book for taekook ;; oneshots

By -takashi

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dove svuoto la mia cascata di idee in un book di one shot More

still with you
bittersweet
meet me at full moon
tiger ears
choice
why is the sky blue?
barbie

fate

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By -takashi

il giovane si accomodò sul morbido cuscino che giaceva sul tappeto sul pavimento, così come ogni mattino, ogni volta che le porte della sua piccola bottega venivano aperte al pubblico.

"omen: negozio esoterico, stregoneria, spiritualità, ritualistica e cartomanzia" quelle erano le lettere che di sfuggita leggevano tutti i passanti che avevano qualche secondo per buttare uno sguardo a lato della strada mentre correvano sul marciapiede, chi era in ritardo, chi senza ombrello, chi impegnato in una telefonata di vitale importanza, tutte persone troppo psicologicamente indaffarate per soffermarsi su quelle lettere finemente decorate, intagliate nel legno dell'insegna appesa all'esterno del negozietto che dava tutta l'aria di essere un posto magico dove le persone, quelle poche persone, quelle solite che potremmo considerare elette, giuste, diverse, accorrevano con frequenza, un po' scettiche ma attratte quasi come calamite dall'odore di incenso che inondava tutta la viuzza dove si trovava quel luogo così affascinante e fiabesco che ricordava una di quelle capanne incantate delle streghe di cui si scriveva nei libri e si narrava nei film.

così, circondato da altri cuscini sui quali riposavano il piccolo yeontan e tivali, i suoi amichetti pelosi che spesso bisticciavano mentre egli svolgeva il suo lavoro, dava il via alla sua giornata.

-silenzio- ordinò taehyung, udendo un miagolio infastidito da parte di tivali, la sua gatta del bengala tanto splendida quanto suscettibile e irritabile, la peggior compagnia per il suo adorabile, arzillo e giovane pomerania, pieno d'energia e voglia di giocare.
-oggi sarà un gran giorno, sento aria di rinascita, di novità!- esclamò con gioia, mentre si accingeva a purificare i suoi tarocchi in onore di quella giornata nuova, accendendo con un fiammifero un bastoncino di sbavatura di salvia bianca per liberare ogni carta da qualsiasi energia immergendole in un bagno di fumo.

inspirò l'odore inebriante dell'incenso, beandosi di quell'aroma pungente ma pura e leggera, per poi prendere il mazzo tra le mani e cominciare a mischiarlo con maestria.

ad ogni nuova alba soleva pescare una carta dal mazzo, invitando il fato a scegliere e lasciando che quella carta conducesse la sua giornata, un po' per tenere allenata la sua mente e un po' perché il destino lo incuriosiva e provava gusto nel fronteggiare il suo caro amico caso.

quel dì non fece eccezione, per cui serrò gli occhi, invitando il terzo ad aprirsi e a guidarlo come di solito faceva e mischiò, mischiò, mischiò, almeno fin quando una tessera non gli sfuggi, lasciandolo interdetto, tanto da spalancare gli occhi e sollevare le sopracciglia, sorpreso da quell'evento che non molto spesso gli capitava.

scrutò sbigottito la carta, il cui significato era ancora celato sotto il dorso, per poi allungare le dita verso di essa incerto e la sfiorò, captandone l'energia ed infondendo la sua nell'arcano.

poi la girò di scatto ed un sorrisetto d'intesa gli si insinuò sul viso, fece scivolare l'indice lungo il contorno della figura umana raffigurataci su.

-il matto- recitò la scritta dal carattere particolare in basso al disegno tanto curato dell'uomo dal bizzarro cappello che danzava in compagnia di un cane tenendo stretto il bastone e la saccoccia.
-è dritta- osservò contento, e ciò lo intrigava ancora di più se possibile.

tivali gli si avvicinò curiosa, insinuando la testolina nel palmo della sua mano, lasciandosi accarezzare dal suo padrone e amico.

-avevamo dubbi?- le domandò quest'ultimo divertito, ricevendo un miagolio in risposta, ma non ebbe il tempo di aggiungere altro che il piccolo tan cominciò ad abbaiare alla porticina nel tentativo di attirare l'attenzione del giovane cartomante, segno che un cliente stesse per varcare l'ingresso del magico negozio.

jungkook era un tipo molto concreto, pragmatico, per cui quando in seguito al suo licenziamento da parte del suo capo, la receptionist della palestra dov'egli si allenava gli parlò di un certo giovane uomo che prediceva il futuro in città, quasi scoppiò a ridere.

decise di ignorare quel suggerimento, estremamente convinto che qualsiasi cosa blaterasse quella ragazza riguardo la cartomanzia, fosse una gran bella
presa per il culo.

l'idea e il concetto di fato e destino era talmente ridicola per jungkook che si stava sforzando di tenersici alla larga, cercando di convincere se stesso che spendere i soldi per conoscere il suo futuro fosse una truffa.

eppure c'era un qualcosa seppellito nelle sue membra che alimentava quella scintilla di curiosità che oramai non riusciva più a soffocare, e quello era il motivo per cui quella mattina era uscito presto proprio per dirigersi verso quel negozio di cui gli avevano parlato.

arrivarci gli risultò un po' complicato visto che la bottega era in un posto un po' nascosto e non era neanche presente su google maps per cui era stato costretto a chiedere indicazioni.

quando finalmente vi giunse, però, esitò per un secondo; la sua mano era stretta attorno alla maniglia della porta e per un momento si ritrovò a pensare se stesse facendo la scelta giusta, se quella sarebbe stata sul serio una perdita di tempo e soldi come si aspettava.

i suoi ripensamenti sembravano essere talmente rumorosi che il cagnetto all'interno del negozio cominciò ad abbaiare attraverso la tendina, il che lo spinse a mandare qualsiasi incertezza a quel paese e ad aprire la porta.

il suono delle campanelle a vento appese in alto alla porta sembrò calmargli i nervi che tutt'un tratto gli erano affiorati in seguito all'improvviso abbaiare di quella piccola palla di pelo che ora li fissava dal basso con il capo inclinato e sguardo curioso.

allora jungkook alzò lo sguardo, osservando i dintorni e scrutando nei minimi particolari quel bel negozietto: il soffitto era un po' basso, il profumo di chissà quale incenso aleggiava nell'aria, la luce era molto soffusa, anzi, jungkook si accorse che l'unica fonte di illuminazione fossero diverse candele, jungkook non riusciva neanche a contarle tante che ne erano, di diversi colori e aromi, forme e grandezze diverse, alcune nuove, altre consumate, prosciugate, con la fiamma che minacciava di spegnersi da un momento all'altro.

-mi piace pensare che siano come le persone che entrano nel mio negozio- sentenziò d'improvviso una voce dolce, profonda, dall'aria un po' cupa e misteriosa, ma che sembrava una cucchiaiata di miele alle sue giovani orecchie.

-eh?- jungkook si voltò, osservò la figura incappucciata che aveva parlato poco prima, affiancata dal volpino che era tornato sgambettando accanto al padrone in seguito alla scenata di prima, e da uno splendido gatto del bengala, i cui colori riuscivano a spiccare anche nonostante il debole barlume.

-le candele: alcune sono nuove, profumate e pronte ad affrontare il loro cammino ed accompagnarmi nel mio, altre il cui viaggio è ormai giunto al termine e che stanno per esalare il loro ultimo respiro-

dove diamine era capitato, chi gliel'aveva fatto fare, pensò jungkook, con un incredibile impulso di scappare via da quella gabbia di matti.

-cosa ti rende diffidente?- parlò poi, alzando finalmente lo sguardo da quel mazzo di carte che jungkook capì trattarsi degli arcani, attorno ai quali ruotava parte della sua attività. rimase sorpreso dalla facilità con cui fosse in grado di leggerlo, si domandò se effettivamente lo leggesse nella mente o se fosse lui con la sua insicurezza ad essere tremendamente evidente.

gli bastò un'occhiata veloce per memorizzare il volto del ragazzo, era un viso che non ci si scordava facilmente, quasi perfettamente simmetrico, labbra piene, così come le guance un po' rosee che parevano due pesche appena colte nel mese di luglio, ma che entravano in perfetto contrasto con gli occhi color pece contornati da un paio di folte ciglia che insieme a quei due pozzi senza fondo davano vita ad uno sguardo abissale, ma rigido e tagliente.

sulla fronte ricadevano dei riccioli dello stesso color degli occhi, il color delle tenebre che tanto sembrava gli di addicesse.

tuttavia, appena i suoi occhi entrarono a contatto con quelle iridi scure, il suo sguardò saettò immediatamente altrove, quasi come se fosse rimasto folgorato da quell'occhiata fulminea.

-puoi calmarti, leggo il futuro, non la mente-

-e allora come fai a-- tentò di chiedergli venendo interrotto da una risposta che in cuor suo già sapeva sarebbe giunta in anticipo.

-i tuoi atteggiamenti, le tue vibrazioni, la tua aura...sembri sperduto, sai dove ti trovi, giovane ragazzo?-

-non sembri così anziano da potermi dare del "giovane ragazzo"- osservò ignorandolo, mentre tornava a guardarsi intorno, facendo scivolare gli occhi lungo gli infiniti scaffali e vetrinette piene zeppe di oggetti insoliti e soprammobili grotteschi sui quali giaceva un sottile strato di polvere che li rendeva però ancora più affascinanti ai suoi occhi da "giovane ragazzo" di città.

-touché- rispose secco, jungkook lo vide alzare le spalle e allora capì che l'aggettivo giovane non si riferiva tanto al suo aspetto e alla sua età, ma bensì alla sua esperienza che doveva essere decisamente minima rispetto a quell'altro ragazzo che dava l'aria di essere molto saggio.

chissà se è solo un esibizionista, pensò.

-sei qui per un motivo preciso o sei solo ingenuo e curioso?- domandò inclinando il capo di lato, proprio come aveva fatto il suo cane poco fa, ma questo jungkook ancora non poteva saperlo visto che stava ancora tentando in tutti i modi di evitare quel suo sguardo glaciale ed ustionante.

-vorrei farmi leggere le ca-- aspetta, ingenuo?!-

-accomodati- sentenziò lapidario, ignorando le sue moine ancora una volta, al che jungkook mandò giù il groppo immaginario che gli si era formato in gola, per poi sedersi di fronte al misterioso ragazzo, su uno dei cuscini lì presenti.

a separarli v'era un ripiano in pietra d'ardesia,  nel quale era scolpito un pentagramma, ma jungkook non si impressionò più di tanto.

una persona qualsiasi avrebbe associato il simbolo al satanismo, ma jeongguk, e se ne vantava, aveva letto più volte "il codice da vinci", per cui era abbastanza informato sul vero significato del pentagono stellato.

attorno a quel simbolo esoterico vi erano una serie di pietre che purtroppo, stavolta, jungkook non riuscì ad identificare, nell'angolo in alto a destra v'era un bruciatore d'incenso, dal quale proveniva l'intenso profumo che quasi gli dava alla tesa, mentre al lato opposto torreggiava una clessidra di medie dimensioni che poggiava su un supporto di legno scuro, impreziosito da dettagli in metallo finemente decorati: jungkook si concentrò particolarmente su un leone, nei cui occhi erano incastonate due gemme, probabilmente due zaffiri che egli riconobbe grazie al colore blu intenso e brillante. era sistemato proprio al centro, ed essendo le fauci dell'animale spalancate, gli era permesso osservare i granelli bianchi di sabbia scorrere nell'altra metà del contenitore di vetro.

-cosa ti ha spinto a venire?- lo interrogò dopo qualche secondo, quasi come se avesse aspettato per dargli il tempo di osservare i dintorni.

jungkook lo guardò: teneva la schiena dritta e quello sguardo gelido fisso su di lui nel mentre che le sue mani si muovevano con estrema abilità nel mischiare ancora quelle carte, tant'è che rimase un attimo imbambolato a guardarle fare quei giochetti che aveva visto fare solo in televisione o da quei maghi che venivano ingaggiati alle feste di compleanno delle elementari.

-h-ho...ho perso il lavoro- balbettò spostando gli occhi dalle mani al viso del giovane uomo misterioso, che annuì.

-che lavoro? parlami di te, parla agli arcani- ordinò poi, disponendo le carte orizzontalmente sul ripiano, come se esse dovessero realmente starlo a sentire, jungkook si chiese se lo facessero sul serio, ormai non si sarebbe stupito più di tanto.

il giovane finse un colpo di tosse, per poi cominciare a sintetizzare il più informazioni possibile in un discorso, deducendo che più sarebbero state migliore sarebbe stato l'esito.

-ecco...da quando sono a seattle ho sempre avuto un po' di problemi a mantenere la mia famiglia: mia nonna e i miei fratelli più piccoli; fin quando non mi si è presentata l'opportunità di fare un lavoro un po'...sbagliato sotto certi punti di vista, che non richiedeva troppi sforzi per uno come me, ma allo stesso tempo molto redditizio, che mi avrebbe permesso di coprire tutte le spese-

dire che fosse agitato era un eufemismo, pensò taehyung, osservando le sue mani torturarsi a vicenda e la sua gamba praticamente incapace di star ferma per un secondo.
-devi calmarti...-

-jungkook-

-devi calmarti, jungkook. ne ho bisogno perché i tarocchi rispondono alle leggi universali, non devono essere contaminati con questo tipo di energie, altrimenti per la legge del riflesso rispecchieranno le tue emozioni negative, e per la legge d'attrazione, le carte usciranno in base alle sensazioni che tu trasmetti loro; aiuterà anche te, stanne certo. questo è un luogo sicuro ed io sono come un confessore, qualsiasi cosa mi dirai resterà chiusa a chiave nella mia mente per sempre- spiegò mentre allungava un braccio verso un cassetto alle sue spalle per estrarne un bastoncino che poi accese tramite la fiamma di una candela, per poi sistemarlo sul bruciatore accanto a lui.

-mi stai drogando?- e onestamente jungkook non scherzava quando gli pose quel quesito ma nonostante ciò, lo sentì ridere, gesto di cui non avrebbe mai pensato quell'essere mistico fosse capace.

-è un incenso di pino, per calmare e svuotare la mente- spiegò.
-ora vuoi continuare?-

e allora jungkook deglutì a vuoto, per poi dare quella tanto attesa risposta.
-qualche anno addietro, nel periodo peggiore della mia permanenza qui a seattle, probabilmente, un uomo mi approcciò nella palestra in cui mi allenavo in cambio di ore di lavoro, e mi disse che mi avrebbe fatto diventare ricco. all'epoca, scemo com'ero gli credetti e divenni un suo pugile, mi faceva combattere in quelle risse clandestine nei fight club, dopo non molto ottenni una certa fama nei bassifondi di seattle, tutti puntavano su di me anche diverse migliaia di dollari, divenni il gioiello del mio capo, finché non ho cominciato a perdere le risse una dietro l'altra negli ultimi mesi, fino a perdere l'unica fonte di guadagno che avevo. mi sembra che la mia vita stia andando a rotoli, perciò sono qui-

taehyung ascoltò attentamente, riformando il mazzo di carte; aveva tenuto lo sguardo basso per tutta la durata del racconto, ed una volta concluso lo aveva definitivamente alzato, puntandolo in quello del suo cliente in maniera quasi accusatoria.

-se stai cercando di conoscere il tuo futuro per poterlo cambiare, sei fuori strada- sentenziò. jungkook continuava a chiedersi se il fatto che non fosse in grado di leggere la mente fosse vero, perché ad essere onesti continuava ad avere dubbi al riguardo.

-le storie di ogni essere umano sono state scritte dal giorno in cui siamo nati: cambiare il proprio destino è impossibile, non puoi conoscere il tuo futuro, ma io potrei aiutarti, se tu collaborerai-

jungkook annuì un po' intimidito, sentendosi un tantino a disagio sotto gli occhi scrutatori del cartomante, che ora aveva nuovamente disposto le carte da sinistra verso destra.

-scegli tre carte. pensaci bene, non prendere decisioni affrettate, lascia che avvenga uno scambio di energia tra te e i tarocchi, la prima carta che sceglierai rappresenta il passato, la seconda il presente e la terza il futuro- taehyung spiegò e jungkook eseguì, passando più volte la mano sulla striscia di carte, incerto su quale scegliere.
-toccale, quelle che vibrano sono quelle giuste: non sei tu a scegliere loro ma loro a scegliere te-

allora jungkook provò a toccare quelle che più lo attiravano e finalmente, dopo qualche minuto di contemplazione, scelse le tre carte.

lasciò che taehyung la disponesse davanti a lui in fila, per poi rimettere le altre carte insieme.

-il passato, o genesi, rappresenta gli eventi che hanno condotto alla situazione attuale, ovvero le cause di ciò che stai sperimentando adesso. queste possono riguardare te, o una persona esterna; la realtà attuale, il presente, ovvero la vera natura della situazione come essa è adesso, che spesso può essere molto diversa da come appare; ed infine il futuro, l'evoluzione, il probabile ed incerto sviluppo, alla luce del quale non bisogna usare la propria volontà per modificare ed evitare gli eventi spiacevoli, ciò ti porterà solo problemi. i tarocchi vanno rispettati nella loro integrità, non devi prenderli in giro- taehyung concluse  discorso rivolgendogli uno sguardo che gli stava silenziosamente domandando se fosse pronto, per cui jungkook annuì, e le dita lunghe ed affusolate del cartomante, girarono la carta.

-il diavolo- pronunciò.

eccolo lì, jungkook si batté le mani sulle cosce, tentato di alzarsi ed uscire da quel posto.
-ti pareva...- mormorò quasi scocciato, facendo roteare gli occhi al povero taehyung che stava avendo a che fare con un ignorante di prima categoria.

-sciocco- lo richiamò.
-nessun tarocco ha un significato prettamente negativo. dipende tutto dalla posizione in cui è collocato, se è dritta o sottosopra, e la relazione che ha con le altre carte. se la figura del diavolo possiede una cattiva fama in quanto origine del male assoluto, non significa che il suo significato sia necessariamente maligno, hai capito?- chiarì con tono austero ad un jungkook alquanto mortificato che annuì.
-il diavolo ha un importante valore nel passato, è meglio ritrovarlo lì che in altre posizioni; inoltre, se vedi, è al rovescio, il che, per assurdo, la rende una carta positiva. anche il diavolo va verso la luce, rappresenta le influenze negative da cui ti sei finalmente svincolato, sei riuscito a vedere oltre l'illusione materiale che esse ti procuravano. devi dire basta alle tentazioni, ma fa sempre attenzione, perché ciò potrebbe arrecarti problemi e potresti non ottenere i risultati positivi in cui speravi, solo le carte vicine potranno dircelo, le scopriamo?- allora jungkook annuì ancora una volta, lasciando che taehyung scoprisse la prossima carta.

-il matto- pronunciò con una scintilla di divertimento che jungkook si chiese chissà da dove provenisse.
-è una bella carta, il matto. una delle mie preferite, una delle più sottovalutate. è sempre stata una figura un po' sminuita e presa in giro, ma a mio parere è uno splendido arcano. è l'unico col numero zero, può essere l'inizio così come la fine del mazzo e può stravolgere le cose: oltretutto, è dritta, ed è in posizione centrale, la perfetta collocazione per una carta potente come il matto-

-quindi è un qualcosa di buono?- chiese innocentemente il giovane jungkook, ricevendo un cenno di capo affermativo in risposta.

-il matto nel presente è sempre buon  pronostico, si combina col diavolo nel passato, sta a significare la perdita e l'abbandono di vincoli per la ricerca di una nuova libertà, la protezione da influenze negative e nefaste. il matto è la carta più potente del mazzo nella posizione attuale, rappresenta il libero arbitrio, sei inarrestabile, è l'inizio di un nuovo ciclo della tua vita, ma devi condurlo nella modo giusto, non sprecare quest'occasione, jungkooj, carpe diem-

jungkook non avrebbe mai immaginato che sarebbe rimasto così esterrefatto dal modo in cui quelle carte lo raccontavano, da come quel giovane enigmatico fosse capace di ciò che stesse facendo. dovette ricredersi, forse un fondo di verità in quelle che aveva sempre definito menzogne c'era, e anche in caso contrario, quell'arte lo ammaliava, taehyung l'aveva conquistato con la sua incredibile perizia.

-e il futuro?- chiese impaziente, voglioso di andare avanti, di concludere, di porre fine ai suoi dubbi.

-non essere troppo curioso, jungkook. non è mai un bene- pronunciò con un tono leggermente divertito, mentre finalmente girava la terza carta, quella conclusiva.

-il giudizio- sentenziò, allungando il dito per indicare la figura dell'arcangelo annunciatore impegnato a suonare una tromba che sembra risvegliare le figure umane che emergevano dal terreno.
-c'è speranza, jungkook. il giudizio è molto potente in posizione finale. sei molto fortunato. tutte le sventure, le influenze negative di poco fa, la cupezza di questo periodo sta per svanire. verranno spazzate via e rivedrai la
luce così come il suono della tromba di questo arcangelo risveglia le anime dei morti sepolti. è la tua rinascita, un cambiamento repentino, un rinnovamento completo che non ti resta che attendere, jungkook-

il giovane esultò sottovoce, facendo sbuffare una risata al saggio taehyung che non aveva mai incontrato un uomo di quella stazza che però aveva gli stessi atteggiamenti di un ragazzino.
-non montarti la testa, però. fai attenzione, sono tre carte positive, è insolito, benevolo ma fino ad un certo punto. io starei sempre sull'attenti, non sia mai che una qualche forza oscura tenti di pugnalarti alle spalle- lo provocò il cartomante, riponendo le carte del
mazzo, per poi afferrare delicatamente l'incenso per bagnarle di fumo.

-mi metti paura così- ammise il ragazzo, al che l'altro rispose con un sorrisetto sinistro.

-è quello l'intento- concluse, alzandosi dal cuscino ed invitando lui a fare la medesima cosa.

quando tornò in piedi le gambe gli si erano addormentate, borbottò un lamento e la bella gatta del bengala gli si avvicinò, strusciandosi tra d'esse.

-piaci a tivali, è insolito- fece aprendo la porta del negozio.
-abbiamo finito, giovane jungkook-

il ragazzo spostò lo sguardo dall'esterno del negozio al cartomante più volte, quasi incredulo che quel momento fosse veramente giunto al termine. come sempre accadeva, non aveva voluto cominciare, ma una volta giunta la fine, non voleva che tutto quello finisse.

-a-aspetta, non ti devo nulla?- domandò giustamente, allungando la mano verso la tasca posteriore dei jeans che indossava per estrarne il portafoglio, ma le dita di taehyung che gli sfiorarono l'avambraccio, lo arrestarono.

fu quasi come una scarica elettrica per jungkook, era convinto fosse l'energia sovrannaturale che quello strano ragazzo irradiava, per un secondo si dimenticò addirittura di ciò che stesse realmente accadendo.

-la prima lettura di ogni nuovo ciclo lunare la offro io, e be'...ieri c'è stata la luna piena. sei molto fortunato, jungkook-

onestamente jungkook non ci credeva molto, e anzi, si sentì in colpa, tanto da sentirsi in dovere di confessargli quella piccola bugia che gli aveva raccontato.
-i-io...devo dirti un segreto: non ho due fratelli, ma solo uno- confessò quindi, evitando a tutti i costi lo sguardo interrogatorio di taehyung, che scoppiò a ridere inaspettatamente.

-anch'io ho un segreto, jungkook: le carte non hanno alcun bisogno di sapere la tua storia. loro già la sanno, ero io ad essere curioso. siamo pari, no?- gli rivolse un piccolo sorriso, che jungkook non tardò a ricambiare, il petto un po' troppo gonfio dell'orgoglio d'esser stato probabilmente l'unico ad aver incuriosito il cartomante che tanto intrigava anche lui.

-be', grazie...-

-taehyung-

-grazie, taehyung- sorrise jungkook, uscendo definitivamente dal negozio, guardando il cartomante la cui identità gli era finalmente stata svelata, per un'ultima volta.

-spero di rivederti un giorno- gli disse, com brutale sincerità, ricevendo un altro sorriso da taehyung, che annuì.

-se il fato lo vorrà, accadrà-

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