ᏀᎪᎷᎬ ᏟᏞᎬᎪᎡ

By S0LL3V4NT3

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Un mondo in cui bisogna giocare per sopravvivere. Un mondo in cui si sperde l'identità di sé stessi o, nel c... More

•༺ 𓆩🂱𓆪 ༻•
Capitolo 1.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.

Capitolo 2.

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By S0LL3V4NT3

•༺ 𓆩🂱𓆪 ༻•

La confusione si fece largo nel mio corpo a quelle parole.

Questa storia?
Già iniziata?
Tempo fa?

Non riuscii a comprendere una sola parola pronunciata dalla donna ed altre mille domande si formarono nella mia testa.
Evidentemente non era ancora il momento giusto per poter comprendere tutto ciò, l'unica cosa che mi toccò fare fu rassegnarmi, per il momento, e vedere cosa sarebbe successo da lì a poco.

Dopo non molto la voce metallica riprese a parlare tramite il microfono dei nostri smartphone.

"GAME -vivi o muori-.
Grado di difficoltà, TRE DI FIORI.

REGOLE :
- scegliere la porta corretta entro lo scadere del tempo limite.

OBBIETTIVO DEL GAME :
- lasciare l'edificio prima dello scadere del tempo limite."

Dopodiché l'ascensore dietro di noi si spalancò, lasciandoci vedere la scritta "INIZIO" presente su di una delle sue tre pareti.
Io ed i tre ragazzi ci guardammo l'un l'altro nuovamente scioccati, nel mentre che la donna continuava a scrutarmi attentamente con il suo solito sguardo glaciale.

Entrammo tutti e cinque all'interno dell'ascensore, che si chiuse in automatico e partì a salire senza il bisogno che qualcuno cliccasse uno dei tasti presenti sulla parete a destra.
<<Come vi chiamate?>> domandò improvvisamente la donna spostando lo sguardo su ognuno di noi quattro.
Guardai attentamente il trio accanto a me, aspettando che qualcuno parlasse.
<<Arisu>> affermò immediatamente uno dei ragazzi e, successivamente presero parola anche gli altri due <<Chota, piacere...>> commentò quasi sotto voce il più basso <<..Karube>> aggiunse l'ultimo, con un tono quasi seccato.

La donna annuì in risposta <<Shibuki, piacere mio..>> affermò la castana.
Successivamente rivolse la sua attenzione su di me, e mi sentii subito minuscola sotto i suoi occhi.
<<Piacere A-..>> feci per aprire bocca per presentarmi, ma ella mi fermò poggiandomi un dito sulle labbra <<Non c'è bisogno, io ti conosco già...Alice>> enunciò convinta di ciò che stesse dicendo, rivolgendomi un lieve sorriso.
Tutto questo sotto lo sguardo dei tre ragazzi, che parvero non capire quello che stesse accadendo.

Le rivolsi uno sguardo confuso sentendomi chiamare con un nome non di mia proprietà <<...Atlas>> sibilai concludendo la frase che avevo interrotto in precedenza.
Shibuki mi guardò stranita e leggermente delusa dall'accaduto, inclinando di poco la testa di lato come per osservare meglio i miei lineamenti.
Sembrava effettivamente conoscermi da tanto tempo, nonostante avesse sbagliato nome.
Ma perché, come?

<<Oh, certo...scusami, Atlas>> si corresse con un piccolo sorriso facendo volare lo sguardo da me al pavimento e spostando il peso corporeo da un piede all'altro, evidentemente a disagio.
<<Hey, credo che siamo arrivati..>> interruppe il silenzio Arisu, indicando la porta dell'ascensore che si aprì sotto i nostri occhi <<Dite che dovremmo andare?>> domandò titubante Chota, visibilmente impaurito dalla situazione in cui ci trovavamo.
Sicuramente eravamo finiti in cose ben più grandi di noi.

Mi feci coraggio e drizzai la schiena <<Muoviamoci.>> affermai decisa entrando velocemente nella grigia stanza dinanzi a noi.
Successivamente, dopo essersi guardati l'un l'altro, gli altri quattro mi seguirono a ruota entrando a loro volta.

"Il tempo limite per questa stanza è :
2:00 MINUTI."

Enunciò la voce metallica, mentre sullo schermo dei nostri cellulari, il tempo segnato pian piano diminuiva di secondo in secondo.

Ci osservammo intorno notando due porte ai lati della camera <<Vivi, muori>> lessi su ognuna delle due <<Sembra non ci resti altro che scegliere quella giusta>> si fece avanti Karube rivolgendomi uno sguardo più fine rispetto a quelli precedenti, come se non volesse avere complicazioni durante il "game".
<<Ma...se sbagliamo->> cominciò Chota con il suo solito sguardo preoccupato <<Moriremmo>> lo interruppe la donna, facendo aumentare la paura nelle viscere del piccoletto, che emise un versetto più simile ad un lamento.

Non seppi darmi una risposta concreta ma ebbi la sensazione di aver già vissuto la stessa situazione in passato, per la seconda volta.
<<Hey, "capelli verdi">> mi richiamò Arisu riferendosi alla mia tinta verde ai capelli.
Mi voltai verso di lui e feci per informarlo che il mio nome fosse un altro, ma non mi diede il tempo di aprire bocca che subito riprese a parlare <<Tu hai qualche idea?>> domandò anche lui visibilmente indeciso su quale porta scegliere.
Scossi la testa mentre ragionavo ad una possibile azione che avrebbe potuto aiutarci.

"Mancano 1 MINUTO e 30 SECONDI."

Riflettendo su ciò che la mia mente riusciva a ricordare su quest'evento, improvvisamente mi venne in mente un'idea e rivolsi il mio sguardo sulla giovane <<Shibuki>> richiamai la sua attenzione e subito si risvegliò dai suoi pensieri spostando i suoi occhi su i miei, incitandomi a parlare <<Cos'hai dentro la borsa?>> le chiesi avvicinandomi di qualche passo <<Beh...il portafoglio, una spazzola->> cominciò ella <<Dammela, per favore>> la interruppi e successivamente le porsi la mano per far sì che mi desse l'oggetto, sperando che si muovesse dato il poco tempo che ci rimaneva a disposizione.

La vidi scattare per cercare ciò che le avevo chiesto, frugando tra la miriade di cose presenti nella sua borsa.
<<Ecco, tieni>> posò velocemente la spazzola tra le mie mani e subito mi voltai diretta verso la prima porta : "vivi".
<<Cosa stai cercando di f->> cercò di parlare il più alto ma Arisu lo incitò a bloccarsi portando un dito dinanzi ai suoi occhi, continuando ad osservare i miei movimenti.

"Manca 1 MINUTO."

Arrivata, tirai un calcio alla porta che si aprì di scatto sbattendo sulla parete dell'altra stanza, anch'essa grigia come la prima.
Dopodiché lanciai al centro di quella camera la spazzola di Shibuki, che venne immediatamente trafitta da un laser proveniente dal soffitto, polverizzandola sul posto in un nano secondo.
Allibita e spaventata, indietreggiai lentamente con gli occhi sgranati <<Cos'è appena successo...>> sibilai portandomi una mano sulla bocca per lo shock.
<<Quindi...la porta giusta è "muori"..?>> domandò ad alta voce Chota, più a sé stesso che a chiunque altro <<Non possiamo esserne sicuri, conviene riprovare. Alic-...Atlas, prendi questa>> mi richiamò Shibuki porgendomi una tessera trovata tra le sue cose in borsa, volendo che ritentassi anche per quel passaggio.

"Mancano 30 SECONDI."

Sobbalzai leggermente nell'udire il messaggio sullo smartphone, ma mi ricomposi subito dopo e annuii rivolta alla donna prendendo tra le mani l'oggetto.
<<Fa attenzione>> mi avvertì Karube alle mie spalle, mentre mi avvicinavo a passo svelto verso la porta.

"Mancano 20 SECONDI."

Tirai un lungo sospiro e diedi un altro calcio alla porta facendo spalancare immediatamente anch'essa.
Presi la mira e lanciai la piccola tessera in mezzo all'altra stanza, che però questa volta cadde incolume sul pavimento senza segni di laser o di qualsiasi altra arma mortale.

"Mancano 10 SECONDI."

Guardai attentamente i quattro dietro di me come per chiedere conferma sul proseguire, ma mi ritrovai davanti solamente delle facce sconvolte e confuse <<E-e se fosse una trappola..?>>
domandò il più basso sempre più preoccupato ed impaurito.

"Mancano 5 SECONDI."

<<Io non credo>> affermò Karube con lo sguardo fisso sull'evidente passaggio sicuro <<Muoviamoci!>> esclamò Arisu trascinandoci correndo dentro l'altra stanza, pochi secondi prima che quella precedente venisse avvolta totalmente dalle fiamme.
Ci chiudemmo velocemente la porta alle spalle per poi accasciarci a terra in modo tale da poter riprendere fiato e realizzare a pieno l'accaduto.
Non facemmo neanche in tempo a riordinare i nostri pensieri, che la voce sui cellulari riprese a parlare.

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