3 am | minsung

By minsungdududu

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"Non riuscivo a capire perchรฉ continuavo ad innamorarmi di persone che erano interessate solo al mio corpo." ... More

premessa
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By minsungdududu

Finì di correre su per le scale, fermandosi davanti alla porta che aveva già visto alcune volte, quando aveva riaccompagnato a casa Jisung, e respirando a fondo prima di suonare il campanello.

Jisung si girò verso la porta, guardandola da lontano.

Qualcuno..a quest'ora? Magari..

Diede un'occhiata al cellulare, per controllare se Minho gli avesse scritto qualcosa, ma non era il caso. Decise di alzarsi dal letto e andare a dare un'occhiata attraverso lo spioncino perché comunque non riusciva a domire, e se era davvero chi pensava che fosse, allora voleva vederlo.

Minho..

–Jisung, se mi senti..sono io.

Jisung afferrò le sue chiavi infilandole nella serratura e aprendo la porta, alzando lo sguardo sul ragazzo davanti a lui. I suoi occhi erano lucidi, deglutì così forte che riuscì perfettamente a vedere il suo pomo d'adamo muoversi.

–Cosa ci fai qui?– gli chiese, afferrandolo per una manica e tirandolo verso di sé, richiudendo la porta una volta che era entrato.

3 am.

Minho era silenzioso, lo era anche quando si avvicinò di scatto a Jisung e lo strinse forte tra le sue braccia, lasciando andare una lacrima che aveva tentato di fermare fino a quel momento. Quelle emozioni erano così forti, non ne era abituato. Aveva solo fatto impulsivamente ciò che il suo cuore gli aveva chiesto di fare: trovare Jisung e abbracciarlo forte. Aveva bisogno di quella stretta, quasi fosse un sostegno per lui, ormai. Aveva bisogno di sentirlo vicino a sé, anche se erano passate poche ore dall'ultima volta in cui l'aveva visto.

Quando Jisung si staccò da lui si accorse del fatto che stava lacrimando. Non piangendo. Stava soltanto perdendo alcune lacrime dai suoi occhi. Appoggiò entrambe le sue mani sul suo viso, asciugando quelle lacrime con i suoi pollici.

–Perché piangi? Sono qui.– disse, sorridendogli.

–Jisung, io..– disse, bloccandosi ancora una volta.

I suoi occhi erano fissi sui propri, attendendo ciò che doveva dirgli con pazienza. La stanza era completamente silenziosa. Non gli piaceva, lo rendeva ancora più nervoso, ma forse era meglio così. Sarebbe stato in grado di sentirlo chiaramente.

–Ti amo.– disse finalmente, facendo scorrere altre lacrime lungo il suo viso. Tutto quello che si era tenuto dentro fino a quel momento lo stava uccidendo. Ma era felice. Era felice di averlo detto finalmente. Era felice di amarlo. Era felice, anche se stava piangendo.

–Ti amo anch'io.– rispose Jisung, abbracciandolo di nuovo.

Minho lasciò uscire un singhiozzo dalle sue labbra, stringendolo più forte. –Ho paura.– ammise. –Ti conosco da così poco tempo ma non ho mai amato qualcuno così tanto.

Jisung lo accarezzò sulla schiena, sperando che potesse calmarsi. –Va tutto bene.– disse Jisung. –Sei al sicuro con me.

Ora gli era così chiaro il modo in cui si sentiva. Quanto poteva essere per lui difficile essere in quella situazione e, effettivamente, spaventoso. Jisung non era l'unica persona a necessitare rassicurazioni e qualcuno che si prendesse cura di lui. Anche Minho aveva bisogno di queste cose, forse ancora più di lui.

–Ti amo.– disse Jisung, staccandosi da lui quel poco che bastava per essere in grado di dargli un bacio sulla guancia e tornando a stringerlo forte subito dopo. –Anch'io mi sento come te. Voglio che tu sia felice, e..sono felice io stesso che lo sei quando stai con me.

Quando Minho sembrava essersi calmato, si staccò da lui, afferrando il suo viso con le sue mani di nuovo.–Non piangere.

Minho rise distogliendo lo sguardo. –Lo so, è stupido..

–No, non per quello. Guardami.– disse, ricorrendo il suo sguardo. –Sono qui per te, e non me ne andrò. Quindi se senti davvero delle emozioni così forti e non sai cosa fare..non preoccupartene. Non ho intenzione di andarmene.– concluse, sporgendosi un po' di più per dargli un bacio. Un bacio lento, che riuscì a calmare totalmente la situazione.

–Resta qui con me.– disse poi, sapendo che quella proposta avrebbe potuto farlo sentire ancora meglio. Voleva dimostrargli che anche lui provava le stesse cose, che poteva fidarsi del tutto di lui.

Minho annuì, sorridendo quando notò che stava ancora indossando i suoi vestiti.

Il letto di Jisung era più piccolo di quello di Minho, ma a nessuno dei due sembrava importare, anzi, il fatto che fossero così vicini era ancora meglio. I loro respiri si incontravano, il calore dell'uno scaldava l'altro.

–Ti amo.– disse un'altra volta Jisung, aprendo gli occhi un attimo e dandogli un bacio sulle labbra.

–Ti amo anch'io.– disse Minho, sorridendo. –Ma ora prova a dormire. Mi farai impazzire così.

–Come mai? Impazzire?

Minho sospirò. –Voglio solo rimanere sveglio a guardarti, ma devo andare a lezione presto domani.

–Anch'io.

–Allora dammi un'ultimo bacio e poi dormiamo.

–Va bene.– rispose Jisung, facendo come richiesto e tornando ad appoggiare la testa sul cuscino, chiudendo gli occhi.

I due si addormentarono poco dopo, quando ormai le tre del mattino erano passate da un po'. Ma andava bene così.



Il suono assordante della sua sveglia impostata troppo forte in modo tale che si svegliasse fece prendere una sorta di infarto a Minho, che si alzò di scatto, rircordando poi dove si trovava. Estese la mano verso il comodino, afferrando il cellulare di Jisung e spegnendo la sveglia. –Si può sapere perché la tua sveglia è così alta?– disse, ridendo, poi spostando lo sguardo sul ragazzo vicino a sé, una volta messo apposto il cellulare. –Oh, ora capisco perché.

Stava ancora dormendo, come se non fosse accaduto nulla. Gli occhi ancora chiusi, le labbra leggermente aperte, i capelli spettinati, la coperta spostata, che rivelava il suo corpo, la pancia scoperta perché in un qualche modo era riuscito ad alzarsi la felpa mentre dormiva. Minho sorrise, mettendo apposto la felpa e abbassandosi verso di lui, dandogli un bacio sulla fronte.

–Jisung.– mormorò poi, dandogli delle carezze sulla spalla. –Jisung, svegliati.

Tentò di svegliarlo utilizzando carezze piuttosto che la sua voce, dato che la sveglia gli faceva pensare che quest'ultima sarebbe stata inutile. Non l'avrebbe sentita. Decise di sdraiarsi accanto a lui di nuovo, avvolgendolo tra le sue braccia e stampando un altro bacio sulle sue labbra. Poi un altro. Un altro ancora, ma indugiò solo un po' di più. Il corpo di Jisung si mosse leggermente, le sue labbra cominciarono a muoversi contro quelle di Minho, le sue mani cercarono il suo viso nel buio.

–Cosa c'è?– sussurrò poi, guardandolo mezzo addormentato.

Minho sorrise, sentendo il suo cuore esplodergli nel petto. –È ora di alzarsi.– disse, accarezzandogli i capelli e mettendoli a posto per quanto ci riuscisse.

–Non voglio alzarmi.– si lamentò, rigirandosi nel letto e stringendo fra le braccia le coperte.

Minho lo abbracciò da dietro, dandogli un bacio sulla nuca. –Se resti qui io me ne vado.

–Tanto abbiamo comunque lezione in due classi diverse.– borbottò Jisung.

–Però posso darti un passaggio. Posso anche accompagnarti nella tua aula, se vuoi. Posso andare a comprare due caffè e puoi suonare il clacson come avevi fatto quel giorno.

–Se te lo aspetti non è divertente.– disse Jisung, ridendo.

–Faccio finta di spaventarmi.

Jisung si girò di nuovo verso Minho. –Smettila di essere così..non lo so. – disse, sospirando.

–È tutta parte del mio piano, ma devo ammettere che sta un po' fallendo. Sarò costretto a tirarti fuori dal letto di forza.

–Di forza?

Minho spostò le coperte, alzandosi in piedi e accovacciandosi solo per prendere in braccio Jisung come aveva già fatto più di una volta. Jisung si aggrappò al suo collo, appoggiando la testa contro la sua spalla e chiudendo gli occhi. –Ora dove mi porti?

Minho rise, abbassandosi per metterlo per terra, obbligandolo a stare in piedi. –Qui. Preparati, ti aspetto in macchina.– disse, dandogli un altro bacio sulle labbra. –Ti amo.

Jisung sorrise, sentendosi ancora con la testa fra le nuvole. –Ti amo anch'io.

Il ragazzo poi lo salutò e uscì dal suo appartamento, lasciandolo solo.

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