LOVE ON THE RUN

Per meemedesimaa

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Grace Jasmine Wolff, la figlia del famoso Team Principal Toto Wolff, ha 18 anni, quasi 19, e ha sempre avuto... Més

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.trentaquattro.

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Per meemedesimaa

landonorris

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landonorris she's really scared for the hot lap🔥 @gracejwolff

Comments are off

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Scendo dall'auto con le gambe che tremano.

"Non lo farò mai più, sappiatelo" dico appoggiandomi al muretto.

Lando ancora dentro all'auto, ride.

Avevo fatto solo un giro, uno di numero ed ero rimasta terrorizzata.

Non era la prima volta che salivo in auto con un pilota, ma era la prima volta che lo facevo su un circuito.

Scavalco il muretto e vado a sedermi da qualche parte, potrei vomitare e svenire da un momento all'altro.

Appena mi riprendo un attimo, mi alzo ed entro nel box Alpha Tauri dove i meccanici stanno lavorando alle monoposto di Yuki e Pierre.

Saluto due ragazzi e poi mi siedo su uno sgabello.

"Hai appena fatto un giro della pista?" chiede un meccanico.

"Si e non lo farò mai più" affermo slacciandomi leggermente la tuta, dato che fa davvero caldo, forse dovrei andare a cambiarmi.

Rimango lì seduta ancora per un po' cercando di riprendermi e poi vado verso i box della McLaren dove mi cambio.

Appena ridosso i miei vestiti una sensazione di sollievo si impossessa di ogni mia cellula.

Amo il caldo, ma la neve, la montagna, il fresco rimangono sempre al primo posto.

Esco e vado a cercare Lewis che prima avevo visto aggirarsi nei paddock.

Mi ero lasciata scivolare addosso il fatto che mi avesse chiamata 'bambina'; avevo decisamente problemi più grandi a cui pensare.

"Ei" dico appena vedo Hamilton che legge delle carte.

"Ciao" dice cauto, come se si aspettasse una sfuriata da me.

"Che fai?" chiedo semplicemente sedendomi accanto a lui.

"Studio" ride indicando le telemetrie.

Annuisco.

Era decisamente la conversazione più imbarazzante che avessi avuto con Lewis da quando lo conoscevo.

"Com'è andato il tuo giro veloce?" mi chiede tornando a sottolineare delle cose sui fogli.

"Mi viene il vomito solo a ripensarci" dico portandomi una mano alla bocca.

Lui ride e il suono della sua risata mi porta a sorridere.

Rimango in silenzio.

È da quando ho parlato con Victoria che non faccio altro che pensare quali sarebbero le reazioni degli altri se lasciassi Lando.

Voglio dire, Carlos potrebbe non parlarmi più, così come Daniel e forse anche Max, Pierre sicuramente starebbe dalla mia parte, ma gli altri dubito fortemente riuscirebbero ancora a guardarmi in faccia.

"Posso farti una domanda?" chiedo interrompendolo di nuovo.

Si gira per fulminarmi con lo sguardo, odia essere interrotto mentre studia, ma appena vede i miei occhi tristi lascia cadere la penna sul tavolo e si gira verso di me "Dimmi nano".

Sposto lo sguardo sulle mie mani e inizio a torturarmi le dita, finché lui non mi ferma.

"Se dovessi lasciare Lando, non mi parlaresti più?" dico alzando la testa e incontrando i suoi occhi preoccupati.

Sorride e scuote la testa.

"A parte che sono consapevole che tu e Lando non vi lascerete molto presto, ma escludendo questo, non potrei mai smettere di parlarti, l'ho fatto per qualche settimana e Max mi ha sorpassato in classifica, sei come il mio portafortuna" ammette.

Avevo capito perché ero così sfortunata, regalavo la mia fortuna agli altri.

Rimango in silenzio pensando alla prima frase che ha detto : "Tu e Lando non vi lascerete molto presto".

Avrei voluto avere la sua stessa convinzione, perché ogni giorno che passava mi rendevo conto di quanto fosse vicina la fine della nostra relazione.

"Grace, tutto bene? Lando ha fatto qualcosa?" domanda.

No Lew, se avesse fatto qualcosa sarebbe tutto più semplice; ma no Lando Norris è fottutamente perfetto, al contrario mio.

"Si tutto bene, solo che..." cerco le parole per spiegargli cosa mi sta accadendo senza però scendere troppo nei particolari.

Avevo capito che più ne parlavo con qualcuno, più avevo le idee chiare, ma il problema era sempre quello, non riuscivo aprirmi.

"Niente lascia stare" affermo scoraggiata.

Il ragazzo inglese davanti a me sta per ribattere, ma l'arrivo di mio papà lo blocca dal dire qualsiasi cosa.

"Lewis, puoi andare un attimo nel mio ufficio?" chiede papà al pilota che esegue la sua richiesta dopo aver risposto con un semplice "Si".

Il 7 volte campione mondiale si allontana e Toto Wolff si rivolge a me.

"Scricciolo tutto ok? Sei pallida" chiede.

"Si tranquillo, sono solo accaldata, andrò a prendere qualcosa di fresco al bar" dico alzandomi da dove ero seduta.

"Se vedi Valtteri digli di raggiungermi nell'ufficio con Lewis" dice.

"Va bene" affermo.

Toto mi lascia un bacio affettuoso sulla fronte, forse anche per controllare la mia temperatura corporea, poi mi sorride e mi lascia andare.

Sento la testa appesantirsi ogni passo che faccio, ma fortunatamente raggiungo il bar in tempo.

Ordino un'acqua tonica ghiacciata e spero che non mi faccia fare indigestione.

Bevo con calma, dato che il mio cervello si congela più volte e non voglio arrecargli più danni di quelli che ha già.

Quando finisco tutto ed esco dal bar mi sento decisamente meglio.

Ora inizia la mia missione : cercare Valtteri.

Non può essere chissà dove, o è al bar o  all'hospitality della Mercedes e dato che al bar non c'era nessun pilota, deduco che sia nella motorhome della sua scuderia.

Infatti appena entro lo vedo seduto al piccolo simulatore che di solito viene usato per far divertire gli ospiti.

"Val" lo richiamo "Mio papà ti vuole nel suo ufficio" dico appena mi guarda.

Annuisce e finisce il giro prima di lasciare i meccanici con cui si stava divertendo e venire verso di me.

"Qualcosa di grave?" domanda.

"Non penso sembrava tranquillo" ammetto.

Lui annuisce e mi batte il pugno per poi camminare via.

Sono davvero stanca e non vedo l'ora di buttarmi sul letto, ma la giornata è ancora lunga per me che dovrò rimanere qui ad aspettare che Lando finisca la conferenza stampa.

Rebecca e le altre avevano optato per andare felicemente in spiaggia oggi, domani e dopodomani; io, invece, ero stata obbligata da Lando a venire al circuito, per il giro in auto; però mi ero già prenotata per andare con le ragazze nei due giorni seguenti.

Isa è dovuta tornare a Madrid e con lei era tornata in Europa anche Charlotte per dare degli esami universitari.

Io avevo sentito mamma e Tom, che si lamentavano di quanto fosse silenziosa la casa senza di me; pure Kentucky non aveva voglia di abbaiare o giocare, però quelle poche volte in cui riusciva a sentire la mia voce al telefono iniziava a saltellare ovunque come un canguro.

Non amo Ken, sa essere il cane più fastidioso della terra; quando mangi infila la sua testa tra il tuo braccio e la tua gamba in cerca di qualcosa; la mattina, quando sente la necessità di uscire, viene a rompere le scatole a me, non a Tom che è il suo padrone, no, entra in camera mia, salta sul letto e prende a leccarmi tutta la faccia; mi ruba i vestiti, li prende e li porta in giro per casa e quando mia madre li trova a terra sparsi per le stanze e i corridoi, incolpa ovviamente me e ripete "Lasci sempre tutto in disordine".
Kentucky sapeva farsi odiare, ma poi ti guardava con quegli occhi azzurri da Husky che avevano il potere di farti dimenticare tutti i danni che combinava da quando aveva messo piede in quella casa, e non potevi smettere di volergli un pizzico di bene.

~

Una volta che Lando finisce di fare tutto ciò che deve fare, torniamo in hotel con l'intento di passare la serata in camera a guardare qualcosa di tranquillo.

"Buongiorno signorino Norris" dice la receptionist.

Una ragazza nuova rispetto a quella che ci aveva accolto ieri.

Capelli rossi, occhi azzurri, naso all'insù e un grande davanzale da quello che si poteva notare grazie alla camicia sbottonata, a differenza delle altre ragazze che stavano lavorando seriamente al suo fianco.

"Buongiorno" sorride Lando per essere cortese, mentre prende la mia mano e la stringe alla sua.

"Se viene qui le posso mostrare delle attività da fare quando non sarà impegnato nel gran premio" dice civettuola.

Ma esattamente, qualcuno glielo ha chiesto?

"Quando non sarà impegnato nel gran premio sarà in stanza con me" sorrido falsamente.

"Certo se vuoi aggregarti pure tu alle attività, puoi farlo" dice scocciata.

"In ogni caso, queste sono le brochure, può scegliere quale attività vuole fare e poi può venire da me a confermare la prenotazione, mi trovo al 4 piano stanza 321" sorride.

Non gli ha davvero dato il numero della sua stanza, vero?

"Grazie mille ma non credo di essere interessato, sarò molto impegnato" dice Lando mentre cerca di essere il più gentile possibile.

"Ho visto dalla sua prenotazione che rimarrete qui fino a mercoledì, quindi avrete tutto il tempo per fare queste attività" dice "Se non mi trovate nella mia stanza potrete chiedere di me al personale" sporge il suo seno prosperoso in avanti e mette un dito sulla targhetta "Sono Michelle"

Ovviamente lo sguardo di Lando cade proprio lì dove voleva lei.

Alzo gli occhi al cielo.

"Menomale che per rimorchiare un ragazzo fidanzato non mi serve mettere in mostra il mio corpo, basta la mia intelligenza, cosa che a molti manca" dico nervosa togliendo la mia mano da quella di Lando.

Mi allontano e prendo le scale per andare in camera sperando che il mio ragazzo mi segua, ma quando entro nella stanza, devo aspettare circa mezz'ora prima che lui arrivi.

"Ti sei divertito con la tettona?" dico sarcastica "No perché se vuoi la prossima volta dimmelo, che vi porto anche una bottiglia di Champagne così brindate alle sue poppe mega galattiche" continuo alzando gli occhi al cielo.

Lando ride.

"Sei sexy quando sei gelosa" afferma appoggiandosi con una spalla al muro.

"Non sono gelosa, punto primo, secondo, sono sempre sexy" dico fingendomi sicura di me.

Era la mia corazza da sempre, fingevo di sentirmi la più bella, la più simpatica e la più forte di questo mondo, ma era solo un modo per nascondere le migliaia di insicurezze.

"Si, sei gelosa" dice lui mentre si avvicina al letto su cui sono sdraiata.

"No signorino Norris" dico imitando la voce della ragazza "Se mi vuoi sono nella stanza 3centotroia" continuo facendo uscire l'italiana che è in me.

"Bella la camera 3centotroia, ci farei una visita" scherza Lando piegandosi su di me e posando le mani ai fianchi della mia testa.

"Vai vai" dico girando il viso prima che possa baciarmi.

Sento la sua risata e non faccio in tempo a nascondere il sorriso che mi nasce sulle labbra.

"Quanto cazzo sei bella" grida tirandosi dritto e camminando verso il bagno per fare la doccia.

Sorrido.

Stare con lui è forse la cosa che mi rende più felice al mondo, poi ci sono le telecamere, che rovinano tutto, sempre.

Prendo in mano il cellulare e dopo aver chiamato la mamma apro Instagram.

Non aprivo quella applicazione da molto tempo e volevo continuare a fare così, ma la curiosità di vedere se ci fossero altri messaggi negativi era troppa.

Appena apro la home appare una foto di Rebecca e Mick.

-

mickschumacher
📍Qatar

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mickschumacher her💘 @ecca.reb

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ecca.reb you💘

katerinaberenhza cuoriciniiii

mick.is.the.son ma quanto sono bellii

f1.lovers come la guarda luiii
schumi.goat trovatemi qualcuno che mi guardi come mick guarda Rebecca🤤

gracejwolff 👸🏻🧟‍♂️
mickschumacher sempre gentile
ecca.reb 🙃

-

charlottesiine

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charlottesiine missing these girlsss 💛 @martina.l @gracejwolff @isahaernaez @katerinaberezhna @sofiarigamonti @ecca.reb

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charles_leclerc missing you☹️

cha.cha.couple charlotte>>>

f1.since.2012 che bel rapporto che hanno creato nei paddock 😍

lando.mylife33 grace è la più BASSA, tra un po' manco si vede, anche se sarebbe meglio non vederla HAHAHAAH

-

formula.one

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formula.one they are the cutest thing ever @ecca.reb @mickschumacher

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lovers.in.f1 my goodness 😍

lando.mylife33 è la migliore amica di @gracejwolff

ecca.mick carinii

the.paddockz lei è bellissima perdonatemi

schumacherthegoat Mick si merita di essere felice e Rebecca mi sembra in grado di renderlo davvero happyyy💘💘

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Hai ricevuto un messaggio da f1.couples.paddock

Lascia Lando, lo rendi solo triste

-

Hai ricevuto un messaggio da landoo.heart

Ma guardati, sei inutile

Ammazzati

Faresti un piacere all'umanità

🖕🏻🖕🏻🖕🏻🖕🏻

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Hai ricevuto un messaggio da norris4lando

Se lo fai soffrire ti ammazzo

e anche la tua famiglia

troia

-
~

Forse le persone non si rendevano conto del significato delle frasi, forse lasciavano che qualsiasi parola gli venisse alla mente, uscisse dalla bocca senza filtri.

Ero felice per Reb e Mick, lo ero davvero, ma non riuscivo a capacitarmi del fatto che i fan odiassero solo la mia relazione.

Sembrava che l'unica relazione sbagliata fosse la mia o addirittura che l'unica persona sbagliata fossi io.

Era possibile che la gente riservasse verso di me un odio così profondo?

Una lacrima riga il mio volto.

Non ero solita a piangere quando sapevo che qualcuno avrebbe potuto benissimo vedermi, in questo caso Lando; ma sentivo ancora l'acqua scorrere nella doccia, quindi c'era tempo prima che uscisse.

Potevo piangere.

Ora potevo farlo.

Potevo lasciarmi andare.

Da sola.

Nel letto.

Perché stavo vacillando.

E mi conoscevo, mi conoscevo troppo bene.

Sarei caduta presto.

Non ero una persona che mollava, che lasciava tutto al caso.

Lottavo sempre per le ragioni che ritenevo opportune, ma certo se avevo davanti qualcuno che non accennava a voler ragionare, lasciavo stare consapevole che l'altra persona non sarebbe mai cresciuta.

Un'altra lacrima segue la prima sulla mia guancia destra.

La lascio scivolare fino al mento, poi quando mi da fastidio, ci passo sopra la mano e la asciugo.

La stanza è leggermente illuminata dalla piccola luce sul comodino del mio ragazzo.

Guardo la finestra e mi concentro sulla luna.

Da piccola volevo fare qualcosa di grande, volevo che le persone mi amassero perché avevo fatto qualcosa di speciale per loro e invece, ora, la gente mi odiava, semplicemente perché amavo.

Ricordo che quando ero bambina volevo crescere, essere indipendente, avere un'auto e guidare lontano, volevo vivere in hotel, non volevo avere una vita fissa in un posto, volevo solo passare da un paese all'altro, volare in Norvegia una settimana, poi spostarmi in Brasile per due mesi, tornare in Italia per qualche giorno e ripartire per il Giappone; Sognavo di viaggiare, di scoprire il mondo.

Poi sono cresciuta e ho scoperto che in Norvegia fa troppo freddo e in Brasile non nevica quasi mai; ho realizzato che l'Italia non è poi così bella come mi dicevano tutti e il Giappone è pieno di smog.

Alla fine il mondo era un illusione e io lo avevo realizzato solo a 13 anni.

La vita che si vede nei cartoni animati, nei film è tutta rose e fiori, con il "vissero per sempre felici e contenti".

Anthoine mi aveva insegnato che il "per sempre" non esisteva e la relazione con Lando mi stava facendo intuire che il "felici e contenti" era solo dettato dalle circostanze.

Quindi avevo imparato a mie spese che le rose pungevano e i fiori marcivano.

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