LOVE ON THE RUN

By meemedesimaa

121K 3.6K 201

Grace Jasmine Wolff, la figlia del famoso Team Principal Toto Wolff, ha 18 anni, quasi 19, e ha sempre avuto... More

.uno.
.due.
.tre.
.quattro.
.cinque.
.sei.
.sette.
.otto.
.nove.
.dieci.
.undici.
.dodici.
.tredici.
.quattordici.
.quindici.
.sedici.
.diciassette.
.diciotto.
.diciannove.
.venti.
.ventidue.
.ventitre.
.ventiquattro.
.venticinque.
.ventisei.
.ventisette.
.ventotto.
.ventinove.
. trenta.
.trentuno.
.trentadue.
.trentatré.
.trentaquattro.
.trentacinque.
.trentasei.
.trentasette.
.trentotto.
.trentanove.
.quaranta.
.quarantuno.
.quarantadue.
.quarantatre.
.quarantaquattro.
.quaranracinque.
.qurantasei.
.quarantasette.
.quarantotto.
.quarantanove.
.cinquanta.
---

.ventuno.

2.1K 68 0
By meemedesimaa

"Piccola" il sussurro di Lando mi fa aprire gli occhi di scatto e alzare dal letto con un sorriso a 32 denti.

Non so se grazie al discorso di Rebecca o grazie alla dormita decisamente rilassante, ma ero riuscita a farmi scivolare addosso tutto ciò che era successo e a pensarci un po' di meno

"Lando" grido per poi lanciarmi su di lui il più velocemente possibile "Finalmente sei qui" dico staccando il mio viso dal suo collo e guardandolo negli occhi.

Sorride e io mi innamoro sempre di più della luce che emette quando è felice.

"Mi sei mancata" dice posando le sue labbra sulle mie.

Le mie gambe sono attorcigliate sui suoi fianchi mentre le mie mani sono incastrate nei ricci che ha in testa, al contrario, le sue stringono in modo delicato la mia vita.

Le farfalle ricominciano a volare nel mio stomaco come se qualcuno mi avesse appena messo sotto il naso, una pizza napoletana.

Lando mi faceva più o meno lo stesso effetto che mi faceva il cibo.

"Se ogni volta mi aspetti in hotel con il culo all'aria penso che potrei tornare più veloce di quanto credi" ride.

Lo colpisco con una manata sul braccio e lui mi lascia cadere sul materasso.

"Io penso che potrei non venire più dopo che hai detto alla receptionist che mi chiamo Gocciola, mi hai fatto fare una figura di merda" dico ridacchiando.

"Secondo me era divertente" ride ancora.

Roteo gli occhi.

"Andiamo a mangiare?" chiede staccandosi da me.

"Ma sono le.. " mi interrompo guardando la sveglia sul comodino "È quasi mezzanotte" concludo.

Avevo davvero dormito così tanto?

"Hai ragione è tardi e se devo dirti la verità io ho già mangiato, ma ho comunque fame" si lamenta come un bambino mentre mi tiene ancora tra le sue braccia.

Sorrido e lascio un bacio sulle sue labbra per poi rimettere i piedi a terra e andare verso il mio zaino.

"Tieni" gli porgo il panino che mamma mi aveva fatto per il viaggio e il pacchetto di patatine aperto e non finito, che avevo comprato in aeroporto.

"Lo ha fatto mia mamma stamattina, non so quanto possa essere ancora buono" gli spiego riferendomi al panino.

I suoi occhi si illuminano e io scoppio a ridere.

Il ragazzo prende il pane tra le mani e si butta sul letto a mangiare.

"Io voglio tua madre in casa mia, posso assumerla come cuoca?" chiede.

"Ti direi di sì se non fossi gelosa di lei, ma lo sono, è solo la MIA mamma" sottolineo ridendo e stendendomi al suo fianco.

Lo guardo mangiare felice come un bambino che ha davanti al sua torta di compleanno preferita.

"Quindi lo ufficializziamo sta settimana?" chiede all'improvviso mentre continua a masticare.

I miei occhi si spalancano e ringrazio dio di aver il mio viso attaccato al suo petto in modo che non possa vedere la mia espressione.

Era chiaro che si riferisse alla nostra relazione, ma chiedo comunque per sicurezza.

"Ufficializziamo cosa?" domando tenendo la mia guancia sul suo pettorale sinistro.

"Il nostro fidanzamento" dice ovvio mentre mastica.

"Non erano questi i patti" dico dopo qualche attimo.

"Non ci devono essere patti in una relazione Grace" ammette.

Mi alzo e poso la mia schiena sulla testata del letto, poi volto la mia testa verso di lui e lo guardo.

"Hai ragione, ma sai come mi sento a riguardo" dico.

"Piccola, le cose tra noi stanno andando alla grande e io voglio urlarlo al mondo, voglio baciarti prima e dopo una gara indipendentemente da come è andata, voglio dire a Max che lui non ha niente a che fare con te e che l'unico che può toccarti sono io. Voglio che tutti i ragazzi che ti guardano nei paddock sappiano che sei mia e non sai quanti piloti mi hanno parlato di te negli ultimi Gran Premi dicendomi quanto tu sia bella e che vorrebbero provarci con te. Grace, io voglio renderlo ufficiale" dice tutto d'un fiato.

"Anche io vorrei Lando, ma ho paura, te l'ho detto" ammetto.

"Ma cos'è che ti fa così tanta paura?" chiede mentre continua a masticare quel panino che ora vorrei tanto prendere e lanciargli in faccia.

"Non lo so, mi spaventa tutto quando si tratta di te, anche la più stupida delle cose mi sembra possa distruggere la nostra relazione" spiego alzandomi e iniziando a camminare per la camera.

Faccio i km quando sono nervosa.

Sento dei brividi e non so bene se per il freddo, dato che sono rimasta in intimo, o per il fatto che questa conversazione mi fa quasi venire voglia di vomitare.

"Grace non possiamo vivere in un teca di cristallo, ci faremmo male comunque" questa volta alza il tono di voce.

"Allora perché ci siamo messi assieme se sappiamo che ci faremo male?" grido anche io.

Lui rimane in silenzio, assorto nei suoi pensieri.

Il nervoso mi sta facendo uscire di testa.

Prendo lo zaino e dopo aver aperto la valigia, ci infilo dentro dei vestiti, indosso una tuta a caso, afferro il cellulare e poi senza dire niente esco dalla stanza.

Non sarei tornata lì a dormire, a costo di dover pagare un'altra camera, di sostare sotto a un ponte o di dover chiedere a un senza tetto di prestarmi una coperta per la notte.

Lando non ferma la mia fuga, non ci prova nemmeno e questo mi distrugge il cuore.

~

"È normale litigare" dice Charlotte accarezzandomi una guancia, mentre Charles mi fissa nello stesso modo da quando ho spiegato ad entrambi che io e Lando stiamo segretamente insieme.

Il ragazzo inizialmente credeva scherzassi, poi la sua fidanzata lo ha ammutolito con un "Che ti avevo detto io? Devi sempre ascoltare le donne".

Evidentemente avevano già parlato di me e dell'inglese prima di quel momento.

"Si voglio dire, io e Char litighiamo di continuo" si risveglia improvvisamente il pilota della Ferrari.

"È diverso, tutti vi amano assieme" dico.

"Ameranno anche voi, devi avere fiducia" dice Charlotte "Credi che alla mia ex migliore amica, non che la ex di Charles, piacesse vederci insieme?" chiede "No, però sai cosa mi importava? meno di zero, avevo l'uomo della mia vita al mio fianco ed era abbastanza" sorride.

"E se non piacciamo a nessuno?" chiedo demoralizzata.

"Non dovete piacere agli altri, ma a voi stessi" dice Charles mettendo una mano sulla mia testa e stropicciando i miei capelli puliti.

Respiro profondamente e in un lampo di lucidità mi rendo conto di aver fatto irruzione nella loro camera all'una di notte, prima delle qualifiche di un Gran Premio.

"Oddio, scusate l'intrusione, me ne vado, Charles deve riposarsi e non avrei dovuto interrompere qualsiasi cosa steste facendo" dico alzandomi di scatto.

Ero così arrabbiata quando avevo bussato alla loro porta che non avevo nemmeno pensato al fatto che potessero star facendo altro, si beh, cose da coppie.

Charlotte mi ferma per il polso.

"Non pensare nemmeno che ci hai dato fastidio va bene?" dice.

"Beh a me un po' ha dato fastidio" ride Charles tirandomi su leggermente il morale.

Sapevo che stava scherzando, ma il senso di colpa in me non accennava ad andarsene.

"Se hai bisogno, hai il mio numero" dice la ragazza.

Annuisco ed esco dalla stanza scusandomi per la milionesima volta.

La mia tenera età probabilmente faceva sentire tutti in dovere di aiutarmi e proteggere, ciò mi faceva sentire accudita da una parte, ma fin troppo viziata dall'altra.

Non sarei tornata in stanza da Lando, non lo avrei fatto manco morta, o meglio, prima o poi avrei dovuto farlo e avrei dovuto persino affrontarlo, ma non era questo il giorno.

Cammmino piano per i corridoi dell'hotel pluristellato senza una meta precisa e mi siedo sulle scale.

Se qualcuno mi vedesse qui pensarebbe che sono pazza.

Ho provato a chiamare sia Martina che Sofia, ma credo siano entrambe svenute dalla stanchezza come lo hanno fatto probabilmente anche i ragazzi, Rebecca invece penso sia a cena con Mick e non mi preoccupo nemmeno di chiamarla.

Pierre è sicuramente con Katerina e Carlos con Isa; non voglio disturbare anche loro.

Escludo in partenza mio papà, da cui non andrei nemmeno sotto tortura e Daniel che invece è peggio di un vecchietto e sarà già nel mondo dei sogni.

Mi rimangono Max o Lewis.

Opto per il secondo, dato che ho già litigato abbastanza con Lando e non voglio mettere ulteriore benzina sul fuoco, andando da Max.

Scendo alla reception e mi faccio dire il numero della stanza di Lewis.

La ragazza un po' titubante, dopo avermi chiesto chi sono e aver appurato la veridicità delle mie credenziali mi riferisce il piano e la stanza così salgo verso camera sua.

Ho combinato parecchi casini in questi ultimi mesi e forse è arrivato il momento che io ne sistemi qualcuno.

Busso alla porta, prima piano e poi con un po' più di forza.

"Chi è?" chiede Lewis con voce assonnata.

"Se ti dico che sono Grace mi apri comunque?" chiedo.

Sento qualcosa sbattere contro il pezzo di legno davanti a me, probabilmente la  testa di Lewis, poi la serratura scatta e la porta si apre.

"Che ci fai qui?" chiede assonnato.

I miei occhi scattano su di lui e la sua espressione mi fa capire che stava dormendo.

Ok forse avrei dovuto ifnorare il senso di colpa verso Lando e andare da Max, non avevo tenuto conto del fatto che Lew era un pigro atomico e si addormentava alle 19 di sera.

Ma forse, sotto sotto un po' si meritava di essere svegliato nel pieno della notte.

Ok no, sono terribile.

"Cos'è successo?" chiede questa volta un po' più preoccupato.

Si sposta su un lato e mi permette di entrare nella sua suite, tre volte più grande della camera mia e di Lando.

Faccio un passo in avanti ed entro.

Appena chiude la porta mi chiede di nuovo perché sono lì.

"Possiamo parlare?" chiedo sottile.

"Grace è l'una di notte e io domani avrei delle qualifiche da disputare" dice.

Era plausible non volesse voglia parlare con me, ma aveva sicuramente capito che c'era qualcosa che non andava.

"Dai vieni qui, dormiamo e domani mattina parliamo" dice.

Annuisco e mi avvicino al suo letto.

Mi infilo sotto le coperte al fianco di Lewis e con una pace che solo l'inglese al mio fianco riusciva a darmi, mi addormento.

Hamilton era questo per me, Hamilton assomigliava tanto alla mia casa.

~

Apro gli occhi quando sento la sveglia di Lewis suonare senza sosta.

Mi volto, ma del ragazzo non c'è alcuna traccia.

Spengo il fastidioso rumore del suo telefono e mi stiracchio.

"Pensavo fossi cambiata, ma ora che ti vedo ti rimani sempre lo stesso bradipo" ride Hamilton uscendo dal bagno con un asciugamano intorno alla vita e il suo bel fisico in mostra.

Non mi ero mai sentita in imbarazzo di fronte a lui, ormai avevamo visto il meglio e il peggio l'uno dell'altro.

"Io pensavo fossi stronzo, anzi no lo penso ancora" dico con un sorriso malefico mentre mi metto seduta.

"Dobbiamo parlare?" chiede sedendosi ai piedi del letto.

"Mi manca romperti le scatole" ammetto con un sorriso.

"Io ero così felice e sereno senza di te a dir la verità" dice mentendo palesemente.

"Perché hai avuto quella reazione?" chiedo riferendomi alla serata a Monza.

"Perché io ci tengo a te, lo sai" dice.

Annuisco.

"Non voglio che stai male e l'amore porta solo a questo, voglio proteggerti e soprattutto non voglio che tu stia con un pilota, la vita è imprevedibile con noi, tu lo sai più di tutti" continua.

"Lew la vita è imprevedibile con tutti, certo voi ve le andate proprio a cercare, però non si può sfuggire al destino" sorrido.

Lui annuisce e si siede al mio fianco.

"Hai sofferto tanto Grace, non voglio vederti stare male di nuovo" dice serio.

Sapevo che era per questo, lui aveva sempre voluto proteggermi, lo faceva da quando ci eravamo conosciuti esattamente 8 anni prima.

"Mi ha fatto più soffrire, vederti andare via piano piano da me senza un motivo apparente, di quanto potrebbe farmene un cuore spezzato" dico con innocenza e dalle mie parole era evidente che nessuno mi avesse mai spezzato il cuore prima d'ora.

Mi guarda scaldandomi l'anima.

Poso la mia testa sulla sua spalla e lui mi accoglie in un abbraccio.

"Scusa" sussurra per poi lasciarmi un bacio sulla fronte.

"Scusami tu, mi sento responsabile di quel taglio sul labbro" dico realizzando in quel momento che prima o poi dovrò parlare anche con Max.

"Oh no, Max mi ha tirato un pugno perché da gran provocatore che sono, ho tirato in mezzo sua sorella" dice Lewis.

"Ah beh, ora sono sollevata" ammetto ridendo.

"Vieni al circuito con me?" chiede.

Sarei dovuta andare da Lando prima delle fp3, se c'era una cosa che avevo capito grazie alle esperienze della mia vita era che non si lasciava mai salire una persona arrabbiata con te, su una monoposto che va a più di 300 km/h.

Ma per ora il mio ragazzo poteva aspettare, perché fino a quel momento lo avevo messo davanti a tutti e proprio per questo motivo io e Lew avevamo litigato.

"Voglio dirti una cosa" ammetto.

Era arrivato il momento che lui sapesse di me e Lando prima che i giornalisti facessero soldi sulla nostra storia.

Il suo sguardo preoccupato si posa sulla mia figura abbastanza velocemente e mi incita a parlare.

C'erano due modi per dire questa cosa, il primo era sicuramente il preferito dall'inglese davanti a me, diretto, tutto in una botta sola; il secondo era quello che piaceva di più a me, arrivarci con calma e fare dei ragionamenti in modo che avrebbe capito ancora prima che le fatidiche parole sarebbero uscite dalla mia bocca.

Andai per la modalità preferita da Lewis, la mia mente pensava che se avessi scelto quella via probabilmente si sarebbe arrabbiato di meno.

"Grace mi fai preoccupare" dice interrompendo i miei pensieri.

"Io e Lando stiamo insieme" dico tutto d'un fiato.

"Tu e Lando" ripete.

"Io e Lando" lo seguo.

La sua espressione non lascia trasparire alcuna emozione e questo mi fa tremare.

"State insieme" dice facendo dei gesti con le mani.

"Stiamo insieme" continuo ad imitarlo nelle parole.

"No" dice.

"Si" ammetto.

"Cazzo Grace, cosa ti ho detto poco fa?" sbraita alzandosi in piedi e mettendosi le mani nelle treccine.

Inizia a camminare per la stanza senza sosta mentre io non so esattamente cosa fare.

"Lew io sono felice con lui" sussurro con una sincerità assurda.

Tira un sospiro profondo e poi lascia scivolare le sue mani dai capelli al viso.

Annuisce.

"Scusa" ammette, poi si avvicina con cautela e mi prende il viso tirandolo verso di lui.

"Non preoccuparti" lo rassicuro.

Lascia un bacio sulla mia fronte.

"In realtà abbiamo già litigato quindi non so se stiamo ancora insieme" gli spiego.

Appoggio la mia guancia sul suo petto e lo sento sospirare.

"Qualcosa che si può risolvere o devo andare a spaccargli il muso?" dice accogliendo il mio abbraccio e stringendomi il più possibile.

"In realtà credo sia colpa mia, ho paura di dire a tutti della nostra relazione, lo sapete solo tu, Charles, Charlotte, le nostre famiglie e il suo migliore amico Max Fewtrell, per ora" affermo.

"Ne sono onorato" ridacchia "A parte gli scherzi sono davvero felice me lo abbia detto tu" dice stringendo la mia testa al suo petto "Ma perché hai paura che lo sappiano anche altri?" continua facendomi la domanda più gettonata degli ultimi giorni.

"Perché è tutto così puro, dolce e delicato nella nostra bolla, mentre intorno a noi sembrano tutti assetati del dolore altrui" dico poi continuo notando la sua espressione confusa "Voglio dire che ho paura che siano cattivi con noi e di non piacere ".

Mi stacco dall'abbraccio per guardarlo in quegli occhi che mi trasmettono sempre una grande tranquillità.

"Grace non ti dico che sarà facile perché se lo facessi sarei solo un falso, dovrete lottare, ma alla fine, se riuscirete a passare tutti i momenti difficili potrai stare sicura che sarà amore vero" mi lascia spiazzata.

Le sue parole mi colpiscono talmente tanto che credo di essermi finalmente schiarita le idee.

Sorrido e sussurro un "Grazie"

Lui mi imita, ma poi la sua serietà sbocca in una semplice e dolce risata.

"Dai andiamo o mi farai fare tardi e se dico a tuo papà che è colpa tua non so se mi perdonerà dato che è ancora parecchio incazzato con te" dice mentre si infila una maglietta.

"Davvero? Non lo avrei mai detto, c'è qualcuno che non ce l'ha con me ultimamente?" chiedo sarcastica prendendo lo zaino preparato velocemente il giorno prima e sperando che ci sia qualcosa di adatto da indossare.

Continue Reading

You'll Also Like

5.6K 647 85
Settima parte del romanzo "Dolore e Perdono" (nove in totale) Una storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie c...
75K 2.4K 51
(sequel di "Love On The Run") Grace era andata avanti. Lando aveva superato la cosa e aveva Luisa a dargli il bacio della fortuna prima di ogni gara...
26.7K 766 41
Aria di era ripromessa di non farlo, ma ci cascò di nuovo in quegli occhi verdi. Quegli occhi che la rapirono dal primo momento; quegli occhi che le...
5.3K 336 18
Chiara, ballerina di 19 anni, entra nella scuola di amici, non sapendo che oltre al ballo scoprirà di avere un'altra passione... femxfem