le 18/19" sorrido hai ragazzi.

"Mi dai un passaggio?" chiede Mattia alzandosi in piedi.

Annuisco e salutiamo tutti.

"Il nano ha raggiunto i 19 anni" ride salendo sulla mia auto.

"Ha parlato il ragazzo più alto del mondo guarda" rido considerando la sua altezza.

Era ovviamente più alto di me, ma la sua stazza non era poi così spiccata.

Ride e accende la radio, collegando il suo cellulare al Bluetooth.

No, ma fai pure come fosse la tua macchina.

Parte una canzone di The Weekend e mi rilasso nel sentire l'artista preferito del ragazzo al mio fianco.

Impieghiamo circa 5 minuti solo per uscire dal parcheggio, ma al contrario le strade sono abbastanza libere.

"Devi studiare?" chiedo.

"Io? Studiare?" ride contagiandomi, effettivamente la mia domanda era proprio stupida.

"Giusto, allora vieni direttamente da me? Non ho voglia di guidare e per sta sera è una cosa tra di noi, puoi rimanere vestito così come un barbone o se proprio ci tieni ti presterò dei vestiti di Blake" affermo.

Lui e mio fratello avevano quasi la stessa corporatura.

Passano secondi di silenzio dopo la risposta affermativa del ragazzo e poi fa un annuncio "Mi sento con una ragazza" dice.

Volto lo sguardo verso di lui per un istante.

Mattia era una brava persona.

Avevamo passato poco tempo insieme da quando avevo reso pubblica la mia relazione con Lando, ma nonostante questo la nostra amicizia non era stata rovinata dalle storie che avevamo avuto e ciò mi faceva immensamente piacere.

"Spero sia una bella persona e che ti tratti meglio di quanto ho fatto io" sorrido.

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