(Ri)trovarsi 2, quando da sol...

By Alis_Wonder

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!!SEQUEL DI: (Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.!! Alyssa e Blake sembrano destinati a non riuscirsi m... More

Primo capitolo.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33.
Capitolo 34.
Capitolo 35.
Capitolo 36
Capitolo 37.
Capitolo 38.
Capitolo 39.
Capitolo 40.
Epilogo.

Capitolo 13.

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By Alis_Wonder

Blake POV.

Me ne sto disteso sul letto senza far nulla, semplicemente ascolto il silenzio che circonda la mia esistenza.
A volte mi domando fino a quando avrò la forza di non affogare, quanto tempo rimane per prosciugare l'energia che mi tiene in vita sopra un dirupo destinato ad essere inghiottito dalle acque delle tenebre.
Vorrei conoscere chi ha deciso che fosse proprio la mia, la realtà distorta dalla normalità. Domandargli perché abbia scelto me tra il mazzo infinito di volti, se per i miei occhi o per il fatto che fosse più semplice farmi crollare. Non credo nel destino scritto, nella cazzata che tutto accade per una ragione, ma se davvero esiste qualcuno che programma le nostre vite allora vorrei chiedergli se si sta divertendo a vedermi sbagliare.
E sto commettendo un errore gigantesco a causa di un paio d'occhi di una ragazzina che non se ne vanno dalla mia testa.

Mi ero ripromesso che mai più avrei dovuto cercarla, che l'avrei protetta senza però avvicinarmi. Eppure sono di nuovo qui, rinchiuso nella mia stanza con il suo profumo ancora addosso che non avrei mai immaginato poter risentire fondersi nel mio.

Sono stato un bastardo quando ho bussato a quella porta sapendo che sarei entrato, quando ho deciso che mi sarebbe bastato solo osservarla per tornare di nuovo in me. Stavo mentendo e lo sapevo. Volevo far tutto in quell'istante tranne tornare di nuovo a lottare per la mia sopravvivenza, volevo fuggire e scappare dove solo le sue piccole ali sanno volare. E l'ho fatto nell'unico modo che conosco, tramite il suo corpo addosso e la sua immagine imbarazzata dal desiderio a causa mia.
Sono così finito per distruggere le mie stesse intenzioni nel momento stesso in cui ho preferito immaginare di ascoltare urlare il mio nome dalla sua bocca, piuttosto che tenere al sicuro la sua innocenza. Ecco perché Alyssa dovrebbe aver paura.

La mia mente non è più la stessa da quando ha conosciuto il mondo sotto una prospettiva che non avrebbe mai dovuto comprendere, la bimba non conosce nulla della mia vita e dei pesi che gravitano sulle mie spalle. Solo un deviato come me può rischiare di distruggere la purezza della sua persona per concedere in cambio solo il piacere del mio corpo, perché non ho nient'altro da offrire.
Non sarò mai all'altezza di meritarla, eppure continuo ad infrangere le mie stesse regole per non lasciarla andare.
Che cazzo sto facendo?

Accendo una sigaretta nella penombra della mia camera e osservo la nube di fumo formarsi davanti ai miei occhi. Posso sentire la nicotina scorrere direttamente nelle vene mentre un appagante senso di bruciore mi solletica i polmoni, getto così la testa all'indietro e mi godo il breve momento in cui il mio corpo sembra rilassarsi al suo passaggio. Questa merda è nociva almeno quanto lo è la mia testa, ecco perché non ho intenzione di smettere.
Le pulsazioni all'occhio iniziano ed essere più frequenti ed acute ora che l'effetto degli antidolorifici sta terminando ma nei prossimi giorni rimarrà solo un ematoma a ricordare della serata di ieri.
Ho provato a distogliere i pensieri da ciò che è successo durante l'incontro semplicemente perché non c'è una spiegazione logica a quello che ho visto. Non si è trattato di ricordare o immaginare, so quello che i miei occhi hanno osservato e posso dire con sicurezza che il mio corpo non ha mentito.
Lui era lì per me, ed io non ho fatto nulla.

Esistono delle cicatrici non visibili, ferite lasciate nascoste, squarci di pelle che sembrano intatti ma che nascondono una distanza incolmabile dalla verità. Ci sono quei tipi di segreti che occultano l'origine del divario tra chi eri e chi sei, alcuni proiettili invisibili ma che senti essere presenti in ogni movimento. C'è chi impugna un'arma e chi sopporta una lesione in questa lotta condivisa, un sigillo marchiato dal silenzio costruito per fingere che non sia mai esistito nessun colpo, che il tempo dove affondi in ogni secondo non deriva da quello sparo.
Arriva però un giorno in cui rincontri chi ha premuto quel grilletto, che ti fissa negli occhi e spinge il punto esatto in cui si trova quella falla, riportandoti improvvisamente indietro. Attraversi così un tunnel interminabile fatto di immagini, parole, ricordi, mentre tu rimani immobile a pensare com'è possibile che nulla sia cambiato a distanza di tutto il tempo trascorso a cercare di reagire.
È quello che ho vissuto stanotte mentre ho ascoltato lo strappo di quelle cicatrici, sono rimasto in ginocchio mentre neanche l'aria sembrava più filtrare nel mio corpo.
Allora ho capito che non è servito a nulla sprecare ogni ora per cercare di mascherare un danno irreversibile, che i mostri non sono solo sussurri nei pensieri ma indossano i loro migliori abiti per venirti a cercare in un giorno qualunque, e non potrai essere mai abbastanza preparato quando li vedrai materializzarsi di fronte agli occhi.

È quello che ho cercato di dire ad Alyssa quando, come uno squilibrato, ho varcato la soglia della sua camera e ho visto nel suo sguardo un'insicurezza che non le appartiene. L'ho osservata perdersi nel contrasto tra la voglia di cacciarmi da quella stanza e il desiderio di lasciarsi andare ma, dal bastardo che sono, ho sfiorato la sua pelle per non lasciare che i ragionamenti la indirizzassero verso la scelta più giusta per lei.
Non so che cazzo mi sia preso, ma se il prezzo da pagare per sentire di nuovo il suo profumo addosso e attraversare i lineamenti del suo corpo che la rendono bella come una fata era quello di rispondere ad uno dei suoi tanti dubbi, allora non ho riflettuto neanche un secondo e tra le parole ho nascosto la verità.
Così, in mezzo alle voci che mi rimbombavano in testa, sono riuscito a comprendere solo il suo respiro perdere il controllo che mi ha accompagnato per tutto il decollo verso il sapore di un orgasmo di cui non ricordavo neanche il sapore.
Sono stato acciecato come un drogato, non ho avuto occhi se non per scrutarne i dettagli delle sue espressioni. Ho intravisto il momento esatto in cui, mentre il suo sguardo era rivolto al cielo, ha deciso di tapparsi la vista e affidarsi nelle mie mani. Posso giurare in quell'istante che lo splendore di tutte le stelle sono state oscurate dal suo viso, ed è stato lo spettacolo più bello che abbia mai osservato.

Il silenzio nella beatitudine del ricordo della bimba viene interrotto dall'irrompere di Nathan nella camera che accende la luce e mi guarda incazzato, prima di osservare il mio volto.
<<Che cazzo ti è preso Blake?>> Urla, avvicinandosi.
<<Hai perso>> afferma più a sé stesso mentre si passa una mano tra i capelli.
L'emicrania che mi aveva momentaneamente lasciato perdere torna a bussare in modo più duro, obbligandomi a massaggiare le tempie per cercare di trovare un sollievo ad un dolore che non se ne andrà facilmente.
Cerco di sedermi ma una fitta al fianco sinistro me lo impedisce, maledico tra me la voce di Nathan per aver distrutto un attimo di quiete da questi fastidi.
<<Non urlare>> mormoro tra i denti, guadagnandomi un'occhiata minacciosa.
<<Era questo il tuo piano quindi? Hai voluto un incontro per farti pestare?>> Come se ignorasse la mia presenza, si appoggia alla scrivania ed incrocia le braccia al petto fissando un punto immaginario davanti a sé. La rabbia lo estranea da queste mura conducendolo nei pensieri che posso solo intuire.

Delusione, fallimento, frustrazione, sono solo alcune delle lame che stanno annebbiando il suo cervello. Rivedo nel suo sguardo la stessa cruda disillusione che ho già osservato prima, negli occhi di Alyssa.
C'è un cuore che batte forte dentro te Blake ed io ho avuto la fortuna d'incontrarlo, mi aveva detto una sera senza più nessuna aspettativa. Avrei voluto darle ragione solo per tornare di nuovo a vedere il rossore incendiare la sua pelle candida, ma la verità è da sempre ben lontana da quest'affascinante immaginazione.
E ora anche Nathan sembra rendersene conto.
<<Almeno ti sei provato a mettere nei panni delle persone che vogliono vederti vivere Blake?>> È la preoccupazione a parlare al suo posto mentre io dovrei solo raccontare che non c'è mai stato nessun piano. Che ancora una volta sono stato piegato dai miei stessi mostri ma che ieri sono venuti a bussare realmente, alla porta del presente. E io non ce l'ho fatta, a guardarli ridere di me.

So che se solo conoscesse la verità, allora mi perdonerebbe di ogni giorno trascorso ad evitare di sentire qualsiasi emozione e ancora una volta penserà di non aver fatto abbastanza, per potermi capire.
Ma se c'è davvero una forma di amore che abbia mai provato sulla mia pelle, è stato sicuramente ogni tentativo di provare a guarirmi senza fare rumore. La sensazione d'intravederne solo l'ombra di un angelo custode a proteggere le mie spalle che, in silenzio, mi ha sempre accompagnato.

Non ho mai accettato altro se non l'odio in ogni relazione, nella scissione tra il bene e il male ne ho sempre assorbito solo l'oscurità. Ho respinto, allontanato, sono scappato ancor prima di dire il mio nome, ho lasciato che le mie pupille diventassero lo specchio dei demoni e che la distruzione ne comandasse ogni movimento.
Ho premuto l'interruttore dello spegnimento e l'ho nascosto per non poterlo più ritrovare. Mi sono sempre lasciato toccare senza fare davvero entrare nessuno, ho scombinato vite di sconosciuti senza ricordarne neanche il volto.
Ho intrecciato il mio corpo nelle gambe disposte a condividere senza offrire niente in cambio, ho demolito ogni aspettativa e me ne sono andato senza girarmi di spalle.
Sono stato distante, scostante, arrogante, ma non sono mai stato solo.
Perché Nathan è sempre stato al mio fianco, nonostante tutto.

Sono sempre stato egoista nello scegliere me di fronte tutto il resto. Per una volta però voglio essere io a lottare per difendere l'unica forma di amore che forse, mi abbia mai sfiorato davvero.
Ecco perché se posso salvare anche un'ultima parte della sua vita dalla distruzione del mio inferno, allora sono disposto a rinunciare alla sua presenza per proteggerlo da me stesso.
Allontanare per custodire, non è forse questa una forma d'amare?

Così, mentre i suoi occhi aspettano una mia risposta, dico ciò che la sua mente forse non sarà mai disposta ad accettare. La verità degli anni trascorsi a cercare di redimermi, in un finale più reale della speranza.
<<Non continuare a crogiolarti in una battaglia che non ti appartiene, non è colpa tua.>> Un unico rumore, quello della sconfitta.
L'insieme delle parole che ostenti a tenere rinchiuse per non dover fare i conti con una realtà incontrastabile. E lo vedo, nelle lacrime che velano il suo sguardo, la difficoltà nell'ascoltare quello che non credeva sarebbe mai successo.
Il momento di lasciare andare, abbassare le armi e fare un passo indietro.
Il rumore che segnala lo scadere del tempo è ben definito in questo momento, lo stesso suono che sono certo abbia appena investito anche Nathan.
<<Non è colpa tua.>> Ripeto per farne ricordare la vibrazione di queste lettere, quando l'incertezza potrebbe tornare a farlo barcollare.

Andarmene in silenzio, questo è quello che ho sempre voluto.
Ecco, a volte vorrei davvero fosse così. Essere dimenticato senza lasciare ferite.
Ed è per questo che odio l'amore.
Odio l'amore perché l'amore non ti fa scordare.
Odio l'amore perché ne sono stato prosciugato dalla forma più leale e naturale. Mi ha cambiato, trasformato in un involucro anestetico di sensazioni. Rendendomi un dissidio umano, contrapposto dall'alternanza di apatia e follia. Un caos che mi porto dietro come un fardello, vivendo nella normalità del presente attraverso l'anormalità del passato.
Odio l'amore, perché l'amore è una cazzata. L'amore ti consuma fino a che non ne impazzisci, ed io l'ho conosciuto negli occhi della più potente condizione.
E ricordarne ogni giorno gli squarci ancora esposti, ecco, questa è senz'altro la condanna più straziante che ne deriva.
L'amore non fa dimenticare senza ferire, ma ti trafigge prima di scordare.
Ecco perché ho deciso di smettere d'amare.

Mi infilo sotto la doccia e quando esco, avvolto da una nube di vapore, ho come l'impressione di star per soffocare.
Dopo aver parlato con Nathan ho perso la cognizione del tempo sotto il getto bollente solo per cancellare tutte le tracce di queste ultime ore dalla mia pelle, dal profumo di Alyssa, al mio stesso sangue addosso.
Mi sento ancora fisicamente a pezzi, eppure i miei pensieri hanno ripreso ad essere più nitidi di sempre. Sono giunto infatti alla conclusione di dover affrontare i problemi in un ordine ben preciso, prima mi occuperò dell'unico intralcio che potrebbe coinvolgere ancora le persone che voglio proteggere, e solo dopo deciderò cosa fare dei miei incubi diventati realtà. Perché sono disposto a lasciare andare ogni frammento che tiene unita la mia lucidità per cercare di dare un senso alla sera che è stata la mia rovina, anche se ciò significa andare a bussare alla porta del diavolo in persona.
Ma non prima di sapere al sicuro tutte le persone che sono entrate a contatto con la mia vita, solo per il sapore di una vendetta che non hanno mai conosciuto. E solo un unico volto proverebbe ancora a coinvolgerli per colpire me, quello di Jace.
Ora però so cosa fare.

Accompagnato dal rumore del campanello che ha appena iniziato a suonare, mi dirigo nella mia camera avvolto solo da un asciugamano in vita. Distinguo alcune voci provenire dall'entrata principale della sala senza lasciarmi però distrarre da un piano che sto ripetendo mentalmente, ho bisogno di rimanere concentrato per far sì che tutto vada come previsto.
Apro l'armadio per estrarne un paio di jeans neri e quando sto per infilare un maglietta del medesimo colore, incrocio nel riflesso dello specchio, il tatuaggio inciso sulla spalla posteriore. Rimango a fissare per qualche istante i lineamenti del piccolo disegno come un rituale porta fortuna, perché leggendo tra le curve d'inchiostro me ne ricordi il significato che da sempre contraddistingue ogni scelta della mia vita, come quella di stasera.
Ne osservo i particolari ricercati e posso sentire l'eco della mia voce risuonarmi in testa come per far luce sul significato, la definizione di tutto ciò che sono. Quello che mai nessun'altro dovrà cogliere al di fuori di me.
Mi vesto così, con una convinzione del tutto inaspettata e alimentata da un fuoco diverso dalle fiamme dell'impulsività, quelle della sicurezza di tutto ciò che sto per affrontare. Attraverso il corridoio senza fermami alla vista di alcuni ragazzi che stanno entrando nel nostro appartamento accompagnati da Nathan con alcune casse di alcool. Prendo solo il mio chiodo in pelle e un pacchetto di Marlboro, prima di chiudermi la porta alle mie spalle.

Sono pochi i minuti che mi dividono dalla destinazione che devo raggiungere ma, nonostante questo, da sopra la mia moto pare che il tempo si sia improvvisamente sospeso invertendo la sua velocità naturale. Perché mi sembra che sia trascorso molto più di qualche istante, quando finalmente riesco ad intravedere la confraternita che sto cercando. Appena fuori il nostro campus.
Spengo il motore su una via laterale a qualche metro di distanza, solo per non attirare l'attenzione di tutti gli studenti che si trovano all'interno, perché sono certo che il solo mio nome faccia perdere la calma alla maggior parte di loro.
Potrebbe sembrare una scelta da folli, nelle mie condizioni, presentarmi nell'unico luogo dove si trovano raggruppate la gran parte di persone a cui ho combinato più di qualche torto in passato. Eppure sono qui, nella confraternita di Jace, perché è proprio qui che troverò l'aiuto per liberarmene definitivamente.
E sarà proprio Jaxson, il suo migliore amico, a non potersi tirare indietro.

Senza fermarmi a pensare al fatto che chiunque stasera potrebbe riscattarsi di qualche piccolo malinteso commesso, attraverso il giardino a grandi falcate e non perdo altro tempo prima di suonare.
Con mia sfortuna, è Derek ad aprire.
<<Blake Owen, ti presenti qui dopo che stanotte sei stato conciato così. Sei per caso masochista, o semplicemente stupido?>> Commenta ironico.
Non so come sia successo, più di un anno fa, svegliarmi nello stesso letto della sua ragazza. C'era stata una festa la sera precedente, musica, gente e alcool, tanto alcool. Non ci è voluto troppo per perdere la cognizione di qualsiasi cosa intorno e mi sono ritrovato così in una stanza diversa dalla mia, con una ragazza che non conoscevo. Quello che è accaduto subito dopo lo posso solo immaginare.
Si sono lasciati per questo, e credo che da allora la voglia di prendermi a pugni non sia diminuita.
Mi odia, e posso comprenderlo.

<<Arriverà anche la tua dose di rivalsa, ma adesso devo parlare con Jaxson. Potrete accordarvi all'interno per stabilirne la fila, vi trovate tutti sotto lo stesso tetto non sarà difficile.>> La verità è che non sono preoccupato, nemmeno così riuscirebbero a farmi sentire qualcosa di diverso, nessuno di loro.
Eppure sono arrivato fin qui, contro ogni logica, perché un sentimento che si avvicina forse alla paura per qualcuno annebbia qualsiasi forma di apprensione per me stesso. E non osservo altro in questo momento, se non gli occhi della bimba continuare a vivere nel riflesso dei miei pensieri.
<<Io credo proprio che non lo farò, Blake.>> Si avvicina, incosciente del fatto che un fisico mal messo non sarà mai abbastanza per placare la fame dei miei mostri.
Il dolore non sarà mai sufficiente a nutrirlo.
<<Perché se sei arrivato fin qui devi essere proprio disperato, e questo significa solo che Jace ha fatto centro minacciando lei.>> I suoi occhi scendono lungo il mio corpo, fissando le mie mani, solo per trovare una tensione diversa. Un segnale che riesco a celare per non cadere nel suo tranello, una mossa che, purtroppo per lui, già avevo messo in conto venendo qui.
<<Come ti ho già detto, sono qui per Jaxson.>> Lo osservo, avendo il pieno controllo di me stesso. In silenzio fingo che tutto ciò che ho appena detto, sia la verità di ciò che sto facendo.
Sembra funzionare, o almeno lo credo fino a quando un sorriso si fa spazio nel suo viso.
E allora capisco che tutto sta per precipitarmi dalle mani.

<<Immagino che allora non sia un problema per te, sapere che Elliot questo sabato ci uscirà di nuovo insieme. Ma stavolta non credo si limiti a cenarci, in realtà credo che voglia farsela. Sai potrei suggerirgli qui, oppure nella sua stanza.>>
Le sue parole iniziano a ripetersi in testa, lentamente, formando un'immagine ben precisa nei miei pensieri che non sono disposto a vedere. E faccio l'errore di scrutare Alyssa arrossire alle attenzioni di qualcun altro, perché percepisco improvvisamente una sensazione bruciante esplodere al centro del petto, indirizzandosi precisamente verso le mie mani.
Di nuovo. Queste due parole mi rimbombano in testa rischiando di farmi precipitare, e non c'è altra spiegazione al fatto che loro due si sono già incontrati.

Co un unico passo azzero le distanze dei nostri corpi, il mio fisico come animato da una forza inspiegabile non percepisce più nessun dolore, infatti, perché ritrovo improvvisamente tutta l'energia necessaria per far svanire quel sorriso dalla sua faccia.
Lo afferro per la gola, sbattendolo contro la porta alle sue spalle e i suoi occhi si incupiscono come se avessero appena avvertito il pericolo che incombe proprio davanti al suo sguardo, ora. Perché quello che ho intenzione di fare con Jace è solo uno dei tanti suggerimenti che adesso mi acciecano il cervello.
Solo ascoltare parlare di lei come se fosse un oggetto senza valore, riesce a farmi perdere la testa. Spingendomi a tirare fuori il peggio di me.
<<Se solo farai una cosa del genere Derek, ti giuro sulla mia vita che lo rimpiangerai ogni secondo della tua esistenza.>> Lo fisso negli occhi per accertarmi che abbia capito ogni singola lettera di questo giuramento, prima di vederlo annuire senza più nessuna traccia di divertimento.
Solo quando sono sicuro che non proverà mai più a pensare una cosa del genere, decido di lasciarlo andare malamente. Proprio adesso che Jaxson si è appena materializzato alle sue spalle, alternando lo sguardo tra i nostri corpi.
<<Che succede?>> Domanda preoccupato, fissando il suo amico andarsene senza aggiungere altro.
Ora che siamo soli l'incertezza balena nei suoi occhi.

Finalmente posso dare un senso alla mia visita qui, perché un'urgenza improvvisa di andarmene s'insinua nella testa facendo vacillare ogni parola che sto per dire.
<<Inventati qualcosa per farmi parlare con Jace. Domani sera, solamente noi.>> Il silenzio riempie la distanza abissale che si è creata tra una pretesa impossibile da rifiutare, e la consapevolezza di star per tradire il suo migliore amico. Di nuovo.
E lo vedo, nello sguardo che si assenta, il senso di colpa in tutti i giorni di silenzio per nascondere una verità ormai impossibile da confessare. Un segreto di cui siamo a conoscenza entrambi, ma che rischia di distruggere solamente lui.
<<Che hai intenzione di fare?>> Parla sottovoce, ma cerca i miei occhi per trovarne una risposta che non riceverà.
Rifugiarsi nella paura o provare nel coraggio, ha già avuto la sua possibilità di scegliere, e ogni giorno ne paga il peso di non essere stato abbastanza forte per sopportare le conseguenze della verità.
<<Eravamo amici Blake, ti prego non chiedermi di fare una cosa del genere>> tenta di fare un passo nella mia direzione, ma indietreggio prima ancora che ci riesca.
Jaxson non vale niente per me, ma è solo l'unico mezzo per risolvere un problema.

Siamo uguali ma riflessi in una situazione diversa, la rappresentanza che ogni rapporto umano è basato solo sulla possibilità di riuscire a trovare nell'altro, un modo per cercare una soluzione dalle proprie complicazioni. Alla base di un egoismo personale difficile da confessare a sé stessi. O almeno fino a quando non ti trovi nella condizione di dover decidere tra un sentimentalismo usato come scusa per nascondere questa dura realtà o accettare il fatto che indistintamente, si sceglierà di proteggere sempre le proprie spalle di fronte a tutto il resto. Anche se questo significa usare gli altri per inseguire le proprie intenzioni.
Non c'è nessun cinismo nella visione dei legami in questa prospettiva ma la consapevolezza che per istinto intrinseco non ci sarà mai qualcuno disposto a tenderti la mano, se questo significa rinunciare ad un solo pezzo della propria stabilità. A meno che, non ci sia in cambio un vantaggio personale.
E mai nessun sentimento sarà abbastanza forte da bastare come ricompensa.

<<Sappiamo entrambi cos'è successo quel pomeriggio, e io ho mantenuto la parola. È arrivato il momento di riscattare il mio debito, Jaxson.>> Lui sa, e non c'è bisogno di aggiungere altro per farlo arrendere alla consapevolezza di non potersi tirare indietro.
Abbassa gli occhi al pavimento, forse per non voler vedere in faccia la responsabilità delle sue azioni, prima di parlare vergognandosi della sua stessa voce che in questo momento pesa più di qualsiasi altro macigno.
<<Non riuscirò a portarlo in nessun posto prima di sabato sera. Sabato è l'unica possibilità che hai.>> Senza ulteriori informazioni si gira e chiude la porta dietro di sé, in un rimbombo che mi fa vibrare qualche corda nel mio corpo a cui non so attribuire un nome distinto, ma rimasta assopita per tutti questi minuti.
Rimango qualche istante ad osservare la superficie di legno come se potesse aiutarmi a capire questa sensazione che improvvisamente mi attraversa.

Tra pochi giorni finalmente si risolverà tutto e potrò liberarmi anche di un pensiero fisso che non riesco più a togliermi dalla mente, quello di Alyssa. Ho fatto solamente quello che dovevo per lei, per proteggere anche tutti gli altri, ma allora perché sento un peso improvviso formarsi all'altezza dello stomaco?

Mi dirigo verso la moto scrutando le luci che illuminano il dormitorio e mi domando cosa sta facendo in questo momento. Se sta leggendo quei romanzi d'amore o immaginando di vivere una storia all'altezza di quelle righe, proprio come sogna, facendomi ritrovare così a sorridere come un deficiente.

Le parole di Derek si rincorrono sempre più imponenti dentro di me, obbligandomi a fermarmi per colpire il muro al mio fianco e trovare un sollievo ad alcuni dubbi che, come spille, cercano di lacerarmi. Sono soprattutto due le frasi che continuano a ripetersi e che mi hanno mostrato una nuova verità, si sono già visti e si rivedranno sabato.
Anche lei, non c'è più.

Salgo sulla moto e abbasso la visiera scura davanti agli occhi, fissando l'asfalto davanti a me. Giro la chiave ascoltando il rumore del motore avvolgermi immediatamente e mi concentro solo su un unico obbiettivo: sabato finirà tutto.

Accelero nel buio della notte superando ogni cosa ostacoli la mia corsa, squarciando il silenzio che accompagna la città a quest'ora. Sfido il tempo, ne supero i limiti.
Ho sempre pensato che la soluzione per evitare di compromettere la promessa di non lasciarmi più piegare fosse allontanare. Ma se la convinzione di esserci riuscito fosse solo una menzogna?
Che succede a chi crede di essersene andato, ma in realtà si trova ancora fermo?

Aumento la velocità, rimanendo aggrappato all'unica convinzione che stasera mi rimare, quella che tra pochi giorni finalmente potrò tornare a pensare solo per me.
È quello che ho sempre voluto d'altronde, e da sabato sarà di nuovo così.

Sabato.

Continuo a pensare alla scadenza dei miei problemi quando, improvvisamente, un'idea malsana s'insinua nei mei pensieri.

--------------------------
Ciao ragazze🦋
Blake ha intenzione di fare qualcosa sabato, lo stesso giorno in cui Alyssa uscirà di nuovo con Elliot... cosa succederà?

Inoltre Jaxson ha un conto in sospeso con lui, talmente grande da fargli tradire il suo miglior amico Jace senza compromessi.
Che sarà successo tra di loro?

Io spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate una stellina se vi va e fatemi sapere cosa ne pensate.
Aspetto i vostri commenti.
A presto.

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@lamineyamal ha risposto alla tua storia