La Tatocrazia

By LordCousland

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Dopo la terribile pandemia Covid, durante la quale l'umanità ha dato il peggio di sé, il mondo sta marciando... More

PERSONAGGI
PROLOGO
CAPITOLO 1: L'ARRIVO DI TATA SONIA
CAPITOLO 2: LA PRIMA PUNIZIONE
CAPITOLO 3: IL CAMBIO DEL PANNOLINO
CAPITOLO 4: PAPPA
CAPITOLO 5: LEZIONI DI IGIENE
CAPITOLO 6: INCONTRO AL PARCO
CAPITOLO 7: LA RAGAZZA
CAPITOLO 8: DALLA PARRUCCHIERA
CAPITOLO 9: CAPRICCI ED INCIDENTI
CAPITOLO 10: RITORNO A CASA
CAPITOLO 11: CAMBIAMENTI
COMUNICAZIONE AI LETTORI
CAPITOLO 12: TEMPO DI RELAX
CAPITOLO 13: POMERIGGIO CON LA TATA
CAPITOLO 14: BAGNETTO
CAPITOLO 15: LA MESSA A LETTO
CAPITOLO 16: RICCARDO VA ALL'ASILO
CAPITOLO 17: LE MAESTRE
CAPITOLO 18: IL PIANO DI ALICE
CAPITOLO 19: ALICE LE PAGA TUTTE
CAPITOLO 20: TUTTI IN MENSA
COMUNICAZIONE AI LETTORI 2
CAPITOLO 22: QUALCHE RISPOSTA
CAPITOLO 23: COLLOQUIO GENITORI-INSEGNANTI
CAPITOLO 24: INCIDENTI DI VARIO TIPO
CAPITOLO 25: VIDEOCHIAMATA
CAPITOLO 26: INIZIA IL PIGIAMA PARTY
CAPITOLO 27: IL CUORE DI RICCARDO
CAPITOLO 28: EDUCAZIONE SPECIFICA
COMUNICAZIONE AI LETTORI 3
CAPITOLO 29: DURO LAVORO E MERITATO RELAX
CAPITOLO 30: L'EPOPEA DEL PARCO GIOCHI
CAPITOLO 31: NAUGHTY DREAMER
CAPITOLO 32: SI TORNA ALL'ASILO
CAPITOLO 33: LA LEZIONE SPECIALE
CAPITOLO 34: LA PUNIZIONE DELLA MAESTRA
CAPITOLO 35: RIVELAZIONI
CAPITOLO 36: ELEONORA HA UN PROBLEMINO
COMUNICAZIONE AI LETTORI 4
CAPITOLO 37: VISITA A SOPRESA
CAPITOLO 38: RICCARDO & FRANCESCA
CAPITOLO 39: REGOLE STRADALI
COMUNICAZIONI AI LETTORI 5
CAPITOLO 40: AL SUPERMERCATO

CAPITOLO 21: LA MESSAGGERA DEL SOGNO

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By LordCousland

Riccardo e le ragazze stettero in mensa per un po', in attesa che Milena tornasse con Eleonora dopo averla pulita per bene. Il ragazzo cercò di non pensarci, ma non poteva fare a meno di farlo: l'idea della sua cotta nuda sul fasciatoio era un pensiero eccitante, era difficile negarlo. Tuttavia, cercò in tutti i modi di distrarre la propria mente da esso, come se il solo immaginarla in quella situazione fosse una violazione della sua privacy, una mancanza di rispetto verso una ragazza che stimava con tutto sé stesso.

Non passò molto tempo, la porta della sala mensa si aprì e Milena comparve sull'uscio, tenendo Eleonora per mano. La maestra sorrideva, mentre la castana teneva gli occhi bassi, puntati al suolo.

"Ecco qua." annunciò Milena, portando Eleonora davanti agli altri "La nostra Eleonora è bella pulita e asciutta."

Come a voler confermare le parole appena pronunciate, la maestra usò la mano libera per alzare il grembiulino della ragazza, mostrando a tutti il suo pannolino con le stampe delle Barbie.

Ciò fece lanciare un gridolino ad Eleonora, che arrossì violentemente e subito cercò inutilmente di coprirsi.

"Maestra!" esclamò, imbarazzata oltremisura.

"Tranquilla, piccolina, tanto tutti i tuoi compagni portano il pannolino, e in mattinata lì ho cambiati tutti, avete fatto tutti un sacco di pipì." ridacchiò Milena, facendo arrossire tutti i presenti. Quella ragazza aveva veramente un dono per mettere la gente in imbarazzo.

La maestra lasciò quindi andare la mano di Eleonora e le abbassò il grembiulino.

Senza guardare nessuno, la castana tenne lo sguardo incollato al suolo, le gote rosse come pomodori maturi per la vergogna, e si affiancò ai suoi compagni di sventura.

Miriam sorrise, ed esclamò contenta "Maestra, andiamo a fare il pisolino adesso?"

La presenza di quella ragazza, così spontanea ed allegra, cozzava in maniera incredibile con l'atteggiamento degli altri. Riccardo non riusciva a non ammirarla per quel modo di comportarsi. Avrebbe dato qualsiasi cosa per avere anche solo una parte della sua ingenuità.

Rossella annuì, esibendo il suo solito sorrido radioso, e disse "Ma certo, amorina, è quello che avevo detto."

Batté le mani, e aggiunse "Forza, piccolini. In fila per due come prima che andiamo tutti a fare un bel pisolino pomeridiano."

Finito di parlare, la maestra Tata si posizionò davanti alla porta della mensa, pronta ad uscire, ed attese che anche i bimbi si mettessero in posizione.

Miriam ed Alessandra le si misero dietro, prendendosi per mano, la prima con un sorriso in volto e la seconda con un'espressione un po' scocciata.

Riccardo si mise dietro di loro, stropicciandosi gli occhi. Dopo l'ultima esperienza aveva davvero bisogno di stendersi un po'. Francesca gli si affiancò una manciata di secondi dopo, e gli tese timidamente la mano.

Riccardo la guardò, stupito dal fatto che avesse preso lei l'iniziativa per una volta. Sorridendole debolmente, gliela afferrò, facendola arrossire.

"Sai... sei molto... molto..." bofonchiò la ragazza.

"Gentile?" provò lui a completate la frase, continuando a sorridere.

"Ecco... volevo dire..." fece una pausa molto lunga, il volto completamente in fiamme a quel punto, ed infine sussurrò "...carino."

A quel punto anche Riccardo arrossì. Quel complimento giunse completamente inaspettato, come uno schiaffo sul sedere.

Prima che potesse rispondere, una mano si appoggiò sulla sua destra, in una stretta parecchio forte. L'altra mano della stessa persona fece altrettanto sulla spalla sinistra di Francesca.

Entrambi si girarono, e si ritrovarono a pochi millimetri dal volto di Alice, che li aveva afferrati e si era praticamente frapposta tra loro. Non ci avrebbero giurato, ma ebbero entrambi la sensazione che stesse ringhiando.

"Alice!"

Milena afferrò la bionda e la tirò indietro, brandendo in contemporanea la pagaia e sferrandole con essa un pesante sculaccione.

"Ahia!" gridò la bionda, voltandosi di scatto verso la maestra e massaggiandosi il sedere "Che ho fatto stavolta?!"

"Non mi è piaciuto il modo in cui li hai afferrati." spiegò la maestra, riponendosi in cintura l'oggetto retributorio "Metti un freno agli ormoni, signorina, o ci penserò io."

Sbuffando pesantemente, Alice scrollò le spalle si posizionò dietro di loro, protendendo con stizza la mano verso Eleonora, che nel frattempo si era avvicinata.

La figlia dell'edicolante esitò un attimo. Non le piaceva l'idea di tenerla per mano, ma il pensiero della pagaia fu sufficiente a farle vincere la propria recalcitranza e a farle afferrare la mano della rivale.

Una volta che le loro mani si furono unite, Alice la guardò dritta negli occhi. Sembrava furiosa. L'espressione che aveva era diversa dalla solita luce inquietante. Eleonora non poté fare a meno di chiedersi se non ci fosse di più in lei che un semplice desiderio di possesso.

"Tutto bene?" le chiese, d'istinto.

La bionda fece un'espressione disgustata, replicando secca "Bada ai fatti tuoi, poppante."

Quell'attimo di umana compassione che Eleonora aveva avuto fu spazzato via da quella risposta.

Senza rispondere, la castana contraccambiò uno sguardo ostile e poi voltò la testa dall'altra parte.

Milena si posizionò infine dietro di loro, chiudendo la fila. Quando tutti furono pronti, Rossella aprì la porta ed uscì, conducendo la colonna alla destinazione seguente.

La maestra Tata condusse i bimbi di nuovo nella stanza della ricreazione, e subito voltò alla propria sinistra, imboccando la porta che entrando dalla parte opposta della sala avevano sulla destra, quella con la targhetta con scritto "stanza della nanna".

La donna aprì la porta ed entrò all'interno, seguita da tutti gli altri.

Riccardo si guardò intorno, una volta nella nuova stanza, e subito cercò di analizzare l'ambiente circostante.

Era una stanza parecchio grande, con due file di lettini per bambini sul lato destro e sul lato sinistro, che correvano lungo i muri. Chiaramente quelli erano destinati ai veri bambini dell'asilo. Tali mura erano di una tinta azzurro pastello, con disegni di nuvole rosa pastello nella parte alta e adesivi con facce di animaletti sorridenti qua e là. Ai quattro angoli in alto c'erano degli altoparlanti.

Ma il dettaglio che colpì tanto Riccardo quanto le ragazze era sul lato opposto rispetto all'entrata della stanza: lungo il muro frontale c'erano tre enormi culle-lettino, tipo quella in cui tata Sonia aveva fatto dormire Riccardo la notte prima, ma queste sembravano abbastanza spaziose per permettere a due persone di coricarsi all'interno. Sopra ogni culla vi erano appesi dei cartonati rappresentati il sole, la luna ed i pianeti. Infine, vicino alle culle vi era quello che sembrava un forziere piratesco.

Rossella si posizionò proprio davanti alle culle, dando ad esse le spalle, Milena si mise al suo fianco e i ragazzi si misero in riga davanti a loro.

"Quelle sono... culle biposto?" fece Riccardo, a bocca aperta.

"Esatto, amore." rispose Rossella, sorridendo "Dormirete in coppie."

"E dobbiamo dormire col nostro compagno di banco?" chiese Alessandra.

"No, non necessariamente." spiegò la maestra "Dividetevi in coppie come più preferite."

Come ella ebbe finito di dire quella frase, Alice alzò immediatamente la mano, esclamando "Io dormo con Riccardo!"

Eleonora la guardò storta, asserendo "E in base a cosa? Credo tu te lo possa scordare."

Sorprendentemente, a quel punto intervenne anche Francesca, che in un raro scatto di coraggio fece un passo verso il ragazzo, e timidamente chiese "Ecco... siamo compagni di banco... vuoi dormire con me?"

Era nervosissima, cosa notabile anche dal fatto che stesse giocherellando con le dita, incrociando gli indici tra loro e guardandoli fissa anziché alzare lo sguardo verso di lui.

Riccardo la guardò con gli occhi sbarrati, stupefatto, e anche le altre due ragazze si voltarono a guardarla. Eleonora aveva uno sguardo abbastanza neutro, più sorpreso che altro, mentre Alice la stava fissando con occhi feroci. Se uno sguardo potesse uccidere, in quel momento Francesca sarebbe diventata un colabrodo.

"Sapete cosa? Riccardo dormirà con me."

A fare quell'affermazione era stata Alessandra, che aveva incrociato le braccia al petto con un sorriso da monella stampato in volto.

Riccardo si voltò di scatto a guardarla, inarcando le sopracciglia e con un'espressione interrogativa dipinta sul viso.

"Come?" chiese.

"Beh, a quanto pare queste tre vogliono tutte dormire con te. E io non mi tiro indietro davanti ad una sfida." asserì, guardando le altre.

"Oh, una sfida!" esclamò Miriam, battendo le mani "Partecipo anch'io!"

Riccardo sospirò pesantemente, e si stropicciò di nuovo gli occhi. Non poteva credere di star vivendo una situazione così surreale, si sentiva pesantemente in imbarazzo ad essere così al centro dell'attenzione. E dire che al liceo avrebbe dato tutto per essere oggetto di contesa tra le ragazze.

"Oh, andiamo." sbuffò Alice, scrollando le spalle "Riccardo può dormire solo con la più bella. E voi siete una più cessa dell'altra."

Dopo quell'uscita della bionda il ragazzo, rosso in volto, si voltò verso le maestre con lo sguardo supplicante di un cucciolo bastonato, in una muta richiesta di soccorso, sperando che facessero qualcosa prima che le altre le saltassero addosso per malmenarla... non che non se lo sarebbe meritato, ma avrebbe preferito evitare.

Rossella infatti intervenne. Batté la mani, attirando l'attenzione di tutti i presenti, e disse ad alta voce "Calme, ragazze, non c'è bisogno di litigare."

Voltò lo sguardo verso il ragazzo, ed aggiunse "Risolviamola nel modo più facile: Riccardo, scegli tu chi vuoi."

Riccardo sgranò gli occhi. Quella non era certo la soluzione che avrebbe voluto, le situazioni a Giudizio di Paride avrebbe preferito decisamente evitarle.

Eppure, nonostante l'esitazione della sua mente, la sua bocca, forse guidata dal cuore, rispose in modo quasi automatico: "Eleonora."

La ragazza in questione arrossì e aprì la bocca, per poi richiuderla.

"Io... certo, ok." sussurrò.

Alessandra e Miriam scrollarono le spalle, accettando la sconfitta in quella che per loro era una semplice sfida, mentre Alice prevedibilmente mandò scintille con gli occhi alla castana. Ma Riccardo fu maggiormente colpito dalla reazione di Francesca: la riccia infatti assunse un'espressione triste e si limitò ad annuire, come se le fosse appena stato negato qualcosa che per lei era molto importante.

Anche Miriam lo notò, e infatti balzò da lei e le diede una pacca sulle spalle, sorridendole e dicendo "Puoi dormire con me se vuoi."

Francesca fu grata per il gesto. Annuì e rispose "Grazie, Miriam. Accetto volentieri."

Questo lasciava Alessandra con Alice. Le due si guardarono ma si limitarono a sbuffare. Non si erano simpatiche, ma dato che si conoscevano a malapena non avevano motivo di odiarsi.

Una volta che le coppie furono state stabilite, Rossella sorrise e disse "Ok, bimbi, ora mettetevi i ciucci in bocca. Così vi rilassate per la nanna."

Fece il gesto di portarsi qualcosa alle labbra, come se non fosse stato abbastanza chiaro.

"Oppure posso rilassavi con la pagaia se preferite." aggiunse Milena, nel chiaro intendo di rendere palese che usare il ciuccio o no in quel caso non fosse esattamente una libera scelta.

Non volendo prenderle, tutti loro si misero in bocca i ciucci e cominciarono a ciucciare. Riccardo non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura, ma in effetti lo trovava davvero rilassante.

La scena surreale di sei persona tra adolescenti e giovani adulti che succhiavano il ciuccio non turbò naturalmente Rossella, che anzi trovò la cosa normale e molto carina. Sorridendo, ella fece segno di seguirla e si diresse alla cesta.

I ragazzi la seguirono, e videro che la maestra Tata si era chinata accanto ad essa. Con un movimento secco, ella aprì il baule, mostrando ciò che c'era al suo interno: svariate decine di peluche di vario tipo, forma e dimensione.

"Ecco qua, amorini." disse "Prendetene uno a testa."

Miriam andò per prima. Rovistò nella cesta alla ricerca di un pupazzo che le piacesse, ed estrasse un mammut di peluche. Lo abbracciò tutta contenta e la maestra Milena la fece posizionare accanto ad una delle culle.

Milena fece poi segno a Francesca di andare per seconda. La ragazza annuì timidamente e con passi esitanti si avvicinò alla cesta. Mise le mani in essa ed estrasse il primo pupazzo che le capitò un mano: un Dumbo di peluche. Una volta che lo ebbe tra le braccia, Milena la fece posizionare accanto a Miriam.

Venne poi il turno di Alice, che sbuffando mise la mano nella cesta e tirò fuori qualcosa senza nemmeno guardare: era un peluche di Meeko, il procione di Pocahontas. Tenendolo con una mano sola, svogliatamente, la bionda si lasciò condurre accanto alla seconda culla.

Toccò quindi ad Alessandra, che andò alla cesta. Buttò un occhio all'interno, senza mettersi a cercare con troppa attenzione ma non prendendo la prima cosa che le capitasse, bensì qualcosa che comunque le piacesse. Estrasse un peluche di Olaf, il pupazzo di neve di Frozen. Esitò un attimo, ma poi lo abbracciò, e Milena la fece posizionare accanto ad Alice.

Milena fece quindi segno ad Eleonora, lasciando Riccardo per ultimo. La ragazza arrivò alla cesta, e arrossì come un pomodoro. Deglutendo rumorosamente, si mise a cercare, e dopo un po' estrasse un pupazzo: un peluche di Minnie. La abbracciò stretta, senza alzare lo sguardo.

"Non devi vergognarti, amore." le disse dolcemente Rossella "È normale per i bimbi volere dei peluche con cui dormire."

Eleonora scosse la testa, arrossendo ancora di più, e bofonchiò da dietro il ciuccio "Io... dormo sempre con un peluche... anche da prima che arrivasse tata Felia..."

"E allora?" sorrise Rossella "È una cosa molto tenera."

La ragazza non rispose. Tenendo lo sguardo basso e Minnie stretta al petto, si lasciò condurre da Milena accanto alla terza culla.

Fu infine il turno di Riccardo. Con nonchalance, il ragazzo andò alla cesta e la guardò. Subito gli venne in mente che tata Sonia l'aveva fatto dormire con un peluche a forma di gufo, il suo animale preferito. Ma c'era qualcosa di lui che quella donna non sapesse? Sospirando, si chinò e diede una rapida mescolata ai pupazzi, estraendone poi uno che lo soddisfacesse: un peluche di Po, di Kung Fu Panda.

Il ragazzo lo abbracciò, arrossendo, e si lasciò posizionare vicino ad Eleonora.

Rossella li issò uno ad uno nelle culle, e ben presto il ragazzo si ritrovò steso nella culla, in cui era ovviamente stata posizionata una traversa salva-materasso. Ma il motivo per cui il suo viso era diventato di una pesante sfumatura vermiglia non era la traversa, non era l'essere in una culla e nemmeno l'avere tra le braccia un peluche: era l'essere così vicino ad Eleonora.

Era infatti uno attaccato all'altra, i loro visi a pochi millimetri, a guardarsi dritto negli occhi, mentre le loro ginocchia si toccavano al di sotto delle coperte. In quegli occhi pervinca Riccardo si perse completamente, sentiva come se il corpo lo avesse abbandonato completamente.

Ormai non erano più lì: la culla, le maestre, l'asilo... era tutto svanito, rimanevano solo quegli occhi meravigliosi incastonati nel viso delicato di un angelo.

Le luci poi si spensero, e Rossella disse "Fate una buona nanna, tesori. Le maestre veglieranno su di voi tramite il baby monitor."

Come ebbe finito di parlare, venne accesa una lucina notturna, e gli altoparlanti diffusero per la sala le note di Stella Stellina.

Poco dopo, tutto ciò che era possibile udire nella stanza era il suono di sonore russate.

Le maestre uscirono, andando nella sala di ricreazione.

"Certo che sono impegnativi." sospirò Milena.

Rossella le sorrise, replicando "Certo, ma sono adorabili. Sei stata brava finora, cara."

Milena ricambiò il sorriso, chiaramente un po' in imbarazzo per il complimento "Grazie, Tata."

Senza aggiungere null'altro, Rossella alzò il grembiule della ragazza e le abbassò i jeans, rivelando un pull-up di Cenerentola... in realtà appena visibile, dato che la stampa era quasi del tutto cancellata.

"Tata!" esclamò Milena.

"Shh, cara, svegli i bimbi." la redarguì Rossella, mollandole uno sculaccione "Immaginavo che non potevi essere stata tutta mattina senza incidenti, comunque. Vieni, andiamo a cambiarci."

Imbarazzata, Milena seguì la sua Tata verso il bagno. Evidentemente non era poi così matura come aveva voluto far credere.

________________________________________________________________________________

Alice vagava per il prato, senza meta. Sotto i suoi occhi si apriva una pianura infinita, cosparsa di piccoli cespugli qua e la. Un cielo terso, completamente arancione, ricopriva ogni cosa.

Strane creature correvano avanti e indietro, e tra di esse spiccava un enorme pollo con zampe di rospo, che saltellava gracidando ed agitando una lunga coda da rettile.

Eppure, nonostante il paesaggio completamente alieno, Alice non aveva paura.

Percorse la pianura, e quando giunse al limitare di una foresta vi si inoltrò senza alcuna esitazione.

Ignorò gli strani animali di quel luogo che pareva senza senso, e percorse una strada ben precisa, svoltando tra le piante come se conoscesse molto bene il percorso.

Alla fine, ella giunse ad una radura, ai piedi di una torre che sembrava fatta interamente d'avorio, che svettava contro il cielo fin dove s'estendeva lo sguardo, perdendosi tra le nubi. Era veramente altissima, più alta di qualsiasi grattacielo esistente.

Alice si appoggiò alla struttura con le braccia conserte, lasciando che le facesse ombra, in attesa. Sembrava a suo agio, come se l'avesse già fatto molte altre volte, e probabilmente era proprio così.

Non dovette attendere a lungo: ben presto tra le piante circostanti calò una sensazione pungente di gelo, mentre un suono agghiacciante simile ad un rantolo di morte si diffuse nella radura.

Alice alzò lo sguardo verso gli alberi, e si staccò dalla torre, posizionandosi al centro della radura. Continuò a tenere le braccia incrociate, mentre sul suo viso compariva un sorrisetto.

"Ben arrivata. Ti stavo aspettando." disse.

Nella direzione in cui stava guardando, in mezzo agli alberi, si ergeva una figura nera, come un'ombra liquida ed indistinta. Occhi gialli di fiele brillavano nell'oscurità.

Quando la figura rispose, una voce femminile distorta colmò la radura "Alice... ho fatto quanto mi hai richiesto."

"Lo so, grazie." rispose la bionda, continuando a sorridere beffardamente.

"Le hai prese. Te lo avevo detto che era un piano stupido."

Alice scrollò le spalle "Ho visto ciò che volevo vedere e mi sono eccitata come non mai. Che vuoi che mi importi di averle prese?"

La figura emise una risata agghiacciante, per poi dire "Mi piace il tuo fegato, ragazzina. Faremo grandi cose, insieme."

"Tu limitati a fare quello che ti ordino, e andremo d'accordo."

"Non rispondo ai tuoi ordini. Abbiamo un patto: io farò ciò che mi chiederai, ma devi darmi in cambio ciò che ti ho chiesto."

Alice rise e le diede le spalle, guardando la torre e aprendo le braccia come a volerla ghermire in una stretta mortale.

"Ma tu dipendi da me." disse la bionda, beffarda "Senza di me, sei solo una stupida ombra senza corpo. Quindi sono il capo, qui."

Si voltò di nuovo, ma il suo cuore perse un battito nel momento in cui si ritrovò la figura praticamente addosso. Un'affilata fila di zanne era aperta a pochi millimetri dal suo viso, il quale era completamente sbiancato.

"Non fare la strafottente con me, mocciosa." ringhiò la figura, inondando le narici della bionda di un odore sgradevole non meglio identificato "Ho promesso che ti avrei aiutata a fare tuo quel ragazzo e che non ti avrei fatto nulla, ma se tiri troppo la corda ti metterò sulle mie ginocchia... e quando avrò finito con te il tuo sedere sarà di una sfumatura scarlatta così intensa che sarà impossibile distinguerlo dal mio grembiule."

Alice deglutì pesantemente, guardando la figura con gli occhi sbarrati. D'istinto indietreggiò di qualche passo, mentre il suo pannolino diventava di colpo più pesante.

"No... non sarà necessario..." mormorò, con il corpo che tremava. Sentiva le gambe molli, come se un ancestrale terrore l'avesse ghermita stringendole le viscere.

"Tieni fede al nostro patto, ragazzina, e tutto andrà per il meglio." sussurrò la figura "Rispetto la tua determinazione, ma non scordare mai chi sono io, e che davanti a me sei solo una pisciasotto qualsiasi."

Alice annuì velocemente, la fronte imperlata di sudore, e mormorò "Sì, signora... lo terrò presente."

La figura zannuta sorrise, un sorriso inquietante e spaventoso. Voltò le spalle alla bionda e tornò tra gli alberi. Una volta lì, si volto ancora verso Alice, e aggiunse "E fatti cambiare quel pannolino, prima che abbia delle perdite."

Si voltò di nuovo e svanì nelle ombre che l'avevano partorita, lasciando Alice da sola nella radura.

La bionda cercò di regolarizzare il proprio respiro, e una volta calmatasi si portò la mano al pannolino, come a volersi assicurare che stesse reggendo.

Dopo quell'esperienza, non ebbe problemi a capire perché Riccardo e Francesca se la fossero fatta addosso così facilmente: quella figura era veramente terrificante.

________________________________________________________________________________

Alice si tirò su di scatto, ansimando. Il BIP emesso dal suo pannolino era insistente e fastidioso.

"Alice?" mormorò Alessandra, svegliandosi "Che succede?"

La bionda non rispose. Si strinse le ginocchia al petto, continuando ad ansimare. Si chiese se davvero avesse fatto bene a stringere quel patto.

La porta della stanza si aprì, e Rossella apparve da essa. La maestra, con passi decisi, andò dritta alla culla e si appoggiò ad essa, guardando dolcemente Alice.

"Che succede, amore? Hai avuto un incubo?" chiese.

La bionda annuì. Stava ancora tremando ed era madida di sudore.

"Stai tranquilla, amore, a volte succede." disse dolcemente "Vieni, ci andiamo a cambiare."

La prese da sotto le ascelle e se la issò in braccio, per poi dirigersi con lei verso la nursery. Messo un pannolino pulito, Alice fu riportata nella culla, dove si riaddormentò e fece sogni sereni per il resto del pisolino.

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