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Por i_mprettywhenicry

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[completa] [in revisione] Lei lo amava piรน di quanto lui immaginasse. Lui l'amava piรน di quanto le aveva mai... Mรกs

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Por i_mprettywhenicry

Jane
Dannazione, è davvero tardi, la cena è quasi terminata e tra poco i prefetti inizieranno la ronda>> Scattai in piedi impanicata.

Dopo l'orario di chiusura della biblioteca, avevo deciso, insieme a Cedric, di spostarci in camera sua per continuare lo studio in modo indisturbato.
<<Caspita hai ragione, ho perso del tutto la cognizione del tempo ma lascia che ti accompagni>> Si alzò a sua volta, sovrastandomi con la sua notevole altezza.
<<No, daremmo di più nell'occhio, non preoccuparti, farò in fretta>> Scartai la sua idea per poi afferrare la mia borsa con agilità.
<<Ci vediamo domani a lezione, buonanotte Tasso>>
E senza attendere una sua risposta uscii di soppiatto dalla porta, inoltrandomi nei corridoi vuoti e silenziosi del castello.
Mentre camminavo mi era possibile intravedere, grazie alle aperture delle mura, la luna piena di quella sera.
Di punto in bianco decisi di cambiare direzione avviandomi così verso la torre di astronomia.
Salii le numerose scale a chiocciola, arrivando sul pianerottolo dove il vento si scontrò contro il mio viso, regalandomi una sensazione gradevole.
I capelli si muovevano freneticamente in modo ribelle, solleticandomi la pelle.

Sorrisi a quella sensazione di libertà e spensieratezza.

Una volta in cima, mi avvicinai al parapetto freddo di ferro, puntando gli occhi al cielo lasciando che si riempissero di bellezza e di luce lunare.
<<Non credi che sia estremamente luminosa stasera?>> Una voce echeggiò nell'aria facendomi sobbalzare.
<<Draco! accidenti! che diamine ci fai qui?>> Sbottai innervosita portando la mano al petto per lo spavento.
<<Potrei chiederti la stessa cosa o forse no..visto che sei appena uscita dalla camera di Diggory>> Disse con freddezza mentre il suo viso fuoriuscì dalla penombra.
La luce della luna fece risaltare il pallore della sua pelle.
<<Tu...come lo sai?>> Inarcai un sopracciglio, voltandomi completamente verso di lui.
<<Non c'è niente che io non venga a sapere>> Serrò la mascella facendo dei passi avanti verso la mia figura minuta.
<<Quindi? aspetto una risposta, che cosa ci facevi a quest'ora nella camera di quel coglione?>>

Il suo tono fermo e il suo sguardo intimidatorio mi fecero gelare il sangue.
Sapevo fosse arrabbiato e non poco.
<<Non osare chiamarlo in quel modo! ha un nome quindi usalo!>> Sbottai dipingendo sul mio viso un'espressione scazzata.
<<Vuoi che usi il suo nome? patetico, Cedric sono un coglione Diggory, questo è il suo nome>> Beffeggiò facendo cadere le braccia lungo i fianchi.
<<Sei uno stronzo, me ne vado>> Stavo per superarlo quando mi afferrò per un braccio costringendomi a retrocedere.
<<Non te ne andrai da qui finché non avrai risposto alla mia domanda>> Scandì ogni parola lasciando che i nostri nasi si sfiorassero.

Iniziai a fissare i suoi occhi che per molti potevano risultare difficili da leggere ma non per me.
Avevo imparato a leggerli dalla tenera età.

Scrutandoli intensamente riuscii ad intravedere la disperazione causata dal mio silenzio.
Riuscii a vedere la rabbia causata dal non avere controllo su quello che stava succedendo.

Perché si, Draco odiava quando qualcosa sfuggiva al suo controllo.

<<Stavamo studiando>> Risposi divincolandomi dalla sua stretta possessiva.
<<Non riesco davvero a capire a che gioco tu stia giocando>> Scosse la testa distogliendo per un'attimo lo sguardo da me.
<<Prima Cedric e poi Theodore, due piedi in una scarpa?>> Domandò accompagnando il tutto da una risatina.

Lo guardai incredula non volevo credere che stesse facendo tale insinuazione.
<<Siamo soli amici! per l'amor del cielo Draco! tu mi conosci meglio di chiunque altro come puoi pensare questo di me?>>
Ero ferita ed amareggiata.

<<Io non riesco più a riconoscerti, sei cambiata>> Affermò scrollando le spalle.
<<Questa è bella! beh se sono cambiata è perché tu sei cambiato ma non mi aspetto che tu capisca una cosa così complessa>> Replicai cercando di colpire il suo ego smisurato.
<<Questa è una cosa che non deve più accadere, non entrerai in nessun'altra stanza se non la tua, spero di essere stato abbastanza chiaro>> Ignorò completamente la mia offesa ritornando sull'argomento precedente.

Lo guardai perplessa quando percepii l'ordine che mi stava dando.
<<Come scusa? mi stai ordinando di non fare qualcosa?>> Chiesi.
Ero indignata.

<<Torna in camera e restarci>> Sospirò distogliendo lo sguardo.
<<Non so tu chi ti creda di essere ma non puoi dirmi cosa posso o non posso fare soprattutto dopo che hai deciso di auto eliminarti dalla mia fottuta vita quindi continua a restarne fuori>>
Mi sfogai alzando il tono di voce, fregandomene se qualcuno ci avesse scoperto.
Non aggiunsi altro e me ne andai, lasciandolo solo e senza parole.

Draco
Nonostante i giorni passassero, non riuscivo a smettere di pensare a quella conversazione avvenuta sulla torre..o meglio alle parole che aveva usato per farmi tacere.

Non capitava mai che restassi a bocca asciutta, sapevo sempre cosa dire ed avere l'ultima parola ma per la prima volta ero stato ammutolito.

In circostanze come quelle mi sarei dovuto sentire offeso e mancato di rispetto ma avevo perso completamente la testa per come si era posta nei miei confronti.
Aveva messo in bella vista il suo caratterino e mi aveva tenuto testa.

Era incredibile come poteva essere da una parte: gentile, disponibile e dolce ed essere allo stesso tempo: stronza, fredda e manipolatrice.

Solo chi la conosceva bene sapeva che non si sarebbe fatta scrupoli per ottenere ciò che desiderava, esattamente come me.

Eravamo simili sotto tanti punti di vista ma ovviamente c'era qualcosa che ci caratterizzava in modo diverso l'uno dall'altra.

<<Dovresti smetterla di fissarla in quel modo>> Mi riprese il mio migliore colpendomi col gomito.

La sala grande era zeppa di studenti tra cui me e Blaise che ci trovavamo lì per studiare, per il test di pozione del professor Piton che si sarebbe tenuto il giorno seguente.

<<Non trovi strano il loro riavvicinamento?quello che mi risulta più strano però è il fatto che sia stata lei a cercare lui, insomma la conosciamo, non è da lei>> Dissi ciò che pensavo tenendo lo sguardo fisso al tavolo dei Tassorosso dove sedeva affiancata da quel ragazzo da cui non si separava un secondo.

Mi ero ridotto a guardarla da lontano.

<<Ne so tanto quanto te e poi non dovrebbe importarti>>
A quelle parole il mio sguardo slittò su di lui.
<<Nessuno mi vieta di interessarmi alla sua vita, Zabini>> Puntualizzai con irritazione, riportando poi l'attenzione su di lei.
<<Perchè ti interessi alla sua vita?>> Chiese cercando di ottenere risposte alle sue domande.
<<Perchè? perché ci tengo, nonostante tutto>>
Abbassai lo sguardo sulle mie mani non riuscendo più a vederla sorridere a qualcuno che non fossi io.

Sapevo che morisse dalla voglia di rinfacciarmi quanto ero stato stronzo ad incasinare tutto ed a non ascoltare i suoi avvertimenti ma non lo faceva perché anche se non mi ero aperto del tutto con lui sapeva che ci stavo male.

<<Voglio solo che tu sappia che sono consapevole del casino che ho combinato e questo mi rende ancora più stupido ma ti ringrazio di non avermelo rinfacciato.>> Confessai con un piccolo sorriso poggiando una mano sulla sua spalla.

Non ero mai stato bravo con le parole tantomeno con i gesti ma mi faceva piacere sapere che ero riuscito a fargli capire lo stesso il bene che gli volevo.
Aveva imparato a capirmi grazie ai miliardi di casini che avevamo combinato e condiviso, aveva capito sin dall'inizio che dietro quella sottile lastra di ghiaccio si trovava un cuore pauroso di essere fatto a pezzi.

Blaise era un'ottimo amico e un bravo ragazzo, spesso messo in cattiva luce per la mia presenza non vista di buon occhio, ma a lui non gli era mai importato ciò che le persone pensassero di noi, sopratutto di me.

Mi ero sempre mostrato sicuro, impenetrabile come se niente mi potesse ferire e col tempo avevano imparato a crederci senza sapere che quella era soltanto una maschera.

Blaise era l'unico di cui mi fidassi ciecamente, cosa che non valeva per Theodore.
Avevo da sempre avvertito un freno nei suoi confronti nonostante conoscessi entrambi da una vita.
<<Voglio solo che tu sia felice, è questo che si augura un buon amico>> Sorrise portando altrettanto una mano sulla mia spalla.
<<Non so cosa farei senza di te>> Confessai sentendomi in dovere di renderglielo noto.
<<Probabilmente nulla di buono>> Ridacchiò colpendo con un pugno la mia gamba.

Ero davvero felice che almeno qualcuno conoscesse il vero Draco Malfoy, perché solo così, ho potuto scoprire a mia volta, che anch'io, possedevo un cuore umano.

Jane
<<E questo è quanto, spero di essere stato abbastanza chiaro anche se dalla tua faccia non si direbbe>> Ridacchiò Cedric alternando lo sguardo dal libro al mio viso che aveva assunto un'espressione confusa.

<<Sono anni che il Professor Piton cerca di inculcarti questa materia ma senza alcun risultato>> Scosse la testa divertito poggiando la guancia nel palmo della sua mano.
<<Non è colpa mia sapientone! ci sono troppe cose da ricordare e faccio confusione>> Sbuffai chiudendo con uno scatto il libro di quella dannata materia.
<<Hai davvero una mente brillante ma con una piccola pecca!>>
<<Certo, continua pure a prendermi in giro>> Alzai gli occhi al cielo.
<<Se non ti conoscessi così bene direi con sicurezza che il cappello abbia sbagliato a smistarti!>> Portai lo sguardo su di lui facendo in modo che le sue guance si tingessero di un leggero rosa.
<<Guarda che potrei dire lo stesso di te>> Mi puntò un dito contro facendomi sorridere.
<<Comunque Malfoy ti fissa>> Mi avvisò dopo vari secondi di silenzio cogliendomi di sorpresa.
<<Che lezione hai dopo?>> Cercai di cambiare argomento riponendo il libro nella borsa.
<<Antiche rune>> Mi informò dopo aver controllato.
<<Allora mi sa che dovremmo separarci, ho lezione con Lupin>> Emisi un verso di frustrazione gettando la testa all'indietro.

<<Pensavo che le cose fossero leggermente migliorate tra voi>> Cercò di riallacciare il discorso precedente ma lo fermai subito.
<<Non mi va di parlarne, adesso vado sai che non mi piace arrivare in ritardo>> Mi alzai portando con uno scatto la borsa sulla spalla.
<<Non preoccuparti, quando vorrai farlo sarò pronto ad ascoltarti>> Sorrise allungando una mano che posò sulla
mia testa arruffandomi successivamente i capelli.
Sorrisi sentendo la bella sensazione di essere capita e non fraintesa come spesso capitava.
<<Sei odioso ma ti ringrazio per avermi capita>> Scacciai via la mano per poi sistemarmi i capelli.

Senza aggiungere altro mi avvolse in uno dei suoi caldi e confortevoli abbracci lasciando che le mie narici venissero inondate dal suo buon profumo.
Dopo avergli rivolto un'ultimo sorriso mi avviai verso l'uscita dalla sala non prima di essermi fermata al tavolo della mia casa.
<<Sto andando in classe, vieni con me?>> Mi rivolsi alla corvina che sedeva di fianco a Zabini mentre cercavo di ignorare lo sguardo glaciale del biondo che ardeva sulla mia figura.

Probabilmente aveva assistito all'abbraccio con Cedric.

<<Hmh...certo>> Scattò in piedi rivolgendo uno sguardo fugace ai due per poi raggiungermi.
<<Allora com'è andata?>> Chiese mettendosi sotto braccio.
<<Nulla di nuovo>> Sospirai avvilita mentre sentivo echeggiare il rumore dei nostri passi.
<<Le solite sensazioni>> Risposi svoltando l'angolo.
<<Forse questa sensazione potrebbe riguardare il torneo>> Azzardò facendomi riflettere sulla sua ipotesi.
<<Ma certo! potrebbe riguardare l'ultima prova! quindi quello che devo fare è convincerlo a non partecipare>> Mi prefissai con fermezza entrando in classe.

Forse era quella la cosa più giusta da fare.

<<Sperando che ti dia ascolto ma che cavolo ci fa un'armadio qui?>> Portai lo sguardo su di esso per poi spostarlo sull'insegnate.
<<Intrigante vero?>> Esordì portando entrambe le mani dietro la schiena per poi rivolgere lo sguardo verso la classe.
<<Qualcuno vorrebbe azzardare a indovinare cosa c'è all'interno?>> Chiese facendo alcuni passi in avanti attendendo una risposta.
<<Quello è di sicuro un molliccio>> Rispose un ragazzino appartenente alla casa dei Grifondoro.
<<Molto bene signor Finnegan! ora qualcuno sa dirmi un molliccio com'è fatto?>> Inarcò un sopracciglio guardando di tanto in tanto qualcuno.
<<Nessuno lo sa, i mollicci sono dei muta forma, assumono la forma di ciò che una particolare persona teme di più, è questo che li rende così terrificanti>> Spiegai dettagliatamente battendo sul tempo la Granger che mi rifilò un'occhiata tutt'altro che amichevole.

<<Eccellente signorina Thomas>> Mi elogiò facendo allargare il mio sorriso.
<<Fortunatamente esiste un semplicissimo incantesimo per respingere un molliccio! proviamolo ora ma senza l'uso delle bacchette, provate a dire 'Riddikulus'>> Ci consigliò e senza indugiare in coro ripetemmo quella parola.
<<Molto bene, questa era la
parte più facile, vedete l'incantesimo da solo non basta! quello che davvero sconfigge un molliccio sono le risate, dovete costringerlo ad assumere una forma che trovate sinceramente divertente>> Spiegò cercando di essere più chiaro possibile.
<<Passo a spiegare, Neville? vuoi venire prego? coraggio, non essere timido>> Richiamò il ragazzo che con titubanza si fece avanti.
<<Bene, puoi dirci cosa ti spaventa di più?>> Domandò facendo alcuni passi verso di lui.
<<Il professor Piton>> Balbettò facendo ridere l'intera classe.
<<Se non sbaglio tu vivi con tua nonna giusto?>> Azzardò aspettando un suo cenno.
<<Si ma non voglio che il molliccio si trasformi in lei>> Scosse la testa contrariato.
<<Sta tranquillo, voglio solo che ti figuri sui vestiti in modo nitido, nella tua mente>> Chiese con tono estremamente calmo.
<<Porta una borsetta rossa..>> Iniziò a descriverla fin quando non venne fermato.
<<Non occorre dirlo, purché tu lo veda noi lo vediamo>> Lo corresse affiancandosi a lui.
<<Quando aprirò l'armadio voglio che tu immagini il professor Piton con i vestiti di tua nonna, ne sei capace? si?>> Spiegò tirando fuori la sua bacchetta.
<<1..2..3..>>

E con un colpo agile l'armadio si aprì lasciando uscire dal suo interno quello che era il professor Piton che iniziò a camminare con decisione verso il ragazzo.
<<Pensa Neville pensa>> Gli ricordò mentre osservava la scena.
<<Riddikulus!>> Esclamò con sicurezza facendo fare un cambio d'abito a quella figura così che tutti potettero scoppiare in una fragorosa risata, costringendo il molliccio a ritornare da dove era venuto.
<<Bravissimo Neville, incredibile!>> Applaudì al ragazzo soddisfatto del suo lavoro.
<<Ora mettetevi tutti in fila>> Disse avvicinandosi al suo giradischi che lasciò funzionare per arricchire quel momento con della musica.
<<Signorina Thomas venga avanti>>
Mi voltai verso di lui assumendo un'espressione contrariata.
<<Dovremmo rispettare la fila, c'è Pansy prima>> Obiettai indicando la mia amica.
<<Non si faccia pregare, sono curioso di sapere cosa la spaventa>> Si giustificò lasciando che un sorriso snervante nascesse sul suo volto sfregiato.

Sbuffai, non avendo la minima voglia di partecipare a quella pagliacciata ma a malavoglia superai la corvina, fermandomi di fronte a lui.
<<Sai già come funziona quindi attenzione>> Mi avvertì prima di aprire l'armadio.

Rimasi pietrificata nel vedere uscire dal suo interno il molliccio che scelse di prendere le sembianze di Draco.
A malapena riuscivo a sentire il vociferare alle mie spalle poiché le mie orecchie erano interessate alle parole che fuoriuscivano dalla bocca di quella persona a me tanto familiare.

"Sono contento che sia capitato quel piccolo evento che ha creato successivamente una crepa nel nostro rapporto.
Da quando non fai più parte della mia vita mi sento davvero bene, è così liberatorio non averti più fra i piedi, sei una delusione per me Jane, preferivo non incontrarti."

Chiusi gli occhi lasciando che lacrime salate bagnassero le mie guance.
Il mio cervello cercava di elaborare quelle parole così strazianti per il mio cuore.

Era davvero quella la mia paura più grande e profonda?

Con uno scatto riaprii gli occhi e con le poche forze che mi rimasero pronunciai quella parola con disperazione.
Non trovai il coraggio di voltarmi anche solo per trovare un po' di conforto nel suo sguardo così uscii dall'aula più velocemente che potevo, fregandomene delle conseguenze che quell'azione avrebbe potuto portare.

Draco
Rimasi immobile ad assistere alla scena.

Ero completamente sorpreso nel vedere che quella fosse la sua più grande paura.
Era sciocco da parte sua avere paura di una cosa del genere perché nonostante ciò che era successo non avrei mai cambiato la mia opinione su di lei, l'avrei sempre trovata meravigliosa, qualsiasi cosa fosse successa.

Senza chiedere il permesso mi precipitai fuori per rincorrerla.
Per rassicurarla.

<<Jane! fermati e parliamone>> Afferrai il suo polso fermando così la sua corsa.

Volevo smentire ogni suo pensiero negativo.

<<Lasciami in pace, vattene>> Urló costringendomi ad indietreggiare di qualche passo per poi continuare per la sua strada.

Odiavo quando si richiudeva in se stessa emarginando tutti, era la classica persona pronta ad aiutare chi ne avesse bisogno ma quando si trattava di lei, spariva.
Mi poggiai al muro lasciando che la mia schiena toccasse il muro freddo.
Ero così stanco di quella situazione che ogni mattina speravo di svegliarmi e rendermi conto che quello fosse solo un brutto sogno.

Aveva ragione mio padre..

"L'amore è una cosa troppo complicata, meglio se lasci perdere."

Flashback.
<<Allora, come ti trovi ad Hogwarts?>> Mi chiese mio padre mentre passeggiavamo per il giardino del nostro maniero.
<<Bene padre! ho già stretto amicizia>> Risposi allegramente quando rivolsi il mio pensiero ai miei nuovi amici.
<<Spero che siano dei purosangue>> Rivolse la sua attenzione su di me, fermando i suoi passi.
<<Naturalmente padre>> Deglutii a fatica non riuscendo a sostenere il suo sguardo così freddo e privo di emozioni.
<<Lo studio come procede? ci aspettiamo grandi cose da te Draco, cerca di non deluderci>> Mi avvertì riprendendo a camminare, stringendo con una mano il suo bastone.
<<Non vi deluderò>> Dissi con convinzione, drizzando la mia postura.

Non avrei mai voluto che i miei genitori si sentissero delusi da me, era una cosa che non sarei riuscito a sopportare.

<<Durante le prossime vacanze potresti invitare i tuoi amici, così da farceli conocere>> Mi comunicò, lasciando nascere un sorriso sul mio volto.
<<Non vedo l'ora! alla mamma piacerà molto Jane>> Continuai a sorridere ricordando i suoi occhi.
<<Jane?>> Chiese con tono confuso guardandomi con la coda dell'occhio.
<<Si, è la mia migliore amica! è davvero bellissima con i suoi lunghi capelli biondi e i suoi grandi occhi verdi>> La descrissi mentre seguivo i movimenti delle nuvole che si spostavano lentamente.
<Lei ti piace non è così?>> Domandò anche se sapeva di aver colpito nel segno.
Annuii con incertezza cercando di prevenire la sua reazione.

<<L'amore è una cosa troppo complicata, meglio se lasci perdere>> Si fermò nuovamente per poi abbassarsi alla mia altezza.
<<Questi sentimenti, che provi nei confronti di questa ragazza, sono i primi segni di debolezza e noi siamo dei Malfoy, la debolezza non fa parte del nostro DNA>> Mise in chiaro mentre mi scrutava con attenzione.
<<Se ti crei delle debolezze ti rovinerai con le tue stesse mani, non devi lasciare che una persona scalfisca il tuo cuore perchè prima o poi se ne approfitterà ma a quel punto non sarai in grado di difenderti, sarai troppo debole per farlo>>

Ascoltai con attenzione, assimilando ogni singola parola che risuonava così giusta.
<<Ma fortunatamente puoi scegliere, puoi scegliere di essere forte e proteggere te stesso oppure lasciare che qualcuno ti renda vulnerabile>>

Annuii per la seconda volta di seguito mentre quel discorso continuava a rimbombarmi nella mente.
Fine Flashback.

Da quel momento la visione che avevo del mondo cambiò radicalmente così come il mio carattere e il mio modo di rapportarmi con le persone.

Continuavo a pensare che le parole dette da mio padre fossero giuste ma ogni volta che la vedevo, faceva suonare il tutto come una cosa terribilmente sbagliata.
Un contrasto continuo.

Amare e lasciarti amare con il rischio di farti fare a pezzi il cuore oppure ripugnare quel sentimento per proteggere te stesso?

Alla fine nulla durava per sempre quindi valeva la pena rischiare cosi tanto per qualcosa che sarebbe finito, lasciandoti completamente perso?

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