LOVE ON THE RUN

By meemedesimaa

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Grace Jasmine Wolff, la figlia del famoso Team Principal Toto Wolff, ha 18 anni, quasi 19, e ha sempre avuto... More

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.ventotto.

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By meemedesimaa

Il venerdì era quasi finito e io non mi ero ancora alzata dal letto dell'hotel.

I graffi sulle mie braccia erano guariti e il livido lasciatomi, involontariamente, da Seb era quasi impercettibile.

Però, indossare magliette a maniche lunghe e felpe con più di 35° non era stata una delle migliori idee, infatti ciò mi aveva provocato una bella influenza o colpo di calore, chiamatelo come volete, fatto sta che ieri mi era salita un grande febbre accompagnata da un forte mal di testa.

Oggi stavo decisamente meglio, per questo avevo deciso che sarebbe stato il mio ultimo giorno di convalescenza, dato che l'indomani sarebbe stato il compleanno di Lando e non potevo di certo restare a letto per sempre.

In tutto questo trambusto la febbre mi aveva impedito di andare a comprare il regalo per il mio ragazzo, perciò avevo commissionato la spesa a Charlotte che con tanta pazienza aveva accettato.

La ragazza era teneramente venuta a vedere come stavo e io le avevo rifilato in mano una busta con dei soldi e grazie al mio smagliante sorriso e gli occhi lucidi per la stanchezza l'avevo convinta ad andare a ritirare in negozio le Jordan 1 Retro High OG Seafoam per il mio ragazzo.

Mi ero follemente innamorata di quelle scarpe quando una sera Lando me le aveva fatte vedere, diceva che le voleva comprare, ma visto che aveva appena comprato le Jordan 1 Retro High Travis Scott, aveva deciso di rimandare quella spesa.

Così io avevo preso la palla al balzo e dato che i soldi non mi mancavano di certo, avevo deciso di fargli questo regalo.

Ieri sera, prima che i ragazzi tornassero dalla conferenza stampa, Char mi aveva portato le scarpe e io l'avevo ringraziata altre 100 volte, per poi nascondere il pacchetto regalo nella mia valigia vuota che adesso si trovava sotto il letto.

Da quel momento in avanti avevo iniziato a sperare che a Lando non venisse la malsana idea di aprire le valigie, ma dopo tutto perché avrebbe dovuto farlo? E soprattutto perché avrebbe dovuto aprire proprio la mia?

Sento la porta aprirsi segno che il mio ragazzo ha concluso la sua giornata di lavoro.

Finalmente entra nella mia visuale e si butta sul letto ancora tutto sudato.

"EI NO, ALZATI" lo sgrido tirandogli dei piccoli calci da sotto le coperte.

"Sono più che sicuro che Isa quando Carlos torna a casa, non gli tira dei calci" afferma ridendo.

"E io sono più che sicura che Carlos non si sdraia sudato sulle coperte pulite" ribatto.

Fa una smorfia e poi si alza.

"Ciao piccola, come stai?" chiede venendo verso di me e lasciandomi un bacio leggero sulle labbra.

"Bene, ma sta sera preferisco stare ancora qui, non ho molta fame e voglio riprendermi al meglio per essere al top domani" affermo "Ma se tu vuoi vai pure con gli altri" sorrido.

"Andiamo a mangiare un boccone e poi torno da te" dice lasciandomi un altro bacio, facendo durare anche questo troppo poco per i miei gusti.

"Fai con calma, tanto verso le 20 passa il mio papi a trovarmi" dico e lui strabuzza gli occhi scherzosamente.

"Pensare a Toto Wolff come 'il mio papi' fa un po' ridere ammettiamolo" afferma.

"Si forse si" rido anche io.

"Comunque se la metti così resterò fuori un po' di più" continua a ridere.

Papà e Lando non si erano ancora incontrati dal giorno in cui avevo detto a Toto della mia relazione e forse era meglio così, perché anche solo quando si incrociavano, lo sguardo di Wolff uccideva quello di Norris.

Entrambi sapevano che prima o poi avrebbero dovuto scambiarsi due parole, ma sembrava che si ignorasssero perfettamente a vicenda; potevo capire il timore di Lando, Toto Wolff sapeva fare davvero paura.

Va in bagno e in 5 minuti è fuori con i capelli bagnati.

"Domani a che ora finisci?" chiedo posando il libro sul comodino.

"Alle 17 dovrei aver finito tutto" afferma mentre si asciuga i capelli con una salvietta.

"Ti porto fuori a cena, devi vestirti bene" gli sorrido.

"Sono sempre vestito bene" dice quasi offeso.

"Insomma, la tuta blu e arancione con cui entri nella tua monoposto non è proprio alla moda" rido.

"Ma come ti permetti?" dice per poi riflettere sulle mie parole "No ok forse hai ragione, ma tu non hai visto quella di Monaco, quella tuta era spaziale" continua.

Prende dei vestiti e li indossa, dopo qualche altro minuto passato a parlare con me, mi saluta e va a mangiare insieme ai ragazzi.

Aspetto poco tempo, prima di veder arrivare papà.

"Ciao Scricciolino" dice non appena gli apro la porta "Come stai?" chiede stringendomi in un abbraccio.

"Bene, devo aver preso un colpo di calore, non sono abituata a questo caldo, in Italia ora ci sono a dir tanto 2 gradi" dico.

Annuisce e mi porge un sacchetto "Questo è per Norris, per domani, speravo di trovarlo, ma a quanto vedo se l'è filata a gambe levate" ride guardando la stanza disordinata, con gli asciugamani che il mio ragazzo ha lasciato a terra.

"Già, scusa il disordine, Lando non conosce proprio la definizione di ordine" affermo raccogliendo i vestiti da terra.

"Non preoccuparti camera tua non era tanto migliore quando abitavamo in America" ride sedendosi sulla sedia della scrivania.

"Ho portato anche da mangiare" sorride indicando le buste che ha posato sul tavolo.

Vorrei dirgli che non ho per niente fame, ma si preoccuperebbe per niente e poi vogliamo parlare del fatto che è passato a prendere il sushi prima di venire qui?

-

Passiamo una serata tranquilla, non trascorrevo così tanto tempo con lui da davvero tantissimi anni.

Il mio cellulare inizia a squillare e sullo schermo appare il nome di Tommaso.

Tempismo perfetto devo dire.

Riposo il telefono con l'intento di ignorare la chiamata; So bene quanto a papà non vada a genio il nuovo compagno di mamma.

"Rispondi pure" afferma.

Lo guardo per qualche secondo poi accetto la videochiamata.

"Ciao amore mio" la voce di mamma mi arriva alle orecchie in modo troppo acuto "Stavate mangiando tu e Lando? Scusaci, ti richiamo dopo" continua.

"No mamma tranquilla, in realtà sono qui con papà" le sorrido inquadrando l'uomo al mio fianco che fa un leggero cenno con la mano.

"Oh ciao e Lando?" chiede.

"È uscito con gli altri, io non sono stata molto bene ieri, quindi ho preferito stare in Hotel" spiego.

"Tutto bene amore?" chiede.

"Si si, solo un colpo di caldo" alzo le spalle.

"Toto ti ho affidato nostra figlia e la fai ammalare? prenditi cura di lei" scherza mamma.

"Mi sa che la vedi più tu in chiamata che io dal vivo" ride.

Era vero.

Io ero sempre con i miei amici  mentre papà era indaffarato nei weekend di gara e raramente riuscivamo ad incontrarci nei paddock.

"Guarda chi vuole salutarti" dice Tommaso inquadrando Kentucky.

"Il piccolo cane merda, mi manca" sorrido.

Voglio davvero tanto bene a Ken, eppure non posso fare a meno di insultarlo.

"Grace" mi rimprovera mamma.

Alzo le spalle.

"Vi lasciamo mangiare, quando tornate dal Qatar passa qui con Lando che devo dargli il suo regalo" dice mamma.

"Non credo che possa, ha in ballo un sacco di cose con il trasferimento" le dico.

"Trasferimento?" domanda.

"Non lo sai? Va a vivere a Monaco" sorrido.

"Oddio sono così felice, sarà più vicino a noi, sono solo 3 ore e mezza di auto" afferma entusiasta.

"Già, sarà bello" dico ridendo.

È forse più emozionata mia mamma per questo spostamento rispetto a me, vuole davvero tanto bene a Lando.

Dopo aver salutato tutti, butto giù la chiamata.

"Ma dimmi, com'è questo Tommaso con mamma?" chiede papà.

Sorrido pensado che forse le parole che Rebecca aveva detto a mia mamma qualche mese prima, a Monza, non erano poi totalmente false.

Forse papà era davvero geloso di mamma.

"È bravo, la tratta come una principessa; la sera quando lei è stanca si offre di cucinare, la porta a fare gite ogni weekend, cosa che come sai ha sempre amato fare, lo scorso natale ci ha portati in montagna e si è fatto una camminata di 2 ore per arrivare alla baita con le nostre valigie, perché non voleva lasciarcele portare" racconto.

"Sembra perfetto" dice con sguardo triste.

Lascio che il silenzio riempia la stanza mentre cerco parole di conforto.

Non sono brava a consolare.

"Adesso sono grande papà, puoi dirmi perché vi siete lasciati" dico posando la mia mano sulla sua.

Ormai avevo capito che si amavano ancora, diversi segnali mi avevano permesso di capire questa cosa.

"Grace" dice il mio nome con voce rassegnata "con il passare del tempo capirai che a volte è meglio così, capirai che potrai amare profondamente quella persona, ma se le circostanze non lo permettono non potrete mai stare assieme ed essere felici davvero" mi guarda negli occhi e continua "Ci sono cose nella vita che non puoi controllare e credo tu lo abbia già imparato a tue spese" si ferma e mi sorride, penso si riferisca ad Anthoine.

"Spesso e volentieri le persone che ti circondano, il lavoro e il contesto in cui è immersa la tua relazione ti verranno contro e potrai lottare, potrai lottare quanto vuoi, potrai prendere voli a orari improponibili per cercare di essere presente ad ogni evento importante per la tua famiglia o potrai ignorare quello che le persone pensano e dicono di te, potrai fare tutto questo, ma non sarà mai abbastanza" i suoi occhi luccicano e solo ora mi rendo conto di non averlo mai visto piangere.

Le parole che dice sembravano essere state scritte proprio per me.

"Potrai lottare quanto vuoi Grace, ma se la vita ha preso una decisione al posto tuo, non potrai fare niente" ammette sincero facendomi intuire quanto abbia sofferto per la decisione di divorzio presa con mia madre.

Non riuscivo proprio a capire come fosse possibile che l'amore fosse in grado di renderti la persona più felice sulla faccia della terra e ammazzarti allo stesso tempo.

"E per me e Coraline è stato così, la vita ha deciso per noi; io mi sono sforzato di essere presente al tuo compleanno, a quello di Blake e al suo, prendevo anche 5 aerei al giorno per raggiungervi; anche a Natale, Pasqua o qualsiasi altra festività, mi capitava di essere lì solo per qualche ora perché poi avevo dei lavori da svolgere dall'altra parte del mondo, ci ho provato, dormivo sugli aerei e non mi fermavo mai a pensare, perché non avevo tempo" dice ricordando i giorni degli anni precedenti.

Sospira e mi fa intuire quanto la sua vita fosse estenuante e distruggente.

"Però evidentemente non è stato abbastanza, la vita aveva già deciso per noi e io non ho potuto fare nulla, ho dovuto lasciarvi andare, per forza, contro la mia volontà" dice sorridendo tristemente.

"Credimi, se avessi avuto più tempo forse avrei trovato una soluzione, perché l'idea di chiedervi di farvi trasferire in Italia mi era già balenata per la testa" mi informa "Però non volevo stravolgere le vostre vite" dice guardando il vuoto.

"Probabilmente se ve lo avessi chiesto prima che tua madre mi porgesse il foglio del divorzio, ora non saremmo qui a parlare di queste cose, ma ci troveremmo a cena tutti insieme, magari con un figlio in più" sorride.

Era triste il fatto che lui avesse lottato fino allo sfinimento senza riuscire a raggiungere i suoi obbiettivi.

"Tua madre desiderava così tanto un'altra femmina" ride "A me non allettava l'idea di avere un altra ragazza da dover proteggere, ma lo avrei fatto per la mamma, avrei convissuto con la mia gelosia" ammette.

Rido, perché so bene quanto papà sia geloso di me.

Una domanda mi sorge spontanea, ma non sono sicura di volergliela chiedere, ho paura di ferirlo ancora di più; però ho bisogno di sapere.

"Ma tu la ami ancora?" chiedo dopo aver lottato per diversi minuti contro la mia coscienza.

Gli occhi che aveva abbassato per non far vedere il luccichio che li innondavano si puntano nei miei e sento una vibrazione al cuore, come se le parole che mi avrebbe detto poco dopo si sarebbero tatuate nella mia anima.

"Certo che la amo, non puoi smettere di amare qualcuno se il vostro amore era vero; Non amerò mai nessuno più di quanto io abbia amato lei, ma posso provare ad amare qualcuno che sia simile a lei e che mi faccia stare bene" dice "Non so se ci riuscirò, ma la vita va avanti, Coraline è andata avanti e io non posso restare fermo" conclude.

~

Papà se n'era andato già da parecchio tempo, la nostra conversazione aveva segnato profondamente il mio cuore e non potevo fare a meno di pensare alle sue parole.

Sembravano una lezione perfetta su quello che stavo passando per via dei fan e della relazione con Lando.

Ma al contrario di come aveva detto papà io non avrei lasciato che la vita decidesse per me.

Il telefono inizia a squillare.

"Ei piccola come stai?" domanda Lando appena rispondo.

"Bene, la tua serata?" chiedo.

Mi faceva sorridere pensare che anche quando era con i suoi amici ogni tanto pensava a me.

"Bene, volevano andare in un locale, ma non volevo che ti sentissi sola, quindi se vuoi che torno in camera basta dirmelo" dice premuroso.

"Non preoccuparti, tra poco andrò a dormire, così sarò al massimo della forma per domani" dico.

"Va bene, allora mi ricorderò di fare piano quando entro per non svegliarti" dice e io sorrido sicura che mi sveglierà.

"Va bene, divertiti ma stai attento e non guardare altre ragazze" dico ridacchiando.

"Certo capo ma come protri guardare qualcun'altro se so che nel mio letto c'è la ragazza più bella del mondo che mi aspetta?" afferma "No ok questa era davvero troppo dolce come cosa" ride subito dopo.

"Grazie a dio lo hai capito da solo, non volevo smontarti i tuo complessi mentali" rido.

"Va bene, buonanotte amore" mi saluta.

"Buonanotte, sta attento e se devi guidare non bere, ti amo" dico velocemente prima che chiuda la chiamata.

Sorrido pensando a quanto il mio cuore batta più forte quando sento la sua voce.

L'amore che provo per Lando è un amore diverso, insolito, un amore che non si può spiegare perché ti toglie il fiato e le parole di bocca.

Può crollarmi tutto il mondo addosso, ma se lui è lì con me non sento dolore.

Ricordo la prima volta che l'ho visto fuori dai paddock del Belgio, non sapevo chi fosse eppure quando mi aveva rivolto la parola un senso di serenità aveva invaso il mio stomaco.

Forse le parole di papà non erano vere; Forse non era la vita a scegliere per noi;
Forse era il Karma, le cose giravano e proprio nel posto in cui avevo perso la persona più importante della mia vita, ne avevo conosciuto una altrettanto importante.

Il karma era stato lento ci aveva impiegato due anni ma alla fine era arrivato anche da me.

Con questi pensieri, poso il telefono e sistemo la testa sul morbido cuscino, infine mi addormento, con la luce della luna che batte sul cuscino di Lando, la pace nel petto e la mente vuota dai brutti pensieri.

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