One Day Or Forever ||L.S.||

By laabonneenuiit

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In un mondo dove sei destinato a incontrare la tua anima gemella per un giorno o per tutta la vita, Harry si... More

One Day Or Forever

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My heart talks about nothing but you.
-A. Camus

***

Harry spegne la sua suoneria (Viva la Vida, Coldplay) scorrendo con il pollice sullo schermo, e rispondendo con un articolato intercalare degno di un professore universitario di Lettere:

''Nhgg?''

''Harold!'' squilla Niall, all'altro capo, facendolo sobbalzare fino alla punta della spina dorsale. Harry respira pesantemente nel cuscino mentre il suo migliore amico continua come un treno in corsa verso la morte delle sue cellule cerebrali: ''Dio, volevo chiamarti ieri, ma è successa una cosa e sono stato a cena fuori e- Perché non parli? Non sei già in piedi?''

''In piedi?'' mugugna, voce arrochita, e Niall pare fare una pausa per sbattere le palpebre.

''Uhm, Haz? Sono le sette e trentadue.''

Meno di dieci minuti dopo, Harry si muove goffamente per il suo appartamento raccogliendo vestiti in giro, lo spazzolino già pronto in una mano e un toast con burro tra le labbra, che pende pericolosamente perché non ha avuto l'effettivo tempo di tostarlo, quindi è solo pane e burro e fa schifo perché ha finito la marmellata, ascoltando il suo migliore amico dai tempi del liceo parlare a macchinetta dal suo telefono, incastrato tra telefono e spalla, mentre impreca contro sé stesso e la sua voglia di essere un alternativo pittoresco del cazzo, perché no, Harry Styles non può usare l'opzione sveglia del suo iPhone, deve fare il coglione e appoggiarsi su un aggeggio d'epoca che ha deciso di rompersi alle 3:22 di quella notte, mandando la sua sveglia e la sua routine a puttane. Decide che odia il pane non tostato con troppo burro sopra e lo lascia in cucina alle mosche e alla mercé del suo gatto Marcel, prima di filare in bagno, la camicia non abbottonata sul petto tatuato e una sola gamba infilata nei pantaloni blu a palazzo, lo spazzolino ora tenuto tra le labbra in verticale, il dentifricio che dondola.

E Niall sta dicendo: ''E poi sono entrato in ascensore per andare a lavoro come sempre e mi ero scordato che ci fossero dei neo-assunti, no? E poi l'ascensore si è bloccata e qualcuno dietro di me ha sobbalzato ed era lei, Harry, la mia anima gemella, e siamo rimasti bloccati lì per due ore e poi siamo usciti a cena perché, insomma, che riguardi dovevo avere? E poi era una situazione a lungo termine, non uno scambio fugace prima che qualsiasi cosa ci dividesse, quindi-''

''E' la vita in cui state insieme'' conclude Harry, dopo aver sputato il dentifricio ed essersi sciacquato la bocca, salvo per poi sibilare un'imprecazione. Merda, non ha preso il caffè.

Funziona così, in realtà. Sei destinato a incontrare la tua anima gemella una vita sì e una no, senza eccezioni. Quando la incontri, puoi o essere bloccato con lei e capire che in quella specifica esistenza siete destinati a stare insieme, o può essere un attimo fugace, prima che il mondo vi divida. E non è la vostra occasione. Riconosci la tua anima gemella a colpo sicuro, nessuno sa spiegare quella sensazione ma è inconfondibile, una volta che la provi. Solo che può essere sia la persona bloccata con te in ascensore, sia quella che ti vende un biglietto per un concerto prima che la folla ti spinga via per il loro turno. Quello è l'universo che ti dice che non è il vostro momento, purtroppo. Non è la vostra vita.

''Sono contento per te, Nialler'' dice, mentre trova la giacca abbinata al pantalone e va alla ricerca dei suoi stivaletti. Se Marcel li ha graffiati, è la volta buona che lo chiude in una camera, sentendosi in colpa per tutto il giorno prima di tornare e stringerlo a lui e promettergli i croccantini migliori per la prossima settimana. ''Magari siete Costanti.''

''Haz, so che la teoria dei Costanti ti piace, ma non ci sono prove'' ridacchia l'amico, per poi fare un piccolo sbuffo ''Mi dispiace solo che nella mia vita successiva non avrò l'anima gemella.''

''Non significa che non puoi amare, Ni. Solo che non è lo stesso'' borbotta Harry, e non ritorna sulla faccenda dei Costanti, l'hanno già fatto, quel discorso, e va bene così. E' una cosa nebulosa e poco chiara su come alcune anime gemelle si incontrino in ogni vita, senza il salto di norma. Dovrebbe essere testimoniato da dei flashback, o cose del genere, e Niall dice che, dato che non ci sono testimoni, una cosa come i Costanti non esiste. Harry pensa che, all'avere una fortuna del genere tra le mani, non lo andrebbe a dire in giro.

''Lo so'' Niall sospira, poi sorride, lo sente dalla piega della voce ''Ho lei, però, da adesso. Si chiama Amelia, ti ho mandato il suo profilo Instagram.''

''Il nome sembra adorabile'' ragiona Harry, infilando gli stivaletti e chiudendone la cerniera, abituato subito al leggero tacco sotto il tallone. Niall deve percepire la sua punta di malinconia mentre prende il cappotto beige e se lo infila, agitando i ricci umidi della doccia che si è fatto in tempi così record da farsi quasi schifo.

''Tranquillo, Haz, troverai anche tu la tua anima gemella, lì fuori, che apprezzerà la tua ossessione per i fiori e per Friends.''

''Non lo puoi sapere, Ni. E non ho nessuna ossessione, sono una persona sana'' sottolinea, finendo di infilarsi i suoi anelli e prendendo prima la sua borsa a tracolla, poi il romanzo di Camus da cui ha scelto l'estratto per la lezione del giorno a cui, ah-ah, farà tardi. ''Devo prendere la metro e sono in ritardo. Ciao.''

''Harry Styles che rinuncia alla sua camminata per soccombere ai mezzi pubblici di Londra'' sibila il migliore amico, ridendo ''E' un pessimo giorno per l'umanità. In questi giorni ti presento Amalia, va bene? Ti tieni libero?''

''Per te sempre'' cinguetta Harry, attaccando.

E può andare peggio? Sì. Può andare molto peggio.

Inizia a piovere leggermente quando è a metà strada per la stazione della metropolitana e, quando entra, il suo cappotto è costellato di minuscole macchioline e, per quanto ha capito, la chiusura della stazione successiva ha fatto affluire il doppio della gente lì dentro, cosa per cui Harry preme spalle e gomiti solo per prendere il biglietto e non avere gli spiccioli precisi, dato che ha venticinque anni e non è ancora schiavo di un bruco di metallo che corre sotto Londra, e non è psicologicamente preparato a prendere la metropolitana e sentire persone alitare sui suoi capelli bagnati (ah, l'ombrello di Harry si è rotto lungo la strada, fanculo) per tre fermate, e gli viene quasi da piangere perché giura su qualsiasi cosa che se il suo libro si è rovinato-

Sbatte contro una spalla e sia lui che la persona contro cui è sbattuta quasi cadono, ma sicuramente perdono lui il telefono con il biglietto incastrato nella cover, l'altro un mazzo di fiordalisi che viene schiacciato al pavimento e copre proprio il suo telefono e oh, Harry si sente così in colpa, i fiordalisi sono fiori stupendi che esprimono delicatezza e hanno un colore blu squillante ed elettrico, e adesso sono ammaccati e un po' smorti.

''Oddio, mi disp-'' inizia a dire dopo che si è alzato, ma si zittisce quando anche lo sconosciuto, con pantaloni grigi e un maglione bianco, alza gli occhi stringendosi il mazzo al petto.

Ed Harry lo sente, cazzo, ed è la sensazione più strana che abbia mai provato, non viene da lui, viene da milioni di vite precedenti mentre un'onda lo travolge e lo incastra in due occhi azzurri, in un ciuffo color caramello e in un naso piccolo, in sottili labbra schiuse che esalano mentre il cuore di Harry si scioglie nelle sue vene e non riesce a respirare, o forse ha iniziato solo adesso, mentre riesce a notare solo i fiordalisi e un tatuaggio sulle dita e come il maglione gli vada grande in maniera adorabile prima che si perda nelle curve dolci delle sue ciglia e inizi a sentirsi completo, legato, caldo e pieno come se sapesse già il suo nome, la sua voce, il suono che-

Qualcuno lo spinge via.

''No'' mormora, ma un'altra persona lo tira all'indietro nella calca, l'uomo si alza sulle punte e lo guarda oltre le teste ma Harry lo sta perdendo mentre un uomo altissimo passa tra di loro ed Harry rantola un bisognoso, sull'orlo delle lacrime: ''No, no, no-''

E quella era la sua anima gemella, vero? Quel viso delicato dagli zigomi alti e la barba leggera e uno zaino su una sola spalla e dei fiordalisi a macchiargli il maglione bianco ed Harry lo ricorda perfettamente, ogni frammento, perché è una parte di lui, porca puttana, è una declinazione di Harry, una sua metà, qualcosa che una volta gli hanno tolto e che non può riavere indietro.

Non in questa vita.

''Porca puttana'' rantola, una volta che la fiumana di gente di Londra l'ha portato a salire sul treno. Chiude gli occhi e fa un piccolo singhiozzo, perché Harry è un inguaribile romantico, adora i film dove la gente si innamora e ha un appartamento volutamente troppo grande per una sola persona, si commuove a sentire le coppie di anime gemelle che si incontrano e anche le storie di chi ha comunque trovato qualcuno, nonostante quel fugace attimo che, adesso può confermarlo, è il migliore e il peggiore della sua vita.

***

Liam è un professore di psicologia che tiene le lezioni al secondo piano, ha gli occhi enormi di un dolce orso protettivo o di un labrador bisognoso di coccole, un abbraccio fantastico e una vita fantastica con la sua anima gemella, Maya, bruna dagli occhi grigi con un sorriso mozzafiato.

Per questo preciso motivo, Harry oggi lo odia.

''Sei un disastro'' commenta mentre Harry firma svogliatamente la presenza. Ci sono un paio di firme nuove a cui non fa caso ''Ma sempre impeccabile, se posso dire. Tacco, oggi?''

''Ho incontrato la mia anima gemella e la folla ci ha separati'' sbotta, freddo e cattivo mentre getta la penna da qualche parte. Liam lo segue per il corridoio, improvvisamente serio.

''Oddio, Harry, mi dispiace- Sapevo quanto ci tenevi a-''

''Vita sbagliata, a quanto pare'' rimugina ridacchiando nervosamente ''Evviva me.''

Ed entra nella sua aula sbattendo la porta.

I suoi alunni si voltano e lo guardano incidere, alto e dal profilo serio con la borsa dondolante sul fianco sottile, e si zittiscono perché questa è, a tutti gli effetti, una delle brutte giornate del professor Styles, che di solito è dolce e ha delle fossette mozzafiato e questo tono roco, lento, che ti fa o incantare a guardarlo o superare ogni esame di letteratura contemporanea possibile, in base ai tuoi interessi. Oggi, dalla piega degli occhi verdi, è un dittatore seriale che lascerà solo sangue e cadaveri dietro di lui. La sua è una cattiveria sottile.

''Facciamo un gioco'' dice ad alta voce, tirando su col naso e gettando la borsa a tracolla sulla sua cattedra. Si volta e, poggiato alla scrivania con le mani, continua ''Come è stata la vostra mattinata?''

''Mi sono svegliato e nessuno è venuto a rivelarmi che sono straricco, quindi immagino male'' scherza un ragazzo dalle prime file, quando passano troppi secondi di silenzio. La platea inizia a ridere quando Harry interrompe:

''Stamattina ho incontrato la mia anima gemella, che è solamente l'uomo più bello che io abbia mai visto, e poi ci hanno trascinati da due parti opposte, a conferma che in questa vita non devo stare con lui'' incrocia le braccia, preme il fondo della schiena sul legno ''Come la mettiamo?''

Silenzio. Una ragazza interviene a bassa voce, mentre Harry si toglie un ricciolo bagnato dalla fronte: ''Ci dispiace, signor Styles, dev'essere orribile.''

''Tu sei andata in vacanza con la tua anima gemella che conosci da otto anni, vero?'' domanda lentamente, e la ragazza esita, annuisce. ''Bene. Bocciata. Oggi studiamo Camus, aprite gli appunti e il libro al capitolo dodici, e se sento una mosca giuro che la peste vi sembrerà una cazzata uscita da un libro di favole. Domande solo se pertinenti.''

Tutta la lezione va così, anche quella successiva e, dato che Harry non ha preso il pranzo, e non vuole uscire in strada rischiando di esaminare tutti gli uomini dagli occhi azzurri che gli capitano davanti, rimane in studio scontroso e a digiuno, mandando un lungo messaggio vocale a Niall dove forse piange un po' e poi fa finta di non averlo fatto. Ha già posato il telefono e sbuffato un numero ridicolo di volte quando Liam entra e dice un piccolo:

''Ehi, non ti ho visto a pranzo. Sandwich?'' domanda, alzando una bustina di plastica con due quadratini che sembrano ripieni di tacchino e formaggio. Harry esala, allunga le mani:

''Ti venero, ti amo, sono a tanto così dal fondare un culto pagano su di te e sulla tua gentilezza. Vieni qui, nutrimi e ascolta le mie miserie.''

Normalmente, Liam gli darebbe del melodrammatico o dello stupido, ma adesso fa solo una piccola risata e si accosta a lui, la porta chiusa mentre gli lancia la bustina ed Harry, ovviamente, non la prende al volo, finendo per raccoglierla dal suo grembo. Un pezzetto di tacchino gli ha fatto una sbavatura sul pantalone. Ma vaffanculo.

Mentre mangia, Liam non gli chiede come sta o cosa è successo o se si riprenderà, cosa a cui Harry non sa rispondere, e per cui si limita a mangiare e bere dalla bottiglietta che l'amico ha reperito dal distributore mentre gli parla dei nuovi colleghi.

''C'è anche uno giovane, penso della nostra età'' continua, dopo l'attento resoconto di un cinquantenne antropologo con una parlantina strascicata ''Insegna teatro, si chiama Louis. Molto divertente, ha un umorismo sottile. Dovremmo uscire tutti insieme, qualche volta.''

''Mmm'' risponde distrattamente Harry, giocando con il tappo della bottiglia. Liam continua schiarendosi la voce:

''E, um, dovresti andare da lui, tipo, adesso. Intendo, da Louis'' continua, e il riccio alza la testa di scatto ''Il fatto è che entrambe le vostre facoltà stanno andando bene e vogliono pubblicizzarle, quindi, ecco. Vogliono che co-scriviate uno spettacolo teatrale in quest'anno scolastico, da presentare. Lui ha talento e tu scrivi da Dio, quindi-''

''Non oggi, Liam'' interrompe stancamente ''Voglio andare a casa, guardare Love Actually e piangere, se non ti dispiace. Da domani, posso iniziare a vivere la mia vita con la consapevolezza che non avrò la mia anima gemella, grazie tante.''

Il professore sospira: ''Certo, okay. Ha senso'' una piccola pausa ''Io vado, allora, ho l'orario pomeridiano. Oh'' aggiunge, sulla porta, ed Harry nemmeno alza la testa ''Il cognome è Tomlinson, in caso tu debba andare domani nel suo studio. E' quello vecchio del professor Sting al terzo piano, se non hanno ancora cambiato la targhetta."

Harry annuisce appena. In quel momento, quell'informazione gli è totalmente inutile.

***

La giornata successiva è il risultato di una telefonata a piangere abbracciato a Niall, descrivendogli i sei secondi in cui ha guardato l'anima destinata a lui in faccia, così che in caso si dimenticasse mai di quegli occhi, Niall possa sempre fare da memoria di sistema. L'amico gli aveva portato del gelato e gli aveva proposto di darsi malato in università, ma no, Harry deve ripartire con la sua vita, anche se ha un cratere al posto del cuore. Quindi, la mattina dopo, cammina per il corridoio con pantaloni a palazzo marroni e un maglione beige perché na-ah, il mondo può cascare e finire in fiamme e urla, ma Harry non riverserà il suo dolore sul suo aspetto. Ha ancora una decenza.

Bussa con convinzione mesta alla porta senza targhetta che una volta era di Sting, dipartimento di sociologia, e nel sentire il giovane, rilassato: ''Avanti'' da dietro il pannello quasi esita, ma poi preme la maniglia sul palmo. Non ha molta voglia di iniziare questo progetto, ma almeno può distrarlo dal fatto che non è destinato all'amore perfetto, e non ricorderà quando succederà.

Apre piano, osserva l'ambiente relativamente spoglio, e non lo compiange, dato che il professore è nuovo e l'unica cosa che ha avuto il tempo di mettere su per ravvivare l'ambiente di una goccia è stato un vaso di fiordalisi ammaccati e-

Aspettate un secondo.

''Oh, Dio'' esala, e l'uomo di spalle si gira con un mugolio interrogativo, un raccoglitore in mano, ed è lui, gli stessi occhi azzurri e naso piccolo e barba leggera, anche se oggi ha un maglione rosso e oh, i suoi zigomi sono più affilati di quanto ricordasse, le dita più sfilate, sottili, le labbra sembrano più morbide mentre si schiudono e fa cadere il raccoglitore che aveva in mano, sobbalzando e sibilando un 'merda' perché, probabilmente, da come si poggia al mobile e si tiene la gamba gli è finito da qualche parte tra caviglia e piede. Harry si avvicina di scatto, quasi inciampa su una piega del tappeto sotto la scrivania, e lo sorregge. Profuma di sapone, e sigaretta, ha la pelle calda. ''Cazzo, stai bene?''

''A parte'' sibila piano, e ha una voce armonica, da attore ''A parte l'intero teatro elisabettiano che mi ha fatto sanguinare qualcosa, bene, credo, sì.'' alza gli occhi all'espressione preoccupata di Harry, e alla stretta delle sue dita ''Scusa, io- Cazzo, scherzavo. Faccio scherzi quando sono a disagio*. E cito serie tv. Scusa-''

''Friends è la mia serie preferita'' ammette a bassa voce con un sorriso stupido, e Louis piano gli occhi mentre, grazie al suo aiuto, si rimette dritto, continuando a stare più su un piede che su un altro. Fa uno sbuffo divertito, poi:

'' 'Loro non sanno che noi sappiamo...' ''

'' '... Che loro sanno che noi sappiamo'. Non sfidarmi a questo gioco.'' minaccia, e Louis tira piano fuori uno sfarfallio di denti bianchissimi e oh, è bellissimo. Harry ci si deve abituare. Si schiarisce la voce e continua con: ''Quindi, io sono- Harry Styles, insegnante di letteratura contemporanea. Ci hanno affiancato per il progetto dello spettacolo.''

''Sì. Lo so'' porge la mano, Harry la stringe, ne saggia la stretta perfetta, la mano calda, il numero sulle dita, e vuole quasi commuoversi, sente le lacrime agli occhi mentre sente anche: ''Louis Tomlinson.''

Harry alza gli occhi, sorride, Louis prende un respiro profondo e gli accarezza il dorso della mano con la punta del pollice, prima di continuare: ''A quanto pare, sono la tua anima gemella.''

***

''Muovi lì, tesoro.''

''Lì dove?''

''Quel pedone bianco. Di uno. Fidati'' mormora con dolcezza, accarezzando lo stomaco di Louis da sotto il suo maglione leggero, ridendo quando, probabilmente, la fede al suo dito sfrega fredda sulla pelle e l'altro ha un brivido minuscolo. Suo marito lo occhieggia, sospira, e con la mano destra, dato che la sinistra è tra i suoi ricci e muove dolcemente i polpastrelli ad accarezzarlo, sposta come indicato. La mano sinistra scende piano alla nuca di Harry, che ha testa poggiata sul suo ginocchio, e Liam, all'altro capo della scacchiera, protesta un:

''Potresti imparare a giocare piuttosto che far muovere Harry al posto tuo?''

''Siamo sposati e siamo un binomio, adesso'' canticchia Louis, continuando, con una mano, a saggiare la sua pelle, cosa che gli fa socchiudere gli occhi. Niall ride dalla poltrona su cui sta seguendo una partita al computer e Zayn, impegnato a fumare alla finestra, alza gli occhi al cielo con aria bonaria, mentre assottiglia le labbra.

Gli ultimi due anni con Louis sono stati fantastici, pensa blandamente quando, a un bacio sul ginocchio, suo marito lo tira su e lo stringe a lui, baciandogli un punto sotto l'orecchio mentre Harry, semplicemente, passa una gamba sulle sue e gli stringe il busto, affondando il naso nel suo collo.

"Sono così dolci perché sono sposati da meno di un mese" sottolinea Zayn da lontano, e piuttosto che rispondere, Harry ride. Forse sono così perché sono anime gemelle, alla fine. La cosa lo fa rilassare contro un corpo che conosce meglio del suo, mentre Louis lo picchietta dolcemente con la punta del naso e dice:

"Ehi, qua io devo giocare."

Harry ridacchia e apre gli occhi e per un secondo succede una cosa strana, che gli fa perdere l'espressione.

Gli altri non ci sono. La casa è diversa, vecchia, fuori è buio, Louis legge un libro, i suoi vestiti sono d'epoca, i suoi occhiali scivolano sul naso. È un battito di ciglia: Louis torna ad avere dei jeans e una felpa, gli occhi azzurri liberi, e adesso anche i loro amici sono lì, e lo fissano mentre Harry sbatte lentamente le ciglia. Niall si inclina:

"Harry, che hai?"

"Forse ha capito che ha sbagliato a sposare Louis" scherza Zayn, e invece del solito 'coglione' che suo marito mormora al migliore amico, lo accarezza dolcemente, una mano sul suo zigomo.

"Amore? Ehi? Ti senti male, ti gira la testa?" indaga, picchiettando il suo zigomo con il pollice "Forse non dovevo farti alzare così in fret-"

Harry, gli occhi lucidi e il sorriso stupido, si allunga e lo bacia appena, uno schiocco che lo zittisce mentre Louis piega le labbra solo per lui.

"Niente, amore, sto benissimo. Continuiamo a giocare."

Si preme a lui con sicurezza, indica la mossa, rimane tranquillo mentre Louis gli bacia la nuca e, piano, tutti smettono di guardarlo in modo strano.

Se quello che ha visto è vero, Louis glielo dirà presto, non appena avrà una visione, anche piccola, come la sua.

Deve aspettare meno di quanto possa pensare: nemmeno quarantotto ore dopo, mentre sono alle prese con il lavoro di università, Louis dice un piccolo: "Ehi, amor-" e non lo finisce, lo lascia morire come un fiammifero nell'acqua mentre Harry si gira dalla sua scrivania e lo guarda, osservando suo marito, gli occhi sgranati e le labbra schiuse, fissarlo e alzarsi piano. Aggrotta le sopracciglia:

"Che c'è, Lou?"

"Non pensare che io sia pazzo" mormora, attraversando lo spazio che li divide per sedersi cavalcioni su di lui, prendergli il viso e accarezzarlo piano. Harry gli regge sommariamente la vita, i polpastrelli abituati "O- Troppo innamorato di te. Okay? Va bene?"

"Non penserei mai tu sia troppo innamorato di me" mormora, inclinando la testa. Louis, ancora disorientato, si stringe a lui con le ginocchia e parla a bassa voce.

"Volevo chiederti un parere e io- Io mi sono girato e- Per un secondo ho visto una stanza diversa, e tu eri vestito in maniera strana su un divano e avevi i capelli appena più lunghi e sembrava un secolo e passa fa e non può- Non può essere che-"

"Lo so" assicura con dolcezza, e gli occhi di Louis diventano simili a monete "Aspettavo che succedesse. Quando giocavamo a scacchi? Ne ho avuta una. Anni Cinquanta, più o meno."

Un paio di mani che conosce a memoria salgono per il suo viso mentre lo accarezzano e Louis fa un sorriso leggero e stupido, avvicinandosi a lui con voce tremante mentre dondola appena:

"Sai che significa?" domanda, e un pollice gli sta picchiettando il labbro inferiore, come se servisse a farlo sorridere.

"Che questa è solo l'ennesima vita in cui mi innamoro di te" risponde, e invece che dire altro suo marito si china e lo bacia, a fondo, mordendogli il labbro.

Ed Harry sa che è esattamente così.

***

Lou ed H sono Costanti <3

Questa OS è stata molto divertente da scrivere, soprattutto la parte in cui la giornata di Harry va una merda. Gli ho regalato un'anima gemella quindi mi facesse il piacere.

Fine delle OS, per un po', a meno che non abbia idee fiammanti (come questa). Beta reading faticoso e sicuramente sentito di themoonkn0ws_ . Grazie sempre per leggermi, vi ricordo che ci sono storie sul mio profilo pronte per essere lette :)

all the love (e a domani con lyita)

b

(p.s.

*anche questa è una citazione di friends, di Chandler. In inglese è I make jokes when I'm uncomfortable)

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