Due giorni, sono passati due giorni da quella sera e due giorni da quando non parliamo. Ha cercato di parlarmi più volte ma senza risultato. Sinceramente non so che cazzo dirgli, ci siamo baciati e sto continuando a sognare di ripeterlo ma non è possibile. È un prof , più grande, sono un'alunna, più piccola di rischierebbe troppo.
"Che è successo l'altra sera quindi?" chiede Jessy.
"Niente perché?" non la guardo per paura di risultare troppo bugiarda
"Avanti ti ho beccato, eri fradicia, con tutti i capelli bagnati e eri, strana?!" quando sono tornata quella sera, entrando in camera ho sbattuto la gamba sul letto e lei si era svegliata.
"Sono andata alle terme da sola" non è del tutto una bugia, solo per metà.
"Ed eri felice? Cos'è ti piaceva il colore dei muri?" ironizza e rido per non piangere.
"Ci siamo baciati" dico secca e me ne pento subito vedendo la sua faccia esplodere
"COSAA?!" urla e le tappo la bocca
"Zitta cogliona, zitta" vedo che in saletta ci guardano tutti e faccio un finto sorriso facendo credere tutt'altro e guardo male la mia amica di fronte.
"Cosa? Come? Quando? Perché? Tu volevi? Ti è piaciuto? Dio cristo" troppe domande che mi fluttuano nella testa.
"Si ci siamo baciati, è successo tutto così, di fretta ecco e ci sto pensando da due fottutissimi giorni, non so che fare cazzo, si insomma lui è un professore, io così, è tutto troppo complicato" ammetto facendo roteare gli occhi per l'impossibilità della cosa
"Credo che se l'ha fatto c'è un motivo e poi sai quanti studenti stanno con un loro professore, oh avanti inventati una scusa migliore di questa, hai solo paura del giudizio degli altri o anche solo il tuo giudizio personale. Io sarei già li da lui adesso" appena dice l'ultima frase il caso vuole che entri proprio lui, stringo la mano della mora con cui mi sto confidando e spero che sparisca in due secondi.
"Dai ragazzi andiamo!" urla la prof di storia e quello che dice Jessy mi si ripete nel cervello, è vero forse ho solo paura ma non posso mettermi nei casini così cazzo.
Ci finiamo di preparare e andiamo a sciare per altre 3 lunghe ore.
"Che figura di merda madonna" ride Mia mentre rientriamo in Hotel sfinite dallo sci
"Solo tu puoi fare queste cose" commento ridendo per la sua figura fatta con la prof di storia, stava cercando di indovinare le capitali e appena ne ha detta una di tutt'altro modo si è accorta che la prof era dietro di lei.
Mi siedo sul divanetto e aspetto che un po' di folla si sposti per andare a posare gli scarponi.
Sto un po' con il telefono e non mi rendo conto che non c'era più nessuno.
"Ok ragazzi possiamo andare a mangiare" ci comunica la prof e alzo uno sguardo interrogativo.
Io non mi ero né cambiata né ho posato gli scarponi, corro in camera e mi levo i pantaloni, giacca e pile lasciandomi i leggins e la maglia leggera a maniche lunghe sopra. Acchiappo velocemente gli scarponi e scendo di nuovo al piano di sotto ma a metà rampa di scale decido di rallentare, tanto fa lo stesso se mangio 20 minuti dopo.
Apro la porta di ferro che porta nella stanza del deposito scarponi e vedo l'ultima persona che volevo vedere, la porta mi si chiude dietro le spalle e sospiro ansiosa.
Cerco il numero degli scarponi sull'asta di ferro e li appoggio lentamente, mi giro e faccio qualche passo
"Sai che non puoi scappare dai problemi vero?" mi chiede con un filo di arroganza nella voce
"Che problemi?" mi volto e lo guardo un po' incerta
"Non mi parli, mi eviti da due giorni, è questo il tuo modo di affrontare i problemi?" mi guarda con una sorta di prepotenza e i miei occhi girano intorno ai suoi lineamenti.
"Non credo siano fatti tuoi di come affronto i problemi" affermo convinta più o meno
"Quindi lo reputi un problema? Il fatto che ci siamo baciati risuona come un problema?" alza quel poco che basta la voce per farmi capire che non stiamo prendendo la strada giusta.
"Sai anche tu che lo è, è successo forse per l'ambiente o per la tensione, non lo so, fatto sta che è successo" gesticolo, segno di ansia assurda e la sua presenza non mi aiuta.
"No no, è successo perché io volevo e anche tu, l'ho fatto perché volevo cazzo e lo voglio tutt'ora" quelle parole mi fanno girare la testa, i miei occhi si spalancano e deglutisco.
Sento l'aria mancare in questo spazio così grande e il mio corpo ha smesso di funzionare.
"Come?!" un filo di voce mi esce dalle corde vocali molto incerta e sconvolta
"Non me lo fare ripetere" chiede sempre con lo stesso tono di voce e rimango sempre immobile
"Sai che non può succedere, cioè voglio dire, sei un cazzo di professore e io sono l'alunna, rischieremo entrambi troppo ma tu di più, non puoi rischiare" sto andando in panico e vorrei urlare
Aspetta qualche secondo poi sorridendo inizia a parlare
"Divertente come impazzisca solo alla mia presenza e alle cose che dico senza neanche averti toccata" la mia bocca si spalanca leggermente dalla sorpresa e la salivazione si ferma.
Fa un passo avanti e un altro, indietreggio di un passo, continua a camminare e indietreggio fino a che, porca troia, non mi ritrovo con la schiena attaccata al muro.
Lo guardo e ho una fitta allo stomaco, sembra che ci stiano ballando dentro, il respiro corto
"Sai cosa? Mi è sempre piaciuto rischiare" afferma con voce bassa per poi mettermi una mano sul collo baciandomi.
Sul subito ricambio ma poi mi stacco di qualche centimetro per fargli capire di staccarsi
"Non staccarti, per favore" sussurra silenziosamente, apro un'istante gli occhi e lo guardo.
Non c'è la faccio, lo bacio e gli metto le mani sul collo mentre mi alzo in punta di piedi, le sue mani dal collo passano distrattamente dal seno, dalla pancia fino ai fianchi.
Sospiriamo entrambi nella bocca dell'altro e ci riattacchiamo subito, un bacio da cui trapassa bisogno e necessità, mi cinge la vita con un braccio e fa scorrere l'altro sul culo, ansimo nella sua bocca e posso giurare di aver sentito le sue labbra formare un sorriso.
Il modo in cui mi stringe è qualcosa di inspiegabile, sembra quasi una protezione e sento il suo calore trapassare nel mio corpo.
Sentiamo la porta aprirsi e ci stacchiamo immediatamente inventandoci qualcosa da fare, mi giro verso gli scarponi e lui si mette qualche passo lontano da me.
"Ah eccoti, mi hai fatto preoccupare!" dice guardandomi la mia prof
"Non preoccuparti, faccio io qui" la rassicura quello stronzo di fianco a me
"Bene, vi aspetto di là allora" sorride e se ne va
Appena chiude la porta butto fuori l'aria che avevo immagazzinato e mi appoggio alla barra di ferro che regge le scarpe.
"Vedi quale cazzo è il problema?" io non posso stare con l'ansia ogni volta
Sbuffo appoggiandomi al muro mettendomi le mani sul viso, sono esausta, potrebbe essere più normale?
"Ei, ascoltami, non ti preoccupare hai capito, non succederà niente" mi toglie le mani dalla faccia e mi accarezza la guancia.
"Che palle, sei un bugiardo comunque" facendo riferimento alle sue parole alla prof
"Che ti piace" controbatte ridendo
Credo di essere diventata bordeux e vorrei sparire pt. 4848494
"Come sei mamma mia? Immaginati se dico qualcosa di altro genere, saresti già in un altro continente" deglutisco e mi sembra di morire ma non posso mollare così
"Non ne saresti capace, non con me almeno" specifico e lo guardo sorridendo
"Non mi sfidare bellezza" dice in tono convinto ma allo stesso tempo scherzoso
Sorrido e mi bacia subito dopo, entrambi, in modo diverso, vorremmo prolungare quel momento ma la fretta messa dalla prof ci ferma.
"Vado io prima e poi tu chiudi la porta" propongo
"Ho scelta?" chiede ironicamente
Esco lentamente dalla porta quando potrei chiudere a chiave la porta e starci ore, sento la sua presenza dietro di me e il mio corpo ha diverse reazione chimiche.