Damaged Soul | TaeKook

By Nobody_1418

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« E ora quell'anima in brandelli è dentro di me. » Jungkook è un timido e solitario ragazzo tormentato giorno... More

꧁ 𝐏𝐫𝐞𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚: 𝐏𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐠𝐠𝐢 𝐞 𝐀𝐯𝐯𝐞𝐫𝐭𝐞𝐧𝐳𝐞 ꧂
꧁ 0 】𝐏𝐚𝐭𝐭𝐨 ꧂
꧁ 1 】𝐓𝐚𝐞𝐡𝐲𝐮𝐧𝐠 ꧂
꧁ 2 】𝐂𝐫𝐢𝐬𝐢 ꧂
꧁ 3 】𝐃𝐞𝐦𝐨𝐧𝐢 ꧂
꧁ 4】𝐋𝐮𝐬𝐬𝐮𝐫𝐢𝐚 ꧂
꧁ 𝐄𝐩𝐢𝐥𝐨𝐠𝐨 ꧂

꧁ 5 】𝐑𝐢𝐯𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 ꧂

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By Nobody_1418

La mano di Jungkook scorreva lenta lungo la gamba del demone carezzandone l'epidermide con i polpastrelli e disegnando su di essa forme astratte mentre il resto del corpo era rigido e statico, persino lo sguardo pareva perso, mai i suoi occhi erano stati così vuoti e privi di forza vitale.

Un bacio venne depositato sul suo collo ma lui appena lo percepì, così come sembrò non avvertire la morbida spugna che lenta ed indisturbata passava sul suo corpo ricoprendolo di una schiuma bianca e profumata, così pura, una purezza che ormai non gli apparteneva più e che forse non aveva mai nemmeno avuto, la differenza di temperatura tra l'acqua calda e la freddezza dell'aria sembrò non disturbarlo nemmeno mentre il dolce aroma di mandorla era come assente per lui, per non parlare della presenza alle sue spalle, del petto su cui era beatamente sdraiato e delle gambe che abbracciavano le sue.

Era come racchiuso in una bolla, la bolla dei suoi pensieri, estraniato completamente dal mondo circostante che non lo scalfita minimamente, troppo occupato a sopravvivere a quell'apocalisse zombie che erano i suoi pensieri, a quei mostri che lo stavano mangiando vivo pezzo dopo pezzo facendogli provare un dolore atroce e agonizzante.

Come aveva potuto Taehyung venire gemendo il nome di un altro? Possibile che si fosse sbagliato? Che lui contasse davvero così poco per il biondo?

Quei dubbi erano per lui come sale sopra ferite mai guarite, non facevano altro che alimentare un dolore interiore che mai aveva avuto tregua.

" Pensavo di aver finalmente trovato una medicina invece stavo provando un nuovo tipo di veleno, un veleno dolce come il miele ma mortale come il cianuro, mi ero abbuffato di mandorle amare scambiandole per dolci ed ora mi ritrovo intossicato. " pensò mentre una calda e solitaria lacrima gli attraversò impassibile la guancia gettandosi poi in mezzo alle altre centinaia di gocce d'acqua, disperdendosi tra esse, perdendo così la propria peculiarità, diventando uguale alla massa, quell'uguaglianza tanto ricercata e desiderata dall'umano.

« Taehyung. » pronunciò a fatica ingoiando il magone amaro che gli si era formato in bocca, la voce che pareva essere stata graffiata dagli artigli di un gatto.

« Jungkook. » disse in risposta il maggiore.

La tensione era palpabile, densa come la nebbia che riempiva il bagno e più fredda del ghiaccio.

Il demone aveva percepito i cambiamenti nell'anima del più piccolo e per la prima volta da quando lo aveva conosciuto si era ritrovato a non sapere come agire e cosa dire. Il minore era come un vaso piene di crepe che viene trasportato senza alcuna protezione da un camion che percorre una strada tortuosa e scoscesa, aveva paura di diventare il sasso che lo avrebbe ridotto in mille pezzi. L'ira non sarebbe venuta in suo soccorso, era in uno stato criogenico indotto dalla delusione e finché essa non verrà spazzata via lei rimarrà lì immobile, assopita, incapace anche solo di attivarsi.

« Chi è Do-Yoon? »

Sebbene il demone si aspettasse quella domanda venne trapassato da essa proprio come una freccetta che attraversa un palloncino.

« Una persona. »

« Ti piace? » domandò con tono caldo, sentendo la gola dolere a causa delle urla che stava inghiottendo, trattenendole al suo interno così da impedirgli di uscire.

Malgrado la situazione il demone non poté impedire ad una risata di lasciare le sue labbra « No, noi demoni non possiamo innamorarci. Non degli umani almeno. » mormorò l'ultima parte a bassa voce rafforzando la presa intorno alla vita del più giovane come a volergli impedire di scappare e sprofondando il volto nei suoi capelli respirandone il profumo.

« E allora perché hai- » si bloccò portando entrambe le mani alla bocca così da poter reprimere i singhiozzi che rischiavano di scappare da essa contro la sua volontà.

Con non poca fatica riuscì a sollevarsi -sfuggendo dalla presa del biondo- posizionandosi poi contro il lato opposto della vasca, era stata un'idea del maggiore quella di farsi un bagno caldo così da poter lenire i dolori del minore e pulirsi dal sudore e dallo sperma che si erano incrostati sul loro corpo, ma ora quella vicinanza era diventata straziante, si era trasformata in una vera e propria tortura.

« Tu... Lui... » sbuffò infastidito, odiava non riuscire a trovare le parole adatte per formulare un discorso « Siete così simili. » disse con una voce talmente piccola e fragile che Jungkook stentava a credere potesse appartenergli mentre poggiava una mano bagnata sul volto del più piccolo sorridendogli appena.

Con un gesto spontaneo il corvino staccò quella calda mano dalla sua guancia « Sono il suo sostituto? » chiese impassibile anche se avrebbe soltanto voluto piangere e urlare ma il bisogno di sapere superava di netto entrambe portandolo ad essere freddo e razionale proprio come un computer, la mano del più grande ancora saldamente stretta nella sua.

« No, è molto, molto più complicato di così. »

« Ho capito. » rispose atono il corvino liberandogli la mano per poi abbassare lo sguardo sull'acqua giocandoci distrattamente.

Taehyung si portò una mano davanti alla bocca stringendo con forza gli occhi nel disperato tentativo di trattenere le lacrime quando percepì l'anima di Jungkook urlare disperata e agonizzante, pareva che un coltello l'avesse trapassata da parte a parte lasciandovi sopra l'ennesimo taglio che si sarebbe poi trasformato in una cicatrice.

« Mi dispiace -disse a denti stretti- vorrei spiegarti tutto ma ho paura di come reagiresti, ho paura di farti male -sospirò- troppo male. »

Il corvino scosse la testa « Sai perché ho deciso di stringere un patto con un demone? Perché ho accettato di finire all'inferno? »

Il maggiore negò con la testa non capendo dove l'altro volesse andare a parare.

« Perché la mia vita è sempre stata un inferno, una convivenza perpetua con il dolore, una lotta continua e sanguinosa contro me stesso senza vincitori né vinti. » rivelò con una voce seria, impassibile, mentre gli occhi fissavano freddamente il maggiore « Sono stato per anni l'attrazione prediletta dei demoni che soggiornano nella mia stessa mente. »

Un silenzio grondante suspance prese prepotentemente il ruolo egemone, il demone non osava dire una sola parola in parte incantato e in parte preoccupato mentre l'umano stava preparando al meglio le sue parole in modo da renderle affilate, taglienti e al tempo stesso più fredde del ghiaccio.

« Ho pensato tante di quelle volte al suicidio che ho perso il conto, sarebbe stata la soluzione più semplice e indolore. » continuò senza una minima inflessione nella voce, come se per lui l'opzione di togliersi la vita fosse una cosa di poco conto, e forse lo era davvero « Ma ogni volta, ogni fottutissima volta, mi bloccavo dal compiere quell'atto estremo perché fanculo, meritavo anch'io di essere felice per una volta. » terminò con un mix di determinazione e rabbia a colorargli la voce.

« È per questo che hai deciso di stringere un patto con me? Per vivere in pace, gioia e serenità almeno cinque anni della tua vita? » azzardò Taehyung.

Il corvino annuì « Sapevo che se mi fossi suicidato sarei finito all'inferno. Morto suicida, con pensieri ed immagini tutt'altro che felici ad annebbiarmi la mente, il paradiso e anche solo il purgatorio me li sarei potuti scordare. » disse ridendo apertamente, una risata fredda, in grado di far comparire migliaia di brividi, una risata che sembrò quasi pazza e malata « Quindi perché non vendere la mia anima ad un demone? Sarei sempre e comunque finito all'inferno, tanto valeva farlo con la consapevolezza di aver vissuto decentemente anche solo per una manciata d'anni. »

« Tutto questo discorso è per dirmi? »

Un sospiro si librò dalle labbra di Jungkook mischiandosi al vapore che pian piano stava scomparendo a causa del raffreddarsi dell'acqua « Tutto questo discorso serve per farti capire che non riuscirai mai a farmi così tanto male da spingermi a togliermi la vita perché se non l'ho fatto fin ora stai certo che non lo farò mai, sono come un corpo morto che cammina, uno zombie interamente ricoperto di cicatrici e tagli, uno in più o uno in meno non fanno poi chissà quanta differenza. »

Il demone scosse la testa in negazione, la foga con cui compì quel gesto ad indicare il suo stato d'animo « E se invece ti sbagliassi? Se fosse un taglio troppo profondo e doloroso? Se il dolore che ti provocherà sarà troppo forte da poter essere tollerato? » la disperazione a donare un retrogusto amaro alle sue parole « Le parole sono veri e propri pugnali mentre la verità è la forza che viene impressa loro quando vengono scagliati. » terminò carezzandogli un braccio gelido.

« Il dubbio invece è una benda che non mi permette di vedere, una costola rotta che preme contro a un polmone e una bistecca succulenta per il mio animo irrequieto e la mia mente bastarda. » un piccolo sorriso stanco andò ad espandersi a macchia d'olio sulle labbra del minore « Non capisco questa tua preoccupazione, dovresti essere tu il primo a spingermi al suicidio e dovresti sempre essere tu quello più felice del mio gesto, potresti finalmente tornare alla tua vita e alla tua routine. » disse continuando a mantenere la voce calma sebbene da essa trasudasse stanchezza e disperazione.

« Non vedo l'ora di portare la tua anima all'inferno ma non voglio straziarla ancora di più, ha già sofferto troppo. » rivelò alzandosi nell'esatto momento in cui l'ultima parola lasciò le sue labbra, uscì dalla vasca e si asciugò velocemente con un asciugamano che successivamente si legò in vita; ne prese poi un altro della stessa grandezza in cui avvolse l'umano dopo averlo tirato fuori dalla vasca accompagnato da diversi mugolii e suoni spezzati, il bagno caldo aveva aiutato ma non era stato miracoloso.

Lo adagiò sul letto e, dopo aver recuperato un cambio per entrambi, lo asciugò con cura come se fosse un bambino piccolo, come se con quei gesti potesse rendere il boccone amaro della verità più sopportabile e facile da mandare giù.

« Mi hai chiesto chi fosse Do-Yoon. » iniziò a parlare il demone mentre aiutava Jungkook ad infilare un paio di mutande « Lui... Lui era un pazzo, un sadico. Si divertiva a rinchiudere delle persone all'interno di stanze completamente bianche finché esse non impazzivano e si suicidavano utilizzando un coltello lasciato appositamente in bella vista. Rapiva gente qualsiasi e la lasciava chiusa per giorni all'interno di quell'incubo bianco senza acqua né cibo ma soprattutto senza nessun suono o colore a riempire l'ambiente. È inevitabile impazzire se rinchiusi lì dentro. » rivelò recuperando un paio di pantaloncini della tuta e infilandoli all'umano il quale sembrava totalmente preso dal suo discorso tanto da non osare interrompere quello che aveva capito fosse soltanto l'incipit « Abbiamo fatto sesso più e più volte anche se lui non poteva vedermi, come sai gli umani non possono vedere i demoni a meno che non ci stringano un patto con uno di essi, ma questo sembrava non importargli, era completamente fuori di testa. » terminò con una piccola risata mentre i brividi risalivano la schiena del più piccolo e un moto di angoscia si fece spazio dentro di lui: quelle scene erano familiari, troppo familiari.

« So cosa stai pensando, e la risposta è si. Do-Yoon è apparso più volte nelle tue visioni, o meglio, attraverso di esse hai visto parti della sua vita. » rivelò incatenando i suo occhi color rubino in quelli ossidiana del più giovane.

« Perché? » quest'unica parola fu in grado di lasciare la bocca dell'umano il quale non aveva nemmeno la più pallida idea di come si sentisse, era spaventato a causa di ciò che aveva viso e sentito da Taehyung? Felice per aver finalmente ottenuto una spiegazione a quelle improvvise e inspiegabili visioni? Arrabbiato per ciò che gli era successo? Non ne aveva la più pallida idea, l'ombra e l'inconsistenza della confusione erano l'unica cosa che era stato in grado di identificare.

Il maggiore aiutò Jungkook ad indossare una maglietta, infilò un paio di boxer e si sedette sul letto da parte all'altro prima di rispondere « Perché lui è uno dei vecchi proprietari della tua anima. »

Se prima era confuso adesso il corvino non sapeva neanche come definirsi, persino scioccato gli pareva un eufemismo « Reincarnazione? » domandò incerto, la mano del biondo andò a stringere una delle sue ma lui non se ne rese neanche conto, la sua mente era altrove.

« Una specie. »

« È una cosa possibile? » neanche un'emozione a colorargli il volto.

« Non dovrebbe. »

Taehyung non voleva parlare, non voleva rivelare al minore quel macigno che era la verità, non poteva scagliare quel pugnale. Ma Jungkook pareva non essere della stessa idea, voleva sapere, necessitava di sapere.

« E allora com'è potuto accadere? »

Gli occhi di Taehyung si chiusero per qualche istante mentre la presa sulla mano del più piccolo aumentò « Circa duecento anni fa strinsi un patto con un umano, si chiamava Paul, aveva vent'anni e il suo sogno era diventare imperatore. » catturò la mano libera di Jungkook e se la posò sul volto. « Io lo realizzai e come da procedura sparì, sarei tornato cinque anni dopo per prendere la sua anima. » spinse la mano del corvino ancora più contro il suo volto facendosi quasi male « Ma lui sembrava non essere della stessa idea. » si fermò per qualche istante dal suo narrare abbassando il volto e stingendo gli occhi mentre il suo respiro si stava facendo sempre più irrequieto, era difficile per un demone essere ferito nell'orgoglio, era arduo per loro accettare di essere stati battuti, specie se in astuzia « Non so ancora come ma riuscì a convincere una strega a lanciargli un incantesimo che lo uccise il giorno prima che il patto scadesse per poi farlo incarnare in un altro corpo. »

Ribolliva di rabbia.

Jungkook aveva più volte sentito questa espressione ma mai aveva visto qualcuno raggiungere quel livello di irritazione, mai fino a quel momento. Taehyung sembrava una vera e propria pentola di fagioli che ribolliva e per quanto questa similitudine possa strappare un sorriso più grande non faceva altro che incutere timore: il volto rosso ma non a causa della timidezza come invece accadeva al minore, il corpo -in particolare le mani- attraversato da spasmi continui, i denti che stringevano talmente forte il labbro inferiore che pareva volessero fare una competizione con le palpebre le quali erano serrate, il respiro che aveva ormai perso ogni regolarità e infine grugniti, mugolii e vere e proprie urla nascevano nella sua gola per poi essere inghiottite una volta raggiunta la bocca rilasciando però un eco in grado di scappare e farsi sentire.

Pietrificato.

L'umano era completamente ed interamente pietrificato, non aveva la più pallida idea di cosa fare e soprattutto aveva paura che anche solo una parola o un gesto avrebbero fatto scoppiare il demone.

Tremante liberò la sua mano dalla presa ormai non più ferrea del maggiore e la portò ai suoi capelli che prese ad accarezzare dolcemente, Taehyung in un primo momento sussultò a causa del contatto ma poi si sciolse lasciandosi cullare da quel calore che soltanto lei era in grado di donargli.

Passarono interi minuti in quella posizione prima che il biondo decidesse di spezzare quel silenzio che gli stava donando così tanto tepore « Mi dispiace, non volevo reagire così bruscamente -disse rialzando il volto e con esso lo sguardo- ma l'ira prende il possesso del mio corpo ogni volta che penso a ciò che è successo, a ciò che ho subito e a ciò che ho perso, non posso fare niente per impedirglielo. » spiegò stampando un delicato e per nulla atteso bacio sulle labbra dell'umano per poi sforzare un sorriso « Lui mi ha umiliato e non solo sul piano personale. I demoni superiori hanno scoperto subito ciò che è successo e mi hanno denigrato, sminuito, insultato e cancellato tutto ciò che di giusto avevo fatto. » strinse con forza i pugni liberando la mano dell'umano mentre i suoi occhi assunsero una tonalità talmente rossa e accecante che Jungkook stentò a credere potesse esistere realmente « Hanno poi fatto si che io rimanessi bloccato sulla terra finché non avessi portato a termine la mia missione: condurre l'anima di Paul all'inferno. »

« M-Mi dispiace per quello che ti è accaduto, ma io cosa c'entro con questa storia? » domandò il più giovane con una voce piccola e insicura temendo la reazione dell'altro, sapeva che sarebbe dovuto rimanere zitto ed aspettare ma la sua lingua fremeva per poter parlare e la sua testa pulsava tormentata e divisa: una parte -che era quella dominante- voleva ascoltare la storia del demone, stargli vicino e consolarlo mentre l'altra non attendeva altro che arrivasse al punto, cosa che sembrava ancora decisamente lontana dato che a soffrire fino a quel momento era stato soltanto il demone mentre lui era appena stato sfiorato dalle frecce avvelenate delle parole.

« Perché l'anima di Paul ora è dentro di te, è diventata anche tua, essa si è reincarnata per sei volte a distanza di più o meno anni ed io ho dovuto attendere finché uno dei proprietari non decidesse di stringere un patto con il diavolo, in quel momento sarei comparso io e avrei stipulato il contratto attendendo trepidante lo scoccare del quinto anno per poter condurre l'anima all'inferno e poterci finalmente rimettere piede. » depositò una lieve carezza sul volto del più piccolo « E per essere sicuro che non mi dimenticassi della mia missione. » catturò una mano all'umano per poi depositarla sulla sua schiena « I demoni superiori hanno deciso di lasciarmi un promemoria con cui convivere. »

Jungkook fece scorrere la mano sulla schiena del demone non capendo a cosa si riferisse finché non incontrò una sporgenza, il suo sguardo passò da sorpreso a confuso mentre i polpastrelli tastavano delicatamente quello che sembrava essere un pezzo di cuoi lasciato sotto al sole per troppo tempo.

« Cosa-? » cercò di domandare non riuscendo però a trovare le parole adatte per formulare una frase.

Taehyung rilasciò un sospiro carico di tensione per poi voltarsi lentamente permettendo all'umano di posare lo sguardo sulla sua schiena osservandola per la prima volta.

Le sopracciglia del minore slittarono all'insù, l'aria nei suoi polmoni sembrò scomparire all'improvviso e gli venne spontaneo portarsi due mani alla bocca, deglutì faticosamente sentendo gli occhi pizzicare a causa delle lacrime che si stavano radunando pronte a rovesciarsi al di fuori degli stessi.

« C-Che cosa so-sono? » balbettò senza distogliere lo sguardo neanche per un secondo dai due tagli che attiravano su di sé tutta l'attenzione rubandola alla morbida e liscia epidermide della schiena del demone; era lunghi quanto una mano e larghi due dita, sembravano vecchi ma non si erano per nulla rimarginati, nessuna cicatrice o segno di sutura a far pensare il contrario, la pelle era completamente esposta, di color rosso tendente al nero, la superficie pareva essere granulosa mentre i contorni erano gonfi e davano l'idea di essere infetti.

« Il ricordo delle mie ali. » rispose girandosi nuovamente verso l'umano così che non potesse più fissare quello scempio che era la sua schiena.

« Delle tue ali. » fece eco inconsciamente il minore parlando con voce bassa come se stesse soltanto ragionando tra sé.

« Già, ogni demone possiede due ali, sono nere, maestose e bellissime .» rispose con voce sognante che però cambiò subito assumendo un timbro più duro e cupo, rancoroso « Ma loro me le hanno strappate, non tagliate ma letteralmente strappate via, estirpate fin dalla radice e tutto perché un fottutissimo umano era troppo fifone per finire all'inferno, perché pensava di essere migliore di tutti gli altri che stringono un patto, di meritare di più. Era un fottutissimo egocentrico, per colpa di questa sua scelta sei persone hanno sofferto, per colpa sua la sua anima è stata dilaniata, ridotta ad un cumulo di cicatrici. » ed ecco che l'ira era tornata a prendere il possesso della mente e del corpo di Taehyung, crescendo in concentrazione parola dopo parola.

« E ora quell'anima in brandelli è dentro di me. » ragionò ad alta voce il corvino troppo scioccato da ciò che stava scoprendo per prestare attenzione ad una possibile reazione del maggiore.

"Quindi è questa la causa dei miei demoni? È colpa di Paul?"

La testa di Jungkook pareva vorticare come quando d'estate una persona con la pressione bassa si alza di colpo oppure quando si compiono tanti giri veloci seduti su una sedia da ufficio, a preoccuparlo la consapevolezza che quella fosse solo la punta dell'iceberg.

« Già, e tutto per colpa di un fottutissimo bastardo. È colpa sua se la tua vita è stata un inferno, è colpa sua se i demoni ti hanno tormentato per anni ed è sempre colpa sua se adesso devi convivere con me. »

« Almeno l'ultima non è stata una cosa negativa. » disse Jungkook con un piccolo sorriso intrecciando le proprie mani con quelle del demone sorprendendolo.

« Consideri l'avermi conosciuto una cosa positiva anche dopo aver scoperto le conseguenze? È colpa mia se nessuno si avvicina a te. »

Il corvino rafforzò la presa intorno alle mani dell'altro « Tu sei stato l'unico ad essermi stato vicino, l'unico a cui è importato di me. Stavo morendo dentro eppure nessuno se ne è mai accorto, la puzza di marcio si sentiva a chilometri di distanza ma l'hanno ignorata tappandosi il naso, urlavo ma facevano finta di non sentirmi. Perché sono tutti pronti ad aiutarti quando inciampi su un gradino ma quando stai per buttarti da una scogliera fanno finta di niente, girano la testa e si coprono le orecchie. È facile esserci nelle piccole difficoltà sapendo poi, magari, di trarci vantaggio ma in quelle grandi tutti spariscono e fanno finta di niente -due lacrime in contemporanea gli solcarono il viso incorniciandolo. Mi sono sempre sentito come un problema di matematica che nessuno ha più voglia di tentare di risolvere, come un paziente ormai considerato troppo malato per poter guarire e per questo affidato alle cure pagliative, come un elettrodomestico rotto che viene sostituito con uno nuovo, tu sei stato l'unico in grado di farmi sentire un essere umano al pari degli altri. »

Per Taehyung fu una delle pochissime volte nella sua vita in cui non sapeva come rispondere, bloccato come un insetto in mezzo all'ambra valutava le molteplici possibilità nessuna delle quali sembrava però essere adatta.

"Fanculo stupidissimi sentimenti umani che pensavo non avrei mai più provato!" il biondo si ritrovò a maledire quella tavolozza che si stava riempiendo di nuovi colori che da secoli non aveva più avuto il privilegio -o forse la fortuna- di possedere.

I sensi di colpa pareva lo stessero mangiando vivo dall'interno come un verme in una mela, gli occhi di Jungkook risplendevano come se in essi fossero contenuti tutte le stelle del cielo e la sua anima era così gioiosa e in pace, pareva potesse fluttuare.

« Io non ti amo. » come frecce intrise di veleno le parole scoccarono dalla sua bocca, aveva meditato per secondi interi nell'intento di renderle meno pungenti e mortali ma la schiettezza e la freddezza tipica dei demoni avevano sovrastato su ogni cosa schiacciandole malamente.

Inaspettatamente il volto del corvino rimase calmo e rilassato mentre le sue spalle si alzarono ed abbassarono velocemente comunicando più di mille parole « Neanch'io. Non è l'amore ciò che bramo, ma vivere dignitosamente almeno per un po' con affianco qualcuno che si interessa a me e che mi faccia star bene. »si avvicinò al biondo facendo si che a dividere le loro labbra ci fossero soltanto una manciata di centimetri « Non mi interessa il motivo che ti spinge ad essere così affettuoso e premuroso nei miei confronti, può anche essere una scommessa oppure un gioco sessuale, non mi importa a me basta che tu lo sia. »

« Arriveresti ad annullarti pur di avere le mie attenzioni? » domandò sbigottito il maggiore, sapeva che la situazione dell'umano fosse critica e non riusciva nemmeno ad immaginare quanto difficile fosse vivere una vita simile ma quella confessione andava ben oltre le sue aspettative e la sua comprensione, davvero Jungkook era arrivato al punto di annullarsi considerandosi meno di niente pur di avere qualcuno accanto?

« Venderei la mia anima ad un demone pur di avere qualcuno che si interessi della mia esistenza. »

Taehyung non sapeva cosa ribattere ma questo si rivelò non necessario: il minore si era sporto in avanti quel tanto che bastava per far congiungere le loro labbra.

Fu un semplice e fugace bacio a stampo ma sufficiente a far comprendere a Taehyung il livello che l'umano aveva raggiunto, aveva sempre considerato Do-Yoon un pazzo ma forse Jungkook non era da meno, lo era solo in maniera diversa, e se fosse stato bravo sarebbe riuscito a sfruttare questa sua peculiarità a suo favore, perché se il corvino era arrivato a vendere l'anima pur di avere ciò che più desiderava chissà come avrebbe reagito a scoprire la verità, c'erano due opzioni principali una opposta all'altra, sarebbe andato benissimo oppure sarebbe stato un fallimento totale.

"O la va o la spacca" pensò prima di mettere in atto quella nuova e forse finale parte del suo piano.

Il più grande prese un respiro profondo sperando che ad avverarsi fosse la prima delle due ipotesi, sciolse lo stretto intreccio che si era creato tra le sue mani e quelle dell'altro e con esse gli prese a coppa il viso solleticandolo con i pollici « Vuoi ancora sapere tutta la verità? Sei sicuro di voler sapere qual è la causa dei tuoi demoni? »

« Si. »

Il biondo accarezzò distrattamente i capelli dell'altro perdendosi ad osservare il suo volto mentre iniziò a spiegare « La tua anima è danneggiata, completamente ed irreparabilmente danneggiata. » le sue mani scivolarono lentamente verso il basso fermandosi alla vita che strinse « È ricoperta da decine di cicatrici causate da ciò che ha vissuto. » con un movimento deciso e impossibile da prevedere si sdraiò sul letto trascinando il corvino sopra di sé stappandogli una serie di lamenti dovuti al dolore che ancora non si era attenuato « Devi sapere che ogni esperienza traumatica, dolorosa, straziante e particolarmente distruttiva vissuta da un uomo è come una pugnalata inferta alla sua anima così come azioni particolarmente sadiche, meschine, cattive e malvagie lasciano un segno indelebile sopra di essa. Ogni anima ha delle cicatrici, sarebbe strano se non le avesse, ma nessuna ne ha quante ne possiede la tua. » rivelò, una mano ad accarezzargli la guancia mentre l'altra sostava sulla sua schiena « Le anime non sono state create per possederne così tante. »

« Ma la mia anima le possiede. »

« La tua anima le possiede ed è questa la causa dei tuoi demoni. » confermò prendendosi un po' di tempo prima di continuare il discorso « Quelle cicatrici non sono altro che ricordi, abitudini ed attitudini. »

« Quindi le mie visioni non sono altro che ricordi di persone che hanno avuto la mia stessa anima? » domandò tra lo sbigottito e il disgustato, le mani un tempo poggiate dolcemente sul petto del maggiore ora utilizzate per far leva ed alzarsi fin dove le braccia glielo permettessero.

"È davvero possibile che degli esseri umani abbiano compiuto delle azioni simili?" pensò senza quasi rendersene conto.

Il demone sorrise amaramente « La maggior parte si, le altre sono i pensieri che avrebbero avuto se fossero stati ancora in vita, anima e corpo sono due cose ben distinte ma la prima è come una spugna e tende ad assorbire da quest'ultimo molto più di quanto dovrebbe. »

Stremato.

Jungkook sapeva che molto probabilmente quella era solo la punta dell'iceberg di tutte le informazioni che avrebbe dovuto ricevere eppure si sentiva già allo stremo, era tanto da realizzare ed elaborare. Si lasciò cadere malamente sul corpo del biondo poggiando l'orecchio sul suo petto alla ricerca di quel suono ritmato, armonioso e dall'incredibile ed inspiegabile proprietà calmante che solo il cuore era in grado di generare ritrovando però il nulla più assoluto, proprio come sentiva essere la sua esistenza, intrecciò le gambe a quelle del più grande e si rannicchiò su di lui simile a un bambino spaventato dei mostri nascosti nel buio della notte.

« Piccolo. » mormorò Taehyung coccolandolo.

« È dura. » disse il minore sorprendendosi nello scoprire la sua voce ferma, nemmeno i singhiozzi erano in grado di lasciare le sue labbra, i condotti lacrimali parevano essersi prosciugati « È un boccone difficile da digerire ed io mi sento come se avessi appena fatto indigestione, sapere che le mie visioni sono realtà, sapere ciò che i vecchi proprietari della mia anima hanno fatto mi fa venire voglia di vomitare e di strapparmi i capelli. »

« Sono stanco. » sussurrò forse più a sé stesso.

Una luce attraversò veloce gli occhi del biondo il quale strinse in modo protettivo le proprie braccia intorno alla vita stretta dell'umano « Non è colpa tua, loro hanno vissuto la loro vita tu la tua, loro hanno fatto delle scelte tu ne hai fatte delle altre, loro hanno sbagliato -un piccolo sorriso nacque spontaneo sul suo volto- tu pure ma in modo diverso. »

« Ma i loro sbagli pesano come macigni sul mio corpo in bilico sopra ad una fune sempre più stretta, mi sento ad una passo dalla follia. »

« Non cadrai, tu sei forte, molto più forte di quanto credi. » gli spostò una ciocca di capelli portandola dietro all'orecchio « Gli ultimi proprietari della tua anima sono impazziti a causa di essa mentre tu sei ancora in piedi. Ferito, sanguinante, traballante ma ancora miracolosamente vivo. » fece scorrere la sua mano lungo l'orecchio del più piccolo giocando con il pendente attaccato al suo lobo « Questo perché hai un sogno e stai lottando con tutte le tue forze per realizzarlo. »

« Sto iniziando a chiedermi se ne valga la pena. » sospirò « Avevi ragione, non sono in grado di sopportare la verità, è uno squarcio che non riuscirà mai a guarire, una ferita perennemente infetta e purgante. » alzò lo sguardo perdendosi ad osservare il volto del maggiore mentre i pensieri che correvano a briglia sciolta nella sua mente si articolavano in frasi senza il bisogno di prestarci attenzione « Forse dovrei davvero farla finita, magari l'inferno non sarà un posto così schifoso se paragonato a questo mondo. » sospirò nuovamente « Ma ho troppa paura di ritrovarmi di nuovo solo, mi sento come una persona che ha provato la morfina ed ora non riesce più a farne a meno. » concluse andando a stringere come meglio poteva le sue braccia intorno al busto del demone mentre la presa intorno alle gambe dell'altro si rafforzò.

« In realtà non sarai solo, o meglio lo sarai per i tre o quattro mesi di tortura, ma poi ci sarò io. Vivremo insieme e saremmo tanto, ma tanto felici. » rivelò con un sorriso dipinto sulle labbra, un sorriso così dolce che mai il corvino avrebbe pensato potesse appartenere al demone, i suoi occhi rossi parevano brillare di luce propria mentre l'espressione sognante in cui i muscoli del suo viso si erano articolati lo facevano sembrare un angelo, un bellissimo angelo.

Jungkook ci mise un po' prima di rispondere, forse perché non si aspettava per niente quella risposta oppure perché l'aver visto l'altro così vulnerabile e umano lo aveva destabilizzato parecchio, anche se forse era più probabile che fossero state entrambe le ipotesi a provocare in lui quello stato di momentanea incapacità di articolare singoli pensieri, figuriamoci parole.

« Non farlo. » il pianto artigliato alle sua parole come le unghie di un gatto su un tiragraffi « Non illudermi. » il suo volto si incastrò nel collo del maggiore con una perfezione tale da spingerlo a chiedersi se fosse solo una coincidenza oppure se fossero stati creati appositamente per combaciare proprio come le tessere di un puzzle « Non dirmi ciò che voglio sentire soltanto per consolarmi. » le mani si strinsero attorno al busto di Taehyung come se da quella presa ne dipendesse la sua stessa vita « Non mentirmi. »

Il biondo scosse la testa improvvisamente ritornato alla realtà mentre il suo volto veniva solleticato dai capelli dell'umano « Non ti sto mentendo e non ti sto neanche illudendo piccolo. »

« Tu non mi ami » gli ricordò il minore guardandolo con occhi accusatori « E credo anche che non ti interessi niente di me. »

Taehyung fece scontrare la lingua contro il palato producendo un suono piuttosto fastidioso mentre i suoi occhi si chiusero per qualche istante « Non so se a questo punto sia più difficile per me oppure per te, per un demone è difficile ammettere una cosa simile mentre per un umano è difficile accettarlo. » prese ad accarezzargli la schiena sentendo la colonna vertebrale dell'umano sotto ai polpastrelli « Ho paura di darti il colpo di grazia. »

« Peggio di così non può andare. » disse il corvino alzando il volto, si sentiva in dovere di prestare attenzione al maggiore ma aveva paura di scoppiare, aveva paura che quelle parole potessero essere come uno spillo scagliato contro ad un palloncino.

« A me non interessa niente di te, del tuo essere, della tua mente, del tuo carattere o del tuo corpo. » rivelò, un singhiozzo soffocato scappò dalle labbra del più giovane « A me piace la tua anima, sono completamente e perdutamente innamorato della tua anima. »

Calde e silenziose lacrime percorsero il volto di Jungkook bagnandolo, deglutì a fatica la saliva che aveva fatto improvvisamente comparsa nella sua bocca, la gola che bruciava come se al suo interno fosse stato appiccato un incendio « Lei... Lei ricambia? » domandò con non poca difficoltà.

Il demone sorrise accarezzandogli una guancia « Si, mi ama davvero tanto. »

Un sorriso stanco ma sincero comparì sul volto dell'umano « Ne sono felice, meritate entrambi qualcuno che vi ami. » disse asciugandosi poi le lacrime con le maniche della felpa « Prenditi cura di lei. »

« Lo farò. » disse il maggiore annuendo con vigore per rafforzare il significato di quelle parole « Le sono vicino da sempre, ho passato secoli in sua compagnia vegliando su di lei, ho conosciuto tutti i suoi proprietari, vissuto con lei ogni istante della sua vita. Non l'ho abbandonata neanche quando la sua proprietaria era una suora. » una dolce risata si librò dalle sue labbra « Pensa che Marie, la suora, ha persino provato ad esorcizzarmi dopo aver scoperto la mia presenza, ma io ho resistito solo e soltanto per lei. » rivelò con un sorriso fiero.

« È una cosa bellissima. » affermò con voce bassa Jungkook il quale non sapeva come si sentisse: avvertiva un pesante macigno sul cuore mentre lo sconforto e la desolazione lo abbracciavano stretto, avvertiva il corpo stanco come se potesse addormentarsi da un momento all'altro mentre le mente era sul punto di collassare, eppure un caldo torpore aleggiava intorno a lui riscaldandolo, un senso di pace e gratitudine avevano fatto la loro comparsa e la felicità sembrava non riuscisse ad abbandonarlo, la sua anima non sarebbe stata sola, avrebbe avuto al suo fianco una persona fantastica con cui trascorrere l'eternità, non poteva esserci consapevolezza migliore per lui.

« È stata lei a darmi la forza di andare avanti dopo l'incidente con Do-Yoon, dopo ciò che ho subito a causa sua, la sua presenza è stata come la pioggia che permette ad un piantina dimenticata, secca e ringrinzita di rimanere in vita, come la voce di una mamma che calma gli incubi del figlio. »

Un silenzio quasi sovrumano si impossessò della stanza, nessuno dei due osava produrre un suono, si guardavano negli occhi uno con un espressione assente, come se la sua mente fosse da tutt'altra parte, e l'altro più concentrato che mai. Jungkook pensava, pensava e pensava, era completamente perso nei suoi pensieri mentre Taehyung osservava il più giovane cercando di cogliere ogni minimo mutamento nella sua espressione, ogni minima esalazione della sua anima.

La lingua del minore scivolò fuori dalle sua bocca e passò veloce e lasciva sulle sue labbra inumidendole « Tae. » parlò con voce talmente bassa che il maggiore fece fatica a sentirlo.

« Jungkook. » rispose l'altro con quella che sembrava essere una domanda.

Il corvino afferrò la mano del biondo portandosela al collo « Uccidimi. »

Sussultò.

Il demone ebbe un vero e proprio sussulto, le spalle si alzarono per poi ricadere mollemente, la schiena si tese inarcandosi leggermente verso l'alto, le braccia si paralizzarono, le dita tremarono come se avessero vita propria, il respiro parve bloccarsi, la bocca si schiuse lasciando intravvedere i denti al suo interno e gli occhi si spalancarono talmente tanto da dare l'impressione che ci si potesse tuffare dentro.

« C-Cosa stai dicendo? » domandò talmente sconvolto da non accorgersi nemmeno di aver balbettato.

« Ti prego fallo. » supplicò con le lacrime a rendergli gli occhi ancora più lucenti « Io... Io non ce la faccio, non ce la faccio a vivere con il peso della consapevolezza di ciò che la mia anima ha combinato, degli strascichi che si trascina dietro, è troppo per me. » tirò su con il naso e proprio nel momento in cui sembrava che il pianto si stesse calmando si riversò con ferocia su di lui simile ad un'onda che arretra per poi tornare più forte e distruttiva, devastante « E poi... E poi non sopporto il fatto di star tenendo due amanti separati né che tu mi utilizzi come tramite »

« Jungkook. » la sua voce doveva essere autoritaria ma uscì flebile proprio come un soffio.

« Taehyung ti prego! » urlò disperato il minore « Solo così potremmo vivere entrambi felici. »

Il demone scosse la testa, l'incredulità ancora dipinta sul viso, voleva si far crollare l'umano ma non si aspettava certo quella reazione. Avvertiva un senso di calore all'altezza del petto mentre l'euforia più pura correva veloce nel suo corpo.

"Finalmente potremmo stare insieme." pensò avvertendo un fastidioso bruciore agli occhi, che si stesse commuovendo? Impossibile era un demone.... Eppure...

« Io vivrò felice insieme alla tua anima tu invece scomparirai. » si sentì in dovere di precisare lottando con tutte le forze per far risultare la sua voce ferma e fredda, non era il momento di far trapelare le sue emozioni.

« Non mi importa, non soffrirò e la mia anima sarà felice e in buona compagnia, non posso chiedere di meglio. » le lacrime sembravano essersi un minimo placate mentre il respiro tardava nel ritornare al suo stato naturale « Per te c'è una differenza abissale tra anima e corpo, tanto da arrivare a considerarci come due persone diverse, ma per me no, se so che lei sarà felice lo sarò anch'io, del resto non mi importa. »

Il più grande si mordicchiò il labbro inferiore e poi chiese la domanda da cui sarebbe letteralmente dipesa la vita del corvino « Sei sicuro? »

« Si. »

Cambiarono posizione: Taehyung si sedette contro la testiera del letto, le gambe spalancate accoglievano il corpo del minore la cui schiena era adagiata sul suo petto mentre le braccia abbracciavano l'umano. Depositò un bacio sul retro del suo collo e un altro sulla guancia mentre lo teneva stretto tra le sue braccia « Grazie. » mormorò sfregando il naso contro la testa dell'altro il quale sorrise, si sentiva così leggero in quel momento come se potesse toccare il cielo con un dito ma allo stesso tempo avvertiva sul suo corpo la pesantezza di un'ancora « Prenditi cura di lei e siate felici. » disse girandosi per poter rubare un ultimo bacio alla prima e ultima persona -anche se così non si poteva proprio definire- che gli fosse stata accanto.

Sospirarono all'unisono così da poter rilassare i muscoli e liberare la testa da tutti i pensieri i quali erano esageratamente pesanti e ingombranti. Il più piccolo si sistemò meglio facendo coincidere la sua schiena con il petto dell'altro, sollevò leggermente il capo, strinse con forza i pantaloni del maggiore spaventato da ciò a cui stava andando incontro ma più che pronto ad affrontarlo, una mano più che conosciuta si avvolse delicatamente intorno al suo collo mentre un braccio era avvolto intorno al suo busto per potergli tenere ferme le braccia.

Era il momento.

La mano iniziò a stringere, le sue braccia lottarono contro la sua mente per potersi liberare da essa, per sopravvivere, una guerra tra istinto e ragione in cui il primo prevalse trovandosi però stroncato dalla forza tipica dei demoni, il braccio di Taehyung era simile ad una tenaglia, ad un serpente che soffoca la sua presa.

Non gli lasciò via di scampo.

E mentre la sua mente si spegneva trovando la tanto agognata pace due lacrime colarono dall'occhio destro del demone, lacrime di commozione e contentezza per potersi finalmente ricongiungere con la propria anima gemella dopo secoli di attesa, rimpianti e dubbi o forse di tristezza perché infondo un po' si era affezionato a quell'umano, al suo piccolo umano.



✠✠✠✠

Se state sentendo dei rumori strani mentre camminate simili a quando in cucina si schiacciano le briciole del pane sotto le ciabatte sappiate che sono pezzi del mio cuore. Scrivere questo capitolo mi ha completamente devastata e sono stata sul punto di piangere più volte (la prima quando l'ho ideato).

Non mi state odiando vero?

Finalmente si è scoperta la causa dei demoni di Jungkook, ve lo aspettavate?

Il corvino è passato da "Fanculo voglio godermi la vita e farò qualsiasi cosa per farlo" ad "Uccidimi", so che può sembrare strano e che a primo impatto pare che si sia rimangiato tutto ma ha un suo perché. Partiamo dal presupposto che Jungkook di questa storia è Jungkook di questa storia e che quindi è probabile che ragioni e agisca in modo diverso rispetto al nostro, va poi considerato ciò che ha subito per lungo tempo a causa dei demoni e che lo ha portato a sviluppare una sua mentalità, un suo carattere e un suo modo d'agire. A questo si aggiunge infine il peso della consapevolezza costituito da una sorta di senso di colpa a causa di ciò che ha commesso la sua anima aggravato dalla sensazione di essere un tramite tra Taehyung e la sua anima un po' come quando due persone distanti vogliono palare tra di loro e quindi utilizzano un telefono per poterlo fare. La scelta non l'ha presa a cuor leggero ma a consolarlo c'era la sicurezza che la sua anima avrebbe avuto Taehyung, che sarebbero stati felici insieme.

A Taehyung non è mai piaciuto Do-Yoon, non lo ha mai amato, ma era colui che possedeva l'anima di cui era perdutamente innamorato, colui che possedeva il corpo che gli permetteva di stare vicini -anche dal punto di vista intimo- e soprattutto era il nome che aveva la sua anima -perché si l'anima prende lo stesso nome del proprietario e nel caso dell'anima di Jungkook cambia al cambiare dell'umano che la possiede.

Spero che queste spiegazioni vi abbiano chiarito meglio la situazione e il punto di vista dei personaggi, se avete domande non esitate a chiedere.

Ovviamente il pezzo finale è di libera interpretazione quindi non chiedetemi cosa sia passato per la mente di Taehyung in quel momento.

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