3 am | minsung

By minsungdududu

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"Non riuscivo a capire perché continuavo ad innamorarmi di persone che erano interessate solo al mio corpo." ... More

premessa
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By minsungdududu

Jisung era disteso sul suo letto. La stanchezza che sentiva prima quando era all'università, però, era completamente svanita. Dopo vari minuti persi, si alzò, stiracchiandosi un po' e affacciandosi alla finestra, il suo sguardo che vagava senza meta.

Il suo cellulare vibrò inaspettatamente.

–Chi è ora?– borbottò scocciato, anche se non gli dispiaceva troppo ricevere una chiamata.

Afferrò il cellulare dal suo tavolo, dando un'occhiata al nome sullo schermo.

Minho.

Rispose senza pensarci su più di tanto.

–Hey.– disse la voce dall'altra parte della chiamata.

–Ciao.– rispose nervoso, mettendosi a camminare per la stanza.

–So che è un po' improvviso, ma..ti va di parlare più tardi? Puoi venire al mio appartamento se vuoi. Se ti dà fastidio possiamo andare da qualche altra parte.

–Va bene, no, non mi dà fastidio.– rispose Jisung.

–Puoi venire quando vuoi. Magari meglio se di sera. Dovrei mettere un po' a posto.. prima.

–Okay, ci vediamo dopo allora.

–A dopo.

Jisung chiuse la chiamata, trattenendosi dall'urlare perché si sentiva totalmente in ansia.

Non poteva dirmi di venire subito..ora devo trovare qualcosa da fare...


Si era cambiato. Aveva deciso di farsi una doccia per rilassarsi, restando minuti e minuti sotto l'acqua calda. Indossava soltanto una felpa e un paio di pantaloni troppo larghi per lui. Si diede un'occhiata in giro, incamminandosi poi verso la porta, indossando le sue scarpe e uscendo dall'appartamento. Qualche passo più tardi, dopo una breve discesa, si ritrovò a fissare il campanello dell'appartamento di Minho, respirando a fondo prima di premerlo.

La porta si aprì quasi istantaneamente.

Il ragazzo gli sorrise appena, facendogli segno di entrare. Jisung annuì, sentendolo chiudere la porta e notando che anche se Minho gli aveva detto che avrebbe messo in ordine, casa sua era ancora un caos assurdo.

–Puoi toglierti le scarpe. So che è tutto in disordine, ma il pavimento è sempre pulito.– disse, oltrepassandolo e dirigendosi verso la penisola della cucina, afferrando un bollitore pieno d'acqua e riempiendo due tazze che aveva lì, appoggiate.

Jisung lo raggiunse, guardandolo curioso.

–Possiamo andare fuori, se vuoi. Non fa ancora freddo.– disse il ragazzo, porgendogli una tazza piena di acqua che si stava scurendo a causa di una bustina di tè immersaci dentro. –Attento. Forse è meglio che la porto io.– disse Minho, afferrando il tè di Jisung, mentre quest'ultimo sentiva le sue dita andare a fuoco perché non aveva tenuto la tazza dal manico. –Potresti aprire..grazie.

Jisung si affrettò ad aprire la porta finestra, uscendo sul balcone. Il sole stava per tramontare. Il cielo era colorato di toni rossi, arancioni e gialli. Non immaginava potesse essere così bella la vista da quel posto. Si sedette sulla stessa sedia su cui si era seduto la prima volta in cui era stato in quel posto, riprendendo la sua tazza dalla mano di Minho. Ne bevve un sorso, stando attento a non scottarsi la lingua, e il calore del tè lo aiutò a tranquillizzarsi di un po'.

–Allora..– iniziò Minho.

–Allora..– ripetè Jisung.

Minho sospirò. –Una persona mi ha detto di essere sincero, quindi lo farò.– disse, le sue mani intorno alla sua tazza che tremavano.

È nervoso almeno quanto me.

–Non so cosa tu sappia di me. Non so nemmeno cosa dicono le persone di me. Ma..di solito, quando lo faccio con qualcuno, se non conosco bene quella persona..me ne allontano. Beh, diciamo che è il contrario, sono loro ad allontanarsi per primi. Ma comunque..evito di parlarci. Lo so, forse è un po' un comportamento stupido o..menefreghista, ma non ho mai visto qualcuno lamentarsene. Di solito è questo che le persone vogliono da me.– disse, facendo una pausa per prendere un sorso di te. –Ma è un po' diverso con te, perché viviamo vicini e..continuiamo ad incontrarci. Quindi..pensavo che sarebbe stato meglio parlarti, piuttosto che ignorarti.

–Sì, penso sia meglio così.– concordò Jisung, non sapendo bene cosa dire.

Minho si girò finalmente verso di lui, guardandolo in faccia. –Non sentirti in imbarazzo per quello che è successo. Se non vuoi essere mio amico, mi sta bene, non importa..però..è successo e basta. Non c'è nulla di male, a meno che tu non te ne sia pentito. Se è così..mi dispiace.– sospirò. –Spero solo che tu stia bene.

Jisung abbassò gli occhi. –Mhm, sto bene. Non preoccuparti. Non..non me ne sono pentito. Sono stato io ad iniziare comunque. Dovrei essere stato io a chiederti di parlare e scusarmi, non il contrario.

Minho rise lievemente. –Ti stai davvero scusando con me?

Jisung sorrise.

–Vuoi parlarne?– gli chiese poi, il tono di voce tremolante. –O possiamo parlare d'altro. O se vuoi puoi anche andartene, non importa.

Jisung sentì una strana sensazione di calore al petto. Quel modo in cui gli parlava in quel momento, quella dolcezza del suono della sua voce. Lo faceva sentire in un modo strano.

–Onestamente, non mi piace questo tè.– ammise Jisung, guardando l'altro ragazzo.

Minho gli sorrise impacciato. –Scusa.–disse, estendendo il braccio in modo che l'altro ragazzo potesse dargli la tazza. Jisung lo fece, ricambiando il sorriso. –Perché ne hai bevuto così tanto se non ti piace?– chiese, ridendo, poi si alzò in piedi, con l'intenzione di posare la tazza da un'altra parte, ma Jisung lo seguì.

–Non lo so.– ammise, guardandolo mentre rovesciava il liquido nel lavello. –Minho.– disse poi, attirando la sua attenzione.

–Mhm?– disse l'altro ragazzo, sedendosi su uno sgabello, imitato dall'altro ragazzo che si sedette di fronte a lui.

–So che te l'ho già chiesto, ma..davvero quel ragazzo non era il tuo fidanzato?

Minho distolse lo sguardo. –No, non lo era.

Jisung sospirò. –Una sera, stavo tornando a casa dopo essere stato al karaoke con i miei amici. E..ti ho sentito. Ho sentito la tua voce. E l'ho visto scendere le scale.

Minho spalancò gli occhi, finalmente guardandolo. Ma poi scosse la testa. –Non c'era niente fra me e lui. Assolutamente nulla.

Decise di non insistere. Se non voleva parlargliene, significava che probabilmente lo faceva star male. O che non si fidava abbastanza di lui da farlo. –Anche se è così...tu stai bene?

Minho annuì, mordendosi un labbro. –Sto bene.

Jisung si girò, dando un'occhiata alla stanza. –Allora..posso darti una mano a mettere in ordine?– gli chiese, con un sorriso.

Minho sembrò sorpreso. –Sì..se vuoi sprecare il tuo tempo in questo modo.

–Quanto sei negativo!– esclamò Jisung, alzandosi in piedi.

In realtà l'appartamento del ragazzo era piuttosto pulito, solo molto in disordine. Le cose non erano al loro posto, diciamo così. Si separarono per un po', Minho che gli disse di doversi occupare del bucato che non aveva fatto in chissà quanti giorni. Jisung restò nella stanza principale, tentando di mettere a posto le cose meglio che poteva, anche se non sapeva con certezza cosa stesse facendo. Si occupò finalmente di mettere a posto tutti quei pacchetti di patatine e altri snack che il ragazzo aveva lasciato in vari punti dell'appartamento, buttando via anche la pila di ciotole di cibo istantaneo.

Starà mangiando decentemente? Non sono il migliore per occuparmi di questo tipo di cose..

–Hai già pulito così tanto?– gli chiese Minho, guardandosi intorno.

–Visto? Non era così faticoso, avresti potuto farlo anche tu!– rispose, ridendo.

Minho sorrise. –Sì, avrei dovuto farlo prima.

Jisung si allontanò da lui, camminando verso il divano, ma notando un dvd appoggiato sul mobile sotto la tv. –Your name?

Minho annuì. –Lo stavo guardando qualche giorno fa.– disse. –Ti va di guardarlo insieme?– chiese poi, avvicinandoglisi.

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