La biblioteca di -ciliegia-

By -ciliegia-

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Recensioni per chi legge e per chi scrive! Siete alla ricerca di un parere sincero, da accanita lettrice? Ecc... More

Introduzione
Regolamento
Come recensisco?
LISTA I - CHIUSA
πŸ“– "Come canzoni stonate"
πŸ“– "Milquetoast"
πŸ“– "Le api di Waterloo"
πŸ“– "The unseen"
LISTA II - CHIUSA
πŸ“š "Al di lΓ  dello specchio"
πŸ“š "Argon"
πŸ“š "Heart of Stone"
πŸ“š "Fonte limpida"
LISTA III - CHIUSA
πŸ“” "Captivated - Il sangue e la spada"
πŸ“” "L'ancora"
πŸ“” "Devil's hoax"
πŸ“” "Lunga vita al re"

πŸ“” "Maguera"

70 5 11
By -ciliegia-

Buongiorno a tutti e ben trovati!
Con la nuova settimana arriva anche una nuova recensione, la prima della terza lista.
Ormai siamo in estate e per questo, prima di cominciare la lettura, vi invito a tenere un bicchiere di tè freddo alla mano per fronteggiare la calura. Un bell'aiuto ci arriverà, però, proprio dalla storia di oggi, che ci porterà... al mare.
Parlo infatti di "Maguera"!

Introduzione:
• Genere: fantasy
• Stato: in corso
• Capitoli : 18 + prologo
• Lunghezza capitoli: media
• Autrice: AnimadiDrago

Perché ho scelto questa storia?
Sara probabilmente perché quello che è stato il mio primo amore letterario, il fantasy, avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
Anche per tale motivo, però, sono molto critica: purtroppo questo è, dopo il romanzo rosa e lo young adult, il genere più inflazionato, dove si rischia di cadere nel banale e in ciò che è già stato scritto e, quando mi approccio alla lettura di un fantasy, dopo la scorpacciata che ne ho fatto negli anni passati, voglio qualcosa di davvero originale, che faccia viaggiare la fantasia.
Questa storia, così come tutti gli altri fantasy della lista, hanno dovuto passare un'asticella abbastanza alta già in partenza. Non vorrei dire che, in questi casi, si riveli il mio sadismo... Ma sì, si rivela il mio sadismo.
"Maguera", in particolare, mi ha colpita perché si presentava bene, mi ha incuriosita proponendo qualcosa che non ho giudicato scontato. È andata così?

AVVISO PER I LETTORI: le parti in cui rivelo qualcosa di importante sulla trama che potrebbe compromettere un'eventuale lettura, sono segnalate dalla scritta *SPOILER*.

- COPERTINA

Cominciamo quindi dalla copertina: i punti essenziali ci sono tutti, dato che il titolo si vede bene, così come il nome autrice, e l'elemento del mare rimanda a quello che è l'argomento della vicenda.
Quell'occhio, però, non riesco a spiegarmelo molto bene.
Mi spiego meglio: forse assumerà un senso con il progredire della storia, forse è l'occhio di Hygan, particolare del protagonista maschile che viene spesso citato, ma nel caso in cui non dovesse essere un simbolo specifico, il mio consiglio sarebbe quello di ridimensionarlo, mettendo in primo piano il mare e la nave, che sono di gran lunga più importanti.
Altro appunto riguarda il sottotitolo, essenziale per introdurre alla vicenda: cambierei carattere e lo renderei più leggibile, oltre che aggiungerlo anche al titolo stesso della storia.

- SINOSSI

A priori
Pollice in su per questa sinossi!
È molto breve ma introduce già diversi elementi che incuriosiscono i lettori, dall'elemento esotico dei pirati all'idea del tesoro prezioso. Possiamo dire che l'autrice mostri fin da subito il calderone da cui attingerà, anche se che cosa ci sia davvero dentro non lo sappiamo; questo non è per forza un male, sia chiaro, perché un sinossi così vaga può attrarre lettori che magari apprezzano filoni diversi dello stesso genere e che non avrebbero mai aperto la storia.
Un appunto concettuale riguarda l'ambientazione spaziale e cronologica: consultando le carte nautiche che ho qui in biblioteca, questa fantomatica Yenovasia non campare; di conseguenza, l'inserire l'anno perde un po' di significato: 1618 rispetto a cosa?
Suggerirei per questo o di toglierlo oppure, espediente molto interessante, inventare un evento in base a cui misurare il tempo in quel mondo.

A posteriori
Probabilmente la prima lettura della sinossi mi aveva caricata di aspettative e, quando mi sono ritrovata a leggere la storia, sono rimasta un po' delusa.
Gli aspetti che mi hanno fatto storcere il naso verranno approfonditi nelle apposite sezioni, per cui qui ci tengo solo a dire che, secondo me, questo riassunto fa il suo sporco lavoro e anche abbastanza bene... Però quello che ci si trova davanti cominciando la lettura non è un racconto così originale e avventuroso come preannunciato (almeno finora, anche se siamo già al diciottesimo capitolo).
Insomma, vende bene ma, a mio parere, non quello che promette.
È un aspetto su cui riflettere, se preferire funzionalità o onestà.

- PERSONAGGI: ammetto che, su questo punto, mi sia rimasto un po' l'amaro in bocca.
Ho cominciato la lettura con aspettative troppo alte, dovute alla buona presentazione che l'autrice aveva fatto ma, se nella sinossi avessi avuto maggiori informazioni sui protagonisti, Nijage e Hygan, probabilmente non so se avrei scelto comunque "Maguera" in questa lista.
La motivazione è il fatto che tutte le figure, durante la lettura, mi siano apparse molto stereotipate e prevedibili. La caratterizzazione è, a mio giudizio, piuttosto superficiale.
Vado però adesso ad analizzare i personaggi principali nel dettaglio!

Nijage
È la protagonista della storia, giovane ragazza che, abbandonata dal padre di nobile origine, viene cresciuta da una famiglia umile dove non viene mai davvero accettata (non a caso, alla prima occasione la vendono...).
È proprio durante il viaggio verso il nuovo padrone che Nijage fa la conoscenza dei corsari, proprio quelli che mi hanno fatto scegliere la storia, i quali, piuttosto prevedibilmente, assaltano l'imbarcazione.
Lei è l'unica a salvarsi, in quanto Advar, il capo dei pirati, ha in programma di venderla come schiava. Piccolo appunto su questo espediente: la scelta del corsaro è dettata da mere ragioni economiche; perché, allora, su una nave di schiavi, risparmiano solo lei? Si dice perché è una donna, ma gli uomini, così come erano stati venduti prima, sarebbero stati acquistati poi...
Al di là di questo, definirei la nostra Nijage un po' insipida e il suo carattere è molto mutevole: ogni tanto è timorosa di parlare con Hygan, la volta dopo invece scherza addirittura con lui...
La parte che, a mio parere, stride di più è proprio la relazione tra i due: a mio avviso è palese si evolverà in amore, ma proprio per questo l'ho trovata un po' banale, così come i tanti riferimenti allo strano sentimento che Nijage non conosce ma che sente in fondo alla pancia.
Se avessi letto quest'espressione un'altra volta non so come avrei reagito; sicuramente non bene.

Hygan
È il figlio di Advar, che non ha un ruolo molto definito sull'imbarcazione. Passa giornate intere con Nijage nella sua stanza ma lei nota invece che debba lavorare come tutti gli altri... Al di là di questo, anche lui mi è sembrato superficiale, dal suo essere sempre scorbutico (il classico tenebroso) alle manifestazioni d'affetto e premura improvvise e al frequente ricorso al contatto fisico (che l'autrice tende a evidenziare ripetutamente). Temo possa avere qualche disturbo della personalità.
Anche nei dialoghi non spicca per originalità, dato che anziché un giovane pirata che vive in un mondo esotico e in un'altra epoca, sembra il ragazzo della porta accanto.

Adgar & la ciurma
Concludo con loro l'elenco dei personaggi, anche se non ho molto da dire: compaiono poco, compreso il capitano.
Segnalo solo *SPOILER* l'episodio della tentata violenza ai danni della protagonista: forse era proprio questo l'intento dell'autrice, ma a mio giudizio è stato proposto in un modo un po' superficiale. Il marinaio che tenta di stuprarla apre bocca solo per frasi vuote (come del resto è la sua testa, sia ben chiaro, ma che fanno parte dell'immaginario comune) e l'unico scopo della vicenda sembra essere far risplendere Hygan, che salva la ragazza. Approfondirei di più, anche a lungo termine, gli effetti sulla giovane, dato che è un evento traumatico.

- GRAMMATICA: questa è la sezione su cui l'autrice ha, senza dubbio, più da lavorare.
Avevo cominciato a segnalare in riga ma ammetto che, dopo le ennesime ripetizioni, io abbia smesso, constatando che non fossero solo sviste ma il problema fosse a monte.
Gli errori mi hanno davvero infastidita, perché mi hanno fatto pensare che non ci sia stata nemmeno una lettura a fine stesura. Scrivere una storia non significa solo inventare una trama e fantasticare sui personaggi, ma curare anche la forma.
A mio parere, quando si chiede a qualcuno di leggere e recensire la propria opera e di conseguenza quella persona si impegnerà per aiutare e dare il suo parere, non dico che il testo debba essere perfetto, perché altrimenti la recensione sarebbe del tutto inutile, ma quantomeno in una forma il più possibile curata. Credo che offerire il meglio possibile sia una questione di rispetto e i diversi errori riscontrati non suggerivano questa attenzione.
Detto questo, ecco un pratico elenco degli aspetti su cui si deve assolutamente lavorare:
• Punti, che molto spesso non concludono le frasi.
Non avrei mai pensato di segnalare una cosa del genere, ma purtroppo è così: molte frasi sono prive di punto alla fine.
Autrice, non puoi dimenticarti di metterli come mi hai risposto, almeno per due buoni motivi: il primo è che trafiggi le basi della grammatica, il secondo è che il racconto perde un enorme potenziale.
• Virgole, che si sicuro necessitano di una bella sistemata. Una frase sì e una no sono sbagliate...
Segnalo in particolare modo quelle che dividono soggetto e predicato, errate al di là di qualsiasi licenza poetica. Consiglio di andare a leggere, su manuali o in rete, il corretto uso di questi segni di interpunzione.
• Le ripetizioni, che mi facevano storcere il naso molto spesso perché le stesse parole erano usate anche in frasi immediatamente successive. E per risolvere questo aspetto non serve un linguista, basta un'attenta lettura.

STILE: anche su questo punto non mi sento molto soddisfatta.
Gli aspetti su cui mi vorrei soffermare sono principalmente due: il primo riguarda il fatto che, spesso, la narrazione sia costituita da un elenco di azioni. In questo modo il testo non ha nessuna attrattiva e diventa un po' monotono.
Il secondo, altrettanto importante, è sulla struttura dei capitoli.
Ho notato che la maggior parte degli eventi più significativi (vedi gli assalti...) hanno una struttura molto rigida, nel senso che iniziano e finiscono nell'arco di un capitolo. Di conseguenza, la narrazione non è sospesa al picco della tensione, che sia una battaglia o una rivelazione importante, ma quando la suspense ha già cominciato a calare.
Cercherei, dal mio punto di vista, di "spezzare" di più l'ordine cronologico, così da creare maggiore interesse nel lettore a proseguire.
Inserisco anche un'altra considerazione sullo sviluppo della vicenda in questa sezione: nonostante si sia arrivati al diciottesimo capitolo, la storia non si è ancora avviata. L'autrice se l'è presa abbastanza comoda per gettare le basi, forse per premurarsi di avere tutti gli elementi a disposizione, ma così si arriva a quasi venti capitoli senza aver ancora dato il via a quello che credo essere filone principale, ovvero la ricerca della gemma.

ORIGINALITÀ e COERENZA: avrete già dedotto che, almeno sulla prima parte, non riesco a dare il via libera.
Non ripeterò ciò che ho già detto, ma consiglierei di lavorare soprattutto sui personaggi.
Per quanto uno stereotipo possa essere funzionale e permetta di scrivere facilmente, proprio perché le sue battute sorgono così spontanee ci si deve interrogare: nascono perché lo conosco così bene oppure perché sto applicando un modello già sentito?
Consiglierei poi di sviluppare maggiormente quello che è l'aspetto essenzialmente fantasy, ovvero la descrizione di un nuovo mondo, con cui si può davvero ammaliare il lettore.
Per quanto riguarda la coerenza tutto a posto; mi ha fatto aggrottare la fronte solo l'organizzazione del lavoro sul vascello di Advar: sembra che le regole valgano solo in certi momenti, mentre in altri sia Nijage (sempre una schiava) che Hygan sono del tutto liberi.

Conclusione: storia consigliata? Purtroppo la mia risposta è no.
Su questo responso hanno inciso sia la parte relativa ai personaggi che, in misura forse preponderante, quella grammaticale e linguistica.
Una buona narrazione è prima di tutto una narrazione scritta bene, non si scappa.
Consiglio vivamente all'autrice di rivedere questi aspetti.
Non voglio che queste parole sembrino una stroncatura ma spero possano rivelarsi critiche costruttive per migliorare sempre di più!

Invito AnimadiDrago a contattarmi nei commenti o in privato per qualsiasi chiarimento o dubbio e chiunque abbia letto questa storia a farmi sapere la sua opinione!

E siamo così giunti alla fine di questa nuova recensione! Grazie a tutti per l'attenzione e alla prossima, un abbraccio.
-ciliegia-

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